Connessioni 10. Green Deal , emergenza climatica e i risultati delle elezioni europee

 

Connessioni 10

13 giugno 2024

Fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede nel campo della prevenzione e della salute negli ambienti di vita… e di lavoro.  

 

In questo numero della rubrica Connessioni proponiamo articoli e documenti che prendono in esame le strategie d’intervento per affrontare il cambio climatico con particolare riferimento ai risultati delle elezioni europee che cambieranno alcuni equilibri all’interno del PE e della futura Commissione. La comunità scientifica condivide da tempo , in relazione ai dati di ricerca, la preoccupazione per scenari molto critici derivanti dagli effetti del cambiamento climatica. Rispetto a queste preoccupazioni la Commissione Europea uscente nel 2019 ha varato il progetto Green Deal che contiene una serie di misure anche drastiche per ridurre le emissioni di CO2 atmosfera, per convertire la produzione di energia con fonti fossili, petrolio, carbone, metano con fonti rinnovabili.

Rispetto al Progetto Green Deal si  sono opposti da sempre  i negazionisti del problema “riscaldamento climatico”, per loro il problema non esiste. Dai settori economici e produttivi interessati furono avanzate critiche in particolare sulle scadenze prefissate per raggiungere gli obiettivi, ad esempio il fine vita del motore endotermico nel settore automotive fissata per il 2035. E’ palese che la “transizione ecologica” è un processo complesso che apre nuovi problemi nella sostituzione delle tecnologie e introduce turbolenze enormi nelle relazioni sociali. In particolare vi è un nodo politico essenziale che risponde al quesito “ chi paga i costi sociali di questo processo ? “.

I costi sociali dei lavori che scompaiono o si trasformano lasciando sul terreno migliaia di lavoratori senza una transizione ad un altro lavoro. Purtroppo il Progetto Green Deal non offre risposte alle domande su chi pagherà gli impatti di queste strategie. Molte preoccupazioni e paure ben presenti nella società sono state usate dalle forze politiche sovraniste e di destra per scagliare un attacco frontale contro le forze politiche al governo nel PE e nella Commissione raccogliendo consensi che sposteranno gli equilibri come abbiamo già detto.

Cosa farà il nuovo PE e la nuova Commissione uscite dalle elezioni di tre giorni fa del Green Deal e delle misure strategiche in esso contenute?

Segnaliamo alcuni articoli dai quali abbiamo tratto indicazioni e riflessioni importanti.

La CO₂ ci sta uccidendo lentamente? Va bene, i gradualisti non hanno fretta” di

Aurélien Boutaud , Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica (CNRS)

In questo articolo viene rappresentato da Aurelien Boutaud un vasto repertorio di studi economici di orientamento neo classico o neo liberista che sono orientati al gradualismo.

Le politiche ambientali ispirate al gradualismo dal 1990 in poi sono state catastrofiche, riportiamo dall’articolo : “ ….Dopo quasi trent’anni di politiche climatiche influenzate gradualmente, i risultati di questa strategia sono catastrofici. Gli impegni internazionali assunti nel 1997 nel quadro del Protocollo di Kyoto si basavano sull’anno 1990. Da quella data, le emissioni annuali di CO 2 , che rappresentano la stragrande maggioranza delle emissioni di gas serra di origine umana, sono aumentate di 14 miliardi di tonnellate, un aumento del 62% . Ciò equivale a un aumento medio delle emissioni di quasi 0,5 miliardi di tonnellate di CO 2 ogni anno. In termini di volume annuo, questa crescita è addirittura superiore a quella registrata negli ultimi trent’anni (0,43 miliardi di tonnellate all’anno). Ciò significa che non solo le emissioni non sono diminuite, ma hanno continuato a crescere, e in volumi ancora maggiori….”

Le alleanze delle varie destre che hanno sempre osteggiato i dati dei Report degli scienziati e negato l’emergenza climatica metteranno mano al Green Deal svuotandone le azioni più importanti per ridurre le emissioni .

Quali saranno le forze politiche e sociali che avranno il coraggio di mettere in discussione gli orientamenti gradualistici in materia? Riportiamo ancora dall’articolo di Boutaud : “… Negli anni ’90 gli economisti svilupparono equazioni che tendevano a sostenere le loro stesse certezze. William Nordhaus ha così sviluppato un modello teorico che pretende di dimostrare che costerà meno alle generazioni future adattarsi ai cambiamenti climatici che alle generazioni attuali combatterli. Intitolato “DICE” , questo modello raccomanda una riduzione modesta e graduale delle emissioni, che porterebbe ad un riscaldamento “ottimale” di… 4°C! Ricercatori un po’ dispettosi hanno anche dimostrato che, prendendo di mira un riscaldamento di 12°C, il modello DICE prevedeva comunque un risultato economico positivo  ! Siamo quindi rassicurati: la vita sulla Terra può scomparire, poiché la crescita sarà salvata. E le provocazioni degli ambientalisti non avranno impedito che questa manifestazione all’insegna del gradualismo venisse acclamata dalla confraternita degli economisti: nel 2018, mentre l’IPCC pubblicava il suo rapporto più allarmante, la Banca di Svezia assegnava il “Premio Nobel per l’economia” a …William Nordhaus: il papa del gradualismo climatico…..”

Vedremo dalle prossime mosse della Commissione che verrà designata quali saranno gli orientamenti in materia di cambiamento climatico. In ogni caso , in ragione dei nuovi rapporti di forza le nuove generazioni di europei rischiano di vivere i prossimi decenni molto, ma molto caldi….

Sempre per restare in argomento segnaliamo anche questo articolo : “ Quasi la metà dei giornalisti che si occupano di crisi climatica è stata minacciata

dall’articolo : “

L’indagine globale condotta da Internews’ Earth Journalism Network (EJN) e dall’Università di Deakin, che ha coinvolto oltre 740 reporter e redattori di 102 paesi, ha rivelato che il 39% dei giornalisti minacciati “a volte” o “frequentemente” è stato preso di mira da persone coinvolte in attività illegali come disboscamento e estrazione mineraria. Circa il 30% è stato minacciato con azioni legali, riflettendo una tendenza crescente delle aziende e dei governi ad utilizzare il sistema giudiziario per limitare la libertà di espressione.

