Morti sul lavoro, perchè tanto stupore ? Podcast di Diario Prevenzione – 14 settembre 2023 – Puntata n° 112

 

 

In questa puntata parliamo di

– E’ una pratica diffusa di organizzazione del lavoro basata sull’ “informalità maligna” ad avere ucciso i 5 lavoratori di Brandizzo ?
– I ricercatori dell’IWH creano una tabella di marcia per la ricerca sull’intelligenza artificiale che dà priorità alla salute dei lavoratori
– OLTRE LA RETE: Salute e sicurezza sul lavoro nella pesca professionale – Molfetta (BA), 28 settembre 2023
– La posta in gioco della classe operaia nella lotta contro il riscaldamento globale

a cura di Gino Rubini

 

P. Pascucci: La tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nel settore ferroviario, tra norme generali e norme speciali – DSL

Il Prof. Paolo Pascucci ha pubblicato sulla rivista di Olympus (Diritto della Sicurezza sul Lavoro), dopo la notizia della tragedia di Brandizzo, questo articolo con la relazione che ha tenuto nelle varie edizioni del corso sulla sicurezza ferroviaria organizzato dal Coordinamento Interregionale e rivolto agli operatori dei Servizi PSAL di tutta Italia.

Per scaricare il file dell’articolo vai al sito CIIP 

Dopo Brandizzo

 

Fonte:  SNOP che ringraziamo 

Un’altra terribile tragedia. Come tutte le volte che più lavoratori muoiono contemporaneamente, maggiore risalto sui media….ma poi, lo sappiamo, in pochi giorni le cronache parleranno d’altro.

Già sembra di capire che saranno individuati “colpevoli” nei gradini più bassi della catena organizzativa: eppure è noto, anche se non all’opinione pubblica, che questo accadimento non è per nulla nuovo, di episodi del genere, con o senza vittime, se ne sono verificati non pochi, spesso senza conseguenze per “fortuna” delle potenziali vittime (un po’ com’è accaduto ad almeno un altro lavoratore l’altra notte a Brandizzo).  Non mancano dati e testimonianze a conferma di ciò.

E sullo sfondo (come sottolinea il Segretario Generale della FILLEA CGIL[1]) i problemi relativi agli appalti, che riguardano l’intero sistema delle manutenzioni (ben oltre, quindi, le manutenzioni ferroviarie), e la liberalizzazione del subappalto “a cascata” introdotta dal nuovo codice degli appalti varato dal governo in carica.

La fattispecie del “lavoro nelle ferrovie” rimane una paradossale (ma forse non sorprendente) anomalia, con l’inattuato aggiornamento delle norme specifiche su prevenzione, sicurezza e salute nel settore e la mancata armonizzazione con il D.Lgs. 81/08 (prevista da ormai 15 anni nell’art. 3)[2]

In questi anni ci sono state iniziative per richiamare l’attenzione su questo colpevole ritardo, senza nessun esito.

Ci aggiorniamo quindi alla prossima, probabilmente inevitabile, tragedia.

Rimandiamo ad un’interessante pubblicazione diffusa nelle ultime ore dal prof. Paolo Pascucci [3], che – come noi – esprime indignazione, oltre che tanta tristezza e rabbia, per una situazione cronicamente irrisolta. Ne riportiamo le condivisibili conclusioni: “dopo quasi tre lustri di ritardi inescusabili, pare ormai giunto il momento di chiarire definitivamente la questione apponendo la parola “fine” ad una sconcertante vicenda regolativa che rischia seriamente di porre a repentaglio la salute e la sicurezza di chi lavora in ambito ferroviario. Ad invocare chi di dovere a pronunciare finalmente quella parola non è soltanto chi tenta di interpretare le norme, ma soprattutto chiunque lavori in ambito ferroviario e, purtroppo, anche la voce assordante di chi non può più avere voce”.

 

Seguiremo gli sviluppi.

[1] La dolorosa lezione di Brandizzo

[2] Lettera CIIP su sicurezza del lavoro nei settori ferroviario, portuale, marittimo, pesca

[3] P. Pascucci: La tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nel settore ferroviario, tra norme generali e norme speciali: DSL n. 1 (2023)

E’ una pratica diffusa di organizzazione del lavoro basata sull’ “informalità maligna” ad avere ucciso i 5 lavoratori di Brandizzo ?

