GB. SENZA LIMITI | La capitolazione mortale dell’HSE sugli standard di esposizione chimica
Riprendiamo questo importante articolo dalla Rivista inglese Hazards . Come si avverte dall’articolo l’uscita dell’Inghilterra dalla UE ha peggiorato le condizioni di lavoro nelle aziende poichè l’authority HSE che elabora ed emana i limiti delle esposizioni a sostanze nocive negli ambienti di lavoro non ha più fatto nulla lasciando i lavoratori inglesi in una condizione peggiore rispetto ai lavoratori europei . Ringraziamo Rory O’Neyll per l’importante lavoro che svolge per la RivistaI Hazards. editor
Sono lì per proteggerti da tutto, dai veleni mortali agli agenti cancerogeni a morte ritardata. Ma, avverte il redattore di Hazards Rory O’Neill , mentre i lavoratori europei hanno beneficiato di una serie di standard chimici più severi da quando la Brexit è entrata in vigore nel 2020, in Gran Bretagna non è stato introdotto un solo limite di esposizione sul posto di lavoro più protettivo.
Non è una lettura facile e il titolo – EH40/2005 – non farà battere forte il cuore. Ma si tratta di un importante documento dell’Health and Safety Executive (HSE), che elenca tutti i limiti di esposizione sul posto di lavoro alle sostanze tossiche che i datori di lavoro dovrebbero osservare.
C’è una direzione di viaggio su questi limiti. Nel corso degli anni, si accumulano sempre più prove sui rischi associati a particolari sostanze chimiche, man mano che sempre più lavoratori si aggiungono ai dati sulla morbilità e sulla mortalità. Per il non epidemiologo ciò significa ammalarsi o morire.
Inasprire gli standard non significa che stiamo dando un valore più alto alla vita umana. Significa che in precedenza avevamo sottovalutato l’entità del danno causato da queste sostanze chimiche.
Fino alla Brexit, i limiti di esposizione alle sostanze chimiche sul posto di lavoro del Regno Unito seguivano gli standard dell’Unione Europea. Gli standard nascono come raccomandazioni sanitarie formulate dal comitato di valutazione dei rischi dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA). Le raccomandazioni del comitato sono vulnerabili alle pressioni dell’industria e alle corteggiature dei governi. Ad esempio, gli standard sulla silice e sugli scarichi diesel non sono riusciti a raggiungere gli standard di protezione raccomandati dagli esperti, in parte a causa delle pressioni del governo britannico.
REACH OUT Non è solo sui limiti di esposizione professionale che il Regno Unito è in ritardo. Dall’entrata in vigore della Brexit, l’UE ha introdotto otto nuove restrizioni sulle sostanze pericolose ai sensi del REACH; il Regno Unito non ne ha introdotto alcuno nell’ambito del suo sistema REACH sostitutivo del Regno Unito. Il Regno Unito è in ritardo anche sul fronte dei pesticidi pericolosi: 36 di essi, attualmente non ammessi nell’UE, sono consentiti nel Regno Unito. Di più .
Ma c’è stato un movimento costante verso limiti più protettivi e un flusso costante di standard migliori si è fatto strada attraverso il processo.
Un senso precipite d’abisso di Marino Badiale
By Marino Badiale …che ringraziamo
Fonte: Badiale & Tringali – 30.03.2024
In questo intervento, Marino Badiale afferma che alla radice della crisi ambientale, messa in luce dalla recente letteratura ecomarxista, ci sia ciò che lui chiama “illimitatezza” e propone la seguente ipotesi: il rifiuto di ogni limite è stato assorbito e fatto proprio dall’umanità contemporanea. Questo aspetto è in contrasto con ogni forma di cultura umana precedente il capitalismo ed è legato alla natura del rapporto sociale capitalistico.
Il messaggero giunse trafelato/ disse che ormai correva/ solo per abitudine/ il rotolo
non aveva più sigilli/ anzi non c’era rotolo, messaggio,/ non più portare decrittare
leggere/ scomparse le parole/ l’unica notizia essendo/ visibile nell’aria/ scritta su
pietre pubbliche/ in acqua palese ad alghe e pesci./ Tutto apparve concorde con un
giro/ centripeto di vortice/ un senso precipite d’abisso.
B. Cattafi, La notizia
1. Introduzione: un mondo condannato
L’attuale civiltà planetaria si sta avviando all’autodistruzione, a un collasso generalizzato che porterà violenze e orrori. Una organizzazione economica e sociale che ha come essenza della propria logica di azione il superamento di ogni limite è ormai arrivata a scontrarsi con i limiti fisici ed ecologici del pianeta. Non potendo arrestarsi, essa devasterà l’intero assetto ecologico del pianeta prima di collassare. Il fatto che questo sia il percorso sul quale è avviata la società globalizzata contemporanea emerge con chiarezza da molte ricerche, interessanti in sé e anche perché svolte da studiosi di formazione scientifica (nel senso delle scienze “dure”) e lontani da impostazioni teoriche legate al marxismo o in generale all’anticapitalismo. Uno dei centri di ricerca di questo tipo è lo Stockholm Resilience Center dell’Università di Stoccolma. [1] Al suo interno viene sviluppata da anni la ricerca relativa ai “limiti planetari” che la società umana non deve superare per non rischiare la devastazione degli ecosistemi planetari e quindi, in ultima analisi, l’autodistruzione. Gli studiosi del Resilience Center hanno individuato nove di questi limiti (fra i quali, ad esempio, la perdita di biodiversità, il cambiamento climatico, l’acidificazione degli oceani). Nelle prime versioni di tali studi [2] questi limiti non erano tutti quantificati in termini di un parametro oggettivo, mentre recentemente questo obbiettivo è stato raggiunto. [3] La buona notizia è allora che oggi è possibile misurare tali parametri e avere un’indicazione oggettiva sul superamento dei limiti planetari individuati dagli studiosi. La cattiva notizia è che sei su nove di questi limiti sono stati superati, vale a dire che la società umana contemporanea si sta muovendo in una zona altamente pericolosa.
