Un saggio importante. IL SALARIO MINIMO LEGALE COME STRUMENTO DI ATTUAZIONE COSTITUZIONALE

IL SALARIO MINIMO LEGALE COME STRUMENTO DI ATTUAZIONE COSTITUZIONALE di Federico Martelloni

Professore ordinario di Diritto del lavoro Università Alma Mater Studiorum di Bologna

Sommario: 1. La questione del salario minimo nel dibattito della Costituente; 2. La costituzionalizzazione del salario minimo convenzionale nella prassi giurisprudenziale; 3. Frammentazione della rappresentanza sindacale, contrattazione pirata e dumping salariale; 4. Una legge sul salario minimo come argine al lavoro povero: limiti e prospettive; 5. Dalla direttiva UE sul salario minimo alle recenti proposte di legge in Italia; 6. L’opportunità di introdurre un salario minimo legale, oggi.

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Meno salario e più stress per i lavoratori

Fonte: Sbilanciamoci che ringraziamo

Stipendi che diminuiscono mentre avanza l’inflazione, divari di genere, stress in aumento, scarsa o nulla formazione e innovazione. E una distanza siderale dei giovani e precari dal sindacato. Il sondaggio della Fondazione Di Vittorio.

dati Istat sulla povertà pubblicati qualche giorno fa segnalavano come quella relativa sia stabile e quella assoluta in aumento. Le crisi internazionali in serie e l’inflazione colpiscono chi ha redditi non continui e precari ma anche i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato il cui potere d’acquisto, ormai lo sanno anche le pietre, è fermo o diminuito nel corso degli ultimi tre decenni. A pochi giorni da quei dati, il quadro sconfortante trova riscontro in un’importante ricerca/inchiesta condotta dalla Fondazione Di Vittorio della Cgil, che con un lavoro meticoloso di mesi ha sottoposto un questionario da cinquanta domande a decine di migliaia di lavoratori – i questionari completati e considerati validi dal team di ricercatori supera i 30mila. Le domande riguardavano il lavoro, la sua organizzazione, il ruolo del sindacato e le risposte sono di grande interesse. Anche quel che manca è interessante. Riassumiamo qualche elemento importante. Continua a leggere “Meno salario e più stress per i lavoratori”

Servizio di consegna cibo Glovo: tracciamento della posizione privata dei corrieri e altre violazioni

Fonte Algorithmwatch che ringraziamo 

Autrice:  Naiara Bellio

 

Di questo importante articolo  postiamo una traduzione effettuata con google translator per facilitarne la lettura. Per un uso professionale o di studio raccomandiamo di fare riferimento al testo originale alla fonte Algorithmwatch.

 

Una recente indagine di Tracking Exposed mostra che la filiale italiana di Glovo, Foodinho, registra l’ubicazione dei corrieri fuori turno e la condivide con soggetti non autorizzati. È stato inoltre scoperto che il fornitore dell’app di consegna ha creato un punteggio di credito “nascosto” per i propri ciclisti.

Negli ultimi anni, le autorità di regolamentazione e i sindacati hanno messo sotto esame Glovo e altre app di consegna. I fornitori di app sono sospettati di non impiegare i propri corrieri freelance e di privarli così dei loro diritti. L’introduzione della Legge Rider in Spagna due anni fa ha accelerato le azioni per regolamentare il loro status lavorativo e l’Unione Europea si sta muovendo nella stessa direzione con la sua proposta di Direttiva sui lavoratori su piattaforma .

Tuttavia, Glovo continua ad accumulare multe per milioni di euro per violazioni del diritto del lavoro. Non è chiaro quanto la società abbia effettivamente pagato poiché le multe sono sospese in attesa di appello. Glovo è accusato anche in Spagna di aver lasciato migliaia di corrieri con contratti di lavoro autonomo.

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Affrontare le condizioni di lavoro per migliorare la salute pubblica: una serie su The Lancet

 

Fonte IWH  che ringraziamo

12 ottobre 2023 (Toronto, Ontario) — Le condizioni di lavoro possono avere un impatto sulla salute e risultati sanitari diseguali tra la popolazione. Di conseguenza, i decisori dei diversi dipartimenti governativi dovrebbero prestare maggiore attenzione al lavoro come determinante sociale della salute.

Questo è il messaggio chiave di una serie di tre articoli pubblicati oggi su una delle riviste mediche più importanti al mondo, The Lancet . Nella serie, gli autori sostengono che il lavoro non viene utilizzato al massimo delle sue potenzialità come mezzo per affrontare le disuguaglianze sanitarie.

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USA. Per sconfiggere il caldo: “Non possiamo fare affidamento sul management”. Dobbiamo mantenerci al sicuro a vicenda’

Fonte LaborNotes che ringraziamo

Autrice.  Alexandra Bradbury è la direttrice di Labor Notes.al@labornotes.org

La morte dell’autista UPS Chris Begley, 57 anni, collassato in agosto mentre effettuava una consegna nella temperatura di 43 gradi del Texas, non è stato un incidente isolato.

Monitorare i colleghi per individuare eventuali segni di esaurimento da calore è diventata una caratteristica di routine del lavoro, afferma il collega autista Seth Pacic, un rappresentante sindacale del sindacato di Begley, Teamsters Local 767.

Pacic ha imparato a discernere al telefono quando un collega ha bisogno di trovare l’aria condizionata al più presto e quando si sta deteriorando così gravemente che dovrebbe chiamare i paramedici e coraggiosa ira della direzione.

Il problema è che i manager cercano sempre di accelerare i tempi dei lavoratori e sono riluttanti a chiamare un’ambulanza perché segnalano quei numeri ai dirigenti più alti.

Quando un supervisore raggiunse Begley, gli offrirono cure mediche, ma lui le rifiutò, quindi lo portarono a casa. “Qui sta uno dei maggiori problemi: questi supervisori non sono addestrati su cosa fare con il calore”, ha detto Pacic.

“Non puoi fidarti delle persone quando dicono che stanno bene. A causa della natura dell’esaurimento da calore, la tua acutezza mentale è la prima cosa da perdere. Diventi davvero confuso.

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Se tuer au travail ? Non merci !

En 2021, selon les derniers chiffres publiés par l’assurance maladie, 645 personnes ont été victimes d’un accident du travail mortel. Or ces chiffres ne tiennent compte que des travailleurs soumis au régime général.
Pxhere, CC BY

Anne Marchand, Université Sorbonne Paris Nord

Les récentes mobilisations sociales contre le report de l’âge légal de la retraite ont rappelé que l’activité professionnelle n’était pas toujours synonyme de bonne santé. Au contraire, le travail peut user, mentalement et physiquement, jusqu’à parfois devenir « insoutenable ».

Il peut aussi tuer, brutalement. Ainsi, le 29 juin 2023, un technicien en télécommunications âgé de 46 ans est mort d’une chute d’environ 20 m alors qu’il travaillait sur un pylône électrique, à Arques, dans le Pas-de-Calais. Six jours plus tôt, André Serena Nunes, 34 ans, cordiste sur le chantier de sécurisation d’une falaise, perdait la vie à la suite d’une chute de 15 mètres, à Oulles, en Isère. Son nom s’ajoute à ceux figurant sur la longue liste des personnes qui, chaque année, décèdent de leur travail. Certaines sont très jeunes, comme Peter Menanteau, un apprenti de 17 ans décédé le 17 juillet 2023 en chutant avec son engin dans une carrière, à Essarts-en-Bocage, en Vendée. Continua a leggere “Se tuer au travail ? Non merci !”

Northern Europe faces biggest relative increase in uncomfortable heat and is dangerously unprepared – new research

Northern Europe will experience the greatest relative increase in uncomfortably hot days if global temperature rise reaches 2℃.
DRG Photography/Shutterstock

Jesus Lizana, University of Oxford; Nicole Miranda, University of Oxford, and Radhika Khosla, University of Oxford

Limiting the global temperature rise to 1.5℃ is getting harder. A recent UN report even stated that there is now “no credible pathway” to achieve this goal.

Our planet has entered uncharted territory, with all kinds of records being broken. For four consecutive days at the start of July 2023, Earth experienced its hottest day on record. And the North Atlantic Ocean is currently experiencing the highest sea-surface water temperatures ever recorded.

There is a good chance that many more temperature records will be broken in the coming months. A heatwave is currently sweeping across large parts of southern Europe, with temperatures expected to exceed 40℃ in parts of Italy, Spain, France and Greece. There’s even a chance that the current European temperature record of 48.8℃, could be broken.

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Ricerca Ires Cgil ER – Il sindacato nel lavoro che cambia . Effetti della pandemia e sfide future

Appunti da una ricerca della Filcams Cgil Emilia-Romagna

Questo volume raccoglie i risultati di un percorso di ricerca volto a cogliere le trasformazioni del lavoro nel settore dei servizi nel corso della pandemia. Il Covid-19 ha sicuramente rappresentato un acceleratore delle disuguaglianze sociali, economiche e occupazionali mettendo a nudo fragilità e vulnerabilità del mondo del lavoro, anche in Emilia-Romagna. Non tutti i settori hanno reagito allo stesso modo registrando dinamiche contrastanti e spesso divergenti. Il settore dei servizi contiene al suo interno comparti che dalla pandemia escono profondamente ristrutturati, in trasformazione o in crescita.

Qui il link alla scheda del libro (clicca qui)

Destreggiarsi tra lavori online e lavori offline

…. per capire meglio quali sono le nuove forme di organizzazione del lavoro e le relative condizione di lavoro e di vita nel lavoro …. editor

 

FONTE:  ETUI.ORG

Come i mercati del lavoro locali stanno guidando la crescita del lavoro su internet e sulle piattaforme

Le piattaforme di lavoro online stanno ridefinendo il mondo del lavoro, ma ancora oggi si sa poco sui fattori che spingono i lavoratori a impegnarsi in questo tipo di attività. Gli studi precedenti si sono concentrati sulle preferenze individuali e sulle caratteristiche del lavoro, come la flessibilità o le basse barriere all’ingresso, ma il ruolo relativo di questi fattori di attrazione è limitato, dato il diffuso malcontento dei lavoratori e le condizioni generalmente precarie e instabili, per molti aspetti simili a quelle del settore informale e a basso salario. Questo documento di lavoro amplia i quadri attuali considerando il ruolo del contesto economico e occupazionale locale nello spiegare la prevalenza del lavoro su Internet e sulle piattaforme.

La nostra analisi utilizza l’indagine ETUI sul lavoro su Internet e sulle piattaforme, condotta nella primavera e nell’autunno del 2021, con dati rappresentativi a livello transnazionale che coprono 14 Paesi europei. I risultati mostrano una maggiore probabilità di impegnarsi nel lavoro online in regioni con peggiori opportunità offline, ovvero con meno posti di lavoro e di qualità complessivamente inferiore. Dato che il lavoro su Internet è spesso una fonte di reddito secondaria, è probabile che questo rifletta una maggiore destrezza tra lavori offline e online, dovuta alla crescente insicurezza economica e lavorativa.

