Disponibili i materiali del convegno di Terlizzi sul rischio di caduta dall’alto nelle serre

Sul sito Snop sono disponibili le presentazioni .

Il convegno dell’ASL di Bari, patrocinato da SNOP, si è tenuto a Terlizzi il 7 giugno 2024

I materiali disponibili:

Nicoletta Malcangi (S.P.E.S.A.L. – Area Nord ASL BARI), Anna Tardio (S.P.eS.A.L. ASL LECCE Nord) – Analisi di eventi infortunistici ed esperienze di adeguamento nei poli produttivi di Terlizzi, Taviano e Leverano
Malcangi.pdf

Anna Tardio  intervento della dott.ssa Tardio al convegno serre
Tardio.pdf

Oronzo Antonio Milillo (Presidente Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali della Puglia) – La progettazione delle serre: criteri tecnico-autorizzativi e loro limiti
Milillo.pdf

Evelia Schettini (Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti Università di Bari) – Ricerca scientifica e sviluppo tecnologico per l’innovazione del settore
Schettini.pdf

Luca Rossi (INAIL) – Innovazione tecnologica per la sicurezza delle serre: i dispositivi di protezione collettivi
Rossi.pdf

Mariano Conticello (S.Pre.S.A.L. ASP Ragusa) – Progetto “SERRE SICURE” ASP Ragusa: casi studio per la messa in sicurezza di una serra in plastica
Conticello.pdf

Simona Savi (Coordinatrice del Gruppo Nazionale Agricoltura del GTI SSL): Gli indirizzi dal tavolo nazionale agricoltura
Savi.pdf

Un report dall’incontro “Il lavoro deve essere sicuro!”

Condividiamo questo Report che riporta una sintesi degli interventi svolti nel corso dell’incontro del 22 aprile 2024  “Il lavoro deve essere sicuro” promosso dall’Associazione ” il Manifesto in rete” di Bologna  che ringraziamo.

 

 

Lo scorso 22 aprile a Bologna, Il manifesto in rete, anche in preparazione della Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro del 28 aprile, ha organizzato un convegno sull’argomento (LOCANDINA QUI), i cui partecipanti sono indicati qui (vedi locandina allegata). Sulla pagina Facebook (…) è parimenti presente la registrazione dell’intero evento.

È difficile dare conto in un articolo di un dibattito ricco e forse inaspettatamente articolato e “sentito” durato oltre tre ore, e che, possiamo dirlo, per queste caratteristiche avrebbe meritato una platea ben più ampia. E la toccante testimonianza della madre di un giovane morto sul lavoro ha offerto un quadro anche straziante di quel che accade prima, e dopo, una morte sul lavoro, anche nella ricerca di verità e giustizia; e senza dimenticare che nella giornata in cui scrivo i morti sul lavoro sono, una volta di più, tre.

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Alcune riflessioni sulla strage di operai a Casteldaccia nel palermitano

 

Diventa sempre più difficile scrivere delle stragi di operai che ogni mese riempiono per un paio di giorni le prime e seconde pagine dei quotidiani per scomparire qualche giorno dopo. Diventa difficile scrivere perché si ripetono le stesse analisi, si individuano le cause primarie e le concause di questi eventi tragici senza che vi siano poi i necessari interventi per avviare un cambiamento delle pratiche aziendali che sono all’origine delle tragedie. Vi è una cultura o meglio una subcultura gestionale del lavoro d’impresa, purtroppo “egemone”, che è parte costitutiva di queste tragedie . Diciamolo ancora una volta: si chiama volontà di esternalizzare le responsabilità gestionali da parte delle stazioni appaltanti per quanto riguarda il coordinamento e il controllo di ciò che avviene “a valle” della filiera.

La stazione appaltante si fa scudo del fatto che il “rischio specifico” per la lavorazione affidata in appalto è compito dell’azienda che lo svolge senza interrogarsi sulla qualità e sulle competenze delle aziende in subappalto che si trovano a lavorare nella filiera.

Il problema di fondo riguarda una legislazione sugli appalti che non si pone il tema della sicurezza del lavoro come paradigma di riferimento.

Come è possibile, sarà l’indagine della magistratura, nel caso in fattispecie a definire le modalità di accadimento e le responsabilità, che 5 operai scendano nei cunicoli o camere del sistema fognario senza l’ausilio dei respiratori, senza l’utilizzo di un rilevatore per la valutazione preventiva sulla presenza di gas e senza una strumentazione di protezione individuale come i respiratori ?   >>> segue >>>

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Why demonising people as ‘workless’ won’t solve rising economic inactivity

Per leggere l’articolo tradotto in italiano clicca l’icona blu google translate  (la quarta da sinistra in fondo all’articolo)   . Per un uso professionale e/o di studio raccomandiamo  di fare riferimento al testo originale.

James Morrison, University of Stirling

As the gloves come off for election year, Britain’s would-be leaders are circling a new political punch-bag: people who are “economically inactive”.

According to the Office for National Statistics (ONS), this term denotes those who are not currently in employment, who have not sought employment within the last four weeks and who are unable to start work within the next two weeks. Between November 2023 and January 2024, 9.25 million 16 to 64-year-olds were inactive. This is equivalent to 21.8% of all working-age adults.

The renewed political focus is the latest incarnation of what sociologists since the 1970s have called “scroungerphobia”. My research shows that myths around people who aren’t working have long been promoted by mainstream UK politicians and right-wing news media.

What the data actually shows, however, is that swathes of people are facing serious and complex life challenges. The rise in economic inactivity is being driven by mental ill-health and burnout, growing NHS waiting lists and Britain’s increasing reliance on unpaid carers. Many of those affected face deepening poverty after years of cuts to out-of-work benefits.

