Ambulatori specialistici di Medicina del Lavoro nelle Case delle Comunità in Regione Emilia-Romagna

 

Il 1° luglio 2024 la Regione Emilia-Romagna ha emesso la delibera n. 1320* con la quale si è approvato il documento dedicato alla “Implementazione di ambulatori specialistici di Medicina del Lavoro nel contesto della rete delle Case delle Comunità”.

La delibera non si limita a porre ordine e a razionalizzare  una offerta pubblica di particolari prestazioni sanitarie ma conferma il fatto che “il Servizio Sanitario Pubblico offre prestazioni specialistiche di Medicina del Lavoro garantite dal Personale dei Servizi PSAL con logistica integrata nella rete territoriale delle Case delle Comunità…..”
A questo proposito vedi l’articolo sul sito di SNOP.IT dal quale si può scaricare anche il testo della Delibera.

Prevenzione, le Regioni scrivono sulle mancate risposte

Dal sito della CIIP segnaliamo la documentazione dell’iniziativa delle Regioni che richiedono al Governo le ragioni delle mancate risposte  a richieste avanzate qualche tempo fa in merito alla programmazione della prevenzione e al contempo richiedono un incontro urgente al Ministero della della salute

per leggere i documenti inviati al Governo vai al sito CIIP  

Connessioni 10. Green Deal , emergenza climatica e i risultati delle elezioni europee

 

Connessioni 10

13 giugno 2024

Fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede nel campo della prevenzione e della salute negli ambienti di vita… e di lavoro.  

 

In questo numero della rubrica Connessioni proponiamo articoli e documenti che prendono in esame le strategie d’intervento per affrontare il cambio climatico con particolare riferimento ai risultati delle elezioni europee che cambieranno alcuni equilibri all’interno del PE e della futura Commissione. La comunità scientifica condivide da tempo , in relazione ai dati di ricerca, la preoccupazione per scenari molto critici derivanti dagli effetti del cambiamento climatica. Rispetto a queste preoccupazioni la Commissione Europea uscente nel 2019 ha varato il progetto Green Deal che contiene una serie di misure anche drastiche per ridurre le emissioni di CO2 atmosfera, per convertire la produzione di energia con fonti fossili, petrolio, carbone, metano con fonti rinnovabili.

Rispetto al Progetto Green Deal si  sono opposti da sempre  i negazionisti del problema “riscaldamento climatico”, per loro il problema non esiste. Dai settori economici e produttivi interessati furono avanzate critiche in particolare sulle scadenze prefissate per raggiungere gli obiettivi, ad esempio il fine vita del motore endotermico nel settore automotive fissata per il 2035. E’ palese che la “transizione ecologica” è un processo complesso che apre nuovi problemi nella sostituzione delle tecnologie e introduce turbolenze enormi nelle relazioni sociali. In particolare vi è un nodo politico essenziale che risponde al quesito “ chi paga i costi sociali di questo processo ? “.

I costi sociali dei lavori che scompaiono o si trasformano lasciando sul terreno migliaia di lavoratori senza una transizione ad un altro lavoro. Purtroppo il Progetto Green Deal non offre risposte alle domande su chi pagherà gli impatti di queste strategie. Molte preoccupazioni e paure ben presenti nella società sono state usate dalle forze politiche sovraniste e di destra per scagliare un attacco frontale contro le forze politiche al governo nel PE e nella Commissione raccogliendo consensi che sposteranno gli equilibri come abbiamo già detto.

Cosa farà il nuovo PE e la nuova Commissione uscite dalle elezioni di tre giorni fa del Green Deal e delle misure strategiche in esso contenute?

Segnaliamo alcuni articoli dai quali abbiamo tratto indicazioni e riflessioni importanti.

La CO₂ ci sta uccidendo lentamente? Va bene, i gradualisti non hanno fretta” di

Aurélien Boutaud , Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica (CNRS)

In questo articolo viene rappresentato da Aurelien Boutaud un vasto repertorio di studi economici di orientamento neo classico o neo liberista che sono orientati al gradualismo.

Le politiche ambientali ispirate al gradualismo dal 1990 in poi sono state catastrofiche, riportiamo dall’articolo : “ ….Dopo quasi trent’anni di politiche climatiche influenzate gradualmente, i risultati di questa strategia sono catastrofici. Gli impegni internazionali assunti nel 1997 nel quadro del Protocollo di Kyoto si basavano sull’anno 1990. Da quella data, le emissioni annuali di CO 2 , che rappresentano la stragrande maggioranza delle emissioni di gas serra di origine umana, sono aumentate di 14 miliardi di tonnellate, un aumento del 62% . Ciò equivale a un aumento medio delle emissioni di quasi 0,5 miliardi di tonnellate di CO 2 ogni anno. In termini di volume annuo, questa crescita è addirittura superiore a quella registrata negli ultimi trent’anni (0,43 miliardi di tonnellate all’anno). Ciò significa che non solo le emissioni non sono diminuite, ma hanno continuato a crescere, e in volumi ancora maggiori….”

Le alleanze delle varie destre che hanno sempre osteggiato i dati dei Report degli scienziati e negato l’emergenza climatica metteranno mano al Green Deal svuotandone le azioni più importanti per ridurre le emissioni .

Quali saranno le forze politiche e sociali che avranno il coraggio di mettere in discussione gli orientamenti gradualistici in materia? Riportiamo ancora dall’articolo di Boutaud : “… Negli anni ’90 gli economisti svilupparono equazioni che tendevano a sostenere le loro stesse certezze. William Nordhaus ha così sviluppato un modello teorico che pretende di dimostrare che costerà meno alle generazioni future adattarsi ai cambiamenti climatici che alle generazioni attuali combatterli. Intitolato “DICE” , questo modello raccomanda una riduzione modesta e graduale delle emissioni, che porterebbe ad un riscaldamento “ottimale” di… 4°C! Ricercatori un po’ dispettosi hanno anche dimostrato che, prendendo di mira un riscaldamento di 12°C, il modello DICE prevedeva comunque un risultato economico positivo  ! Siamo quindi rassicurati: la vita sulla Terra può scomparire, poiché la crescita sarà salvata. E le provocazioni degli ambientalisti non avranno impedito che questa manifestazione all’insegna del gradualismo venisse acclamata dalla confraternita degli economisti: nel 2018, mentre l’IPCC pubblicava il suo rapporto più allarmante, la Banca di Svezia assegnava il “Premio Nobel per l’economia” a …William Nordhaus: il papa del gradualismo climatico…..”

Vedremo dalle prossime mosse della Commissione che verrà designata quali saranno gli orientamenti in materia di cambiamento climatico. In ogni caso , in ragione dei nuovi rapporti di forza le nuove generazioni di europei rischiano di vivere i prossimi decenni molto, ma molto caldi….

Sempre per restare in argomento segnaliamo anche questo articolo : “ Quasi la metà dei giornalisti che si occupano di crisi climatica è stata minacciata

dall’articolo : “

L’indagine globale condotta da Internews’ Earth Journalism Network (EJN) e dall’Università di Deakin, che ha coinvolto oltre 740 reporter e redattori di 102 paesi, ha rivelato che il 39% dei giornalisti minacciati “a volte” o “frequentemente” è stato preso di mira da persone coinvolte in attività illegali come disboscamento e estrazione mineraria. Circa il 30% è stato minacciato con azioni legali, riflettendo una tendenza crescente delle aziende e dei governi ad utilizzare il sistema giudiziario per limitare la libertà di espressione.

