Plan Ecophyto : tout comprendre aux annonces du gouvernement

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Pour comprendre ce qui se joue à travers les indicateurs Ecophyto défendus par les uns ou les autres, il faut d’abord définir de quoi on parle.
USAID Egypt / Flickr, CC BY-NC

Corentin Barbu, Inrae; Alexis Aulagnier, Sciences Po Bordeaux; Anne-Sophie Walker, Inrae; Baptiste Labeyrie, Centre Technique Interprofessionnel des Fruits et Légumes (CTFIL); Emilie Maugin, Astredhor (Institut technique de l’horticulture); Fabrice Le Bellec, Cirad; François Omnes; Freddie-Jeanne Richard, Université de Poitiers; Harry Ozier-Lafontaine, Inrae; Jean-Noël Aubertot, Inrae; Marc Gallien, DREETS de Normandie; Maxime Garnault, Inrae et Véronique Gouy Boussada, Inrae

Face aux manifestations des agriculteurs début 2024, le gouvernement français a annoncé une « mise à l’arrêt » du plan Ecophyto jusqu’au salon de l’Agriculture fin février. Cette pause devait permettre de revoir les indicateurs utilisés pour évaluer la baisse de l’utilisation des produits phytopharmaceutiques (pesticides appliqués sur les cultures) en France.

Certains indicateurs développés au niveau européen étaient fortement mis en avant avec le soutien de certains syndicats d’agriculteurs. À l’inverse, des organisations de défense de l’environnement et de la santé défendaient l’indicateur NoDU, indicateur actuel du plan Ecophyto. Le gouvernement a finalement tranché le 21 février, avec l’annonce par Gabriel Attal de l’abandon du NoDU, au profit de l’indicateur européen HRI-1.

Comment s’y retrouver dans cette jungle d’acronymes ?

En tant que membres du Comité Scientifique et Technique du plan Ecophyto, comité indépendant des pilotes du plan, nous avons notamment pour mission de guider le choix des indicateurs. Dans ce texte, nous souhaitons préciser la nature de ces derniers et en clarifier les enjeux.

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Pesticidi, von der Leyen annuncia il ritiro della proposta legislativa sul dimezzamento al 2030

Fonte LaNuova Ecologia che ringraziamo
La presidente della Commissione Ue lo ha detto durante la plenaria del parlamento europeo: “Gli agricoltori hanno bisogno di un’argomentazione commerciale valida per le misure di miglioramento della natura”. Legambiente: “Decisione incomprensibile che non aiuta né gli agricoltori né il futuro dell’agricoltura”

Mentre la protesta dei trattori arriva a Strasburgo, con alcune centinaia di manifestanti che questa mattina hanno bloccato l’ingresso all’Eurocamera, dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen arriva l’annuncio che proporrà al collegio dei commissari il ritiro della proposta legislativa per dimezzare l’uso pesticidi nell’agricoltura europea entro il 2030. In un intervento alla plenaria del parlamento europeo, la presidente ha dichiarato che l’attuale regolamento è diventato “un simbolo di polarizzazione” motivo per cui sarà necessaria “una nuova proposta, più matura”. “La proposta è stata rigettata dall’Eurocamera, e non ci sono progressi neanche in Consiglio”, ha sottolineato von der Leyen. “Gli agricoltori hanno bisogno di un’argomentazione commerciale valida per le misure di miglioramento della natura, e forse noi non l’abbiamo fatta in modo convincente. Di un vero e proprio incentivo che vada oltre la semplice perdita di resa. I sussidi pubblici possono fornire tali incentivi”. In tal senso, la von der Leyen ha lanciato l’idea di “un’etichettatura premium, ad esempio in collaborazione con i rivenditori e i trasformatori”.

Roma, dove nella giornata di giovedì 8 febbraio è previsto l’arrivo di circa 1.500 trattori simbolo della protesta che va avanti in diversi Paesi europei ormai da settimane contro le politiche europee sull’agricoltura, il governo incassa con soddisfazione il dietrofront della von der Leyen. “La Commissione Ue recepisce le proposte dell’Italia – ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida – Bisogna limitare ulteriormente gli agrofarmaci solo quando si è in grado di proteggere le produzioni con metodi alternativi. Abbiamo contrastato, dal primo giorno, un approccio ideologico sul tema che avrebbe avuto un effetto devastante sulle produzioni e limitatissimo sull’ambiente. È evidente e logico che eliminare medicine indispensabili per le piante, lasciandole preda di insetti o fitopatie, contrae decisamente la produzione se non la cancella. Se i consumi europei restano invariati, ci si deve approvvigionare, di conseguenza, da paesi terzi che non rispettano alcuna delle regole che imponiamo ai nostri agricoltori. Anzi producono utilizzando maggiori quantità di pesticidi. In questo modo l’effetto su aria e acqua del pianeta è esattamente l’opposto di quello dichiarato. L’Italia ha proposto di lavorare, ed è stata avanguardia in questo, sulle Tea (tecniche di evoluzione assistita) per garantire piante più forti e resistenti che possano fare a meno di agrofarmaci”.

Critiche alla decisione della von der Leyen vengono invece mosse dalle associazioni ambientaliste. “L’annuncio della presidente della Commissione Ue di voler proporre il ritiro della proposta legislativa sui pesticidi – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è incomprensibile e rappresenta un sonoro passo indietro rispetto al grande tema dell’agrogeologia e al futuro dell’agricoltura.

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