Per concludere questa puntata di Connessioni segnaliamo anche l’eccellente lavoro :

ADATTAMENTO AL CALORE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E DIALOGO SOCIALE IN EUROPA”, una brochure che contiene indicazioni e metodologie per ridurre l’esposizione dei lavoratori agli effetti del cambio climatico.

Altri riferimenti utili

ETUI Il Green Deal europeo non lascia indietro nessuno? Esplorare l’intersezione tra genere, età, disabilità e status di migrante

Il troppo caldo uccide e lo farà sempre di più

Etui. Piattaforme digitali per il lavoro e lavoratori migranti

 

FONTE  ETUI.ORG

 

Lavorare per le piattaforme di lavoro è ancora relativamente raro, ma le condizioni di lavoro generalmente inadeguate e l’impatto sul mondo del lavoro sono oggetto di ampio dibattito. Sebbene i dati siano scarsi, vi è un consenso generale sul fatto che i migranti siano sovrarappresentati in questo tipo di lavoro. Le piattaforme potrebbero fornire ai migranti opportunità di lavoro, soprattutto subito dopo l’arrivo, grazie alle barriere all’ingresso relativamente più basse, compresi i requisiti formali, rispetto all’economia tradizionale. Tuttavia, l’ingresso di questi gruppi più vulnerabili in un segmento di posti di lavoro generalmente di scarsa qualità pone gravi sfide in termini di potenziale sfruttamento e di effetti negativi a lungo termine sull’integrazione e sulle prospettive del mercato del lavoro.

La misura in cui le piattaforme fanno affidamento sui migranti e creano le condizioni per lo sfruttamento rispetto ad altri lavoratori è una questione importante con chiare implicazioni politiche. Tuttavia, la mancanza di dati rappresentativi ha finora limitato la comprensione della portata del coinvolgimento dei migranti nel lavoro tramite piattaforma e delle loro condizioni di lavoro in relazione ai gruppi di non migranti.

Questo documento affronta questa lacuna analizzando la presenza dei migranti e i loro modelli di lavoro nell’economia delle piattaforme europee, utilizzando dati transnazionali rappresentativi per 14 Stati membri dell’Unione europea raccolti nel 2021. L’analisi ha tre obiettivi principali. In primo luogo, rivela in che misura i migranti sono effettivamente sovrarappresentati nel lavoro tramite piattaforma e se ciò vale per diversi tipi di piattaforma. In secondo luogo, si esplora se esistono differenze sostanziali tra i lavoratori delle piattaforme migranti e non migranti nelle loro esperienze con l’economia delle piattaforme in termini di guadagni, ore lavorate e utilizzo di una o più piattaforme (multi-apping). In terzo luogo, concentrandosi sulle variazioni tra migranti con caratteristiche diverse, fa luce, principalmente indiretta, sui meccanismi che guidano i migranti verso il lavoro su piattaforma.

Per scaricare il file pdf clicca QUI 

 

L’Anses publie un rapport sur les effets du télétravail sur la santé

Per leggere l’articolo tradotto in italiano clicca l’icona blu google translate  (la quarta da sinistra in fondo all’articolo)   . Per un uso professionale e/o di studio raccomandiamo  di fare riferimento al testo originale.

 

Fonte Etui 

Autore : Pierre Bérastégui che ringraziamo 

L’Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (ANSES) a publié un rapport dressant l’état des lieux des connaissances sur les effets du télétravail sur la santé.

L’étude, réalisée à la demande par l’Institut de recherche en santé environnement et travail (IRSET), identifie des effets sanitaires potentiels liés au recours massif au télétravail et aux technologies qui y sont associées. Les effets indésirables et leurs effets aggravants concernant la santé (troubles musculosquelettiques, impacts sur la vue, perturbation du sommeil, etc.), l’activité de travail (exigences de réactivité et de disponibilité, horaires de travail atypiques, dynamiques relationnelles, etc.) et la vie sociale – principalement en termes d’articulation vie privée et vie professionnelle.

Le rapport pointe que l’identification et la prévention des risques liés au télétravail nécessite la mobilisation de l’ensemble des acteurs – employeurs, préventeurs, travailleurs et leurs représentants –, afin de faire émerger des connaissances et des solutions qui tiennent compte de la réalité des situations de travail. Cette mobilisation doit intégrer les trois composantes de la santé, à savoir la santé physiologique, mentale et sociale. L’Anses souligne également que le télétravail ne se résume pas à la pratique du travail dans un autre lieu. Il s’agit d’une forme d’organisation du travail à part entière.

 

La recherche sur le télétravail fait état de situations très différentes et traduit une réalité complexe. Il peut caractériser l’activité d’un indépendant payé à la tâche comme dans le travail de plateforme, ou celle plus traditionnelle du salarié à temps plein. Il peut s’effectuer en des lieux différents, tel que l’espace de coworking, un train, un aéroport, son domicile, etc. Cette variété se reflète dans des différences de définition, qui complique le travail de compilation des connaissances sur le sujet. C’est l’une des  raisons pour lesquelles on observe une variation importante des résultats dans les enquêtes. De plus, les données produites avant ou durant la période Covid ne sont pas représentatives de la situation actuelle, le développement rapide de cette modalité de travail étant notamment lié à l’évolution du cadre juridique associé.

Pour une mise à jour mensuelle de l’actualité de la SST en Europe, abonnez-vous à la lettre d’information HesaMail ici.

Una nuova indagine mostra che la salute mentale dei lavoratori europei è sempre più a rischio

 

Fonte ETUI

Telus Health, un fornitore di servizi tecnologici sanitari con sede in Canada, ha condotto un sondaggio mondiale  sulle tendenze nella salute mentale degli adulti occupati. Il rapporto Europa  evidenzia un declino della salute mentale dei lavoratori europei, con il 38% dei lavoratori ad alto rischio di problemi di salute mentale. 

Il rapporto europeo si concentra su sei Stati membri: Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Polonia e Italia. Per ciascun paese, l’indagine calcola un indice di salute mentale (MHI) basato su diversi indicatori. Tra ottobre e aprile 2023, la salute mentale dei lavoratori è diminuita in Paesi Bassi, Germania, Italia e Spagna. I Paesi Bassi hanno registrato il calo più marcato e rimangono il punteggio più favorevole sulla salute mentale (69,0) rispetto ad altri paesi nel rapporto. Pur in leggero miglioramento, la Polonia continua ad avere il punteggio più basso (55,5), seguita da Spagna (57,1) e Italia (58,4). 

