Riproduciamo l’editoriale dal sito dell’associazione Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenbile ASVIS. Il richiamo ad un uso responsabile delle parole e dei loro significati per non alimentare paure è da noi pienamente condiviso. I media dovrebbero rendere accessibili le conoscenze scientifiche ai cittadini profani senza inutili coloriture retoriche …. Fonte ASVIS |
Quali parole usiamo quando parliamo di crisi climatica, ambiente, povertà e disuguaglianze, energia? Tra nomi fantasiosi, caldo opprimente e alluvioni, una cosa è certa: non è il terrore che ci farà stare meglio. 25/8/23
di Elis Viettone
Crisi climatica, crisi energetica, crisi economica, crisi sanitaria, crisi bellica: è corretto parlare di crisi per tutte queste differenti circostanze? Sì, se restituiamo alla parola crisi il suo significato originario, ovvero l’antico greco κρίσις: culmine, punto di svolta, ma anche distinguere, decidere (vocabolario Treccani). Il problema è che accanto alla narrazione di queste crisi, spesso come comunicatori perdiamo di vista il fine ultimo della corretta informazione, ovvero rendere le persone consapevoli, capaci di scelte per cambiare lo stato delle cose, in vista, nel migliore dei mondi possibili, dell’interesse generale e del bene comune.
Se le parole sono il mezzo che abbiamo per informare, forse dovremmo – comunicatori, giornalisti e tutti coloro che orientano il dibattito pubblico – prestare più attenzione ai termini e ai concetti che esprimiamo per analizzare, definire e affrontare le questioni, ricordandoci di prospettare sempre scenari alternativi e soluzioni razionali.