Selezione di notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
Riportiamo il testo integrale del Comunicato Stampa di Legambiente
“L’Italia in questa COP28 dia pieno appoggio all’Europa per arrivare ad un accordo in grado di accelerare una giusta transizione energetica globale. Domani a Roma mobilitazione di piazza “Fuori le aziende del fossile dalla COP28”.
Alla vigilia della COP28 a Dubai e ai pochi giorni dall’inizio del suo XII Congresso nazionale in programma dal 1 al 3 dicembre a Roma Legambiente lancia la petizione “Stop fossili, start rinnovabili” e organizza per domani, 30 novembre ore 15, la mobilitazione “Fuori le aziende del fossile dalla COP28” nei pressi del laghetto dell’Eur per chiedere al Governo Meloni il phasing-out delle fossili e una transizione ecologica che punti su rinnovabili ed efficienza energetica per fronteggiare la crisi climatica.
L’associazione: “3 richieste di stop e 3 richieste di start indirizzate all’esecutivo e al centro della petizione: stop ai sussidi alle fonti fossili, alle strategie fossili e alle false soluzioni come il nucleare e la cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica; start all’Italia come Hub delle rinnovabili, all’efficienza e alla rigenerazione e alla giustizia climatica”
The emptying of supermarket shelves during the COVID pandemic demonstrated the chaos that disruption to the UK’s food supply can provoke. Could this type of disruption have a different cause in the future? And what might the impact on society be?
These are the questions we sought to answer in our new study, which involved surveying 58 leading UK food experts spanning academia, policy, charitable organisations and business.
Our findings indicate that food shortages stemming from extreme weather events could potentially lead to civil unrest in the UK within 50 years. Shortages of staple carbohydrates like wheat, bread, pasta and cereal appear to be the most likely triggers of such unrest.
The UK’s food system appears to be particularly vulnerable to significant disruption. This vulnerability can be attributed, in part, to its emphasis on efficiency at the expense of resilience (the ability to withstand and recover from shocks). This approach includes a heavy reliance on seasonal labour and practices like “just-in-time” supply chains, where products are delivered precisely when needed.
Our study emphasises the importance of developing plans to help the UK prepare for, and respond to, the risks associated with food shortages in the future.
Customers emptied supermarket shelves in a panic during the COVID pandemic. Kauka Jarvi/Shutterstock
Expert survey
We asked food experts to rate the likelihood of a scenario occurring in the UK in which more than 30,000 people suffered violent injury over the course of one year through events such as demonstrations or violent looting.
Just over 40% of these experts said they thought such a scenario was either “possible” or “more likely than not” in the next ten years. Over 50 years, nearly 80% of experts believed civil unrest was either possible, more likely than not, or “very likely”.
L’incendio dell’isola hawaiana di Maui visto da uno scienziato pirologo australiano che lancia un monito per il futuro del pianeta.L’articolo è stato pubblicato dalla Rivista australiana GreenLeft che ringraziamo
Quando ho sentito i resoconti dell’incendio che ha devastato l’isola hawaiana di Maui, mi sono sentito completamente depresso.
Come scienziato del fuoco, so che l’orrore che si sta svolgendo – che finora ha ucciso 93 persone – è solo l’inizio. È un presagio di ciò che l’Australia e altri paesi sperimenteranno in un mondo più caldo.
Per gli australiani, i rapporti riportano inevitabilmente alla memoria la nostra terribile estate nera nel 2019-20. Come la tragedia di Maui, quegli enormi e incontrollabili incendi boschivi sono stati uno spaventoso scorcio degli intensi incendi che possiamo aspettarci con il peggioramento del cambiamento climatico.
Il riscaldamento globale – il risultato della combustione di combustibili fossili – significa che gli incendi boschivi diventeranno più frequenti e gravi. Certo, dobbiamo ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Questo è assolutamente ovvio.
Ma dobbiamo fare di più. Gli australiani devono urgentemente adattarsi al nostro infuocato futuro.
Calore e incendi da record
Gli incendi di Maui sono stati alimentati da forti venti, vegetazione secca e bassa umidità. Le persone sono state costrette a correre nell’oceano per sicurezza. Centinaia di strutture sono state danneggiate o distrutte e molte persone sono rimaste ferite.
Condivido alcune riflessioni su quanto sta avvenendo in questa terra di Romagna dove risiedo per una certa parte dell’anno. Per una serie di contingenze fortunate Marina Romea, da dove scrivo, non è stata invasa dalle acque e dal fango come tanti altri comuni della Romagna. Stanno arrivando molte persone sfollate dalle loro case colpite dall’alluvione di Bagnacavallo, Solarolo, Faenza, Ravenna e altri comuni più piccoli. Alcuni hanno qui le loro residenze estive del mare, altri sono ospitati nelle case di amici. I racconti di questi uomini e donne sono impressionanti. L’aspetto che molte/i vogliono ricordare è stata la velocità con la quale le acque hanno invaso scantinati e appartamenti situati ai piani terra. In pochi minuti l’acqua ha sommerso cucine, tavoli, credenze, frigoriferi, divani. Gli oggetti della vita quotidiana sono stati avvolti da acqua e fango in un istante: solo la fuga rapida ai piani superiori ha permesso la salvezza.
Finché una manciata di aziende agrochimiche e commercianti di materie prime controllerà gli input e gli output dell’agricoltura globale, la spinta del capitale a imporre la monotonia monoculturale continuerà – e l’apocalisse degli insetti accelererà.
Le changement des comportements humains constitue l’une des clés pour résoudre les nombreux challenges auxquels l’humanité doit faire face, comme la montée en puissance des troubles psychiques chez les jeunes, la pollution effrénée de la planète ou la dépendance aux énergies fossiles.
Une préconisation récurrente vise à rendre le changement plus facile, en diminuant les efforts, les sacrifices et l’investissement nécessaires. Les citoyens sont, ainsi, souvent invités à adopter de nombreux « trucs et astuces » écologiques. Par exemple, le plan de sobriété énergétique prévoit une « campagne de communication autour des gestes simples au quotidien : je baisse, j’éteins, je décale » – ce qui pourrait laisser entendre que résoudre les problèmes environnementaux n’exigerait pas d’efforts et consisterait en une succession de gestes simples.
Néanmoins, des résultats en sciences comportementales suggèrent que la facilitation systématique des comportements moins énergivores et écoresponsables n’est pas sans risques et peut cacher des revers.
Plusieurs raisons expliquent, en effet, comment une plus grande facilité peut parfois s’avérer contre-productive et pourquoi un certain degré de difficulté peut même être souhaitable.
Les PFAS, produits chimiques toxiques, sont à l’origine du scandale en Virginie-Occidentale, décrit dans le film « Dark Waters ». Ils ont également fait l’objet du documentaire primé « The Devil We Know ».
Que s’est-il passé ? Une usine de production de PFAS a causé une vaste pollution de la région, et affecté ses employés et les gens qui buvaient l’eau contaminée. Depuis ce scandale, les connaissances sur la toxicologie des PFAS, soit l’étude de leurs effets nocifs sur la santé, évoluent constamment.
Riprendiamo da GreenReport e condividiamo questo Appello delle società scientifiche.
Ddl Bilancio: anche sull’attività venatoria si azzera il contributo della scienza
[23 Dicembre 2022]
L’emendamento alla Legge di Bilancio 2023 che consentirà un’attività di controllo affidata ai cacciatori selezionati attraverso corsi di non chiari “organi competenti di livello regionale” anche in aree protette e aree urbane, senza limiti temporali e senza distinzione di specie, rappresenta un errore gestionale che non produrrà alcun reale vantaggio rispetto all’obiettivo prefissato.
Purtroppo per l’ennesima volta la politica legifera sulla gestione faunistica senza essersi confrontata con esperti, ricercatori e tecnici. La genericità del testo dell’emendamento nel suo insieme, il fatto che enti amministrativi (regioni e province autonome) possano provvedere al “controllo delle specie di fauna selvatica” senza una valutazione di zoologi specialisti, il non considerare che vi possono essere necessità di tutelare la diversità animale anche in ambienti urbani, insieme all’assenza totale di argomentazione sul controllo delle specie aliene alla nostra fauna, sono elementi che rendono il provvedimento in questione inaccettabile.
