Gli atti del congresso ICOH 2024 sono ora disponibili online

dal sito web ICOH

10 luglio 2024
“Siamo lieti di annunciare che gli abstract presentati al Congresso ICOH2024 sono stati pubblicati in un supplemento online di “Occupational Medicine”, una delle principali riviste internazionali nel campo della salute sul lavoro. Il supplemento è ora disponibile sulla piattaforma Oxford Academic, Oxford University Press (OUP).”

Per visualizzare tutti gli abstract pubblicati, visita il seguente link: https://academic.oup.com/occmed/issue/74/Supplement_1

Lavoro da remoto e ibrido: gestire la sicurezza e la salute ovunque

Parole chiave:

La crescita del lavoro da remoto e ibrido, favorita dalla pandemia di COVID-19, ha modificato il concetto tradizionale di posto di lavoro e ha consentito di ridurre gli spostamenti, aumentare la produttività e migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Tuttavia, le caratteristiche di questi accordi di lavoro, come la posizione seduta prolungata, l’isolamento sociale e le lunghe ore di lavoro, hanno un impatto negativo sulla sicurezza e la salute sul lavoro. I rischi fisici e psicosociali correlati dovrebbero essere affrontati da datori di lavoro e lavoratori attraverso una serie di misure e una chiara politica del lavoro.

Leggi la scheda informativa prodotta da Osha.eu  —->. Clicca  QUI 

Médecine et dépendances : comment la « pathologie professionnelle » a trouvé sa place à l’hôpital (1930-2020)

Riteniamo utile segnalare questo articolo appena edito nel volume 60 – luglio settembre 2024 della Rivista Sociologie du travail . Nella presentazione dell’articolo si afferma “La medicina del lavoro è all’ultimo posto nella gerarchia simbolica delle professioni mediche. Al suo interno, il sottosegmento ospedaliero universitario non è tuttavia privo di un certo prestigio. In una prospettiva attenta all’evoluzione dei legami tra i gruppi professionali e il loro ambiente istituzionale, si fa luce sul processo storico-sociale di costituzione di questo sottosegmento durato quasi un secolo. Sulla base di un sondaggio condotto tra i professionisti dei centri di consultazione di patologia professionale, mostriamo che, a differenza dei loro colleghi che lavorano nelle aziende, sono riusciti a distaccarsi dai loro legami funzionali con gli interessi dei datori di lavoro. Tuttavia, evidenziamo altre dipendenze, più discrete, che legano questi professionisti a una serie di attori istituzionali: direzioni ospedaliere, agenzie sanitarie o ministeri di vigilanza. Evidenziamo come queste dipendenze abbiano contribuito all’evoluzione dell’attività di questi medici, sempre più improntata agli investimenti nella ricerca e all’attenzione ai fattori ambientali. Segnaliamo inoltre che tali dipendenze gravano sulla loro capacità di sviluppare un’offerta di consulenza per il riconoscimento delle malattie professionali.”

Per leggere e scaricare l’articolo in lingua francese  clicca

Sylvain Brunier, Jean-Noël Jouzel et Giovanni Prete

Getting involved in hospitals to achieve institutionalisation: the professionalization of occupational medicine in France

RELAZIONE SULL’ATTIVITÀ SVOLTA RIGUARDO ALL’INCIDENTE FERROVIARIO DI BRANDIZZO (Relatrice: on. Chiara GRIBAUDO)

XIX LEGISLATURA CAMERA DEI DEPUTATI COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE CONDIZIONI DI LAVORO IN ITALIA, SULLO SFRUTTAMENTO E SULLA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO PUBBLICI E PRIVATI
(Istituita con deliberazione della Camera dei deputati del 12 aprile 2023)
(composta dai deputati: Gribaudo Presidente, Ambrosi, Barzotti, Belomo, Segretario,Cereto, Copo, Gata, Giaccone, Giagoni, Gruppioni, lacono, Maerna, Malagola,Mari, Segretario, Marocco, Vicepresidente, Pisano, Quartini, Vicepresidente, Ruso, Scoto, Soumahoro)

RELAZIONE SULL’ATTIVITÀ SVOLTA RIGUARDO ALL’INCIDENTE FERROVIARIO DI BRANDIZZO
(Relatrice: on. Chiara GRIBAUDO)
Approvata dalla Commissione nella seduta del 10 settembre 2024
Comunicata alla Presidenza il 10 settembre 2024,
ai sensi dell’art. 2, comma 8
della deliberazione della Camera dei deputati del 12 aprile 2023

IL TESTO DELLA RELAZIONE (pdf)

Linee guida sulle attività delle Agenzie Regionali e delle Province Autonome per la Protezione dell’Ambiente in materia di Sorveglianza radiometrica

” Linee Guida SNPA n. 51/2024 – ISBN: 978-88-448-1222-5

Le Linee Guida si riferiscono alle attività svolte dalle Agenzie del Sistema, in considerazione del fatto che la normativa assegna alle ARPA/APPA specifiche competenze nell’’ambito della sorveglianza radiometrica, sia per quello che riguarda la fase autorizzativa che quella di gestione degli eventi di rinvenimento di materiale radioattivo.
Tali Linee Guida vogliono dare agli operatori delle Agenzie un inquadramento organico di tutta la materia inerente alla sorveglianza radiometrica, con l’obiettivo specifico di fornire indicazioni tecniche chiare e strumenti di lettura ben strutturati di tutti gli aspetti, sia tecnici che normativi, che riguardano tale tema.
A questo scopo per la stesura del documento, è stato utilizzato un approccio più pratico, con esempi, tabelle ed elenchi concisi, che permetta agli operatori delle Agenzie di inquadrare i vari aspetti della materia e della sua applicazione.
Inoltre, questo documento è stato redatto in seguito all’entrata in vigore del decreto legislativo 101/2020 e s.m.i. che ha abrogato il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230 e s.m.i.; questa linea guida, pertanto, innova e supera quanto trattato nel documento prodotto nel 2014 dalla Task 01.02.02 “Rottami metallici, rifiuti, sorgenti radioattive” ed avente per oggetto “Linee guida per la sorveglianza radiometrica di rottami metallici e altri rifiuti”, che era stato redatto con riferimento al previgente decreto legislativo 230/95. ” ( il testo è riprodotto dalla fonte Snpambiente )

Linee-guida-Sorveglianza-Radiometrica-51_2024-delibera-n.253_24

Per scaricare il testo pdf delle Linee Guida  clicca QUI 

ETUI. Parlare a sinistra, votare a destra

Risultati chiave

• Alcuni partiti europei di estrema destra potrebbero parlare sempre più di sinistra, ma continuano in gran parte a votare di destra su questioni socio-economiche.
• Nonostante l’eterogeneità all’interno dei due gruppi politici di estrema destra al Parlamento europeo (2019-2024) – Identità e Democrazia (ID) e Conservatori e Riformisti europei (ECR) – nel complesso, resta il fatto che l’estrema destra è chiaramente contraria ai diritti dei lavoratori. La grande maggioranza di 18 partiti di estrema destra (su 22) ha votato contro le iniziative socio-economiche a livello europeo.
• Sebbene i membri di estrema destra del Parlamento europeo (MEP) votino in gran parte in modo omogeneo all’interno del loro partito, riscontriamo una notevole eterogeneità su questioni socio-economiche chiave all’interno di ID ed ECR, in particolare sulle questioni della tassazione minima delle società per le multinazionali e di salari minimi adeguati.
• Mentre le differenze regionali sono relativamente piccole, i partiti di estrema destra nell’Europa settentrionale sono particolarmente inclini a votare di destra su questioni socio-economiche.
• La scarsa disciplina di voto all’interno dei due gruppi indica che le questioni socio-economiche non sono centrali né per l’ID né per l’ECR.

