Scaricabile gratuitamente l’inchiesta sul lavoro della Fdv

Fonte  Emigrazione-Notizie 

Coinvolti 30 mila lavoratori e tutte le strutture della Cgil. Obiettivo: conoscere meglio il mondo del lavoro con l’obiettivo di migliorarne le condizioni

La grande inchiesta sul lavoro condotta dalla Fondazione Di Vittorio e pubblicata da Futura editrice, è ora scaricabile gratuitamente QUI dal sito dell’istituto di ricerca della Cgil. Un’indagine capillare, coordinata da Daniele Di Nunzio della Fondazione, e che ha raggiunto 31 mila lavoratrici e lavoratori di tutti i settori pubblici e privati, tutte le dimensioni di impresa, tutte le tipologie contrattuali e anche a chi era senza contratto o disoccupato.

Un’operazione di grande rilievo condotta attraverso 30 mila interviste e che ha visto coinvolti 34 ricercatori e ricercatrici e tutte le strutture sindacali della Cgil tra il 2021 e il 2022.

Che lavoro fai? Con che tipo di contratto? Sei soddisfatto delle condizioni in cui si svolge il tuo lavoro? Cosa reputi necessario per poter migliorare la tua situazione? Che rapporto hai con il sindacato? Sono alcune delle domande ineludibili alla base dell’inchiesta.

Con un obiettivo preciso: conoscere meglio il mondo sempre più complesso del lavoro, con l’obiettivo di migliorarne le condizioni e fornire al sindacato una base di conoscenze utile per rendere sempre più efficace la sua capacità d’intervento.

Aumento dei salari, difesa e aumento dell’occupazione, contrasto alla precarietà, salvaguardia del ruolo dei servizi pubblici (sanità, scuola, trasporti), lotta alle diseguaglianze e alla povertà. Sono queste le priorità su cui i lavoratori chiedono al sindacato di intervenire

Dal sito della Fondazione è anche possibile rivedere la presentazione del volume che si è svolta il 26 a ottobre a Roma e a cui hanno partecipato, tra i numerosi ospiti anche di parte datoriale, del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e del presidente della Fondazione Di Vittorio Francesco Sinopoli.

 

 

scarica QUI la ricerca della Fondazione Di Vittorio

QUI la presentazione del volume

 

FONTE: https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/scaricabile-gratuitamente-linchiesta-sul-lavoro-della-fdv-nl73nvz4

Una lettera della Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione ai Segretari nazionali Cgil Uil Landini e Bombardieri

La Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione scrive ai Segretari nazionali di Cgil e Uil Landini e Bombardieri sul tema salute e sicurezza nel lavoro nel nostro paese.

 

Ai Segretari Generali Landini e Bombardieri

Per scaricare il file pdf della lettera clicca QUI 

 

 

 

Salute e sicurezza, le proposte della Cgil in Emilia-Romagna

 

Prevenzione, formazione, contrattazione al centro della discussione dell’Assemblea Regionale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza

 

Fonte  Collettiva.it 

28 febbraio 2024 • 16:29

Oggi, mercoledì 28 febbraio, presso la Casa di Quartiere Katia Bertasi a Bologna, si è riunita l’Assemblea regionale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza della Cgil Emilia-Romagna. L’Assemblea – partecipata da quasi 200 Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza provenienti da tutti i settori e i territori della Regione – è stata introdotta da Paride Amanti, della segreteria della Cgil del territorio. “I dati Inail – ha denunciato Amanti –indicano che nel 2023 in Emilia-Romagna sono stati denunciati 91 infortuni mortali sul lavoro, 76.687 infortuni complessivi, 6.516 malattie professionali. Nella nostra Regione ogni giorno vengono denunciati oltre 210 infortuni sul lavoro, un dato estremamente preoccupante. In questi anni con la Regione si è fatto certamente un lavoro importante, a partire dalla condivisione del Patto per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro nell’ambito del Patto per il Lavoro e per il Clima. Ora però va data piena attuazione a quegli impegni. Di fronte a dati come quelli che vediamo anche nel nostro territorio, tutti – Regione, Enti Locali, Associazioni datoriali e imprese – devono fare la propria parte fino in fondo”.

Osservatorio permanente su infortuni in ER

Nel corso dell’Assemblea sono intervenuti l’Avvocato Gian Andrea Ronchi, il Patronato Inca Cgil Emilia-Romagna, l’Associazione Familiari e Vittime Amianto (AfeVA) regionale e numerosi Rls e Rlst di tutti i settori e i territori. È stato inoltre presentato il Rapporto 2023 dell’Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia-Romagna realizzato dalla Cgil a livello regionale.