Far effettuare abbattimenti all’interno di aree urbane non limiterà certo il numero complessivo di una specie come il cinghiale, mentre al contempo esporrà i cittadini a rischi gravissimi. Peraltro, tutti gli esperti naturalisti, ecologici e agronomi sanno che la presenza dei cinghiali in città è in gran parte legata alla cattiva gestione dei rifiuti e del sistema del verde urbano, troppo spesso trascurato da “servizi giardini” comunali in corso di progressiva dismissione.
Disarmante che si proponga un intervento di questo tipo riducendo nello stesso provvedimento il ruolo dell’ISPRA e ignorando del tutto CNR, sistema universitario, società scientifiche e accademie che invece dovrebbero veder aumentare le proprie competenze considerato che si sta trattando di una materia che richiede conoscenze molto approfondite.
La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e allo Stato va affidato il suo controllo che può anche prevedere l’esercizio di un’attività ludica come la caccia, ma che certamente non può limitarsi a questa, considerato che spesso l’interesse dei cacciatori contrasta con l’interesse alla corretta gestione di specie e habitat.
In questo senso è poi assurdo prevedere generalizzate attività di abbattimenti faunistici nelle aree protette che hanno un ruolo, oltre che di conservazione e ricerca, anche di promozione territoriale e valorizzazione turistica.
Le scriventi Associazioni scientifiche rivolgono quindi un appello alla ragionevolezza di Parlamento e Governo affinché stralcino dalla Legge di Bilancio questa norma sbagliata e di difficile, se non impossibile, applicazione e avviino un confronto serio con il mondo della ricerca per individuare le modalità scientificamente valide per affrontare una problematica complessa che non può essere risolta con l’approssimazione fin qui manifestata.
Carlo Blasi, presidente Fondazione per la Flora Italiana e Direttore scientifico CIRBISES
Giuseppe Bogliani, presidente Centro Italiano Studi Ornitologici
Marco Bologna, presidente Comitato Scientifico per la Fauna d’Italia e della Società Entomologica Italiana
Elisa Anna Fano, presidente della Federazione Italiana di Scienze della Natura e dell’Ambiente e della Società Italiana di Ecologia
Francesco Ficetola, presidente Societas Herpetologica Italica
Cristina Giacoma, presidente Unione Zoologica Italiana
Massimo Lorenzoni, presidente Associazione Italiana Ittiologi Acque Dolci
Barbara Manachini, presidente Società Italiana Nematologia
Michela Pacifici, presidente Society for Conservation Biology Italy Chapter
Antonella Penna, presidente Società Italiana di Biologia Marina
Lorenzo Peruzzi, presidente Società Italiana di Biogeografia
Marco Valle, presidente Società Italiana di Scienze Naturali
Christian Agrillo, presidente Società Italiana di Etologia
L’ennesima riunione delle Nazioni Unite sul clima non porterà alcuna differenza. L’industria dei combustibili fossili continuerà a espandersi. Le emissioni di gas serra cresceranno. La crisi climatica peggiorerà.
Ecco una breve panoramica di ciò che è emerso dalla COP27.
Perdite e danni
La COP27 ha raggiunto un accordo per la creazione di un fondo per compensare i Paesi per le perdite e i danni causati dalla crisi climatica. Ciò è importante. Ma i dettagli sono disperatamente vaghi, o del tutto inesistenti. Da dove e quando arriveranno i soldi, non è dato saperlo.
I governi che hanno partecipato alla COP27 hanno raggiunto la decisione di «stabilire nuove modalità di finanziamento per assistere i Paesi in via di sviluppo che sono particolarmente vulnerabili agli effetti negativi del cambiamento climatico, per rispondere alle perdite e ai danni… »
Istituiranno un “Comitato di Transizione” con l’obiettivo «di rendere operativi gli accordi di finanziamento». E inviteranno «le istituzioni finanziarie internazionali a prendere in considerazione, in occasione delle riunioni di primavera del 2023 del Gruppo della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, la possibilità che tali istituzioni contribuiscano ad accordi di finanziamento, compresi approcci nuovi e innovativi, per rispondere alle perdite e ai danni associati agli effetti negativi dei cambiamenti climatici».
L’idea di affidare alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale “approcci innovativi” agli accordi di finanziamento è la ricetta per un disastro.
A me sembra un invito a sviluppare un programma per garantire che i governi e le imprese responsabili della crisi climatica evitino di pagare risarcimenti alle comunità che soffrono le conseguenze della crisi climatica – mentre consente all’industria dei combustibili fossili di continuare a trarre profitto dall’inquinamento.
I governi hanno inoltre concordato che terranno consultazioni ministeriali prima della COP28 «per far progredire la considerazione e la comprensione di un possibile risultato su questo problema».
L’inclusione di perdite e danni nel “Piano di Applicazione di Sharm el-Sheikh” è attesa da tempo. Ma il testo concordato, tradotto in inglese, non significa nient’altro che dare un calcio al barattolo per allontanarlo il più lontano possibile.
A 100 anni dall’istituzione dei primi parchi italiani, cresce la consapevolezza del valore degli spazi naturali tutelati
Limitare il rumore. Esperienze di monitoraggio, gestione e contenimento dell’impatto acustico.
Meteo e clima. La siccità dell’estate 2022 evidenza l’urgenza dell’adattamento
Manca pochissimo alla conferenza sulle parti per la biodiversità. Qual è la situazione attuale? Non proprio rosea, come rivelano i dati pubblicati negli importanti report Living Planet e State of the world birds. Ma non mancano alcuni segnali positivi, che indicano che invertire la tendenza è ancora possibile.
Secondo le stime dell’ONU, lo scorso 15 novembre la popolazione umana mondiale ha raggiunto l’impressionante traguardo di 8 miliardi di persone, una crescita che ha subito una rapida impennata nell’ultimo secolo. Considerando solo gli ultimi cinquant’anni, il numero di abitanti è letteralmente raddoppiato, mentre, nello stesso periodo, le dimensioni delle popolazioni di pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi sono drasticamente diminuite, e oggi sono circa un terzo di quelle degli anni Settanta. Il dato è quello dell’ultima stima del living planet index, un indicatore che fornisce un andamento nell’abbondanza relativa delle popolazioni nel tempo. L’ultima stima è stata ricavata analizzando i dati relativi a ben 5.230 specie e 32.000 popolazioni di vertebrati raccolti in tutto il pianeta, e indica un calo medio del 70%. Una media mondiale, si sa, mescola situazioni più rosee e più drammatiche, ed è quindi importante fare una distinzione tra le diverse regioni del pianeta. Così se Europa e Nord America hanno un declino di circa il 20% delle dimensioni delle popolazioni, e hanno un trend abbastanza stabile nelle ultime decadi, il living planet index mostra un declino del 94% in America Latina, del 55% in Asia e del 66% in Africa. Allo stesso modo, non tutti gli ambienti sono uguali, e tra quelli decisamente messi peggio si collocano le acque dolci, la cui fauna vertebrata si è ridotta dell’83%. Continua a leggere “Il barometro della biodiversità”
L’acqua, risorsa preziosa e praticamente insostituibile, è molto abbondante sulla Terra, ma per il 97% si tratta di acqua salata di mari e oceani, non utilizzabile direttamente dall’uomo. Il restante 3% (acqua dolce) è quasi tutto imprigionato, nelle calotte polari e nei ghiacciai permanenti, o nel sottosuolo. Solo lo 0,3% di acqua dolce è superficiale (laghi, fiumi, paludi, umidità del suolo, atmosfera) e, quindi, utilizzabile. Può sembrare poca, però se questa quantità fosse distribuita equamente, ce ne sarebbe in abbondanza per tutti. Per sopperire alla scarsità di acqua dolce, si può dissalare l’acqua del mare, ma è un processo che costa energia.