Per concludere questa puntata di Connessioni segnaliamo anche l’eccellente lavoro :

ADATTAMENTO AL CALORE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E DIALOGO SOCIALE IN EUROPA”, una brochure che contiene indicazioni e metodologie per ridurre l’esposizione dei lavoratori agli effetti del cambio climatico.

Altri riferimenti utili

ETUI Il Green Deal europeo non lascia indietro nessuno? Esplorare l’intersezione tra genere, età, disabilità e status di migrante

Il troppo caldo uccide e lo farà sempre di più

Per affrontare le tragedie degli infortuni mortali plurimi sul lavoro occorre superare diversi luoghi comuni. Podcast di Diario Prevenzione – 15 maggio 2024 – puntata n° 119

 

a cura di Gino Rubini

– Le stragi di operai di Brandizzo, Firenze, Suviana e Casteldaccia : su cosa si può incidere per migliorare la sicurezza ? Riflessioni da una serie di articoli .
– Alcune riflessioni sulla strage di operai a Casteldaccia nel palermitano
– CALA LA MANNAIA DELLA CASSAZIONE SUL PROCESSO ETERNIT BIS
– Perché il cambiamento climatico sta rendendo le malattie parassitarie più difficili da prevedere

Buon ascolto !

 

E’ disponibile online il numero di maggio 2024 della Rivista Lavoro e Salute .

 

 

E’ disponibile online il numero di maggio 2024 della Rivista Lavoro e Salute .

Per scarica il file PdF  Clicca  QUI 

Medicina Democratica: Fermare le stragi sul lavoro, basta con la precarietà di contratti e subappalti a cascata!

Riceviamo da Medicina Democratica  che ringraziamo

 

Fermare le stragi sul lavoro, basta con la precarietà di contratti e subappalti a cascata!

28 aprile, Giornata Internazionale della Sicurezza sul Lavoro, Marco Caldiroli: “Precarietà dei contratti e subappalti a cascata al massimo ribasso, alla base di troppi incidenti mortali: fermare la strage con una vera qualificazione tecnico-professionale delle imprese e prevenzione realizzata con l’impiantistica

Milano, 27 aprile 2024. C’è un aumento del 19% di omicidi da lavoro nei primi due mesi di quest’anno, con il record lombardo del 42% rispetto al 2023, secondo i dati INAIL, un trend spaventoso, che ha visto nelle stragi operaie, al cantiere via Mariti a Firenze con 5 morti, e alla Centrale idroelettrica Bragi a Suviano, sull’Appennino Bolognese, con 7 morti, i fatti più sconvolgenti. Occorre intervenire il più rapidamente possibile per interrompere questa catena che non è mai frutto di fatalità, ma ha cause precise, fondamentalmente nel mancato rispetto delle norme. “L’aspetto su cui è urgente intervenire dal lato normativo è quello della qualificazione tecnico-professionale delle imprese” – ha dichiarato Marco Caldiroli, Presidente di Medicina Democratica – si tratta di una previsione esistente ma mai messa in atto e che il Governo, con il DL 19/2024, intende solo apparentemente attuare attraverso la inidonea proposta, tecnicamente ed eticamente, della patente a crediti. La nostra proposta invece è quella di superare le forme di autocertificazione e semplificazione imperanti, ridefinendo le condizioni minime per le quali un soggetto può iniziare a svolgere una attività in relazione al rischio della stessa: su questo chiameremo al confronto e alla condivisione, le forze sociali, le organizzazioni sindacali, ma anche le rappresentanze politiche e istituzionali. Troppi imprenditori improvvisati, senza formazione e senza attrezzature idonee, mandano allo sbaraglio i lavoratori e le lavoratrici”.

In particolare le tragedie di Firenze e Suviano, non solo hanno scosso profondamente l’opinione pubblica, ma hanno nuovamente portato a galla una delle cause che incidono fortemente sull’andamento infortunistico: la precarietà dei contratti e i subappalti a cascata al massimo ribasso, che è una modalità diffusa: “ Particolarmente grave è apparso, in entrambi i casi – ha aggiunto Caldiroli – la difficoltà e il tempo trascorso per avere un’idea precisa delle imprese coinvolte e dei relativi rapporti con i lavoratori deceduti. Ciò è in palese contrasto con la normativa che chiede, per i cantieri, la preventiva notifica agli organi di vigilanza delle imprese via via che entrano nel cantiere.”

 Occorre interrompere al più presto questa catena di infortuni, che non sono mai frutto di fatalità o di cosiddetti errori umani, colpevolizzando proprio le vittime, che non sono”deficienti”, come ha detto un imprenditoreCosì come si conoscono le lamentele di molti datori di lavoro sulle “troppe sicurezze” sulle macchine, in particolare se impediscono la produttività piena, il pieno sfruttamento, e quindi la manipolazione e l’aggiramento delle protezioni, che sono la normalità nei luoghi di lavoro e tra le cause di infortuni.

Quando il fattore dell’infortunio appare un’azione personale, nella maggior parte dei casi , la motivazione è dovuta ad una esposizione a un rischio per sopperire alle deficienze (in sicurezza, attrezzature, procedure, DPI ecc) delle aziende. “La nostra proposta – sottolinea Caldiroli – si inserisce in quella più generale che vuole ridare piena voce e diritti, in primis, ai lavoratori e alle lavoratrici nei luoghi di lavoro e si basa sull’obiettivo della prevenzione mediante l’impiantistica, ovvero progettare, realizzare e mantenere luoghi di lavoro a misura di uomo e di donna e non il contrario”. 

Ancora una protesta della Conferenza delle Regioni sul mancato coinvolgimento del Ministero della Salute e delle Regioni su salute e sicurezza lavoro

 

Il governo ogni giorno opera una forzatura per riscrivere le forme e le modalità di funzionamento delle istituzioni al di fuori di un confronto nelle sedi appropriate, il Parlamento  o con il confronto con le istituzioni decentrate , le Regioni . Ne è testimonianza questo ordine del giorno della Conferenza delle Regioni che segue un documento già inviato in data 11 marzo 2024 dalla Conferenza delle Regioni ai Ministri del Lavoro e della Sanità in merito a :
– Formazione in Sicurezza sul Lavoro
– Coordinamento delle attività di controllo tra Aziende Sanitarie Locali (ASL) e Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL)
– Risorse

A quel documento il Governo non aveva dato risposte.

Le Regioni scrivono ancora al governo protestando sul mancato coinvolgimento di Ministero Salute e delle Regioni sui temi della salute e sicurezza del lavoro, materia in cui le Regioni hanno competenza concorrente con lo Stato

DOC.CR.P.05TER) OdG Sicurezza sul Lavoro

Per scaricare il file pdf Clicca QUI

 

La Rivista ” In Marcia” denuncia il Governo italiano per la mancata adozione dei decreti attuativi previsti dall’art. 3 del D.Lgs. 81/08

 

Nella stazione di Brandizzo in provincia di. Torino  nella notte del 31 agosto 2023  morirono  cinque operai travolti da un treno mentre stavano eseguendo lavori di manutenzione sulla linea 

Fonte CIIP

La rivista In Marcia, unitamente ad un gruppo di cittadini, lavoratori e associazioni denuncia il Governo italiano per la mancata adozione dei decreti attuativi previsti dall’art. 3 del D.Lgs. 81/08, di coordinamento e armonizzazione con le relative norme tecniche nei settori, porti, navigazione, pesca e ferrovie, decreti attesi ormai da 16 anni.
CIIP in più occasioni (ultimo documento del 2021) aveva sollecitato il Governo alla emanazione dei decreti in questione.

