Effets du bruit des éoliennes sur la santé : mythe ou réalité ?

Pexels.com, CC BY-SA

Anne-Sophie Evrard, Université Gustave Eiffel et David Ecotière, Cerema

Le bruit représente un problème majeur pour la santé publique. Il constitue selon l’Organisation mondiale de la santé (OMS) le deuxième facteur de risque environnemental en Europe en termes de morbidité, derrière la pollution de l’air.

Ainsi, en Europe occidentale plus d’un million d’années de vie vécues avec de l’incapacité sont comptabilisées chaque année à cause du bruit des transports, dont les effets avérés avec suffisamment d’éléments de preuve sont les perturbations du sommeil, la gêne, les risques cardiovasculaires accrus, et les difficultés d’apprentissage.

Si les impacts sanitaires du bruit des transports ont été abondamment étudiés, il n’en va cependant pas de même pour d’autres sources de bruit environnemental. C’est notamment le cas des parcs éoliens, qui connaissent un développement important en France et dans de nombreux autres pays. Avec l’impact sur le paysage, les nuisances sonores des éoliennes sont l’un des arguments le plus souvent mis en avant par les opposants à ces installations.

Néanmoins, les informations véhiculées dans la sphère publique, en particulier sur Internet, concernant la réalité des impacts de ce type de bruit et de ses effets apparaissent souvent en décalage par rapport aux connaissances qui font consensus dans la communauté scientifique. Mais quelles sont-elles ?

Le bruit éolien : un bruit spécifique

Comparativement à de nombreuses autres sources de bruit environnemental, d’origine humaine ou naturelle, les niveaux de bruit générés par un parc éolien sont très modérés. À l’extérieur du logement d’un riverain, ils dépassent rarement 40 dBA, soit l’équivalent du niveau de bruit dans un bureau calme.

À titre de comparaison, le niveau de bruit des transports en façade du logement d’un riverain peut aller au-delà de 70 dBA (niveau sonore seuil d’un Point Noir Bruit routier le jour).

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A rischio l’udito di un miliardo di giovani, serve prevenzione

Fonte : SMIPS.ORG

OMS, ANSA, DOTTNET | 17/11/2022 16:53

Le cause sono di diverso tipo, tra cui un’esposizione eccessiva ai rumori, ma anche infezioni e malattie congenite

Cuffie con musica a tutto volume nelle orecchie, serate in discoteca o ai concerti. Oltre un miliardo di giovani tra 12 e 35 anni, nel mondo, sono a rischio di danni all’udito per un ascolto prolungato di suoni a volumi eccessivi. A fare il punto su come proteggerli, rilanciando l’importanza di portare l’educazione all’ascolto anche nelle scuole, è stato uno speciale AnsaIncontra, andato in onda su Ansa.it. “La riduzione dell’udito professionali – è un problema che riguarda oltre 430 milioni di persone nel mondo, pari a circa il 5% della popolazione. E si stimano intorno ai 980 miliardi di dollari l’anno di spese connesse. Le cause sono di diverso tipo, tra cui un’esposizione eccessiva ai rumori, ma anche infezioni e malattie congenite.

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Disponibili nel Portale Agenti Fisici i materiali didattici dei seminari su rumore e vibrazioni che si sono svolti in modalità webinar nei giorni 8 e 22 aprile 2022.

Fonte: Portale PAF 

Pubblicati nel Portale Agenti Fisici i materiali didattici dei seminari “Valutazione del rischio rumore” dell’8 aprile 2022 e “Valutazione del rischio vibrazioni” del 22 aprile 2022 che si sono svolti in modalità webinar.

08/04/2022 VALUTAZIONE DEL RISCHIO RUMORE
Programma dell’evento formativo
Valutazione rischio rumore: introduzione e concetti base – Pietro Nataletti, INAIL
Valutazione rischio rumore: effetti uditivi e non uditivi. Linee di indirizzo per la valutazione del rischio del Coordinamento Interregionale-INAIL-ISS – Iole Pinto, Coordinatrice Gruppo Tematico Agenti Fisici 2015-2021
Portale Agenti Fisici: sezione rumore – Nicola Stacchini e Andrea Bogi, A.U.S.L. Toscana
Valutazione del rischio rumore: casi studio – Nicola Stacchini e Andrea Bogi, A.U.S.L. Toscana Sudest
Garanzia di qualità delle misure, taratura e riferibilità metrologica – Federico Marengo, ACCREDIA

