Lo strumento IWH è in vantaggio nello studio australiano sugli strumenti indicatori anticipatori OHS

 

Pubblichiamo la traduzione effettuata con google translator di questo articolo tratto dall’Istituto canadese Work & Health (IWH) che riporta il risultato di uno studio su cinque strumenti di indicatori anticipatori della sicurezza sul lavoro svolto dalla Monash University australiana. Per un uso professionale e di studio  dell’articolo raccomandiamo di fare riferimento all’articolo in lingua inglese pubblicato sul sito IWH 

Fonte : IWH  che ringraziamo

IWH tool comes out ahead in Australian study of OHS leading indicator tools

In a study of five workplace safety leading indicator tools conducted at Australia’s Monash University, a questionnaire developed by the Institute for Work & Health (IWH) came out ahead for its ability to measure workers’ likelihood of reporting two lagging indicators—near misses and physical injury.

The OHS Vulnerability Measure, a survey designed to assess worker exposures to common hazards while lacking adequate occupational health and safety (OHS) protection, was one of two leading indicator tools that the study team recommended for use by WorkSafe Victoria as a result of the findings.

The other leading indicator tool recommended by the Healthy Working Lives Research Group at Monash was the Psychosocial Job Quality Index (PJQI). It was found to be the best of the five in picking up the likelihood of reporting a mental injury, the third of three lagging indicators of interest to the study team.

The two measures “appear to be most suitable for future use in a refined questionnaire for the specific purposes of identifying at-risk workers,” stated the study report (PDF, 1.8MB), noting that further validation and testing of the refined questionnaire would be an important next step.

Commenting on the study, IWH President and Senior Scientist Dr. Peter Smith says the findings are encouraging. At the Institute, we’ve conducted several studies validating the OHS Vulnerability Measure, but it’s always gratifying to see it stand up to evaluation by other research organizations and in non-Canadian samples of workers, says Smith, who led the team that developed the OHS Vulnerability Measure and the framework behind it.

 

We’re encouraged to see our potential contribution in what may be an important initiative by WorkSafe Victoria to regularly collect information that helps it both address the risks of work-related injury and illness, and monitor changes in risk over time—especially in response to system-level activities.

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E’ disponibile la Rivista  HesaMag#26: “Rischi psicosociali: una crisi crescente

Fonte ETUI che ringraziamo

“Se le persone sono infelici al lavoro è perché hanno problemi nella loro vita personale.” ‘Solo le persone già fragili sono interessate da rischi psicosociali, non c’entra niente con l’azienda!’ ‘Ah, rischi psicosociali, si tratta di molestie, giusto? Non abbiamo niente di tutto questo!’ Questi sono solo alcuni degli stereotipi e delle idee sbagliate profondamente radicati che vengono usati come scuse per non agire contro i rischi psicosociali. Eppure questi rischi, che hanno numerose conseguenze per la salute fisica e mentale dei lavoratori, sono ovunque nei nostri luoghi di lavoro: isolamento sociale, superlavoro, iniquità, mancanza di autonomia, precarietà… L’elenco potrebbe continuare. In questo rapporto speciale, miriamo a illustrare la portata di questo problema attraverso una serie di diverse indagini, interviste e pareri di esperti.

Pierre Bérastégui apre la relazione con un’analisi che evidenzia l’eterogeneità del discorso sulla prevenzione dei rischi psicosociali. Alle sue calcagna, Nayla Glaise e Aude Cefaliello discutono della necessità di una direttiva europea per frenare l’epidemia di stress che sta colpendo il mondo del lavoro. Laurent Vogel passa in rassegna l’emblematico caso France Télécom in cui ci fu un’ondata di suicidi tra i dipendenti dell’azienda alla fine degli anni 2000. Successivamente, ci addentriamo nel settore alberghiero spagnolo, con uno studio di Bertha Chulvi che mette in luce condizioni di lavoro particolarmente difficili. Thomas Coutrot esplora il problema multidimensionale dell’insensatezza del lavoro, che può causare danni in molte diverse aree di attività. Louise Pluyaud delinea i “principali responsabili della felicità”, una nuova professione alla moda di valore discutibile. Alain Bloëdt affronta il delicato tema del burnout e del suo riconoscimento come malattia professionale. Infine, Marie Geredakis ci presenta un esame della situazione altamente precaria dei ricercatori universitari in Grecia, vittime di un sistema in cui le controversie sono regolate dalla legge della giungla e dal clientelismo. Se questo rapporto ci mostra qualcosa, è che i rischi psicosociali non riguardano solo un tipo di lavoro, settore o classe. Se devono essere opportunamente prevenuti, è tempo di riconoscere la loro prevalenza e multiformità a ogni gradino della scala socioprofessionale. vittime di un sistema in cui le controversie sono regolate dalla legge della giungla e dal clientelismo. Se questo rapporto ci mostra qualcosa, è che i rischi psicosociali non riguardano solo un tipo di lavoro, settore o classe. Se devono essere opportunamente prevenuti, è tempo di riconoscere la loro prevalenza e multiformità a ogni gradino della scala socioprofessionale. vittime di un sistema in cui le controversie sono regolate dalla legge della giungla e dal clientelismo. Se questo rapporto ci mostra qualcosa, è che i rischi psicosociali non riguardano solo un tipo di lavoro, settore o classe. Se devono essere opportunamente prevenuti, è tempo di riconoscere la loro prevalenza e multiformità a ogni gradino della scala socioprofessionale.

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2023. La pandemia COVID-19 non è finita

Fonte : Saluteinternazionale che ringraziamo 

The Lancet

Il governo Cinese ha reagito all’ondata di proteste contro la politica  “zero-Covid”, ponendo fine alla maggior parte delle restrizioni. L’improvvisa inversione di tendenza ha causato una rapida diffusione  dell’infezione in molti milioni di cinesi nel dicembre 2022. Piuttosto che affidarsi alla speranza che la pandemia sia finita, abbassando la guardia e pensando che il problema sia da qualche altra parte, occorre che tutti restino vigili. La pandemia è tutt’altro che finita (1).

3 anni fa, era il 5 gennaio 2020, il Dipartimento delle Zoonosi dell’Istituto Nazionale per il Controllo e la Prevenzione delle malattie trasmissibili (Chinese Center for Disease Control and Prevention) annunciò l’isolamento di un nuovo Coronavirus responsabile di un’ondata di malattie respiratorie. Il 30 gennaio l’OMS dichiarò un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale. Nonostante i molti sforzi degli ultimi 3 anni per cercare d’imparare dalla pandemia e nonostante le discussioni sui trattati internazionali per prepararsi alla pandemia, la risposta globale rimane inadeguata e frammentata. Nel 2023, lungi dall’essere alla fine della pandemia (come da molti auspicato e come annunciato negli USA dal presidente Biden nel settembre dello scorso anno), c’è una nuova, pericolosa fase che richiede un’urgente attenzione.

Lo scorso 7 dicembre, il governo Cinese reagì all’ondata di proteste contro la sua politica draconiana cosiddetta “zero-Covid”, ponendo fine alla maggior parte delle restrizioni.

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Does a simple algorithm help against domestic violence?

Police officers in the German state of Mecklenburg-Western Pomerania predict the likelihood of a future incident of domestic violence using ODARA, a Canadian tool with unproven reliability. It helps cooperation with social workers, but does not work all the time.

STORY

12 JANUARY 2023

#POLICE #PREDICTIVEPOLICING

For people trying to escape domestic abuse, being dismissed or deprioritized is a matter of life and death. In the last five years, police officers and domestic violence support services in Mecklenburg-Western Pomerania, Germany’s poorest state in regard to the gross regional product per capita, have started to rely on questionnaires as a way to predict the likelihood of a future incident of domestic violence and thus prioritize the highest-risk cases.

ODARA, or the Ontario Domestic Assault Risk Assessment, is a paper questionnaire. After an incident that comes to their attention, police officers ask the victim 13 questions and add up the “yes” answers.The questions relate to domestic and non-domestic criminal history, children in the relationship and substance abuse. The result, a number between 0 and 13, helps them classify the risk of future violence.

ODARA was built in 2004 by a group of Canadian researchers. They based it on the information available on 589 men known to the Ontarian police as domestic abusers of female partners or ex-partners. Continua a leggere “Does a simple algorithm help against domestic violence?”