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Qualche riflessione su infortuni e malattie professionali al femminile

Autore Maurizio Mazzetti che ringraziamo

Fonte ilmanifestoinrete.it

 

Come ogni anno, in occasione dell’8 marzo l’INAIL produce uno specifico Dossier su in infortuni e malattie professionali al femminile (https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-dossier-speciali-donne-2024.pdf), pubblicato il 06 marzo 2024, ed al quale si rinvia per i dettagli. Ribaditi ancora una volta i limiti dei dati INAIL a causa della loro raccolta secondo logiche assicurative e non prevenzionali (repetita iuvant, dicevano i latini,), vediamoli.

Come sempre, e per ogni tipo di evento, i dati consolidati si fermano al 2022, raffrontati al quinquennio 2018-2022, con l’ovvia considerazione che i dati 2020 e 2021, e in parte 2022, risentono in maniera massiccia della pandemia. Per il 2023 l’effetto della pandemia è pressoché trascurabile ma i dati da gennaio a dicembre non sono consolidati (vale in particolare per gli infortuni mortali, che hanno tempi di istruttoria più lunghi). In attesa del Rapporto complessivo dell’INAIL sul 2023, che esce di solito a tarda primavera (cioè quando i dati dell’anno precedente sono sufficientemente consolidati), esaminiamo i prima, e separatamente, i numeri secchi.

Infortuni

Nel quinquennio 2018- 2022 le denunce di infortunio crescono del 9,1% (da 644.653 del 2018 a 703.569 del 2022), ma quelle delle donne del 25,4% (da 230.321 a 288.853 casi), sostanzialmente stabili quelle maschili (da 414.332 a 414.716): sono state quindi le donne ad infortunarsi di più (in particolare, nel 2022 sono cresciuti per le donne i contagi professionali dovuti al COVID fino al 41,1%, contro il 35,7% del 2018).

I casi mortali sono passati da 1200 nel 2018 a 1247 nel 2022, ma anche qui crescono quelli delle lavoratrici (da 118 a 133, + 12,7%) mentre calano quegli degli uomini (da 1176 a 1114, – 5,3%); nel 2022 l’incidenza degli infortuni mortali occorsi alle donne sul totale dei decessi è stata del 10,7%, contro il 9,1% del 2018.

Gli infortuni femminili si concentrano per circa i due terzi al Nord (60,1%), seguito dal Centro (20,3%) e dal Mezzogiorno (19,6%). Limitandosi al 2022, i settori economici più coinvolti sono, ovviamente, quelli dove è maggiore la quota di manodopera femminile, settori peraltro caratterizzati da una rischiosità minore di quelli industriali e manifatturieri: Sanità e assistenza sociale poco più di 105mila casi, il Trasporto e magazzinaggio (più di 19mila), il Commercio (circa 17mila); oltre 49mila sono stati gli infortuni denunciati nel Conto Stato (+41,7% rispetto al 2021), cioè pubbliche amministrazioni e scuola-Università: qui le donne infortunate sono oltre la metà degli infortuni. Come da distribuzione dell’occupazione, la quota di infortuni femminili nei settori industriali è modesta, fino a diventare trascurabili nelle Costruzioni (1,6%); solo quasi 4.700 nell’Agricoltura.

Con apparente inversione di tendenza, i dati provvisori nel 2023 sono i seguenti:

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Firenze, una sconsolante vista su condizioni di lavoro e sicurezza nell’edilizia in Italia.

 

Autore :  Maurizio Mazzetti che ringraziamo 

Fonte : Il Manifesto in rete 

 

Ad alcuni giorni dal tragico incidente nel cantiere chiamiamolo nuova Esselunga di Firenze, in cui hanno perso la vita cinque operai, e tre sono rimasti gravemente feriti, facciamo un sintetico quadro di quanto è emerso sinora. Quadro che mostra bene come si lavora in edilizia in Italia.

Sulle cause del crollo della grande trave che ha schiacciato le vittime saranno le indagini della magistratura a dire se c’è stato un cedimento strutturale o altra causa fisica, o se ci sono stati errori nell’allestimento. Secondo quanto riferiscono alcuni operai, i lavori sotto la trave crollata sarebbero iniziati quando ancora si stava lavorando di sopra; quindi, a trave forse non del tutto sistemata. Perché?  Perché bisognava fare presto, i lavori a quanto pare erano in ritardo rispetto ai tempi previsti di realizzazione dell’opera (che significa ritardo nell’apertura del supermercato). E alle riserve avanzate da qualche lavoratore sull’opportunità di lavorare in piano a lavori di sopra ancora in corso, sarebbe stato risposto che diversamente poteva anche accomodarsi ed andarsene a casa.

Se è così, quand’anche il cedimento fosse stato strutturale, ci sarebbero stati dei comportamenti umani che, ancora una volta e come accade nella stragrande maggioranza dei casi, se non hanno provocato l’infortunio quantomeno ne hanno aggravato le conseguenze.

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E ‘ online Connessioni 7

Connessioni 7

01 febbraio 2024

fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede nel campo della prevenzione e della salute negli ambienti di vita e di lavoro.

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Il bisogno di ragionare sui cambiamenti sociali e del lavoro per ridefinire le strategie di prevenzione negli ambienti di lavoro e di vita.

La percezione di crescenti difficoltà nella operatività quotidiana è condivisa da molti operatori e operatrici della prevenzione che sentono il bisogno di confrontarsi per individuare le criticità e i possibili percorsi di trasformazione per rendere efficace il proprio lavoro.

Il bisogno di ricostruire il senso del proprio lavoro coinvolge trasversalmente le diverse professioni che operano nei Servizi pubblici di Prevenzione territoriale e i professionisti medici che lavorano come medici competenti per le aziende private.

In tal senso segnaliamo come primi materiali le presentazioni del Seminario: “Le Prospettive del Medico del Lavoro: 
Salute e Lavoro oltre il Giudizio di Idoneità.” che è stato celebrato a Milano il 29 gennaio u.s. Invitiamo per davvero a leggere quelle presentazioni che danno la misura della crisi della medicina del lavoro e al tempo stesso indicano percorsi possibili per fuoriuscire dalla crisi.