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)

La presentazione originale 

Il file pdf della pubblicazione 

 

L’instabilité des revenus, une source de mal-être de plus en plus répandue

Uber, une entreprise emblématique de la gig economy.
Wikimedia commons, CC BY-SA

Gordon M. Sayre, EM Lyon Business School

Les entreprises de la gig economy (ou économie à la tâche) mettent régulièrement en avant la liberté dont jouissent leurs employés pour organiser leur emploi du temps comme l’une des principales raisons pour préserver le statut de travailleur indépendant (généralement des autoentrepreneurs en France). Le site Internet d’Uber, par exemple, recrute ses chauffeurs en valorisant la flexibilité que permet son application, le tout appuyé par des statistiques démontrant à quel point leurs chauffeurs tiennent à cette indépendance. D’autres acteurs comme les entreprises américaines de livraison de nourriture DoorDash et Instacart, font appel aux mêmes arguments dans leur communication.

Il existe cependant un désagrément lié à cette flexibilité excessive, et celui-ci est rarement abordé : au lieu de recevoir un salaire horaire, les travailleurs indépendants sont rémunérés pour chaque tâche effectuée, sans garantie de salaire minimum. Sans revenus garantis, ces travailleurs sont victimes d’une « volatilité de rémunération », c’est-à-dire que leurs revenus sont soumis à des fluctuations fréquentes.

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Umani al lavoro come sosia dei robot ? Perchè e cosa fare rispetto alla Great Resignation ? Podcast di Diario Prevenzione – 26 gennaio 2023 – Puntata n° 104

(a cura di Gino Rubini)

In questa puntata parliamo di :

– Cosa significa la grande ondata di dimissioni volontarie dai posti di lavoro (Great Resignation) in atto in Italia e in molti paesi occidentali ?
– CIIP.PRIMO DOCUMENTO DI CONSENSO. DALLO STRESS LAVORO CORRELATO ALLA PREVENZIONE DEI RISCHI PSICOSOCIALI
– NUOVO SONDAGGIO: I LAVORATORI DI AMAZON IN 8 PAESI AFFERMANO CHE IL MONITORAGGIO INTRUSIVO LI STA RENDENDO MALATI E ANSIOSI
– I lavoratori di Tesla hanno paura di denunciare il peggioramento delle condizioni di lavoro
– INFORTUNI MORTALI SUL LAVORO: ANCORA DATI ALLARMANTI

 

TUC – Newsletter Risks Tuc 1074 -11 gennaio 2023

Riprendiamo dalla newsletter settimanale Risks 1074 – 11 gennaio 2023 del sindacato inglese Trade Union alcune notizie significative sulle criticità della gestione dei rischi in questa fase in Inghilterra. 

Conto alla rovescia per salvare diritti di lavoro vitali

Un disegno di legge all’esame del parlamento britannico potrebbe veder spazzate via una serie di protezioni, ha avvertito il TUC. Il disegno di legge sull’annullamento e la riforma del diritto dell’UE (revoca e riforma) potrebbe veder cancellati i diritti alla salute e alla sicurezza derivati ​​da, o rafforzati dal, diritto dell’UE. Secondo il TUC “significativi diritti in materia di salute e sicurezza, in particolare il cosiddetto insieme di regolamenti ‘six pack’ che include il principale insieme di regolamenti in questo settore, i regolamenti sulla gestione della salute e sicurezza sul lavoro del 1999 e altri che coprono simili manipolazione e l’uso di dispositivi di protezione, sarebbe a rischio. L’organo sindacale ha affermato che “sta lavorando a stretto contatto con un’ampia coalizione… e persino con gruppi di datori di lavoro per trasmettere il nostro messaggio che questo disegno di legge deve essere ritirato”.
Blog TUC . Assicurati di dire la tua – scrivi al tuo deputato .

 


Vigili del fuoco colpiti da cancro, ictus e problemi cardiaci

I vigili del fuoco hanno molte più probabilità di morire di cancro, infarto e ictus rispetto al pubblico in generale, secondo un nuovo studio sostenuto dalla FBU. Il loro tasso di mortalità per tutti i tumori è 1,6 volte superiore a quello del resto della popolazione, secondo la ricerca condotta dall’Università del Central Lancashire per il sindacato. I lavoratori hanno anche cinque volte più probabilità di morire per infarto e tre volte più suscettibili agli ictus, ha rivelato il documento. La maggiore esposizione dei vigili del fuoco a contaminanti e tossine del fuoco è quasi certamente la causa, ha avvertito il sindacato, chiedendo un’immediata azione preventiva.
Comunicato stampa FBUGuardian . Notizie della BBC in linea .

 


I tumori da amianto sono in aumento nelle donne

I casi del mortale mesotelioma del cancro dell’amianto sono in aumento nelle donne che sono entrate a far parte della forza lavoro decenni fa, mostrano le ultime statistiche. Mentre gli uomini rappresentano la maggior parte dei casi di mesotelioma, i casi tra le donne sono aumentati del 93% tra il 1993 e il 2018, rispetto al 47% negli uomini. “La percentuale di donne a cui è stato diagnosticato il mesotelioma non è mai stata così alta”, ha commentato Dean Fennell, professore di oncologia medica toracica presso l’Università di Leicester. “Dato che la malattia può richiedere decenni per svilupparsi, questo aumento sembra coincidere con il momento in cui più donne sono entrate a far parte della forza lavoro dagli anni ’50 in poi”. Ci sono oltre 2.500 morti per mesotelioma in Gran Bretagna ogni anno.
Statistiche sul mesotelioma per la Gran Bretagna, 2022 , HSE, novembre 2022. Daily Mail .


Pari preoccupati per il piano per abrogare le leggi dell’UE

I membri della Camera dei Lord si stanno preparando a rallentare i tentativi di eliminare migliaia di atti legislativi dell’Unione Europea, con qualche avvertimento che non vi è alcuna possibilità che il disegno di legge passi entro la fine del 2023 come promesso. Colleghi ed esperti di gruppi imprenditoriali, sindacati e campagne ambientali hanno tutti avvertito che una tale scadenza non è praticabile. Robin Hodgson, il presidente conservatore del comitato di controllo della legislazione secondaria dei Lord, ha dichiarato: “Siamo piuttosto preoccupati per ciò che questo significherà in termini di carico di lavoro e praticabilità”. Tim Sharp, responsabile delle politiche del TUC, ha dichiarato: “Siamo preoccupati per i diritti di maternità, la retribuzione delle ferie, la legislazione sulla salute e la sicurezza. È un lavoro enorme capire quali regolamenti vogliono mantenere, quali vogliono cambiare e quali vogliono abbandonare”.    The Guardian


Canada: il “principale datore di lavoro” che ha continuato a uccidere

Il 7 luglio 2022, un lavoratore di 26 anni è stato ucciso nell’impianto di sabbie bituminose di Suncor Energy, uno dei cinque morti nei cantieri dell’azienda in Alberta, in Canada, in soli due anni. Lo scarso livello di sicurezza di Suncor ha portato il suo CEO Mark Little a dimettersi nel luglio 2022. Quattro mesi dopo, il 18 novembre 2022, il quotidiano nazionale Globe and Mail ha pubblicato un rapporto che nominava Suncor uno dei 100 migliori datori di lavoro del Canada nel 2023, provocando una reazione negativa da parte della salute sul lavoro ed esperti di sicurezza.
Il Tyee . Globe and Mail: i 100 migliori datori di lavoro del Canada 2023 .

Per leggere tutte le notizie della newsletter Risks  1074 clicca QUI

 

 

I lavoratori di Tesla hanno paura di denunciare il peggioramento delle condizioni di lavoro

I numeri del telelavoro raddoppiano nell’UE a 41,7 milioni nel 2021 portando un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, maggiore autonomia ma orari di lavoro più lunghi e isolamento

 

Fonte Eurofound che ringraziamo

Condizioni di lavoro

Osservatorio: 

41,7 milioni di persone hanno telelavorato in tutta l’UE nel 2021, il doppio rispetto al 2019, poiché le restrizioni dovute al COVID-19 e i cambiamenti nella cultura del lavoro hanno avuto un impatto significativo sull’organizzazione del lavoro. Anche se nel 2022 c’è stato un piccolo calo, questa tendenza al rialzo del telelavoro è destinata a riprendere poiché gli sviluppi tecnologici stanno aumentando il numero di posti di lavoro adatti al telelavoro e le preferenze dei dipendenti e dei datori di lavoro sono maggiormente orientate verso il lavoro a distanza. Continua a leggere “I numeri del telelavoro raddoppiano nell’UE a 41,7 milioni nel 2021 portando un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, maggiore autonomia ma orari di lavoro più lunghi e isolamento”

I sindacati dei trasporti accolgono con favore i progressi del Parlamento europeo sulla direttiva sui lavori su piattaforma

I lavoratori delle piattaforme si sono incontrati alla scuola estiva ITF Youth di quest’anno per discutere e pianificare la via da seguire per il settore

Il Parlamento europeo ha respinto i tentativi dell’industria delle piattaforme di indebolire una proposta di legge che conferisce ai propri lavoratori diritti dignitosi.

Il voto della scorsa settimana a favore del mantenimento di una forte presunzione di occupazione nella direttiva sui lavori su piattaforma da parte della commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo è stato accolto con grande favore dalla Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti (ITF).

“C’è stata una rissa tra i legislatori progressisti e la lobby delle piattaforme sulla formulazione di questa direttiva”, ha affermato Stephen Cotton, segretario generale dell’ITF. “Non dovrebbe esserci alcun margine di manovra per consentire alle piattaforme di eludere le proprie responsabilità di datori di lavoro: questo è ciò per cui hanno fatto pressioni e sono lieto di dire che la commissione per l’occupazione del Parlamento europeo ha impedito che ciò accadesse.

“Abbiamo avvertito che questa è la tattica delle piattaforme e dobbiamo ringraziare gli eurodeputati per aver resistito a questa pressione”. Continua a leggere “I sindacati dei trasporti accolgono con favore i progressi del Parlamento europeo sulla direttiva sui lavori su piattaforma”

Tre operai sono morti sul lavoro in Piemonte, Emilia Romagna e Campania.