Health Action Zones (HAZ) per l’equità: un nuovo strumento per il PRP piemontese

 

Fonte : Disuguaglianze di salute   che ringraziamo

Nell’ambito delle attività preparatorie all’individuazione dei territori regionali sui quali implementare a livello locale gli interventi e le azioni previste dalle linee progettuali del Piano regionale di prevenzione (PRP), la regione Piemonte si è dotata di un nuovo strumento che aiuta gli operatori coinvolti nelle attività di piano ad individuare le aree oggetto degli interventi in ottica di equità.

A partire dalle esperienze maturate dal National Health Service (NHS) anglosassone degli anni 2000, lo strumento si pone due obiettivi fondamentali:

  1. individuare e costruire degli aggregati territoriali sufficientemente piccoli per catturare la variabilità e l’eterogeneità dei fenomeni che l’indice si propone di rappresentare, restituendo un’informazioni contestuale a livello di piccola area;
  2. individuare e mettere insieme disagio sociale e bisogno di salute espressi dalle popolazioni residenti in questi territori attraverso alcuni indici compositi.

Rispetto al primo punto, il lavoro ha utilizzato alcuni sistemi di classificazione geografica disponibili nel patrimonio informativo territoriale regionale che, opportunamente combinati tra loro, hanno consentito di costruire 323 Health Action Zones (HAZ) con una popolazione media di circa 13.000 abitanti a copertura regionale e a livello di granularità territoriale sub distrettuale. I sistemi di classificazione in questione fanno riferimento alle unioni montane e collinari, alle zone omogenee dell’area metropolitana torinese, ai grandi comuni dell’area metropolitana con popolazione superiore ai 20.000 abitanti, ad alcune ex unioni socio-sanitarie locali (USSL) e per i capoluoghi di provincia, per tenere conto della variabilità intra cittadina dei grandi centri, a zone statistiche, quartieri e circoscrizioni. L’idea di fondo è che questi aggregati territoriali così ragionati consentano di catturare e discriminare meglio che dimensioni strettamente amministrative (comuni, distretti sanitari, ASL…), disagio sociale e bisogno di salute espressi dai territori piemontesi. Continua a leggere “Health Action Zones (HAZ) per l’equità: un nuovo strumento per il PRP piemontese”

INAIL . Analisi dei rischi lavorativi nelle lavanderie industriali

Fonte Inail 

La pubblicazione esamina i rischi lavorativi delle lavanderie industriali, le quali esercitano attività a supporto di diverse realtà produttive, principalmente il comparto ospedaliero e quello ricettivo (alloggi e ristorazione), attraverso il noleggio e il lavaggio di materiali tessili e, se necessario, la loro sterilizzazione. Le aziende tecnologicamente più avanzate effettuano anche la fornitura e la manutenzione di abiti da lavoro e di kit sterili per sale operatorie.

Immagine Analisi dei rischi lavorativi nelle lavanderie industriali

Sebbene il comparto abbia un’utilità sociale fondamentale, esso risulta ancora molto poco investigato dal punto di vista igienistico-industriale. Per tale motivo e allo scopo di colmare tale lacuna, la Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione e la Consulenza statistico attuariale dell’Inail, in collaborazione con Assosistema Confindustria, hanno realizzato l’opuscolo “Analisi dei rischi nelle lavanderie industriali”. Il lavoro analizza in maniera approfondita due aspetti complementari: da una parte i dati statistici relativi ad aziende e addetti assicurati all’Istituto – con la descrizione del fenomeno infortunistico e tecnopatico dal 2016 al 2021 – e dall’altra alcuni specifici rischi cui possono essere esposti i lavoratori. Questi i rischi presi in esame: esposizione ad agenti biologici, esposizione ad agenti chimici, movimentazione manuale dei carichi, assunzione di posture incongrue, esposizione a campi elettromagnetici e rischi correlati alla manutenzione delle attrezzature di lavoro. Per ciascun rischio considerato, sono descritte le principali misure di prevenzione e di protezione (individuali e collettive).

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2022
Disponibilità: Momentaneamente consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Tetto pagamento in contanti: un provvedimento che aumenta i rischi di aggressioni, rapine ad esercenti,taxisti, benzinai…

Non sappiamo ancora quale sarà il tetto definito dal governo sotto il quale il negoziante potrà rifiutare il pagamento tramite carta elettronica. Il rischio di incremento dell’evasione fiscale è noto e non staremo a ripeterci. La responsabilità grave che si assume il governo nel ritorno al passato con i pagamenti in contanti riguarda inoltre  il rischio di un incremento delle aggressioni a scopo di rapina di esercenti, cassiere/i, taxisti, trasporti valori monetari ecc.
Nel Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria
2021 le comparazioni dei dati 2020 su 2019 mostrano un calo rilevante fino a -16,7% per quanto attiene le rapine in pubblica via e fino a – 38,4 % per quanto attiene esercizi commerciali.
Il calo dei reati che ha caratterizzato il 2020 è dipeso sicuramente anche dagli effetti che la pandemia Covid-19 ha avuto sulla criminalità predatoria. Il primo lockdown annunciato dal Governo nel mese di marzo 2020 ha avuto un impatto significativo sulla mobilità con una forte limitazione degli spostamenti, se non addirittura, in taluni casi, il blocco completo della circolazione. Quanto ha inciso nel 2020 sul calo dei reati la riduzione del circolante monetario in ragione della campagna del governo Conte 2 a favore della estensione dell’uso delle carte bancomat e debito negli acquisti fatti tramite POS ?    Non esiste ancora uno studio  accurato per quanto attiene il ruolo positivo della diffusione dei pagamenti con bancomat o carte di debito/credito nella riduzione dei reati di rapina e aggressione ad esercenti, taxisti, tabaccai, fino ai portavalori …
E’ palese che la riduzione della massa di circolante monetario dovrebbe rendere meno appetibile per i criminali l’assalto al piccolo commerciante, al tabaccaio, al farmacista. In particolare ci riferiamo ad una categoria molto esposta al rischio come quella dei taxisti tra i quali pare esserci una stravagante propensione a non usare il POS. L’equazione “meno circolante cash = meno aggressioni e rapine” dovrebbe essere confermata con dati, ma per ora non abbiamo visto ricerche su questo tema, mentre spopola nel web un videoclip ove un dirigente leghista insiste sul fatto che lui non vuole essere tracciato quando prende il taxi, non vuol fare sapere da dove parte e dove va e pertanto vuole pagare in contanti. Per carità se ha tali problemi di privacy continui a pagare in contanti ma non costringa altri cittadini a farlo. In ogni caso le Assicurazioni dovrebbero richiedere un premio più alto per tutti gli esercenti che non vogliono adottare il POS.
Segnaliamo alcuni riferimenti in materia di sicurezza rispetto al tema. editor

Il rischio rapina e la tutela dell’integrità psicofisica dei lavoratori. A cura di Massimo Servadio. ( fonte PuntoSicuro )

Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria 2021

Analisi dei furti agli accettatori di banconote presso distributori di carburante  2019/2020

Quella strana idea di libertà – Su POS e contante

Commercianti, costa più il Pos o mettere al sicuro il contante? Bankitalia apre il dibattito

A rischio l’udito di un miliardo di giovani, serve prevenzione

Fonte : SMIPS.ORG

OMS, ANSA, DOTTNET | 17/11/2022 16:53

Le cause sono di diverso tipo, tra cui un’esposizione eccessiva ai rumori, ma anche infezioni e malattie congenite

Cuffie con musica a tutto volume nelle orecchie, serate in discoteca o ai concerti. Oltre un miliardo di giovani tra 12 e 35 anni, nel mondo, sono a rischio di danni all’udito per un ascolto prolungato di suoni a volumi eccessivi. A fare il punto su come proteggerli, rilanciando l’importanza di portare l’educazione all’ascolto anche nelle scuole, è stato uno speciale AnsaIncontra, andato in onda su Ansa.it. “La riduzione dell’udito professionali – è un problema che riguarda oltre 430 milioni di persone nel mondo, pari a circa il 5% della popolazione. E si stimano intorno ai 980 miliardi di dollari l’anno di spese connesse. Le cause sono di diverso tipo, tra cui un’esposizione eccessiva ai rumori, ma anche infezioni e malattie congenite.