La crisi di sistema del SSN

Il primo passo è quello che la crisi del SSN sia riconosciuta in tutte le sue componenti che non sono soltanto di natura economica e di insufficienza delle risorse disponibili. Sono diminuiti gli operatori dei Servizi territoriali della Prevenzione delle USL e questo ha depotenziato le capacità d’intervento ma vi è anche una crisi derivante dalla mancanza  di strategie aggiornate rispetto ai cambiamenti sociali e delle strutture nelle quali si produce valore. Per un’analisi delle caratteristiche di questa crisi proponiamo la lettura di diversi documenti importanti. Segnaliamo sul sito della SNOP
” La prevenzione nel SSN: riflessioni della SNOP sulle criticità. La sintesi e i materiali del seminario del 6 maggio 2023 “

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Linee guida per la prevenzione degli atti di violenza e delle aggressioni verbali e/o fisiche a danno degli operatori sanitari delle strutture sanitarie pubbliche della Regione Siciliana

 

Abbiamo ricevuto e diffondiamo con piacere queste“Linee guida per la prevenzione degli atti di violenza e delle aggressioni verbali e/o fisiche
a danno degli operatori sanitari delle strutture sanitarie pubbliche della Regione Siciliana”
, pubblicate in Gazzetta Ufficiale Regione Siciliana n. 1 del 05 gennaio 2024 (parte I – supplemento ordinario).

Per scaricare il documento in formato pdf clicca QUI 

Una nuova indagine mostra che la salute mentale dei lavoratori europei è sempre più a rischio

 

Fonte ETUI

Telus Health, un fornitore di servizi tecnologici sanitari con sede in Canada, ha condotto un sondaggio mondiale  sulle tendenze nella salute mentale degli adulti occupati. Il rapporto Europa  evidenzia un declino della salute mentale dei lavoratori europei, con il 38% dei lavoratori ad alto rischio di problemi di salute mentale. 

Il rapporto europeo si concentra su sei Stati membri: Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Polonia e Italia. Per ciascun paese, l’indagine calcola un indice di salute mentale (MHI) basato su diversi indicatori. Tra ottobre e aprile 2023, la salute mentale dei lavoratori è diminuita in Paesi Bassi, Germania, Italia e Spagna. I Paesi Bassi hanno registrato il calo più marcato e rimangono il punteggio più favorevole sulla salute mentale (69,0) rispetto ad altri paesi nel rapporto. Pur in leggero miglioramento, la Polonia continua ad avere il punteggio più basso (55,5), seguita da Spagna (57,1) e Italia (58,4). 

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La prevenzione nel SSN: riflessioni della SNOP sulle criticità. La sintesi e i materiali del seminario del 6 maggio 2023

Fonte Snop.it 

Segnaliamo la pubblicazione dei testi sintetici presentati al Seminario della Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione celebrato il 6 maggio 2023: i testi degli interventi e alcuni contributi ed una sintesi dei lavori.

Condividiamo la convinzione  che dalla data del seminario, le criticità oggetto di riflessione nel documento sottoposto ai relatori non sono state certo risolte: al contrario, rappresentano motivo di crescente preoccupazione, e motivano la necessità di un impegno collettivo di tutti gli interlocutori disponibili, finalizzato allo sviluppo di una diffusa domanda di salute da parte dei cittadini e ovviamente di contributi sulle possibili risposte.

Per scaricare gli interventi e i contributi del Seminario del 6 maggio 2023 vai alla pagina dedicata nel sito della SNOP

Dopo Brandizzo

 

Fonte:  SNOP che ringraziamo 

Un’altra terribile tragedia. Come tutte le volte che più lavoratori muoiono contemporaneamente, maggiore risalto sui media….ma poi, lo sappiamo, in pochi giorni le cronache parleranno d’altro.

Già sembra di capire che saranno individuati “colpevoli” nei gradini più bassi della catena organizzativa: eppure è noto, anche se non all’opinione pubblica, che questo accadimento non è per nulla nuovo, di episodi del genere, con o senza vittime, se ne sono verificati non pochi, spesso senza conseguenze per “fortuna” delle potenziali vittime (un po’ com’è accaduto ad almeno un altro lavoratore l’altra notte a Brandizzo).  Non mancano dati e testimonianze a conferma di ciò.

E sullo sfondo (come sottolinea il Segretario Generale della FILLEA CGIL[1]) i problemi relativi agli appalti, che riguardano l’intero sistema delle manutenzioni (ben oltre, quindi, le manutenzioni ferroviarie), e la liberalizzazione del subappalto “a cascata” introdotta dal nuovo codice degli appalti varato dal governo in carica.

La fattispecie del “lavoro nelle ferrovie” rimane una paradossale (ma forse non sorprendente) anomalia, con l’inattuato aggiornamento delle norme specifiche su prevenzione, sicurezza e salute nel settore e la mancata armonizzazione con il D.Lgs. 81/08 (prevista da ormai 15 anni nell’art. 3)[2]

In questi anni ci sono state iniziative per richiamare l’attenzione su questo colpevole ritardo, senza nessun esito.

Ci aggiorniamo quindi alla prossima, probabilmente inevitabile, tragedia.

Rimandiamo ad un’interessante pubblicazione diffusa nelle ultime ore dal prof. Paolo Pascucci [3], che – come noi – esprime indignazione, oltre che tanta tristezza e rabbia, per una situazione cronicamente irrisolta. Ne riportiamo le condivisibili conclusioni: “dopo quasi tre lustri di ritardi inescusabili, pare ormai giunto il momento di chiarire definitivamente la questione apponendo la parola “fine” ad una sconcertante vicenda regolativa che rischia seriamente di porre a repentaglio la salute e la sicurezza di chi lavora in ambito ferroviario. Ad invocare chi di dovere a pronunciare finalmente quella parola non è soltanto chi tenta di interpretare le norme, ma soprattutto chiunque lavori in ambito ferroviario e, purtroppo, anche la voce assordante di chi non può più avere voce”.

 

Seguiremo gli sviluppi.