Introduzione

Molto inchiostro è stato versato sull’ideologia, le questioni chiave e la retorica dell’estrema destra. Ma pochi studi hanno esaminato il suo programma socio-economico, per non parlare del suo record di voto su questioni socio-economiche. Mentre il neoliberismo era inizialmente considerato parte della “formula vincente” della destra radicale (Kitschelt e McGann 1997), i partiti di estrema destra si sono sempre più allontanati dalla loro posizione iniziale e si sono avvicinati al centro economico (de Lange 2007). Molti hanno adottato una posizione più pro-welfare, sebbene con un tocco “sciovinista”, ovvero proteggendo uno stato sociale forte ma solo per la loro “gente”, il che potrebbe essere descritto come “sciovinismo del welfare” (Mudde 2019). In quanto tali, i partiti di estrema destra oggigiorno spesso si ritraggono come “i” (veri) difensori “della” classe operaia, con cui intendono principalmente uomini bianchi che lavorano nelle industrie tradizionali.

Alcuni studiosi hanno notato che l’estrema destra offusca deliberatamente la sua posizione economica per attrarre elettori con preferenze diverse su questioni economiche, mentre compete su questioni secondarie, spesso trascurate (per lo più socio-culturali) (ad esempio, Rovny 2013). Altri studiosi distinguono tra benefici sociali “orientati al consumo”, come le pensioni, e quelli “orientati all’investimento”, come l’assistenza all’infanzia, e suggeriscono che l’estrema destra favorisca i primi rispetto ai secondi (ad esempio, Enggist e Pinggera 2022).

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Italiani consapevoli della crisi ecologica, la maggioranza vuole un deciso cambiamento

Autore: Owen Gaffney, project lead Earth4All, e Luca Miggiano, responsabile “Ecosistema Futuro”, ASviS

Fonte: Asvis che ringraziamo 

Da un’indagine Ipsos per Earth4All risulta che il 62% è consapevole che siamo vicini a un punto di rottura e il 50% si sente esposto a rischi climatici. [Da Repubblica.it9/9/24

Proteggere la natura, anche per le generazioni future

Tra i dati della ricerca emerge, in primo piano, la consapevolezza sulla necessità di proteggere la natura: in Italia nove intervistati su dieci si dichiarano preoccupati della condizione in cui versano gli ecosistemi e il 62% è consapevole che il mondo si sta avvicinando a pericolosi punti di rottura, quelli che gli scienziati hanno definito tipping points, cioè punti di non ritorno oltre i quali i processi di degrado dell’ambiente diventano irreversibili. Due italiane/i su tre (67%) si dichiarano favorevoli rispetto al fatto che la distruzione o il danneggiamento della natura da parte di politici o imprese – il cosiddetto ecocidio, su cui è stato di recente approvata la direttiva Ue – debba essere considerato un crimine penale.

Più della metà (56%) è favorevole al riconoscimento di diritti propri della natura, come già avviene in alcuni Paesi, come per esempio i diritti di un fiume, di una montagna o di una foresta, con l’obiettivo di conservarli meglio. Il 60% degli intervistati è favorevole al riconoscimento di diritti legali per le generazioni future, in continuità con la riforma della Costituzione del 2022 che, anche grazie al lavoro dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), ha introdotto la tutela degli interessi delle future generazioni tra i principi costituzionali, all’articolo 9.

Visto quando accade quotidianamente non sorprende che circa metà degli italiani si senta esposto a rischi ambientali e climatici, come ondate di calore, incendi, alluvioni o frane. A giugno 2024, quando un primo set di dati di questo sondaggio era stato pubblicato, ne abbiamo scritto su Green & Blue, era già emerso che il 62% degli intervistati chiedeva al governo con urgenza una transizione ecologica rapida e incisiva questo decennio.

Un’alleanza tra “protettori del pianeta” e pragmatici

I risultati del sondaggio hanno portato a individuare cinque diverse “visioni del mondo” trasversali al campione intervistati dei diversi Paesi del G20. Un quarto di chi ha riposto dall’Italia (25%) si possono definire “protettori del pianeta”. Persone che comprendono i rischi derivanti dalla distruzione della natura e dall’aumento delle temperature, e sono propense a sostenere una decisa e immediata trasformazione politica ed economica. Il 15% sono “ottimisti preoccupati”, consapevoli dei rischi ma anche convinte che sia possibile invertire la rotta. Un altro 18% è formato da “pragmatici progressisti”, moderati, fiduciosi nella scienza, in cerca di soluzioni bilanciate. Questi tre gruppi chiedono tutti ai governi un’azione robusta e urgente su natura e clima, dimostrandosi molto o estremamente preoccupati della situazione attuale. Solo una piccola minoranza, il 13%, si oppone all’azione climatica e la quota rimanente del campione è disinteressata ai temi sociali e ambientali.

Un futuro che preoccupa

Il sondaggio misura anche come gli italiani guardino al futuro e i risultati sono abbastanza preoccupanti in quanto l’Italia appare uno dei Paesi più pessimisti tra quelli del G20: infatti, solo un italiano su tre è ottimista sul proprio futuro (31%), un quarto (25%) è ottimista sul futuro dell’Italia e solo un quinto (il 20%) è ottimista sul futuro del mondo. I risultati dell’indagine rivelano l’importanza, e l’urgenza, di ridare fiducia a italiane e italiani, offrendo una visione positiva ma realistica del futuro, e investendo seriamente per realizzarla. Questa prospettiva è vista con favore dalla maggioranza della popolazione, che concorda con quanto dice la scienza sullo stato di salute del pianeta ovvero che bisogna agire subito.

Le opportunità per il governo

I tempi sono stretti ma le opportunità per intervenire sono concrete. Il governo italiano, nelle prossime settimane, dovrebbe: presentare all’Unione Europea un Piano fiscale strutturale di medio-termine che acceleri le riforme in favore della transizione energetica, proteggendo le fasce più deboli e più esposte della popolazione; approvare una Legge sul Clima, sul modello di quanto fatto da altri importanti Paesi; mettere in pratica la Direttiva europea sul Ripristino della Natura, attraverso un piano nazionale credibile e adeguatamente finanziato; promuovere i diritti delle future generazioni, approvando il Disegno di Legge sulla valutazione di Impatto Generazionale delle nuove normative, ora in Parlamento. Siamo a pochi giorni dal Summit sul Futuro dell’Onu che vedrá i governi del mondo approvare un Patto in cui si rilanciano gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e una “Dichiarazione sulle generazioni future”. Sappiamo che è ancora possibile generare un benessere durevole, per tutte e tutti, all’interno dei confini planetari. La dimensione ambientale, quella economica e quella sociale dello sviluppo possono e devono diventare obiettivi sempre più interconnessi e conciliabili.

 

di Owen Gaffney, project lead Earth4All, e Luca Miggiano, responsabile “Ecosistema Futuro”, ASviS

 

La nuova patente a crediti nell’edilizia: l’ennesima occasione perduta di Maurizio Mazzetti

 

 

 

Autore : Maurizio Mazzetti 

Fonte: IlManifestoinrete che ringraziamo 

 

Riprendiamo la rubrica dopo la pausa estiva per parlare della (finalmente) versione definitiva della patente a crediti in edilizia, in vigore dal prossimo 01 ottobre.

La patente a crediti, di cui si parlava da anni senza costrutto, vorrebbe essere uno strumento di qualificazione delle imprese, tale da garantire rispetto sia della normativa in materia di lavoro, sia di quella sulla prevenzione e sicurezza su lavoro. Richiesta da molto tempo dalle organizzazioni sindacali, che in realtà parlavano di patente a punti, e per il momento limitata al settore dell’edilizia anche se da sempre le organizzazioni sindacali ne chiedono l’applicazione anche in altri settori, in primo luogo l’agricoltura, è infine stata istituita sulla spinta dei ripetuti e gravi infortuni collettivi in edilizia, norma principale l’art. 29, comma 19 del D.L 19/2024 noto come “Decreto PNRR 4” (convertito con Legge 56/2024), che va letto insieme  al nuovo articolo 27, comma 10, del TU 81/2008 sulla sicurezza sul lavoro e al Decreto Ministeriale 23 luglio 2024. E con appropriata grancassa mediatica da parte di Ministero e Governo volta a dimostrare (finalmente …) qualche intervento in materia dopo anni di immobilismo giustificato dal “non disturbare chi fa”, e giustificate riserve o vere e proprie contrarietà delle organizzazioni sindacali per le soluzioni concrete previste (riserve e contrarietà, come si vedrà, sacrosante, ancorché pressoché silenziate dai media). In effetti, la patente a crediti odierna è istituto largamente diverso basato su una filosofia opposta al modello richiesto dalle organizzazioni sindacali (non tutte, indovini chi legge chi, se non contrario, neppure ne era propugnatore).