Nell’elenco sono compresi i citotossici .L’elenco è basato sul sistema di classificazione CLP dell’UE delle sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche (CMR)
Lavoratori esposti a medicinali pericolosi (HMP), o farmaci pericolosi, che sono sostanze cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione (CMR), ai sensi della Direttiva sulle sostanze cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione di recente adozione (CMRD – Direttiva (UE) 2022/431 ), devono ricevere una formazione specifica da parte dei loro datori di lavoro per prevenire i rischi di effetti negativi sulla loro salute.
Al fine di aiutare i datori di lavoro ad adempiere ai propri obblighi, la Commissione Europea deve pubblicare entro la fine del 2022 le linee guida europee per la gestione sicura degli HMP sul lavoro, compresi quelli citotossici, e deve redigere una definizione e stabilire un elenco indicativo degli HMP che sono CMR, entro e non oltre il 5 aprile 2025.
L’obiettivo di questo rapporto ETUI e dell’elenco incluso è identificare quali HMP rientrano nell’ambito legislativo del CMRD in Europa, in modo che gli utenti delle linee guida europee 2022 sappiano a quali specifici HMP si applicano ora le linee guida , ben prima dell’indicazione indicativa della Commissione elenco, da pubblicare entro il 2025.
More than half the people in the UK say that their health has been negatively affected by the rising cost of living, according to a YouGov poll. Rising energy and food prices can certainly harm people’s health in many ways – but there’s one way that hasn’t been much discussed. As a food-safety expert, my concern is that it might increase rates of a particularly deadly food poisoning called listeriosis.
Listeriosis is food poisoning caused by the bacteria Listeria monocytogenes. Symptoms might begin a few days after a person has eaten contaminated food, but it can take 30 days or more before the first symptoms appear. These can include a high temperature, aches, tiredness, nausea, vomiting and diarrhoea. But for people with weakened immune systems, listeriosis can result in severe life-threatening issues, such as meningitis and sepsis.
Listeria is commonly associated with chilled ready-to-eat foods that don’t need to be cooked or reheated, such as smoked fish, ready-to-eat meats, unpasteurised cheeses, and salads and sandwiches. The steps we can take to reduce the risk of listeriosis are ensuring our fridges are running at temperatures below 5℃, sticking to the use-by dates on foods and following the opened storage duration instructions.
Food Standards Agency explains Listeria.
The Food Standards Agency recommends that home fridges be set at 5℃ or below. However, Elizabeth Redmond, a professor of food safety at Cardiff Metropolitan University, and I have found that most fridges operate at 8℃.
Although this slows the growth of some bacteria, this is not the case with listeria. In a laboratory experiment, we also found listeria grows much faster and to significantly greater levels in food when stored in a fridge at 8℃ than at 4℃.
So, to avoid listeriosis, use a fridge thermometer to check your fridge is running at a temperature below 5℃. It’s also important to not eat foods that are past their use-by dates. And follow the opened storage duration instructions, for example: “Once opened, consume within two days”.
In contrast, other food poisoning is usually the result of poor food handling (such as not separating raw and cooked food, or failing to wash hands) that leads to cross-contamination, or failure to cook food to high enough temperatures to reduce the number of bacteria.
The increased cost of food and the rising cost of energy is having a significant effect on people’s finances. But people could unintentionally put themselves at risk of listeriosis when attempting to reduce their energy usage or spending on food.
For example, people may be more tempted to eat foods beyond their use-by date or keep foods for longer than the recommended duration after opening to avoid wasting food and money. Also, people may be more likely to adjust the temperature of their fridge to reduce electricity usage.
Many supermarkets have removed the best-before date from fresh fruit and vegetables. But this doesn’t mean that we don’t need to follow the use-by date.
The best-before date is an indicator of food quality, not safety. In contrast, the use-by date tells us when ready-to-eat and perishable food is safe to eat. The use-by date and opened storage duration instructions are determined through rigorous microbiological shelf–life testing in food laboratories that establish the point at which levels of bacteria exceed safe limits.
Although many people may be looking at different ways of saving money during this difficult time, we must remember that storing food for too long at the wrong temperature can allow listeria to grow to high numbers, enough to make us ill.
Unfortunately, we can’t see, smell or taste listeria. So ensuring our fridges are running at temperatures below 5℃, and that we follow the use-by dates and the opened storage duration instructions, are essential to protect ourselves and our families from listeria, particularly during the cost of living crisis.
Postiamo una traduzione in italiano per favorire la lettura di questo articolo.
Per gli usi professionali fare riferimento all’articolo originale in lingua inglese.
Listeria: come la crisi del costo della vita potrebbe aumentare il rischio di intossicazione alimentare
Secondo un sondaggio YouGov, più della metà delle persone nel Regno Unito afferma che la loro salute è stata influenzata negativamente dall’aumento del costo della vita. L’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari può certamente danneggiare la salute delle persone in molti modi, ma c’è un modo che non è stato molto discusso. In qualità di esperto di sicurezza alimentare, la mia preoccupazione è che possa aumentare i tassi di un’intossicazione alimentare particolarmente mortale chiamata listeriosi.
La listeriosi è un’intossicazione alimentare causata dal batterio Listeria monocytogenes . I sintomi possono iniziare alcuni giorni dopo che una persona ha mangiato cibo contaminato, ma possono essere necessari 30 giorni o più prima che compaiano i primi sintomi. Questi possono includere febbre alta, dolori, stanchezza, nausea, vomito e diarrea. Ma per le persone con un sistema immunitario indebolito, la listeriosi può causare gravi problemi potenzialmente letali, come meningite e sepsi.
La Listeria è comunemente associata a cibi pronti refrigerati che non necessitano di essere cotti o riscaldati, come pesce affumicato , carni pronte , formaggi non pastorizzati , insalate e panini . I passi che possiamo adottare per ridurre il rischio di listeriosi sono garantire che i nostri frigoriferi funzionino a temperature inferiori a 5℃, attenersi alle date di scadenza degli alimenti e seguire le istruzioni sulla durata della conservazione aperta.
L’Agenzia per gli standard alimentari spiega Listeria.
La Food Standards Agency raccomanda che i frigoriferi domestici siano impostati a 5 ℃ o meno. Tuttavia, Elizabeth Redmond, professoressa di sicurezza alimentare presso la Cardiff Metropolitan University, e io abbiamo scoperto che la maggior parte dei frigoriferi funziona a 8°C .
Sebbene ciò rallenti la crescita di alcuni batteri, questo non è il caso della listeria. In un esperimento di laboratorio , abbiamo anche scoperto che la listeria cresce molto più velocemente e raggiunge livelli significativamente maggiori nel cibo se conservata in frigorifero a 8℃ rispetto a 4℃.
Quindi, per evitare la listeriosi, usa un termometro da frigorifero per controllare che il frigorifero funzioni a una temperatura inferiore a 5 ℃. È anche importante non mangiare cibi che hanno superato le date di scadenza. E segui le istruzioni per la durata della conservazione aperta, ad esempio: “Una volta aperto, consumare entro due giorni”.
Al contrario, altre intossicazioni alimentari sono solitamente il risultato di una cattiva manipolazione degli alimenti (come la mancata separazione di cibi crudi e cotti o il mancato lavaggio delle mani) che porta a una contaminazione incrociata o alla mancata cottura del cibo a temperature sufficientemente elevate da ridurne il numero di batteri.
L’aumento del costo del cibo e l’aumento del costo dell’energia stanno avendo un effetto significativo sulle finanze delle persone . Ma le persone potrebbero mettersi involontariamente a rischio di listeriosi quando tentano di ridurre il loro consumo di energia o di spendere per il cibo.
Ad esempio, le persone potrebbero essere più tentate di mangiare cibi oltre la data di scadenza o di conservare gli alimenti più a lungo della durata consigliata dopo l’apertura per evitare di sprecare cibo e denaro. Inoltre, è più probabile che le persone regolino la temperatura del frigorifero per ridurre il consumo di elettricità.