 

La tragedia di Brandizzo: cinque lavoratori di un’impresa d’appalto mentre stavano sostituendo un pezzo di binario sono stati travolti e uccisi da un convoglio ferroviario in transito . Quei lavoratori , secondo quanto dichiarato dalla dirigenza RFI, non dovevano trovarsi sulla linea in quanto non era stata data nessuna autorizzazione ad iniziare i lavori. Su quella linea non c’è il sistema di sicurezza più recente in uso soltanto sulle linee ad alta velocità. La vecchia strumentazione elettronica che avrebbe dovuto segnalare “il binario occupato” pare, dalle informazioni dei giornali, fosse inattiva. Le autorizzazioni  vengono ancora trasmesse con schede cartacee e comunicazioni telefoniche ai responsabili della protezione RFI. A loro volta gli addetti alla protezione presenti sul cantiere autorizzano i lavoratori dell’impresa ad occupare la sede e a lavorare sul binario autorizzato. La squadra dei lavoratori ha iniziato i lavori , dopo alcuni minuti è arrivato un convoglio in ritardo a oltre 100 chilometri orari che li ha travolti e uccisi.

Le indagini della magistratura sono in corso per ricostruire la sequenza di errori che ha portato a questa tragedia.

Il percorso più facile sarebbe quello di attribuire al responsabile della protezione RFI e al corrispettivo capo squadra dell’azienda che aveva in appalto i lavori una esclusiva e totale responsabilità per quanto è accaduto.

Dalle notizie della stampa si deduce che i PM sono orientati, invece, a svolgere indagini in profondità per ricostruire al meglio il contesto organizzativo nel quale sono maturate le condizioni perché si determinassero comportamenti tanto pericolosi da sfociare nella tragedia.

Da una lunga esperienza nell’ambito della sicurezza del lavoro posso affermare che molto spesso la genesi di eventi tragici come quello avvenuto a Brandizzo hanno origini nelle modalità non solo formali di gestione dell’organizzazione del lavoro.

Gli studiosi di organizzazione del lavoro sanno benissimo che a fianco delle regole e delle modalità formali di gestione, nel tempo, possono emergere e prendere forza per iniziativa dei lavoratori, dei preposti, di dirigenti, delle pratiche informali che modificano le modalità operative prescritte. Questo avviene, spesso, perché nell’agire direttamente i lavoratori, i preposti, a volte anche dirigenti intermedi scoprono modi di organizzare il lavoro meno faticosi o più rapidi ed efficaci rispetto alle prescrizioni formali dell’azienda. L’organizzazione informale del lavoro è ben nota alle imprese come fenomeno da studiare, sorvegliare e dal quale apprendere per correggere al meglio la propria organizzazione del lavoro. L’organizzazione informale del lavoro in diversi casi è un fenomeno benigno che viene gestito,  dalle imprese con attenzione e consapevolezza e recuperato con la modifica delle regole operative formali.

Esistono poi situazioni ove il fenomeno è di natura diversa. In questi casi siamo di fronte a pratiche di informalità maligna che crescono a fianco delle procedure formali come modalità per “semplificare” procedure di sicurezza che “intralciano” il lavoro, per ridurre i costi, per bypassare “tempi morti”, per un malinteso obiettivo di efficienza, per sfruttamento del lavoro…

Non sappiamo se nel caso del drammatico evento di Brandizzo alla base degli errori e reati addebitati all’addetto RFI e al caposquadra dell’azienda esecutrice  vi sia stata una pratica ricorrente  di organizzazione informale del lavoro maligna non monitorata, sorvegliata e censurata adeguatamente dalla stazione appaltante .

Saranno i magistrati a ricostruire il contesto e il sistema di responsabilità aziendali che hanno portato a questa tragedia.

Possiamo dire, in generale, che le pratiche di “informalità maligna” della organizzazione del lavoro hanno maggiori possibilità di diffondersi laddove esiste una cultura aziendale burocratica e orientata ad esternalizzare le responsabilità e a non fare  il monitoraggio sulle modalità concrete in cui si lavora.