Un estratto dell’articolo che potete leggere integralmente su ” In Marcia ” 

“Brandizzo, denunciata l’Italia per violazione
delle direttive europee sulla sicurezza sul lavoro”

Nel nostro Paese senza decreti di armonizzazione al TU 81, tutele ridotte per i lavoratori impiegati di ferrovie, pesca, porti, e navigazione

Roma, 16 aprile 2024 – La nostra rivista, assieme ad un gruppo di cittadini, lavoratori e associazioni ha presentato alla Commissione Europea una denuncia il mancato recepimento recepimento delle direttive riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro e chiesto l’avvio di una procedura di infrazione.

In sintesi, dopo 16 anni dall’approvazione del Decreto Legislativo 81 del 2008, nei settori, porti, navigazione, pesca e ferrovie, ancora non sono pienamente applicabili le norme di tutela di fonte comunitaria in esso contenute ma restano in vigore leggi obsolete, addirittura precedenti all’approvazione della Direttiva europea 391/89 sulla materia.

A causa della mancata adozione dei decreti di coordinamento e armonizzazione nel settore ferroviario, ancora oggi si applicano – incredibilmente – norme dei decreti del 1955 e 1956 e leggi del 1974 e 1979. La previsione iniziale di un termine di 12 mesi per l’adozione di questi decreti, necessari per l’allineamento della normativa nazionale ai principi della legislazione europea, è stata colpevolmente prorogata dal governo italiano dapprima a 24 mesi, poi a 36 poi a 48, poi a 55 mesi; infine, nel 2012 il termine è stato rinviato a tempo indeterminato “fino all’approvazione dei decreti…”.

Ancora In Marcia ! è una rivista radicata nel settore ferroviario, tuttavia è pienamente consapevole e partecipe delle criticità presenti nell’intero mondo del lavoro. Per questo abbiamo sollevato il tema anche riguardo gli altri settori interessati con i quali condividiamo notevoli affinità, tecniche, organizzative e di rischio, nonché indici infortunistici estremamente significativi.

Rischi venuti tragicamente alla ribalta nel caso dell’infortunio multiplo, (anche conosciuto come la strage di Brandizzo), avvenuto nella notte del 31 agosto 2023 in provincia di Torino, durante la manutenzione dei binari, nel quale hanno perso la vita cinque operai. Questa tragedia ha messo in luce un quadro giuridico paradossale in cui le norme di protezione dei lavoratori addetti all’infrastruttura ferroviaria in Italia – sulla base della legge 191/74, una delle norme oggetto della nostra denuncia – sono stabilite dalla stessa impresa datrice di lavoro e committente dei lavori (RFI Spa), mediante proprie “Istruzioni” che hanno valore di legge e non dalle norme generali di tutela di derivazione comunitaria, valide per il resto dei cantieri.

Il ministero dei trasporti, in questi anni, salvo uno schema di decreto varato nel 2012 e rimasto chiuso in un cassetto, si è distinto per l’inerzia amministrativa. Dietro a questo inescusabile ritardo temiamo si celi una sorta di avversione da parte del potente apparato economico industriale che governa il mondo ferroviario e quello marittimo.

Neanche i ripetuti solleciti giunti dai ferrovieri, delle associazioni degli operatori della prevenzione e da ultimo anche delle regioni sono stati sufficienti per sbloccare lo schema del provvedimento. Le ultime notizie ufficiali segnalano che “… La bozza di schema è al vaglio dell’Ufficio Legislativo del MIT“.

Siamo convinti che questa denuncia, se raccolta e sostenuta da tutti i soggetti interessati realmente alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, parlamento e parlamentari, partiti, regioni (in primis la Lombardia coordinatrice per la sanità nell’ambito della Conferenza delle Regioni), sindacati nazionali, ASL, Ispettorato Nazionale del lavoro, associazioni di volontariato e professionali, istituzioni scolastiche e di ricerca, organi di informazione, ecc., possa rappresentare uno stimolo per offrire al nostro paese una legislazione al passo coi tempi.

Noi, da semplici cittadini, pensiamo di aver fatto la nostra parte. Quando si tratta di sacrifici e rinunce ci sentiamo spesso dire che “Ce lo chiede l’Europa… “. Oggi siamo noi a chiedere all’Europa. Vediamo cosa risponderà.

Per leggere anche il testo della denuncia clicca QUI 

 

 

Decreto Legge 2 marzo 2024 n. 19 – Considerazioni CIIP

Dal sito della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP

 

ll Governo, nel Decreto-legge del 2 marzo 2024 n. 19 “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 52 del 2 marzo 2024, ha inserito una parte dedicata alla definizione di disposizioni in materia di contrasto del lavoro irregolare (art. 29).

In un provvedimento che riguarda una molteplicità di argomenti relativi all’attuazione del PNRR al Capo VIII sono introdotte “Disposizioni urgenti in materia di lavoro” che apportano importanti modifiche al D.Lgs. 81/08, alle misure di contrasto del lavoro irregolare nonchè alle competenze e modalità di intervento dell’INL. Il Gruppo di lavoro Legislazione della CIIP ha predisposto il documento allegato di esame di alcune delle numerose criticità presenti nel DL 19/24.

Il documento è stato curato particolare Gilberto Boschiroli-Presidente CIIP, Claudio Calabresi-SNOP,  Norberto Canciani-Ambiente e Lavoro, Susanna Cantoni-Vicepresidente CIIP, Alberto Chinaglia-esperto in materia di appalti, Graziano Maranelli–SNOP, Paolo Pascucci-Università di Urbino Carlo Bo-Olympus, Katia Razzini-UNPISI, Rocco Vitale-AIFOS.

A questo link il testo del Decreto-Legge dalla Gazzetta Ufficiale
A questo link il testo del Decreto-Legge dal sito di Olympus
Potete anche scaricare un commento di Norberto Canciani, segretario di Ambiente & Lavoro.

Per scaricare l’allegato che contiene il Documento di analisi della CIIP sul D.L. 19 del 2 marzo 2024  vai al sito CIIP

Registrazione del Seminario : ” Molestie e molestie sessuali nel lavoro: quali strumenti di contrasto in ottica di genere? “

 

 

 

Registrazione del Seminario che si è svolto  Venerdì 26 Gennaio 2024 ore 14.30 – 18.30
Sala della Traslazione, Piazza San Domenico 13, Bologna

 

Programma dei Lavori – La Locandina 

 

Introduce e modera Avv. Antonella Gavaudan, Foro di Bologna

Saluti iniziali

Dott. Daniela Carlà – Fondatrice e promotrice di Noiretedonne

Avv. Alberto Piccinini – Presidente di Comma2 Lavoro è Dignità

Sonia Alvisi – Consigliera regionale parità Emilia – Romagna

Relazioni

 

Prof. Stefania Scarponi – già Ordinaria di Diritto del lavoro e docente di Diritto e Genere, Università di Trento, e aderente a NRD, “Le nozioni di molestia nel diritto del lavoro nelle fonti e nell’applicazione giurisprudenziale”

Avv. Maria Virgilio – Avvocata, Presidente di Giudit – Giuriste d’Italia e aderente a NRD, Consulente della Commissione
Parlamentare di inchiesta sul femminicidio, “Le molestie e le molestie sessuali nel diritto penale: riempire un vuoto o ripensare il pieno?”

