ETUI – Il futuro dell’Europa sociale volume 29 Numero 2, maggio 2023

 

Durante le Commissioni Barroso (2004–2014) gli obiettivi economici erano considerati di gran lunga più importanti degli obiettivi sociali e la politica sociale era ampiamente vista come un ostacolo alla crescita economica, all’innovazione e al pareggio di bilancio. Di conseguenza, in quel periodo, ci sono state poche nuove iniziative dell’UE nel campo della politica sociale, mentre è stata esercitata una pressione per ridimensionare o decentralizzare le politiche sociali nazionali. Negli ultimi anni, tuttavia, l’adozione del pilastro europeo dei diritti sociali (EPSR), la crisi COVID, ma anche il cambiamento climatico e la digitalizzazione hanno aperto nuovi spazi per portare avanti temi sociali ed espandere l’Europa sociale. Di conseguenza, il discorso delle istituzioni europee è cambiato radicalmente, passando da una visione delle politiche sociali come un fattore di costo a un’enfasi sulla necessità di rafforzare i diritti sociali per affrontare con successo le molteplici sfide cui devono far fronte le società europee. Ad esempio, il piano d’azione EPSR afferma che “è necessario rafforzare i diritti sociali e rafforzare la dimensione sociale europea in tutte le politiche dell’Unione, come sancito dai trattati. Ciò garantirà che la transizione verso la neutralità climatica, la digitalizzazione e il cambiamento demografico sia socialmente giusta ed equa, e farà sì che il Green Deal europeo e il prossimo Decennio digitale 2030 siano un successo per tutti gli europei.” Stabilisce inoltre tre obiettivi ambiziosi da raggiungere entro il 2030: almeno il 78% della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni dovrebbe avere un lavoro; almeno il 60% di tutti gli adulti dovrebbe partecipare ogni anno alla formazione; e una riduzione di almeno 15 milioni del numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale.

Maarten Keune e Philippe Pochet

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Co-curatori: Philippe Pochet, Vera Šćepanović, Maarten Keune

Caporedattore: Marina Luttrell