Fonte : ETUI
Il 5 maggio 2021, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sorprende chiedendo la revoca dei brevetti sui vaccini anti-Covid. “Questa è una crisi sanitaria globale e le circostanze straordinarie della pandemia di Covid-19 richiedono misure straordinarie”, ha affermato Katherine Tai, rappresentante per il commercio degli Stati Uniti . Questa posizione segue una lettera inviata a Joe Biden tre settimane prima, co-firmata da 170 premi Nobel ed ex capi di stato o di governo. Un passo considerato dai firmatari “vitale e necessario per porre fine alla pandemia”.
Tedros Adhanom Ghebreyesus , direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha salutato una decisione fondamentale. “Questo è un momento monumentale nella lotta contro il Covid-19”. In effetti, gli Stati Uniti erano uno dei principali ostacoli alla revoca dei brevetti. Primo, perché sono soprattutto i laboratori americani a inventare i vaccini decisivi nella lotta alla pandemia. E in secondo luogo perché il loro sistema di ricerca, anche se ampiamente finanziato con denaro pubblico, si basa sulla proprietà intellettuale privata.
I laboratori denunciano una decisione “deludente” privandoli di un significativo guadagno finanziario che, secondo loro, sarebbe dedicato all’innovazione. Parole che contrastano con il recente studio condotto da “People Vaccine Alliance”, collettivo a favore del vaccino universale. Negli ultimi 12 mesi, Pfizer, AstraZeneca e Johnson & Johnson hanno pagato 26 miliardi di dollari ai loro azionisti. È sufficiente per immunizzare almeno 1,3 miliardi di persone, l’equivalente della popolazione africana.
All’indomani di questo annuncio, l’Unione Europea (UE) ha seguito l’esempio e si è detta “pronta a discutere qualsiasi proposta che possa affrontare la crisi in modo efficace e pragmatico. Siamo pronti a discutere su come la proposta l’America possa raggiungere questo obiettivo . ” Inoltre, il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyenchiama “subito” tutti i paesi produttori di vaccini “a consentire le esportazioni”. “Sono state esportate più di 200 milioni di dosi prodotte in Europa, quanti sono i vaccini che l’UE ha fornito ai propri cittadini”, aggiunge il presidente della Commissione. Un picco nel Regno Unito che non ha esportato alcuna dose prodotta sul suo suolo, e soprattutto negli Stati Uniti dove una decisione presidenziale blocca rigorosamente l’esportazione di vaccini e limita quella dei componenti del vaccino.
In Europa, la questione del libero accesso al vaccino è stata per diversi mesi in prima linea sulla scena europea e ha in particolare dato vita a un’iniziativa dei cittadini europei sostenuta da 225 reti e organizzazioni a livello europeo e nazionale.
Per quanto riguarda le modalità concrete di revoca della proprietà intellettuale, saranno fissate per consenso in seno all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). L’organizzazione era stata sequestrata nell’ottobre 2020 da India e Sudafrica sulla questione di una rinuncia temporanea a determinati aspetti dei diritti di proprietà intellettuale.