Dott. Elisabetta Tarquini – Consigliera Sez. Lav. della Corte d’Appello di Firenze, “Profili processuali e rimediali in materia di molestie nel diritto del lavoro antidiscriminatorio “

Prof. Laura Calafà – Ordinaria di Diritto del lavoro, Università di Verona, “Le regole stabilite dai contratti collettivi e dai codici etici come strumento di tutela e prevenzione”.

 

Interventi programmati

Avv. Sara Passante – Foro di Bologna e Comma2, “Il risarcimento del danno alla luce della giurisprudenza”

Avv. Lorenza Cescatti – Foro di Rovereto e Comma2, “Il ricorso all’ammonimento del Questore come strumento di contrasto alle molestie”

Avv. Elisa Favè – Foro di Verona e Comma2, “Molestie sul luogo di lavoro e art. 8 CEDU nella sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “C. vs Romania”

Dott. Matilde Botto – Dottoranda, Università di Bologna, “Le molestie online: digitalizzazione della sessualità e nuove esigenze di tutela della sfera sessuale della persona”

Prof. Cristina De Maria – Delegata del Rettore per l’equità, l’inclusione e la diversità, “L’esperienza dello sportello universitario contro la violenza di genere dell’Università di Bologna”

Dott. Cristina Obber – Scrittrice ed esperta formatrice in tema di contrasto alle molestie, aderente a NRD, “Gli ostacoli
all’emersione delle molestie nel lavoro: esperienze sul campo”

Cinzia Spanò – Presidente di Amleta, “Le molestie nell’ambiente dello spettacolo e l’esperienza di Amleta”

Allegati 

Prof. Cristina Demaria  LO SPORTELLO UNIVERSITARIO CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE
I primi dati

Riflettere sulla tragedia di Firenze senza l’uso di parole consumate….

 

 

E’ difficile, ancora una volta, trovare parole non consumate dalla retorica per scrivere dell’ultima tragedia sul lavoro avvenuta nel cantiere Esselunga di Firenze.
Solo il silenzio della riflessione e il rispetto per le persone che hanno perso la vita mentre stavano lavorando ci può consentire di ragionare senza ripetere luoghi comuni e slogan usurati e smentiti nella quotidianità come ” mai più morti sul lavoro ”
E’ necessaria l’umiltà di ripartire da parte di ciascun soggetto in campo, dalle imprese alle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori, sottoponendo ad una verifica le pratiche operative di valutazione e gestione dei rischi, quelle formali impeccabili che rimangono nelle carte degli uffici e quelle reali, permeate da una informalità maligna, che sono molte volte all’origine delle tragedie come quella di Firenze. La schizofrenia dei comportamenti per cui nella stessa azienda convivono una rappresentazione formale della organizzazione del lavoro con una documentazione a prova di ispezione delle autorità preposte ed una pratica reale che non ha alcun rapporto con le misure necessarie per gestire i rischi per la sicurezza. Questo è un male diffuso e cronico in molte, troppe realtà aziendali dal comparto delle costruzioni alla logistica. Non sappiamo cosa sia successo e le cause nel caso specifico della tragedia di Firenze, saranno le indagini delle autorità competenti a individuare le concause che hanno prodotto il disastro. Sappiamo per certo che l’allungamento delle linee di decisione e governo della organizzazione del lavoro nei cantieri, la moltiplicazione dei soggetti che operano nello stesso sito, la sovrapposizione delle lavorazioni senza adeguato coordinamento sono spesso alla base del fallimento di una corretta valutazione e gestione dei rischi. Le pratiche di moltiplicazione degli appalti e subappalti a cascata sono il male oscuro alla base della fragilità gestionale del lavoro in sicurezza. I lavoratori di oggi, siamo ben lontani dagli anni delle lotte e delle conquiste, sono soggetti ricattabili, sono ragazzi venuti da lontano che spesso non sono in grado di rifiutarsi perchè, verosimilmente, come nel caso del cantiere di Firenze sono senza il permesso di soggiorno…o col permesso scaduto. Tra i determinanti di queste tragedie vi è una legislazione disinvolta che regola la disciplina degli appalti nel settore privato. L’attuale governo è orientato alla deregulation che dovrebbe essere estesa dal settore privato a quello delle opere pubbliche. Vedremo dopo i discorsi e il cordoglio delle autorità quali saranno le decisioni per fermare questa carneficina. Vedremo pure se cambieranno gli atteggiamenti discriminatori e le narrazioni verso le condizioni  di tanti ragazzi immigrati, lavoratori che pagano, a volte, un prezzo inaccettabile, con la vita, il loro desiderio di realizzare una condizione esistenziale migliore.
Vedremo se le parole di circostanza delle autorità svaniranno nel nulla dopo i funerali di questi lavoratori. Questa tragedia non riguarda solo questi ragazzi immigrati vittime di un lavoro che uccide, è anche un segnale per tutti i lavoratori: in troppe realtà aziendali è stato superato il limite di accettazione sociale tollerabile delle condizioni di lavoro pericoloso .

Gino Rubini, editor di Diario Prevenzione

Pesticides : vers une meilleure reconnaissance des effets sur la santé des enfants d’agriculteurs

[ per leggere la traduzione in italiano dell’articolo cliccate la quarta (da sinistra ) icona blu “google translator” in fondo all’articolo ]

Giovanni Prete, Université Sorbonne Paris Nord; Elodie Haraux, Université de Picardie Jules Verne (UPJV); Jean-Noël Jouzel, Sciences Po et Sylvain Chamot, Université de Picardie Jules Verne (UPJV)

Le 1er février dernier, pour répondre à la colère des agriculteurs, Gabriel Attal, le premier ministre, a pris un certain nombre de mesures, parmi lesquelles la « mise à l’arrêt » du plan Écophyto. Pour rappel, ce plan avait pour but de réduire progressivement de 50 % l’utilisation des pesticides sur le territoire français, d’ici à 2025.

Suspension du plan Écophyto, à rebours des engagements de l’État

Cette annonce s’inscrit à rebours des engagements pris par l’État, des objectifs du plan Écophyto et des attentes de la population. « La réduction de l’usage des produits phytopharmaceutiques (c’est-à-dire les pesticides dans le langage courant, ndlr) constitue une attente citoyenne forte et une nécessité pour préserver notre santé et la biodiversité », peut-on ainsi lire sur la page dédiée du ministère de l’agriculture.

Les organisations non gouvernementales (ONG) de défense de l’environnement déplorent, de leur côté, « le signal désastreux » envoyé par la suspension du plan Écophyto

Nombre d’ONG et d’associations militent, en particulier, pour la reconnaissance des effets sanitaires liés à l’exposition aux pesticides chez les agriculteurs et au sein de leurs familles.

C’est le cas, par exemple, du Collectif de soutien aux victimes des pesticides de l’Ouest. Le 4 décembre 2023, à Rennes, l’association organisait une conférence de presse pour demander la création d’un nouveau tableau des maladies professionnelles spécifique aux tumeurs cérébrales dont le risque serait accru par l’exposition aux pesticides.