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Ubriaco sul monopattino elettrico: patente ritirata anche se non guidava. Succede in Germania

I Monopattini possono divenire mezzi di trasporto molto pericolosi…non sono giocattoli, positiva la scelta della polizia tedesca di ritiro della patente del passeggero ubriaco. editor

Fonte il Mitte che ringraziamo

Il Tribunale regionale di Oldenburg, in Bassa Sassonia, ha fatto discutere con una sentenza che ha confermato la revoca della patente, per guida in stato di ebbrezza, al passeggero di un monopattino elettrico. A far notizia non è tanto il fatto che si possa rischiare la patente guidando da ubriachi un mezzo a motore (e gli e-scooter sono, a tutti gli effetti, dei mezzi a motore), ma il fatto che a essere passibile di questa sanzione sia stato non il guidatore del mezzo ma, appunto, il passeggero, il quale, al momento del controllo di polizia, teneva le mani sul manubrio.

Per il tribunale basta avere le mani sul manubrio per “guidare” il monopattino

La misura di revoca temporanea della patente era già stata emessa dal tribunale locale al momento della notifica della contravvenzione. Quella del tribunale regionale è una conferma arrivata in risposta all’appello del passeggero, che aveva sostenuto di non poter essere considerato alla stregua del guidatore poiché si trovava dietro, in piedi sul monopattino. Cruciale nella decisione del tribunale è stata però la posizione delle mani dell’imputato.

“Al momento dell’infrazione, l’imputato era assolutamente non idoneo alla guida”, si legge nelle motivazioni della sentenza, pur tenendo le mani sul manubrio di un mezzo che ha il potenziale per raggiungere i 120 km all’ora. Per i giudici è irrilevante che l’imputato abbia o meno contribuito alla conduzione del veicolo e anche che solo il guidatore potesse determinare la velocità del monopattino, dal momento che lo sterzo di un monopattino elettrico è estremamente facile da muovere. Al momento del fatto, l’imputato aveva un livello di alcol nel sangue pari all’1.2 per mille, mentre il limite per i conducenti dei veicoli a motore è di 1.1 per mille (per i ciclisti è di 1.6)

Stop aggressioni al personale sanitario. Prendiamoci cura di chi ci cura.

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Per scaricare il file del Vademecum clicca QUI

In ragione della continuità del fenomeno delle aggressioni al personale sanitario, in particolare nei Servizi Sanitari di Pronto Soccorso riteniamo utile riproporre il vademecum elaborato dal sindacato della Funzione Pubblica della Cgil.

Ferrovie. Macchinista colto da malore alla guida

Fonte dalla Rivista online  Ancora in marcia che ringraziamo

” E’ accaduto ieri l’ennesimo caso di macchinista colto da malore, alla guida di un treno viaggiatori.
Il collega, del servizio base di Milano, che stava effettuando un turno normalmente previsto ad agente solo, si è accasciato sul banco di guida tra Padova e Mestre ma ha potuto ricevere i soccorsi solamente grazie alla fortuita presenza di un secondo macchinista, che quel giorno lo affiancava per un recupero di abilitazioni, ed ha potuto condurre il treno fino alla prima stazione, Venezia Mestre.

Il macchinista, che a quanto pare è stato colpito da un principio di ischemia, è stato ricoverato in ospedale e per fortuna dimesso dopo alcune ore.

Nell’augurare al nostro collega una pronta guarigione, non possiamo che condannare per l’ennesima volta l’accordo sull’agente solo, con il quale azienda e sindacati firmatari espongono i macchinisti al rischio di non poter essere soccorsi in caso di malore, mettendoli in pericolo di vita.

E le stesse aziende e sindacati firmatari sono responsabili delle pesantissime condizioni di lavoro previste dal contratto dei ferrovieri e che contribuiscono a causare tutti questi casi di malore, le inidoneità e purtroppo anche molti decessi prematuri, la cui lunga scia stiamo denunciando già da diversi anni.”

Una ricerca canadese sull’adattamento dei luoghi di lavoro agli effetti dei cambiamenti climatici

Segnaliamo dal sito dell’Istituto di Ricerca canadese sui temi della salute e della sicurezza Robert Sauvé questo Rapporto di ricerca sui temi

Fonte IRSST

 

Adaptation des milieux de travail aux effets des changements climatiques : tome 1 – Identification des travailleurs du Québec les plus à risque vis-à-vis des dangers prioritaires liés aux changements climatiques

Adaptation des milieux de travail aux effets des changements climatiques : Tome 2 – Mesures d’adaptation destinées aux travailleurs du Québec les plus à risque vis-à-vis de la hausse des épisodes de fortes chaleurs liée aux changements climatiques

Riassunto Tomo 1
Il cambiamento climatico (CC) è una minaccia riconosciuta e accettata per i lavoratori. Per ridurre la loro vulnerabilità ai pericoli associati al CC, l’adattamento dei luoghi di lavoro è diventato essenziale. Questa ricerca si propone di co-costruire misure di adattamento che proteggano la salute e l’integrità dei lavoratori in Quebec nonostante le presunte ripercussioni del CC.

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OspedaleSicuroDuemila22 – XIX Edizione – Alcune presentazioni

 

Fonte CIIP 

OspedaleSicuroDuemila22 – XIX Edizione
Università  Federico II – Napoli
11 e 12 ottobre 2022

Convegno Nazionale – Scuola di medicina e chirurgia Dipartimento di Sanità Pubblica,  e Osservatoriosalutelavoro dell’Università di Napoli.
sono disponibili alcune presentazioni

Martedì 11 ottobre

8,00 Registrazione dei partecipanti

8,45 Saluti Istituzionali
Maria Triassi –Direttore Scuola di Medicina e Chirurgia Ateneo Federico I
Giuseppe Longo – Direttore Generale Policlinico Federico II

9,00 I Sessione – Ergonomia e Rischio Clinico
Moderatori: Umberto Carbone – Francesco Draicchio – Fulvio D’Orsi

Gaetano D’OnofrioDirettore Sanitario – Ospedale Cardarelli– lettura

Tommaso Bellandi – Direttore della Sicurezza del paziente dell’Azienda USL Toscana
Ergonomia e prevenzione delle cadute nelle aree sanitarie

Gabriele Frangioni – Coord. Nucleo Operativo Strategico ERGOMeyer, AOU Meyer, Firenze
Sicurezza delle cure e fattori umani: ricerca applicata in sanità

Annalisa Lama – OsservatorioSaluteLavoro-Dipartimento di. Sanità Pubblica – Università Federico II
La prevenzione e la gestione delle aggressioni a danno degli operatori sanitari: nuovo rischio occupazionale

Antonia Ballottin – Coord. Gruppo Nazionale CIIP StressLavoroCorrelato e Aggressioni AULSS 9 Verona
Dallo stress lavoro correlato alla prevenzione dei rischi psicosociali

Domenico Spinazzola – Direttore Distretto Socio Sanitario ASL Barletta/Andria/Trani
Integrazione Ospedale-Territorio: Nuovo Modello Organizzativo socio-sanitario

13,00 Discussione

14,00 II Sessione – Sorveglianza Sanitaria e Aspetti Medico-Legali
Moderatori: Ivo Iavicoli – Massimo Niola – Paolo Montuori

Veruska Leso – Dipartimento Sanità Pubblica – Università Federico II
Valutazione del rischio nelle strutture sanitarie

Francesca Pennino – Dipartimento di Sanità Pubblica – Università Federico II
Gestione di contaminazione da agenti biologici nelle strutture Ospedaliere

Luca Fontana– Associato Medicina del Lavoro Ateneo Federico II
Servizio di Radioprotezione e Medico Autorizzato

Pierpaolo Di Lorenzo – Ass.Medicina Legale; Emanuele Capasso – Agg.Medicina Legale – Federico II
Posizione di garanzia del Medico Competente

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WHO – OMS – Mental health at work

OMS_mental_health

Per scaricare il file pdf clicca QUI

 

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Per scaricare il file pdf clicca QUI 

Questi due documenti sono molto importanti e utili per ricalibrare le troppo spesso scontate  valutazioni del ” rischio stress lavoro correlato” vissute da molti operatori e consulenti come un adempimento burocratico.

Vedi   CIIP 

La posizione della CGIL di Livorno e Grosseto sul rigassificatore di Piombino

Fonte Green Report che ringraziamo 

 

La CGIL Provincia di Livorno e la Cgil Provincia di Grosseto, pur ribadendo la necessità di sviluppare un progetto green per Piombino partendo dalle rinnovabili e dall’idrogeno, a valle dell’incontro svolto con la società Snam il giorno 21/09/2022, sono nuovamente a segnalare le criticità evidenziate durante l’incontro ovvero: 1. operatività del porto di Piombino; 2. raggio di rischio eventuali incidenti gravi

Per quanto riguarda l’operatività del porto ad oggi non risultano ancora sciolti nodi per noi fondamentali durante le manovre di arrivo e partenza delle navi metaniere e durante il periodo di scarico.