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Salute e sicurezza: Landini, da incontro risposte non all’altezza dei problemi

Fonte:  Cgil.it 

“L’incontro non è stato all’altezza dei bisogni che abbiamo. Ci hanno convocati alle 8.30 quando c’è il Consiglio dei ministri nel pomeriggio e ci hanno consegnato un testo dopo un’ora perchè glielo abbiamo chiesto, ciò dimostra che non c’è una grande volontà di trovare degli accordi con le organizzazioni sindacali”. Così il segretario generale della CGIL Maurizio Landini a margine dell’incontro a Palazzo Chigi sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

“Ci sono delle cose che non costano – ha spiegato Landini -, ma il governo continua a non fare: abbiamo chiesto una norma molto precisa, ossia ripristinare la parità di trattamento economico e normativo per tutti i lavoratori e le lavoratrici di tutta la filiera degli appalti. Era una legge cancellata nel 2003, non ripristinarla significa lasciare la giungla del subappalto. Questo è il modo per estendere le norme pubbliche al privato, migliorandole”. Inoltre, ha proseguito il leader della CGIL “abbiamo chiesto di mettere in discussione il subappalto a cascata, di introdurre la patente a punti, significa introdurre il cartellino anche sui cantieri”.

“Su tutto questo non abbiamo avuto risposte, per questo abbiamo intenzione di proseguire con ogni forma di mobilitazione, perchè queste cose devono essere affrontate in un modo diverso”. L’ultimo incontro con il governo su questi temi si è tenuto a luglio quando le organizzazioni sindacali hanno presentato le piattaforma unitaria “siamo molto lontani dalla sensibilità che ci vorrebbe su questi temi nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che noi rappresentiamo”, ha concluso Landini.

→ Ascolta l’audio su Collettiva.it

Landini al governo: “Sulla sicurezza basta chiacchiere”

 

Fonte Collettiva.it che ringraziamo 

Il segretario generale della Cgil è appena arrivato a Firenze davanti al cantiere di Via Mariti dove venerdì 16 febbraio hanno perso la vita 5 operai

Il governo “è da luglio che non ci sta incontrando. “Adesso ci vogliono 41 morti, quanti ce ne sono stati finora a febbraio 2024, per decidere che bisogna intervenire? Siamo convocati lunedì mattina, bene, si apra una trattativa, non sia il solito film che ci tengono mezz’ora a Palazzo Chigi per poi fare quello che vogliono. Abbiamo presentato una piattaforma, fare una trattativa vuol dire che si viene via da lì non dopo un’ora, ma quando si è fatto un accordo che risolve i problemi”. Se c’è bisogno, avverte ancora, “si sta lì anche due, tre giorni come abbiamo fatto altre volte. Basta chiacchiere e anche deleghe in bianco. Di deleghe in bianco non ne diamo a nessuno, è il momento di avere risposte precise alle piattaforme che abbiamo presentato”, ha sottolineato Landini.

“Le imprese – ha detto il segretario generale della Cgil – non possono stare zitte e far finta che questo non riguardi anche loro perché fare impresa in questo modo è metterla in quel posto a chi vuole fare seriamente l’impresa, rispettando le leggi, le regole e investendo sul lavoro. Per quello che ci riguarda è il momento non del cordoglio ma di fare, di agire e intervenire dove non si è fatto, cambiando quelle leggi balorde che sono state fatte”.

“Il subappalto a cascata – spiega Landini – va cancellato, bisogna introdurre la patente a punti, bisogna estendere il diritto alla formazione e alla prevenzione, bisogna aumentare le assunzioni agli ispettori e anche dei servizi di medicina del lavoro e bisogna da questo punto di vista cancellare tutti quei sistemi che hanno portato addirittura a lavorare qui persone senza neanche il permesso di soggiorno. La maggioranza di quelli che sono morti sono migranti, in alcuni casi clandestini”.

“Bisogna cancellare anche la Bossi-Fini, perché non possono essere solo sfruttati i migranti. Bisogna cancellare anche quelle leggi balorde che li mettono in condizione di dover lavorare sotto ricatto a queste condizioni. Questo è un altro tema, altro che chiudere le frontiere: bisogna aprire gli occhi e colpire quelli che sfruttano le persone”.