In estrema sintesi, il meccanismo è il seguente: le imprese regolari per quel che riguarda rapporti di lavoro e gestione della sicurezza ricevono un certo punteggio (vedremo come e da chi); in caso di accertate violazioni da parte degli organi di vigilanza, come accade per la normale patente di guida, il punteggio viene progressivamente decurtato (proporzionalmente alla gravità delle violazioni), fino a che sotto una certa soglia non è più possibile lavorare; le decurtazioni possono essere recuperate attraverso una serie di interventi di ripristino delle regolarità, anch’essi di diverso valore.

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COR-RENAM ER: Casi di Mesotelioma in Emilia Romagna – Report aggiornato al 30 giugno 2024

 

Pubblicato il rapporto del COR-RENAM Emilia-Romagna con i dati del Registro Mesoteliomi aggiornati al 30 giugno 2024.

 

Il Registro Mesoteliomi rileva incidenza/esposizione ad amianto di questa temibile patologia neoplastica ad alta frazione eziologica professionale su tutto il territorio della Regione Emilia-Romagna dal 1996. Istituito presso l’Ausl IRCCS di Reggio Emilia, il suo responsabile scientifico è il dott. Antonio Romanelli

I dati dell’anno 2023, che nel precedente rapporto erano ancora in via di definizione passano da 133 casi a 142 casi, nel 2024 i nuovi casi di mesoteliomi da esposizione pregressa all’amianto, sono 59 relativamente al Primo semestre (ovviamente bisognerà aspettare i prossimi Rapporti per avere un consolidamento di questi dati).

Andamento medie quinquennali: (1998-2002) media 90,4 casi anno; (2003-2007) media 113,2 casi anno; (2008-2012) media 138,8 casi anno; (2013-2017) media 150,6 casi anno; (2018-2022) media 152,4 casi anno;

Al 30 giugno 2024, risultano archiviati 4.362 casi, tra cui 203 sospetti, risultati alle successive indagini non mesoteliomi e 4.159 mesoteliomi maligni. Tra questi, 107 risultano incidenti in epoca anteriore al 01/01/1996, data di inizio della rilevazione dell’incidenza su base regionale, e 468 diagnosticati in persone non residenti nella nostra Regione, la cui documentazione è stata per intero trasmessa al COR di residenza.

L’analisi dei dati, pertanto, è stata condotta sui 3.584 casi di MM incidenti in cittadini effettivamente residenti in Emilia-Romagna alla data della diagnosi.

 

Scarica il rapporto “Il MESOTELIOMA MALIGNO IN EMILIA-ROMAGNA: incidenza ed esposizione ad amianto aggiornata al 30 giugno 2024” a cura di A. Romanelli, C. Storchi, L. Mangone

 

Grenfell victims were ‘overcome by toxic gases’ – this is the deadly construction loophole that helped cause their deaths

Richard Hull, University of Central Lancashire

Governments have a duty to protect their citizens. While they won’t go as far as telling us what we can and cannot put in our homes, we do expect them to ensure that the buildings we live in are safe from fire.

The final report of the Grenfell Tower inquiry confirms that this was not the case in 2017 when 72 people lost their lives to a fire that engulfed their home in west London.

There is a general principle that residents of high-rise buildings should be as safe as those living in typical two-storey houses. This is achieved using what is known as “compartmentation” – a strategy of using fire-resistant construction to ensure that a fire in one flat cannot spread to neighbouring flats.

This strategy worked for decades, in combination with the “stay put” policy for fire and rescue in high-rise buildings, which told people to remain in their home if theirs was not directly affected by fire.

By the 2000s, understandable demands to reduce carbon emissions fuelled greater requirements to insulate buildings. In 2006, the government permitted the use of combustible insulation foams on high-rise buildings. It was a cheap way to save energy.

But the presence of combustible insulation and cladding panels on the outside of buildings completely circumvents compartmentation. It allows fire to spread from flat to flat around the outside of a building. As fire spreads up and across the walls, it successively ignites the contents of individual flats while filling each flat with toxic smoke.

Inhalation of toxic smoke is one of the primary causes of fire-related deaths. In his introductory statement to the final publication of the Grenfell Tower inquiry report, chairman Martin Moore-Bick said that “all those who died in the building were overcome by toxic gases”.

When certain types of plastics burn, they release hydrogen cyanide as well as carbon monoxide. As the fire grows, it becomes limited by the air supply, and the amount of both toxicants increases by a factor of ten to 50. Some flame retardants, added to the product in order to pass the regulatory test, slow ignition but result in much more toxic, thicker, blacker smoke, even when there is plenty of air. When these products burn without enough air, the toxicity is even greater.

PIR (polyisocyanurate) is based on polyurethane, and gives off hydrogen cyanide and carbon monoxide when burning. PIR foam insulation, containing flame retardants, was used on Grenfell Tower. Its smoke is highly toxic, containing large quantities of hydrogen cyanide and carbon monoxide. At low concentrations, hydrogen cyanide causes rapid loss of consciousness, preventing escape but leaving the victim inhaling more toxic smoke.

Carbon monoxide has no smell, and hydrogen cyanide has a slight, sweet smell. The unpleasant, acrid components of the thick black smoke reported by those escaping are actually less harmful than the undetectable hydrogen cyanide and carbon monoxide.

Toxicity reporting

Prior to the Grenfell tragedy, the architects and specifiers for new tall buildings and those being refurbished had to choose between non-combustible insulation (products such as glass wool and stone wool) or two types of combustible insulation – phenolic foam or PIR foam.

Had they chosen non-combustible insulation for Grenfell, the fire would not have taken hold. Had they chosen phenolic foam, with similar flammability but around a fifth of the smoke toxicity of PIR, fewer people would have been trapped and lost consciousness, but the fire would have spread in a similar way.

Unfortunately, although manufacturers have to provide information on the fire behaviour of construction products, there is no requirement to quantify the toxicity of the smoke. There is also little publicly available information for architects and specifiers to inform their decisions about which materials to use and how toxic each might be.

For example, if the team refurbishing Grenfell Tower had access to information that the smoke from PIR was five times more toxic than from phenolic foam, but the price and performance in other respects was comparable, would they still have chosen the PIR?

Some progress has already been made towards averting a further disaster. Since January 2019, combustible materials have been banned from the external walls of tall, residential buildings. However, thousands of buildings with combustible facades that would not be allowed today are still standing across the country.

In 2020, the previous government announced a four-year, £600,000 research project to investigate the feasibility of regulating smoke toxicity for construction products. I am a member of the steering committee for that project, which followed my own research on this topic. It is due for completion in September 2024.

The conclusions of the Grenfell Tower inquiry are now part of longer standing statistics that show that the inhalation of toxic gases is one of the primary causes of fire-related deaths. This demonstrates a very clear need to quantify smoke toxicity, and to set regulatory limits on the smoke toxicity of construction products used in high-risk applications, like tall buildings. The conclusions of that research project are therefore eagerly awaited.The Conversation

Richard Hull, Professor of Chemistry and Fire Science, University of Central Lancashire

This article is republished from The Conversation under a Creative Commons license. Read the original article.

 

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Scaricabile gratuitamente l’inchiesta sul lavoro della Fdv

Fonte  Emigrazione-Notizie 

Coinvolti 30 mila lavoratori e tutte le strutture della Cgil. Obiettivo: conoscere meglio il mondo del lavoro con l’obiettivo di migliorarne le condizioni

La grande inchiesta sul lavoro condotta dalla Fondazione Di Vittorio e pubblicata da Futura editrice, è ora scaricabile gratuitamente QUI dal sito dell’istituto di ricerca della Cgil. Un’indagine capillare, coordinata da Daniele Di Nunzio della Fondazione, e che ha raggiunto 31 mila lavoratrici e lavoratori di tutti i settori pubblici e privati, tutte le dimensioni di impresa, tutte le tipologie contrattuali e anche a chi era senza contratto o disoccupato.