Gino Rubini

Errori umani: il disastro ferroviario del 28 febbraio 2023 in Grecia

Gli incidenti ferroviari sono eventi non particolarmente frequenti, ma quando si verificano sono sempre gravi e spesso hanno conseguenze dalle dimensioni di tragedia collettiva, in cui si intrecciano i rischi occupazionali per i lavoratori ferroviari e quelli che riguardano le persone. Segnaliamo questi articoli apparsi sul sito SNOP Società Nazionale Operatori della Prevenzione  che fanno chiarezza sulla complessità di questi eventi tragici . Per leggere gli articoli vai alla fonte  SNOP

Errori umani: il disastro ferroviario del 28 febbraio 2023 in Grecia

 

Rail accidents: Public safety and accountability suffer because of deregulation

Bruce Campbell, York University, Canada and Jennifer Quaid, L’Université d’Ottawa/University of Ottawa

The ongoing environmental tragedy in Ohio caused by the derailment of a Norfolk Southern train carrying hazardous materials — which sent toxic chemicals into the air and local waterways — will take a long time to clean up. And if a similar rail tragedy in Canada is an example, it could take even longer for residents to get answers about the cause and true damage of the accident.

Almost a decade has passed since a runaway train hauling 72 tank cars laden with highly volatile Bakken shale oil derailed and exploded in Lac-Mégantic — a small Québec town near the border with Maine — killing 47 people, orphaning 26 children, spilling six million litres of toxic material and destroying the town centre.

The accident on July 6, 2013, was the worst industrial disaster on Canadian soil in over a century. A decade later, it has left the community with a legacy of economic, health and environmental effects.

Prolonged trauma

A rail bypass project, originally conceived as means of healing, has prolonged the trauma that has plagued the Lac-Mégantic community since that catastrophic night.

Construction of the bypass still has not begun. The route preferred by Canadian Pacific Railway Ltd., which will own the bypass upon completion, and supported by the federal government, has created deep divisions within the surrounding towns.

Citizens of the neighbouring town of Frontenac recently voted overwhelmingly against the proposed route. Voters expressed concern about potential negative environmental and property damage not properly addressed by Transport Canada.

The dispute over the bypass is just one of the ongoing issues for the citizens of Lac-Mégantic. Their latest quest for justice through the courts came to a disheartening end on Dec. 14, 2022.

Justice Martin Bureau of the Superior Court of Québec found that Canadian Pacific Railway could not be held liable for damages suffered by the victims of the Lac-Mégantic disaster. The plaintiffs have appealed the decision.

Raises questions about accountability

This case raises serious questions about who should be accountable for complex events that result in catastrophic harm. It’s also a reminder that private litigation is an imperfect means of understanding how disasters happen and what should be done to better protect public interest in the future. Only a public inquiry can do that.

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La prossima settimana è la Giornata internazionale della memoria dei lavoratori

Fonte Risks 21 aprile 2022 

A solo una settimana dalla Giornata Internazionale della Commemorazione dei Lavoratori, giovedì 28 aprile, un numero record di sindacati e attivisti per la sicurezza si prepara a celebrare il più grande evento mondiale per la sicurezza di sempre. Arriva mentre il movimento sindacale a livello globale è sul punto di ottenere il riconoscimento della salute e sicurezza sul lavoro come diritto fondamentale dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) sul lavoro. Questa designazione richiederebbe il riconoscimento in tutto il mondo delle regole di buon senso che impongono ai paesi e alle aziende di affrontare la carneficina sul lavoro che provoca 3 milioni di vittime ogni anno. Ha solo bisogno di un’ultima spinta, quindi assicurati di portare a casa il messaggio del sindacato che la morte per lavorare deve finire ora.
TUC 28 Aprile risorse ed eventi pagine web . Ottieni il tuo evento del 28 aprile sulla mappa TUC!
Elenco STUC degli eventi del 28 aprile in Scozia .
Dai un’occhiata alla nuova e schiacciante analisi dei pericoli dell’aumento dei problemi di salute legati al lavoro e del crollo dell’applicazione nel Regno Unito .
Il sindacato globale ITUC ha pubblicato un pacchetto di immagini di Twitter e Facebook pronte per l’uso e di risorse infografiche per il 28 aprile, disponibili in inglese, spagnolo, portoghese e francese. Scopri cosa sta succedendo nel mondo .

La sentenza della Cassazione sulla strage di Viareggio.