Come abbiamo evidenziato alla società Snam, se gli organi preposti prescrivessero l’interdizione totale alla navigazione e con essa l’impossibilità di navigare all’interno del porto di Piombino durante tali manovre, questo comprometterebbe pesantemente la continuità territoriale e genererebbe un danno economico a tutta la comunità elbana e piombinese, e se cosi fosse ribadiamo la necessità di esprimere parere contrario al progetto.

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Il litio guida gli investimenti, le preoccupazioni sul posto di lavoro in Australia

Fonte Goodelectronics

La domanda di materie prime nelle batterie è aumentata poiché le vendite di veicoli elettrici (EV) continuano a crescere. Mentre la Cina domina la catena di approvvigionamento del litio, le nazioni occidentali hanno cercato di sviluppare la propria produzione.

L’Australia, che ospita circa la metà dell’offerta mondiale, è ora considerata dalle case automobilistiche in una posizione ideale per soddisfare la crescente domanda. La società di esplorazione e sviluppo minerario Liontown Resources ha registrato un aumento delle sue quote di 76 volte in soli tre anni.

Nel frattempo, un impianto di litio nell’Australia occidentale è stato oggetto di un’indagine WorkSafe dopo i reclami relativi all’ambiente di lavoro non sicuro. La fabbrica di idrossido di litio di Kemerton, situata a circa 150 chilometri a sud di Perth, è stata oggetto dell’indagine avviata all’inizio di aprile dopo che i lavoratori sono stati esposti a gas tossici attraverso uno sfiato. L’Australian Manufacturing Workers’ Union (AMWU) ha precedentemente sollevato preoccupazioni sulla sicurezza dell’impianto, che è di proprietà della maggioranza dell’azienda chimica statunitense Albermarle.

Secondo Geoscience Australia , tutte le attuali risorse e la produzione del paese provengono da minerali di litio, principalmente spodumene, sebbene siano presenti anche altri minerali contenenti Li come la lepidolite.

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L’inquinamento atmosferico è responsabile dell’aumento delle demenze

Per la prima volta il governo del Regno Unito ha riconosciuto ufficialmente che l’inquinamento atmosferico sta alimentando un aumento dei casi di demenza. Il collegamento è stato messo nero su bianco in un report della Committee on the Medical Effects of Air Pollutants

di Valentina Arcovio di “Sanità Informazione” che ringraziamo

L’inquinamento atmosferico è responsabile dell’aumento delle demenze

Per la prima volta il governo del Regno Unito ha riconosciuto ufficialmente che l’inquinamento atmosferico sta alimentando un aumento dei casi di demenza. Il collegamento è stato messo nero su bianco, in un report lungo 290 pagine realizzato dalla Committee on the Medical Effects of Air Pollutants (COMEAP), guidata da Frank Kelly dell’Imperial College London. In questa importante revisione di studi indipendenti viene infatti confermato che le particelle tossiche nell’aria, provenienti da automobili e combustibili, sono legate al rapido aumento delle demenze nel mondo sviluppato.

L’inquinamento atmosferico contribuisce al declino delle capacità mentali

I ricercatori concludono che è «probabile che l’inquinamento atmosferico possa contribuire a un declino delle capacità mentali e alla demenza nelle persone anziane». Il processo attraverso il quale questo avverrebbe è tramite l’infiltrazione di minuscole particelle tossiche nel flusso sanguigno dopo essere state inalate nei polmoni. Gli inquinanti quindi irritano i vasi sanguigni e interrompono la circolazione al cervello. Nel tempo, questo può portare a demenza vascolare. È anche probabile che, in rari casi, particelle di inquinamento atmosferico molto piccole possano attraversare la barriera ematoencefalica e danneggiare direttamente i neuroni.

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La “dottrina delle questioni principali”: la Corte Suprema degli Stati Uniti smussa l’EPA

 

Fonte:  Green Left Australia che ringraziamo

 

La Corte Suprema degli Stati Uniti è stata freneticamente occupata negli ultimi tempi, abbattendo leggi e leggi con un entusiasmo ideologico quasi folle. Le leggi sulle armi sono state invalidate; Roe vs Wade e diritti costituzionali all’aborto, confinati alla storia. E ora, l’Agenzia per la protezione ambientale è stata privata dei suoi poteri con una decisione 6‒3.

La decisione del 30 giugno del West Virginia contro l’Agenzia per la protezione ambientale è stata una specie di atto di boxe ombra. Il Clean Power Plan (CPP), che era l’obiettivo della panchina, non è mai entrato in vigore. Nel 2016, la Corte Suprema ha effettivamente bloccato il piano, annunciato dal presidente Barack Obama nell’agosto 2015. È stato originariamente promulgato ai sensi del Clean Air Act .

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Prevenire la guerra? Ci vorrebbe una scienza

Fonte Scienzainrete che ringraziamo 

Autore: Paolo Vineis

La guerra è spesso usata come metafora della malattia – la prevenzione della malattia, invece, non è usata come metafora per la prevenzione della guerra. Ma la guerra è una questione di salute planetaria e, come mostra Paolo Vineis, i modelli di prevenzione derivati dalle politiche di promozione della salute potrebbero essere utili per affrontare la guerra. nelle sue diverse fasi e prevenirla.

La guerra è stata spesso usata come metafora della salute e della malattia, come quando si parla della “guerra al cancro”. A mia conoscenza, invece, non è vero il contrario: le modalità di prevenzione della malattia non sono usate come fonte di metafore per prevenire la guerra. In questo breve articolo sostengo che i modelli di prevenzione derivati dalle politiche di promozione della salute possono essere utili per affrontare la guerra nelle sue diverse fasi, e per prevenirla.

Voglio iniziare con un’affermazione forte, cioè che la guerra è intrinsecamente immorale e lo è diventata ancora di più se consideriamo i massicci investimenti in armi estremamente potenti. Tali armi hanno aumentato enormemente il numero di vittime tra i civili. Le armi dovrebbero essere trattate come entità tossiche, proprio come la chemioterapia, che è necessaria in certe circostanze ma è intrinsecamente tossica. Rifiutare la chemioterapia quando sarebbe benefica per un malato di cancro è irrazionale; allo stesso modo, ci sono circostanze in cui le armi diventano inevitabili, ma la tossicità intrinseca non dovrebbe mai essere dimenticata. Continua a leggere “Prevenire la guerra? Ci vorrebbe una scienza”

CIIP. Nota in merito alla sicurezza da aggressioni al personale in ambito sanitario

Il Gruppo di Lavoro della CIIP ha elaborato una nota in merito alla sicurezza degli operatori socio-sanitari.La nota individua l’esigenza di omogeneizzare definizioni e interventi in materia di valutazione e gestione dei rischi da atti violenti cui sono esposti gli operatori socio sanitari. La nota CIIP è stata inviata ai Componenti dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie.

lettera CIIP_Osservatorio_ Sicurezza 2022

Per scaricare il file .pdf clicca  QUI

La spirale di autodistruzione di un’umanità con una percezione sbagliata del rischio

Fonte : GreenReport che ringraziamo 

GAR2022: «Entro il 2030, il mondo potrebbe annullare i progressi sociali ed economici e affrontare 1,5 disastri al giorno»

[27 Aprile 2022]

Secondo il “Global Assessment Report on Disaster Risk Reduction 2022” (GAR2022) appena pubblicato dall’United Nations office for disaster risk reduction (UNDRR), come anticipazione del prima della Global Platform for Disaster Risk Reduction di maggio, «L’attività e il comportamento umani stanno contribuendo a un numero crescente di disastri in tutto il mondo, mettendo in pericolo milioni di vite e ogni progresso sociale ed economico».

Infatti, il GAR2022 rivela che, negli ultimi 2 decenni, ogni anno si sono verificati tra i 350 e i 500 disastri di medie e grandi dimensioni e prevede che «Entro il 2030, il numero di eventi catastrofici raggiungerà i 560 all’anno, o 1,5 disastri al giorno». Il rapporto UNDRR imputa questi disastri a «Alla fine della percezione del rischio interrotta basata su “ottimismo, sottovalutazione e invincibilità”, che porta a decisioni politiche, finanziarie e di sviluppo che esacerbano le vulnerabilità esistenti e mettono le persone in pericolo».