 

 

Le modalità di accadimento di queste tragedie sono analoghe: traumi da schiacciamento. Sono le stesse tipologie di accadimento e di lesioni degli infortuni che avvenivano negli anni 50 e 60 del secolo scorso . Nella provincia torinese un operaio di 41 anni è stato travolto e schiacciato da numerosi tubi di metallo in un magazzino della Alessio Tubi. A dare l’allarme sono stati i colleghi di lavoro, ma quando sono arrivati i vigili del fuoco e il personale medico per l’uomo non c’era più nulla da fare. Alcune ore prima, una operaia di 50 anni è morta a Borgonovo, in provincia di Piacenza, dopo un incidente in una vetreria . Secondo quanto dichiarato dai carabinieri di Piacenza, la donna sarebbe rimasta schiacciata tra un macchinario che trasporta il vetro e un macchinario per i bancali. Gli operatori sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che rilevare il decesso.

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Amianto – la proposta di Direttiva della Commissione UE: un passo avanti e uno indietro

 

Fonte AFeVA Emilia-Romagna

Bologna, 25 ottobre 2022

Il 28 settembre 2022, la Commissione Europea ha avanzato una Proposta di Direttiva che modifica l’attuale direttiva UE sull’amianto indirizzata al Parlamento Europeo, agli Stati membri con la Commissione che chiede una rapida approvazione. Una volta adottata, gli Stati membri avranno due anni per recepire la direttiva nel diritto nazionale.

I dati da cui parte la decisione di modifica delle direttive sull’amianto sono terribili: nel 2019 l’esposizione ad amianto ha causato 70.000 vittime nell’Unione Europea, il 78% dei tumori professionali sono dovuti all’amianto e diventano l’88% per i tumori polmonari.

A causa dei lavori di ristrutturazione del patrimonio edilizio, il numero di lavoratori esposti all’amianto attualmente (fra 4,1 e 7,3 Milioni) potrebbe aumentare del 4% all’anno nei prossimi 10 anni.

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Workers doing vigorous, tiring activity all day no healthier than those who are least active

A study by IWH finds six patterns of daily movement among Canadians, all but one associated with lower heart risks when compared to the most sedentary

Which of the following workers have a healthier heart? The desk-bound office worker who bikes to work and jogs at night? The health-care worker who constantly shifts gears between light duties and highly physical tasks? Or the construction worker whose job is strenuous from the beginning to end of a shift?

A study by the Institute for Work & Health (IWH) explored these questions using, for the first time, a large and nationally representative sample of Canadian workers and minute-to-minute activity tracker data.

It found Canadian workers’ physical activity habits generally fall into one of six patterns. Not surprisingly, one of the largest groups of workers, making up 31 per cent of the sample of 8,909 participants, are those with low physical activity. These might be, for example, people who commute mostly by car, get up from their desks just to go to the water cooler, and do only light activity such as short walks and household chores in their off-hours.

Compared to this group—let’s call them the sedentaries as a shorthand—almost all other groups have better heart health down the road. Whether they’re fitness buffs or only on the move mainly for work, almost all workers who do various levels of moderate or intense physical activity throughout the week have lower risks of cardiovascular diseases 10 years later. Continua a leggere “Workers doing vigorous, tiring activity all day no healthier than those who are least active”

ETUI. Personale di cabina Ryanair in sciopero per condizioni di lavoro e retribuzione precarie

 

 

Credito fotografico: European Cockpit Association (ECA)

FONTE ETUI

Venerdì 24 giugno 2022, i sindacati del personale di cabina Ryanair in Belgio, Portogallo e Spagna hanno annunciato uno sciopero di tre giorni sui salari e le condizioni di lavoro. Gli equipaggi in Francia e in Italia avrebbero dovuto scioperare questo fine settimana, mentre il personale in Spagna avrebbe dovuto scioperare il 30 giugno e l’1 e 2 luglio.

I sindacati denunciano il mancato rispetto da parte di Ryanair delle leggi nazionali sul lavoro, in particolare per quanto riguarda il salario minimo, e sollecitano l’azienda a migliorare le condizioni di lavoro. In Belgio, i sindacati ACV e BBTK hanno affermato che Ryanair non ha rispettato il diritto del lavoro belga per alcuni lavori prima e dopo il volo. In effetti, i contratti dei lavoratori non si basano sull’ordinamento giuridico del loro paese di residenza, ma solo su quello irlandese, il che consente all’azienda irlandese di essere ermetica alle richieste dei suoi dipendenti. Inoltre, i lavoratori non hanno sempre accesso ai benefici pubblici del proprio paese, poiché sono soggetti alla legge irlandese sul servizio civile.

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Fuoriuscire dalle emergenze . Percorsi e ricorsi. Podcast di Diario Prevenzione – 20 maggio 2022 – Puntata n° 98 *

 

Di cosa parliamo in questa puntata ?

– … E dopo il COVID? La formazione come strumento e metodo per una prevenzione efficace

– INAIL. PREVENZIONE E CONTROLLO DELLA RESISTENZA ANTIMICROBICA PER I LAVORATORI ESPOSTI NEGLI ALLEVAMENTI AVICOLI E SUINICOLI
– Quaderno nucleare Armi nucleari degli Stati Uniti, 2022 Hans M. Kristensen& Matt Korda
– Covid 19 e equità: sintesi delle evidenze
– Il rapporto OXFAM sul lavoro in Italia .DISUGUITALIA Ridare valore, potere e dignità al lavoro
– Una storia di lotte per la salute e la sicurezza in fabbrica

Settimane di 75 ore per Shein: Public Eye guarda dietro il fronte sfarzoso del gigante cinese della moda online

Fonte : Hazards.org e Pubbliceye.ch  che ringraziamo

È stato scoperto che i lavoratori della catena di approvvigionamento per il nuovo ragazzo della moda veloce Shein, che lavoravano in sei siti a Guangzhou, lavoravano per 75 ore alla settimana nell’indagine della Public Eye , con sede in Svizzera . I ricercatori cinesi del gruppo – le cui identità sono state tenute segrete per la loro protezione – hanno visitato 17 delle 1.000 fabbriche che riforniscono Shein e la sua società madre Zoetop, vicino alla sede centrale di Shein a Guangzhou. Ha intervistato 10 lavoratori nei siti, che all’epoca ricevevano ordini esclusivamente da Shein.

I siti includevano laboratori informali “senza uscite di emergenza e con finestre sbarrate che avrebbero implicazioni fatali in caso di incendio”, ha affermato Public Eye. I lavoratori dell’abbigliamento hanno rivelato di lavorare su tre turni al giorno, spesso con un solo giorno libero al mese. Ciò viola le leggi locali sul lavoro, che stabiliscono una giornata lavorativa massima di otto ore e una settimana lavorativa massima di 40 ore.

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Vittorie storiche per i lavoratori di Just Eat e Deliveroo in Europa

Fonte : Uniglobalunion.org

I lavoratori delle consegne di cibo presso Just Eat in Spagna e Deliveroo nei Paesi Bassi saranno ora coperti da contratti collettivi che forniscono una serie di vantaggi e diritti, grazie alle importanti vittorie degli affiliati UNI Global Union in entrambi i paesi.

Il contratto collettivo tra Just Eat Spain – la più grande piattaforma di consegna del paese con 2,5 milioni di utenti – e i sindacati spagnoli CCOO e UGT, è il primo del suo genere ed è soggetto alla nuova legge spagnola sui passeggeri che classifica i corrieri di consegna di cibo come dipendenti. L’accordo garantisce 30 giorni di ferie annuali, una giornata lavorativa massima di nove ore e tutele per la salute e sicurezza per gli addetti alle consegne in azienda.

In base all’accordo, entrato in vigore dall’inizio di gennaio 2022, gli addetti alle consegne avranno anche il diritto alla disconnessione e alla privacy dalla sorveglianza digitale.

Altrove in Europa, un giudice nei Paesi Bassi si è pronunciato a favore di una causa intentata dalla filiale olandese di UNI, FNV, contro la multinazionale di consegne di cibo, Deliveroo. Ciò significa che i fattorini di Deliveroo sono ora coperti dal contratto collettivo di trasporto di merci di FNV, che consente loro di beneficiare di una paga oraria fissa, di ferie e malattia e di un pagamento durante i tempi di attesa, nonché di altri vantaggi. La sentenza si applica retroattivamente a tutti i fattorini che attualmente o precedentemente hanno lavorato in Deliveroo, e i riders sono invitati a presentarsi a FNV per rivendicare congiuntamente un contratto di lavoro ai sensi del nuovo contratto collettivo.

Il verdetto arriva dopo che un altro caso d’appello ha stabilito che i fattorini sono dipendenti e non liberi professionisti, come affermato da Deliveroo.

Willem Dijkhuizen, manager di FNV Transport & Logistics, ha dichiarato: “Questa sentenza è di nuovo una buona notizia per gli addetti alla consegna dei pasti. Poiché ora rientrano in questo contratto collettivo di lavoro, le loro condizioni di lavoro sono regolate correttamente e hanno certezze sul loro reddito”.

“SE ATENE PIANGE SPARTA NON RIDE” . SI PRIVILEGI IL DIALOGO 

  Fonte Smips.org 

 

 

di Francesco Domenico Capizzi*

La contrapposizione aperta fra cittadini no-vax, da una parte, e Istituzioni politiche e scientifiche, sostenute da una larga maggioranza di cittadini, dall’altra, rischia di concludersi con quanto la sapienza antica ha mirabilmente voluto rappresentare nell’espressione “se Atene piange Sparta non ride”: qualunque sarà l’esito della tensione crescente le conseguenze socio-sanitarie della pandemia danneggeranno, comunque, ambedue i contendenti, compresa la frazione, anche se maggioritaria, che prevarrà. Tali saranno i guasti prodotti sul piano sociale da poterli assimilare agli effetti di una guerra, anche se vinta. Vi saranno innumerevoli “morti e feriti” ed uno sconquasso sociale assimilabile al periodo post-bellico che ricadrà su tutti indistintamente e irrimediabilmente.

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Svizzera.Una vita di corsa per pochi spiccioli

 

foto wikimedia

 

Fonte : areaonline.ch

«La giornata iniziava con l’ambiente infernale del magazzino Dpd di Giubiasco. Alle sei eravamo tutti lì. C’eravamo noi, i trentacinque corrieri suddivisi fra i tre padroncini subappaltori di Dpd, attorniati dai loro capetti la cui unica funzione è quella di spronare noi corrieri a correre, correre, senza fermarci mai. Spronare non è la parola giusta. Ad insultarci, denigrarci affinché fossimo sempre più veloci, perché fruttassimo loro sempre di più. Lo sfogo era a cascata, dal padroncino al capetto, dal capetto ai corrieri, dal corriere fisso a quello ingaggiato a ore. L’aria era densa di aggressività. La stanchezza faceva sì che ci si odiava l’uno con l’altro, senza una vera ragione. Due ore d’inferno quotidiane a caricare i pacchi nel furgone pronto per partire con le 150 o più consegne di quel giorno. Ai piani alti, la direzione del magazzino, i soli alle dipendenze dirette della Dpd. “I vostri problemi non mi riguardano” rispondeva a noi corrieri il direttore di allora (poi sostituito). “Parlo solo coi padroncini, gli unici con cui abbiamo un contratto”».