[1] La dolorosa lezione di Brandizzo

[2] Lettera CIIP su sicurezza del lavoro nei settori ferroviario, portuale, marittimo, pesca

[3] P. Pascucci: La tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nel settore ferroviario, tra norme generali e norme speciali: DSL n. 1 (2023)

Lavori in quota – Vademecum Tecnico

 

Vademecum Tecnico LQ_230624_081541

Per scaricare il file .pdf del manuale   clicca QUI 

Presentazione tratta dal manuale

E’ indubbio che il grande numero di cantieri aperti sul territorio
nazionale negli ultimi anni, a seguito dell’introduzione dei bonus per
l’edilizia, abbia accentuato le criticità già presenti nel settore. A partire
da tale considerazione ed in seguito ad un tragico evento di infortunio
mortale in cantiere edile in città, la Prefettura di Genova ha convocato
a settembre 2021, su richiesta delle sigle sindacali del settore, un
Tavolo di confronto, con l’obiettivo di individuare strumenti e misure di
prevenzione da attuare sul territorio.
Il Tavolo Sicurezza in Edilizia della Città Metropolitana di Genova nato
da questo impulso ha visto la partecipazione in prima battuta di S.C.
PSAL di ASL3 e ASL4, Ispettorato Territoriale del Lavoro Genova,
Inail, Settori di Regione Liguria, E.S.S.E.G., Rappresentanti dei
Lavoratori per la Sicurezza territoriali (RLST) delle sigle sindacali del
settore (FILLEA-CGIL, FILCA-CISL, FENEAL-UIL), Associazioni
datoriali (Confapi, ANCE Genova-Assedil), Cassa Edile Genovese, ed
è stato quindi esteso agli Ordini degli Architetti, degli Ingegneri e dei
Geologi e ai Collegi dei Geometri e dei Periti industriali.
L’apertura dei lavori del Tavolo ha coinciso con l’inizio della
programmazione nell’ambito del nuovo Piano Regionale della
Prevenzione 2021-2025, che prevedeva la realizzazione di un Piano
Mirato di Prevenzione inerente le cadute dall’alto in edilizia, strumento
che, a partire da un documento regionale di buone pratiche, ha lo
scopo di diffondere in modo capillare ed uniforme sul territorio, sia
nell’ambito delle istituzioni, sia in quello delle aziende e delle parti
sociali, informazioni e conoscenze utili a promuovere l’adozione di
misure di prevenzione e protezione, anche attraverso
l’autovalutazione e l’autocontrollo, nonché efficace nel rendere
omogeneo l’intervento di controllo, nell’ottica della massima
trasparenza ed equità del comportamento degli organi di vigilanza.

Previsione strategica Utilizzo degli scenari futuri dell’ETUI per il 2050 per rispondere in modo più efficace a molteplici crisi

Fonte ETUI

 

Le molteplici crisi che il mondo sta affrontando hanno impatti diversi e diseguali sulla società in generale. L’incertezza regna mentre queste crisi si evolvono continuamente in molte direzioni diverse. Il rapido cambiamento che stiamo vivendo sfida le strutture sociali e innesca disordini sociali. La previsione e gli scenari possono essere strumenti utili per migliorare la nostra risposta a queste crisi da una prospettiva a lungo termine.

Questo rapporto inizia spiegando come la previsione e gli scenari futuri possono aiutare ad anticipare come rispondere al meglio alle crisi, alimentare l’elaborazione di politiche basate su prove e promuovere l’innovazione. Possono anche aiutare le organizzazioni di ogni tipo e dimensione a intraprendere azioni coerenti e solide. Il rapporto sostiene che la previsione strategica deve essere implementata come un nuovo livello di cambiamento organizzativo. Il rapporto descrive quindi gli scenari futuri dell’ETUI sviluppati nel 2020: (1) alveari ad alta tecnologia; (2) Ghetti (Dis)-connessi; (3) Castelli Verdi; e (4) Eco-villaggi, spiegando la metodologia di previsione utilizzata per svilupparli. Per aggiornare gli scenari, il testo mappa alcuni degli eventi chiave che si sono svolti nel 2021 e nel 2022, concentrandosi sulle quattro crisi globali: clima ed energia; aumento dell’inflazione; guerra e cambiamento dell’ordine geopolitico; e disuguaglianze sociali. Per incoraggiare le persone a utilizzare gli scenari ETUI, il rapporto fornisce domande guida per aiutare il lettore a riconoscere se un determinato scenario sta iniziando a materializzarsi. Identifica le questioni chiave che devono essere monitorate nei prossimi anni.

Infine, il testo evidenzia il fatto che la previsione strategica non si esaurisce con lo sviluppo di scenari futuri e che un processo di previsione richiede anche piani d’azione, comprese tabelle di marcia e piani di emergenza. Conclude invitando i lettori a utilizzare gli scenari nel proprio ambiente di lavoro.

Autori
Per scaricare il file pdf clicca QUI 

E’ disponibile la Rivista  HesaMag#26: “Rischi psicosociali: una crisi crescente

Fonte ETUI che ringraziamo

“Se le persone sono infelici al lavoro è perché hanno problemi nella loro vita personale.” ‘Solo le persone già fragili sono interessate da rischi psicosociali, non c’entra niente con l’azienda!’ ‘Ah, rischi psicosociali, si tratta di molestie, giusto? Non abbiamo niente di tutto questo!’ Questi sono solo alcuni degli stereotipi e delle idee sbagliate profondamente radicati che vengono usati come scuse per non agire contro i rischi psicosociali. Eppure questi rischi, che hanno numerose conseguenze per la salute fisica e mentale dei lavoratori, sono ovunque nei nostri luoghi di lavoro: isolamento sociale, superlavoro, iniquità, mancanza di autonomia, precarietà… L’elenco potrebbe continuare. In questo rapporto speciale, miriamo a illustrare la portata di questo problema attraverso una serie di diverse indagini, interviste e pareri di esperti.