GAR2022 è stato redatto da un gruppo multidisciplinare di esperti di tutto il mondo e riflette le diverse aree di competenza necessarie per comprendere e ridurre i rischi complessi. I risultati del rapporto confluiranno nella Midterm Review dell’implementazione del Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030, che include consultazioni nazionali e revisioni di come i Paesi di tutto il mondo si stanno comportando rispetto all’obiettivo, agli obiettivi e ai target d’azione del Sendai Framework.

Il rapporto rileva che «L’attuazione di strategie di riduzione del rischio di catastrofi, come richiesto nel Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030, nell’ultimo decennio aveva ridotto sia il numero di persone colpite e ucciso da disastri. Tuttavia, la portata e l’intensità dei disastri sono in aumento, con più persone uccise o colpite da disastri negli ultimi 5 anni rispetto ai 5 anni precedenti».

I disastri hanno un impatto sproporzionato sui Paesi in via di sviluppo, che perdono in media l’1% del PIL all’anno a causa di disastri, rispetto allo 0,1 – 0,3% nei Paesi sviluppati. Il costo più alto è sostenuto dalla regione Asia-Pacifico, che ogni anno perde in media l’1,6% del PIL a causa di disastri, mentre le persone più povere soffrono maggiormente anche all’interno dei Paesi in via di sviluppo.

All’impatto a lungo termine dei disastri si aggiunge la mancanza di assicurazioni che aiutino le iniziative di ripristino e ripresa per ricostruire meglio. Il GAR2022 evidenzia che «Dal 1980, solo il 40% dei danni causati da calamità è stato assicurato, mentre i tassi di copertura assicurativa nei Paesi in via di sviluppo erano spesso inferiori al 10% e talvolta vicini allo zero».

Un’area di rischio crescente riguarda gli eventi meteorologici sempre più estremi a causa del cambiamento climatico. Basandosi sugli appelli ad accelerare gli sforzi di adattamento fatti alla COP26 Unfccc di Glasgow, il GAR2022 mostra come i responsabili politici possono rendere lo sviluppo e gli investimenti a prova di clima e sottolinea che «Questo include la riforma della pianificazione del bilancio nazionale per tenere conto del rischio e dell’incertezza, e al contempo la riconfigurazione dei sistemi legali e finanziari per incentivare la riduzione del rischio». Il rapporto fornisce anche esempi di buone pratiche dalle quali i Paesi possono imparare, come l’innovativa carbon tax del Costa Rica sul carburante approvata nel 1997, che ha contribuito a invertire la deforestazione, uno dei principali fattori di rischio di catastrofi, a beneficio dell’economia. In Costa Rica nel 2018, il 98% dell’elettricità proveniva da fonti di energia rinnovabile.

Mami Mizutori, rappresentante speciale del Segretario generale dell’Onu per la riduzione del rischio di catastrofi e capo dell’UNDRR, ha concluso: «I disastri possono essere prevenuti, ma solo se i Paesi investono tempo e risorse per comprendere e ridurre i propri rischi. Ignorando deliberatamente il rischio e non integrandolo nel processo decisionale, il mondo sta in realtà  finanziando la propria distruzione. I settori critici, dal governo allo sviluppo e ai servizi finanziari, devono ripensare urgentemente a come percepiscono e affrontano il rischio di catastrofi. Poiché è in corso la revisione intermedia del Sendai Framework, questo rapporto dovrebbe essere un campanello d’allarme che i Paesi devono accelerare l’azione attraverso le 4 priorità del Sendai Framework per fermare la spirale di disastri in aumento. La buona notizia è che le decisioni umane sono i maggiori fattori che contribuiscono al rischio di catastrofi, quindi abbiamo il potere di ridurre sostanzialmente le minacce poste all’umanità, e in particolare ai più vulnerabili tra noi».

“…e dopo il COVID? Proteggere la salute e l’ambiente per prevenire le pandemie e altri disastri”

Segnalazione Libro

 

-Quale prevenzione è possibile? Come proteggere salute e ambiente?

Anche se la COVID-19 ci ha insegnato che occorre mettere la Salute al centro di qualsiasi “transizione” che punti alla sostenibilità sociale ed ecologica, occorre fare molta attenzione, perché esistono diversi gravi rischi. In primo luogo, perché si può confondere la Salute con la felicità e la bellezza, come sembra suggerire il bombardamento quotidiano della pubblicità. Poi, perché è assai comune pensare che la Salute sia un fatto personale.

In realtà, il “patrimonio” del nostro corpo ci permette la relazione con l’esterno (gli altri, la cultura e l’ambiente). Solo con questa consapevolezza si può organizzare una prevenzione niente affatto velleitaria e non rimandabile, anche e soprattutto per affrontare le sfide globali che purtroppo ci attendono.

GLI AUTORI

Giovanni S. Leonardi, medico di sanità pubblica formato in Italia, Paesi Bassi e Regno Unito, dirige il gruppo di epidemiologia ambientale presso l’agenzia di sanità pubblica del Regno Unito.

Paolo Lauriola, medico, epidemiologo già responsabile dell’Unità di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della USL di Modena e della Epidemiologia ambientale dell’ARPA Emilia-Romagna.

Simonetta Martorelli, medico di sanità pubblica, autore della monografia Guida ai Servizi d’Igiene Ambientale del 1981, e già direttore del Dipartimento Materno Infantile della ASL RM B a Roma per i servizi ospedalieri e territoriali.

Jan C. Semenza, epidemiologo medico, è stato il capo del programma sui determinanti della salute presso il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), dove ha diretto il lavoro sui determinanti ambientali e sociali delle malattie infettive.

 

Politicamente – Prospettive e valori del pensiero democratico

  • Editore: Intra S.r.l.s. (26 febbraio 2022)
  • Lingua: Italiano
  • Copertina flessibile: 236 pagine
  • epub 9,99– cartaceo 19,99
  • ISBN-13: 9791259913128

INRS. Batteries au lithium : des ressources pour aider les entreprises à prévenir les risques

Fonte : INRS.FR 

L’utilisation des batteries au lithium peut présenter des risques pour la santé et la sécurité des opérateurs. Pour accompagner les entreprises dans leur démarche de prévention l’INRS propose de nombreuses ressources. Avec l’ajout d’un reportage vidéo et de deux fiches pratiques de prévention, l’offre d’information s’enrichit encore.

Un nombre important d’entreprises utilisent au quotidien des batteries au lithium, pour répondre aux besoins d’équipements portables (téléphones, ordinateurs, outillage…), de transport électrique (trottinettes, vélos, voitures…) ou de stockage d’énergies renouvelables. Les utilisateurs de ces batteries peuvent être exposés à certains risques professionnels.

Ces risques peuvent :

  • être inhérents à la batterie, qu’elle soit neuve ou usagée : risques électriquesrisques liés à la manutention dus au poids des batteries
  • être liés aux substances qui la composent : exposition à des agents chimiquesincendie et explosion
  • survenir en cas de dysfonctionnement dû à un défaut de fabrication ou lié à un usage ou à une contrainte non conforme à l’utilisation définie par le fabricant (utilisation d’un chargeur non adapté, surcharge ou choc par exemple).

Pour accompagner les entreprises dans la prévention des risques liés à l’utilisation de batteries au lithium, l’INRS propose depuis 2021 une offre d’information sur la prévention des risques ou sur les bonnes pratiques à mettre en œuvre lors de l’utilisation courante de batteries au lithium.

De nouvelles ressources

Pour compléter l’offre d’information déjà existante, l’INRS met aujourd’hui à disposition :

  • une vidéo qui montre le quotidien d’une entreprise qui gère un parc de trottinettes électriques

 

  • deux fiches « Solutions de prévention » avec les bonnes pratiques à respecter quand on charge une batterie au lithium ou que l’on manipule des batteries endommagées.

PdE . Rivista di psicologia applicata all’emergenza, alla sicurezza e all’ambiente ISSN 2531-4157

Indice del numero 62

– Grandi eventi a lezione dalla pandemia
(Antonio Zuliani & Wilma Dalsaso)
Come la pandemia ci suggerisce di cambiare le strategie comunicative per eventi con grande presenza di persone.

– Cultura della sicurezza e progettazione dei luoghi di lavoro
(Thomas Perotti)
Una delle attività che si possono mettere in campo per sviluppare la cultura della sicurezza consiste nel realizzare ambienti di lavoro che favoriscano i comportamenti del personale più sicuri e supportino l’acquisizione di buone abitudini.

– Quando diciamo Design for All … di che cosa parliamo?
(Marcella Gabbiani)
Design for All non è una formula, bensì un modo di intendere la progettazione che ha significative ricadute sul benessere delle persone e sulla stessa sicurezza sul lavoro.