 

Un documento importante da studiare da parte di chi si occupa di prevenzione e sicurezza  per comprendere le tendenze nell’ambito della magistratura rispetto alla valutazione delle responsabilità in materia di sicurezza ferroviaria e di sicurezza sul lavoro.La sentenza ha suscitato molto sconcerto e dissenso anche rispetto al non riconoscimento del ruolo dei RLS e delle Organizzazioni di rappresentanza degli interessi legittimi dei lavoratori e dei cittadini in materia di sicurezza sul lavoro e nel territorio. Come tutte le sentenze va rispettata ma ciò non vuol dire che non debba essere criticata per l’immagine che offre,  come afferma lo storico giornale dei macchinisti “in marcia” : ” salva i potenti e smantella la sicurezza dei lavoratori dai rischi ferroviari e il principio consolidato della responsabilità delle imprese nella tutela della popolazione”

IL TESTO DELLA SENTENZA

STRAGE DI VIAREGGIO: I FISCHI DEI TRENI PER IL 12° ANNIVERSARIO. I FERROVIERI NON DIMENTICANO.

Fonte inmarcia.org

 

Dalla mezzanotte di stasera, per 24 ore, saranno la nostra carezza alla città ferita.

Viareggio, 28 giugno 2021 – Domani, 29 giugno 2021, ricorre il dodicesimo anniversario della strage di Viareggio, quando un treno carico di GPL deragliò in stazione causando uno dei disastri più gravi del nostro paese, con 32 morti, centinaia di feriti e la distruzione tra le fiamme di un intero quartiere.
Anche quest’anno per la dolorosa ricorrenza saremo a fianco dei i familiari delle vittime ed alla città di Viareggio con i fischi dei nostri treni.

Invitiamo quindi i macchinisti di tutti i treni in arrivo, in partenza e in transito nella stazione di Viareggio, dalla mezzanotte e durante tutta la giornata del 29 giugno, ad emettere lunghi e ripetuti fischi per far sentire l’affetto e la vicinanza di tutti i ferrovieri.

Questo semplice gesto è il nostro contributo alla memoria delle vittime, una carezza speciale alla città e ai loro familiari ma è anche il modo per “far sentire” e ricordare a tutti che vogliamo più sicurezza sui binari e che, dall’8 gennaio scorso, dopo quasi sei mesi, siamo ancora in attesa di conoscere le motivazione della sentenza della Corte di Cassazione, ritenuta discutibile ed ingiusta.

Le autorità saranno informate che i fischi non sono di ‘allarme’ ma un segnale di solidarietà in occasione della ricorrenza.

Partecipa, sostieni, scrivi e contribuisci al dibattito ed alle iniziative di  “ancora In Marcia!”, abbonandoti alla rivista autogestita dai lavoratori dal 1908

 www.inmarcia.org

Le vite degli altri . Una sentenza singolare…

Lunedì sera andremo in onda con una vicenda drammatica il cui esito giudiziario urla rabbia per qualsiasi cittadino intellettualmente onesto.
Alle 23:45 del 29 giugno 2009 un treno merci carico di gas GPL deraglia nella stazione ferroviaria di Viareggio e un’onda di fuoco investe e uccide 32 innocenti.
Accanto alla vicenda processuale che vede protagonisti i parenti delle vittime, alla ricerca delle responsabilità ( a vari livelli) dei diversi dirigenti coinvolti, vi sono: Vincenzo Cito, Filippo Cufari, Dante De Angelis, Maurizio Giuntini, Alessandro Pellegatta e Giuseppe Pinto, sei ferrovieri, sei RLS che hanno condiviso la battaglia per la sicurezza, la verità e la giustizia mettendo a disposizione le conoscenze di carattere tecnico (documenti, prove e testimonianze), sia per la formazione delle determinazioni processuali, sia per la divulgazione delle regole di dettaglio del funzionamento del sistema ferroviario, con processi produttivi sconosciuti ai più. Il tutto costituendosi PARTE CIVILE nel processo. Continua a leggere “Le vite degli altri . Una sentenza singolare…”

Moretti aveva tutti i poteri per garantire la sicurezza

Il lavoro della Procura e del commercialista Paolo Rivella per le parti civili ha trovato conferma piena nel verdetto della Corte d’Appello di Firenze

VIAREGGIO. «Tenuto a garantire» in virtù «della titolarità dei poteri» di amministratore delegato di Ferrovie dello Stato «le condizioni tecniche di sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario, in base alle disposizioni a contenuto cautelare» vigenti in Italia, non ha provveduto , invece, in tal senso. È il senso della contestazione mossa dalla Procura di Lucca, fin dai primi passi dell’inchiesta sul disastro ferroviario di Viareggio, nei confronti di Mauro Moretti. Condannato oggi a 7 anni di carcere dalla sentenza d’appello, nella doppia vesta di ad di Rfi e di ad di Ferrovie.