Date di scadenza : da consumarsi preferibilmente entro
Molti supermercati hanno rimosso la data di scadenza dalla frutta e verdura fresca. Ma questo non significa che non dobbiamo seguire la data di scadenza.
La data di scadenza è un indicatore della qualità del cibo, non della sicurezza. Al contrario, la data di scadenza ci dice quando il cibo pronto e deperibile è sicuro da mangiare. La data di scadenza e le istruzioni sulla durata di conservazione aperta sono determinate attraverso rigorosi test microbiologici sulla durata di conservazione nei laboratori alimentari che stabiliscono il punto in cui i livelli di batteri superano i limiti di sicurezza.
Sebbene molte persone stiano cercando diversi modi per risparmiare denaro in questo momento difficile, dobbiamo ricordare che conservare il cibo per troppo tempo alla temperatura sbagliata può consentire alla listeria di crescere a numeri elevati, abbastanza da farci ammalare.
Sfortunatamente, non possiamo vedere, annusare o assaggiare la listeria. Quindi garantire che i nostri frigoriferi funzionino a temperature inferiori a 5 ℃ e che seguiamo le date di scadenza e le istruzioni sulla durata di conservazione aperta, sono essenziali per proteggere noi stessi e le nostre famiglie dalla listeria, in particolare durante la crisi del costo della vita.
Modifiche all'allegato III del decreto legislativo 4 marzo 2014, n.
27, concernente l'attuazione della direttiva 2011/65/UE sulla
restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle
apparecchiature elettriche ed elettroniche. (22A04914)
Il governo (della provincia di Buenos Aires, N.d.R.) di Axel Kicillof ha pubblicato una risoluzione per mappare le zone dove non è permesso l’uso di prodotti chimici per l’agricoltura. Ogni comune dovrà aderire volontariamente. Le organizzazioni socio-ambientali segnalano che la Costituzione nazionale è chiara: le irrorazioni con pesticidi vanno frenate. Ricordano che «la salute vale più di qualunque attività produttiva».
L’amministrazione della provincia di Buenos Aires ha emesso una disposizione in cui si stabiliscono delle restrizioni all’applicazione di prodotti chimici per l’agricoltura. Sebbene l’organismo di applicazione di questa norma sia il Sottosegretariato per lo Sviluppo Agricolo e per la Qualità Agroalimentare, è stato stabilito che i comuni dovranno aderirvi volontariamente per far parte della mappa che sarà elaborata con le informazioni ottenute. Le associazioni socio-ambientali sono diffidenti e richiedono soluzioni concrete. Continua a leggere “Argentina: «Proibire pesticidi pericolosi e sostenere l’agricoltura senza veleni»”
Articolo già pubblicato da Antropocene che ringraziamo
Fonte: Climate&Capitalism – 03.07.2022
La ricchezza miliardaria è aumentata a dismisura durante la pandemia da Covid-19, grazie alle aziende del settore alimentare, farmaceutico, energetico e tecnologico. Nel frattempo, milioni di persone in tutto il mondo stanno affrontando una crisi del costo della vita a causa dei continui effetti della pandemia e del rapido aumento dei costi dei beni di prima necessità, tra cui cibo ed energia.
Estratti da PROFITING FROM PAIN, un documento informativo pubblicato nel maggio 2022 da Oxfam International.
La ricchezza miliardaria e i profitti aziendali sono saliti a livelli record durante la pandemia da COVID-19, mentre oltre un quarto di miliardo di persone in più potrebbero precipitare verso livelli estremi di povertà nel 2022 a causa del coronavirus, della crescente disuguaglianza globale e dello shock dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari sovralimentato dalla guerra in Ucraina. La ricerca di Oxfam ha rilevato che:
I miliardari hanno visto le loro fortune aumentare in 24 mesi tanto quanto in 23 anni.
I miliardari del settore alimentare ed energetico hanno visto le loro fortune aumentare di un miliardo di dollari ogni due giorni. I prezzi del cibo e dell’energia sono aumentati ai livelli più alti degli ultimi decenni. Sono stati creati 62 nuovi miliardari del settore alimentare.
Si tratta del numero più alto della media annua dell’ultimo decennio. Gli impatti più rilevanti in 710 comuni italiani. I dati aggiornati della mappa del rischio climatico realizzata dall’Osservatorio Cittàclima di Legambiente
L’Italia è sempre più soggetta a eventi climatici estremi. A dirlo sono i dati aggiornati della mappa del rischio climatico realizzata dall’Osservatorio Cittàclima di Legambiente. Una tendenza confermata da quanto accaduto nella nostra Penisola, colpita in questi ultimi giorni da un violento nubifragio che ha investito soprattutto il Centro Nord, e nelle scorse settimane anche il sud, causando purtroppo morti, feriti e ingenti danni materiali.
Il ministro della sanità Karl Lauterbach (SPD). Sandro Halank, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons
Mercoledì il ministro della sanità Lauterbach ha annunciato il contenuto della nuova legge con cui la Germania si prepara a contrastare il deficit record delle Assicurazioni Sanitarie, stimato in termini di 17 miliardi, secondo l’Handelsblatt. Non era esattamente un secreto e contributi più alti a partire dal 2023 erano già stati annunciati, anche da noi, ma finalmente si conosce l’entità dell’aumento: si parla di contributi pari al 16.2% del salario lordo.
Oltre a far arrivare la soglia dei contributi al 16.2%, Lauterbach intende attingere anche dalle riserve delle stesse Casse Malattia e dal Fondo per la salute, a cui tuttavia garantisce sovvenzioni e prestiti da parte del governo, e di praticare un prelievo supplementare dall’industria farmaceutica. Lauterbach sostiene che questa combinazione di misure abbia lo scopo di far rientrare la crisi, senza però attuare tagli alle prestazioni sanitarie erogate.
Assicurazioni Sanitarie Obbligatorie: i contributi salgono al 16.2%
Il deficit delle Assicurazioni Sanitarie Obbligatorie è una bella patata bollente per il governo di Scholz e in particolare per il ministro della sanità, Karl Lauterbach. L’esponente dell’SPD, principale responsabile delle politiche tedesche sulla salute, ha annunciato mercoledì il contenuto della proposta di legge a cui ha lavorato nel corso delle ultime settimane e che è stata approvata dal governo.
Per far fronte al disastro, in un momento in cui incombono anche l’inflazione e l’aumento dei costi dell’energia, il ministro ha deciso di alzare il contributo aggiuntivo da versare alle Casse Malattia di 0,3 punti, che uniti all’aumento dell’1,6% già predisposto, portano l’aliquota generale dal 14,6% al 16,2% dei salari lordi. Il provvedimento, che entrerà in vigore dal 2023, riguarderà circa 57 milioni di iscritti. Il totale dei contributi sociali salirà inoltre e conseguentemente al 40,45%, superando, per la prima volta dal 2012, la soglia del 40%.
Prelievi anche dalle riserve delle Assicurazioni. Lauterbach: “Puntiamo a non tagliare le prestazioni sanitarie”
Per far fronte alla crisi, tuttavia, il governo preleverà anche le risorse delle stesse Casse Malattia e del Fondo sanitario, con una pressione pari a 6,4 miliardi di euro. Le Casse dovranno fornire un contributo di solidarietà di quattro miliardi di euro dalle loro riserve, mentre dal Fondo sanitario saranno prelevati 2,4 miliardi. Il governo aumenterà inoltre di 2 miliardi l’attuale sussidio federale per l’Assicurazione Sanitaria Obbligatoria e concederà alle Casse e al Fondo sanitario un prestito di un miliardo a zero interessi. Gli sconti che le aziende farmaceutiche hanno l’obbligo di concedere alle Casse per i farmaci protetti da brevetto, infine, verranno aumentati dal 7 al 12% per cento per un anno. Provvedimento che ovviamente scontenta anche l’industria del farmaco. Lauterbach ha specificato che questa combinazione di misure punta a contenere i costi senza tagliare le prestazioni agli assicurati e senza gravare su di loro in modo sensibile.