– Lavorare a distanza: ufficio casalingo o mobile? Effetti e conseguenze dei diversi setting lavorativi
(Pietro Iacono Quarantino)
Al fine di avviare una riflessione sullo sviluppo che dovrà avere lo Smart Working presentiamo un’importante ricerca che prende in esame diverse forme di “smart working”.

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Russian shelling caused a fire at a Ukrainian nuclear power plant – how close did we actually come to disaster?

AP

Tony Irwin, Australian National University

It sounds like a nightmare come true. During a military offensive as part of Russia’s invasion of Ukraine, fire broke out at Europe’s largest nuclear power station, the Zaporizhzhia power plant in the southern city of Enerhodar.

From what we understand of the situation, Russian troops were shelling the area during a battle for control of the facility, which supplies 25% of Ukraine’s electricity.

The plant has six large 950-megawatt reactors, built between 1980 and 1986 – crucially to a different design to the notorious and now decommissioned Chernobyl power station.

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VIOLENZE CONTRO OPERATORI SANITARI E SOCIO-SANITARI….

VIOLENZE CONTRO OPERATORI SANITARI E SOCIO-SANITARI,  OLTRE L’INDIGNAZIONE ALCUNE PROPOSTE PER LA SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI

Convegno in  streaming

VIOLENZE CONTRO OPERATORI SANITARI E SOCIO-SANITARI OLTRE L'INDIGNAZIONE ALCUNE PROPOSTE per la salute e sicurezza dei lavoratori

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Francia.INRS. Iperconnessione. Impatto dell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)

Fonte INRS 

Sensazione di urgenza, sovraccarico di informazioni, trabocco di lavoro nella sfera personale… Molti dipendenti possono essere esposti a difficoltà legate all’uso di strumenti digitali come la posta elettronica. In occasione della pubblicazione di un articolo sulla rivista Hygiène & sécurité du travail, tre domande per Vincent Grosjean, capo degli studi e coautore di questa riflessione.

Qual è l’origine della domanda dell’INRS sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)?

Nel 2015, l’INRS ha avviato una ricerca sulle pratiche digitali, in particolare sulla messaggistica elettronica, di fronte alla comparsa di problemi di salute legati all’uso di questi strumenti in un contesto professionale. Vari rapporti hanno rivelato l’emergere di una norma implicita di connessione permanente per alcuni dirigenti e dipendenti, il moltiplicarsi di strumenti senza gerarchia o strategia di utilizzo, una tendenza a cancellare i confini tra vita privata e vita lavorativa, un carico di informazioni inflazionistiche per molti dipendenti.

Lo scopo del lavoro svolto dall’INRS era di andare oltre queste osservazioni, per esplorare strade per la prevenzione.

Il contesto sanitario ha accentuato la comparsa di alcuni rischi legati all’uso delle TIC?

Da 2 anni la crisi sanitaria legata al Covid-19 porta ad un aumento “di emergenza” del lavoro a distanza. A ciò si è accompagnato il proliferare degli incontri in videoconferenza e un aumento della comunicazione mediata (messaggistica, telefono, ecc.), a scapito degli scambi faccia a faccia. Questi sviluppi amplificano le preoccupazioni circa la disintegrazione dei gruppi di lavoro, la sensazione di isolamento, l’interruzione dei confini tra la vita lavorativa e la vita al di fuori del lavoro. Sottolineano inoltre l’importanza delle relazioni di lavoro informali e del supporto sociale per il benessere dei dipendenti, nonché per l’efficienza dei collettivi a lungo termine. Queste circostanze rendono più importante costruire una vera strategia di utilizzo digitale per l’azienda. Gli obiettivi sono mantenere le prestazioni. Continua a leggere “Francia.INRS. Iperconnessione. Impatto dell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)”

Comment le travail social est-il devenu un métier à risque ?

Marcel Jaeger, Conservatoire national des arts et métiers (CNAM)

Comment comprendre les crises qui agitent le monde du travail social ? Les drames récents – meurtres d’Audrey Adam le 12 mai dans l’Aube et de Cyril Pierreval, directeur d’un centre d’accueil à Pau en février – mais aussi la dénonciation de conditions de travail compliquées pour ces professionnels participent d’un phénomène ancien.

Pour une grande part, le malaise est consubstantiel à des métiers qui sont nés en réponse à des situations de crise sociale et économique. Ils ont toujours contribué à l’accompagnement de personnes débordées par leurs difficultés : des individus vulnérables, exposés à des risques de toutes sortes, ou fragiles du fait de leur propre histoire. Mais ces deux volets de la vulnérabilité et de la fragilité touchent désormais également les professionnels chargés de venir en aide aux autres.

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Omicron è il nuovo COVID arrivato: cinque passi da evitare, dieci da fare subito

Omicron is the new COVID kid on the block: five steps to avoid, ten to take immediately

What not to do: ban travel. Scenes at South Africa’s OR Tambo International airport after the first flight bans were announced.
Phill Magakoe / AFP via Getty Images

Shabir A. Madhi, University of the Witwatersrand

South Africa reacted with outrage to travel bans, first triggered by the UK, imposed on it in the wake of the news that its genomics surveillance team had detected a new variant of the SARS-CoV-2 virus. The Network for Genomics Surveillance in South Africa has been monitoring changes in SARS-CoV-2 since the pandemic first broke out.

The new variant – identified as B.1.1.529 has been declared a variant of concern by the World Health Organisation and assigned the name Omicron.

The mutations identified in Omicron provide theoretical concerns that the variant could be slightly more transmissible than the Delta variant and have reduced sensitivity to antibody activity induced by past infection or vaccines compared to how well the antibody neutralises ancestry virus.

As vaccines differ in the magnitude of neutralising antibody induced, the extent to which vaccines are compromised in preventing infections due to Omicron will likely differ, as was the case for the Beta variant.

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Il Decreto “Rafforzamento della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”

Primi appunti e … diverse  perplessità

Il Decreto si propone di semplificare una materia complessa con molti soggetti in campo.

Il primo aspetto che si avverte nella lettura di questo Decreto è  l’assenza totale di una ricerca e di una riflessione sulle cause profonde delle ragioni per cui la sequenza di incidenti gravi e mortali, tipici degli anni 50 del secolo scorso per le modalità con le quali avvengono, in gran parte evitabili, continuano ad accadere anche oggi, nel 2021. Ma su questo aspetto torneremo con un articolo specifico.

Nei fatti, oltre all’appesantimento delle sanzioni e delle misure interdittive, l’operazione proposta nel Decreto è l’accentramento del comando posto in capo all’Ispettorato nazionale del lavoro.

Da quanto risulta da diverse fonti la elaborazione del decreto dal quale dovrebbe scaturire un maggiore coordinamento degli Enti preposti alla vigilanza sarebbe avvenuta senza la consultazione delle Regioni e con l’assenza del Ministero della salute.

Le stesse assunzioni per rafforzare il sistema di vigilanza sono previste nella misura di 1024 unità destinate all’Ispettorato nazionale del Lavoro e il passaggio da 570 a 660 unità dei carabinieri preposti ai controlli in materia. Non conosciamo i requisiti delle figure professionali previste dai  futuri bandi di assunzione degli ispettori, temiamo che prevalgano le competenze giuridiche rispetto a quelle tecniche, sanitarie ed ergonomiche.

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Analisi: la crescente pressione sulla Cina per la “perdita di laboratorio” di Covid potrebbe ritorcersi contro

 

Analysis: Mounting Pressure on China About Covid ‘Lab Leak’ Could Backfire

President Joe Biden has ordered U.S. intelligence agencies to determine whether the covid virus, or a near ancestor, emerged from a cave, a live-animal market, a farm — or a secretive Chinese laboratory.

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It can be republished for free.

But it’s doubtful this probe will yield definitive insights, and it could even backfire.

Some experts hypothesize that global pressure could prompt a Chinese scientific whistleblower to come forward with evidence of a lab leak. After all, it is unlikely such an accident could have occurred without dozens of people finding out about the leak, or an ensuing cover-up.

But the growing political pressure to discover Chinese malfeasance or a lab accident at the root of the pandemic could make a definitive answer less, rather than more, likely, according to virologists and experts on U.S.-China scientific exchanges.

“We have to reduce the political tension and let the scientists do the work, not the politicians,” said Dr. Jennifer Huang Bouey, a Chinese-born Rand Corp. researcher.