CGIL, CISL e UIL scrivono al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella su salute e sicurezza

Fonte CGIL.IT

Di seguito la lettera sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro inviata oggi dai Segretari Generali di Cgil, Cisl, Uil al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 

Illustre Presidente,

La ringraziamo, innanzitutto, per tutta l’attenzione che ha dedicato negli anni e che continua a dedicare ai temi del lavoro e soprattutto al dramma delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi sono solo l’ennesimo segnale del dramma che migliaia di lavoratrici e lavoratori, migliaia di famiglie hanno vissuto negli ultimi anni. Le continue morti, l’incremento degli infortuni e di malattie professionali non sono numeri: ci consegnano la dura realtà di un Paese che non riesce a fare fino in fondo i conti con la cultura della prevenzione, con la garanzia della salute e della sicurezza in ogni luogo di lavoro. Non si tratta solo di un problema culturale, c’è una logica di mercato spietata che considera la sicurezza un costo e non un investimento, incrementa sempre di più i ritmi di lavoro, la rapidità degli interventi, in uno scambio in cui il lavoro e la vita delle persone continuano ad essere l’agnello sacrificale.
Su queste tematiche abbiamo predisposto e presentato al Governo una specifica Piattaforma unitaria senza aver ricevuto adeguate risposte. È il momento di un’azione straordinaria corale per raggiungere l’obiettivo di zero morti sul lavoro.
Ma richiediamo un’attenzione straordinaria a tutte le Istituzioni attraverso tutte le leve di promozione della prevenzione e di controllo, al legislatore affinché presti più attenzione agli effetti di provvedimenti che sacrificano le regole in favore della semplificazione, al mondo imprenditoriale affinché si unisca in questa battaglia per la salute e sicurezza isolando quelle imprese che non garantiscono il rispetto della normativa.
Caro Presidente, ci rivolgiamo a Lei per condividere le preoccupazioni e illustrarLe le nostre proposte al fine di realizzare gli obiettivi che da tempo vogliamo raggiungere con lo scopo di ottenere la piena applicazione della nostra Costituzione.

 

Friuli Venezia Giulia, le morti sul lavoro sono triplicate

Fonte Collettiva

Nel primo semestre 2023 già tredici vittime. L’anno scorso furono quattro. Villiam Pezzetta (Cgil): in atto una “forte recrudescenza, proseguita purtroppo nel periodo estivo, anche a causa dell’emergenza maltempo e degli interventi straordinari ad essa legati”

La morte di due giovani finanzieri del Soccorso Alpino di Tarvisio non è purtroppo una tragedia isolata. Lo dimostra, e denuncia, la Cgil del Friuli Venezia Giulia, sulla scorta dei dati Inail più aggiornati. Già prima delle cadute dai tetti che hanno funestato la fine di luglio e della tragedia di Tarvisio, costata la vita ai due soccorritori della Guardia di Finanza che si stavano addestrando in parete, l’andamento degli infortuni mortali sul lavoro in Friuli Venezia Giulia mostrava un drammatico peggioramento

Le morti sul lavoro rilevate dall’Inail in regione nei primi sei mesi dell’anno sono infatti ben 13 – informa la Cgil Fvg -, tre in più degli infortuni mortali verificatisi nell’intero 2022 e più del triplo rispetto ai 4 casi del primo semestre dello scorso anno.

“I dati Inail – dichiara il segretario regionale della Cgil Villiam Pezzetta – rafforzano purtroppo l’allarme sicurezza, lanciato più volte dalla Cgil e dagli altri sindacati negli ultimi mesi, caratterizzati da una forte recrudescenza dell’andamento infortunistico, proseguita purtroppo nel periodo estivo, anche a causa dell’emergenza maltempo e degli interventi straordinari ad essa legati. Di ben scarsa consolazione, vista l’impennata dei casi mortali, la flessione nel numero totale di infortuni denunciati in regione, in calo dell’11 per cento. Da segnalare anche come il dato regionale sia in controtendenza rispetto all’andamento nazionale, che vede invece una lieve riduzione dei morti sul lavoro rispetto allo scorso anno”.

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Caldo: basta perdere tempo

 

Fonte :  Cgil.it

Roma, 25 luglio – “Alla nostra richiesta di misure urgenti per far fronte subito all’emergenza caldo, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha risposto proponendo alle parti sociali un Protocollo sulle misure già esistenti e normate dal Testo unico 81 e linee guida elaborate dal Ministero della Salute, senza nessuno elemento per renderle più esigibili e vincolanti, tanto più che il Governo stesso non lo avrebbe sottoscritto. Basta perdere tempo”. Così la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David al termine del tavolo di oggi con la Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone.

“L’unica risposta positiva alle nostre richieste – sottolinea la dirigente sindacale – è l’annuncio di un Decreto per escludere dalle 52 settimane la cassa per il caldo per gli edili e lapidei e qualche correttivo alla cassa per gli agricoli a tempo indeterminato con la possibilità di utilizzo a ore. Nulla è previsto per i lavoratori e le lavoratrici non subordinati (es. i riders) o gli stagionali o altre tipologie”.