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DIGITALIZZAZIONE INDUSTRIALE

Segnalazione Rapporti di Ricerca

 

Un’inchiesta sulle condizioni di lavoro e salute
di Dario Fontana

Franco Angeli Editore Collana Sociologia del lavoro

Argomenti : Sociologia economica, del lavoro e delle organizzazioni

Condotta attraverso la partecipazione attiva di lavoratori e delegati sindacali, questa ricerca mette in luce le condizioni di chi quotidianamente opera nei processi 4.0. L’indagine si è mossa all’interno di otto aziende suddivise in sei settori produttivi: agroalimentare, metalmeccanico, della ceramica, biomedicale, logistico, bancario. Da un approccio multi-strumento e interdisciplinare risulta un questionario d’inchiesta che ha visto coinvolti più di mille lavoratori e lavoratrici e ha analizzato le condizioni di lavoro da diversi punti di vista, con un particolare focus sui principali effetti sulla salute.
Presentazione del volume

Negli ultimi anni – e fra i pilastri della progettazione sociale postpandemica – la tecnologia digitale è assurta a nuovo vettore di trasformazione dei sistemi produttivi. Contemporaneamente, il dibattito mediatico sulla digitalizzazione industriale – pur non nascondendo le contraddizioni sulla tenuta occupazionale – tende a tracciare scenari rassicuranti rispetto alla futura qualità del lavoro. In questa cornice la tecnologia viene generalmente intesa come di per sé foriera di emancipazione, mentre rimane opaco il ruolo che i diversi interessi socioeconomici ricoprono nel direzionarne gli sviluppi.
La ricerca esposta nel volume, condotta attraverso la partecipazione attiva di lavoratori e delegati sindacali, mette in luce le condizioni di chi quotidianamente opera nei processi 4.0. L’indagine si è mossa all’interno di otto aziende suddivise in sei settori produttivi: agroalimentare, metalmeccanico, della ceramica, biomedicale, logistico, bancario.
Da un approccio multi-strumento e interdisciplinare risulta un questionario d’inchiesta che ha visto coinvolti più di mille lavoratori e lavoratrici e che ha analizzato le condizioni di lavoro da diversi punti di vista: intensificazione e standardizzazione; spazio di decisionalità; rapporto di autodeterminazione uomo/macchina e controllo aziendale; relazioni socio-organizzative; insicurezza del lavoro; soddisfazione del lavoro; rapporto fra lavoro e salute. Particolare risalto si è inoltre dato ai principali effetti sulla salute: rischio stress-lavoro correlato, salute mentale, disturbi muscolo-scheletrici.
La direzione dello sviluppo tecnologico sembra proiettare i lavoratori verso una produzione estremamente intensificata, escludendoli da forme efficaci di controllo decisionale. Inoltre, nel complesso del rapporto lavoro-salute, emerge una condizione fortemente a rischio e una narrazione consapevole degli effetti negativi che intercorrono al suo interno. Bisognerebbe dunque chiedersi se le attuali politiche di digitalizzazione industriale stiano veramente tracciando un reale orizzonte di benessere collettivo o stiano invece volgendo verso un inasprimento delle condizioni di lavoro. >>> leggi l’anteprima 

Dario Fontana è attualmente ricercatore di Sociologia del lavoro presso la Struttura Complessa a Direzione Universitaria “Servizio Sovrazonale di Epidemiologia” di Torino. I suoi principali ambiti di ricerca riguardano il rapporto fra lavoro e salute, l’organizzazione del lavoro, la qualità del lavoro e la salute e sicurezza sul lavoro.

Etui. Condizioni di lavoro letali al porto del Pireo in Grecia

 

Fonte  ETUI.ORG

I dipendenti Cosco hanno iniziato uno sciopero di 24 ore dopo che un incidente a un molo per container nel porto del Pireo è costato la vita a un lavoratore di 45 anni. L’operaio aveva appena terminato il suo turno ed era tornato a raccogliere alcuni effetti personali quando è stato colpito a morte dalla gru del container. Le indagini sono attualmente in corso.

A seguito delle pressioni dei creditori per le privatizzazioni in termini di programma di salvataggio della Grecia, nel 2016 il 51% del porto del Pireo è stato venduto a Cosco, un fornitore di servizi logistici e di spedizione cinese di proprietà statale. Martedì, la società ha acquisito un altro 16% di azioni dell’Autorità Portuale del Pireo e ora controlla il 67% di uno dei più grandi porti d’Europa. Tuttavia, i lavoratori portuali e l’opposizione si lamentano da tempo delle dure condizioni di lavoro che causano affaticamento a lungo termine ai dipendenti, malattie professionali e incidenti.

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Podcast di Diario Prevenzione. Tragedia all’Interporto di Bologna. Operaio di 22 anni perde la vita schiacciato durante un’operazione di carico di un camion.

Podcast di Diario Prevenzione – 21 ottobre 2021 – n° 91

– Un giovane, originario di Guinea Bissau, di 23 anni è morto la notte scorsa durante il lavoro di carico/scarico di un camion, schiacciato tra la ribalta del magazzino e il mezzo. L’operaio, secondo le prime informazioni era al terzo giorno di lavoro come facchino dell’hub Sda, alle dipendenze di un’agenzia interinale.
– Alcune riflessioni sul Decreto Sicurezza sul lavoro approvato dal CdM.

 

 

Lunghe ore di lavoro uccidono più lavoratori che gli infortuni

Fonte: Health Policy Watch 

18/09/2021 • Kerry Cullinan

I maggiori killer dei lavoratori sono gli ictus e le malattie cardiache associate a lunghi orari di lavoro – oltre 55 ore a settimana.

Questo è secondo un rapporto congiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), la prima valutazione comparativa globale del rischio del carico di malattia correlato al lavoro, pubblicato venerdì.

Le malattie associate a lunghi orari di lavoro hanno rappresentato quasi il 40% dei decessi globali nel 2016, circa 750.000 decessi. Le persone del sud-est asiatico e del Pacifico occidentale, gli uomini e le persone con più di 54 anni erano più a rischio.

Gli infortuni sul lavoro sono stati la prima causa di morte dei lavoratori, rappresentando il 19,4% dei decessi (360.000 decessi) – circa la metà dei decessi causati da lunghe ore di lavoro. I lavoratori più a rischio di infortuni sono stati quelli dei settori edile, dei trasporti, manifatturiero e agricolo.

L’esposizione sul posto di lavoro all’inquinamento atmosferico (particolato, gas e fumi) è stata responsabile di 450.000 morti.

L’articolo prosegue alla fonte:  Long Working Hours Kill More Workers Than Injuries

Podcast Diario Prevenzione – 25 giugno 2021 – Puntata n° 86

a cura di Gino Rubini

In questa puntata parliamo di :

– Un nuovo rapporto afferma che sono necessarie azioni e investimenti governativi urgenti contro la resistenza antimicrobica. L’articolo:  “Resistenza agli antimicrobici” 23/06/2021 • Raisa Santos su Health Policy Watch su Health Policy Watch
– Canada, uno studio IWH. Procedure OHS più deboli, le politiche spiegano i maggiori rischi di infortuni dei piccoli datori di lavoro
L’homme machine 
UNISON GB . La solidarietà internazionale è la chiave per contrastare i regimi autoritari
il Dossier di INRS : AGENTS SENSIBILISANTS
– Il periodico ” Lavoro e Salute”, un magazine online fuori dal coro.

 

Serve una pandemia per rilanciare il dialogo sociale europeo?

 

Fonte Etui.org

Centinaia di migliaia di lavoratori stagionali devono attraversare l’Europa all’inizio dell’estate 2020 per aiutare con i raccolti, ma devono affrontare un mosaico di regole di frontiera incoerenti. Pescatori europei bloccati nell’Atlantico a causa della chiusura dei porti di sbarco in Senegal e Costa d’Avorio. I lavoratori commerciali nelle principali città sono stati aggrediti per la carenza di determinati beni e le misure obbligatorie di allontanamento sociale. Stampanti di fronte alla carenza di solventi a causa dell’esplosione della domanda di gel idroalcolico. Tecnici delle telecomunicazioni vessati perché, secondo i rumor, il 5G favorirebbe la pandemia. In che modo datori di lavoro e lavoratori hanno affrontato situazioni a volte del tutto inaspettate?

Un recente studio dell’Istituto sindacale europeo (ETUI) ha esaminato le negoziazioni sociali tra rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori a livello settoriale europeo. Circa 30 settori di attività economica, che vanno dall’industria dell’ospitalità ai servizi di sicurezza privati, inclusi turismo, trasporti, agricoltura e pesca, intrattenimento dal vivo, ecc. sono state vagliate alla luce delle misure adottate o richieste all’Europa e ai governi per cercare di superare le conseguenze concrete della pandemia nel loro settore.

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Covid 19 e lavoro mortale: Regno Unito e Francia a confronto

 

Dal sito inglese  Hazards.org riportiamo questo articolo assai significativo sull’esperienza dei lavoratori essenziali britannici durante la pandemia con una comparazione con le condizioni di lavoro dei colleghi francesi

Nell’ultimo anno, sia il governo del Regno Unito che quello francese hanno descritto i lavoratori essenziali come eroi che incarnano il dovere esemplare e il sacrificio di sé di fronte a una guerra contro “un nemico invisibile”.

Dietro questa retorica, i lavoratori chiave sono stati trattati da entrambi i governi come una risorsa sacrificabile che sono stati deliberatamente esposti a morte evitabile nel loro lavoro quotidiano. Ciò che caratterizza i lavoratori chiave in realtà è che il loro valore del lavoro, durante la pandemia, ha sostituito il loro diritto alla vita. I lavoratori di entrambi i paesi sono stati costretti a lavorare in luoghi di lavoro non sicuri in risposta agli interessi economici e le loro vite sono state sacrificate al servizio di lavori “essenziali”.

Mentre sia il Regno Unito che la Francia hanno seguito politiche del lavoro simili, i lavoratori francesi sono stati bloccati con protezioni sociali e occupazionali molto più forti, il che significava che erano meno esposti a rischi mortali rispetto alle loro controparti britanniche.

Chi è essenziale?

Quale valore attribuiscono i governi alla vita dei lavoratori in un momento di crisi globale senza precedenti? Di fronte a una profonda crisi sanitaria, i governi britannico e francese hanno seguito una linea politica notevolmente simile. Ciò consisteva nell’identificare i lavoratori chiave che sarebbero stati obbligati a continuare a lavorare durante la pandemia nell’interesse della popolazione nel suo insieme, ma a rischio personale per la propria vita.