Protesta a gran voce il presidente dell’AOK del Baden-Württemberg, Johannes Bauernfeind, infastidito dal fatto che Latuerbach abbia dichiarato che gli assicurati non saranno gravati da oneri significativi. “Questo è un tentativo deliberato di nascondere gli oneri reali” ha commentato Bauernfeind, che sostiene che anche un aumento di pochi punti comporterà un problema per molti, inclusi i datori di lavoro, specie in questa congiuntura di crisi generale. Bauernfeind è inoltre chiaramente irritato dal fatto che le stesse Assicurazioni subiranno prelievi. Ha ribadito che le Case Malattia si sostengono grazie ai pagamenti degli assicurati o dei loro datori di lavoro e ha dichiarato che attingere dalle riserve delle assicurazioni, senza attuare riforme strutturali del sistema sanitario, non potrà che ricadere sui contribuenti.
La Corte Suprema degli Stati Uniti è stata freneticamente occupata negli ultimi tempi, abbattendo leggi e leggi con un entusiasmo ideologico quasi folle. Le leggi sulle armi sono state invalidate; Roe vs Wade e diritti costituzionali all’aborto, confinati alla storia. E ora, l’Agenzia per la protezione ambientale è stata privata dei suoi poteri con una decisione 6‒3.
La decisione del 30 giugno del West Virginia contro l’Agenzia per la protezione ambientale è stata una specie di atto di boxe ombra. Il Clean Power Plan (CPP), che era l’obiettivo della panchina, non è mai entrato in vigore. Nel 2016, la Corte Suprema ha effettivamente bloccato il piano, annunciato dal presidente Barack Obama nell’agosto 2015. È stato originariamente promulgato ai sensi del Clean Air Act .
La lettura del documento suscita diverse perplessità in particolare per quanto attiene la questione della tematica della prevenzione in materia di infortuni e malattie professionali. Questa tematica che ha un peso rilevante per quanto riguarda la tutela e la promozione della salute della popolazione viene allocata nell’area delle competenze della Direzione Ambiente Salute. Nel comma b) dell’art.7 ci troviamo di fronte ad una definizione generica e confusa nella quale si fa riferimento ad una “prevenzione universale delle esposizioni ad agenti chimici, biologici e psicosociali nell’ambiente naturale, nell’ambiente di vita, nelle acque destinate al consumo umano e… nell’ambiente di lavoro..”
Sarebbe interessante comprendere cosa gli estensori della bozza abbiano voluto dire con questo comma e saremmo pure curiosi di conoscere meglio la definizione di “agenti psicosociali” su cui fare prevenzione… In un certo senso questo documento, qualora non venisse emendato e riscritto per quanto attiene la tematica della prevenzione della salute e della sicurezza nel lavoro, testimonia la separazione culturale, scientifica e operativa che il Ministero della salute sta praticando da tempo rispetto alla tematica “lavoro salute”. Non sono sufficienti i commi p) e q) per “recuperare” il pastrocchio del comma b) dell’art.7.
I rapidi e rilevanti cambiamenti che stanno avvenendo nel lavoro, le nuove modalità di lavoro sempre più ritmate e plasmate da algoritmi e sistemi di AI richiederebbero una definizione certa delle competenze della DG Ambiente Salute di ricerca e monitoraggio sugli impatti sulla salute dei lavoratori nei nuovi contesti lavorativi in collaborazione con le Università e la rete dei Servizi di Prevenzione delle ASL.
Verosimilmente questo non pare interessare. Si preferisce la delega a Inail e/o al IdL con la riduzione dell’intervento alla mera vigilanza antinfortunistica. Tutto ciò in piena coerenza con il percorso normativo già messo in atto con la recente e pessima norma 215/2021. Per questi motivi invitiamo i lettori e le lettrici ad una lettura attenta di questa bozza di Regolamento…
– Come fare fronte alle prossime ondate di calore – Prevenire la guerra? Ci vorrebbe una scienza – Effetti collaterali della pandemia – Legambiente ER. Emilia-Romagna a tutto gas: rinnovabili fanalino di coda – Londra. La polvere del tube (metro) “potrebbe causare gravi malattie” – CIIP. Nota in merito alla sicurezza da aggressioni al personale in ambito sanitario
Per ascoltare i Podcast precedenti vai a questo SITO
– Valutazione dei piani dell’UE per importare idrogeno dal Nord Africa a cura TNI
– Prodotti fitosanitari e biodiversità: collegamenti pericolosi
– Inail . Rischio biologico nelle attività Agro-Zootecniche
– COVID-19: transizione di crisi
– AIE. Lettera aperta al governo Italiano
sull’urgenza di proteggere l’Italia e il mondo dalla minaccia nucleare e sulla priorità di aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW)
– UK.Pescatori picchiati e sfruttati sulle barche del Regno Unito
– Fritto misto
Forced to breathe at times through oxygen tubes, the Rev. Kevin Goode nonetheless counts his blessings. Although his lungs are scarred from asbestos exposure and he has chronic obstructive pulmonary disease, he’s in better condition than other former employees of rubber factories in Akron, Ohio.
Goode, retired pastor of Church of the Harvest, worked 15 years for the Goodyear Tire & Rubber Co. For most of that time, he tested the characteristics of competitors’ tires in a lab while other employees built new tires below. He didn’t think much about the asbestos, chemicals and soot inside the building, or the black clouds billowing from smokestacks around the Rubber Capital of the World.
“The stuff was everywhere – in your pores, on your skin,” Goode recalled of the lamp black, also known as carbon black, which added sturdiness and color to the tires but can cause skin conditions, cancer, respiratory problems and cardiovascular disease. “You take a shower, you blow your nose or if you cough up phlegm, it was always black.”
The Rev. Kevin Goode developed chronic obstructive pulmonary disease, or COPD, after working in a rubber factory for 15 years. (Courtesy of Yanick Rice Lamb)
Goode, 64, started at the factory in 1975 when he was 17. “You’re young and you think you’re invincible, but you knew it had an impact,” he said of his exposures.
Tavola rotonda in diretta web organizzata dall’o.d.v. “Scienza Medicina Istituzioni Politica Società”, in collaborazione con LAB – I Dialoghi della Bolognina.
mercoledì 18 maggio h.21
INTERVENTI
La formazione per la prevenzione, com’è e come dovrebbe essere
Giovanni Leonardi, Agenzia nazionale della Sanità pubblica della
Gran Bretagna
La formazione dei medici per far fronte ai rischi sanitari ambientali e climatici
Claudio Lisi, Coordinatore GdL Ambiente e Salute” della Federazione Nazionale di Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri
L”Università e Ambiente e Salute: Ricerca, Formazione e Terza Missione
Maria Pia Fantini, Direttrice della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Università di Bologna
Le proposte della Task Force Ambiente e Salute del Ministero della salute
Margherita Ferrante, Docente di Sanità Pubblica, Università di Catania
La formazione dei medici del territorio e la prevenzione primaria ambientale
Roberto Romizi, Presidente di “Medici per l”Ambiente, ISDE”
Prima e dopo il Covid: una prevenzione mancata, quella climatica
Ugo Mazza, Associazione “Meglio così, Solare qualità urbana”, Bologna
COORDINAMENTO
Paolo Lauriola, Coordinatore “Rete Italiana Medici Sentinella per l”Ambiente” (FONMCeO-ISDE).Co-autore del libro “E dopo il Covid…? Proteggere
la salute e l’ambiente per prevenire le pandemie e altri disastri” Edizioni Intra, Pesaro 2022
Il recente decreto legge n.36, che ha perso per strada l’incremento di risorse per il personale dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, merita di essere discusso. Diversi si sono già pronunciati su QS, ad esempio Bisceglia e altri per l’Associazione Italiana di Epidemiologia, noi ci proponiamo di offrire qualche spunto sulla prevenzione necessaria e quindi sui Dipartimenti di Prevenzione (DP) delle ASL, così essenziali e così bistrattati.
