Fonte ETUI
Una valutazione del voto dell’estrema destra sulle questioni socio-economiche nel Parlamento europeo
• Alcuni partiti europei di estrema destra potrebbero parlare sempre più di sinistra, ma continuano in gran parte a votare di destra su questioni socio-economiche.
• Nonostante l’eterogeneità all’interno dei due gruppi politici di estrema destra al Parlamento europeo (2019-2024) – Identità e Democrazia (ID) e Conservatori e Riformisti europei (ECR) – nel complesso, resta il fatto che l’estrema destra è chiaramente contraria ai diritti dei lavoratori. La grande maggioranza di 18 partiti di estrema destra (su 22) ha votato contro le iniziative socio-economiche a livello europeo.
• Sebbene i membri di estrema destra del Parlamento europeo (MEP) votino in gran parte in modo omogeneo all’interno del loro partito, riscontriamo una notevole eterogeneità su questioni socio-economiche chiave all’interno di ID ed ECR, in particolare sulle questioni della tassazione minima delle società per le multinazionali e di salari minimi adeguati.
• Mentre le differenze regionali sono relativamente piccole, i partiti di estrema destra nell’Europa settentrionale sono particolarmente inclini a votare di destra su questioni socio-economiche.
• La scarsa disciplina di voto all’interno dei due gruppi indica che le questioni socio-economiche non sono centrali né per l’ID né per l’ECR.
Introduzione
Molto inchiostro è stato versato sull’ideologia, le questioni chiave e la retorica dell’estrema destra. Ma pochi studi hanno esaminato il suo programma socio-economico, per non parlare del suo record di voto su questioni socio-economiche. Mentre il neoliberismo era inizialmente considerato parte della “formula vincente” della destra radicale (Kitschelt e McGann 1997), i partiti di estrema destra si sono sempre più allontanati dalla loro posizione iniziale e si sono avvicinati al centro economico (de Lange 2007). Molti hanno adottato una posizione più pro-welfare, sebbene con un tocco “sciovinista”, ovvero proteggendo uno stato sociale forte ma solo per la loro “gente”, il che potrebbe essere descritto come “sciovinismo del welfare” (Mudde 2019). In quanto tali, i partiti di estrema destra oggigiorno spesso si ritraggono come “i” (veri) difensori “della” classe operaia, con cui intendono principalmente uomini bianchi che lavorano nelle industrie tradizionali.
Alcuni studiosi hanno notato che l’estrema destra offusca deliberatamente la sua posizione economica per attrarre elettori con preferenze diverse su questioni economiche, mentre compete su questioni secondarie, spesso trascurate (per lo più socio-culturali) (ad esempio, Rovny 2013). Altri studiosi distinguono tra benefici sociali “orientati al consumo”, come le pensioni, e quelli “orientati all’investimento”, come l’assistenza all’infanzia, e suggeriscono che l’estrema destra favorisca i primi rispetto ai secondi (ad esempio, Enggist e Pinggera 2022).