22/04/2022 VALUTAZIONE DEL RISCHIO VIBRAZIONI
Programma dell’evento formativo
Valutazione rischio vibrazioni: introduzione e concetti base – Iole Pinto, Coordinatrice Gruppo Tematico Agenti Fisici 2015-2021
Valutazione rischio vibrazioni: linee di indirizzo per la valutazione del rischio del Coordinamento Interregionale-INAIL-ISS – Iole Pinto, Coordinatrice Gruppo Tematico Agenti Fisici 2015-2021
Portale Agenti Fisici: sezione vibrazioni – Nicola Stacchini e Andrea Bogi, A.U.S.L. Toscana Sudest
Valutazione del rischio vibrazioni: casi studio – Nicola Stacchini e Andrea Bogi, A.U.S.L. Toscana Sudest
Garanzia di qualità delle misure, taratura e riferibilità metrologica – Federico Marengo, ACCREDIA

Fonte: PAF

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La Commissione Europea esorta l’Italia ad adottare mappe acustiche e piani di azione relativi al rumore ambientale

Fonte ARPAT.IT che ringraziamo 

 

Il quadro della situazione contenuto nel rapporto SNPA sulla Qualità dell’ambiente urbano, registra molti ritardi

La Commissione Europea esorta l'Italia ad adottare mappe acustiche e piani di azione relativi al rumore ambientale

La Commissione Europea ha recentemente esortato l’Italia a rispettare le disposizioni fondamentali della direttiva sul rumore (direttiva 2002/49/CE).

Il rumore ambientale, causato dal traffico stradale, ferroviario e aeroportuale, è la seconda causa di decessi prematuri dopo l’inquinamento atmosferico.

La direttiva prevede che gli Stati membri adottino mappe acusticheche rappresentino l’esposizione acustica nei maggiori agglomerati, lungo gli assi stradali e ferroviari principali e in prossimità degli aeroporti più importanti.

Tali mappe costituiscono quindi la base per definire misure antirumore nei piani di azione.

Poiché l’Italia non ha comunicato tutte le informazioni richieste dalla Commissione europea, quest’ultima ha inviato una prima lettera di costituzione in mora nell’aprile 2013. Vista la mancanza di progressi, nel febbraio 2016 la Commissione ha inviato una seconda lettera di costituzione in mora.

Dal momento che mancano ancora mappe strategiche per 17 agglomerati e 22 strade e che devono ancora essere adottati piani d’azione per 32 agglomerati, 858 strade e un importante asse ferroviario, Commissione chiede ora una risposta motivata ed il pieno rispetto della direttiva.

L’Italia dispone di due mesi per rispondere; in caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.

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Rumore, la Commissione europea esorta l’Italia a rispettare le disposizioni fondamentali della Direttiva 2002/49/CE

Fonte Ambiente Lavoro

L’Italia è in ritardo nel rispettare la direttiva comunitaria sul rumore (Direttiva 2002/49/CE) e la Commissione europea ha inviato un parere motivato in cui esorta l’adozione di mappe acustiche e piani di azione relativi al rumore ambientale.

Commissione europea
Pacchetto infrazioni di gennaio: decisioni principali del 25 gennaio 2018
Settore Ambiente

Rumore: la Commissione esorta l’ITALIA ad adottare mappe acustiche e piani di azione relativi al rumore ambientale

La Commissione europea esorta l’Italia a rispettare le disposizioni fondamentali della direttiva sul rumore (direttiva 2002/49/CE).

Il rumore ambientale, causato dal traffico stradale, ferroviario e aeroportuale, è la seconda causa di decessi prematuri dopo l’inquinamento atmosferico.

La direttiva prevede che gli Stati membri adottino mappe acustiche che rappresentino l’esposizione acustica nei maggiori agglomerati, lungo gli assi stradali e ferroviari principali e in prossimità degli aeroporti più importanti. Tali mappe costituiscono quindi la base per definire misure antirumore nei piani di azione.

Poiché l’Italia non ha comunicato tutte le informazioni richieste dalla Commissione europea, quest’ultima ha inviato una prima lettera di costituzione in mora nell’aprile 2013. Vista la mancanza di progressi, nel febbraio 2016 la Commissione ha inviato una seconda lettera di costituzione in mora. Dal momento che mancano ancora mappe strategiche per 17 agglomerati e 22 strade e che devono ancora essere adottati piani d’azione per 32 agglomerati, 858 strade e un importante asse ferroviario, la Commissione invia ora un parere motivato.

L’Italia dispone di due mesi per rispondere; in caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.