PICCOLI REATTORI MODULARI E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: ENNESIMA FORMULA PER LA CRESCITA

Autore Mario Agostinelli * che ringraziamo 

Fonte Inchiestaonline

Pubblichiamo con il consenso dell’autore questo articolo di Mario Agostinelli apparso su il fatto quotidiano online del 27 febbraio

Il Fatto Quotidiano 

 

Sulla transizione energetica il nostro governo procede per annunci, spesso contradditori e quasi sempre proiettati in decenni successivi alle scadenze cui saremmo chiamati a rispondere riducendo l’impatto climatico del nostro sistema. Sia che si trattasse della fusione nucleare con cui imitare il sole, che del piano Mattei con cui ricolonizzare il sud del Mediterraneo o, infine, dell’”hub europeo”  creato per raccattare e sequestrare la CO2 emessa dai residui turbogas rimasti in Europa, non c’è proposta di politica energetica che ci abbia riabilitati come diligenti esecutori del Green Deal UE.

Adesso, però, rientriamo volentieri nell’alveo della “ritirata” della Von der Leyen, timorosa di essere danneggiata dalla “frenesia verde” (secondo la “grammatica” di Vox, Fpoe, Fidesz e Afd) che l’aveva fatta conoscere come alfiere delle rinnovabili, invise alle destre europee in crescita nei sondaggi e, insieme, oppositrici di qualsivoglia inclinazione ecologista.

Così’, sta prendendo piede, con un protagonismo italo-francese, una tacita rinascita dell’atomo attraverso un consorzio europeo di rilancio del nucleare a cui la Commissione Europea non sembra insensibile.

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Mario Agostinelli: Perché no al nucleare

 

Autore: Mario Agostinelli

Fonte Inchiestaonline.info

C’è una narrazione che è ripresa e che vuole convincerci che il nucleare è la soluzione dei problemi energetici. L’orrore della guerra in corso richiama in modo angosciante l’illusione di avere a disposizione energia densa e concentrata non solo a fini irreparabilmente distruttivi (le bombe), bensì governata con tecnologie che offrano autonomia energetica in un quadro geopolitico dato in grande mutamento (i reattori nucleari). Sotto questo punto di vista non è tanto preoccupante l’improvvisazione con cui Cingolani sposta di giorno in giorno l’attenzione da una fonte energetica all’altra, ritardando in sostanza il passaggio alle rinnovabili, quanto il crescente favore che il nucleare civile incontra nell’apparato industrial- militare, nelle politiche energetiche dei governi – Draghi compreso – nei media più diffusi, oltre che nei think-tank anglosassoni più accreditati, nonostante la ripulsa che le popolazioni esprimono al presentarsi sul territorio di ogni nuovo progetto.

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