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ETUI. Il Barometro SSL misura il polso della salute e della sicurezza in Europa

 

Fonte ETUI  che ringraziamo ( la traduzione dell’articolo è nostra ) 

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Il Barometro SSL  è una piattaforma di visualizzazione dei dati gestita congiuntamente dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) e dalla direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione (DG-EMPL) della Commissione europea. Consente una facile esplorazione dello stato della sicurezza e della salute sul lavoro (SSL) in Europa attraverso una serie di indicatori che coprono un’ampia gamma di aspetti, inclusi ma non limitati a condizioni di lavoro, malattie professionali, infortuni sul lavoro e legislazione in materia di SSL. 

L’hub pubblico raccoglie dati provenienti da varie indagini condotte da agenzie europee come l’indagine europea delle imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER) dell’EU-OSHA, l’indagine europea sulle condizioni di lavoro (EWCS) di Eurofound e l’indagine sulla forza lavoro di Eurostat (LFS). Comprende anche dati UE provenienti da organismi internazionali come l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), nonché indagini provenienti da fonti nazionali.  

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Condizioni di lavoro deplorevoli per i lavoratori che lavorano alla ristrutturazione degli edifici COP28

 

Fonte Hesamail  che ringraziamo 

Un sondaggio condotto dalla ONG britannica FairSquare evidenzia le deplorevoli condizioni di lavoro dei lavoratori impegnati nella ristrutturazione degli edifici della COP28 a Dubai.

L’indagine  mostra che i lavoratori migranti hanno lavorato a 42°C e sotto un sole cocente all’inizio di settembre per ristrutturare gli edifici dell’Expo City a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Sono queste le premesse che accoglieranno capi di Stato, rappresentanti e media durante la COP28, dal 30 novembre al 12 dicembre.

Originari dell’Africa e dell’Asia meridionale, i 20-30 lavoratori coinvolti trasportavano carichi pesanti in condizioni di caldo estremo e umidità elevata in periodi in cui il lavoro non è legale negli Emirati Arabi Uniti. Da una risoluzione ministeriale adottata nel 2022, il lavoro all’aperto è vietato dalle 12:30 alle 15:00 dal 15 giugno al 15 settembre, poiché il caldo è estremo durante l’estate. Le violazioni sono supportate dalle testimonianze raccolte dai ricercatori e da prove visive che potranno essere consultate da Le Monde . I lavoratori affermano che hanno dovuto superare i rischi nonostante il dolore affinché le strutture fossero pronte entro la fine di novembre. “La settimana scorsa pensavo che sarei morto per ogni secondo trascorso fuori, ma devi avere uno stipendio”, dice uno di loro.

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La CES lancia il suo manifesto per le elezioni europee del 2024

Fonte ETUI 

( la traduzione è stata effettuata con google translator)

La CES ha pubblicato il suo manifesto per le elezioni europee del 2024, contenente 12 impegni per “Realizzare un trattamento equo per i lavoratori” , che presenterà al Parlamento europeo il 15 novembre 2023. Vedi sotto per il testo completo. 

La Confederazione Europea dei Sindacati (CES) rappresenta oltre 45 milioni di lavoratori e le loro 93 organizzazioni sindacali nazionali e 10 federazioni sindacali europee.

Le elezioni del Parlamento europeo del 2024 sono le elezioni parlamentari europee più importanti da molti anni. Determineranno se l’Europa rimarrà sulla strada del progresso e della solidarietà che abbiamo visto nella sua risposta alla crisi del Covid-19 e sosterranno i lavoratori e le loro comunità in tutto il continente; o se tornerà all’austerità, con i suoi attacchi ai lavoratori.

La CES e le sue organizzazioni affiliate valorizzano la propria autonomia. Questo manifesto è un invito a sostenere gli impegni elencati di seguito come visione per l’Europa per i prossimi cinque anni.

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Studio esclusivo dell’UE sulla salute mentale sul lavoro: quasi 2 casi su 10 di depressione sono direttamente attribuibili allo stress lavorativo

 

Fonte ETUI

Un progetto di ricerca finanziato dall’ETUI è riuscito, per la prima volta, a stimare in Europa (35 paesi analizzati), il numero di casi e decessi per depressione e malattie cardiovascolari che possono essere direttamente attribuiti all’esposizione al lavoro psicosociale.

Questa nuova ricerca conferma che l’esposizione ai rischi psicosociali sul lavoro è alla base di alcune patologie, come la depressione e le malattie coronariche. Lo studio si è concentrato su cinque rischi psicosociali sul lavoro chiaramente identificati nella letteratura scientifica: tensione lavorativa, squilibrio impegno-ricompensa, insicurezza lavorativa, orari di lavoro lunghi e bullismo .

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Belgio: FPS Economy pubblica uno strumento per l’analisi dei rischi psicosociali

 

Fonte: Etui.org

Il Servizio pubblico federale belga (SPF) per l’occupazione, il lavoro e il dialogo sociale ha sviluppato un metodo basato su questionari che consente ai datori di lavoro di effettuare un’analisi dei rischi psicosociali in modo indipendente.

Una politica di prevenzione segue uno schema prestabilito, che parte dall’inventario e dall’analisi dei rischi presenti sul luogo di lavoro. In base alla natura delle attività svolte e ai rischi specifici da controllare, il datore di lavoro dovrà poi determinare le misure preventive da adottare nella propria azienda. In questo contesto, il questionario sviluppato dall’FPS Occupazione può essere utilizzato per identificare e valutare una categoria di rischio molto specifica: i rischi psicosociali.

Basato sul noto modello “ Domande lavorative – Risorse ”, il questionario sonda le richieste che il lavoro pone all’individuo e le risorse messe a disposizione dall’azienda. Secondo il modello, il lavoro sarà fonte di stress per l’individuo quando c’è uno squilibrio tra richieste e risorse – e più precisamente quando le richieste di lavoro superano le risorse dell’individuo. Le richieste e le risorse riguardano l’organizzazione del lavoro, il contenuto del lavoro, le condizioni di lavoro, le condizioni di vita lavorativa e le relazioni interpersonali sul lavoro.