Ce tableau s’appuierait notamment sur l’expertise scientifique collective de l’Institut national de la santé et de la recherche médicale (Inserm) « Pesticides et santé, nouvelles données » rendue en 2021.

 

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Progettare la lotta politica per la sanità pubblica (seconda parte)

Riprendiamo da Dinamopress la seconda parte di questo importante articolo di Luca Negrogno . Ringraziamo Dinamopress e l’Autore per questo  contributo alla riflessione sulla crisi del SSN ,  per una nuova stagione delle pratiche della cura, per una ri/nascita del SSN . La prima parte dell’articolo è linkabile QUI 

 

Fonte  Dinamopress

Autore: Luca Negrogno

Nella seconda e ultima parte di questo articolo, le prospettive teoriche e politiche delle lotte sulla salute, dall’analisi critica del settore pubblico alle nuove forme di politicizzazione delle pratiche della cura

LA RIFLESSIONE TEORICA NELLE NUOVE FORME DI MOBILITAZIONE SULLA SALUTE: RIPOLITICIZZAZIONE DELLA CURA E SOLIDARIETÀ

Donatella Della Porta e Mario Diani, indagando il rapporto tra mobilitazioni sociali e sistemi di welfare, hanno indicato come centrale nelle lotte sociali la capacità di «spostare i confini tra pubblico e privato», superando la visione evolutiva dei cluster di diritti (civili, sociali e politici) e mostrando come tale ridefinizione contribuisca a forgiare e a permettere l’emersione di nuove soggettività, che a loro volta riarticolano con la loro presenza il campo politico complessivo. Le lotte sociali novecentesche hanno favorito «l’espansione del ruolo dello stato» che, intervenendo «con crescente frequenza nei settori relativi alla vita privata, in particolare attraverso la fornitura di servizi sociali e l’azione delle agenzie assistenziali», ha anche prodotto «un maggiore controllo su aspetti della vita che in precedenza sarebbero stati lasciati alla regolamentazione autonoma degli attori sociali, con esiti ambivalenti. L’estensione del servizio sanitario pubblico, ad esempio, ha favorito la standardizzazione dei metodi terapeutici e il trattamento di eventi cruciali nell’esperienza degli individui, come la maternità. È seguita una tendenza alla burocratizzazione e alla razionalizzazione della sfera privata» (Dalla Porta) su cui sono intervenute le critiche di nuove soggettività che a loro volta hanno modificato il campo della riflessione politica. Il movimento femminista, i movimenti di critica alla psichiatria, i gruppi attivi contro la nocività degli ambienti urbani hanno sì propugnato una «estensione del welfare, ma anche una trasformazione delle istituzioni dello stato sociale».

Sempre seguendo la riflessione di Della Porta e Diani, se «molta ricerca, focalizzata su movimenti sociali progressisti, ha sottolineato il loro ruolo nell’espansione dei diritti», tale estensione non è nè univoca nè lineare: «Marshall ha suggerito una evoluzione dai diritti civili a quelli politici e sociali, in realtà le lotte per questi diritti sono state spesso intrecciate, mobilitando sempre nuovi gruppi sociali, dalle donne ai migranti».

L’analisi del rapporto tra lotte sociali e welfare va quindi condotta tenendo conto della mutevolezza e dell’articolazione interna dei diversi gruppi sociali, della trasformazione dei gruppi sociali stessi e del loro rapporto con la configurazione degli ambiti di intervento statale – anche nei termini della retroazione esercitata dai nuovi fronti di diritto istituiti con le lotte precedenti.

 

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Sante Bajardi , un impegno che non dimenticheremo

Per ricordare Sante Bajardi che ebbi la fortuna di incontrare  in diversi Seminari e Convegni all’inizio degli anni 80 quando si costruivano i primi Servizi di Medicina del Lavoro e i primi Dipartimenti di Prevenzione . Allora Sante era Assessore alla Sanità della Regione Piemonte , voglio ricordare la sua determinazione e. intelligenza  nel costruire un Servizio Sanitario pubblico che tutelasse tutti i cittadini a cominciare dai più esposti ai rischi negli ambienti di lavoro. Editor – Gino Rubini

2023_Promozione_04_dicembre (1)

Per scaricare in formato pdf la Rivista Promozione  clicca QUI 

” The quiet quitting, ovvero , Ma chi me lo fa fare ? ” Podcast di Diario Prevenzione -29 novembre 2023 – Puntata n° 114

 

a cura di Gino Rubini

Benvenute/i ad un podcast senza fronzoli.

In questa puntata parliamo di:

– CIIP: Un documento sui rischi connessi all’impiego di Diisocianati e Poliuretani
– Appello globale per il monitoraggio della salute dei lavoratori su The Lancet
– Condizioni di lavoro deplorevoli per i lavoratori che lavorano alla ristrutturazione degli edifici COP28
– Nuovi rischi lavorativi: stress lavoro correlato e rischi psicosociali
– Lavoro, la grande fuga e il fenomeno nuovo del ” The quiet quitting, ovvero , Ma chi me lo fa fare ? ”  **

Buon ascolto ! 

** Riferimenti

  • Francesca Coin – Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita – Einaudi
  • Andrea Colamedici Maura Gancitano – Ma chi me lo fa fare ? Come il lavoro ci ha illuso: la fine dell’incantesimo – Harpercollins
  • Jim T. Harper – The Quiet Quitting Crisis. A Comprehensive Guide to Detecting, Preventing and Addressing Quiet Quitting in the Workplace – Be Wise Media

 

Perché gli infortuni sul lavoro non calano come dovrebbero?

 

 

Fonte:   ilmanifesto in rete

Autore: Maurizio Mazzetti che ringraziamo 

Senza qui riprendere una più dettagliata analisi sulla numerosità degli infortuni, anche nel problematico ma indispensabile confronto con numero di occupati/ore lavorate (per il quale si rinvia a precedenti articoli), è evidente che nonostante tutti gli strumenti messi in campo, o comunque disponibili, la situazione complessiva non è soddisfacente e ormai da tempo sostanzialmente stabile; ed per di più assistiamo ad uno scoraggiante ripetersi di infortuni mortali o gravi con le medesime cause e circostanze.

Ma allora, cos’è che non funziona, perché i risultati non sono quelli attesi?  Ci possono essere tante risposte, magari tutte vere, perché il fenomeno ha molte cause, e non è detto che, come scriveva Pareto, ad un piccolo numero di cause corrisponda sempre un elevato numero di effetti. Ma riepiloghiamo, a mo’ di riassunto di tutti i precedenti articoli gli strumenti disponibili. Abbiamo in primo luogo tutti quelli in qualche modo obbligatori, assistiti da una qualche sanzione giuridica:

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Amianto, dalla Regione 4 milioni di euro di incentivi alle imprese per la rimozione e lo smaltimento

Fonte Regione Emilia-Romagna 
Bando per tutte le aziende emiliano-romagnole. Priolo: “Necessario unire tutela dell’ambiente, della salute e del lavoro”

Via l’amianto dalle fabbriche per una massima tutela della salute dei lavoratori, qualificando i luoghi di lavoro e rispettando l’ambiente.

La Regione interviene con un impegno di 4 milioni di euro di incentivi per la rimozione e lo smaltimento dei manufatti contenenti amianto (asbesto) nelle imprese emiliano-romagnole. Il via libera della Giunta regionale che, nel corso dell’ultima seduta, oltre a stanziare i fondi ha approvato un apposito bando.