Ulteriori interessanti considerazioni si possono trovare in un recente libro di Vaclav Smil. [4] L’autore mostra con molta chiarezza come le basi concrete, materiali, della nostra attuale civiltà consistano in una massiccia produzione di alcuni materiali fondamentali: acciaio, cemento, ammoniaca (per i fertilizzanti), plastica. Senza questa produzione massiccia, che richiede enormi quantità di energia, non è pensabile poter fornire cibo, riparo, indumenti agli otto miliardi di esseri umani attualmente viventi (e in procinto di diventare nove o dieci); non è possibile, possiamo aggiungere, se intendiamo mantenere l’attuale organizzazione economica e sociale. Ma questa produzione massiccia e crescente è esattamente l’origine materiale di quel superamento dei limiti planetari del quale si è sopra parlato, e quindi dell’attuale crisi generalizzata degli ecosistemi terrestri. Ulrike Herrmann [5] e Andrea Fantini, [6] d’altra parte, mostrano come non ci si possa aspettare una miracolosa soluzione tecnologica che ci permetta di continuare il “business as usual”, magari con qualche piccola correzione, come l’uso dell’auto elettrica al posto di quella tradizionale. Ad esempio, nota Herrmann, le fonti di energia rinnovabile (eolico, solare) hanno problemi di intermittenza, ben noti, che al momento non sappiamo come superare, e che rendono impossibile pensare che l’attuale struttura economica e sociale possa basarsi sul loro uso esclusivo. Un’altro problema significativo sta nel fatto che l’energia solare arriva sulla Terra con una intensità molto bassa. Per farne la base dell’attuale struttura industriale ed economica “avremmo bisogno di trasformare completamente i nostri attuali sistemi di cattura e stoccaggio dell’energia, creando una massiccia infrastruttura (di pannelli solari, turbine eoliche, impianti bioenergetici, turbine mareomotrici e, soprattutto, tecnologie per immagazzinare quell’energia, come le batterie) basata su risorse materiali che, a differenza della luce solare, non sono rinnovabili. Un’economia basata sul solare può contare solo sui materiali esistenti e dunque, a lungo termine, la sua crescita sarà limitata”. [7]
Questi sono solo alcuni esempi dei problemi che sorgono se si vuole pensare una crescita economica indefinita nel rispetto dei vincoli posti dalla necessità di preservare gli ecosistemi terrestri. Ma questo vuol dire semplicemente che l’ecosistema planetario, che è l’ambiente nel quale la civiltà umana può esistere, non è in grado di reggere la crescita economica tipica del capitalismo, crescita che non può ammettere limiti. Di conseguenza, l’ecosistema planetario è sul punto di crollare, e le misure necessarie non possono essere ulteriormente dilazionate. Per fare l’esempio del cambiamento climatico (che è solo uno degli aspetti dell’incipiente crollo ecosistemico), alcuni obiettivi di riduzione delle emissioni dovrebbero essere raggiunti già entro il 2030, e al momento gli impegni assunti dai vari paesi non sono sufficienti. Come ricorda il rapporto UNEP 2022 dedicato a questi problemi (che si intitola significativamente “The closing window”) “si calcola che le politiche attualmente in essere, senza azioni ulteriori, porteranno ad un riscaldamento globale di 2,8 gradi nel ventunesimo secolo”. [8]
Invisibili
Fonte : DORS.IT che ringraziamo
a cura di: Osvaldo Pasqualini
Invisibili è una raccolta di 20 racconti nata dalla volontà di restituire un’anima ai fautori delle inchieste e alle vittime di infortuni sul lavoro. E lo fa cercando di comunicare concetti basilari quali la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro, facendo leva sulle emozioni che la narrazione di questi tragici eventi sono in grado di suscitare nel lettore. Il titolo della raccolta rimanda all’immagine degli operatori dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (PreSAL) delle ASL e dei lavoratori coinvolti nei tragici eventi raccontati, figure, entrambe, purtroppo, ancora troppo spesso invisibili.
I racconti si riferiscono a fatti realmente accaduti e sono stati scritti dagli operatori dei Servizi PreSAL sulla base delle informazioni raccolte nelle inchieste infortunio. Ognuno di essi è divenuto un caso di studio e di riflessione per imparare dagli errori e per ragionare su che cosa si sarebbe dovuto fare per evitare che accadessero. La scheda sintetica “Non sarebbe successo se…” riporta infatti le azioni che si sarebbero dovute intraprendere per far sì che l’infortunio non accadesse. In alcuni racconti, la sezione “Come prevenire” è sostituita da “Raccomandazioni” in cui le indicazioni per la prevenzione sono state condivise negli incontri della Comunità di Pratica degli operatori dei Servizi PreSAL delle ASL del Piemonte.
Un salto nel “VUOTO”: il rischio di caduta dall’alto nelle operazioni di costruzione e manutenzione delle serre
Infortuni mortali e gravi nel montaggio e manutenzione nelle serre .