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ETUI – Il futuro dell’Europa sociale volume 29 Numero 2, maggio 2023

 

Durante le Commissioni Barroso (2004–2014) gli obiettivi economici erano considerati di gran lunga più importanti degli obiettivi sociali e la politica sociale era ampiamente vista come un ostacolo alla crescita economica, all’innovazione e al pareggio di bilancio. Di conseguenza, in quel periodo, ci sono state poche nuove iniziative dell’UE nel campo della politica sociale, mentre è stata esercitata una pressione per ridimensionare o decentralizzare le politiche sociali nazionali. Negli ultimi anni, tuttavia, l’adozione del pilastro europeo dei diritti sociali (EPSR), la crisi COVID, ma anche il cambiamento climatico e la digitalizzazione hanno aperto nuovi spazi per portare avanti temi sociali ed espandere l’Europa sociale. Di conseguenza, il discorso delle istituzioni europee è cambiato radicalmente, passando da una visione delle politiche sociali come un fattore di costo a un’enfasi sulla necessità di rafforzare i diritti sociali per affrontare con successo le molteplici sfide cui devono far fronte le società europee. Ad esempio, il piano d’azione EPSR afferma che “è necessario rafforzare i diritti sociali e rafforzare la dimensione sociale europea in tutte le politiche dell’Unione, come sancito dai trattati. Ciò garantirà che la transizione verso la neutralità climatica, la digitalizzazione e il cambiamento demografico sia socialmente giusta ed equa, e farà sì che il Green Deal europeo e il prossimo Decennio digitale 2030 siano un successo per tutti gli europei.” Stabilisce inoltre tre obiettivi ambiziosi da raggiungere entro il 2030: almeno il 78% della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni dovrebbe avere un lavoro; almeno il 60% di tutti gli adulti dovrebbe partecipare ogni anno alla formazione; e una riduzione di almeno 15 milioni del numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale.

Maarten Keune e Philippe Pochet

Il numero completo può essere trovato qui

Co-curatori: Philippe Pochet, Vera Šćepanović, Maarten Keune

Caporedattore: Marina Luttrell

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È ora di agire sull’amianto. La Rivista HesaMag #27 – Primavera 2023

 

 

A lungo considerato un materiale magico e ampiamente utilizzato in innumerevoli applicazioni, l’amianto si è rivelato un disastro per la salute. Questo potente cancerogeno è responsabile della morte di circa 90.000 persone ogni anno in Europa ed è riconosciuto come la principale causa di morte sul lavoro. Con la Direttiva Europea sull’amianto sul lavoro attualmente in fase di revisione, HesaMag dedica il suo rapporto speciale a questa fibra mortale.

Tony Musu inizia il rapporto spiegando chiaramente perché è giunto il momento per l’UE di disinnescare la bomba a orologeria dell’amianto una volta per tutte. Marie-Anne Mengeot ripensa quindi alle bugie raccontate dall’industria dell’amianto e alla lunga lotta dei lavoratori per vietare la sostanza. Pien Heuts spiega poi perché i Paesi Bassi hanno il valore limite di esposizione professionale più protettivo in Europa e Théophile Simon descrive le tecniche all’avanguardia utilizzate per rimuovere l’amianto in modo sicuro. Mathilde Dorcadie indaga su un caso di dispositivi di protezione individuale difettosi utilizzati dai lavoratori dell’amianto, mentre Tom Cassauwers considera la necessità di proteggere meglio i vigili del fuoco dai rischi di cancro sul lavoro, incluso l’amianto. I leader della Federazione europea dei lavoratori edili e del legno spiegano in un’intervista esclusiva quali miglioramenti si aspettano di vedere nella revisione della direttiva sull’amianto sul lavoro. Infine, Mehmet Koksal racconta la storia dell’edificio Tripode a Nantes, dove 1.795 dipendenti pubblici sono stati passivamente esposti al deterioramento dell’amianto per più di 20 anni, 31 dei quali sono ora morti per tumori professionali.

Riferimenti: un elenco di pubblicazioni sull’amianto disponibile qui
https://www.labourline.org/ListRecord.htm?list=folder&folder=427

Per scaricare il file pdf della versione francese di Hesamag Clicca QUI 

Per scaricare il file pdf della versione inglese di Hesamag Clicca QUI 

 

Etui. Finanza per il clima: piccoli passi avanti sul nuovo Global Finance Pact

Fonte Etui 

Più di 40 leader mondiali hanno partecipato a un vertice di due giorni a Parigi, discutendo su come rivedere l’  architettura finanziaria globale  e affrontare le esigenze del Sud del mondo per affrontare la povertà e aiutare a combattere l’emergenza climatica.

Il  vertice per un nuovo patto di finanziamento globale  mirava ufficialmente a costruire ” un sistema finanziario internazionale più reattivo, più equo e più inclusivo per combattere le disuguaglianze, finanziare la transizione climatica e avvicinarci al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile” .

Per una buona analisi delle sfide e delle ambizioni del dibattito internazionale sulla finanza climatica, leggi  questo articolo di Phenomenal World .

In vista del vertice, diversi gruppi di riflessione e parti interessate hanno pubblicato le loro opinioni sulle riforme dell’architettura finanziaria internazionale necessarie per affrontare la povertà e le divisioni climatiche tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo.

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La strategia della Commissione europea per affrontare i problemi di salute mentale ha incontrato scetticismo

 

Fonte ETUI

Il 7 giugno 2023, la Commissione europea ha presentato la sua strategia per affrontare i crescenti problemi di salute mentale nell’UE, compresi quelli causati dal lavoro.

Annunciata per la prima volta durante il discorso sullo stato dell’Unione della presidente von der Leyen nel settembre 2022 , l’iniziativa ha fatto seguito all’identificazione della salute mentale come una delle principali preoccupazioni dei cittadini europei durante la conferenza sul futuro dell’Europa. Descrive 20 iniziative faro finanziate con 1,23 miliardi di euro rispetto all’attuale bilancio pluriennale, volte a sostenere gli Stati membri dell’UE nel “mettere al primo posto le persone e la loro salute mentale”.

Le azioni dell’UE in materia di salute mentale si concentreranno su tre principi guida: prevenzione adeguata ed efficace, accesso a cure e cure mentali di alta qualità e a prezzi accessibili e reinserimento nella società dopo il recupero. È inquadrato come un approccio globale che riconosce i molteplici fattori di rischio della cattiva salute mentale. “Garantire una buona salute mentale sul posto di lavoro” è elencato tra i settori d’azione, attraverso “campagne di sensibilizzazione a livello dell’UE e una possibile futura iniziativa dell’UE sui rischi psicosociali sul lavoro”.