Il bando è indirizzato a microimprese, Pmi e grandi aziende, con sede legale o unità locale nel territorio emiliano-romagnolo: finanziabili i progetti per la rimozione e smaltimento di manufatti contenenti amianto, presenti in immobili in cui si svolgono attività produttive, terziarie e commerciali.

Il bando

L’intervento dovrà avere un costo complessivo ammissibile di almeno 15mila euro per le spese di rimozione e smaltimento dell’amianto (esclusi, quindi, i costi di ricostruzione) e dovrà riguardare immobili localizzati in Emilia-Romagna. Sono esclusi gli interventi finalizzati all’adeguamento alle norme esistenti. Sono ammissibili solo gli interventi avviati dopo la data di prenotazione online. Il limite massimo di contributo ammissibile per intervento è fissato a 150mila euro.

Priorità sarà data agli interventi degli edifici da bonificare che si trovano a una distanza inferiore a 800 metri in linea d’aria da scuole o ospedali; che contestualmente all’intervento prevedono anche l’installazione di impianti fotovoltaici presso la medesima unità locale, area o sito produttivo di cui fa parte l’edificio da bonificare. Sarà possibile indicare la presenza di entrambi i criteri di priorità.

La presentazione della domanda si articolerà in due fasi. Una prima riguarda la prenotazione online del contributo (click day dal 22 al 28 novembre 2023), con l’indicazione del costo stimato dell’intervento candidato e dichiarazione di eventuali priorità; una seconda (dal 10 gennaio al 5 aprile 2024) che prevede la presentazione della domanda completa, alla quale saranno invitate solo le imprese che si troveranno in posizione utile nella graduatoria, sulla base delle risorse finanziarie disponibili. Queste ultime avranno tre mesi per presentare il progetto dell’intervento e completare la domanda di contributo.

Gli interventi di rimozione e smaltimento dovranno essere effettuati entro 24 mesi dalla concessione del finanziamento.

I costi della “non sicurezza” di Maurizio Mazzetti

Riprendiamo ancora dalla rubrica “Il lavoro deve essere sicuro” de Ilmanifestoinrete l’articolo di Maurizio Mazzetti che ringraziamo per la chiarezza e la precisione.

Fonte Ilmanifestoinrete

Anche se ogni infortunio o malattia professionale, tanto più se gravi, possono essere considerati moralmente inaccettabili, il loro verificarsi va valutato anche sotto il profilo dei relativi costi, individuali, aziendali e sociali. Vediamoli un po’.

Ormai da qualche anno sono disponibili elaborazioni e studi sui costi economici e sociali degli infortuni; minor attenzione è posta a quelli delle malattie professionali, per quanto le situazioni siano sostanzialmente sovrapponibili. Purtroppo, questi studi, che concludono univocamente per costi molti alti (ma sui numeri torneremo alla fine dell’articolo), non sembrano avere effetti concreti sulle politiche per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro, almeno in Italia: gli interventi normativi continuano ad essere effettuati episodicamente, magari sull’onda di qualche evento di particolare risonanza presso l’opinione pubblica, e limitata magari alla mera gestione, di solito indennitaria, delle conseguenze. Per esempio, ci sono voluti quattro casi mortali di studenti impegnati nell’alternanza scuola lavoro, oggi PCTO – percorsi competenze trasversali e orientamento – per stabilire una tutela indennitaria a studenti e famiglie; ma ben poco, chiacchiere, o piuttosto grida manzoniane a parte, si è fatto in termine di formazione alla sicurezza (l’Accordo Stato regioni in materia è scaduto da anni e, a quanto pare, non verrà rinnovato neppure entro quest’anno), e prevenzione. E ciò dimostra, una volta di più, del fatto che manca, a livello di sistema paese, una strategia; e che anche che la stessa conoscenza dei fenomeni, checché se ne dica quando nei convegni si parla del SINP – Sistema Informativo Nazionale Prevenzione – è quantomeno carente.

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I determinanti politici della salute

 

Fonte saluteinternazionale.info che ringraziamo

Autori:  Primo Buscemi, Gabriele Cerini, Francesco Giannuzzi, Simone Iadevaia e Lorenzo Latella

I determinanti politici della salute, agendo a monte rispetto ai determinanti sociali, influenzano la salute della popolazione e contribuiscono ad attenuare o esacerbare le disuguaglianze di salute.

L’influenza dei determinanti sociali sulla salute delle popolazioni è al giorno d’oggi ampiamente riconosciuta. La World Health Organization (WHO) definisce i determinanti sociali di salute come quei fattori non medici che influenzano la salute, comprendenti le condizioni in cui le persone nascono, crescono, lavorano, vivono e invecchiano e, in senso più ampio, l’insieme delle forze e dei sistemi che plasmano le condizioni di vita quotidiane. Questi ultimi includono le norme sociali, le politiche economiche e il sistema politico. [1]

Daniel E. Dawes, uno dei principali promotori dell’Affordable Care Act (ObamaCare), nonché consulente per la COVID-19 Health Equity Task Force della Casa Bianca, ha pubblicato nel 2020 un libro in cui sostiene che i fattori politici dovrebbero essere considerati in modo distinto dai determinanti sociali della salute. [2] Infatti, quelli che Dawes definisce determinanti politici della salute, agiscono a monte rispetto ai determinanti sociali della salute, svolgendo un ruolo fondamentale nel generare, sostenere ed esacerbare i determinanti sociali, che a loro volta influenzano la salute della popolazione, attenuando o incrementando le disuguaglianze di salute.

A livello globale, sono molti gli esempi dell’impatto della politica sulla salute della popolazione: la iniqua distribuzione dei vaccini anti-Covid-19 nel mondo (sottolineati da varie dichiarazioni WHO), il reclutamento di operatori sanitari da parte di paesi sviluppati che soffrono carenze di personale in paesi da cui originano flussi migratori, le politiche di assimilazione razziale di fine ‘800 in Australia che portarono alla “Generazione Rubata” (vedi Nota) con gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale degli individui, le conseguenze della Brexit sulla salute e l’assistenza sanitaria nel Regno Unito e nei paesi dell’Unione Europea (per approfondire: “La Brexit fa male alla salute”). [3]

Una nuova cornice concettuale

Dawes definisce i determinanti politici della salute come quei fattori “implicanti il processo sistematico di strutturare le relazioni, allocare le risorse e amministrare il potere, che operano simultaneamente, rafforzandosi reciprocamente o influenzandosi a vicenda, per determinare le opportunità che possono ridurre o esacerbare le disuguaglianze di salute”. I determinanti politici della salute creano le condizioni strutturali e i fattori sociali che, a loro volta, influenzano tutte le dinamiche coinvolte nella salute, come, ad esempio, le condizioni ambientali, la sicurezza nei trasporti, l’insicurezza abitativa e la mancanza di opzioni alimentari sane. Riflettere sul ruolo che svolgono i determinanti politici significa analizzare come il potere, le istituzioni, gli interessi e le posizioni ideologiche possono influenzare la salute nel contesto di differenti sistemi politici e culture, e a diversi livelli di governance.