Ciò consisteva nell’identificare i lavoratori chiave che sarebbero stati obbligati a continuare a lavorare durante la pandemia nell’interesse della popolazione nel suo insieme, ma a rischio personale per la propria vita. I leader politici hanno inquadrato il lavoro essenziale in termini di esigenze della crisi sanitaria e della grave emergenza nazionale che si stava manifestando. Nel suo discorso del 16 marzo 2020, il presidente francese Emmanuel Macron ha ripetuto sei volte la frase “siamo in guerra”. Nel frattempo, il primo ministro britannico Boris Johnson ha dichiarato “siamo impegnati in una guerra contro questa malattia che dobbiamo vincere” e ha osservato “questo nemico può essere mortale”.

In realtà, la nozione di “lavoro essenziale” è stata orientata fin dall’inizio verso le priorità economiche piuttosto che verso le preoccupazioni per la salute.

Mentre il governo del Regno Unito ha stabilito elenchi di lavoratori essenziali nei settori della sanità, dell’assistenza sociale, della vendita al dettaglio, dei trasporti, delle comunicazioni, dei servizi finanziari e dei servizi pubblici, il termine è stato rapidamente esteso per riferirsi a chiunque non potesse lavorare da casa. Il consiglio del governo del 23 marzo 2020 era: “Se non puoi lavorare da casa, puoi viaggiare per motivi di lavoro”.

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Nota metodologica ad interim per l’attivazione di un piano mirato misure anti contagio negli impianti di macellazione e sezionamento

Fonte  : Istituto Superiore di Sanità 

Attivazione di un piano mirato di prevenzione sulle misure anti-contagio e sulla gestione dei focolai di infezione da COVID-19 negli impianti di macellazione e sezionamento: nota metodologica ad interim. Versione dell’8 aprile 2021. 

Umberto Agrimi, Luigi Bertinato, Gianfranco Brambilla, Giada Minelli, Gaetano Settimo, Silvio Brusaferro, Adelina Brusco, Silvia D’Amario, Fabio Boccuni, Bruna Maria Rondinone, Paola Tomao, Nicoletta Vonesch, Sergio Iavicoli, Giorgio Di Leone, Sara De Nitto, Flavio Napolano, Letizia Rizzo, Domenico Lagravinese, Nicoletta Cornaggia, Simona Savi, Francesca Russo 

2021, ii, 62 p. Rapporto ISS COVID-19 n. 8/2021 

La letteratura scientifica evidenzia come gli impianti di macellazione e sezionamento ad elevata capacità abbiano costituito importanti focolai COVID-19. Questo rapporto illustra l’attivazione di un Piano Mirato di Prevenzione (PMP) per COVID-19 per le attività comprese sotto il codice ATECO 10.1, partendo dal registro degli impianti (circa 6700) presso il Ministero della Salute. Tale piano ha visto come soggetto attuatore il Gruppo Tecnico Interregionale per la Sicurezza e Salute sul Lavoro e il Coordinamento Interregionale Prevenzione nell’ambito della Commissione Salute, articolazione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome – con il contributo tecnico-scientifico di ISS, INAIL e Dipartimento di Prevenzione ASL Bari. Sono stati messi a punto tre strumenti sinergici: a) scheda di autocontrollo destinata agli operatori; b) scheda di valutazione per i dipartimenti di prevenzione; c) scheda di gestione focolai. Il PMP intende: sensibilizzare i datori di lavoro al rispetto e corretta applicazione delle misure anti-contagio; registrare in maniera standardizzata e confrontabile i dati relativi; approfondire le conoscenze sulle condizioni di rischio certe (sovraffollamento) o sospette (bassa temperatura, elevata umidità) per la diffusione del contagio; analizzare i fattori ambientali, gestionali e strutturali relativi ai focolai insorti all’interno degli stabilimenti. 

Piano mirato di prevenzione sulle misure anti-contagio e sulla gestione dei focolai di infezione da COVID-19 negli impianti di macellazione e sezionamento: nota metodologica ad interim.

La campagna # Rights4Riders sta dando grandi colpi alla spinta agli investimenti di Deliveroo

Fonte :  ITF – International Transport Workers Federation 

Deliveroo e altri motociclisti della consegna di cibo protestano in Italia il 26 marzo, una Giornata mondiale di azione contro Deliveroo. PH Massimiliano Donati / Riders Union Bologna

Traduzione dall’inglese tramite google translator. Confronta con il testo originale

Pochi giorni dopo che i motociclisti hanno annunciato una rete globale istituita dall’ITF, # Rights4Riders , per protestare contro il modello di business dell’azienda, Deliveroo sta affrontando delle battute d’arresto per la sua quotazione IPO alla Borsa di Londra.

Un gran numero di importanti hedge fund hanno dichiarato che non parteciperanno, compresa la gestione di Eden Tree Fund, che ha descritto l’insostenibile modello di business di Deliveroo come equivalente a “una corsa al ribasso con i dipendenti trattati principalmente come risorse usa e getta”.

Anche Legal & General Investment Management, Aviva, Aberdeen Standard, M&G, BMO Global e CCLA hanno affermato che salteranno l’IPO, la maggior parte di loro citando preoccupazioni sui diritti dei lavoratori come motivo per non investire.

Nel frattempo in Italia, dove il 26 marzo migliaia di motociclisti in tutto il paese hanno partecipato a una giornata d’azione globale per motociclisti, il concorrente Just Eat ha firmato un contratto collettivo nazionale con i sindacati italiani che riconosce lo status di dipendente dei motociclisti, con salario minimo garantito, previdenza sociale. , maternità / paternità, indennità di ferie, rimborso spese e diritti sindacali.

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Le navi autonome saranno la “rovina” del settore marittimo?

Equaltimes è un sito web trilingue di notizie e opinioni incentrato su lavoro, diritti umani, cultura, sviluppo, ambiente, politica ed economia da una prospettiva di giustizia sociale. Come diario prevenzione abbiamo revisionato la traduzione automatica del testo, delle eventuali imperfezioni della traduzione è responsabile Diario Prevenzione.I lettori potranno comparare in ogni momento il testo tradotto in italiano  con l’originale inglese

Fonte : Equaltimes.org che ringraziamo

Navi da centocinquanta mila tonnellate attraverseranno gli oceani senza equipaggio. Città industriali che trascinano l’acqua come placche tettoniche. Come spettri di metallo. Questo è il futuro del settore marittimo se seguiamo le sue stesse previsioni. Le navi autonome ( automatizzate. ndr )  sono da tempo all’ordine del giorno delle compagnie di navigazione e l’Organizzazione marittima internazionale lavora dal 2017 per garantire il funzionamento sicuro e pulito delle navi marittime autonome di superficie (MASS). La loro automazione sta procedendo imperterrita, sebbene siano ancora necessari ulteriori sviluppi, sia tecnologici che normativi, per raggiungere la fase finale in cui le navi sono libere di navigare senza un solo essere umano a bordo. Per il momento, quasi 100.000 navi e il loro equipaggio stanno attualmente solcando i mari, trasportando gran parte del carico mondiale. Si tratta di molte barche e molti lavori che dipendono dalla navigazione convenzionale. Continua a leggere “Le navi autonome saranno la “rovina” del settore marittimo?”

Misurare l’impatto di COVID-19 sui diritti del lavoro globale

 

Fonte Unison 

[ Unison è il sindacato dei lavoratori della funzione pubblica inglese ]

Un nuovo rapporto di UNISON rivela che la pandemia ha avuto un effetto negativo sugli acquisti etici.

Quando scoppiò la pandemia COVID-19, ci fu una corsa alla ricerca di dispositivi di protezione individuale (DPI) per i lavoratori chiave e laptop per coloro che lavoravano da casa. Ma con l’urgente necessità di stare al sicuro, pochi si sono fermati a chiedersi chi stesse fabbricando l’attrezzatura e se anche loro fossero al sicuro.

Che impatto ha avuto sugli standard di lavoro? E l’impegno del Regno Unito di porre fine alla schiavitù moderna è stato effettivamente messo da parte?

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Rapporto ILO: salari in calo durante una pandemia, 266 milioni non hanno salario minimo

L’ultimo Global Wage Report dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) rivela la pressione al ribasso sui salari in due terzi dei paesi del mondo durante la pandemia COVID-19, con la crisi che ha colpito più duramente i  meno  pagati.

A 266 milioni di persone viene negato un salario minimo a causa di leggi restrittive e inadempienze, in particolare i lavoratori agricoli e domestici.

Sharan Burrow, Segretario generale dell’ITUC, ha dichiarato: “Questo rapporto denuncia uno scandalo salariale globale, con alcuni paesi che hanno persino un salario minimo inferiore alla soglia di povertà. Il settantasei percento delle persone nel sondaggio globale ITUC 2020 non crede che il salario minimo sia sufficiente per una vita dignitosa. Centinaia di milioni di lavoratori vivono ai margini e la loro situazione è solo peggiorata durante la crisi del Covid-19, anche se i miliardari tecnologici e gli approfittatori della pandemia estraggono miliardi di dollari. È fondamentale garantire un salario minimo di sussistenza a tutti i lavoratori per consentire a loro e alle loro famiglie di vivere dignitosamente “.

Il rapporto sottolinea anche l’impatto sproporzionato sulle donne, che rappresentano circa il 60% di tutti i lavoratori il cui orario di lavoro si è ridotto durante la pandemia.

I risultati dell’ILO aiutano anche a sfatare il mito secondo cui i salari minimi vitali danneggiano la crescita economica: un aumento dei salari minimi riduce effettivamente la disuguaglianza salariale e di reddito.

“I salari minimi  non sono solo vitali per i lavoratori e le loro famiglie, ma sono anche di fatto un investimento, che contribuiscono all’attività economica e riducono la necessità di sostegno al reddito. L’idea che un salario minimo dignitoso costi posti di lavoro è un errore inventato dagli economisti di destra, che dovrebbe essere consegnato nella pattumiera della storia. Il salario minimo deve essere basato sull’evidenza, tenendo conto del costo della vita dei lavoratori e delle loro famiglie, e sviluppato insieme alle parti sociali. Devono avere la forza della legge e il mancato rispetto deve essere affrontato con sanzioni forti e dissuasive “, ha detto Sharan Burrow.

I sindacati stanno conducendo una campagna insieme in Africa, Asia, Europa e America centrale per chiedere salari equi e dignitosi attraverso le seguenti campagne regionali:

Succede in Sri Lanka. I lavoratori dell’abbigliamento hanno sopportato dure misure di contenimento del Covid-19

20 ottobre 2020

 

 

Fonte Industrial-union 

 In Sri Lanka, i lavoratori dell’abbigliamento sono stati messi in quarantena dai militari nel cuore della notte, a seguito di un rapido aumento delle infezioni. I sindacati dicono che questo avrebbe potuto essere evitato istituendo i comitati sanitari raccomandati.