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ETUI. Interazione tra diritto del lavoro e regimi di immigrazione

Fonte : ETUI 

Il caso dei lavoratori a breve termine cittadini di paesi terzi nell’UE e nel SEE

La presente relazione fornisce una panoramica dei modi in cui gli Stati membri dell’UE e del SEE hanno regolamentato l’immigrazione di cittadini di paesi terzi che entrano nel loro territorio per motivi di lavoro. Si concentra sui lavoratori migranti a breve termine e presenta i risultati di un ampio esercizio di mappatura svolto da esperti nazionali di 23 paesi dell’UE e di due paesi del SEE in collaborazione con l’ETUI. L’attenzione si è concentrata sull’interazione tra i regimi giuridici nazionali in materia di immigrazione e l’accesso al mercato del lavoro, nonché sui diritti occupazionali di diverse categorie di lavoratori di paesi terzi a breve termine, a seconda del loro status di immigrati. Particolare enfasi è stata posta su alcune categorie di lavoratori discusse più spesso nel contesto della mobilità dell’UE, vale a dire i lavoratori stagionali, i lavoratori interinali ei lavoratori distaccati provenienti da paesi terzi.

Rispetto alla forza lavoro locale, i lavoratori cittadini di paesi terzi, in particolare a breve termine, si trovano in una situazione più vulnerabile a causa della dipendenza del loro status nel mercato del lavoro dal loro status di immigrato. Questo rapporto esplora i percorsi di immigrazione disponibili per i lavoratori cittadini di paesi terzi e fornisce una panoramica delle condizioni per l’ingresso, il soggiorno e l’uscita dei lavoratori a breve termine in ciascun sistema nazionale, a seconda della categoria. Esamina quindi le condizioni generali di lavoro di questi lavoratori come disciplinate dalla legislazione nazionale.

Per scaricare il file di questo Report clicca QUI 

Previsione strategica Utilizzo degli scenari futuri dell’ETUI per il 2050 per rispondere in modo più efficace a molteplici crisi

Fonte ETUI

 

Le molteplici crisi che il mondo sta affrontando hanno impatti diversi e diseguali sulla società in generale. L’incertezza regna mentre queste crisi si evolvono continuamente in molte direzioni diverse. Il rapido cambiamento che stiamo vivendo sfida le strutture sociali e innesca disordini sociali. La previsione e gli scenari possono essere strumenti utili per migliorare la nostra risposta a queste crisi da una prospettiva a lungo termine.

Questo rapporto inizia spiegando come la previsione e gli scenari futuri possono aiutare ad anticipare come rispondere al meglio alle crisi, alimentare l’elaborazione di politiche basate su prove e promuovere l’innovazione. Possono anche aiutare le organizzazioni di ogni tipo e dimensione a intraprendere azioni coerenti e solide. Il rapporto sostiene che la previsione strategica deve essere implementata come un nuovo livello di cambiamento organizzativo. Il rapporto descrive quindi gli scenari futuri dell’ETUI sviluppati nel 2020: (1) alveari ad alta tecnologia; (2) Ghetti (Dis)-connessi; (3) Castelli Verdi; e (4) Eco-villaggi, spiegando la metodologia di previsione utilizzata per svilupparli. Per aggiornare gli scenari, il testo mappa alcuni degli eventi chiave che si sono svolti nel 2021 e nel 2022, concentrandosi sulle quattro crisi globali: clima ed energia; aumento dell’inflazione; guerra e cambiamento dell’ordine geopolitico; e disuguaglianze sociali. Per incoraggiare le persone a utilizzare gli scenari ETUI, il rapporto fornisce domande guida per aiutare il lettore a riconoscere se un determinato scenario sta iniziando a materializzarsi. Identifica le questioni chiave che devono essere monitorate nei prossimi anni.

Infine, il testo evidenzia il fatto che la previsione strategica non si esaurisce con lo sviluppo di scenari futuri e che un processo di previsione richiede anche piani d’azione, comprese tabelle di marcia e piani di emergenza. Conclude invitando i lettori a utilizzare gli scenari nel proprio ambiente di lavoro.

Autori
Per scaricare il file pdf clicca QUI 

ETUI. AI: alla scoperta delle mille facce di una tecnologia senza volto

 

L’intelligenza artificiale (AI) è al centro della rivoluzione digitale che stiamo attraversando. Nato nei laboratori di ricerca, si è ormai affermato in quasi tutti i settori ed è diventato parte integrante della nostra economia e della nostra vita. Comprendere l’intelligenza artificiale è un compito complesso, poiché implica l’utilizzo di concetti come mente, intelligenza, “intelligenza non umana”, razionalità, adattività e autonomia, e persino il concetto di cosa significhi essere un essere umano. Oggi ogni settore, azienda e persino professione ha una propria comprensione e definizione di AI, una circostanza che crea confusione e rende difficile la necessaria discussione sull’AI.

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EUROGIP: Telelavoro e infortuni sul lavoro in sette paesi europei

 

Fonte Etui che ringraziamo 

Il nuovo rapporto di EUROGIP , un’organizzazione che si occupa di questioni relative all’assicurazione e alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, fornisce un’analisi delle disposizioni legali in materia di telelavoro e riconoscimento degli infortuni sul lavoro in sette paesi europei: Austria, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Spagna e Svezia.

La crisi sanitaria ha portato a un’accelerazione senza precedenti del telelavoro. Questa organizzazione del lavoro sembra ora essere saldamente consolidata, in particolare nella sua forma ibrida che combina il lavoro a distanza e faccia a faccia in ufficio. Tuttavia, attualmente non esiste una normativa europea specifica in materia di telelavoro. Il riferimento è l’ Accordo Quadro Europeo sul Telelavoro , concluso il 16 luglio 2002 dalle parti sociali in via autonoma. Tuttavia, questo testo non è vincolante, in quanto spetta a ciascuno Stato membro recepirlo o meno nella propria legislazione nazionale.

Nell’ottobre 2022 le parti sociali hanno avviato i negoziati per aggiornare l’Accordo Quadro concluso 20 anni fa e per discutere una possibile proposta di Direttiva europea che potrebbe essere emanata nel 2023. Quest’ultima si concentrerebbe sull’accesso e l’organizzazione del telelavoro, a carico del datore di lavoro per attrezzature e costi relativi al telelavoro, il diritto alla disconnessione, l’equilibrio tra lavoro e vita privata e la necessità di rafforzare la contrattazione collettiva in questo settore. La novità rispetto all’accordo quadro è che la direttiva dovrà essere recepita nella legislazione nazionale degli Stati membri, con l’effetto di una certa armonizzazione. È in questo contesto che il nuovo rapporto EUROGIP fa il punto sulle disposizioni legali per il telelavoro in sette paesi europei.