“È stato escluso – prosegue Re David – un provvedimento per bloccare il lavoro in determinate condizioni e temperature, fondamentale anche per sostenere con la contrattazione diversi orari, turni, pause, la fornitura di dispositivi, etc. Non c’è nulla sull’adeguamento dei contratti di servizio in modo da non ostacolare la rimodulazione degli orari da parte delle aziende di pubblica utilità”.

“A conclusione dell’incontro la discussione è stata rinviata ad un generico impegno per un Protocollo su salute e sicurezza nel cambiamento climatico, di cui non si capiscono né finalità né tempi né strumenti né valore. Per rispondere all’emergenza, quindi, il Governo non vede l’urgenza di bloccare le attività con alte temperature e nei settori più esposti, né proteggere l’insieme delle lavoratrici dei lavoratori indipendentemente dai rapporti di lavoro: spetta a noi farlo continuando a chiedere incontri alle aziende e alle istituzioni locali per modificare l’organizzazione del lavoro e a fermarlo quando necessario”, conclude Re David.

È successo

Fonte : SaluteInternazionale che ringraziamo

Autore: Gavino Maciocco

È successo ed è stato un successo. La manifestazione nazionale della CGIL in difesa del Servizio sanitario nazionale. Con decine di migliaia di persone provenienti da tutta Italia e con l’adesione di oltre 100 associazioni laiche e cattoliche. È (finalmente) successo, dopo un periodo troppo lungo di silenzio e di indifferenza a fronte di una crisi del servizio sanitario pubblico voluta e programmata fin dal 2011.  Il nuovo appuntamento per il prossimo 30 settembre.

Dopo tanto, troppo tempo la CGIL ha organizzato a Roma una manifestazione nazionale in difesa del Servizio sanitario nazionale. Sabato 24 giugno alle 10 e 30 un corteo di decine di migliaia di persone provenienti da tutta Italia si è mosso da Piazza della Repubblica per arrivare in Piazza del Popolo dove era allestito il palco, su cui si sono alternati – per far sentire la loro voce, le loro denunce, le loro proposte, le loro testimonianze – rappresentanti di varie associazioni e operatori sanitari di prima linea nell’assistenza alle persone.

Il primo intervento è stato di Elena Granaglia del Forum Diseguaglianze e Diversità. Il Servizio sanitario nazionale non può vivere senza il finanziamento della fiscalità generale: si è dovuto aspettare il 1997 perché venissero fiscalizzati i contributi sanitari con l’introduzione dell’IRAP, voluta dal Ministro Visco. La delega fiscale del Governo Meloni prevede l’abolizione dell’IRAP, insieme all’aumento delle agevolazioni per mutue e assicurazioni private. Dal Forum Diseguaglianze e Diversità arrivano tre proposte: 1) Sostenere il progetto di costituire una infrastruttura europea del farmaco, finanziata da fondi pubblici, per produrre senza finalità di lucro ricerca su farmaci e vaccini; una ricerca aperta e utilizzabile da tutti per contrastare il regime dello sfruttamento privato dei brevetti. 2) Rimuovere il blocco sul pubblico impiego, selezionando competenza e dedizione alla cosa pubblica, per rivalutare il valore del lavoro pubblico; 3) Realizzare le Case della comunità, come luogo per organizzare in una logica unitaria i diversi interventi sanitari e sociali oggi iperframmentati; per ridare centralità alla salute – compresa la salute mentale – contro la riduzione della salute a mero consumo di prestazioni.

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In ricordo di Diego Alhaique

 

 

Voglio ricordare Diego Alhaique, deceduto il 24 aprile 2023,  come un dirigente molto importante per quanti nel sindacato si sono impegnati nelle lotte contro le nocività, per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ogni incontro, ogni riunione era l’occasione per Diego per fare il punto sugli obiettivi e a volte sui limiti dell’iniziativa sindacale. Diego era un esperto preciso e puntuale che conosceva la materia e non accettava  compromessi facili quando si trattava della salute e della sicurezza dei lavoratori. Ritengo che la cosa migliore per onorare la sua memoria sia quella di rendere disponibili i suoi scritti in materia di salute e sicurezza pubblicati negli anni da diverse riviste sindacali e scientifiche. In attesa della elaborazione di una bibliografia dei suoi scritti ritengo che sia utile ricordarlo già con questi articoli apparsi su Collettiva, Diario Prevenzione, Rassegna sindacale…. Grazie Diego

Quando il sindacato «scoprì» la cultura della salute di Diego Alhaique

Coronavirus, i vostri diritti e altri rischi che non si vedono. Lettera aperta agli operai che scioperano per lavorare al sicuro dal contagio