Un’operazione di grande rilievo condotta attraverso 30 mila interviste e che ha visto coinvolti 34 ricercatori e ricercatrici e tutte le strutture sindacali della Cgil tra il 2021 e il 2022.

Che lavoro fai? Con che tipo di contratto? Sei soddisfatto delle condizioni in cui si svolge il tuo lavoro? Cosa reputi necessario per poter migliorare la tua situazione? Che rapporto hai con il sindacato? Sono alcune delle domande ineludibili alla base dell’inchiesta.

Con un obiettivo preciso: conoscere meglio il mondo sempre più complesso del lavoro, con l’obiettivo di migliorarne le condizioni e fornire al sindacato una base di conoscenze utile per rendere sempre più efficace la sua capacità d’intervento.

Aumento dei salari, difesa e aumento dell’occupazione, contrasto alla precarietà, salvaguardia del ruolo dei servizi pubblici (sanità, scuola, trasporti), lotta alle diseguaglianze e alla povertà. Sono queste le priorità su cui i lavoratori chiedono al sindacato di intervenire

Dal sito della Fondazione è anche possibile rivedere la presentazione del volume che si è svolta il 26 a ottobre a Roma e a cui hanno partecipato, tra i numerosi ospiti anche di parte datoriale, del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e del presidente della Fondazione Di Vittorio Francesco Sinopoli.

 

 

scarica QUI la ricerca della Fondazione Di Vittorio

QUI la presentazione del volume

 

FONTE: https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/scaricabile-gratuitamente-linchiesta-sul-lavoro-della-fdv-nl73nvz4

Morti sul lavoro in Italia. Da gennaio a luglio cresce il numero delle vittime rispetto al 2023. 577 i decessi

Fonte Vega Engineering che ringraziamo

Riceviamo e ben  volentieri socializziamo la newsletter di Vega Engineering sui dati degli infortuni sul lavoro. Riteniamo che questi dati dovrebbero essere ulteriormente approfonditi con la definizione della distribuzione su scala regionale degli occupati e del monte ore lavorate  dei comparti produttivi  che registrano un  maggiore rischio di infortunio . Questo consentirebbe una migliore focalizzazione delle strategie di prevenzione necessarie .  editor

 

MORTI SUL LAVORO, LA TRAGEDIA CONTINUA. DALL’INIZIO DELL’ANNO ALLA FINE DI LUGLIO SONO 577 LE VITTIME: 18 DECESSI IN PIÙ DEL 2023 (+3,2%). UNA VITTIMA SU CINQUE È STRANIERA.

IN ZONA ROSSA VALLE D’AOSTA, TRENTINO-ALTO ADIGE, MOLISE, UMBRIA, SICILIA ED EMILIA-ROMAGNA.

MARCHE, VENETO, LIGURIA E FRIULI-VENEZIA GIULIA LE REGIONI PIÙ SICURE, CON LE INCIDENZE DI MORTALITÀ PIÙ BASSE DI TUTTA LA PENISOLA.

SONO 440 LE VITTIME IN OCCASIONE DI LAVORO E 137 QUELLE IN ITINERE.

IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI RIMANE QUELLO CON PIÙ VITTIME: SONO 79.

CONTINUA A CRESCERE IL NUMERO DELLE DENUNCE DI INFORTUNIO COMPLESSIVE (MORTALI E NON): +1,7% RISPETTO A LUGLIO 2023.

 

IL COMMENTO AI DATI AGGIORNATI AL MESE DI LUGLIO 2024

“Sono passati sette mesi dall’inizio dell’anno. E, purtroppo, la tragedia delle morti sul lavoro continua con numeri in crescita rispetto all’anno scorso. Infatti, sono 577 le vittime: 18 decessi in più del 2023 (+3,2%). Una vittima su cinque è straniera. Una rilevazione che mette tristemente in luce quella che viene erroneamente chiamata “emergenza”, quando invece parliamo di uomini e donne che perdono ogni giorno la vita sul posto di lavoro a causa, il più delle volte, di gravi lacune che si manifestano quotidianamente sul fronte della prevenzione e della sicurezza”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, riassume così l’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti sull’incremento dei decessi sul lavoro: “Essendo consapevoli che i numeri assoluti possono portare a conclusioni non corrette, cerchiamo di mettere ancor più a fuoco il fenomeno per mezzo dell’incidenza infortunistica, un indicatore che consente di identificare e mappare le regioni dove è maggiore il rischio di infortunio per i lavoratori”.

IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE, A FINE LUGLIO 2024. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA

A finire in zona rossa a fine luglio 2024 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 18,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Molise, Umbria, Sicilia ed Emilia-Romagna. In zona arancione: Campania, Calabria, Abruzzo, Lazio, Puglia e Sardegna. In zona gialla: Lombardia, Toscana, Basilicata e Piemonte. In zona bianca: Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Veneto e Marche.

(In allegato e sul sito www.vegaengineering.com/osservatorio sono disponibili i grafici e i dati).

IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER FASCE DI ETÀ: ANCORA A MAGGIOR RISCHIO I PIÙ ANZIANI

Anche nei primi sette mesi dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).

Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 75,2), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 28,9).

I LAVORATORI STRANIERI SOGGETTI AD UN RISCHIO DI INFORTUNIO MORTALE QUASI TRIPLO RISPETTO AGLI ITALIANI

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi sette mesi dell’anno sono 102 su un totale di 440, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 43 morti ogni milione di occupati, contro i 15,9 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO E DEGLI INFORTUNI IN ITALIA A FINE LUGLIO 2024

Sono 577 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 440 in occasione di lavoro (10 in più rispetto a luglio 2023) e 137 in itinere (8 in più rispetto a luglio 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (74). Seguono: Emilia-Romagna (49), Lazio (48), Sicilia (39), Campania (38), Piemonte (27), Puglia e Toscana (26), Veneto (23), Trentino-Alto Adige (16), Calabria (12), Abruzzo e Sardegna (11), Umbria (10), Liguria (8), Friuli-Venezia Giulia (7), Marche (6), Basilicata, Molise e Valle d’Aosta (3).

(Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IL PIÙ COLPITO DAL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO

Alla fine dei primi sette mesi del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 79. Seguito dalle Attività Manifatturiere (55), da Trasporti e Magazzinaggio (46) e dal Commercio (32).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (148 su un totale di 440).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine luglio 2024 sono 31, mentre 16 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 102, mentre sono 28 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il martedì risulta essere anche a fine luglio il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sette mesi dell’anno (19,8%).

LE DENUNCE DI INFORTUNIO ANCORA IN CRESCITA RISPETTO A LUGLIO 2023

Le denunce di infortunio totali crescono del 1,7% rispetto a luglio 2023. Le denunce erano 344.897 a fine luglio 2023, nel 2024 sono passate a 350.823.

I NUMERI DELLE DENUNCE TOTALI DI INFORTUNIO PER SETTORE: LA MAGLIA NERA VA ALLE ATTIVITÀ MANIFATTURIERE

Anche a fine luglio del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (42.782). Seguono: Costruzioni (21.552), Sanità (20.670), Trasporto e Magazzinaggio (19.461) e Commercio (18.925).

LE DENUNCE TOTALI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ

Le denunce di infortunio delle lavoratrici da gennaio a luglio 2024 sono state 124.171, quelle dei colleghi uomini 226.652.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono state 295.159 a fine luglio 2024: 97.349 sono le donne e 197.810 gli uomini.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 234.633, mentre degli stranieri sono 60.526.

La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 77.346 denunce (il 22,0% del totale).

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI?

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

A COSA SERVE LA ZONIZZAZIONE REALIZZATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA?