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Destreggiarsi tra lavori online e lavori offline

…. per capire meglio quali sono le nuove forme di organizzazione del lavoro e le relative condizione di lavoro e di vita nel lavoro …. editor

 

FONTE:  ETUI.ORG

Come i mercati del lavoro locali stanno guidando la crescita del lavoro su internet e sulle piattaforme

Le piattaforme di lavoro online stanno ridefinendo il mondo del lavoro, ma ancora oggi si sa poco sui fattori che spingono i lavoratori a impegnarsi in questo tipo di attività. Gli studi precedenti si sono concentrati sulle preferenze individuali e sulle caratteristiche del lavoro, come la flessibilità o le basse barriere all’ingresso, ma il ruolo relativo di questi fattori di attrazione è limitato, dato il diffuso malcontento dei lavoratori e le condizioni generalmente precarie e instabili, per molti aspetti simili a quelle del settore informale e a basso salario. Questo documento di lavoro amplia i quadri attuali considerando il ruolo del contesto economico e occupazionale locale nello spiegare la prevalenza del lavoro su Internet e sulle piattaforme.

La nostra analisi utilizza l’indagine ETUI sul lavoro su Internet e sulle piattaforme, condotta nella primavera e nell’autunno del 2021, con dati rappresentativi a livello transnazionale che coprono 14 Paesi europei. I risultati mostrano una maggiore probabilità di impegnarsi nel lavoro online in regioni con peggiori opportunità offline, ovvero con meno posti di lavoro e di qualità complessivamente inferiore. Dato che il lavoro su Internet è spesso una fonte di reddito secondaria, è probabile che questo rifletta una maggiore destrezza tra lavori offline e online, dovuta alla crescente insicurezza economica e lavorativa.

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)

La presentazione originale 

Il file pdf della pubblicazione 

 

Interconnessioni tra la giusta transizione ecologica e la trasformazione digitale

Nonostante il crescente dibattito politico e accademico sulle transizioni digitali ed ecologiche “gemelle”, non esiste una valutazione sistematica dei loro collegamenti, delle potenziali sinergie e dei compromessi. Fondamentalmente, l’intera portata delle sfide che la loro interazione pone per le prospettive di una “transizione giusta” non è pienamente compresa. Questo documento discute il ruolo e l’impatto delle tecnologie digitali su due obiettivi chiave di una giusta transizione verso la sostenibilità, vale a dire (1) la creazione di posti di lavoro di qualità decente in (2) il perseguimento della mitigazione dei cambiamenti climatici e, più in generale, la sostenibilità.

Inoltre, discute anche (3) se e come la digitalizzazione influenzi la società in senso più ampio, con particolare attenzione al modo in cui le tecnologie digitali possono contribuire o ridurre le disuguaglianze esistenti, nonché promuovere il dialogo sociale a tutti i livelli. Per ciascuno di questi tre aspetti, vengono presentate prove riguardanti gli effetti negativi o positivi di una serie di tecnologie digitali in diversi settori chiave. Sulla base di queste prove, viene spiegata la logica per affrontare congiuntamente queste trasformazioni e vengono avanzate le principali implicazioni politiche.

Per acquisire questo Report vai alla Fonte ETUI 

Europa. Infortuni mortali sul lavoro in aumento in 12 Stati membri

Fonte : Etui.org

Nuovi dati sugli infortuni sul lavoro  pubblicati dall’agenzia statistica dell’Unione europea Eurostat suggeriscono che la tendenza a lungo termine verso luoghi di lavoro più sicuri si sta stabilizzando e potrebbe presto raggiungere un punto fermo. Nonostante il rallentamento dell’economia globale durante la pandemia di Covid-19, nel 2020 gli incidenti mortali sul lavoro sono aumentati in 12 Stati membri. In Europa si sono verificati 2,7 milioni di incidenti sul lavoro, di cui 3.355 mortali.  

Ogni anno Eurostat raccoglie e raccoglie i dati raccolti dagli Stati membri sugli infortuni sul lavoro. Gli ultimi dati disponibili sono relativi al 2020, anno in cui la pandemia ha sconvolto il mondo del lavoro. L’aumento degli incidenti mortali è stato il più notevole in Italia, che ha registrato il maggior numero di vittime tra tutti gli Stati membri, con 285 morti in più rispetto all’anno precedente. All’altro capo dello spettro, la Francia ha registrato il calo maggiore, con 262 decessi in meno rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questa forte riduzione deve essere messa in prospettiva rispetto al forte aumento verificatosi nel periodo precedente, che si è tradotto più o meno in un ritorno alla media non ideale. 

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Conferenza ETUI sui rischi psicosociali in luoghi (non) previsti

 

Fonte ETUI  che ringraziamo

ETUI conference on psychosocial risks in (un)expected places 

(in fondo all’articolo originale in lingua inglese  un testo tradotto in italiano con google translator )

Authors

On 19 and 20 October, the European Trade Union Institute held its annual OSH conference, this year dedicated to psychosocial risks in (un)expected places. Building on previous events, the conference aimed to advance the debate on psychosocial risks by embracing segments of the working population that often fall outside the scope of PSR policies. Bringing together experts from academic and policy spheres, the discussion laid the foundations for a more holistic approach to addressing psychosocial risks at work.

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La Rivista Hesamag 25: Lavoro su strada

Fonte ETUI

Non perdere l’evento: Lancio di HesaMag#25: ‘At work on the road’

Dal cibo che mangiamo a colazione che è stato trasportato in nave o camion, ai pasti consegnati in bicicletta o ai treni e autobus che guidiamo ogni giorno per andare al lavoro, agli aerei prenotati per partire in vacanza, abbiamo potuto vedere quel trasporto i lavoratori erano onnipresenti e più che essenziali per le nostre vite.