Pierre Bérastégui apre la relazione con un’analisi che evidenzia l’eterogeneità del discorso sulla prevenzione dei rischi psicosociali. Alle sue calcagna, Nayla Glaise e Aude Cefaliello discutono della necessità di una direttiva europea per frenare l’epidemia di stress che sta colpendo il mondo del lavoro. Laurent Vogel passa in rassegna l’emblematico caso France Télécom in cui ci fu un’ondata di suicidi tra i dipendenti dell’azienda alla fine degli anni 2000. Successivamente, ci addentriamo nel settore alberghiero spagnolo, con uno studio di Bertha Chulvi che mette in luce condizioni di lavoro particolarmente difficili. Thomas Coutrot esplora il problema multidimensionale dell’insensatezza del lavoro, che può causare danni in molte diverse aree di attività. Louise Pluyaud delinea i “principali responsabili della felicità”, una nuova professione alla moda di valore discutibile. Alain Bloëdt affronta il delicato tema del burnout e del suo riconoscimento come malattia professionale. Infine, Marie Geredakis ci presenta un esame della situazione altamente precaria dei ricercatori universitari in Grecia, vittime di un sistema in cui le controversie sono regolate dalla legge della giungla e dal clientelismo. Se questo rapporto ci mostra qualcosa, è che i rischi psicosociali non riguardano solo un tipo di lavoro, settore o classe. Se devono essere opportunamente prevenuti, è tempo di riconoscere la loro prevalenza e multiformità a ogni gradino della scala socioprofessionale. vittime di un sistema in cui le controversie sono regolate dalla legge della giungla e dal clientelismo. Se questo rapporto ci mostra qualcosa, è che i rischi psicosociali non riguardano solo un tipo di lavoro, settore o classe. Se devono essere opportunamente prevenuti, è tempo di riconoscere la loro prevalenza e multiformità a ogni gradino della scala socioprofessionale. vittime di un sistema in cui le controversie sono regolate dalla legge della giungla e dal clientelismo. Se questo rapporto ci mostra qualcosa, è che i rischi psicosociali non riguardano solo un tipo di lavoro, settore o classe. Se devono essere opportunamente prevenuti, è tempo di riconoscere la loro prevalenza e multiformità a ogni gradino della scala socioprofessionale.

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Podcast di Diario Prevenzione 20 novembre 2022 Puntata n° 102. Come riqualificare il sistema di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

 

 

a cura di Gino Rubini

In questa puntata parliamo di:

– La formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Le proposte della CIIP
– L’industria del trasporto aereo deve implementare nuovi standard per l’aria in cabina
– Le disuguaglianze: l’acqua
– OMS. Vite sane e prospere per tutti in Italia
– Stop aggressioni al personale sanitario. Prendiamoci cura di chi ci cura.
– Per essere all’altezza dei tempi ….

OMS. Vite sane e prospere per tutti in Italia

Nota di Editor

Prendiamo dalla newsletter della Organizzazione Mondiale della Sanità ( WHO ) questo articolo che riporta in sintesi i contenuti del Rapporto ” Italian Health Equity Status Report Initiative (IHESRi)”. Lo studio è stato effettuato prima del cambio di governo. Molte indicazioni contenute nel Rapporto hanno un valore molto importante per il miglioramento delle condizioni di salute della popolazione nel medio periodo. Il superamento delle diseguaglianze sanitarie richiederebbe un superamento delle diseguaglianze sociali che stanno invece accentuandosi.La traduzione in italiano è stata effettuata, per facilitare la lettura con google translator. Per un uso professionale del testo si raccomanda  la versione originale in lingua inglese 

7 novembre 2022

Comunicato stampa
Tempo di lettura: 3 min (864 parole)
Il nuovo rapporto dell’Italian Health Equity Status Report Initiative (IHESRi), “Vite sane e prospere per tutti in Italia”, esplora ciò che impedisce alle persone di essere in buona salute e fornisce raccomandazioni chiave per ridurre le disuguaglianze sanitarie. IHESRi ribadisce l’impegno dell’OMS/Europa e del Ministero della Salute italiano per migliorare la salute e l’equità sanitaria nel Paese, senza lasciare indietro nessuno.
Il rapporto raccomanda di garantire la sostenibilità e la resilienza del sistema sanitario, ridurre la povertà e costruire economie più solide e stabili, nelle regioni e a livello nazionale. Inoltre, la piattaforma Italian Health Equity Dataset, lanciata da OMS/Europa, consente agli utenti di esplorare i dati alla base del rapporto e analizzare chi è in ritardo per problemi di salute, nonché valutare quali lacune nelle politiche e nei servizi sono fondamentali per l’equità sanitaria dal dai primi anni alla fine della vita.
“Attuando le raccomandazioni di questo rapporto, l’Italia potrebbe aumentare del 4,2% il prodotto interno lordo nazionale. Con queste raccomandazioni potremmo migliorare, in 4 anni, la vita di 150 mila italiani”, ha sottolineato Chris Brown, capo dell’Ufficio europeo per gli investimenti per la salute e lo sviluppo dell’Oms, con sede a Venezia.
Il governo italiano ha adottato una serie di misure per migliorare l’equità sanitaria, inclusa l’integrazione di un approccio di equità nell’attuale Piano nazionale di prevenzione 2020-2025. Investire nella salute e nelle riforme per ridurre le disparità tra regioni, generazioni e genere sono anche le principali priorità del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Inoltre, nel 2019, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ha istituito un’unità sulle disuguaglianze di salute, che promuove azioni concrete per ridurre le disuguaglianze di salute.

Conferenza ETUI sui rischi psicosociali in luoghi (non) previsti

 

Fonte ETUI  che ringraziamo

ETUI conference on psychosocial risks in (un)expected places 

(in fondo all’articolo originale in lingua inglese  un testo tradotto in italiano con google translator )

Authors

On 19 and 20 October, the European Trade Union Institute held its annual OSH conference, this year dedicated to psychosocial risks in (un)expected places. Building on previous events, the conference aimed to advance the debate on psychosocial risks by embracing segments of the working population that often fall outside the scope of PSR policies. Bringing together experts from academic and policy spheres, the discussion laid the foundations for a more holistic approach to addressing psychosocial risks at work.