 

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Infortuni mortali sul lavoro. Alcune riflessioni amare sugli (ultimi?) eventi

Autore :  Maurizio Mazzetti che ringraziamo 

Fonte IlManifestoinrete

 

La cronaca continua ad anticipare i miei articoli (purtroppo) con uno stillicidio di morti che, quali che siano le statistiche, continua ad essere inaccettabile in quanto assolutamente evitabilee con poco sforzo. Ci dice l’INAIL che nei primi sette mesi dell’anno le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail sono state 344.897 (in calo del 21,9% rispetto alle 441.451 del periodo gennaio-luglio 2022), di cui 559 mortali (in calo dell’1,8% rispetto ai 569 casi nello stesso periodo dell’anno scorso). Dei casi mortali denunciati, 430 sono in occasione di lavoro e 129 in itinere, ovvero nel tragitto casa-lavoro o viceversa.

Però vediamo anche 12 morti in 48 ore (sette mercoledì 13 e quattro ieri): ieri un 44enne che precipita da un tetto ad Arzano (Na), un 52enne schiacciato da un mezzo in retromarcia la notte all’aeroporto di Bologna, un 66enne (grande, il nostro sistema pensionistico …) investito da un camion in un deposito rifiuti la notte a Napoli, un 29enne travolto da un trattore in retromarcia su una banchina nel porto di Salerno (con un collega gravemente ferito alle gambe), un 47enne caduto all’interno di una cisterna contenente vino e probabilmente annegato, con un collega 31enne seriamente intossicatosi nel tentativo di prestargli soccorso. Una antologia da manuale degli infortuni mortali …

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Alcuni indizi per una prova…

 

Fonte: SNOP.IT

Quando arriva un nuovo governo, anche politicamente molto diverso da quelli precedenti, è  lecito chiedersi “come andranno le cose per le materie di cui ci occupiamo?”.

Vediamo alcuni segnali recenti in tema di salute di tutti e di salute nei luoghi di lavoro.

Il disegno di legge “Calderoli” sull’autonomia differenziata “individua i principi per l’attribuzione di funzioni alle Regioni che abbiano chiesto l’accesso a forme e condizioni particolari di autonomia per una o più materie richiamate dall’art 116, terzo comma, della Costituzione” e “definisce le modalità procedurali di approvazione, modifica e cessazione di efficacia delle intese fra lo Stato e la singola Regione”. Si tratta di ben 24 materie che sono state riconosciute di potestà legislativa concorrente con lo Stato.  Tra queste la tutela e sicurezza sul lavoro, l’istruzione, la produzione il trasporto e la distribuzione dell’energia e, ancora, la tutela della salute e il governo del territorio.

Per leggere l’articolo completo vai alla fonte SNOP.IT

Osha. europa . Servizi di sicurezza e prevenzione della salute sul lavoro / esperti in Europa

Fonte : Osha.eu

Parole chiave:

Questo documento di discussione contribuisce all’attuale dibattito sul ruolo dei servizi di prevenzione nel sostenere il rispetto sostanziale degli standard di sicurezza e salute sul lavoro (SSL).

Esamina il ruolo della pratica professionale in materia di SSL nei luoghi di lavoro dell’UE nel 21° secolo. Ciò viene fatto in relazione al più ampio discorso sul ruolo dell’aiuto professionale nel raggiungimento di una conformità sostanziale, contribuendo così anche a identificare i limiti delle conoscenze attuali e le questioni chiave per la politica e la ricerca future. 

Per scaricare il file PDF clicca QUI

NUOVO SONDAGGIO: I LAVORATORI DI AMAZON IN 8 PAESI AFFERMANO CHE IL MONITORAGGIO INTRUSIVO LI STA RENDENDO MALATI E ANSIOSI

 

 

 

 

Fonte : Uniglobalunion che ringraziamo 

Il testo che postiamo è una traduzione automatica dall’inglese effettuata con google translator. Per un utilizzo professionale di questo articolo raccomandiamo di fare riferimento al testo originale alla fonte . editor

 

Il sistema di monitoraggio delle prestazioni di Amazon fa sentire i suoi lavoratori ” stressati, sotto pressione, ansiosi, come uno schiavo, un robot e inaffidabile “, secondo un nuovo studio internazionale sui dipendenti Amazon nei principali mercati per UNI Global Union, il primo in assoluto nel suo genere. Oltre la metà dei lavoratori di Amazon intervistati afferma che i sistemi di monitoraggio di Amazon hanno avuto un impatto negativo sulla loro salute (51%) e sulla loro salute mentale (57%).

Lo studio, commissionato da UNI Global Union e condotto da Jarrow Insights , ha raccolto 2.000 risposte da magazzinieri, autisti e impiegati autoidentificati di Amazon provenienti da paesi , tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Francia, Germania, Polonia , Spagna e Australia.

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I sindacati dei trasporti accolgono con favore i progressi del Parlamento europeo sulla direttiva sui lavori su piattaforma

I lavoratori delle piattaforme si sono incontrati alla scuola estiva ITF Youth di quest’anno per discutere e pianificare la via da seguire per il settore

Il Parlamento europeo ha respinto i tentativi dell’industria delle piattaforme di indebolire una proposta di legge che conferisce ai propri lavoratori diritti dignitosi.

Il voto della scorsa settimana a favore del mantenimento di una forte presunzione di occupazione nella direttiva sui lavori su piattaforma da parte della commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo è stato accolto con grande favore dalla Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti (ITF).

“C’è stata una rissa tra i legislatori progressisti e la lobby delle piattaforme sulla formulazione di questa direttiva”, ha affermato Stephen Cotton, segretario generale dell’ITF. “Non dovrebbe esserci alcun margine di manovra per consentire alle piattaforme di eludere le proprie responsabilità di datori di lavoro: questo è ciò per cui hanno fatto pressioni e sono lieto di dire che la commissione per l’occupazione del Parlamento europeo ha impedito che ciò accadesse.

“Abbiamo avvertito che questa è la tattica delle piattaforme e dobbiamo ringraziare gli eurodeputati per aver resistito a questa pressione”.

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E’ disponibile online la Rivista Lavoro e Salute dicembre 2022 con molti articoli su prevenzione, sanità, politiche sociali e sanitarie…

In questo fascicolo del 12 dicembre molti articoli interessanti in fattispecie sul destino del Servizio Sanitario Nazionale che con l’attuale governo è destinato ad essere ulteriormente definanziato e impoverito con un crescente dirottamento degli utenti alle prestazioni sanitarie offerte dal settore privato … in convenzione e/o a…pagamento. Un percorso che dovrebbe essere  contrastato con molta decisione, ma …..