Una forma di coltivazione diffusa
Convegno Nazionale
“Un salto nel “VUOTO”: il rischio di caduta dall’alto nelle operazioni di
costruzione e manutenzione delle serre”
7 giugno 2024 / Ore 8.30 – 13.00
Mercato dei Fiori — Sala Aste – Via Italo Balbo – TERLIZZI
La Brochure
BROCHURE DEF
Per scaricare la Brochure clicca QUI
The algorithmic administration: automated decision-making in the public sector
Per leggere l’articolo tradotto in italiano clicca l’icona blu google translate (la quarta da sinistra in fondo all’articolo) . Per un uso professionale e/o di studio raccomandiamo di fare riferimento al testo originale. |
Fonte: Algoritmwatch.com che ringraziamo
Autore: Kilian-Vieth-Ditlmann
vieth-ditlmann@algorithmwatch.org
Automating administration processes promises efficiency. Yet the procedures often put vulnerable people at a disadvantage, as shown by a number of examples throughout Europe. We’ll explain why using automation systems in the domain of public administration can be especially problematic and how risks may be detected at an early stage.
In its coalition agreement, Germany’s Federal Government has declared its commitment to modernize governmental structures and processes. To realize this goal, it plans to deploy AI systems for automated decision-making (ADM) in public institutions. These are intended to automatically process tax reports and social welfare applications, to recognize fraud attempts, to create job placement profiles for unemployed clients, to support policing, and to answer citizens’ enquiries by using chat bots. At best, AI can relieve authorities and improve their service.
So far, so good. Some European countries are already far more advanced in their digitalization processes than Germany. Yet by looking at these countries, we can observe possible problems caused by automatization in this sector.
System errors
Soizic Pénicaud organized trainings for people in close contact with beneficiaries for the French welfare management. Once, such a case worker told her about people having trouble with the request handling system. The only advice she would give them was “there’s nothing you can do, it’s the algorithm’s fault.” Pénicaud, a digital rights researcher, was taken aback. Not only did she know that algorithmic systems could be held accountable, she also knew how to do it.
Per affrontare le tragedie degli infortuni mortali plurimi sul lavoro occorre superare diversi luoghi comuni. Podcast di Diario Prevenzione – 15 maggio 2024 – puntata n° 119
a cura di Gino Rubini
– Le stragi di operai di Brandizzo, Firenze, Suviana e Casteldaccia : su cosa si può incidere per migliorare la sicurezza ? Riflessioni da una serie di articoli .
– Alcune riflessioni sulla strage di operai a Casteldaccia nel palermitano
– CALA LA MANNAIA DELLA CASSAZIONE SUL PROCESSO ETERNIT BIS
– Perché il cambiamento climatico sta rendendo le malattie parassitarie più difficili da prevedere
Buon ascolto !
PFAS – PFOA Rassegna stampa fino al 14 maggio 2024
PFAS IN VENETO: C’È UN NESSO CAUSALE TRA CONTAMINAZIONE E MORTALITÀ
https://ilfattoalimentare.it/pfas-in-veneto-ce-un-nesso-causale-tra-contaminazione-e-mortalita.html
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Interrogazione sull’inquinamento da PFAS in Emilia-Romagna
La capogruppo Silvia Zamboni ha chiesto gli esiti del monitoraggio dell’acqua nelle reti degli acquedotti regionali
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Pfas in Veneto, uno studio di epidemiologia ambientale correla la causalità di oltre 4000 morti in 38 anni
di Cristiano Colalto
https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=122070
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PFAS: valutazione del rischio nella filiera agroalimentare dalla produzione primaria al confezionamento
https://ilbolive.unipd.it/it/event/pfas-valutazione-rischio-filiera-agroalimentare
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Pfas, summit nazionale sulle linee guida sanitarie per le popolazioni esposte
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“In Veneto 4mila morti in più a causa dei Pfas”: la ricerca di Università e ISS punta il dito sullo studio mai realizzato dalla Regione
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L’endocrinologo: «Così i Pfas avvelenano il nostro corpo»
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In Veneto sarebbero morte quasi quattromila persone a causa degli PFAS
In Veneto sarebbero morte quasi quattromila persone a causa degli PFAS
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Gli inquinanti eterni sono ovunque, pure dentro di noi: le PFAS e i rischi per la salute
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Pfas, il Tar respinge il ricorso di Legambiente sulla pericolosità del composto prodotto a Spinetta Marengo
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Altissimi livelli di Pfas nel pesce: un rischio per la salute umana
Il 77% dei migliori climatologi ritiene che il riscaldamento globale sarà di 2,5°C
…. e sono inorriditi
Fonte Znetwwork che ringraziamo
“Mi aspetto un futuro semi-distopico con dolore e sofferenza sostanziali per le popolazioni del Sud del mondo”, ha detto un esperto.
Quasi l’80% degli scienziati climatici di alto livello prevede che le temperature globali aumenteranno di almeno 2,5°C entro il 2100, mentre solo il 6% pensava che il mondo sarebbe riuscito a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, secondo un sondaggio pubblicato mercoledì da Lo ha rivelato il Guardian .
Quasi tre quarti hanno attribuito l’insufficiente azione dei leader mondiali alla mancanza di volontà politica, mentre il 60% ha affermato che gli interessi aziendali, come quelli dei combustibili fossili, stanno interferendo con il progresso.