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E’ online : numero di ottobre 2022 della Rivista Travail et Sécurité dell’INRS. Il Dossier Rischi psicosociali

 

E’ uscito il numero 841 ottobre 2022  della rivista Travail et Sécurité dell’Istituto francese INRS  . Il dossier del mese è dedicato alla prevenzione dei rischi psicosociali. In sintesi, scoprite un’intervista a Pierre-Yves Gomez, economista, per il quale “Il mondo dopo” inizia a chiedere che il lavoro venga reintegrato nella governance aziendale e che vengano ricostituiti forti gruppi di lavoro. Un reportage “In Images” ti porta al cantiere del ponte Simone-Veil, vicino a Bordeaux.

Per leggere la Rivista scarica il file pdf .

CLICCA QUI 

Intelligenza Artificiale: aspetti etici e responsabilità degli scienziati

Fonte: Fondazione Sereno Regis che ringraziamo 
di Elena Camino

Alcune informazioni e riflessioni di questo articolo sono tratte da un testo di Guglielmo Tamburrini, che mette in relazione il tema dell’Intelligenza Artificiale (IA) con i problemi ambientali, chiamando direttamente in causa le responsabilità degli scienziati.

La problematica generale che riguarda la ricerca sull’Intelligenza Artificiale e le sue possibili implicazioni etiche viene affrontata nei numerosi contributi che da alcuni anni il prof. Norberto Patrignani offre, sia nelle sue pubblicazioni scientifiche, sia in seminari e incontri organizzati per il nostro centro studi.

Tra tale documentazione segnalo, in particolare:

Don Milani al tempo dell’Infosfera | Norberto Patrignani (martedì 24 Ottobre 2017)

Slow Tech | 8. Etica e informatica. Dilemmi al confine tra decisioni e scelte. CONVERSAZIONE con Norberto Patrignani (giovedì 28 Novembre 2019)

Fermare la cyberwar prima che sia troppo tardi (martedì 5 Aprile 2022)

Verso un’abbondanza frugale | Incontro con Norberto Patrignani (giovedì 26 Maggio 2022)

“Intelligenza” artificiale: non chiamiamola così! (lunedì 27 Giugno 2022)

Entrambi gli autori richiamano l’attenzione dei lettori sulle responsabilità dei ricercatori – soprattutto i professionisti delle discipline informatiche (esperti, studiosi e professori universitari) nella ricerca e sviluppo di progetti al confine tra etica e scienza.

Guglielmo Tamburrini e Norberto Patrignani, assieme a Francesca Farruggia (Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo – IRIAD di Roma) parteciperanno a un incontro su Tecnologia e Pace co-organizzato da Centro Studi Sereno Regis e Politecnico di Torino nel corso della prossima Biennale Democrazia 2022 (h: 11.00, sala Emma Strada, Politecnico Torino – 12 novembre 2022)


IA: un mondo presente ma sconosciuto

Dell’Intelligenza Artificiale (IA) si parla e si scrive ormai da decenni: tra finanziamenti alla ricerca, sperimentazioni nei più disparati ambiti, e applicazioni concrete, si può affermare che non c’è quasi aspetto della vita umana che non sia stato già cambiato, o che non possa essere modificato nel prossimo futuro.

Nell’Introduzione dell’articolo sopra citato Tamburrini accenna rapidamente all’impatto pervasivo dell’IA negli ultimi 10 anni, alimentato da sistemi informatici di apprendimento dell’IA, che stanno assumendo un ruolo crescente nel commercio, nell’industria, nella gestione dei servizi pubblici e privati, nella comunicazione, nell’intrattenimento, nella sicurezza e nella difesa. Il tema è vasto, e di difficile comprensione per il pubblico non specializzato.

Il ‘machine learning’, l’apprendimento automatico, si basa sull’idea che i computer possono imparare ad eseguire compiti specifici senza essere programmati per farlo, grazie al riconoscimento di schemi tra i dati, che vengono forniti in modo iterativo. Un aspetto importante del machine learning è la ripetitività: esposti più volte ai dati, questi sistemi sono in grado di adattarsi in modo autonomo. Nelle ‘deep neural networks’, reti neurali profonde, di struttura più complessa e caratterizzate da un gran numero di strati e connessioni tra i componenti, il sistema apprende a eseguire dei compiti sempre più sofisticati nella misura in cui viene alimentato da quantità e varietà crescenti di informazioni.

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La Rivista Hesamag 25: Lavoro su strada

Fonte ETUI

Non perdere l’evento: Lancio di HesaMag#25: ‘At work on the road’

Dal cibo che mangiamo a colazione che è stato trasportato in nave o camion, ai pasti consegnati in bicicletta o ai treni e autobus che guidiamo ogni giorno per andare al lavoro, agli aerei prenotati per partire in vacanza, abbiamo potuto vedere quel trasporto i lavoratori erano onnipresenti e più che essenziali per le nostre vite.

In questo dossier speciale, attraverso un’intervista esclusiva, Livia Spera della Federazione Europea dei Lavoratori dei Trasporti (ETF) spiega le sfide ambientali per il settore. Più avanti, gli autisti rumeni esprimono il loro disagio delle condizioni di lavoro e della carenza di manodopera, un argomento in più per combattere il  super sfruttamento dei lavoratori nei paesi dell’Est Europa. La carenza è anche una piaga che colpisce l’intera Europa con ben 400.000 posti di camionisti da riempire sul mercato, come si legge nell’apposito dossier. Non è con salari bassi, condizioni di lavoro deplorevoli e separazione permanente della famiglia che riusciremo ad attirare le giovani generazioni a intraprendere il lavoro on the road.