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale

Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale

Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale

Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale

Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering

Ufficio Stampa

Dott.ssa Annamaria Bacchin

Centro Direzionale Terraglio Uno – Via Don F. Tosatto 151 – Mestre (VE)

 

www.vegaengineering.com

La quota globale del reddito da lavoro diminuisce, aumentando la pressione sulla disuguaglianza, gli obiettivi di sviluppo sostenibile non sono sulla buona strada

Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, il crescente divario tra reddito da lavoro e reddito da capitale e le sfide che i giovani devono affrontare nel mercato del lavoro sono preoccupanti.

GINEVRA (Notizie ILO) – Nel suo World Employment and Social Outlook: September 2024 Update appena pubblicato , l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) rileva una pressione crescente sulla disuguaglianza poiché la quota di reddito da lavoro ristagna e una grande quota di giovani rimane senza occupazione, istruzione o formazione. Il rapporto indica lenti progressi sui principali Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) con l’avvicinarsi della scadenza del 2030.

Lo studio rivela che la quota globale del reddito da lavoro, che rappresenta la quota del reddito totale guadagnato dai lavoratori, è diminuita di 0,6 punti percentuali dal 2019 al 2022 e da allora è rimasta invariata, aggravando una tendenza al ribasso di lunga data. Se la quota fosse rimasta allo stesso livello del 2004, il reddito da lavoro sarebbe stato maggiore di 2,4 trilioni di dollari solo nel 2024.

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Ragno violino: come riconoscerlo e cosa fare in prevenzione

Fonte : Izsvenezie.it che ringraziamo

Come riconoscere il ragno violino?

Loxosceles rufescens, noto come “ragno violino” per la macchia scura presente sulla parte anteriore del corpo (cefalotorace) che ricorda vagamente la forma di un violino, è un piccolo aracnide (6-11 millimetri di corpo) ampiamente diffuso sia a livello insulare che peninsulare.

È una specie comune negli ambienti naturali, ma è facile trovarlo anche all’interno delle abitazioni.

Dove si trova e come si comporta?

In ambito domestico questo ragno si ripara in zone poco frequentate, come soffitte, garage e ripostigli, nascondendosi negli anfratti riparati e di difficile accesso, come le fessure dietro i battiscopa, il retro dei quadri, dietro termosifoni o mobili.  Le stoffe dimenticate sul pavimento, le scarpe poco usate, la biancheria o scatoloni di cartone possono ad esempio essere un ottimo nascondiglio.

Ragno violino (Loxosceles rufescens)

Loxosceles rufescens, noto come “ragno violino” [Clicca l’immagine per ingrandirla].

Questa specie di aracnide è schiva e, anche quando viene infastidita, raramente tenta di mordere, preferendo solitamente la fuga. Non rappresenta normalmente un serio pericolo per l’uomo. Tuttavia, se viene accidentalmente schiacciato, è in grado di infliggere morsi per difendersi.

Cosa comporta un eventuale morso?

Il morso non è doloroso, passa inizialmente inosservato e spesso non ha conseguenze rilevanti. I suoi effetti si manifestano localmente, causando lievi pruriti e arrossamenti nelle forme più leggere.

Raramente può portare a manifestazioni più gravi (necrosi locale), e le rarissime manifestazioni severe sono legate a fenomeni di allergia al veleno dell’aracnide (in modo simile alla puntura di un’ape) o di infezione batterica.

Cosa fare in prevenzione?

  • In casa: tenere la casa pulita, prestando attenzione alle attività di movimentazione e pulizia negli ambienti privilegiati dal ragno; scuotere le scarpe prima di indossarle.
  • All’esterno: indossare guanti e abiti coprenti quando si lavora in giardino; controllare prima di sedersi all’aperto.

In generale, non cercare di schiacciare il ragno ed evitare di toccarlo a mani nude. È innocuo se non viene minacciato.

In caso di morso sospetto

  • Procedere con un lavaggio accurato della ferita con acqua e sapone, senza applicare nella zona del morso creme o altri prodotti.
  • Non assumere antibiotici e/o cortisonici di propria iniziativa. e consultare il medico curante o la guardia medica.
  • Elevare l’area in cui è avvenuto il morso e cercare di non muoverla, rimanendo a riposo. Applicare del ghiaccio con un panno, senza comprimere.
  • Verificare con il Servizio di igiene e sanità pubblica della propria ASL di essere in regola con la vaccinazione contro il tetano.
  • Monitorare l’evoluzione della lesione cutanea, e prestare attenzione all’ eventuale comparsa di sintomatologia sistemica (febbre, nausea, vomito, mialgia), informando il medico curante.

Riferimenti

Inserm – Polluants organiques persistants : une exposition généralisée qui tend à diminuer

Un bilan de l’exposition des adultes aux polluants organiques persistants en France vient d’être dressé par des scientifiques du Centre de recherche en épidémiologie et santé des populations (CESP) à Villejuif. Possiblement dangereuse pour la santé, cette exposition est massive, bien qu’elle tende à diminuer depuis l’adoption de politiques publiques restreignant leur usage. Ce travail décrit par ailleurs un certain nombre de facteurs associés à une exposition plus importante à différentes substances.

Vai alla fonte : Polluants organiques persistants : une exposition généralisée qui tend à diminuer

Il report Inail 2018-2022 sugli infortuni sul lavoro che avvengono di notte

 

E’ stato pubblicato ed è disponibile on line il Report “Gli infortuni sul lavoro in orario notturno in Italia”
La Consulenza statistico attuariale dell’Inail ha condotto uno studio che descrive il lavoro notturno in Italia in termini di normativa vigente, di lavoratori occupati e soprattutto di infortuni sul lavoro.
E’ uno strumento di lavoro utile per chi si occupa di prevenzione salute e sicurezza sul lavoro.
Sono esaminate le denunce (compresi gli eventi mortali) e i casi definiti positivamente avvenuti nel quinquennio 2018-2022, con aggiornamento al 31 ottobre 2023, ultimo disponibile alla stesura del testo. Attraverso la descrizione di molte variabili viene presentato un quadro completo ed esauriente del fenomeno infortunistico, ancora poco analizzato. A completamento, considerazioni sulle differenze rispetto agli infortuni in complesso e sulla rischiosità del lavoro notturno.

Fonte e link al Rapporto: “Gli infortuni sul lavoro in orario notturno in Italia”

Vedi la sintesi curata da Gabriella Galli su Repertorio Salute

 

GliInfortuniSulLavoroInOrariNotturnoInItalia

 

Osha.eu – Intelligenza artificiale e istruzione: un approccio incentrato sull’insegnante alla sicurezza e alla salute

Fonte Osha.eu 

Parole chiave:

Il settore dell’istruzione è definito come un’area ad alto rischio per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Il rapporto esamina l’impatto della digitalizzazione e presenta approfondimenti da un’analisi della sua influenza sulla sicurezza, la salute e il benessere degli insegnanti.

Nel rivedere lo stato attuale da una prospettiva incentrata sull’insegnante, questo rapporto sottolinea la necessità di ulteriori ricerche su come supportare gli insegnanti. Strategie e misure per minimizzare i rischi e sfruttare il potenziale per gli insegnanti sono presentate insieme a indicatori politici rilevanti per i livelli di insegnanti, istituzionali, nazionali ed europei.

GB.MIGLIORA PRESTO | Il progetto della campagna Hazards per rendere di nuovo sicuro il lavoro

Prendiamo dalla Rivista Hazards questo articolo molto interessante sulle speranze nel mondo del lavoro che il neoeletto governo laburista realizzi un cambio di passo verso i problemi della salute e della sicurezza nel lavoro. 

Fonte: HAZARDS che ringraziamo

 

Il 3 luglio 2024, ultimo giorno del governo conservatore, nuovi dati ufficiali hanno rivelato che i decessi sul posto di lavoro sono nuovamente aumentati. La cattiva salute correlata al lavoro ha raggiunto il massimo storico. Qui, Janet Newsham della campagna nazionale Hazards spiega cosa deve fare il partito laburista ora per rendere il lavoro più sicuro e più sano.