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU ILTIRRENO

MORTI BIANCHE 2017 IN ITALIA: UNA TRAGEDIA SENZA FINE. IL 2017 SI CHIUDE CON 1029 VITTIME: UNA MEDIA DI QUASI 86 MORTI AL MESE. UN TRAGICO AUMENTO DEL 1,1% RISPETTO L’ANNO PRECEDENTE.

FONTE NEWSLETTER VEGAENGINEERING

“La legislazione italiana sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è considerata una buona legislazione e il sistema dei controlli interviene su 200.000 imprese ogni anno. Serve, però, anche un impegno permanente di tutti i soggetti interessati ed una peculiare attenzione da parte degli imprenditori perché non dovrebbe mai accadere che un lavoratore perda la vita mentre svolge la sua attività”- Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro.

Il fenomeno delle morti bianche continua silenziosamente il suo luttuoso cammino che conta un incremento della mortalità del 1,1% rispetto l’anno precedente. Infatti, il 2017 si è concluso con 1029 decessi (1018 casi registrati nel 2016), di cui 283 in itinere e 746 in occasione di lavoro. Soffermandosi su questi ultimi, appare significativo evidenziare che la situazione rispetto al 2016 è invariata: si segnala un’irrisoria diminuzione dello 0.4% (il numero di infortuni con esito mortale in occasione di lavoro rilevati nel periodo gennaio-dicembre 2016 era 749).

Analizzando le statistiche degli infortuni mortali avvenuti nei luoghi di lavoro, gli esperti dell’Osservatorio Sicurezza evidenziano che la fascia d’età più colpita è quella dei 55-64 anni. In questo caso, l’indice di incidenza sugli occupati è pari al 61,2 (30,8% del totale) con 230 casi registrati. A seguire troviamo i lavoratori con età compresa tra i 45 e 54 anni con un indice di incidenza sugli occupati del 33,0 (30,6% del totale) con 228 casi registrati.

Un Dicembre tragico per Lombardia ed Emilia Romagna, le quali rimangono stabili nella luttuosa classifica nazionale, contando rispettivamente 92 e 81 decessi (dati infortuni mortali in occasione di lavoro). Il Veneto si posiziona al terzo posto con 61 decessi, seguito da Piemonte e Lazio (60).

Nel 2017 il fenomeno delle morti bianche in occasione di lavoro ha toccato anche la Valle d’Aosta con 2 casi, al contrario del 2015 e del 2016 nei quali contava zero morti.

Roma si riconferma la provincia con più casi di infortuni mortali sul lavoro anche nel 2017. La capitale, con un indice di incidenza sugli occupati pari a 22, conta infatti 39 vittime (nel 2016 erano 35). Subito dopo si trovano Torino (24) e Milano (22).

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Legambiente. Rapporto “Pendolaria”. Boom di pendolari in Lombardia, ma si investe in autostrade

FONTE CONTROLACRISI 

Pubblicato da il manifesto. Autore: Roberto Ciccarelli

Legambiente. Rapporto “Pendolaria”. In Italia i pendolari sono aumentati di 11 mila unità al giorno. 931 milioni di euro investiti per strade e autostrade dal 2003 al 2017 (60,1 per cento del totale). Alle ferrovie sono andati 386 milioni, ovvero il 24,9 per cento dei fondi. L’aumento dei viaggiatori smentisce le politiche classiste che privilegiano il trasporto di lusso

La linea Cremona-Milano è stata segnalata come una delle peggiori della Lombardia. Conta oltre 10 mila pendolari giornalieri, su treni lenti e sovraffollati dall’età media di 17 anni. Lo sostiene Legambiente che qualche giorno fa ha presentato il rapporto «Pendolaria». «I convogli – sostiene la sezione lombarda dell’associazione – viaggiano quotidianamente, su alcune tratte versano in condizioni inaccettabili, troppo spesso soggetti a guasti, per lo più dovuti all’età dei convogli stessi».

