France : CEA Marcoule : Graves lacunes dans la gestion des matières radioactives – les opérations suspendues

 

Manque de compétences, formations insuffisantes : l’ASN fustige le CE

21 mars 2024

<a onclick="$.fn.mediabox({iframe:true,type:'iframe',width:'900px',height:'90%',href:'spip.php?page=article_incident&id_article=59026'});">France&nbsp;: CEA Marcoule&nbsp;: Graves lacunes dans la gestion des matières radioactives - les opérations suspendues</A><br>

 

En février 2024, suite à un incident survenu dans un atelier sur le site de Marcoule (Gard) exploité par le CEA, l’Autorité de sûreté nucléaire (ASN) est venue sur place. Lors de son inspection, elle a constaté de graves lacunes dans la gestion des matières radioactives, notamment en ce qui concerne le risque de criticité (la possibilité qu’une réaction nucléaire [1] démarre toute seule lorsque une certaine quantité de matière fissile [2] est rassemblée).
Manque de compétences, inadaptations aux postes, formations inexistantes, absence de suivi des quantités de matières fissiles, mauvais traitement des incidents… L’ASN fustige le CEA pour le manque de culture de sûreté généralisé. Toutes les opérations de transfert de substances nucléaires sont suspendues.

L’articolo , molto interessante, prosegue alla fonte sul sito  SORTIR DU NUCLEARE

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(Geo)politica: il nucleare, un’energia antidemocratica e neocoloniale

Fonte : Réseau Sortir du nucléaire che ringraziamo

[ la traduzione è stata effettuata con google translator, per un uso professionale o di studio raccomandiamo di fare riferimento al testo alla fonte ]

Articolo pubblicato il 29 dicembre 2023

Se nessuna tecnologia può essere definita neutrale, questa affermazione è ancora più vera per l’energia nucleare. Pericoloso, complesso, strettamente legato a quello militare, richiedendo l’estrazione di notevoli quantità di minerali, l’uso dell’atomo comporta implicazioni politiche in varia misura, sia che avvenga negli stati democratici che sotto regimi autoritari. Una breve panoramica internazionale.

Lo stato nucleare: antidemocratico, abile nella segretezza e nella repressione

Anche negli stati democratici, lo sviluppo nucleare è stato generalmente avviato senza previo voto parlamentare e sulla base del fatto compiuto. In un certo numero di casi, tra i paesi nucleari “veterani” (Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e perfino Svizzera), il programma nucleare civile affondava le sue radici nel desiderio, successivamente concretizzato o meno, di dotarsi della bomba.

Nel 1977, nella sua opera Der Atomstaat (Lo Stato atomico), lo scrittore austriaco Robert Jungk analizzò che l’energia nucleare richiede un potere politico forte e centralizzato, anche di polizia, per poter gestire i rischi legati al suo utilizzo (furto di sostanze radioattivo, attentato, spionaggio…). Lo sviluppo dell’energia nucleare è quindi andato di pari passo con una cultura della segretezza, in misura diversa a seconda dei paesi. In Francia, i funzionari eletti non vengono informati del passaggio di convogli di rifiuti radioattivi attraverso i loro comuni. In Russia e Kazakistan, intere città che ospitano complessi nucleari mancano da tempo dalle mappe . Alcuni sono ancora chiusi ai non residenti.

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