I dati pubblicati dall’Health and Safety Executive (HSE) il 3 luglio 2024 hanno rivelato che 138 persone sono morte sul lavoro nel 2023/24. Si tratta di un aumento rispetto ai 136 decessi dell’anno precedente e segna un aumento per il terzo anno consecutivo.

Il numero di coloro che soffrono di problemi di salute correlati al lavoro ha raggiunto quota 1,8 milioni, un numero mai raggiunto prima.

Questo è un problema che passa inosservato e non viene controllato. Il numero di “tutti gli ispettori” dell’HSE è sceso da 1.651 nel 2010 a 974 nel 2023, rispecchiando i drastici tagli ai finanziamenti sotto i conservatori ( Hazards 163 ).

TEMPI DIFFICILI Sotto i conservatori, i lavori sono diventati più duri, meno salubri e meno sicuri per molti lavoratori.

E la legislazione anti-sciopero sui “livelli minimi di servizio” dei conservatori, che ha portato l’   Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) a esprimere “serie preoccupazioni” circa le violazioni degli obblighi internazionali del Regno Unito, limita la capacità dei sindacati e dei loro iscritti di contestare il lavoro in ambienti potenzialmente pericolosi o pericolosi per la vita.

Qualcosa deve cambiare.

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La prévention, la clé pour protéger la santé mentale au travail

Il faut prendre en charge très tôt les symptômes des dysfonctionnements organisationnels et d’en rechercher les causes profondes.
(Shutterstock)

Mélanie Dufour-Poirier, Ph. D., Université de Montréal et Jean-Paul Dautel, Ph. D., Université du Québec en Outaouais (UQO)

La santé mentale est un enjeu majeur de notre société.

Ses coûts s’estiment à environ 50 milliards de dollars à chaque année au Canada. Au Québec, depuis la pandémie liée de Covid-19, près d’un travailleur sur deux éprouverait désormais de la détresse psychologique.

Parmi les éléments pathogènes figurent la porosité des temps de travail, l’isolement, la concurrence entre les collègues et les exigences d’une rentabilité à court terme. Des formes d’organisation du travail plus stressantes occasionnent de la surcharge et une augmentation des rythmes de travail.

Cela appelle à repenser les modes de gestion pour mieux protéger en amont la santé mentale des employés, par une démarche participative impliquant tous les acteurs du milieu de travail. Elle se pose en porte-à-faux avec la tendance visant à individualiser la prévention et le traitement de ces atteintes.

Dans le sillage de ces réflexions, nous avons développé une démarche de recherche-intervention qui s’aligne sur la réforme du régime québécois de santé et de sécurité au travail de 2021. Respectivement professeure à l’École de relations industrielles de l’Université de Montréal et professeur au département de relations industrielles de l’Université du Québec en Outaouais (UQO), nous nous intéressons à l’effectivité du droit de la santé et de la sécurité du travail sur la santé mentale.

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Amianto :Ricordando Takao Migita e Eiji Kurita

Fonte : Blog LKA della Segreteria Internazionale per la messa al bando dell’amianto

Autrice Laurie Kazan-Allen che ringraziamo 

La vita odierna è vissuta a grande velocità. I ​​cicli di notizie di ventiquattro ore significano che ciò che è stato riportato oggi sarà storia domani. Questioni di vita e di morte, carestia e privazione, scandali e pettegolezzi si rincorrono sui portali di notizie prima di scomparire in un buco nero nell’oblio. Il 1° agosto 2024, Giornata mondiale contro il cancro ai polmoni, premiamo il pulsante di pausa e rendiamo omaggio ai feriti, alle persone coinvolte in una lotta non creata da loro e a coloro che hanno portato loro conforto, compassione e sostegno.

Alcune settimane fa, è stato trasmesso un documentario di un’ora su Kansai TV in onore della memoria di Takao Migita, un malato giapponese di mesotelioma che ha lavorato incessantemente per supportare altre persone affette da patologie simili. 1 Dal momento in cui gli è stata diagnosticata la malattia nel 2016 fino alla sua prematura scomparsa all’età di 59 anni nel marzo 2024, Takao ha aiutato le persone emarginate dalle malattie legate all’amianto in tutto il Giappone, individualmente, collettivamente e a livello nazionale. Era una figura gioviale con la capacità di portare umorismo nei momenti più bui. Faceva ridere i suoi compagni di sofferenza e diceva loro: “Resterò in salute finché non morirò”. Ha pagato un prezzo terribile per la sua dedizione, perdendo un amico dopo l’altro, mentre ogni malato di mesotelioma soccombeva alla sua malattia.

Il malato di mesotelioma Eiji Kurita, raffigurato nella foto sopra, ha lavorato a stretto contatto con Takao. A Eiji è stato diagnosticato il mesotelioma all’età di 33 anni. Nel 2017, lui e Takao hanno fondato la Mesothelioma Support Caravan e sono stati co-presidenti dell’associazione. Eiji è morto nel 2019, quasi 20 anni dopo la diagnosi.

Dopo la morte di Eiji, Takao e i membri della Carovana si sono riconsacrati al suo lavoro in una cerimonia online il 25 aprile 2021 a cui hanno partecipato decine di pazienti, familiari e dottori. Fino alla sua morte all’inizio di quest’anno, Takao è rimasto disponibile per i membri dell’organizzazione e per i nuovi pazienti colpiti in qualsiasi momento tramite telefono, videochiamate e, quando possibile, in incontri di persona. Il prezzo emotivo che ha pagato per la sua amicizia con i membri della Carovana è stato immenso.

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Scheda INRS: Mycotoxines en milieu de travail

Riteniamo utile segnalare questa scheda elaborata da INRS Francia sui rischi da micotossine negli ambienti di lavoro.
La scheda informativa fa il punto sulle conoscenze sugli effetti sanitari delle micotossine e sulle possibili misure di prevenzione per limitare l’esposizione dei lavoratori che potrebbero esserlo.
Per scaricare la scheda vai alla pagina INRS : Mycotoxines en milieu de travail

Decreto Legislativo 12 luglio 2024, n. 103: considerazioni su una norma confusa che preoccupa.

 

Segnaliamo sul sito della Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione (SNOP) questa importante nota sul Dlgs 103 del 12 luglio 2024 :” Decreto Legislativo 12 luglio 2024, n. 103: considerazioni su una norma confusa che preoccupa.”
La nota è composta dagli interventi di Graziano Maranelli e Tiziana Vai e, in allegato, l’analisi critica di Manuela Peruzzi.

Per leggere gli interventi clicca QUI

 

GAZA : AMIANTO , UN PROBLEMA A FUTURA MEMORIA

Fonte:  SMIPS.ORG

 

Non ho la minima idea di come finirà a Gaza, né di quando finirà, forse nemmeno se finirà … quello che è certo che, nel momento in cui sarà finita la situazione attuale ed il massacro in atto si comincerà a porre il problema del futuro di Gaza. Prescindendo dal futuro politico, sono persuaso che tra le diverse drammatiche situazioni economiche e sociali che esploderanno ci sia , con enorme peso, quella sanitaria. Gli ospedali sono stati polverizzati , e ci vorrà qualche anno e molti fondi per ricostruirli, lo stesso vale per le attrezzature, tra le vittime ci sono centinaia di medici e infermieri, e qui ci vorranno molti anni per rimpiazzarli, e questo in anni in cui si dovranno gestire centinaia o migliaia di amputati, di persone con altre lesioni invalidanti e deturpanti, di bambini (e non solo bambini) portatori di traumi psichici che non riusciamo nemmeno ad immaginare (e abbiamo paura ad usare la parola genocidio ?).