La pandemia ha evidenziato, ancora una volta, la natura interconnessa dei nostri sistemi planetari, dalle origini zoonotiche delle malattie e la loro relazione con il nostro ambiente naturale e sistemi alimentari, alla maggiore vulnerabilità alle malattie derivante dalla disuguaglianza sociale, dall’inquinamento dell’aria e altri fattori ambientali. Come ci indicano le grandi Agenzie dell’OMS, la strategia One Health è un approccio integrato e unificante che mira ad equilibrare e ottimizzare in modo sostenibile la salute di persone, animali ed ecosistemi. Il raggiungimento della visione di sostenibilità dell’UE per il 2050 è veramente messo a rischio dai venti di guerra, ma anche dalla mancanza di volontà politiche e cambiamenti decisivi nel carattere e nell’ambizione delle azioni.
Assai rilevante è la recente approvazione della legge costituzionale che modifica gli articoli 9 e 41 della Costituzione, introducendo tra i principi fondamentali la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi e l’attenzione al destino delle future generazioni. Effettivamente, per i costituenti, nel dopoguerra, l’attuale emergenza ambientale e climatica non era immaginabile. Questo nuovo quadro ‘chiama’ una revisione delle politiche e delle pratiche, delle risorse e dell’assetto organizzativo dei servizi pubblici più direttamente connessi con questa materia.
È inedito per l’umanità doversi misurare con la contestualità di una pandemia respiratoria, una guerra con minaccia di escalation nucleare e l’incombere di cambiamenti climatici di natura antropica.
Spesso nella storia epidemie e guerre si intrecciano. Alcune volte i destini delle seconde sono intimamente legati all’imprevisto di una pestilenza. Si narra in proposito che per secoli l’arma difensiva più potente in Europa per resistere a un’aggressione fosse il tifo, malattia che puntualmente falcidiava le potenze assedianti impedendo la conquista di una stabile egemonia nel Vecchio Continente (1). È abbastanza inedito, tuttavia, per l’umanità doversi misurare con la contestualità di una pandemia respiratoria, una guerra con minaccia di escalation nucleare e l’incombere di cambiamenti climatici di natura antropica. Una trama sofferta che merita, anzitutto, un lessico appropriato oltre che strumenti adeguati per comprendere e affrontare le sfide che ne derivano in termini di salute pubblica.
È lungo questi binari che va interpretato un breve, ma densissimo editoriale del British Medical Journal (BMJ) (2), a firma del suo editor-in-chief Kamran Abbasi, che ripercorrendo una lunga serie di articoli pubblicati dalla rivista negli ultimi due anni punta un faro sulle crisi incontrollate dei giorni nostri ovvero quella climatica, quella pandemica e la più recente frutto dell’invasione militare mossa dalla Russia contro l’Ucraina. Se ne ricava così un contesto di plurime emergenze o, come definito dal BMJ, di multicrisi, che vede da una parte l’incapacità di farvi fronte simultaneamente dall’altra, come naturale conseguenza, lo spettro di un rimbalzo incessante e privo di soluzioni efficaci da una crisi all’altra. L’attenzione delle istituzioni e dei governi, del resto, si direbbe venire catturata con maggiore facilità dalla crisi cronologicamente più recente, facendo sfumare la focalizzazione sulle altre. Deriva da questo modo di procedere la tentazione di parlare di missione compiuta o di crisi sotto controllo anche quando non appare vero, aggrappandosi a un magic bullet da presentare come chiave di volta per porre fine all’emergenza. Continua a leggere “Di fronte a una multicrisi fuori controllo”
En 2017, le comité des États membres de l’Agence européenne des produits chimiques (ECHA), qui évalue et régule les produits chimiques, a identifié officiellement le bisphénol A comme perturbateur endocrinien.
Cette substance faisait déjà l’objet de plusieurs interdictions en France. Les industriels commercialisant les produits concernés ont donc dû la remplacer par des substances chimiques possédant les mêmes fonctions technologiques.
Le problème est qu’au-delà des fonctions technologiques, ces substituts partagent parfois les mêmes propriétés dangereuses que la substance qu’ils remplacent (on parle alors de « substitution regrettable »).
Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) Giornata mondiale dedicata ai morti sul lavoro . A 30 anni dalla messa al bando dell’amianto. Legge 257/92
The world may be facing a devastating “hidden” collapse in insect species due to the twin threats of climate change and habitat loss.
UCL’s Centre for Biodiversity & Environment Research has carried out one of the largest-ever assessments of insect declines around the world – assessing three-quarters of a million samples from around 6,000 sites.
The new study, published in Nature, finds that climate-stressed farmland possesses only half the number of insects, on average, and 25% fewer insect species than areas of natural habitat.
Insect declines are greatest in high-intensity farmland areas within tropical countries – where the combined effects of climate change and habitat loss are experienced most profoundly.
The majority of the world’s estimated 5.5 million species are thought to live in these regions – meaning the planet’s greatest abundances of insect life may be suffering collapses without us even realising.
Lowering the intensity of farming by using fewer chemicals, having a greater diversity of crops and preserving some natural habitat can mitigate the negative effects of habitat loss and climate change on insects.
Considering the choices we make as consumers – such as buying shade-grown coffee or cocoa – could also help protect insects and other creatures in the world’s most climate-vulnerable regions.
Long read
Insects are critical to the future of our planet. They help to keep pest species under control and break down dead material to release nutrients into the soil. Flying insects are also key pollinators of many major food crops, including fruits, spices and – importantly for chocolate lovers – cocoa.
The growing number of reports suggesting insect numbers are in steep decline is therefore of urgent concern. Loss of insect biodiversity could put these vital ecological functions at risk, threatening human livelihoods and food security in the process. Yet across large swathes of the world, there are gaps in our knowledge about the true scale and nature of insect declines.
Most of what we do know comes from data collected in the planet’s more temperate regions, especially Europe and North America. For example, widespread losses of pollinators have been identified in Great Britain, butterflies have experienced declines in numbers of between 30 and 50% across Europe, and a 76% reduction in the biomass of flying insects has been reported in Germany.
Information on insect species numbers and their abundance in the tropics (the regions either side of the Equator including the Amazon rainforest, all of Brazil, and much of Africa, India and Southeast Asia) is far more scarce. Yet the majority of the world’s estimated 5.5 million insect species are thought to live in these tropical regions – meaning the planet’s greatest abundances of insect life may be suffering calamitous collapses without us even realising.
Un rapporto delle Nazioni Unite individua i luoghi più inquinati del mondo: l’inquinamento uccide più persone di tutte le guerre, gli omicidi e le altre forme di violenza messi insieme.
Il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani e l’ambiente ha individuato i luoghi più inquinati della Terra. Nel suo rapporto annuale al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, David Boyd descrive questi luoghi come Sacrifice Zones, un termine originariamente utilizzato per le aree rese inabitabili dai test sulle armi nucleari.
Scrive: «Oggi, una sacrifice zone può essere intesa come un luogo in cui i residenti subiscono devastanti conseguenze sulla salute fisica e mentale e violazioni dei diritti umani a causa del fatto di vivere in hotspots inquinati e aree fortemente contaminate. La crisi climatica sta creando una nuova categoria di sacrifice zones a causa delle continue emissioni di gas serra, poiché certe aree sono diventate e stanno diventando inabitabili a causa di eventi meteorologici estremi o disastri a lenta insorgenza, tra cui la siccità e l’innalzamento del livello del mare».
Les entreprises sont aujourd’hui de plus en plus conscientes de leur rôle dans le changement climatique, et une multitude d’entre elles souhaitent améliorer leur rôle dans la société. À cet égard, l’ONU avait lancé une enquête à laquelle 12 000 entreprises de 160 pays ont participé, en plus d’autres acteurs tels que les utilisateurs, les clients, les ONG, etc. Avec ces réponses, l’ONU a créé en 2015 ce qu’on appelle les objectifs de développement durable (ODD), qui doivent être atteints d’ici 2030.