Cancro e lavoro, se a pesare sono le diseguaglianze sociali di Diego Alhaique

e con la riedizione da lui curata della Dispensa FLM del 1970, uno strumento fondamentale nelle lotte per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza negli anni ’70 e ’80

Gino Rubini, editor di Diario Prevenzione

Ricerca Ires Cgil ER – Il sindacato nel lavoro che cambia . Effetti della pandemia e sfide future

Appunti da una ricerca della Filcams Cgil Emilia-Romagna

Questo volume raccoglie i risultati di un percorso di ricerca volto a cogliere le trasformazioni del lavoro nel settore dei servizi nel corso della pandemia. Il Covid-19 ha sicuramente rappresentato un acceleratore delle disuguaglianze sociali, economiche e occupazionali mettendo a nudo fragilità e vulnerabilità del mondo del lavoro, anche in Emilia-Romagna. Non tutti i settori hanno reagito allo stesso modo registrando dinamiche contrastanti e spesso divergenti. Il settore dei servizi contiene al suo interno comparti che dalla pandemia escono profondamente ristrutturati, in trasformazione o in crescita.

Qui il link alla scheda del libro (clicca qui)

Cgil Emilia-Romagna . I dati dell’Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia Romagna”

Conclude il suo primo anno di attività l’“Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia Romagna” costituito dalla CGIL Emilia Romagna per monitorare, attraverso i dati resi disponibili dall’INAIL, quanto avviene nella nostra regione riguardo alla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Nel 2022 l’Osservatorio ha registrato:
• 81.170 infortuni denunciati (+9,6% rispetto ai 74.066 del 2021);
• 5.703 malattie professionali denunciate (+2,2% rispetto alle 5.578 del 2021);
• 88 denunce di infortunio con esito mortale (nel 2021 sono state 110).

I settori che nel 2022 hanno registrato il numero maggiore di morti sul lavoro in Emilia-Romagna sono:
• trasporto e magazzinaggio (21 infortuni mortali denunciati);
• agricoltura (11);
• costruzioni (7);
• commercio e riparazione (7)
• alloggio e ristorazione (5).

Dopo la crisi economica del 2020 a causa della pandemia, il 2021 ed il 2022 hanno rappresentato il tentativo di agganciare la ripresa, pur risentendo degli effetti della guerra in Ucraina.

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La posizione della CGIL di Livorno e Grosseto sul rigassificatore di Piombino

Fonte Green Report che ringraziamo 

 

La CGIL Provincia di Livorno e la Cgil Provincia di Grosseto, pur ribadendo la necessità di sviluppare un progetto green per Piombino partendo dalle rinnovabili e dall’idrogeno, a valle dell’incontro svolto con la società Snam il giorno 21/09/2022, sono nuovamente a segnalare le criticità evidenziate durante l’incontro ovvero: 1. operatività del porto di Piombino; 2. raggio di rischio eventuali incidenti gravi

Per quanto riguarda l’operatività del porto ad oggi non risultano ancora sciolti nodi per noi fondamentali durante le manovre di arrivo e partenza delle navi metaniere e durante il periodo di scarico.

Come abbiamo evidenziato alla società Snam, se gli organi preposti prescrivessero l’interdizione totale alla navigazione e con essa l’impossibilità di navigare all’interno del porto di Piombino durante tali manovre, questo comprometterebbe pesantemente la continuità territoriale e genererebbe un danno economico a tutta la comunità elbana e piombinese, e se cosi fosse ribadiamo la necessità di esprimere parere contrario al progetto.

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Salute e sicurezza, ok al protocollo regionale. CGIL CISL UIL ER: “Primo risultato importante, ora va subito attuato”