Ma c’è un altro problema di cui ora quasi non di parla, e che si porrà invece nei prossimi decenni come uno dei più critici : il problema dell’amianto. Le sue dimensioni sono incredibili (anche se va precisato che si tratta per ora di stime, però provenienti fa fonti qualificate. Il 1 maggio2024  sul sito SWISSinfo.ch compaiono i dati del servizio ONU  per la lotta contro le mine e gli  ordigni inesplosi  (UNMAS), che fanno riferimento ai territori palestinesi di Gaza : in questa striscia di circa 40 km di lunghezza da nord a sud vi sono 37 milioni di tonnellate di macerie (più che su tutta la linea del fronte in Ucraina, lunga quasi 1.000 km). Secondo Charles Mungo Birch , capo del succitato servizio, ci vorranno non meno di 14 anni per rimuoverle. Questi dati sono ripresi anche da un articolo di Gilbert Achcar su “Le monde Diplomatique” del 18 giugno 2024. Ma non è solo un problema di quantità , il problema è anche l’estrema pericolosità di queste macerie (sempre Birch afferma che “queste macerie sono probabilmente fortemente contaminate da munizioni inesplose, ma ripulirle sarà ulteriormente complicato da altri pericoli presenti”).

E tra i pericoli presenti, drammatico è quello correlato all’amianto : si stima che tra le macerie di Gaza ci siano oltre 800.000 tonnellate di amianto, sempre secondo il responsabile dell’UNMAS.  Abbiamo quindi migliaia e migliaia di persone che vivranno in ambienti fortemente contaminati da amianto, che dovranno scavare e trasportare (dove?) tonnellate di macerie contenenti amianto, con un impatto sui livelli di rischio, sia ambientale che  lavorativo, che non è al momento quantificabile ma che non si fatica ad immaginare terrificante , per persone debilitate nel corpo e nello spirito dalla guerra , in un contesto in cui le strutture sanitarie sono state rase a zero o quasi, e che comunque quando ripartiranno dovranno gestire le drammatiche urgenze quotidiane e potranno dedicare poche risorse a prevenire i danni futuri , come i mesoteliomi da amianto. Pensate a quanto se ne è parlato a proposito delle torri gemelle di New York e fate un confronto tra le diverse dimensioni quantitative del problema macerie e la diversa capacità di risposta dei servizi sanitari.

Tenendo conto che i tempi di latenza del mesotelioma pleurico, il principale tumore da amianto, oscillano tra i 20 e i 40 anni (ovvero il mesotelioma inizia a manifestarsi tra le persone esposte in genere non prima di 20 anni dall’inizio dell’esposizione e non oltre i 40 dall’inizio stesso) , dalla prima metà degli anni ’40 del nostro secolo avremo i primi casi … e nessuno oggi può dire quando avremo gli ultimi : dipenderà da quanto tempo si protrarranno i lavori di rimozione della macerie e bonifica dell’amianto. Come pure credo che oggi sia impossibile prevedere con una sufficiente attendibilità quanti saranno i casi , anche se credo che ipotizzare numeri dell’ordine di diverse migliaia non sia una follia. E questa sarà una delle tante code della guerra di Gaza (vogliamo chiamarlo genocidio ritardato?)-

Leopoldo Magelli, medico del lavoro già AUSL di Bologna

OSHA.EU – Linee guida per i luoghi di lavoro su come supportare le persone con problemi di salute mentale

Fonte:  OSHA.EU 

Parole chiave:

I lavoratori che soffrono di problemi di salute mentale solitamente vogliono continuare a lavorare. Questo rapporto offre ai luoghi di lavoro informazioni pratiche sulle misure che possono essere adottate per supportare questi lavoratori a lavorare o a tornare al lavoro dopo un’assenza per malattia.

Una raccomandazione primaria è che i problemi di salute mentale dovrebbero essere trattati allo stesso modo dei problemi di salute fisica. Altrettanto importante è prevenire i rischi correlati al lavoro che potrebbero avere un impatto sulla salute mentale e sul benessere dei lavoratori. Il rapporto fornisce esempi pratici di sistemazioni economiche e semplici che possono aiutarli a supportare e trattenere i lavoratori.

Earth has just ended a 13-month streak of record heat – here’s what to expect next

Christopher Merchant, University of Reading

A 13-month streak of record-breaking global warmth has ended.

From June 2023 until June 2024, air and ocean surface water temperatures averaged a quarter of a degree Celsius higher than records set only a few years previously. Air temperatures in July 2024 were slightly cooler than the previous July (0.04°C, the narrowest of margins) according to the EU’s Copernicus Climate Change Service.

July 2023 was in turn 0.28°C warmer than the previous record-hot July in 2019, so the remarkable jump in temperature during the past year has yet to ease off completely. The warmest global air temperature recorded was in December 2023, at 1.78°C above the pre-industrial average temperature for December – and 0.31°C warmer than the previous record.

Global warming has consistently toppled records for warm global average temperatures in recent decades, but breaking them by as much as a quarter of a degree for several months is not common. The end of this streak does not diminish the mounting threat of climate change.

So what caused these record temperatures? Several factors came together, but the biggest and most important is climate change, largely caused by burning fossil fuels.

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Caso di studio | Minerali critici, condizioni critiche: la lotta dei lavoratori delle miniere di nichel in Indonesia

 

Fonte:  Goodelectronics.org che ringraziamo 

Il settore minerario globale, in particolare nell’estrazione di minerali, è fondamentale nella spinta verso l’energia sostenibile. Minerali essenziali come rame, litio e nichel sono cruciali per raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050, il che richiede ingenti investimenti minerari in tutto il mondo. L’Indonesia, un importante produttore di nichel, svolge un ruolo chiave nel soddisfare la crescente domanda di batterie per veicoli elettrici. Tuttavia, questo boom pone sfide come il degrado ambientale, i rischi per la salute dei lavoratori e la volatilità economica nelle comunità locali. Queste domande cruciali danno il tono a questo studio di caso preparato da INKRISPENA – Research Centre for Crisis and Alternative Development Strategy.  https://www.solidar.org/publications-page/case-study-critical-minerals-critical-conditions-the-struggle-of-nickel-mine-workers-in-indonesia/

[ nb . la traduzione del testo dall’inglese è  automatica ed è sotto la nostra responsabilità ]

Il governo vuole rottamare la legge Basaglia

 

Fonte:  Collettiva che ringraziamo 

Le proposte di legge di Fdi e Lega in materia di salute mentale rimandano ai vecchi manicomi, con una visione securitaria della psichiatria

Nel centenario della nascita di Franco Basaglia in commissione Affari sociali del Senato sono all’esame due provvedimenti targati Lega e Fratelli d’Italia e che sollevano critiche dalle associazioni del settore, oltre che dalle forze di opposizione in Parlamento perché “stravolgerebbero peggiorandola la legge 180”, quella che ha determinato la chiusura dei manicomi.

Carla Ferrari Aggradi, psichiatra e presidente del Forum salute mentale, ci spiega i motivi delle contrarietà alle due proposte che anche la sua associazione ha rilevato, illustrando anche parte del contenuto dei due progetti di legge. “Ci sono due concetti di fondo che si ripetono in modo diverso – afferma –: nel disegno di legge di Fratelli d’Italia traspare l’idea che il servizio psichiatrico debba essere finalizzato alla difesa di operatori, familiari e pazienti dalla violenza e dall’aggressività, e che quindi debba essere  pensato con criteri securitari e difensivi. Non vengono invece date le risposte che la vita di un paziente e il suo vissuto di dolore richiedono. Se si è troppo occupati nella difesa, non si può dare aiuto”.

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“Nell’altro provvedimento, quello targato Lega – prosegue – l’idea di fondo è quella di un’impostazione non di collaborazione col privato, ma di grande presenza del privato stesso di tutti i tipi e generi nel servizio sanitario, compreso quello psichiatrico. Noi siamo per un servizio sanitario psichiatrico pubblico universalistico per tutti, anche se poi sicuramente ci può essere la collaborazione col privato sociale, una collaborazione però all’interno delle linee che il sistema sanitario nazionale prevede, con la prevalenza del pubblico sul privato. Invece nel pensiero alla base della legge della Lega prevale il passaggio al privato”.