Ces 17 ODD sont divisés en 169 objectifs spécifiques qui définissent une voie plus claire à suivre pour les gouvernements, les parties prenantes et les entreprises. Pour ces dernières, l’ONU ne force pas, mais« recommande »des actions à entreprendre par les grandes entreprises pour provoquer un changement mondial.
QUATTRO ANNI DI MORTI SUL LAVORO IN ITALIA: DAL 2018 AL 2021: 4.713 VITTIME ECCO GLI ESITI DELL’ANALISI SUL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO DELL’OSSERVATORIO SICUREZZA VEGA LE TRISTI COSTANTI DELL’EMERGENZA: SEMPRE PIU’ DI MILLE VITTIME
ALL’ANNO; GLI OVER 65 PIÙ A RISCHIO DI MORTE; I GIOVANI SI AMMALANO E SI INFORTUNANO DI PIU’; I LAVORATORI DEL SUD RISCHIANO MAGGIORMENTE LA VITA. ESCLUDENDO GLI INFORTUNI PER COVID, TRA IL 2020 E 2021 UN AUMENTO DEGLI INFORTUNI
MORTALI A + 40 %. IN DUE ANNI IL COVID HA UCCISO 811 LAVORATORI.
Per scaricare il file pdf della Rivista Lavoro e Salute clicca QUI
Il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny è stato condannato ieri, mercoledì 6 aprile, dalla Corte di Assise di Napoli a tre anni e sei mesi di carcere per omicidio colposo in relazione alla morte per amianto di un ex operaio della Eternit di Bagnoli. La pubblica accusa sosteneva la tesi dell’omicidio intenzionale. Per altri 6 casi al centro di questo filone dell’Eternit bis, a seguito della riqualificazione del reato, i giudici hanno sancito l’avvenuta prescrizione. E per uno è stato assolto perché il fatto non sussiste.
Per l’ex patron dell’Eternit, si tratta indubbiamente di un bello “sconto di pena”, ritenuto che i sostituti procuratori di Napoli Anna Frasca e Giuliana Giuliano avevano chiesto una pena di 23 anni e 11 mesi di reclusione, sostenendo la piena consapevolezza dell’imputato circa i rischi per la salute legati all’esposizione all’amianto e la sua accettazione della morte delle vittime. Ma si tratta pur sempre di una condanna per omicidio e non di un’assoluzione che invocavano i suoi legali.
La molecola è presente anche in alcuni alimenti e, se la dose ingerita è eccessiva, può provocare una sintomatologia molto simile a quella di una forte reazione allergica. Una ricerca dell’Izs di Teramo pubblicata su Food Control fotografa la situazione della “sindrome sgombroide” un’intossicazione legata alla qualità e alla corretta conservazione del pesce dal peschereccio al punto vendita, fino alla tavola.
07 FEB – Viene comunemente chiamata “sindrome sgombroide” ed è un’intossicazione alimentare legata all’istamina nel cibo. L’istamina è una molecola presente naturalmente nel nostro organismo che svolge un ruolo importante nella mediazione dei processi immunitari e infiammatori. In alcuni casi, come sanno le persone che soffrono di allergia, può però contribuire alla comparsa di reazioni come asma, orticaria o rinite, anche in forma grave. L’istamina è presente anche in alcuni alimenti e, se la dose ingerita è eccessiva, può provocare una sintomatologia molto simile a quella di una forte reazione allergica.
Quasi una persona su tre nel mondo non ha accesso a un’alimentazione adeguata e per circa 3 miliardi di persone i costi per una dieta sana non sono sostenibili. L’Unione Europea è uno dei principali attori umanitari in campo e fornisce un sostanziale sostegno finanziario e politico per realizzare azioni di trasformazione nel campo della sicurezza alimentare e nutrizionale.
Alla luce della grave situazione della sicurezza alimentare e dei prezzi elevati dei generi alimentari, dopo due anni di pandemia di COVID-19 e le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina, la Commissione europea sta ora intensificando il suo sostegno alla trasformazione dei sistemi alimentari impegnandosi attivamente in otto “Azioni globali”. Queste azioni aiuteranno i paesi partner nei loro sforzi per trasformare i sistemi alimentari e faranno avanzare la strategia Farm to Fork a livello internazionale. La decisione di impegnarsi attivamente in coalizioni volontarie per l’azione collettiva nasce a seguito del Food Systems Summit tenutosi il 23-24 settembre 2021 a New York. Le coalizioni per otto Azioni globali riuniscono rappresentanti nazionali, organizzazioni della società civile, ricercatori e organizzazioni internazionali per realizzare azioni di trasformazione nel campo della sicurezza alimentare.
Il cibo non è mai uno spreco. L’Azione sosterrà i paesi nello sviluppo di una serie di interventi specifici, da politiche e regolamenti a iniziative volontarie, per dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030 e ridurre le perdite alimentari di almeno il 25%.
Diete sane da sistemi alimentari sostenibili tutti. L’Azione affronterà tre questioni: la malnutrizione in tutte le sue forme, il cibo non sicuro e l’impatto ambientale della produzione alimentare. Promuoverà diete sane con un maggiore contributo a base vegetale.
School Meals Coalition. L’Azione si concentrerà sul miglioramento della qualità e sulla diffusione dei pasti scolastici creando un collegamento tra le mense scolastiche e gli agricoltori locali per la fornitura di cibo sano. L’alimentazione scolastica diventerà parte dei programmi di protezione sociale per creare un effetto positivo sulle iscrizioni e la frequenza scolastica.
Aquatic and Blue Foods. L’Azione mira a realizzare il pieno potenziale degli alimenti acquatici sostenibili – come pesci, molluschi, piante acquatiche e alghe, catturati o coltivati in ecosistemi d’acqua dolce o marini – per aiutare a porre fine alla malnutrizione e costruire cibo positivo, equo e resiliente sistemi.
Agroecologia. L’Azione mira a rafforzare le pratiche agroecologiche e potenziare i sistemi alimentari più inclusivi e sostenibili attraverso l’innovazione scientifica.
Fame Zero. L’Azione incentiverà la riduzione della fame sfruttando al meglio le risorse esistenti nel settore pubblico e privato. Sosterrà gli investimenti che hanno dimostrato effetti positivi sui mezzi di sussistenza delle piccole aziende agricole, come la partecipazione alle organizzazioni di agricoltori, i servizi di divulgazione per le donne contadine, i programmi professionali per i giovani rurali, lo stoccaggio e le catene del freddo.
Lotta alle crisi alimentari. L’Azione umanitaria per lo sviluppo della pace mira a creare le condizioni per un approccio alla resilienza dei sistemi alimentari in contesti fragili, come l’azione preventiva e lo sviluppo di schemi di protezione sociale reattivi agli shock.
Crescita della produttività sostenibile. L’Azione si concentra sulla tecnologia e sulle innovazioni per la crescita della produttività agricola affrontando nel contempo le sfide del cambiamento climatico. Fornirà una piattaforma per condividere le migliori pratiche, identificare le lacune di conoscenza e le opportunità di ricerca.
La Commissione europea lavorerà a stretto contatto con gli Stati membri, le agenzie delle Nazioni Unite, la società civile e altri partner nelle coalizioni individuate per rafforzare l’azione collettiva a favore di una trasformazione sostenibile dei sistemi alimentari.
Sensazione di urgenza, sovraccarico di informazioni, trabocco di lavoro nella sfera personale… Molti dipendenti possono essere esposti a difficoltà legate all’uso di strumenti digitali come la posta elettronica. In occasione della pubblicazione di un articolo sulla rivista Hygiène & sécurité du travail, tre domande per Vincent Grosjean, capo degli studi e coautore di questa riflessione.
Qual è l’origine della domanda dell’INRS sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)?