Il “Protocollo per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro” rappresenta per CGIL CISL e UIL dell’Emilia-Romagna un primo risultato importante. Si tratta uno strumento da noi fortemente voluto, condiviso ieri con la Regione Emilia-Romagna e con tutti i soggetti firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima. Il Protocollo si pone l’obiettivo di affrontare l’emergenza legata al drammatico numero di infortuni, malattie professionali e morti sul lavoro che purtroppo ancora colpisce anche il nostro territorio regionale. Nei primi sette mesi del 2022 abbiamo infatti registrato in Emilia-Romagna 49.372 infortuni denunciati (+18,5% rispetto ai 41.667 del 2021), di cui 50 denunce di infortunio con esito mortale (nel 2021 sono state 62), e 3.337 denunce relative a malattie professionali (-2% rispetto alle 3.406 del 2021). Osserviamo inoltre una preoccupante concentrazione degli infortuni e delle morti sul lavoro in alcuni settori produttivi – trasporti e logistica, commercio, edilizia – dove si registrano anche fenomeni di irregolarità contrattuali e sfruttamento del lavoro. Ciò a testimonianza del legame indissolubile che c’è tra legalità, qualità del lavoro e sicurezza sul lavoro.
Per questo abbiamo rivendicato e ottenuto che il Protocollo agisse a partire da quattro pilastri per noi fondamentali: prevenzione e formazione fin dal primo giorno di lavoro; applicazione dei CCNL sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, regolarità del lavoro negli appalti e nei subappalti, contrasto alla precarietà e allo sfruttamento; rafforzamento dei controlli per contrastare le irregolarità prevedendo l’istituzione di una task force nei siti/distretti strategici; realizzazione di tavoli territoriali dove attuare gli impegni assunti.
Aggiungiamo che i firmatari del Protocollo chiederanno a Governo e Parlamento una nuova legislazione sul lavoro contro il dumping contrattuale, a favore dell’applicazione dei CCNL e la continuità occupazionale negli appalti e nei subappalti (stesso lavoro, stesso contratto).
La sottoscrizione del Protocollo rappresenta un punto di avanzamento nella battaglia condotta da CGIL CISL UIL Emilia-Romagna per la tutela della salute e della sicurezza di lavoratrici e lavoratori, ma è certamente necessario che ora, assieme a tutte le istituzioni, gli organismi di vigilanza, le imprese e le associazioni datoriali, si dia operatività agli impegni assunti con l’obiettivo condiviso di mettere fine alla strage che si ripete ogni anno nei luoghi di lavoro del nostro Paese.

CGIL Emilia-Romagna
CISL Emilia-Romagna
UIL Emilia-Romagna

Allegato il  Protocollo: Patto per il Lavoro e per il clima 

 

 

Incontro su Claudio Sabattini a Bologna 16 maggio Cgil Bologna

Incontro su Claudio Sabattini con:
Maurizio Lunghi
Michele Bulgarelli
Francesco Garibaldo
Achille Occhetto
Massimo Serafini
Rossella Vigneri
Gabriele Polo
Il sindacalista è il titolo del libro scritto da Gabriele Polo e pubblicato da Castelvecchi che ripercorre le vicende politiche e sociali del secondo Novecento attraverso la vita di Claudio Sabattini. Leader del Sessantotto, dirigente del Pci bolognese e segretario nazionale della Federazione Lavoratori Metalmeccanici, Claudio Sabattini guidò lo scontro con la Fiat nell’autunno 1980, scontro che si concluse con la “marcia dei 40.000” e la sconfitta sindacale di cui Sabattini divenne il capro espiatorio. Dopo alcuni anni di “esilio”, Sabattini fu responsabile internazionale della Cgil e poi segretario generale della Fiom negli anni dei movimenti, dal 1994 al 2002.
L’evento si terrà nel rispetto delle normative anticovid e sarà trasmesso in diretta sulle pagine Facebook della Cgil Bologna e della Fiom-Cgil Bologna

Chi ha paura dello sciopero?

Fulvio Cammarano * – 18.12.2021

Sciopero

 

 

 

Sciopero è un termine ansiogeno, una parola che evoca preoccupazione e fastidio nell’opinione pubblica. La preoccupazione deriva dal clima di tensione e agitazione che si crea in occasione delle manifestazioni e dei comizi dai toni infuocati, mentre il fastidio, più prosaicamente, sorge per la sospensione della routine quotidiana, vale a dire per i problemi causati dall’interruzione dei servizi pubblici e della produzione. E’ invece un peccato che tale parola non riesca quasi mai a suscitare un sentimento di sollievo a fronte della constatazione che il sistema democratico, con tutti i suoi limiti, funziona. Non dobbiamo infatti dimenticare che la prima misura attuata dai regimi autoritari è proprio quella di vietare ogni forma di sciopero.

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C’è una svolta “verde” in Cgil?

Fonte La Bottega del Barbieri

 

Produzione e consumo di energia non sono infiniti

Ambiente e sindacato. Accanto al miraggio della decrescita felice c’è il rischio della decrescita infelice

di Mario Agostinelli e Andrea Ranieri (*)

 

La risposta della Filctem Cgil all’appello di Castellina e Muroni rivela come una parte del sindacato sia ancora lontana dall’aver recepito la drammaticità del momento storico che stiamo vivendo. Il messaggio di Francesco, degli studenti di Greta e del mondo scientifico stanno rimettendo in discussione il rapporto tra uomo, elementi naturali e biosfera, chiarendo quanto la sopravvivenza e la giustizia sociale siano irreversibilmente a rischio. La portata del disastro e il tempo limitato a disposizione per affrontarlo – di cui trattano nel loro appello Castellina e Muroni – assieme al lento declino della vita vegetale e animale può convincere il mondo del lavoro ad uscire da una posizione puramente difensiva e diventare punto di riferimento essenziale di una trasformazione radicale del modello di sviluppo.