A partire dal 19 ottobre, il numero totale di casi di Covid-19 a Minuwangoda Brandix è salito a 2.122, inclusi più di mille lavoratori tessili Brandix Limited, i loro parenti e familiari.

Questo gruppo rappresenta quasi la metà del numero totale di casi di Covid nello Sri Lanka e ha fatto notizia a livello nazionale.

I sindacati sostengono che l’esercito, che gestisce i centri di quarantena Covid, sia entrato di notte nelle residenze dei lavoratori tessili, senza previa informazione, per chiedere loro di recarsi immediatamente nei centri di quarantena. Continua a leggere “Succede in Sri Lanka. I lavoratori dell’abbigliamento hanno sopportato dure misure di contenimento del Covid-19”

Trattare i lavoratori come la carne: cosa abbiamo imparato dai focolai di COVID-19 nei macelli

 

FONTE THE CONVERSATION 

AUTRICI  CHE RINGRAZIAMO 

Dagli Stati Uniti al Brasile , Gran Bretagna , Germania e Australia, gli stabilimenti di lavorazione della carne hanno svolto un ruolo peculiare nella diffusione del COVID-19.

In Brasile, funzionari sindacali affermano che un quinto dei dipendenti del settore – circa 100.000 lavoratori delle fabbriche di carne – sono stati infettati. Negli Stati Uniti, le strutture per la lavorazione della carne sono state collegate a più di 38.500 casi e ad almeno 180 decessi . Le lavorazioni di carne hanno costituito quasi la metà dei punti caldi del COVID-19 negli Stati Uniti a maggio. Sono stati anche la principale fonte iniziale di infezioni nell’epidemia della “seconda ondata” di giugno in Australia nello stato del Victoria.

Uno dei motivi di queste trasmissioni è che la lavorazione della carne avviene in spazi refrigerati ristretti. Ma il fatto che l’industria non sia stata collegata a grandi epidemie virali in tutti i paesi e le regioni suggerisce che anche altri fattori controllabili sono stati determinanti.

La lezione fondamentale di questi focolai è che le condizioni di lavoro malsane e il lavoro precario devono essere affrontati per impedire all’industria della carne di agire come incubatore di COVID-19.

Condizioni di lavoro malsane

Studi precedenti hanno dimostrato che l’influenza e altri coronavirus (SARS e MERS) sono più stabili e quindi si diffondono più facilmente a temperature più basse . Sebbene le temperature più basse non abbiano ancora dimostrato in modo definitivo di aumentare le trasmissioni di COVID-19, i ricercatori australiani hanno identificato un’associazione con una minore umidità .

Shutterstock

Questo da solo aumenta il rischio per gli addetti alla lavorazione della carne, che svolgono un intenso lavoro manuale su una linea di produzione relativamente vicina ad altri. Ma questo rischio è aggravato da altri fattori, in particolare la scarsa qualità dell’aria che contribuisce alle malattie respiratorie, il che rende più grave qualsiasi infezione da COVID-19 .

Come notato dalla US Occupational Safety and Health Administration , tra i “molti gravi rischi per la salute e la sicurezza” a lungo associati al lavoro di lavorazione della carne vi sono “i rischi biologici associati alla manipolazione di animali vivi o all’esposizione a feci e sangue malattie”.

Uno studio del 2017 ha rilevato disturbi respiratori come tosse, mancanza di respiro e respiro sibilante da tre a quattro volte più diffusi tra i lavoratori dei macelli rispetto agli impiegati. Tra i lavoratori del pollame, uno studio del 2013 ha rilevato che oltre il 40% aveva sintomi asmatici (rispetto a circa il 10% di tutti gli adulti ). Ciò è stato attribuito alla “polvere di pollame”, una combinazione biologicamente attiva di residui di pollo, piume e muffe.

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Una ventilazione insufficiente rende la diffusione del coronavirus 20 volte più probabile, secondo un rapporto pubblicato a giugno dalla Federazione europea dei sindacati per l’ alimentazione, l’agricoltura e il turismo .

La relazione elenca anche altri fattori, come le distanze sociali inadeguate e la mancanza di dispositivi di protezione individuale adeguati. Ma alla fine, la scarsa qualità dell’aria è sintomatica della mancanza di un luogo di lavoro sano e sicuro per molti lavoratori della lavorazione della carne.

È anche pertinente per il resto di noi. L’American Society for Heating, Refrigeration and Air ‐ Conditioning Engineers, ad esempio, ha raccomandato che la presa d’aria di ventilazione in tutti gli edifici dovrebbe ora essere tre cambi d’aria all’ora . È da tre a cinque volte superiore allo standard minimo per gli uffici.

Tutto ciò si riduce a una necessità fondamentale di migliorare gli standard di salute e sicurezza nei macelli e negli impianti di lavorazione della carne su tutta la linea.


Per saperne di più: La morte dell’ufficio open space? Non proprio, ma una rivoluzione è nell’aria


Aumentare la sicurezza del lavoro e il diritto al congedo per malattia

L’altro principale insegnamento da trarre dall’industria della lavorazione della carne è il rischio rappresentato dal “lavoro precario”, dove i lavoratori non hanno i diritti e le tutele di essere dipendenti.

Non è un caso, come sostiene il rapporto dell’Unione della Federazione Europea, che la stragrande maggioranza dei lavoratori della carne risultati positivi in ​​Europa sono lavoratori migranti, assunti tramite subappaltatori, con pochi diritti di lavoro e che spesso vivono in alloggi sovraffollati.

Si stima che l’ 80% circa dei lavoratori della carne nei Paesi Bassi, ad esempio, provenga dall’Europa centrale e orientale, impiegato tramite agenzie interinali.

I lavoratori sono tipicamente impiegati come lavoratori occasionali, o “assunzioni giornaliere” (il che significa che il loro lavoro termina tecnicamente alla fine di ogni turno) o tramite accordi di subappalto che li considerano “lavoratori autonomi”. Come osserva il rapporto:

Le condizioni di lavoro per molti operai della carne sono estremamente precarie. Inoltre, il livello delle indennità di malattia può essere molto basso. Ciò potrebbe aver determinato il fatto che in caso di sintomi da COVID-19 alcuni lavoratori non hanno segnalato lo stato delle loro condizioni di salute per paura di perdere il lavoro o per non potersi permettere una vita dignitosa con indennità di malattia.

Shutterstock

Queste cose possono essere risolte

Le prove provenienti da diversi paesi mostrano che queste cose possono essere risolte.

La Danimarca è il simbolo dell’automazione della lavorazione della carne e di una retribuzione dignitosa , consentendo l’allontanamento sociale all’interno delle fabbriche e quindi bassi focolai di COVID-19.

In Spagna, un contratto collettivo che garantisce ai lavoratori subappaltati le stesse condizioni degli altri dipendenti è stato accreditato per il controllo delle trasmissioni COVID-19.

In Germania, le trasmissioni legate alla lavorazione della carne sono rallentate dopo che a maggio è stato vietato ai macelli di assumere lavoratori temporanei .

Nel Victoria, in Australia, garantire che tutti i lavoratori abbiano accesso a un congedo pandemico retribuito (insieme ad altre misure tra cui il governo che impone rigorose distanze fisiche e protocolli di sicurezza negli stabilimenti) sembra aver avuto successo.

Ma molte di queste risposte sono solo risposte temporanee di emergenza. La pandemia globale ha portato l’attenzione globale sulla necessità a lungo termine di una riforma sistemica per eliminare i pericoli di luoghi di lavoro malsani e lavoratori privi di potere, e garantire che i lavoratori possano permettersi di restare a casa quando sono malati.

In un certo senso siamo tutti complici di un sistema che ha visto peggiorare le condizioni di lavoro nell’ultimo decennio. Abbiamo accettato l’ascesa di complesse società di subappalto e false società “fenice” progettate per privare i lavoratori dello status di dipendenti, e catene di supermercati e fast-food che spingono le pressioni sui costi verso il basso nelle catene di approvvigionamento, semplicemente perché ci piace la carne a buon mercato.


Per saperne di più: Trasmissioni sul posto di lavoro: un risultato prevedibile della divisione di classe nei diritti dei lavoratori


Ci sono iniziative in Europa per affrontare questa mancanza di responsabilità estendendo la responsabilità legale a tutta la catena del subappalto . Altri paesi farebbero bene a imparare da questi esempi.

In un modo o nell’altro, il nostro amore per i prezzi bassi non dovrebbe vedere i lavoratori trattati come carne.

Lavorare in fabbrica oggi

 

Fonte Collettiva.it che ringraziamo 

La presentazione del volume “Lavorare in fabbrica oggi. Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Fca/Cnhi/Marelli”. Le condizioni negli stabilimenti sono peggiorate per sei lavoratori su dieci

È stato presentato oggi da Massimo Bonini, Davide Bubbico, Francesco Garibaldo, Francesca Re David, Maurizio Landini, Giuseppe Berta e Gad Lerner a Milano, presso la Società umanitaria, il volume “Lavorare in fabbrica oggi. Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Fca/Cnhi/Marelli”, edito dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, un progetto di ricerca a cura delle Fondazioni Claudio Sabattini e Giuseppe Di Vittorio. Alla redazione del volume hanno partecipato diversi docenti, esperti e ricercatori.

“La prima parte del volume – spiega una nota della Fiom – si focalizza sulle condizioni di lavoro negli stabilimenti, con una ricerca che è il risultato di circa 10 mila questionari raccolti all’inizio del 2018, ovvero circa il 20% della platea operaia di riferimento dei 54 stabilimenti coinvolti nell’inchiesta. Inoltre, sono state effettuate circa 170 interviste qualitative in 16 stabilimenti con lavoratori e delegati sindacali”. L’obiettivo dell’inchiesta è fare un bilancio coinvolgendo i lavoratori, tra iscritti e non iscritti al sindacato, delll’applicazione del World ClassManufacturing (Wcm) e dell’Ergo- Uas.

Dall’inchiesta emerge che negli ultimi anni la percezione dei lavoratori è che le condizioni di lavoro negli stabilimenti di Fca, Cnhi e Marelli sono peggiorate per 6 lavoratori su 10 (il 59,7%). Solo l’11,9% le giudica migliorate. Pesano soprattutto i carichi di lavoro, dei quali il 43,1% dei dipendenti Fca esprime un giudizio negativo a fronte del 9,7% che vede un netto miglioramento. Visti gli alti carichi, i tempi di lavoro sono poco o per nulla sostenibili secondo il 46,2% del campione, ma dobbiamo anche registrare che una parte dei lavoratori ritiene migliorata la situazione ergonomica. È invece interessante constatare come l’obiettivo della partecipazione alla vita aziendale non trova conferma nell’indagine, infatti solo il 22% dichiara di aver preso parte alle riunioni di team.