In questo dossier speciale, attraverso un’intervista esclusiva, Livia Spera della Federazione Europea dei Lavoratori dei Trasporti (ETF) spiega le sfide ambientali per il settore. Più avanti, gli autisti rumeni esprimono il loro disagio delle condizioni di lavoro e della carenza di manodopera, un argomento in più per combattere il  super sfruttamento dei lavoratori nei paesi dell’Est Europa. La carenza è anche una piaga che colpisce l’intera Europa con ben 400.000 posti di camionisti da riempire sul mercato, come si legge nell’apposito dossier. Non è con salari bassi, condizioni di lavoro deplorevoli e separazione permanente della famiglia che riusciremo ad attirare le giovani generazioni a intraprendere il lavoro on the road.

Dal canto loro, dopo aver dato quasi tutto in mare, i portuali olandesi sognano di andare in pensione in buona salute, cosa che sembra sempre meno possibile e fa rivivere il senso del lavoro se incide gravemente sulla nostra salute. Nell’aria, nonostante la ripresa dell’attività da parte delle aziende low-cost, i diritti dei lavoratori restano disperatamente radicati, mentre i lavoratori francesi combattono contro il lavoro notturno e l’esposizione al rischio di cancro. Infine, nel Regno Unito, le nuove riforme ferroviarie mirano a porre rimedio ai misfatti della privatizzazione, che rimette in discussione la politica di liberalizzazione difesa dall’Unione Europea?

Accomodatevi per questo viaggio esclusivo attraverso la realtà sul campo raccontata attraverso il prisma di trasportatori e sindacalisti dall’Europa.

HesaMag_25_Au travail sur la route-2

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ETUI.  Ondata di caldo: un rischio professionale  Le autorità europee e nazionali non possono più ignorare

 

Poiché un’altra ondata di caldo è destinata a colpire l’Europa dopo quella prematura di giugno, un rapporto dell’Istituto sindacale europeo (ETUI) rivela che nessun paese dell’UE ha ancora preso la misura reale dell’impatto dell’aumento delle temperature sulla salute, sicurezza, benessere e produttività della popolazione attiva.

“Al momento, ampie fasce di lavoratori subiscono l’inazione da parte dei datori di lavoro mentre le autorità tendono a continuare a chiudere un occhio sull’esposizione estrema durante le ondate di caldo”, spiega la sociologa Claudia Narocki in un nuovo rapporto, Heatwaves as an Occupational Hazards: The impact di caldo e ondate di caldo sulla salute, sicurezza e benessere dei lavoratori e sulle disuguaglianze sociali . Questo vale anche per i lavori noti per essere estremamente a rischio di esposizione al calore durante gli eventi di caldo. Tuttavia, tutti gli esperti concordano sul fatto che l’aumento dei ricoveri mortali e non fatali negli ospedali, durante le ondate di caldo, è principalmente correlato all’esposizione professionale.

 

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18° seminario ETUI sui rischi chimici sul lavoro

 

Fonte ETUI

La 18a edizione del seminario annuale dell’ETUI sulla protezione dei lavoratori e le sostanze chimiche si è tenuta a Zara, in Croazia, il 28 e 29 giugno 2022. Ha riunito circa 30 sindacalisti di 17 paesi europei per coordinare l’azione sindacale sulla prossima revisione di tre importanti direttive per la prevenzione dei rischi chimici sul lavoro.

La prima è la direttiva sull’amianto , la seconda è la direttiva sugli agenti cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche per la riproduzione (CMR) e la terza è la direttiva sugli agenti chimici . La Commissione Europea ha infatti annunciato la pubblicazione entro la fine del 2022 di proposte di revisione di tali leggi per introdurre nuovi valori limite di esposizione professionale rispettivamente per amianto, piombo e suoi derivati ​​e diisocianati.

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Alerte européenne sur les masques anti-amiante 3M défectueux

Fonte ETUI.ORG

La Confédération européenne des syndicats (CES) a récemment relayé auprès de tous ses affiliés à travers l’Europe une alerte initiée en France sur les défaillances du masque Proflow asbestos fabriqué par le géant américain 3M. Ce masque de protection est le plus utilisé sur les chantiers de désamiantage partout en Europe. Rien qu’en France, il est régulièrement porté par plus de 25 000 travailleurs.

Le moteur qui pulse l’air ambiant contaminé par les fibres d’amiante à travers le système de filtration de cet équipement de protection individuel présenterait des baisses de régime au cours de son utilisation. Le débit d’air de 160 litres par minute requis par la législation et nécessaire au bon fonctionnement du dispositif n’est pas assuré de façon constante et les travailleurs qui portent ce masque ne sont donc plus protégés efficacement contre l’inhalation de fibres d’amiante.

D’après le quotidien Libération qui a révélé l’affaire au grand public, les dysfonctionnements de ces masques à ventilation assistée ont été rapportés à la direction de 3M pour la première fois en mai 2018 par une de ses salariées, elle-même alertée via les centres de maintenance des masques. Elle rapporte que « 90 des 100 équipements Proflow reçus présentent un problème de débit d’air insuffisant » et « qu’il n’y a pas d’alarme quand le débit est inférieur à 160 L/mn ». Mise à l’écart par son employeur et devant l’inaction de 3M qui affirme que ses masques sont homologués et donc parfaitement sûrs, cette lanceuse d’alertes s’est adressée à la Commission nationale Déontologie et Alertes en Santé publique et environnement (cnDAspe) qui a ouvert une enquête en décembre 2020 (voir son signalement 133).

La cnDAspe a informé la Direction Générale du Travail (DGT) – l’autorité française de surveillance compétente sur le matériel de protection des travailleurs – qui, après investigation, a publié en octobre 2021 un avis dans lequel on apprend que 3M a modifié la notice d’utilisation des masques Proflow asbestos et les a équipés depuis juillet 2020 d’un dispositif d’indication du débit d’air. L’avis stipule que l’utilisation des masques sans ce dispositif est prohibée.

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E’ disponibile online il periodico Hesamag dell’Istituto della Confederazione dei Sindacati Europei CES . 

 

FONTE : ETUI.ORG 

 

#189 – Edition spéciale – HesaMag #24

Dossier spécial – Les lieux de travail à l’heure de la pandémie

Dans ce dossier, notre principal objectif a été d’illustrer et de documenter l’impact du Covid-19 sur la santé et la sécurité  dans les lieux de travail en Europe.