“Mi aspetto un futuro semi-distopico con notevole dolore e sofferenza per le popolazioni del Sud del mondo”, ha detto al Guardian uno scienziato sudafricano . “La risposta del mondo fino ad oggi è riprovevole: viviamo in un’epoca di sciocchi”.
“Ciò che mi ha sconvolto è stato il livello di angoscia personale tra gli esperti che hanno dedicato la propria vita alla ricerca sul clima”.
L’indagine è stata condotta da Damian Carrington del Guardian , che ha contattato tutti gli esperti che erano stati autori senior di un rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) dal 2018. Su 843 scienziati di cui erano disponibili le informazioni di contatto, 383 ha risposto.
Ha poi chiesto loro quanto pensavano che le temperature sarebbero aumentate entro il 2100: il 77% prevedeva almeno 2,5°C e quasi la metà prevedeva 3°C o più.
CALA LA MANNAIA DELLA CASSAZIONE SUL PROCESSO ETERNIT BIS
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Brandizzo: Fillea, si faccia chiarezza su Star.Fer A 9 mesi dalla strage l’allarme del sindacato: “Non sono minimamente cambiate le procedure su subappalti, formazione e dicurezza”
Fonte Collettiva che ringraziamo
Autore: Marco Merlini
“I lavoratori di Star.Fer sono lavoratori che vanno sempre e comunque tutelati e anche se legalmente il contratto di subappalto con una nuova impresa è fattibile, la circostanza per cui, cambiato il cappello, gli stessi dirigenti della Sigifer siano nuovamente impiegati nei subappalti di Rfi è un fatto di una gravità inaudita”. Lo dichiarano in una nota congiunta la Fillea Cgil Nazionale, del Piemonte e di Vercelli.
“Dovremmo attendere l’ennesimo scandalo – continua la Fillea Cgil – o l’ennesima inchiesta giornalistica o peggio l’ennesimo morto lungo i binari affinché le belle parole spese dopo Brandizzo da parte dei vertici dell’azienda di Stato, diventino fatti concreti?”
“Il tema della qualità delle manutenzioni, il tema della sicurezza dei lavoratori – conclude il sindacato – non è un tema diverso dal modello organizzativo, dalla qualità degli investimenti, dalla capacità di far crescere e qualificare indotti ed imprese oltre la logica del profitto e della mancanza di trasparenza lungo la catena degli appalti e delle forniture. È chiedere troppo che il committente sia un soggetto pienamente responsabile, capace di pretendere da chi vince un appalto di fare il lavoro per bene e di controllarne costantemente l’esecuzione?”
Why climate change is making parasitic diseases harder to predict
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Mark Booth, Newcastle University
It’s a sunny day. Look out of your window. See anything unusual flying by? Look closely. There are midges, and they are not friendly.
Some of them are carrying a virus of sheep and other animals called bluetongue. You are not personally at risk of bluetongue, but farming systems are vulnerable.
Bluetongue is a problem in many countries and, as the climate changes, is expected to spread further, particularly in central Africa, the US and western Russia. The first cases in the UK were detected in 2023.
Bluetongue is one of many infectious diseases likely to be affected by climate change. As part of the World Health Organization’s task team on climate change, malaria and neglected tropical diseases, I recently contributed to a review of climate change, malaria and over 20 neglected tropical diseases.
We found that most mathematical models pointed to global changes in the transmission of some mosquito-borne diseases like malaria and dengue. For most other parasites, there was little or no evidence. We simply don’t know what to expect. A major issue is that climate change is creating great uncertainty in the forecasting and prediction of where and when infections might occur.
Rapporto delle Nazioni Unite: gli estremi climatici hanno colpito l’America Latina e i Caraibi lo scorso anno
Shock climatici estremi, intensificati dal riscaldamento globale, hanno ucciso centinaia di persone e devastato mezzi di sussistenza ed ecosistemi in tutta l’America Latina e i Caraibi nel 2023, hanno affermato gli scienziati dell’Organizzazione meteorologica mondiale all’inizio di questa settimana quando hanno pubblicato il rapporto annuale sullo stato del clima per la regione. .
Siccità, caldo, incendi e precipitazioni estreme, nonché il più forte uragano mai avvenuto nel Pacifico orientale, hanno avuto impatti importanti sulla salute, sulla sicurezza alimentare ed energetica e sullo sviluppo economico, ha affermato il segretario generale dell’OMM Celeste Saulo.
L’uragano Otis, che ha danneggiato o distrutto gran parte di Acapulco, una città di quasi 1 milione di abitanti nell’ottobre 2023, è emblematico dei crescenti rischi climatici affrontati dalla regione, ha affermato. Sfidando la maggior parte delle previsioni a breve termine, Otis si è trasformato in circa 12 ore da una debole tempesta tropicale nel più forte uragano che abbia mai colpito la costa pacifica del Messico, dove ha ucciso più di 50 persone e causato danni per miliardi di dollari.
The Lancet: Il diritto alla casa
Fonte : Salute Internazionale che ringraziamo
La casa come fondamentale determinante sociale di salute. Rendere l’edilizia abitativa un intervento prioritario di sanità pubblica è un imperativo morale. La salute delle nostre comunità dipende da questo (1).