La seconda parte del volume, spiega ancora il sindacato, è sulla situazione industriale ed economica del gruppo Fca, fino alle prospettive relative alla fusione con Psa. Affronta la trasformazione radicale che sta avvenendo nell’industria dell’auto in Italia e a livello globale dalla propulsione alle nuove tecnologie, mettendo in risalto il ritardo degli investimenti e l’assenza di una politica industriale che dia risposte alle incognite del futuro anche in vista della fusione tra Fca e Psa. Il settore automotive italiano occupa 1,2 milioni di occupati nell’industria e servizi di cui 258.700 nel settore industriale diretto e indiretto, pari all’1,5% di tutta l’attività manifatturiera, e di questi 162.000 in quello diretto. Il fatturato è di 330 miliardi di euro; di questi il settore industriale ne genera 100 pari al 5,9% del Pil.

“Bisogna poi considerare la componentistica con 156.550 addetti e un fatturato di 46,5 miliardi con 22 miliardi di esportazione e un saldo attivo di 6,8 miliardi. Stiamo parlando di uno dei settori chiave dell’industria italiana ed europea, che rappresenta circa il 6% dell’occupazione totale dell’Unione europea, e l’11% di quella manifatturiera. La presentazione di questo volume fa parte di un percorso della Fiom per tenere aperta l’attenzione sui lavoratori del settore automotive”, conclude la nota.

 

Brasile, Covid-19: la nuova normalità del nuovo fascismo

 

foto Pressenza.com

Fonte : Pressenza.com

Autore Paolo D’Aprile

Lo sterminio deliberato di una comunità, un gruppo etnico, un popolo intero, per azione diretta od omissione di determinate azioni che potrebbero impedirlo, non fa più parte di una nefasta ipotesi, di un timore precoce determinato dalle parole proferite in comizi di piazza: lo sterminio genocida è la realtà che respiriamo ogni giorno. E adesso non più solamente attraverso le frasi mille volte usate durante la campagna elettorale come una promessa per risolvere i mali della nazione; ora quelle frasi sono divenute politica di governo, azione di Stato. L’autoritarismo fascistoide della nuova economia imposto da un mercato onnipresente, ci obbliga a leggere le statistiche e i numeri con la tipica indifferenza di chi ormai ha tutto si è abituato.

I mille morti al giorno… (in realtà 1200, 1300, 1400… ogni giorno, dai primi di maggio fino ad oggi) ormai sono una innocua nota a piè di pagina. E quando si fa menzione al termine “genocidio” non è certamente per banalizzare una parola che fa rabbrividire, ma per dire le cose come stanno veramente.

I documenti parlano chiaro: gli organi dello stesso ministero della salute, tre mesi fa avvisavano il nuovo ministro (il terzo dall’inizio della pandemia, un generale dell’esercito), sulla carenza delle sostanze necessarie alla fabbricazione dei medicinali fondamentali per il trattamento del Covid. E non solo: i documenti avvisavano la mancanza cronica di apparecchi e l’assenza di una logistica distributiva nel territorio nazionale di medicinali e materiali. I documenti arrivano alla stampa che incalza il ministro: “i responsabili della organizzazione sanitaria sono i singoli municipi e i singoli stati, non è il governo federale, né tanto meno il ministero della salute”.

Continua a leggere “Brasile, Covid-19: la nuova normalità del nuovo fascismo”

Una ricerca del sindacato turco DISK sugli effetti di Covid-19 sulle condizioni di lavoro e di vita in Turchia

 

Fonte il sindacato dei lavoratori DISK 

Durante la pandemia di Covid-19, 13 milioni di lavoratori hanno perso il lavoro, secondo uno studio del Research Center of DISK. Inoltre, secondo l’ampia definizione di disoccupazione, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 39 percento, ha affermato Arzu ererkezoğlu, presidente della DİSK. “Essere sindacalizzati ha limitato il danno creato da Covid-19. È possibile affermare che Covid-19 ha creato danni molto maggiori ai lavoratori che lavorano in luoghi di lavoro non sindacali e non registrati “, ha affermato.

Il modo di lavorare è cambiato

Il lavoro di breve durata, il lavoro da casa e il lavoro alternativo sono diventati molto diffusi poiché il 63 percento dei membri del DISK ha affermato che il loro modo di lavorare è cambiato.  Alcuni lavoratori hanno usufruito di ferie annuali mentre altri sono stati messi in congedo amministrativo a causa di una malattia cronica.
Tra coloro che lavorano nel settore privato, il 76% ha affermato che il loro modo di lavorare è cambiato mentre l’81% delle donne ha dato la stessa risposta.

I lavoratori hanno avuto perdite di reddito

A causa della pandemia, l’orario di lavoro dei lavoratori è diminuito, con conseguenti perdite di reddito.
Tra i partecipanti, il 36 percento ha dichiarato che il proprio reddito è diminuito. Il 47,7 delle donne e il 34,2 per cento degli uomini ha dichiarato di non aver ricevuto lo stipendio completo, gli straordinari o le indennità sociali.

Il 75 percento ha incontrato difficoltà economiche

La pandemia ha causato difficoltà economiche al 75 percento dei lavoratori. Più del 25 percento ha dichiarato che i propri debiti sono aumentati e il 19,4 percento ha dichiarato di non poter effettuare il pagamento minimo per le proprie carte di credito. Inoltre, il 13,7 per cento dei lavoratori ha dichiarato di avere difficoltà a pagare le bollette.

I tempi di lavoro sono diminuiti

I tempi di lavoro dei lavoratori sono diminuiti perché una parte significativa dei posti di lavoro ha sospeso l’acquisto di beni e servizi, causando una riduzione dei tempi di lavoro. Tra tutti i lavoratori, il 41% ha dichiarato che il tempo di lavoro è diminuito. Nel settore privato, era del 51 percento.

Le lavoratrici sono state maggiormente colpite

Lo studio ha scoperto che le donne ricevono salari più bassi rispetto agli uomini, il loro modo di lavorare è cambiato di più e i tempi di lavoro sono diminuiti di più. Mentre il loro tempo di retribuzione è aumentato, il loro carico interno è aumentato.

Il 27 percento dei lavoratori DİSK ha ricevuto indennità

Le pratiche di indennità di lavoro di breve durata e indennità di congedo non retribuite si sono diffuse durante la pandemia. La metà dei lavoratori del settore privato e il 27% dei lavoratori membri del DİSK hanno ricevuto indennità dall’agenzia turca per l’impiego (İŞKUR).

D’altra parte, il 92% dei lavoratori ha dichiarato di non aver ricevuto un’indennità da nessun’altra entità diversa da İURKUR. “La perdita di salari durante l’epidemia di Covid-19 è stata coperta in misura molto limitata dalle indennità di İKUR e dai programmi di assistenza sociale”, afferma il rapporto.

I lavoratori non possono sbarcare il lunario se il loro flusso di reddito viene interrotto

Se il loro flusso di reddito viene interrotto, il 63 percento dei lavoratori può sbarcare il lunario per meno di un mese. Il 29 percento ha dichiarato 1-3 mesi e il 3,8 percento ha dichiarato 3-6 mesi.

Il 40 percento dei lavoratori preferisce alimenti più economici

La pandemia ha anche cambiato le preferenze di spesa dei lavoratori per il cibo. Mentre alcuni hanno preferito prodotti più costosi per motivi di salute, il 40% ha dichiarato di preferire cibi più economici.
Il 29 percento ha dichiarato che loro o i loro amici hanno contratto il virus

Tra tutti i lavoratori, l’1,6 per cento ha dichiarato di aver contratto il coronavirus mentre l’1,9 per cento dei lavoratori del settore privato era infetto. 29,4 dei partecipanti hanno dichiarato che loro o i loro amici hanno contratto il virus.

La produzione è stata interrotta nel 15 percento dei luoghi di lavoro

Il 15,4% dei lavoratori ha dichiarato che la produzione è stata interrotta nei luoghi di lavoro a causa di un caso di coronavirus. Il 7,7 per cento ha dichiarato che il dipartimento del caso è stato chiuso, il 5,8 per cento ha dichiarato che i propri datori di lavoro hanno interrotto il lavoro e 1,9 hanno dichiarato di aver esercitato il loro diritto di evitare di lavorare.

Il 53 percento afferma che le misure non sono adeguate

Il 53 percento dei lavoratori ha dichiarato di aver preso precauzioni contro il virus sul posto di lavoro e durante il tragitto mentre il 47 percento ha dichiarato di aver trovato le misure adeguate.

L’82% ritiene che il proprio lavoro sia in pericolo

L’81,8 percento dei lavoratori ha dichiarato di sentirsi e / o il proprio lavoro in pericolo e quasi l’84 percento ha dichiarato di percepire Covid-19 come una minaccia alla propria situazione economica.

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I risultati della ricerca sul campo sono stati condivisi con la conferenza stampa presso la Camera di medicina di Istanbul, mercoledì 8 luglio 2020.

L’intervento del Segretario generale del Sindacato DISK Arzu Çerkezoğlu, 

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Un nuovo rapporto scopre la rete di subappalti, sotto la copertura della pandemia si intensificano le forme di sfruttamento nel trasporto stradale europeo

 

Le condizioni di lavoro di numerosi camionisti che circolano sulle nostre strade sono quelle descritte nel Rapporto FNV-VNB . ”  Sotto la copertura della pandemia, le aziende si stanno muovendo verso prezzi di trasporto aggressivamente più bassi, portando a ulteriori attacchi alla retribuzione, alle condizioni e alla sicurezza dei lavoratori. ”  Queste condizioni di sfruttamento del lavoro mettono a rischio la incolumità degli utenti della strada…..

FONTE IUF.ORG

Un nuovo rapporto [1] preparato dalla fondazione sindacale olandese FNV-VNB, dall’International Transport Workers ‘Federation (ITF) e dalla IUF scopre le molteplici catene di lavoro in subappalto che hanno consentito l’espansione di uno squallido sfruttamento nel trasporto stradale europeo. Le compagnie di trasporto che forniscono servizi ad alcune delle più grandi multinazionali europee subappaltano il lavoro a società con sede nell’Europa orientale a basso salario che a loro volta reclutano e, in alcuni casi, trafficano, conducenti per il trasporto. Sotto la copertura della pandemia, le aziende si stanno muovendo verso prezzi di trasporto aggressivamente più bassi, portando a ulteriori attacchi alla retribuzione, alle condizioni e alla sicurezza dei lavoratori.