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Calleri (Cgil): dopo il Covid dovranno cambiare davvero le cose

Fonte Collettiva.it 

Il 2020, anche sul tema della salute e sicurezza sul lavoro, è stato funestato dal virus, che ha ampliato le difformità in tema di tutela. Sale il numero degli infortuni mortali e solo il 30 per cento di questo aumento è dovuto al contagio

13 anni dopo la strage della ThyssenKrupp di Torino e la morte di 7 operai, come vanno le cose in Italia, in questo 2020 funestato dal covid? Lo abbiamo chiesto a Sebastiano Calleri, responsabile salute e sicurezza della Cgil. Che fa il punto, concentrandosi proprio sull’analisi di questi mesi di emergenza sanitaria. “Eravamo partiti confrontandoci con il governo, subito prima che scoppiasse la pandemia. Una discussione legata, certamente, anche ai temi sollevati da incidenti gravissimi quali quello della Thyssen. Avevamo parlato dell’applicabilità del sistema di prevenzione, incentrando il dialogo su quattro punti cardine: ispezioni, banche dati, patente a punti per la sicurezza negli appalti e qualificazione delle imprese. Ma la questione covid, subito dopo, ha di fatto interrotto il tavolo”.

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Le proposte di CGIL CISL UIL Lombardia per il confronto con la Regione e le Amministrazioni Locali per un nuovo Patto sulla Sanità in Lombardia ….

 

 

Questo è il documento elaborato da Cgil Cisl Uil Lombardia per aprire il confronto con la Regione e le Amministrazioni locali.
Le proposte del sindacato per un nuovo Patto sulla Sanità in Lombardia sono senz’altro la parte più importante del documento alla luce anche della disastrosa gestione sanitaria della pandemia da parte della Regione.
Dalla lettura del documento si evince lo sforzo della OO.SS di aprire un confronto nel merito, con proposte puntuali, con la Regione per avviare un sostanziale cambiamento organizzativo che consenta al SSR lombardo di ripartire. Vi sarà da parte della Giunta regionale lombarda l’intelligenza politica per aprire un confronto su queste proposte ?

IL DOCUMENTO 

Imperia, tre morti sul lavoro in due giorni

 

Fonte Collettiva.it 

In due giorni, tre lavoratori della provincia di Imperia hanno perso la vita. Ieri, i due operai edili, intervenuti nel Comune di Bajardo per ripristinare la viabilità interrotta a causa del mal tempo, oggi il ritrovamento di un operaio della Dock Lanterna, che nella notte dell’allerta meteo tra venerdì e sabato si è recato al lavoro ed è precipitato con la sua autovettura nel Roja.

“Il comune denominatore di queste morti non è stato il maltempo, ma l’incuria dell’uomo. La mancanza di investimenti sul territorio, non solo in termini manutentivi, ma anche economici e di sviluppo, produce condizioni di pericolosità, non solo per chi deve intervenire, ma per tutta la collettività. Nell’esprimere le proprie condoglianze alle famiglie dei tre operai deceduti, la Cgil di Imperia e le categorie Fillea e Funzione Pubblica, chiediamo a istituzioni e politica di recuperare il tempo perduto, affinchè la vita di lavoratori e cittadini non sia più messa in pericolo”.. Così in una nota congiunta la Camera del lavoro Imperia, Fillea e Funzione pubblica Cgil Imperia..

Landini: agire subito contro gli incidenti sul lavoro

Fonte Collettiva
Presentazione del libro 'Lavorare è una parola' © Marco Merlini Roma, 21luglio 2020 Cgil nazionale Presentazione del libro di Altero Frigerio e Roberta Lisi 'Lavorare è una parola', un alfabeto corale a cinquant'anni dallo Statuto dei lavoratori Nella foto Maurizio Landini
Foto: Marco Merlini

Il segretario generale della Cgil interviene dopo l’ennesima tragedia: “Finito il lockdown si torna a morire nei cantieri. Ora basta: bisogna investire per evitare gli infortuni, intensificare i controlli, applicare le sanzioni”

Per combattere il dramma degli infortuni sul lavoro in Italia non basta più la solidarietà: bisogna agire subito perché non c’è tempo da perdere. A parlare è il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che interviene dopo le tragedie degli ultimi giorni: i due operai morti a Roma per la caduta dall’alto, l’artigiano che ha perso la vita a Bologna. L’ultimo caso proprio oggi, con la morte di un operaio di 56 anni a Favara (Caltanissetta) travolto da un escavatore.