Il fatto che le nostre case siano indissolubilmente legate alla nostra salute non è una novità. “Si sarebbe potuto immaginare che la scienza e il buon senso avrebbero alla fine apprezzato l’importanza di tali considerazioni” si legge in una lettera su alloggio e salute , pubblicata su The Lancet nel 1922. L’accesso a un alloggio adeguato è riconosciuto come un diritto umano fondamentale previsto dalla legge. Perché allora continuiamo a permettere che così tante persone vivano in condizioni abitative insalubri? La Divisione Statistica delle Nazioni Unite ha stimato che nel 2022 più di 1 miliardo di persone vivevano in baraccopoli urbane o in condizioni simili a slum, e si prevede che questa cifra triplicherà entro il 2050. L’Adequate Housing Index della Banca Mondiale mette in luce forti disparità, con un terzo delle case in paesi delle economie emergenti che non riescono a soddisfare gli standard di adeguatezza. L’urgenza di raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 11.1 – garantire a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, sicuri e convenienti entro il 2030 – è chiara, ma siamo ben lontani dall’obiettivo.
Un report dall’incontro “Il lavoro deve essere sicuro!”
Condividiamo questo Report che riporta una sintesi degli interventi svolti nel corso dell’incontro del 22 aprile 2024 “Il lavoro deve essere sicuro” promosso dall’Associazione ” il Manifesto in rete” di Bologna che ringraziamo.
Lo scorso 22 aprile a Bologna, Il manifesto in rete, anche in preparazione della Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro del 28 aprile, ha organizzato un convegno sull’argomento (LOCANDINA QUI), i cui partecipanti sono indicati qui (vedi locandina allegata). Sulla pagina Facebook (…) è parimenti presente la registrazione dell’intero evento.
È difficile dare conto in un articolo di un dibattito ricco e forse inaspettatamente articolato e “sentito” durato oltre tre ore, e che, possiamo dirlo, per queste caratteristiche avrebbe meritato una platea ben più ampia. E la toccante testimonianza della madre di un giovane morto sul lavoro ha offerto un quadro anche straziante di quel che accade prima, e dopo, una morte sul lavoro, anche nella ricerca di verità e giustizia; e senza dimenticare che nella giornata in cui scrivo i morti sul lavoro sono, una volta di più, tre.
E’ disponibile online il numero di maggio 2024 della Rivista Lavoro e Salute .
E’ disponibile online il numero di maggio 2024 della Rivista Lavoro e Salute .
Per scarica il file PdF Clicca QUI
Alcune riflessioni sulla strage di operai a Casteldaccia nel palermitano
Diventa sempre più difficile scrivere delle stragi di operai che ogni mese riempiono per un paio di giorni le prime e seconde pagine dei quotidiani per scomparire qualche giorno dopo. Diventa difficile scrivere perché si ripetono le stesse analisi, si individuano le cause primarie e le concause di questi eventi tragici senza che vi siano poi i necessari interventi per avviare un cambiamento delle pratiche aziendali che sono all’origine delle tragedie. Vi è una cultura o meglio una subcultura gestionale del lavoro d’impresa, purtroppo “egemone”, che è parte costitutiva di queste tragedie . Diciamolo ancora una volta: si chiama volontà di esternalizzare le responsabilità gestionali da parte delle stazioni appaltanti per quanto riguarda il coordinamento e il controllo di ciò che avviene “a valle” della filiera.
La stazione appaltante si fa scudo del fatto che il “rischio specifico” per la lavorazione affidata in appalto è compito dell’azienda che lo svolge senza interrogarsi sulla qualità e sulle competenze delle aziende in subappalto che si trovano a lavorare nella filiera.
Il problema di fondo riguarda una legislazione sugli appalti che non si pone il tema della sicurezza del lavoro come paradigma di riferimento.
Come è possibile, sarà l’indagine della magistratura, nel caso in fattispecie a definire le modalità di accadimento e le responsabilità, che 5 operai scendano nei cunicoli o camere del sistema fognario senza l’ausilio dei respiratori, senza l’utilizzo di un rilevatore per la valutazione preventiva sulla presenza di gas e senza una strumentazione di protezione individuale come i respiratori ? >>> segue >>>
Why demonising people as ‘workless’ won’t solve rising economic inactivity
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James Morrison, University of Stirling
As the gloves come off for election year, Britain’s would-be leaders are circling a new political punch-bag: people who are “economically inactive”.
According to the Office for National Statistics (ONS), this term denotes those who are not currently in employment, who have not sought employment within the last four weeks and who are unable to start work within the next two weeks. Between November 2023 and January 2024, 9.25 million 16 to 64-year-olds were inactive. This is equivalent to 21.8% of all working-age adults.
The renewed political focus is the latest incarnation of what sociologists since the 1970s have called “scroungerphobia”. My research shows that myths around people who aren’t working have long been promoted by mainstream UK politicians and right-wing news media.
What the data actually shows, however, is that swathes of people are facing serious and complex life challenges. The rise in economic inactivity is being driven by mental ill-health and burnout, growing NHS waiting lists and Britain’s increasing reliance on unpaid carers. Many of those affected face deepening poverty after years of cuts to out-of-work benefits.
GIUSTIZIA «SIGNOR SCHMIDHEINY, FACCIA UN GESTO RIPARATORE»
Fonte areaonline.ch che ringraziamo
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The End of Lean Production… and What’s Ahead May 02, 2024 / Kim Moody
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May 02, 2024 / Author : Kim Moody
Fonte LaborNotes che ringraziamo
For three and a half decades, lean management drove the production and movement of goods. But now logistics and manufacturing employers are shifting to a new model. To maximize our leverage, workers should understand it.