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COVID-19 ha dimostrato che seguire la stessa strada porterà il mondo su un precipizio

COVID-19 has shown that following the same road will lead the world over a precipice

Shutterstock

Ian Goldin, University of Oxford

Despite the tragic deaths, suffering and sadness that it has caused, the pandemic could go down in history as the event that rescued humanity. It has created a once-in-a-generation opportunity to reset our lives and societies onto a sustainable path. Global surveys and protests have demonstrated the appetite for fresh thinking and a desire not to return to the pre-pandemic world.

The devastating consequences of COVID-19 have led to a deepening recognition that business as usual is highly destabilising and the source of our darkest fears. It has shattered the mental mirrors that have prevented us from breaking from the past and embracing new horizons.

In “Rescue: From Global Crisis to a Better World I show how the coronavirus rupture has demonstrated that citizens are prepared to change their behaviour when required to do so. And that governments are able to break out of their economic straitjackets.

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ILO – OMS : Prevenire e mitigare COVID-19 al lavoro

FONTE ILO 

L’ILO e l’OMS pubblicano un brief che fornisce una rassegna della letteratura sulle caratteristiche comuni dei luoghi di lavoro più colpiti dal nuovo coronavirus e le misure più efficaci adottate dai paesi per prevenire e mitigare il COVID-19 sul lavoro. Il brief fornisce una guida pratica alle autorità nazionali e locali, nonché ai datori di lavoro e ai rappresentanti dei lavoratori per l’attuazione delle raccomandazioni dell’OMS e dell’ILO per prevenire la trasmissione di SARS-CoV-2 e gestire i focolai di COVID-19 sul lavoro in ambienti non sanitari.

B16172 Q&A: all you need to know about this SARS-CoV-2 variant

Raul Valcarcel Romero/Shuttterstock

Zania Stamataki, University of Birmingham

Just as the UK is beginning to reopen, another variant of SARS-CoV-2, the virus that causes COVID-19, appears to be taking hold in the UK. The variant, which was first identified in India, is particularly prevalent in London and the north-west, leading to calls for targeted responses in certain areas.

There is much we still don’t know about the B16172 variant, and it’s unclear whether its emergence will significantly derail plans to lift restrictions around the country. But the prime minister, Boris Johnson, has said he is “anxious” about the variant, and some experts are recommending a pause in the planned lifting of restrictions.

The Conversation asked Zania Stamataki, an expert in viral immunology, some key questions about what we know so far about B16172, and what can be done about it.

What is B16172 and how is it different from other variants?

The B16172 is one of three SARS-CoV-2 variants first reported in India. You may have heard it referred to as the “double mutant”, which makes no sense from a virology perspective (it has more than two mutations). However, this terminology was used to convey that this variant of concern may be both more transmissible and harder to neutralise by antibodies raised against previous variants.

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GUASTO COMPLETO | Conseguenze fatali di una cultura operaia sacrificabile da Hazards

 

Fonte Hazards

 

Quando i blocchi andavano e venivano, il lavoro continuava ei lavoratori si ammalavano di Covid-19. Migliaia di persone sono morte. Carolyn Jones e Sarah Glenister dell’Institute of Employment Rights (IER) rivelano come la pandemia abbia rivelato i difetti fatali di un sistema di sicurezza sul lavoro neutralizzato dai tagli del governo britannico e dal rifiuto di sfruttare l’effetto della sicurezza sindacale.

Sappiamo tutti che nei luoghi di lavoro in cui i sindacati sono riconosciuti e gli agenti di sicurezza formati sono autorizzati a operare, i lavoratori sono più sicuri, più sani e meglio pagati.

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From bioweapons to super soldiers: how the UK is joining the genomic technology arms race

Gene editing could create super soldiers.
Gorodenkoff/Shutterstock

Yusef Paolo Rabiah, UCL

The UK government recently announced an £800 million, taxpayer-funded Advanced Research and Invention Agency (Aria). The brainchild of the British prime minister’s former chief adviser, Dominic Cummings and modelled on the US Defense Advanced Research Projects Agency, Darpa, the organisation will focus partly on genomic research.

Genome technology is becoming an increasingly important part of military research.
So given that the UK boasts some of the best genomic research centres in the world, how will its new agency affect the wider genome technology warfare race?

In 2019, Darpa announced that it wishes to explore genetically editing soldiers. It has also invested over US$65 million (£45 million) to improve the safety and accuracy of genome-editing technologies. These include the famous Nobel prize-winning Crispr-Cas molecular scissor – a tool that can edit DNA by cutting and pasting sections of it.

But the ease of accessibility and low cost of Crispr-based technologies has caused concern around potential military genetic modification and weaponisation of viruses or bacteria. These include smallpox or tuberculosis, and could be extremely destructive.

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L’invenzione del rischio “ragionato”, il virus sarà “ragionevole” ? Podcast di Diario Prevenzione 18 aprile 2021 puntata n° 80

a cura di Gino Rubini
In questa puntata parliamo di

– Il rischio “ragionato” come mediazione “socialmente accettabile” tra le ragioni della salute e quelle dell’economia. Della serie : “speriamo che me la cavo”
– “Quarto Rapporto sullo stato del Capitale Naturale” prima del Recovery Fund …. riflessione su politiche ambientali e progetti di infrastrutture come il Ponte sullo Stretto e bretelle autostradali .
– Livelli di stress nel personale sanitario impegnato durante la pandemia
– Frittura mista

EMA. Il Comunicato sulla sicurezza del vaccino Astra Zeneca

Riproduciamo il testo  tradotto del Comunicato di EMA sul vaccino Astra  Zeneca – traduzione effettuata da Google translator

LA VERSIONE ORIGINALE IN INGLESE FONTE AMA

COVID-19 Vaccine AstraZeneca: benefits still outweigh the risks despite possible link to rare blood clots with low blood platelets

Vaccino COVID-19 AstraZeneca: i benefici superano ancora i rischi nonostante il possibile collegamento a rari coaguli di sangue con piastrine
Notizie  18/03/2021

Il comitato per la sicurezza dell’EMA, PRAC , ha concluso la sua revisione preliminare di un segnale di coaguli di sangue nelle persone vaccinate con il vaccino COVID-19 AstraZeneca nella riunione straordinaria del 18 marzo 2021. Il comitato ha confermato che:

  • i benefici del vaccino nel combattere la minaccia ancora diffusa del COVID-19 (che a sua volta provoca problemi di coagulazione e può essere fatale) continuano a superare il rischio di effetti collaterali;
  • il vaccino non è associato ad un aumento del rischio complessivo di coaguli di sangue (eventi tromboembolici) in coloro che lo ricevono;
  • non vi è evidenza di un problema relativo a lotti specifici del vaccino oa particolari siti di produzione;
  • tuttavia, il vaccino può essere associato a casi molto rari di coaguli di sangue associati a trombocitopenia, cioè bassi livelli di piastrine (elementi nel sangue che lo aiutano a coagulare) con o senza sanguinamento, inclusi rari casi di coaguli nei vasi che drenano il sangue dal cervello (CVST).

Questi sono casi rari: circa 20 milioni di persone nel Regno Unito e nello SEE avevano ricevuto il vaccino dal 16 marzo e l’EMA aveva esaminato solo 7 casi di coaguli di sangue in più vasi sanguigni (coagulazione intravascolare disseminata, DIC) e 18 casi di CVST. Un nesso causale con il vaccino non è dimostrato, ma è possibile e merita ulteriori analisi.

Il PRAC ha coinvolto esperti in malattie del sangue nella sua revisione e ha lavorato a stretto contatto con altre autorità sanitarie, tra cui l’MHRA del Regno Unito, che ha esperienza con la somministrazione di questo vaccino a circa 11 milioni di persone. Complessivamente il numero di eventi tromboembolici riportati dopo la vaccinazione, sia negli studi prima della licenza sia nei rapporti dopo il lancio delle campagne di vaccinazione (469 segnalazioni, 191 delle quali dall’AEA), era inferiore a quello previsto nella popolazione generale. Ciò consente al PRAC di confermare che non vi è alcun aumento del rischio complessivo di coaguli di sangue. Tuttavia, nei pazienti più giovani permangono alcune preoccupazioni, legate in particolare a questi rari casi. Continua a leggere “EMA. Il Comunicato sulla sicurezza del vaccino Astra Zeneca”

Nazionalismo dei vaccini e sfruttamento delle crisi: i sindacati agiscono

“Solo 10 paesi, alcuni dei più ricchi del mondo, hanno somministrato il 75% delle vaccinazioni. Nel frattempo, circa 130 paesi che rappresentano 2,5 miliardi di persone non hanno somministrato una singola dose. Non è una questione su cui possiamo permetterci di essere passivi. L’unica soluzione a una pandemia globale è la solidarietà globale “, ha affermato David Edwards, Segretario generale di Education International, aprendo il webinar di EI sull’equità del vaccino. Continua a leggere “Nazionalismo dei vaccini e sfruttamento delle crisi: i sindacati agiscono”

EMA: Vaccini COVID-19 autorizzati

Documenti: riteniamo utile suggerire la lettura delle schede EMA sui Vaccini COVID-19 autorizzati. La documentazione è molto chiara e consente al lettore di comprendere le differenze tra i diversi vaccini approvati e offre informazioni sulle rispettive caratteristiche.