Dal canto loro, dopo aver dato quasi tutto in mare, i portuali olandesi sognano di andare in pensione in buona salute, cosa che sembra sempre meno possibile e fa rivivere il senso del lavoro se incide gravemente sulla nostra salute. Nell’aria, nonostante la ripresa dell’attività da parte delle aziende low-cost, i diritti dei lavoratori restano disperatamente radicati, mentre i lavoratori francesi combattono contro il lavoro notturno e l’esposizione al rischio di cancro. Infine, nel Regno Unito, le nuove riforme ferroviarie mirano a porre rimedio ai misfatti della privatizzazione, che rimette in discussione la politica di liberalizzazione difesa dall’Unione Europea?

Accomodatevi per questo viaggio esclusivo attraverso la realtà sul campo raccontata attraverso il prisma di trasportatori e sindacalisti dall’Europa.

HesaMag_25_Au travail sur la route-2

Per scaricare il file pdf della Rivista Clicca QUI 

Senato. Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati

Bozza

SENATO DELLA REPUBBLICA
XVIII LEGISLATURA

COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE CONDIZIONI DI LAVORO IN ITALIA, SULLO SFRUTTAMENTO E SULLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO PUBBLICI E PRIVATI

(Istituita con deliberazione del Senato della Repubblica il 31 ottobre 2019)

(composta dai senatori: Bressa, Presidente,
Romano, Vice Presidente,
Maffoni, Vice Presidente,
Causin, Segretario,
Doria, Segretario,
Caligiuri, Carbone, De Vecchis, Di Girolamo, Di Nicola, Floris, Grassi, Laforgia, Laus, Montevecchi, Pisani, Pittella, Romagnoli, Ruotolo e Stabile)

RELAZIONE INTERMEDIA SULL’ATTIVITÀ SVOLTA

approvata dalla Commissione nella seduta del 20 aprile 2022
(Relatore: senatore BRESSA)

Comunicata alla Presidenza il 21 aprile 2022

Doc_XXII-bis_n9

Per scaricare il file pdf del documento CLICCA QUI 

 

Save the date : 8 aprile 2022 – 14-18,30 – III° modulo del Convegno SMIPS – DISEGUAGLIANZE SOCIO-ECONOMICHE E SALUTE

 

SMIPS

Organizzazione di volontariato del “Terzo settore”

con il Patrocinio del Comune di Bologna

III° MODULO venerdì 8 aprile 2022 h. 14-18,30
DISEGUAGLIANZE SOCIO-ECONOMICHE E SALUTE

PALAZZO D’ACCURSIO – SALA “CAPPELLA FARNESE”
PIAZZA MAGGIORE – BOLOGNA
18 aprile (14,00-18,30)

COORDINANO: R.TOSI, I. TUMSCITZ

• L’ACCESSO INEGUALE A PREVENZIONE E CURA NELLA SALUTE MENTALE, F.NANNI

• LE VACCINAZIONI NELLA SANITA’ PUBBLICA, D. GORI

• POVERTÀ E ATTESA DI VITA, F. ANDERLINI

• ALIMENTAZIONE, ATTIVITÀ MOTORIA, MALATTIE METABOLICHE,
G. MARCHESINI REGGIANI

• INVECCHIAMENTO E LONGEVITÀ IN UNA PROSPETTIVA ECOLOGICA ED
EVOLUZIONISTICA, C. FRANCESCHI

• QUESTIONI DI GENERE TRA DIFFERENTI BISOGNI E PERSISTENTI
DISUGUAGLIANZE, E. GUERRA

• IL LAVORO CHE CAMBIA: PROSPETTIVE PER SICUREZZA E SALUTE,
G. RUBINI

• DIGNITÀ DEL LAVORO, TRASFORMAZIONI PRODUTTIVE, DIRITTO A SICUREZZA E SALUTE, S. SCARPONI

Partecipazione libera e gratuita: in presenza con Green-Pass e
mascherina, in diretta streaming a questo link

https://www.facebook.com/groups/960878214738454

Divieto di amianto in Ucraina: aggiornamento 2022  

Fonte IBASECRETARIAT

di Laurie Kazan-Allen

Anche se le truppe russe hanno continuato la loro formazione militare al confine con l’Ucraina lo scorso anno (2021), all’interno del paese la battaglia per l’amianto crisotilo (bianco), una sostanza cancerogena che la Verkhovna Rada [Parlamento ucraino] si è impegnata a vietare in linea con requisiti per entrare a far parte dell’Unione Europea – ha continuato a imperversare. 1 Sotto l’immensa pressione delle parti interessate all’amianto, nazionali ed estere, 2 un dibattito sulla bozza di divieti sull’amianto programmato dalla Commissione parlamentare per la salute il 15 dicembre 2021 è stato annullato senza preavviso; la mattina del previsto dibattito l’argomento è stato escluso dall’ordine del giorno che è stato caricato sul sito web della commissione.

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Salute Sicurezza sul Lavoro : una presa di posizione importante della FP CGIL di Piacenza

ORDINE DEL GIORNO DELL’ASSEMBLEA GENERALE FP CGIL PIACENZA DEL 21.12.2021

L’ordine del giorno votato all’unanimità dall’Assemblea Generale FP Cgil di Piacenza rappresenta un punto di riferimento per un’analisi corretta degli impatti che il D.L 146, ora convertito in legge, produrrà  sulla organizzazione della vigilanza per quanto attiene la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Un documento da leggere con attenzione.

IL TESTO DEL DOCUMENTO 

Perché il Decreto è un passo falso nel passato

Fonte:  Il Manifesto che ringraziamo, articolo pubblicato il 12/11/2021

Beniamino Deidda *

Sicurezza sul lavoro. Con urgenza, nella forma del Decreto, si affida la vigilanza all’Inl, che non lo esercita da 40 anni, e dunque, se va bene, gli effetti si vedranno tra qualche anno L’allarme per l’aumento delle morti sul lavoro ha indotto il governo, a significative modifiche al Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro n. 81/2008. Credo che per la prima volta si senta il bisogno di intervenire con un Decreto Legge. Uno strumento (da convertire in legge entro 60 giorni) che può essere utilizzato solo nei “casi straordinari di necessità e urgenza”, secondo la nostra Costituzione. Ma nei giorni dell’approvazione del decreto non era accaduto niente di così grave o urgente che ne giustificasse l’emanazione. Ciononostante, il governo ha attribuito i compiti di vigilanza nei luoghi di lavoro all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Inl), affiancandolo ai servizi di prevenzione delle Asl cui già erano stati assegnati dalla legge 833/78. Le norme del decreto, che si applicano immediatamente, hanno creato più di un imbarazzo, dal momento che l’Inl non ha potuto improvvisare le specifiche competenze necessarie per la vigilanza sulle imprese, non esercitandole più da circa 40 anni.