Lean production, introduced in the 1980s from Japanese automakers, caught on in many U.S. industries. It was a whole bundle of techniques to maximize profit, including ratcheting up workloads and pace to the point of breakdown, and inviting workers to brainstorm ways to increase their own exploitation.
A central component was “just-in-time” (JIT) delivery, so companies weren’t spending to make extras or store anything until it was needed. Even within a plant, parts and supplies would arrive exactly when, where, and in the quantities they had to. Manufacturing productivity in the U.S. increased about 4 percent a year until the Great Recession of 2008-2010.
But then it collapsed, reflecting the exhaustion of lean production and its tech. The annual increase in manufacturing productivity was lagging by 2019. It rose again in 2021 as the pandemic eased, but then fell again in 2022 and 2023.
The “management-by-stress” methods weren’t working anymore. “Multifactor Productivity,” a Bureau of Labor Statistics measure of the impact of tech advances, streamlined organization, and increases in worker effort and management efficiency, dropped after 2010 to its lowest level since the crisis-ridden, pre-lean 1970s.
Technology also failed to improve worker output. A 2020 International Labour Organization study of auto plants in the U.S., Germany, and China found that the introduction of automation and robotics had “not been very successful” in restoring productivity and was often abandoned.
After a brief productivity increase in trucking and warehousing following the Great Recession, productivity in these sectors collapsed too. As of 2016, delivery times from U.S. suppliers to businesses were rising.
Inail. Sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro, INAIL pubblica un volume sull’efficacia delle certificazioni
Il volume “L’efficacia delle certificazioni accreditate per i sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro” presenta i risultati del confronto effettuato da INAIL in collaborazione con Accredia degli indici infortunistici delle aziende con una certificazione accreditata del proprio sistema di gestione UNI EN ISO 45001:23 rispetto alle omologhe a livello nazionale e una serie di approfondimenti sui temi correlati.
L’esito del confronto mostra una riduzione del 22,6% per l’indice di frequenza e del 29,2% per il rapporto di gravità dimostrando ancora una volta la bontà dell’approccio gestionale alla salute e sicurezza sul lavoro nel migliorare le prestazioni di sicurezza delle organizzazioni.
L’EFFICACIA DELLE CERTIFICAZIONI ACCREDITATE PER I SISTEMI
DI GESTIONE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO
Norme tecniche, regolamenti, sostegno e rilevazione
dei risultati: dall’attualità alle prospettive
Per scaricare il file pdf CLICCA QUI
Le notizie dal mondo sulle iniziative per la messa al bando dell’amianto – Ibas
Fonte IBAS che ringraziamo
Mesotelioma Shock in TV
3 maggio 2024
Un famoso giornalista italiano ha scioccato la nazione quando ha rilasciato un’intervista esclusiva in un talk show di domenica sera in prima serata, annunciando di aver contratto il cancro terminale dovuto all’amianto, il mesotelioma. Franco Di Mare ha affermato di credere di aver inalato polvere di amianto durante gli anni in cui seguiva le guerre dei Balcani per la RAI TV. La direzione dell’azienda ha continuato a ignorare le sue richieste di informazioni sui suoi incarichi di corrispondente estero. Vedi: Franco Di Mare, la malattia scoperta 3 anni fa: «Al posto del polmone distrutto c’era il nulla. La Rai? Piena di amianto» [Franco Di Mare, la malattia scoperta 3 anni fa: “Al posto del polmone destro non c’era niente. La Rai? Pieno di amianto”].
In calo i profitti dell’amianto
3 maggio 2024
Durante una riunione del 26 aprile 2024 della Vietnam Roofing Association, i funzionari dell’associazione di categoria si sono lamentati del duro clima economico in cui operavano, affermando che l’aumento dei costi della fibra di amianto crisotilo e di altre materie prime stava incidendo sui profitti delle loro aziende . Di fronte al crescente sostegno per un divieto nazionale sull’amianto, l’Associazione stava portando avanti un lavoro educativo di sensibilizzazione per sostenere la domanda di materiali da costruzione in cemento-amianto, il cui utilizzo, hanno detto i relatori, era “sicuro”. Vedere: Hội nghị thường niên Hiệp hội Tấm lợp Việt Nam năm 2024 [Incontro annuale 2024 della Vietnam Roofing Association].
Programma di sorveglianza sanitaria
3 maggio 2024
Dal 28 aprile 2024 i lavoratori della Regione Piemonte esposti all’amianto hanno potuto aderire al nuovo programma di sorveglianza sanitaria che prevede un monitoraggio medico gratuito. Attraverso una serie di test e procedure mediche, i membri del programma saranno in una posizione migliore per ottenere diagnosi precoci delle malattie legate all’amianto, fornendo così maggiori opzioni terapeutiche. L’attività di sorveglianza sanitaria è sponsorizzata da un consorzio di autorità sanitarie locali, comunali e regionali. Vedi: Lavoratori esposti all’amianto: al via un programma gratuito di sorveglianza sanitaria, come aderire .
Turchia. La questione amianto sollevata in Parlamento
3 maggio 2024
Nell’Assemblea nazionale turca, il Ministro dell’Ambiente, dell’Urbanizzazione e dei Cambiamenti Climatici è stato interrogato sul pericolo rappresentato per i lavoratori edili impegnati nella costruzione del viadotto stradale di collegamento dell’ospedale Dilovasi dalla presenza di decine di migliaia di tonnellate di detriti tossici contaminati da sostanze inquinanti compresi tre tipi di amianto: crocidolite, crisotilo e amosite: “Il fatto”, ha affermato il deputato Evrim Rizvanoglu, “che i lavoratori lavorino in un ambiente in cui sono esposti a questa sostanza pericolosa durante la costruzione di strade è una grave preoccupazione in termini di sicurezza sul lavoro. ” Vedi: Kocaeli’deki asbest tehlikesi meclis gündeminde [Il pericolo dell’amianto a Kocaeli è all’ordine del giorno del Parlamento].