Nel 2015, l’INRS ha avviato una ricerca sulle pratiche digitali, in particolare sulla messaggistica elettronica, di fronte alla comparsa di problemi di salute legati all’uso di questi strumenti in un contesto professionale. Vari rapporti hanno rivelato l’emergere di una norma implicita di connessione permanente per alcuni dirigenti e dipendenti, il moltiplicarsi di strumenti senza gerarchia o strategia di utilizzo, una tendenza a cancellare i confini tra vita privata e vita lavorativa, un carico di informazioni inflazionistiche per molti dipendenti.
Lo scopo del lavoro svolto dall’INRS era di andare oltre queste osservazioni, per esplorare strade per la prevenzione.
Il contesto sanitario ha accentuato la comparsa di alcuni rischi legati all’uso delle TIC?
Da 2 anni la crisi sanitaria legata al Covid-19 porta ad un aumento “di emergenza” del lavoro a distanza. A ciò si è accompagnato il proliferare degli incontri in videoconferenza e un aumento della comunicazione mediata (messaggistica, telefono, ecc.), a scapito degli scambi faccia a faccia. Questi sviluppi amplificano le preoccupazioni circa la disintegrazione dei gruppi di lavoro, la sensazione di isolamento, l’interruzione dei confini tra la vita lavorativa e la vita al di fuori del lavoro. Sottolineano inoltre l’importanza delle relazioni di lavoro informali e del supporto sociale per il benessere dei dipendenti, nonché per l’efficienza dei collettivi a lungo termine. Queste circostanze rendono più importante costruire una vera strategia di utilizzo digitale per l’azienda. Gli obiettivi sono mantenere le prestazioni. Continua a leggere “Francia.INRS. Iperconnessione. Impatto dell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)”
Gli ampi determinanti sociali della cattiva salute mentale richiedono un approccio olistico a livello europeo.
Positività pianificata: ambienti urbani ben progettati, come Amsterdam a misura di bicicletta, fanno bene al benessere individuale (RossHelen/shutterstock.com)
“Non era depressione, era capitalismo”—un’immagine con queste parole è apparsa di recente su uno striscione durante una manifestazione studentesca a Santiago del Cile, collegando i problemi di salute mentale che ci turbano con le loro radici sistemiche.
La pandemia ha messo in evidenza l’importanza della salute mentale per la qualità della vita e il benessere dei cittadini, nonché i deficit strutturali nell’assistenza tra i sistemi sanitari pubblici in Europa. Da marzo 2020, secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, la prevalenza di ansia e depressione è aumentata e, in alcuni paesi come Belgio e Spagna, è addirittura raddoppiata.
Questi deficit esistevano tuttavia prima della pandemia e non possiamo negare i loro legami con le politiche di austerità che hanno colpito l’Europa dopo il 2008. Il virus si è semplicemente riflesso, come in uno specchio gelido, una realtà che ci ha frenato per anni , in cui non vanno sottovalutati i fattori politici. Continua a leggere “Una strategia di salute mentale per l’Europa”
Nonostante In Italia ci sia il più vasto e pesante disastro causato da PFAS, non ha una regolamentazione
[4 Febbraio 2022]
Serve introdurre una legge in Italia che vieti l’uso e la produzione di sostanze per e poli-fluoroalchiliche (PFAS). E’ questa la richiesta inviata nei giorni scorsi da un gruppo di associazioni e comitati, costituito da Mamme No Pfas, Greenpeace, Comitato Stop Solvay, Medici ISDE, Legambiente, Comitato di lotta Maccacaro, Comitato acque e beni comuni di Verona e Monastero dei beni comuni, al Ministero della Transizione Ecologica, al Ministero della Salute, al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Nonostante nella Comunità Europea l’Italia si distingua per avere il più vasto e pesante disastro causato da tali sostanze, il nostro Paese non ha introdotto una regolamentazione né tantomeno appoggiato la proposta di altre nazioni di regolamentarne l’uso a livello comunitario.
Il 58% (l’80% a sinistra) vuole abbandonare un’energia considerata pericolosa e costosa. Ma quasi tutti i candidati sono nuclearisti
[21 Gennaio 2022]
Salvini e il centro-destra italiano vogliono rientrare nel nucleare per fare come la Francia… ma i francesi vorrebbero uscirne per fare come ha fatto l’Italia, E’ questo il risultato del sondaggio “Les Français et l’énergie nucléaire” condotto dall’IFOP per la coalizione Réseau “Sortir du nucléaire”, dal quale emerge che «Il 58% dei francesi si dice pronto a votare per una persona che, una volta eletta alla presidenza della Repubblica, impegnerebbe la Francia in una politica energetica che includa l’uscita dal nucleare e lo sviluppo delle energie rinnovabili» e gli antinucleari sono ben l’80% tra i simpatizzanti di sinistra.
Se è vero – come ha sottolineato all’indomani del summit il premier britannico Boris Johnson – che “il carbone è condannato a morte”, la domanda giusta da porsi è: sì, ma quando? Per il gas, addirittura nuova vita e per il nucleare un rinascimento in nuove forme, tutte da mettere in cantiere.
Il discrimine su cui si sono dissolte le aspettative della Cop 26 si è mostrato nella sua inconsistenza nella forma di chiacchiere sulla decarbonizzazione; di ostinata finalizzazione al business finanziario e delle multinazionali; di un imprevisto recupero del nucleare quale presunto alleato delle rinnovabili e mallevadore dell’impiego “in via transitoria” del gas fossile.
Au cours des derniers millénaires, les différentes sociétés humaines ont pu s’appuyer sur une large variété de conditions climatiques pour soutenir leur croissance fulgurante et leurs progrès. Mais aujourd’hui, l’éventail des conditions météorologiques que notre espèce est peu à peu amenée à rencontrer se modifie sous l’effet du réchauffement climatique.
Des conditions entièrement nouvelles pourraient bien apparaître dans les prochaines décennies. Même si les technologies peuvent nous aider, cette menace ne doit pas être prise à la légère, car notre premier système d’adaptation n’est pas mécanique, il est biologique : c’est notre corps – et il a ses limites.
Les eaux océaniques se sont réchauffées, acidifiées et appauvries en oxygène. De plus, la surpêche et la pollution les affectent. La Presse Canadienne/Andrew Vaughan
Pour nos ancêtres comme pour nos enfants, diverses cultures humaines ainsi que de nombreux moyens de subsistance et modes de vie sont liés à la mer. Mais l’augmentation des émissions de gaz à effet de serre modifie l’océan et met notre santé en péril.
De nombreux rapports basés sur des recherches scientifiques évoquent les effets à long terme des changements climatiques, tels que l’augmentation des niveaux de gaz à effet de serre, des températures et des mers, d’ici 2100. L’Accord de Paris exige que nous limitions le réchauffement à moins de 2 degrés Celsius d’ici la fin du siècle par rapport au niveau préindustriel.
Molte decine di migliaia le ragazze e i ragazzi che hanno risposto all’appello dello sciopero per il clima. Alle 12 di questa mattina 24 settembre 2021 nel grande parco di fronte al Bundestag sono arrivati con i loro cartelli scritti a mano, con striscioni, molti sono piccoli, poco più che adolescenti. Hanno gli zaini coi libri di scuola e con le merende, si siedono in circolo nel grande prato in attesa che cominci la manifestazione. Dai loro cartelli scritti a mano si comprende perchè sono lì: ” Fermare il cambiamento climatico, non abbiamo un altro pianeta “, ” Care culture not car cultur”, ” il cambiamento climatico è peggio dei compiti a casa” Molti slogan oltre che in tedesco sono scritti in inglese. Questi adolescenti sanno bene come comunicare con efficacia: si piazzano davanti alle camere di tante televisioni internazionali con i loro cartelli. Il movimento, sia pure liquido, senza strutture organizzative visibili e ossificate, ha una propria organizzazione fluida, efficace, il servizio d’ordine svolto da questi adolescenti è inflessibile con coloro che non portano la mascherina o che non mantengono le distanze.