Per scaricare il file .pdf della Rivista Lavoro e Salute clicca QUI 

Ambiente Lavoro Bologna: Alleggeriamo il carico! Focus sulle soluzioni, le presentazioni

Campagna Europea Ambienti di lavoro sani e sicuri 2020-2022

Bologna, Quartiere Fieristico
mercoledì 23 novembre 2022 – ore 9:00-13:00

Seminario Associazione Ambiente e Lavoro con CIIP
Presentazione EBook DMS
sono disponibili le presentazioni

Saluti e introduzione
Norberto Canciani Associazione Ambiente e Lavoro

Presentazione eBook DMS
Susanna Cantoni Presidente CIIP

Presentazione Dossier Ambiente “La movimentazione manuale dei carichi”
Enrico Occhipinti (la presentazione potrebbe essere integrata nei prossimi giorni)

Storia
Francesco Carnevale e Alberto Baldasseroni

EU-OSHA: il programma “Alleggeriamo il carico”
Francesca Grosso Focal Point INAIL

La Banca Dati Soluzioni sul rischio MSK
Cristina Mora Università di Bologna

Piani Mirati di Prevenzione (PMP) per la prevenzione del rischio da sovraccarico
Giorgio di Leone

Interventi di comparto e piani mirati della regione Emilia-Romagna
Marco Broccoli

Domande e conclusioni

scarica la locandina

CONVEGNO GRATUITO con iscrizione obbligatoria online
Segreteria Organizzativa Associazione Ambiente e Lavoro Via della Torre 15 – 20127 Milano Tel. 0226223120 Fax 0226223130 info@amblav.it  – www.amblav.it

GB . Risks newsletter Tuc n° 1063 8 ottobre 2022

Serve un intervento urgente sul Covid invernale

Un aumento dei casi di Covid mostra che è urgente un piano invernale per Covid, ha affermato il sindacato dei servizi sanitari UNISON. Commentando i dati ufficiali rilasciati il ​​7 ottobre, che mostravano che i decessi in Inghilterra sono aumentati di quasi il 10% nella settimana fino al 1 ottobre e i test positivi sono aumentati di oltre il 21%, l’assistente segretario generale dell’UNISON Jon Richards ha dichiarato: “L’inverno sta arrivando e il virus sta mettendo in scena un ritorno. Eppure il governo non sembra avere un piano. A meno che non vengano presi provvedimenti urgenti, i casi aumenteranno e le scuole, gli ospedali, le case di cura e altri servizi pubblici chiave rimarranno privi del personale di cui hanno bisogno per funzionare”. Ha aggiunto: “Riportare i test gratuiti è un must in modo che le persone non portino involontariamente il virus al lavoro, a scuola o al pub. Un sistema di indennità di malattia adeguata in cui tutti, indipendentemente da dove lavorino, ottengono la paga completa quando anche i poveri sono in ritardo da tempo”.
Statistiche sul coronavirus del governo britannico . Comunicato stampa UNISON .

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Lo stress da lavoro è al primo posto tra le cause della “paura della domenica”.

Secondo uno studio del governo del Regno Unito, quasi un britannico su sette prova ansia per la settimana a venire, soprannominata “la paura della domenica”, con lo stress da lavoro il fattore scatenante più comune. La ricerca dell’Office for Health Improvement and Disparities ha anche rilevato che il 53% delle persone si sente ansioso di lavorare di persona, rispetto al 6% delle persone che si sente ansioso di lavorare a casa. Le paure raggiungono il picco subito dopo le 17:00 di domenica, mentre i pensieri si spostano sulla settimana a venire con le ricerche di Google sulla tristezza che aumentano, poiché molte persone cercano aiuto. La nuova ricerca, commissionata dall’OHID, ha rilevato che nel complesso il 67% dei britannici soffre spesso di ansia di domenica.
Comunicato stampa DHSC e campagna Every Mind Matters . L’Osservatore . Notizie del cielo .Posta quotidiana .

Altre notizie seguono alla fonte RISKS TUC 1063 

dal Manifesto: un articolo di Beniamino Deidda

La politica non applica le leggi, i lavoratori muoiono più di prima.

Si ritorna al passato di 40 anni fa: si vagheggia perfino l’istituzione di un corpo unico di vigilanza che eserciti l’attività di controllo, ma non di prevenzione. Il 16 settembre scorso, in piena campagna elettorale, Cisl, Cgil e Uil hanno rivolto un accorato appello a tutte le forze politiche perché, nell’imminenza delle elezioni, trovasse adeguato spazio nel dibattito politico il drammatico tema delle morti sul lavoro e, più in generale, della salute e sicurezza dei lavoratori. Naturalmente non è accaduto nulla, e con l’implacabile stillicidio di tre vittime al giorno, i lavoratori hanno continuato a morire nei primi nove mesi del 2022, come del resto nell’anno precedente.

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Dors. Alle prime luci del giorno. Storia di infortunio

a cura di Redazione DoRS

 

Abdul aveva 52 anni, lavorava da dodici anni come operaio addetto alla linea di produzione nella stessa azienda. Si era trasferito, come tanti, dal nord Africa, circa 20 anni fa alla ricerca di fortuna.

L’infortunio è avvenuto alle prime luci del giorno nell’ autunno di qualche anno fa in una ditta metalmeccanica che produce macchine e attrezzature varie a partire dalla materia prima costituita da nastri di acciaio raccolti in coils.

Abdul si trovava nell’area di stoccaggio e stava lavorando da solo. Si è ipotizzato che Abdul, per spacchettare i quattro coils tenuti insieme da tre regge metalliche, si fosse sistemato davanti ai coils e, servendosi di una cesoia manuale, avesse iniziato il taglio. Mentre tagliava la terza ed ultima reggia, due coils perdevano la posizione verticale finendo per travolgere e schiacciare il lavoratore, provocandone la morte istantanea.

Questa è la ottantottesima storia aggiunta al repertorio delle storie di infortunio, nel quale sono raccolte le storie scritte dagli operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che partecipano al progetto “Comunità di pratica e narrazione“.

Vai al repertorio delle storie di infortunio, leggi direttamente la sintesi della storia o la storia completa Alle prime luci del giorno

“Sono dipendente dal lavoro, ma mi sto prendendo cura di me stesso!” » : consapevolezza in soccorso dei « maniaci del lavoro »

« Je suis accro au travail, mais je me soigne ! » : la pleine conscience au secours des « workaholics » 

[ in coda abbiamo postato una traduzione in italiano per facilitare la lettura dell’articolo . Traduzione effettuata con google translator: il testo di riferimento resta l’articolo in lingua francese ]

Carole Daniel, SKEMA Business School; Elodie Gentina, IÉSEG School of Management et Jessica Mesmer-Magnus, University of North Carolina Wilmington

Connaissez-vous la « boulomanie » ? Il s’agit de l’addiction au travail, un terme issu de l’anglicisme « workaholism » pour décrire le besoin incontrôlable de travailler sans cesse, inventé par le psychologue et éducateur religieux américain Wayne Oates en 1971. Ce phénomène addictif n’est pas lié à la consommation de substance comme l’alcool ou la drogue, mais décrit une addiction comportementale, au même titre que l’addiction aux jeux d’argent et de hasard par exemple.

Les accrocs au travail sont des personnes qui ressentent un besoin de travailler si fort qu’ils n’hésitent pas à mettre en danger leur santé physique et mentale, ainsi que leurs relations interpersonnelles. Une étude récente indique que 37 % des actifs utilisent des outils numériques professionnels hors temps de travail. Sur le plan légal, l’addiction au travail a été ajoutée à la liste des risques psychosociaux.

L’addiction au travail ne qualifie pas l’augmentation ponctuelle du temps de travail, liée à un gros dossier à traiter par exemple. Pour parler d’addiction au travail, il faut que ce comportement devienne compulsif et qu’il perdure pendant plusieurs semaines. Comme pour d’autres addictions, cette dépendance s’installe petit à petit, souvent à l’insu de ses victimes. Le besoin compulsif de travailler s’installe sournoisement. Il empiète toujours un peu plus sur la vie de famille, les loisirs ou les vacances, au point de devenir source de conflit, voire de rupture.

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