Sommaire

Le lien entre la sécurité et la santé au travail et la santé publique
Marian Schaapman  Lire plus

De la survie de la Nation, des entreprises et des travailleurs
Mehmet Koksal  Lire plus

Inégalités sociales : les seules frontières qui résistent à la pandémie
Berta Chulvi  Lire plus

Les travailleurs sanspapiers face à la pandémie
Bethany Staunton Lire plus

Éboueurs : essentiels mais invisibles
Hugo Boursier Lire plus

Covid long et ses conséquences sur les revenus
Pien Heuts Lire plus

L’avènement du télétravailleur résilient à l’ère post-Covid ?
Fabienne Scandella Lire plus

Plus de morts, mais moins d’activité pour les pompes funèbres en Roumanie
Laura-Maria Ilie et Florentin Cassonnet Lire plus

Une tragédie frappe les travailleurs du Théâtre national croate
Jelena Prtorić  Lire plus

Le Covid- 19 en Finlande au-delà des apparences
Fanny Malinen Lire plus

Monde Ces travailleuses de la santé qui n’ont pas accès à l’assurance maladie
Sarah Jaffe Lire plus

Mouvement syndical Avant que la machine contrôle les travailleurs
Angelo Ferracuti Lire plus

Histoire vue d’en bas Les Turcs, ces derniers mineurs de Belgique
Mazyar Khoojinian  Lire plus

La vaccination : une question politique collective
Laurent Vogel Lire plus

 

Etui. Condizioni di lavoro letali al porto del Pireo in Grecia

 

Fonte  ETUI.ORG

I dipendenti Cosco hanno iniziato uno sciopero di 24 ore dopo che un incidente a un molo per container nel porto del Pireo è costato la vita a un lavoratore di 45 anni. L’operaio aveva appena terminato il suo turno ed era tornato a raccogliere alcuni effetti personali quando è stato colpito a morte dalla gru del container. Le indagini sono attualmente in corso.

A seguito delle pressioni dei creditori per le privatizzazioni in termini di programma di salvataggio della Grecia, nel 2016 il 51% del porto del Pireo è stato venduto a Cosco, un fornitore di servizi logistici e di spedizione cinese di proprietà statale. Martedì, la società ha acquisito un altro 16% di azioni dell’Autorità Portuale del Pireo e ora controlla il 67% di uno dei più grandi porti d’Europa. Tuttavia, i lavoratori portuali e l’opposizione si lamentano da tempo delle dure condizioni di lavoro che causano affaticamento a lungo termine ai dipendenti, malattie professionali e incidenti.

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Ripercussioni della pandemia di Covid-19 -SEER – Journal of Labour and Social Affairs in Eastern Europe – Volume 24 – 01 – 2021

Fonte ETUI 

Disponibile solo in inglese

Editoriale 

Béla Galgóczi e Calvin Allen

Questo primo numero del SEER Journal for Labour and Social Affairs in Eastern Europe for 2021 si concentra sulle ripercussioni della pandemia di Covid-19 in tutta la regione, con un occhio anche al ruolo dell’UE. Quando il SEER ha dedicato un numero alla pandemia un anno fa, la regione era relativamente meno colpita dell’Europa occidentale. Ora che è completamente alle prese con una crisi sanitaria istigata dalla pandemia, questo problema prende uno sguardo più da vicino, coprendo principalmente la Serbia e la Macedonia del Nord da diverse prospettive e tenendo conto dei punti di vista economico e previdenziale. Un ulteriore articolo esplora l’industria multinazionale della moda e la situazione dei lavoratori nei centri commerciali durante la pandemia sulla base di un caso di studio e di un sondaggio sulle opinioni dei lavoratori.

Il primo numero del Journal for Labour and Social Affairs in Eastern Europe for 2021

Continua il lavoro . Malattia di lunga durata, programmi di reinserimento lavorativo e ruolo delle relazioni industriali

 

Fonte ETUI

Questo libro si concentra sul ruolo delle strutture di relazioni industriali e degli attori correlati in termini di quanto rimangono rilevanti nell’affrontare e facilitare il ritorno al lavoro degli individui dopo una malattia cronica.

Mentre la transizione demografica e la trasformazione dei mercati del lavoro richiedono vite lavorative più lunghe e politiche sull’invecchiamento attivo, anche la prevalenza di condizioni di salute croniche è aumentata nelle società che invecchiano. Ciò esacerba i problemi legati alla contrazione della forza lavoro e alla sostenibilità dei sistemi di sicurezza sociale. Sono state inoltre espresse preoccupazioni in merito alla gestione del ritorno al lavoro dei lavoratori con malattie croniche o disabilità, mettendo in discussione il luogo di lavoro inclusivo e altre politiche sociali o del mercato del lavoro correlate. La pandemia di Covid-19 ha inoltre influito in molteplici modi sul processo di ritorno al lavoro, rendendo la questione sempre più importante nell’attuale contesto di sanità pubblica.

I capitoli mostrano un quadro dettagliato dei processi di ritorno al lavoro insieme ai quadri legali e politici esistenti e alle esperienze provenienti da più fasi di governance (livello UE, nazionale e aziendale) e forniscono prospettive panoramiche da diverse angolazioni. Sei paesi – Belgio, Estonia, Irlanda, Italia, Romania e Slovacchia – vengono analizzati in profondità per capire come il ritorno al lavoro viene attuato e percepito da stakeholder nazionali, parti sociali, dirigenti e lavoratori.

Il messaggio chiave che emerge dall’analisi è che il ritorno al lavoro a seguito di malattia cronica è un tema complesso che coinvolge una moltitudine di attori e stakeholder, ciascuno dei quali potrebbe avere un ruolo specifico per contribuire (facilitare) il processo complessivo.

Per scaricare il file PDF del libro in lingua inglese  clicca qui 

ETUI. Per una transizione climatica industriale equa ed efficiente

La base industriale europea deve subire una trasformazione rapida e persistente verso la neutralità del carbonio e la circolarità, ma questa transizione deve avvenire in modo equo e socialmente equo. In questo documento di lavoro, valutiamo i meccanismi di sostegno all’industria pesante che sono stati messi in atto negli ultimi 20 anni, confrontando la situazione nei Paesi Bassi, in Germania e in Belgio. Confrontiamo anche i recenti sviluppi nei quadri di politica industriale di questi paesi, considerando le leve della politica europea e nazionale. Concludiamo che i quadri politici sono stati in gran parte “difensivi”, privi di lungimiranza e hanno avuto effetti distributivi negativi. I recenti cambiamenti nella politica hanno aperto strade per il progresso, ma il livello di ambizione rimane insufficiente e irregolare.
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