Sfruttare la diversificazione dei mezzi di sussistenza per la costruzione della pace nei contesti colpiti dal clima e dai conflitti
Fonte SIPRI che ringraziamo
I mezzi di sussistenza sono fondamentali per la relazione tra cambiamento climatico e conflitti. Nonostante sia riconosciuto che il deterioramento dei mezzi di sussistenza legato al cambiamento climatico è associato ai conflitti, gli interventi sui mezzi di sostentamento non sono importanti come strumento di costruzione della pace e la maggior parte della diversificazione dei mezzi di sussistenza viene effettuata in modo autonomo. Anche il sostegno ai mezzi di sussistenza delle donne viene trascurato come strumento di costruzione della pace, poiché l’attenzione è rivolta principalmente ad affrontare le conseguenze della violenza sessuale dopo il conflitto. Questo SIPRI Policy Brief offre spunti su come la costruzione e la diversificazione dei mezzi di sussistenza possono contribuire alla costruzione della pace in contesti colpiti dal clima e dai conflitti. Il documento politico raccomanda: ( a ) sostenere interventi di diversificazione dei mezzi di sussistenza realizzabili e sostenibili per affrontare efficacemente l’insicurezza dei mezzi di sussistenza e i rischi di conflitto associati, e ( b ) aumentare il sostegno ai mezzi di sussistenza delle donne per promuovere l’emancipazione delle donne come strumento di costruzione della pace.
introduzione
Il potenziale contributo della diversificazione dei mezzi di sussistenza alla costruzione della pace
I rischi di trascurare la diversificazione dei mezzi di sussistenza e lo sviluppo economico delle donne in contesti colpiti da conflitti
Raccomandazioni
Conclusioni
Scarica il file del Report
INFORMAZIONI SULL’AUTORE/I/REDATTORI
Eco-Collapse Hasn’t Happened Yet, But You Can See It Coming. Degrowth Is the Only Sane Survival Plan.
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Fonte: Znetwork
Something must be up. Otherwise, why would scientists keep sending us those scary warnings? There has been a steady stream of them in the past few years, including “World Scientists’ Warning of a Climate Emergency” (signed by 15,000 of them), “Scientists’ Warning Against the Society of Waste,” “Scientists’ Warning of an Imperiled Ocean,” “Scientists’ Warning on Technology,” “Scientists’ Warning on Affluence,” “Climate Change and the Threat to Civilization,” and even “The Challenges of Avoiding a Ghastly Future.”
Clearly, there’s big trouble ahead and we won’t be able to say that no one saw it coming. In fact, a warning of ecological calamity that made headlines more than 50 years ago is looking all too frighteningly prescient right now.
In 1972, a group of MIT scientists published a book, The Limits to Growth, based on computer simulations of the world economy from 1900 to 2100. It plotted out trajectories for the Earth’s and humanity’s vital signs, based on several scenarios. Even so long ago, those researchers were already searching for policy paths that might circumvent the planet’s ecological limits and so avoid economic or even civilizational collapse. In every scenario, though, their simulated future world economies eventually ran into limits — resource depletion, pollution, crop failures — that triggered declines in industrial output, food production, and population.
In what they called “business-as-usual” scenarios, the level of human activity grew for decades, only to peak and eventually plummet toward collapse (even in ones that included rapid efficiency improvements). In contrast, when they used a no-growth scenario, the global economy and population declined but didn’t collapse. Instead, industrial and food production both leveled off on lower but steady-state paths.
Growth and Its Limits
Why should we even be interested in half-century-old simulations carried out on clunky, ancient mainframe computers? The answer: because we’re now living out those very simulations. The Limits to Growth analysis forecast that, with business-as-usual, production would grow for five decades before hitting its peak sometime in the last half of the 2020s (here we come!). Then decline would set in. And sure enough, we now have scientists across a range of disciplines issuing warnings that we’re perilously close to exactly that turnaround point.
This year, a simulation using an updated version of The Limits to Growth model showed industrial production peaking just about now, while food production, too, could hit a peak soon. Like the 1972 original, this updated analysis foresees distinct declines on the other side of those peaks. As the authors caution, although the precise trajectory of decline remains unpredictable, they are confident that “the excessive consumption of resources… is depleting reserves to the point where the system is no longer sustainable.” Their concluding remarks are even more chilling:
“As a society, we have to admit that, despite 50 years of knowledge about the dynamics of the collapse of our life support systems, we have failed to initiate a systematic change to prevent this collapse. It is becoming increasingly clear that, despite technological advances, the change needed to put us on a different trajectory will also require a change in belief systems, mindsets, and the way we organize our society.”
Connessioni 9 – Letture per il Primo Maggio
Connessioni 9
30 aprile 2024
fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede nel campo della prevenzione e della salute negli ambienti di vita e di lavoro.
Letture per il Primo Maggio
Con questo numero 9 della rubrica Connessioni abbiamo pensato di offrire alcune letture interessanti per celebrare il 1 maggio. In questa epoca di aggressioni ai diritti delle persone che vivono del proprio lavoro proponiamo la condivisione di alcuni scritti utili a rafforzare l’autostima e la dignità di ciascuno di noi.