LA RETE REGIONALE lombarda conta su 1.733 chilometri e trasporta 735 mila viaggiatori al giorno. Con le sue 2.400 corse nel 2016 è la rete che sostiene la maggiore domanda di trasporto pendolare in Italia. Anche il bilancio di Trenord, l’azienda che eroga il servizio, è cresciuto in maniera considerevole nel giro di pochi anni. Nel 2011 era di circa 402 milioni di euro. Nel 2011 è salito a circa 440 milioni di euro. Ma questo non è bastata per soddisfare la richiesta dei lavoratori e dei viaggiatori, né a garantire un servizio di qualità.

IL PROBLEMA È SISTEMICO e riguarda la politica industriale. Da tempo infatti gli investimenti regionali sono stati diretti al trasporto su gomma. Per questa ragione sono state create nuove strade e autostrada. Le ferrovie hanno visto decrescere il flusso dei finanziamenti. Dal 2003 al 2017 a strade e autostrade sono andati 931 milioni (il 60,1% del totale). Alle ferrovie 386 milioni 24,9%. Dal 2007 ad oggi sono entrati in servizio 189 nuovi convogli su 196 acquistati per totale che supera 1,65 miliardi di euro. Sono cresciute, in maniera considerevole, anche le tariffe. Dal 2010 al 2017 più del 30 per cento. La mancanza di fondi ha impedito di affrontare i problemi delle linee ancora a binario singolo, senza considerare il fatto che i convogli restano insufficienti e sono sempre più vecchi.

LA LOMBARDIA non è sola. Prendiamo, ad esempio, l’Emilia Romagna che ha investito 179 milioni di euro per realizzare l’autostrada regionale Cispadana. Nella legislatura appena trascorsa sono state realizzati 271 chilometri di autostrade, tra cui la Bre.Be.Mi., il quadrilatero nelle Marche e Umbria, parte della Asti-Cuneo, a cui vanno aggiunti 1.825 chilometri di strade nazionali e 2.080 di strade provinciali e regionali. Per le metropolitane, invece, 58,6 chilometri (12 a Milano, 7 a Roma), 34,5 di tram (17 a Palermo, 6 a Cagliari).

NELLA MAPPA disegnata da Legambiente si descrive una regione così divisa: la bassa Cremonese e Mantovana soffre per un servizio insufficiente. La qualità cresce man mano che i treni sono diretti verso l’area metropolitana di Milano dove la flotta è più moderna e numerosa. Magia della «smart city» che si conferma attrattrice di giganteschi capitali, anche quelli investiti nelle infrastrutture.

NELLA REGIONE più ricca, e popolosa, del paese c’è un’altra tratta pendolare molto frequenta e in difficoltà: la Brescia-Casalmaggiore-Parma che – come nel caso della Brescia-Cremona con cui questa linea condivide un piccolo tratto iniziale – collega città importanti oltre che due tra le regioni a maggiore domanda di pendolarismo in Italia: la Lombardia, appunto, e l’Emilia Romagna. In totale sono 92 chilometri da incubo. I treni viaggiano a 46 chilometri all’ora, in media. La linea viene definita nel rapporto «in stato di abbandono» e, solo nell’ultimo anno, ha registrato una serie di gravi guasti alla linea che hanno messo a repentaglio la salute e la sicurezza di molte persone. L’età media dei treni è superiore ai 30 anni.

QUESTA SITUAZIONE va inserita nel quadro nazionale. Al colossale aumento dell’offerta per i treni extra-lusso costosissimi per i passeggeri – le «Frecce» che corrono sulla traiettoria Salerno-Milano (con le diramazioni Torino e Venezia) pari al 435% in undici anni corrisponde il crollo dei treni Intercity e dei collegamenti a lunga percorrenza: meno 15,5 tra il 2010 e il 2016 e un crollo del 40% dei passeggeri. Senza contare la diminuzione dei collegamento regionali (-6,5%) cominciati a causa dei tagli voluti dal governo Berlusconi nel 2009.

L’AUMENTO dei pendolari smentisce l’orientamento delle politiche classiste che hanno privilegiato il trasporto di lusso. Accade anche in Friuli Venezia Giulia dove si è passati da 13 mila a 21.500 viaggiatori. Oppure in Emilia Romagna che in sei anni è passata da 106 mila viaggiatori a 205 mila. In totale sono 2 milioni e 841mila i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale, e oltre 2milioni e 672mila quelli che ogni giorno prendono le metropolitane. 140 mila quelli che prendono le «Frecce».