“Il tempo del solo cordoglio è finito, bisogna agire e farlo subito – esordisce Landini -. Non è possibile che appena si riaprono i cantieri si torni a morire e che ci siano lavoratori usciti di casa senza farci più ritorno. Tutto ciò non era accettabile prima del ‘lockdown’, lo è ancor meno oggi”.

“La crisi sanitaria – prosegue il leader della Cgil – sta lasciando il posto a una vera e propria emergenza sicurezza. La ripresa delle attività non può e non deve mettere a rischio l’incolumità di chi lavora”. Sulla sicurezza in particolar “bisogna investire, proprio per evitare gli incidenti e salvaguardare la salute e l’incolumità di operai, trasportatori, edili. Al lavoro vanno garantiti diritti, sicurezza, tutele proprio perché il lavoro non è una merce qualsiasi”.

Per Landini “dovremmo invece essere capaci, tutti, di cogliere la sfida che il coronavirus ha posto”. Occorre dunque ricostruire “un diverso equilibrio e una gerarchia di valori. La vita umana, la centralità delle persone, il lavoro come dignità. È necessario ripartire da qui”. E allora, conclude, “bisogna intensificare i controlli nei luoghi di lavoro, introdurre la patente a punti sulla sicurezza per le aziende e applicare senza se e senza ma le sanzioni penali previste nel nostro ordinamento”.

REGGIO EMILIA. PROCESSO MEDICI DEL LAVORO: ASSOLTE CON FORMULA PIENA LE DOTTORESSE MARTINELLI E GUIDI.

17 Luglio 2020

Il 15 Luglio scorso, dopo ben 5 anni, si è concluso il processo contro gli organi ispettivi dei Servizi di medicina preventiva con una sentenza eclatante: il giudice infatti ha stabilito che “il fatto non sussiste” assolvendo con formula piena le dottoressa Marinella Martinelli e Loredana Guidi.

I fatti risalgono al 2015 quanto l’allora Presidente di Unindustria, Stefano Landi, firmò un esposto-denuncia per concussione nei confronti delle operatrici dello Spsal con l’accusa di aver arrecato minacce e danno ad alcuni medici competenti di quella che può essere considerata la più importante agenzia territoriale sui temi della sicurezza: la Check up service.
Un’agenzia che fa capo ad Unindustria, e che si avvale di diversi medici competenti per le ditte più importanti, contando un piccolo esercito di medici competenti che gestiscono la sorveglianza sanitaria per diverse migliaia di lavoratori in provincia di Reggio Emilia.

In campo c’erano gli interessi delle imprese coinvolte, a partire dall’obbligo di denuncia/segnalazione alla Direzione territoriale del lavoro, all’Ausl e all’Inail di malattie professionali riscontrate, laddove non ottemperare a tale obbligo significa compiere un reato penale.

A Reggio Emilia assistiamo alla contraddizione per cui da un lato queste segnalazioni sono pochissime, soprattutto da parte dei medici competenti, e dall’altro arrivano da parte dei lavoratori moltissime denunce di malattie muscolo-scheletriche agli arti superiori. 
Parliamo di circa 11.000 lavoratori e della prima causa in assoluto di malattia di origine professionale a Reggio Emilia come in Italia.

Il dubbio legittimamente sorto è che, dietro la denuncia di concussione a Martinelli e Guidi, ci fosse la volontà di nascondere questa verità, e cioè che sul lavoro ci si ammala spesso.
Anche a 40 anni si può diventare inidonei al lavoro, perché ritmi e carichi di lavoro sono aumentati considerevolmente e gli spazi per il recupero psico fisico sono stati annullati.

In Cgil, e in particolare al Dipartimento salute e sicurezza, si registrano quotidianamente casi di allontanamento dal lavoro senza retribuzione o di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, e quasi sempre i tentativi di reinserimento lavorativo di persone con inabilità non vengono accettate dalle aziende.

Occorre che il medico competente sia slegato dall’impresa e che imprescindibili siano i comportamenti rigorosi e scrupolosi degli operatori dei servizi di prevenzione pubblica.
Si assiste infatti ad un fenomeno che rivela tutta la debolezza di un sistema di prevenzione e di sorveglianza sanitaria che nei fatti è stato privatizzato. Quando un medico competente denuncia troppo viene allontanato e sostituito facilmente.

Ci siamo pertanto meravigliati dell’equidistanza dell’AUSL su questa vicenda, e abbiamo considerato ingiusto l’allontanamento dal servizio ispettivo di operatori esperti e così capaci.

La Cgil infine esprime un ringraziamento per il rigore professionale delle dottoresse Martinelli e Guidi che hanno tenuto alta la bandiera della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

La Segreteria della Camera del Lavoro
Il Dipartimento salute e sicurezza della CGIL di RE