Tso, posti letto e comunità

Ferrari Aggradi poi, nel concreto, porta alcuni esempi delle norme in questione. Per quanto riguarda il provvedimento di Fratelli d’Italia intanto si aumentano i giorni di trattamento sanitario obbligatorio che può essere fatto all’interno di un reparto di psichiatria e anche nelle carceri, con l’istituzione negli istituti di pena di sezioni sanitarie specialistiche. Addirittura, c’è un articolo sulle misure di sicurezza che manda in capo gli interventi al ministero dell’Interno e al ministero della Giustizia, d’intesa con il ministero della Sanità. Queste sono cose che ci riportano la legge del 1904, che si reggeva praticamente sugli ospedali psichiatrici e sul ricovero coatto.

 

Quello della Lega propone il dirottamento delle risorse dal pubblico al privato. “Io vivo in Lombardia – ci dice la presidente del Forum – dove il terzo settore non è che collabora con pubblico, ma praticamente fornisce tutti i servizi. Questo significa che tutto il flusso economico che dovrebbe andare verso i servizi territoriali (questo sarebbe il concetto fondamentale che non compare in nessuno dei due disegni di legge) va a finire verso il terzo settore, che ovviamente fornisce posti letto e comunità. Nelle norme depositate non c’è nessuna critica a questo sistema.

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ETUI. Come contrastare la politica di estrema destra escludente con un programma progressista di inclusione sull’uguaglianza

Fonte ETUI che ringraziamo

Raccomandazioni politiche

• Appropriarsi dei programmi politici dei partiti di estrema destra non è una strategia vincente per i socialdemocratici e i sindacati perché nella maggior parte dei casi un accomodamento probabilmente alienerà una larga fetta dei loro tradizionali sostenitori di sinistra.

• Le strategie di “imitazione” che vanno ben oltre le questioni di “proprietà” raramente hanno successo: l’adattamento delle politiche aumenta la rilevanza della questione dell’immigrazione, correndo così il rischio di aumentare ulteriormente il sostegno all’estrema destra.

• La percentuale di elettori nel bacino di sostenitori di centro-sinistra con preoccupazioni esclusivamente culturali sull’immigrazione è bassa nella maggior parte dei paesi. Gli elettori di centro-sinistra preoccupati per l’immigrazione tendono invece a essere spinti principalmente da considerazioni economiche. Questi sostenitori probabilmente abbandoneranno i partiti e le organizzazioni di sinistra se adottano posizioni populiste di estrema destra.

• I governi di sinistra e i sindacati dovrebbero concentrarsi sull’affrontare le lamentele economiche riducendo l’insicurezza del mercato del lavoro, promuovendo la crescita economica e garantendo un’efficace protezione sociale. Dovrebbero rivendicare la proprietà delle questioni a cui sono associati, in particolare l’uguaglianza. Le strategie di successo galvanizzano la base di sostenitori del centro-sinistra e mobilitano oltre di essa affrontando le lamentele (economiche) che riguardano gran parte dell’elettorato.

Introduzione: il problema dell’estrema destra

I partiti politici di estrema destra sono in ascesa in tutta Europa dagli anni ’80, con un forte aumento a partire dagli anni 2000 (Figura 1). Questi partiti rappresentano una minaccia per la stabilità democratica, la coesione sociale e il multiculturalismo, la crescita economica e la sicurezza, nonché gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico.

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Il loro successo può essere osservato attraverso tre dimensioni:

(i) Ottima (seppur eterogenea) performance elettorale: partiti come Alternativa per la Germania (AfD), Raggruppamento Nazionale (RN) in Francia, Vox in Spagna e Chega in Portogallo hanno ottenuto ottimi risultati nelle recenti elezioni.

(ii) Ingresso nel governo: diversi partiti di estrema destra hanno ricoperto posizioni governative da soli o in coalizione, tra cui Fratelli d’Italia (FdI) e Lega (Lega Nord) in Italia, il Partito della Libertà (FPÖ) in Austria, il partito Diritto e Giustizia (PiS) in Polonia, Fidesz in Ungheria, il Partito Popolare (DF) in Danimarca e Alleanza Nazionale (NA) in Lettonia.

(iii) Crollo del “cordone sanitario”, la politica di marginalizzazione dei partiti estremisti e la loro legittimità come opposizione credibile. In molti paesi europei, i partiti di estrema destra si sono progressivamente radicati nel sistema politico come partiti di opposizione credibili in grado di influenzare l’agenda politica degli altri partiti. Il RN, il DF e l’UK Independence Party (UKIP), ad esempio, hanno tutti gareggiato con successo nei loro sistemi nazionali, permeando il mainstream e spingendo i loro concorrenti ad adottare strategie accomodanti. Il “cordone sanitario” si è rotto anche nei paesi in cui è stato tradizionalmente efficace. Nel 2022, per la prima volta i partiti svedesi hanno negoziato con i Democratici svedesi (SD).

La nostra analisi su chi sostiene l’estrema destra e perché suggerisce che l’economia gioca un ruolo molto più centrale di quanto a volte si supponga. In primo luogo, molti elettori di estrema destra sono spinti da considerazioni economiche o di protesta, come la sfiducia nelle istituzioni. L’immigrazione, a volte considerata una preoccupazione esclusivamente culturale, è in realtà anche una preoccupazione economica. In secondo luogo, i partiti di estrema destra stanno perseguendo strategie di mobilitazione che attingono all’insicurezza economica e a un particolare tipo di sciovinismo assistenziale. In terzo luogo, le politiche sociali possono mitigare le insicurezze che guidano il sostegno all’estrema destra.

Sosteniamo che cooptare i programmi politici dei partiti di estrema destra non sia una strategia vincente per i socialdemocratici e i sindacati. In effetti, questi ultimi sono stati finora riluttanti a perseguire questa strategia. Le strategie “imitative” che si estendono ben oltre le questioni di “proprietà” raramente hanno successo. Tutto ciò che questo tipo di accomodamento politico farà è aumentare la rilevanza della questione dell’immigrazione, correndo così il rischio di aumentare ulteriormente il sostegno ai partiti di estrema destra. Allo stesso tempo, è probabile che l’accomodamento alieni una larga fetta di sostenitori di sinistra. La percentuale di elettori con preoccupazioni sull’immigrazione tra i sostenitori del centro-sinistra è piuttosto bassa. I pochi che hanno tali preoccupazioni sono ancora principalmente spinti da considerazioni economiche. Questi sostenitori probabilmente abbandonerebbero i partiti e le organizzazioni di sinistra se adottassero tali posizioni. Invece, una strategia migliore per i socialdemocratici e i sindacati è quella di rivendicare la proprietà del problema che conoscono meglio: l’uguaglianza. Le strategie di successo galvanizzeranno la base di sostenitori del centro-sinistra e mobiliteranno oltre affrontando le lamentele (economiche) che riguardano gran parte dell’elettorato.

1. Strategie di mobilitazione dei partiti di estrema destra

Quali partiti possono essere classificati come di estrema destra e che tipo di strategie adottano per mobilitare gli elettori? Adottiamo il termine “estrema destra” per descrivere i partiti che condividono un focus sulla sovranità, propongono soluzioni nazionaliste a una varietà di problemi socioeconomici e “posseggono” la questione dell’immigrazione (Halikiopoulou e Vlandas 2022). “Estrema destra” è un termine generico che comprende sia le varianti estreme che quelle radicali, in altre parole i partiti che hanno un’ampia gamma di relazioni con la democrazia. Mentre sia i partiti di estrema destra che quelli di destra radicale si oppongono ai valori democratici fondamentali, le varianti di estrema destra si oppongono sia alla democrazia procedurale che a quella sostanziale, mentre le varianti di destra radicale si oppongono alla democrazia liberale e mettono in discussione aspetti chiave dell’ordine costituzionale (Mudde 2010; Golder 2016). In pratica, tuttavia, le varianti di estrema destra spesso usano la democrazia e si candidano alle elezioni come mezzo per raggiungere i loro obiettivi (Vasilopoulou e Halikiopoulou 2023). Mentre qualsiasi termine generico inevitabilmente include un’ampia gamma di partiti e gruppi che differiscono per agenda e politica, gli studiosi sostengono sempre più che il termine “estrema destra” cattura sia le differenze che le somiglianze che rendono questi partiti comparabili (Golder 2016).

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