Podcast audio di Diario Prevenzione puntata n° 51 – 26 gennaio 2018 a cura di Gino Rubini

 

In questa puntata del Podcast, la prima del 2018, parliamo di:

– Ancora una strage sul lavoro, 4 operai morti a Milano in un’azienda metalmeccanica.
– Morti per esalazioni di gas: come prevenire questi infortuni?
– Processo amianto CEMENTAL: presenza e presidio a Reggio Emilia lunedì 29 Gennaio 2018 ore 12.00
– Incidenti sul lavoro, i dati del Rapporto Inail 2017 c’entrano con le prossime elezioni e con la politica ?

Notiziario Audio 

( 27 minuti )

Incidente ferroviario a Pioltello, in Lombardia

(fonte Regioni.it 3309 – 25/01/2018) Un piccolo pezzo di binario, lungo appena 23 centimetri, ha ceduto questa mattina sotto un treno di 5 vagoni che viaggiava a 140 chilometri all’ora verso Milano, facendolo deragliare e provocando 3 vittime e decine di feriti, alcuni anche molto gravi. L’incidente, avvenuto poco prima delle 7 del 25 gennaio, ha coinvolto un convoglio Trenord proveniente da Cremona e diretto a Milano Porta Garibaldi, sul quale viaggiavano circa 350 persone
“Esprimo il cordoglio e la vicinanza della Regione Lombardia alle famiglie delle vittime e dei feriti del terribile incidente ferroviario avvenuto questa mattina. Sono in contatto costante con i vertici delle Ferrovie dello Stato, di Ferrovie Nord, Trenord e Areu che stanno accertando le cause dell’incidente”, ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni in una nota a proposito dell’incidente ferroviario tra Pioltello e Segrate. Il presidente si è recato sul posto e nel pomeriggio Maroni ha incontrato a Milano il ministro Delrio con i vertici di RFI che stanno accertando le cause dell’incidente”. Il vertice si è tenuto nella Prefettura di Milano ed erano presenti, oltre a  Maroni e Delrio, il Capo della Dipartimento Protezione Civile Angelo Borrelli, la Prefetta di Milano, il Prefetto di Milano, Luciana Lamorgese, il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, l’Ad di Fs, Renato Mazzoncini, l’Ad di Trenord, Cinzia Farisè.
“Oggi siamo in questa sede per portare la vicinanza e il cordoglio del Governo e del Presidente del Consiglio ai familiari delle vittime e la vicinanza alle famiglie e a tutte le persone colpite da questo tragico incidente” ha dichiarato il Ministro Delrio al termine del vertice. Nel ringraziare la straordinaria prontezza ed efficacia dei soccorsi, ha aggiunto “Oggi è un giorno tragico non solo per Milano ma per tutto il sistema ferroviario italiano. Ma ovviamente noi vogliamo verità. Il sistema ferroviario italiano è certamente uno dei più sicuri al mondo, ma noi vogliamo la verità, vogliamo che si accerti rapidamente la responsabilità, perché morire mentre si è sul posto di lavoro o mentre ci si sta recando sul posto di lavoro è una cosa inaccettabile. Per questo – ha proseguito – la Direzione investigativa del mio Ministero ha già attivato una commissione d’inchiesta e anche l’agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria ha già attivato una sua inchiesta parallela, che non interferiscono con l’inchiesta della Procura, a cui abbiamo dato la massima collaborazione per tutto quello che si poteva fare”.
“Ma è il momento del rispetto, il momento del cordoglio, della vicinanza alle famiglie. Ho sentito dire molte volte in queste ore del tema della sicurezza e degli investimenti sulla sicurezza. Posso garantire, perché sono dati ufficiali, che gli investimenti messi a disposizione per la Rete Ferroviaria Italiana dal Governo sono aumentati del 340% in questi tre anni. Il sistema investe sempre di più, e sempre più in sicurezza: questa è la nostra priorità. E’ la nostra priorità in particolare sulle reti convenzionali, sulle reti dei pendolari, in maniera dimostrata dai numeri ma io non voglio entrare oggi in questo dibattito. Per ora – ripeto – credo che oggi sia il giorno della vicinanza, del silenzio, e del rispetto delle vittime e anche però della determinazione nel vedere fino in fondo a questa vicenda” ha concluso il Ministro.