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E’ disponibile il numero di novembre 2021 di Lavoro e Salute .

Il Decreto “Rafforzamento della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”

Primi appunti e … diverse  perplessità

Il Decreto si propone di semplificare una materia complessa con molti soggetti in campo.

Il primo aspetto che si avverte nella lettura di questo Decreto è  l’assenza totale di una ricerca e di una riflessione sulle cause profonde delle ragioni per cui la sequenza di incidenti gravi e mortali, tipici degli anni 50 del secolo scorso per le modalità con le quali avvengono, in gran parte evitabili, continuano ad accadere anche oggi, nel 2021. Ma su questo aspetto torneremo con un articolo specifico.

Nei fatti, oltre all’appesantimento delle sanzioni e delle misure interdittive, l’operazione proposta nel Decreto è l’accentramento del comando posto in capo all’Ispettorato nazionale del lavoro.

Da quanto risulta da diverse fonti la elaborazione del decreto dal quale dovrebbe scaturire un maggiore coordinamento degli Enti preposti alla vigilanza sarebbe avvenuta senza la consultazione delle Regioni e con l’assenza del Ministero della salute.

Le stesse assunzioni per rafforzare il sistema di vigilanza sono previste nella misura di 1024 unità destinate all’Ispettorato nazionale del Lavoro e il passaggio da 570 a 660 unità dei carabinieri preposti ai controlli in materia. Non conosciamo i requisiti delle figure professionali previste dai  futuri bandi di assunzione degli ispettori, temiamo che prevalgano le competenze giuridiche rispetto a quelle tecniche, sanitarie ed ergonomiche.

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Per un PNRR della salute e della sicurezza nel lavoro. Basta con l’ecatombe di lavoratori e lavoratrici che muoiono su lavoro.

 

Immagine tratta da wikipedia Francisco José de Goya y Luciente – Il muratore ferito, 1786-1787 olio su tela, 268×110 cm – Madrid, Museo Nacional del Prado

 

Non c’è giorno che non si registri un incidente mortale sul lavoro, quando non sono due o tre. Questa persistenza del fenomeno infortunistico correlato al lavoro si protrae nel tempo con tipologie e causalità dell’accadimento che non si discostano da quanto succedeva cinquanta o sessant’anni fa. Prevalgono le cadute dall’alto, dai tetti e/o dalle impalcature. Le tecniche per evitare questi tragici eventi si sono evolute: ad esempio i ponteggi metallici di recente progettazione non presentano più l’incognita della rottura di una tavola di legno, sono più facili da gestire nel montaggio e nello smontaggio. Eppure anche oggi un lavoratore di 54 anni è morto a Genova in un cantiere del centro cittadino. Non dimentichiamo la lavoratrice di Prato dilaniata dalle parti in movimento di un orditoio e la lavoratrice di Camposanto,Modena anch’essa straziata a morte da una macchina fustellatrice. Non sono vittime di impianti tecnologici industria 4.0.Erano lavoratori e lavoratrici che svolgevano lavori su macchine operatrici sostanzialmente tradizionali. Le indagini delle autorità di vigilanza sono in corso, non sappiamo quale sia stata la causa di queste tragedie, se vi siano state delle colpose rimozioni dei dispositivi elettronici di blocco che dovrebbero bloccare queste macchine quando la mano, un braccio, il corpo dell’operatore entra in un’area a rischio.
Sappiamo però che in troppi casi i lavoratori e le lavoratrici non ricevono un’adeguata formazione rispetto ai rischi cui sono esposti. Sappiamo anche che vengono invitati a rimettere in moto macchinari quando si inceppano, operazioni che dovrebbe eseguire un manutentore esperto… Sappiamo che non gli viene spiegato che quando avvertono una situazione di pericolo grave hanno il diritto di mettersi al sicuro chiamando chi ne sa di più.

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Morire di lavoro. Qualcosa che ho imparato

Ho terminato il mio impegno sociale e la mia esperienza professionale sulle questioni della salute e della sicurezza dei lavoratori nel 2015. Da allora le mie fonti di informazione sono state gli organi di informazione quotidiani e le conversazioni con lavoratrici e lavoratori incontrati dove vivo, nella bassa valle di Susa. Le mie considerazioni sono quindi necessariamente frammentate e, in buona parte, superficiali, più che considerazioni sono delle sensazioni, delle reazioni alla informazione del giorno che leggo o ascolto. Ho tentato di approfondire le mie conoscenze andando a cercare dati e informazioni sul sito dell’Inail e in particolare sulla sezione “Informo” (infor-mo, analisi degli infortuni mortali a seguito delle indagini dei servizi territoriali di vigilanza delle Asl) per scoprire che anche su questo piano l’informazione è regredita e la collaborazione tra servizi di prevenzione e Inail è venuta via via scemando.

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Hesamag. La gig economy e i rischi psicosociali, intervista a Pierre Bérastégui

 

Fonte : Hesamag luglio 2021

Negli ultimi dieci anni, le piattaforme di lavoro online sono cresciute notevolmente. Questo tipo di lavoro comporta rischi specifici. Abbiamo avuto il piacere di intervistare su questo argomento Pierre Bérastégui , ricercatore presso ETUI, autore della pubblicazione ” Esposizione a fattori di rischio psicosociale nella “gig economy” – Revisione sistematica “. 

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