Vaccini autorizzati nell’Unione Europea (UE) per prevenire il COVID-19, previa valutazione da parte dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA). Fonte: EMA 

Vaccini, eventi avversi e produzione di rumore di fondo…

La sospensione delle vaccinazioni con il vaccino Astra Zeneca è una scelta saggia tesa a togliere ogni ombra sulla sicurezza del farmaco. Il principio di precauzione su cui si basa questa decisione è alla base del rapporto di fiducia, in questo caso, tra cittadini e autorità sanitarie. E’ vero, la sospensione della somministrazione del vaccino comporterà un ritardo temporaneo del piano vaccini. Sarebbe stato in ogni caso più dannoso per la stessa realizzazione del piano vaccinale continuare le somministrazioni minimizzando le notizie di alcuni eventi luttuosi che hanno coinvolto persone che avevano ricevuto da poco tempo il vaccino Astra Zeneca. I dati disponibili dicono che non ci sarebbero correlazioni tra le inoculazioni e gli eventi  luttuosi ma è opportuno che siano le Agenzie nazionali ed europea del farmaco a comunicare e a rassicurare cittadini che lo hanno già fatto o che devono ancora vaccinarsi con questo vaccino.
Sarebbe importante che i media in quest’epoca facessero informazione chiara e basata sui dati scientifici. Occorre spiegare ai cittadini come si leggono i dati, come si fanno le comparazioni, come si valuta il rischio di un farmaco e come si calcola il rapporto costi … benefici. In questa epoca abbiamo bisogno di una comunicazione precisa, puntuale anche per contrastare il rumore di fondo delle fake news, dei post sgangherati dei novacs .Editor

Nessun profitto sulla Pandemia

Fonte Saluteinternazionale.info

Vittorio Agnoletto

Una petizione europea per superare i brevetti riguardanti i vaccini e i farmaci contro il coronavirus. La trasformazione di questi in un “bene comune” a disposizione dell’umanità e l’immediato ricorso alla “licenza obbligatoria”.

Di fronte alle semplificazioni che stanno passando a livello mediatico è necessario provare a fare un po’ di chiarezza in merito alla campagna vaccinale contro il Covid-19. È stata indotta nelle coscienze di molti la convinzione che con il 2021 la pandemia sarebbe stata sconfitta da una rapida campagna vaccinale di massa. Oggi, invece, ci troviamo con una quantità insufficiente di dosi e si sta facendo largo la consapevolezza che la fuoriuscita dalla pandemia non sarà così rapida e lineare.

Continua a leggere “Nessun profitto sulla Pandemia”

Aiutare i lavoratori dell’elettronica a migliorare le condizioni

Il progetto Restart ha intervistato Omana George, il coordinatore del monitoraggio di Electronics Watch , su Covid-19, l’impatto sui lavoratori dell’elettronica e le tendenze attuali. Ha parlato dell’attuale situazione dei lavoratori dell’elettronica sotto Covid-19. Omana ha detto che sotto Covid-19 ciò che era già brutto è già peggio ora. Le produzioni e l’occupazione sono più flessibili. I recenti disordini a Wistron, uno dei fornitori di Apple, hanno mostrato questa situazione esatta. Continua a leggere “Aiutare i lavoratori dell’elettronica a migliorare le condizioni”

Gestione degli accessi in sicurezza in ambienti confinati o con sospetto di inquinamento o assimilabili

FONTE SNPA

Documento realizzato nell’ambito delle attività della Rete dei referenti SNPA per la tematica della salute e sicurezza sul lavoro RR TEM III(3) e approvato dal Consiglio SNPA nella seduta del 21 dicembre us.
Il lavoro è stato svolto in particolare da un ristretto gruppo di agenzie costituito da ARPA Liguria, ARPA Emilia Romagna, ARPA Piemonte, ARPA Toscana, AUSL Reggio Emilia, con la partecipazione della AUSL Toscana Sud-Est e dell’INAIL, con il coordinamento di ARPA Liguria e ISPRA.

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Infortuni lavorativi da aggressioni nel personale sanitario: dimensioni e trend del problema

FONTE DORS.IT 

Per violenze sul luogo di lavoro si intendono gli eventi in cui i lavoratori sono minacciati, aggrediti o abusati in situazioni correlate al lavoro, e che comportano un rischio per la loro sicurezza, benessere o salute. Il settore dei servizi sanitari e sociali risulta tra quelli a maggior rischio. Nei setting sanitari, la violenza verso operatori è compiuta prevalentemente da pazienti o loro familiari (violenza di tipo II). I fattori di rischio sono classificabili in: organizzativi, caratteristiche dell’operatore (capacità comunicativa, esperienza) e caratteristiche di paziente e familiari (livello socioeconomico, storie pregresse di violenza). La reale dimensione del problema non è ben conosciuta, poiché molti episodi di violenza, soprattutto verbale e psicologica, ma anche fisica, non vengono denunciati dagli operatori.

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OiRA. Il sito che aiuta a fare le valutazioni del rischio per la salute e sicurezza nel lavoro

OiRA

Riteniamo utile segnalare il sito OiRA . OiRA – Valutazione interattiva del rischio online – è una piattaforma web che consente la creazione di strumenti di valutazione del rischio settoriale in qualsiasi lingua in un modo semplice e standardizzato. È sviluppato e gestito dall’EU-OSHA (Agenzia Europea salute e sicurezza nel lavoro) e si basa sullo strumento olandese di valutazione del rischio RI&E.
OiRA è una piattaforma online composta dal generatore di strumenti OiRA (dove gli sviluppatori possono creare strumenti settoriali) e strumenti settoriali OiRA, accessibili tramite un sito web interattivo. I partner settoriali a livello dell’UE o nazionale e le autorità dell’UE o nazionali (gli sviluppatori degli strumenti) possono utilizzare il generatore di strumenti OiRA per creare strumenti di valutazione del rischio per diversi settori, ad esempio il settore dell’acconciatura. Questi strumenti – strumenti settoriali OiRA – vengono quindi messi a disposizione degli MSE da utilizzare per effettuare valutazioni del rischio.

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INRS.Francia. Uso degli ascensori durante la pandemia Covid-19. Quali rischi? Quali misure preventive ?

Fonte INRS

Le cabine dell’ascensore sono potenzialmente utilizzate da tutti gli utenti di un edificio. Questi spazi chiusi e scarsamente ventilati possono favorire la trasmissione del coronavirus SARS-CoV-2. Alcune misure devono essere attuate per prevenire il rischio di contaminazione.

La SARS-CoV-2, responsabile del Covid-19, si trasmette principalmente inalando goccioline espulse dalla bocca o dal naso di una persona infetta che respira, parla, tossisce o starnutisce entro un metro. La trasmissione è possibile anche mettendo le mani in bocca, naso e occhi che sono entrati in contatto con superfici contaminate. Al momento, gli specialisti si stanno interrogando su un’altra via di trasmissione, che sarebbe l’inalazione di aerosol che si accumulano in una stanza scarsamente ventilata, in grado di ospitare diverse persone.
Pertanto, l’ OMS raccomanda di indossare maschere per le persone che si riuniscono in uno spazio chiuso, confinato e scarsamente ventilato.

Le cabine degli ascensori possono essere assimilate a stanze chiuse, confinate e poco ventilate?

Secondo la norma NF EN 81-20 (“Norme di sicurezza per la costruzione e l’installazione di ascensori – Ascensori per il trasporto di persone e cose – Parte 20: ascensori e montacarichi”), la ventilazione di cabine avviene prevalentemente in modo passivo, attraverso aperture poste nella parte superiore ed inferiore, la cui superficie utile deve rappresentare per ciascuna parte almeno l’1% della superficie utile della cabina.

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