Il rapporto rivela come conducenti provenienti da Ucraina, Bielorussia, Uzbekistan, Turchia, Filippine e altri paesi extra-UE siano assunti con contratti dall’Europa dell’Est mentre lavorano quasi esclusivamente in Europa occidentale, spesso dopo aver pagato elevate tasse di assunzione. Presenta prove di lavoratori costretti a firmare contratti in lingue che non possono leggere; i conducenti pagavano solo 110 euro al mese, dovevano vivere nei loro veicoli per mesi senza accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari e minacciati di violenza se avvertivano le autorità delle enormi violazioni di sicurezza, orario di lavoro o retribuzione. La frode è comune; ai lavoratori vengono forniti documenti falsi sul loro stato di occupazione e documenti che documentano l’orario di lavoro sono falsificati.

Negli ultimi 18 mesi, l’IUF ha collaborato con ITF e FNV-VNB per identificare le principali società transnazionali di prodotti alimentari e bevande i cui sistemi logistici di trasporto su strada rischiano di contribuire a questi abusi. Le discussioni con le singole società, basate su relazioni IUF di lunga data con esse, hanno portato a un accordo su un modello in tre parti che inizialmente stabilisce standard e meccanismi concordati per valutare la conformità. La terza parte del modello che identifica le misure appropriate per le azioni correttive per far fronte agli abusi sarà sviluppata durante i progetti pilota che sono stati concordati inizialmente con due grandi aziende. Questi progetti pilota dovrebbero iniziare quando la situazione COVID-19 in Europa lo permetterà.

 

La posizione del Sindacato tedesco Ver.di per la riqualificazione del sistema di pulizie negli ospedali.

FONTE VER.DI

( traduzione  dal tedesco assistita  da google translator _)

La pandemia di coronavirus  mostra l’importanza di una pulizia di alta qualità negli ospedali e nelle strutture di cura. Qui sono richiesti anche requisiti vincolanti per il personale.

Il sindacato Ver.di ha da tempo sottolineato la situazione problematica nella pulizia di ospedali e strutture di cura. È da tempo noto quanto siano importanti per prevenire la diffusione di virus e germi ospedalieri. Tuttavia, i datori di lavoro hanno risparmiato qui negli ultimi anni: un numero particolarmente elevato di personale è stato tagliato nelle aree di servizio, la pulizia e altri servizi sono stati esternalizzati quasi ovunque a filiali o esternalizzati a società esterne. Ad esempio, uno studio condotto negli Stati Uniti mostra che l’outsourcing moltiplica il rischio di infezioni.

Un sondaggio condotto dalla Società tedesca per l’igiene ospedaliera (DGKH) nel 2013 indica anche la connessione tra tagli nella pulizia e rischio di infezioni. A quel tempo, il 60 percento dei medici e degli specialisti dell’igiene affermava che la pulizia era peggiorata negli anni precedenti. In più della metà delle cliniche, la pulizia non viene più effettuata la domenica. E anche negli altri giorni, in particolare sabato e mercoledì, viene spesso rimossa solo la sporcizia più grossolana.

Chiara connessione: se più è esternalizzato, ci sono più infezioni

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“Non sono un eroe”

FONTE SERVIZI PUBBLICI INTERNAZIONALE   La federazione sindacale globale dei lavoratori nei servizi pubblici

Antonio Capodieci, un infermiere di pronto soccorso italiano che lavora all’ospedale Maggiore di Bologna, ha appena pubblicato un video in cui mostra la cruda realtà dei suoi colleghi infermieri che hanno combattuto il coronavirus nelle navate dell’ospedale negli ultimi mesi
Il video “Non sono un eroe”, ideato e diretto da Capodieci, un infermiere con la passione per il video e la fotografia, non risparmia critiche al buon senso controproducente promosso dai media che insiste nel chiamare eroi infermieri – mentre la lotta per migliori salari e dignità sul lavoro è appena menzionata.

“Non sono un eroe, sono lo stesso che hai urlato qualche mese fa, quello che hai insultato per 30 anni a causa delle tue lunghe attese, quello che lavora a Natale e a metà agosto, quello che ha aiutato quando guidavi ubriaco o quello che volevi picchiare “, dice il video di 3 minuti.

Violenza sui medici in aumento. Una indagine Anaao Assomed a cura di Marina Penasso

 

Fonte Dors.it che ringraziamo 

L’Anaao ha condotto una survey destinata ai medici al fine di comprendere quante aggressioni interessino la categoria. Il trend è in aumento ma l’80% delle aggressioni non viene denunciato. I medici più colpiti sono gli psichiatri, seguono gli gli operatori del pronto soccorso.
L’analisi è stata condotta da gennaio a febbraio 2020, ha interessato 2059 soggetti. Il 56,10% di coloro che hanno risposto è di sesso femminile, a dimostrazione di come il problema aggressioni sia più sentito tra i medici donna (nel 2018 era il 53%).

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Lavoro. Mininni, parta Commissione d’inchiesta su sicurezza sul lavoro e sfruttamento

 

FONTE : FLAI.CGIL.IT

“Condividiamo la preoccupazione del Senatore Nannicini, riportata anche oggi sulle pagine di Repubblica,in merito ai ritardi sulla istituzione di una Commissione d’inchiesta su sicurezza sul lavoro e sfruttamento”. Lo dichiara il Segretario Generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni.

“Considerati i numeri di morti sul lavoro e infortuni gravi che si registrano ogni anno nel nostro Paese, l’iniziativa di attivare una Commissione d’inchiesta sarebbe una cosa utile e necessaria, consentendo di indagare in modo attento il fenomeno e proponendo soluzioni che guardino realmente a prevenzione, formazione e controlli. Non sono tollerabili in un Paese civile moderno circa 1000 morti sul lavoro nel 2019. Il T.U. 81/2008 è fondamentale, ma va applicato in tutte le sue parti e reso esigibile per tutti i lavoratori, a cominciare, per rimanere alla nostra categoria, ai lavoratori della pesca”.

“Stessa attenzione – prosegue Mininni – merita il tema dello sfruttamento, in molti casi unito a quello degli infortuni, poiché un lavoro in nero, sottopagato, senza diritti e tutele, con il ricatto di rimanere a casa il giorno dopo, rende il lavoratore sempre più vulnerabile anche per quanto riguarda i temi della salute e sicurezza. Anche sul lavoro sfruttato sottolineiamo lo straordinario risultato della Legge 199/2016, ma anche per questa legge chiediamo che essa si applichi in tutte le sue parti per prevenire il consumarsi del reato”.

“Per questi motivi – conclude il Segretario Generale della Flai – sosteniamo l’urgenza di una Commissione d’inchiesta che possa affrontare con tutti gli strumenti della politica due temi che sono fondamentali per rimettere al centro un lavoro dignitoso, sicuro, legale”.

“Il collega di lavoro del futuro”: una ricerca commissionata dall’Azienda britannica Fellowes.

Lo studioso del comportamento il futurologo William Higham, con un gruppo di esperti in ergonomia salute e benessere sul lavoro, ha condotto la ricerca e redatto il Rapporto dal titolo “Il collega di lavoro del futuro – Una relazione sulla salute a lungo termine degli impiegati d’ufficio”. Il team ha poi progettato e realizzato Emma, un manichino con caratteristiche fisiche che presentano le criticità che emergono dall’indagine. Un Rapporto la cui lettura è di grande utilità.

Per leggere il Rapporto vai al sito REPERTORIO SALUTE

La Cgil porta Deliveroo in tribunale. Il rider Antonio Prisco: “Non può decidere un algoritmo se posso ammalarmi o no”

 

Fonte Fortebraccionews

I Riders fanno sul serio e a Bologna promuovono un’azione legale per condotta discriminatoria contro un gigante mondiale del cibo a domicilio. Alla base della causa l’utilizzo dell’algoritmo ‘Frank’: per il sindacato emargina i lavoratori che, per motivi personali legati a diritti come la malattia e lo sciopero, non si rendono continuativamente disponibili al lavoro. Antonio Prisco è uno dei protagonisti di questa lotta: 36 anni, rider per Deliveroo impegnato da tempo con la Cgil per cercare di mettere ordine in un mondo che sembra strutturato proprio per disaggregare i lavoratori e comprimerne i diritti.

Come nasce la causa di Bologna e quanti sono i lavoratori coinvolti?

La causa vede coinvolti tutti i lavoratori italiani sfruttati da Deliveroo. Alcuni tra noi compariranno anche come testimoni, lo faranno anche per altri colleghi, che specialmente al Sud sono ancora più ricattati dalla scarsità di lavoro e preferiscono non esporsi. Quello che combattiamo è un sistema simile al caporalato delle campagne E’ la prima volta che in Europa si intenta una causa del genere.

Che aspettative avete? Davide riuscirà a battere Golia?

In alcuni lander tedeschi sono state intentate cause simili ma non sono arrivate in giudizio perchè sono state regolate prima dalle nuove leggi sul lavoro. Non sappiamo se riusciremo a vincere ma ce la stiamo mettendo tutta

Possiamo quindi sfatare il luogo comune che vede il sindacato lontano dalle nuove forme del lavoro?

Oggi si, oggi i lavoratori della gig economy si avvicinano e il sindacato deve continuare a parlare con nuove parole. Abbiamo riscontri importanti in tante città, non solo Bologna e Firenze ma anche Napoli, Palermo o Catania.

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Antonio e altri rider incontrano Landini

Come si sta evolvendo questo mondo, cosa dobbiamo aspettarci?

Il sistema di sfruttamento del lavoro della Gig Economy si sta, se possibile, estremizzando. Pensa alle Virtual Kitchen , ristoranti che non esistono nella realtà ma fanno solo consegne, alle agenzie di Cleaning che ti vengono a ripulire casa o ancora peggi oalla commistione di piattaforme tipo Air B&B con piattaforme di Concierge. Tutte persone che vengono pagate poco sfruttate da un padrone digitale che non si fa vedere come ‘Frank’, un algoritmo che decide se domani lavoro oppure no.

Che ne pensi della nuova legge?

E’ confusa e frammentata e viene da vent’anni di leggi sul lavoro che almeno a mio parere non si possono accettare è l’ennesima accezione al ribasso dei diritti. La legge farà esplodere tutte le contraddizioni di un sistema che riguarda 850mila persone, noi i Riders siamo solo il 3% di questa grande platea, ma almeno noi sappiamo chi ci sfrutta, ce lo abbiamo scritto sulle spalle mentre pedaliamo in giro per le città

Ti sei esposto di persona in questa lotta, pentito? 

Io sono figlio di una generazione che vive un malessere generalizzato per mancanza di sicurezza sociale, pochi riescono a percepirlo e ancor meno sanno come aiutarci. Io sono figlio di un epoca in cui ti devi accontentare, specialmente se vieni dal Sud, di vivere per pochi spicci. Non riesco a contestare i miei fratelli, i miei compagni che lavorano 7 ore per 60euro ancora senza diritti, che rischiano la pelle sulle strade e non hanno nessun diritto; ma quanto è bello sentirli a un certo punto capire cosa significa avere diritti e sentirli lottare per quei diritti.

Lorenzo Serio