Polluants éternels : le milieu marin n’échappe pas à la contamination par les PFAS

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Les PFAS peuvent voyager sur de très longues distances. Produits principalement dans les régions industrialisées en Europe, Amérique et Asie, ils se retrouvent jusque dans les organismes marins de l’Océan Indien (ici un banc de thons albacores).
Taquet Marc / Ifremer, CC BY

Wilfried Sanchez, Ifremer et Yann Aminot, Ifremer

En février 2023, le journal Le Monde a publié une vaste enquête sur la contamination de l’environnement par les PFAS, ces substances chimiques qualifiées de polluants éternels.

Les composés perfluoroalkylés et polyfluoroalkylés (PFAS) forment un groupe de plusieurs milliers de substances chimiques ayant la particularité d’être très persistantes dans l’environnement. En raison de leurs propriétés tensio-actives, de leur grande inertie thermique et de leur stabilité chimique, ils font l’objet d’un grand nombre d’usages domestiques et industriels, notamment dans les revêtements et enduits protecteurs, l’ameublement, l’habillement, les emballages alimentaires, les poêles antiadhésives, la cosmétique et les mousses extinctrices.

Un récent rapport de l’Inspection générale de l’environnement et du développement durable (IGEDD) fait un bilan de la contamination dans les eaux de surface et souterraines, mais aussi dans l’air et le sol. Le milieu marin, bien qu’il soit l’ultime réceptacle des contaminations terrestres, n’est pas abordé.

La question mérite donc d’être posée : l’océan et les organismes marins sont-ils contaminés par les PFAS ? Les données acquises par l’Ifremer (Institut français de recherche pour l’exploitation de la mer) permettent de commencer à répondre à ces questions.

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PFAS, le sostanze chimiche eterne con effetti cancerogeni sull’uomo

Fonte Dors che ringraziamo 

Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) rappresentano una famiglia di sostanze ampiamente prodotte e utilizzate anche in Italia che desta preoccupazione per i possibili effetti sulla salute e sull’ambiente. Sono definite “eterne” per la loro persistenza e la loro alta resistenza alla degradazione ambientale. I PFAS sono utilizzati da decenni in rivestimenti antiaderenti, tessuti impermeabili, pesticidi, schiume antincendio, materiali per l’edilizia, prodotti per la pulizia e l’igiene personale. Si rimanda ad un precedente articolo per una descrizione più approfondita.

Ora occorre riparlarne per una recente valutazione della IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, che riconsidera e riclassifica 2 sostanze appartenenti alla famiglia dei PFAS: l’acido perfluoroottanoico – PFOA e l’acido perfluoroottansolfonico – PFOS.

 

La valutazione IARC

Un gruppo di lavoro di 30 esperti internazionali provenienti da 11 Paesi è stato convocato dal programma delle Monografie IARC e, dopo aver esaminato a fondo la vasta letteratura pubblicata, ha classificato il PFOA come cancerogeno per l’uomo (Gruppo 1) e il PFOS come possibile cancerogeno per l’uomo (Gruppo 2B).

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Inail . Progetto RECKON

Fonte Inail 

Riteniamo molto utile fare conoscere questo Documento Inail che rappresenta un Progetto importante per la sicurezza nelle PMI . Editor

 

 

Numero 23 – gennaio 2024

Il progetto RECKON, diretto alle PMI, ha scelto come caso studio il settore metalmeccanico-metallurgico per l’applicazione ed ha prodotto il modello e una prima versione prototipale di hub, inteso come “centro di connessione di una rete”, potenzialmente aperto a tutte le aziende, per l’analisi sistematica dei rischi e delle loro cause, nonché la comprensione degli stati e delle effettive interazioni operatore-macchina-ambiente (sintetizzati nel termine “contesto”) per le attività di monitoraggio, diagnostica e prevenzione gestite in modo integrato.

Immagine Volume 23 gennaio 2024

di Davide Accordini, Patrizia Agnello, Silvia M. Ansaldi, Stefano Arrigoni, Francesco Braghin, Enrico Cagno, Cinzia Frascheri, Emilia Lenzi, Davide Piantella, Manuel Roveri, Letizia Tanca, Gabriele Viscardi

Il quaderno contiene la rappresentazione generale del framework e definisce i contesti applicativi in cui è stato sviluppato il progetto, individuando tre case lab dove installare la piattaforma tecnologica e sensoristica. È presente la descrizione generale dell’architettura hardware e software sviluppata, e viene dettagliato il modello di riferimento (Context Dimension Tree) per la rappresentazione del contesto di infortunio, che tiene conto dei risultati delle analisi anche di banche dati Inail sugli infortuni, degli ambiti di lavoro considerati e delle soluzioni tecnologiche da implementare in azienda. Viene esposta la formalizzazione della sensoristica adottata e la definizione su planimetria della rete di sensori e della loro effettiva localizzazione, oltre che la fase di installazione vera e propria del sistema presso le aziende individuate. Si conclude con la presentazione dei risultati raggiunti dal progetto con le sperimentazioni nelle aziende selezionate come casi studio, attraverso una sintesi delle analisi condotte sui dati acquisiti dai sensori.

Prodotto: Volume – Collana Quaderni di ricerca
Edizioni: Inail – gennaio 2024
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Informazioni e richieste: dcpianificazione-comunicazione@inail.it