Il primo articolo :” Disuguaglianza. Il potere al servizio di pochi “ dal sito disuguaglianzedisalute.it ci illustra le disuglianze sociali crescenti nel mondo e ci permette di scaricare tramite un link il Rapporto OXFAM
Citiamo questa frase ” Per quanto riguarda l’Italia, il forte incremento della povertà, negli ultimi due decenni, richiede particolare attenzione: non è più concentrata in alcune zone del Mezzogiorno o tra le coorti più anziane a basso reddito, ma interessa anche le regioni settentrionali e le giovani generazioni. Nuclei più giovani – con redditi mediamente più bassi, minori risparmi o beni ereditati – mostrano da tempo, nelle rilevazioni ISTAT, una capacità di spesa più contenuta. L’incidenza della povertà è parimenti molto elevata in nuclei familiari con un solo percettore di redditi da lavoro a riprova che un solo lavoratore in famiglia spesso non basta ad evitare la condizione di povertà. La persistenza intergenerazionale della povertà (chi cresce in povertà in Italia e vive in povertà in età adulta) è più intensa in Italia rispetto alla maggior parte dei Paesi europei.”
Le politiche governative basate sulla promessa elettorale della probabile distribuzione di bonus da 100 euro una tantum con la prossima tredicesima … sono il segno della inadeguatezza e della mancanza di strategie del governo per combattere le povertà.
Un’altra lettura importante che proponiamo riguarda gli infortuni mortali sul lavoro.
E’ il testo del discorso del Cardinale Matteo Maria Zuppi pronunciato in Piazza Maggiore in occasione della Manifestazione sindacale del giorno 11 aprile.
“Siamo esseri umani e non macchinari, persone uniche e non pezzi di ricambio», la sicurezza non è un costo, né un lusso, ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona “
Infine una riflessione sul dramma delle guerre in corso che stanno distruggendo le vite e le condizioni di vita futura per molti anni a Gaza e in molte città dell’Ukraina. Le guerre sono una perdita di vite umane e al tempo stesso hanno portato la comunità internazionale ad abbandonare un priorità fondamentale per chi verrà dopo di noi: la lotta per mitigare e riportare sotto controllo i cambiamenti climatici. Vi proponiamo la lettura di un articolo su Scienza in rete che è un’anticipazione del libro di Maurizio Bonati Il cronico trauma della guerra, dal 2 maggio in libreria.
Buon Primo Maggio !
Veicoli elettrici e batterie agli ioni di litio Comprendere e prevenire i rischi
Segnaliamo un sito interessante progettato dall’Istituto canadese IRSST
La produzione di veicoli elettrici è in forte espansione e molti luoghi di lavoro sono interessati da questa nuova realtà. In collaborazione con le associazioni paritetiche di settore (ASP) e il CNESST, un team dell’IRSST ha approfondito i rischi e le modalità di prevenzione legati a questi veicoli e batterie Domande frequenti (FAQ).
Vai al sito IRSST Veicoli elettrici e batterie agli ioni di litio
Comprendere e prevenire i rischi
L’Anses publie un rapport sur les effets du télétravail sur la santé
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Fonte Etui
Autore : Pierre Bérastégui che ringraziamo
L’Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (ANSES) a publié un rapport dressant l’état des lieux des connaissances sur les effets du télétravail sur la santé.
L’étude, réalisée à la demande par l’Institut de recherche en santé environnement et travail (IRSET), identifie des effets sanitaires potentiels liés au recours massif au télétravail et aux technologies qui y sont associées. Les effets indésirables et leurs effets aggravants concernant la santé (troubles musculosquelettiques, impacts sur la vue, perturbation du sommeil, etc.), l’activité de travail (exigences de réactivité et de disponibilité, horaires de travail atypiques, dynamiques relationnelles, etc.) et la vie sociale – principalement en termes d’articulation vie privée et vie professionnelle.
Le rapport pointe que l’identification et la prévention des risques liés au télétravail nécessite la mobilisation de l’ensemble des acteurs – employeurs, préventeurs, travailleurs et leurs représentants –, afin de faire émerger des connaissances et des solutions qui tiennent compte de la réalité des situations de travail. Cette mobilisation doit intégrer les trois composantes de la santé, à savoir la santé physiologique, mentale et sociale. L’Anses souligne également que le télétravail ne se résume pas à la pratique du travail dans un autre lieu. Il s’agit d’une forme d’organisation du travail à part entière.
La recherche sur le télétravail fait état de situations très différentes et traduit une réalité complexe. Il peut caractériser l’activité d’un indépendant payé à la tâche comme dans le travail de plateforme, ou celle plus traditionnelle du salarié à temps plein. Il peut s’effectuer en des lieux différents, tel que l’espace de coworking, un train, un aéroport, son domicile, etc. Cette variété se reflète dans des différences de définition, qui complique le travail de compilation des connaissances sur le sujet. C’est l’une des raisons pour lesquelles on observe une variation importante des résultats dans les enquêtes. De plus, les données produites avant ou durant la période Covid ne sont pas représentatives de la situation actuelle, le développement rapide de cette modalité de travail étant notamment lié à l’évolution du cadre juridique associé.
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I valori dell’Occidente non sono più credibili se non si riducono le disuguaglianze
La linea del cambiamento di data passa nello stretto di Bering tra le due isole Diomede. Se a mezzogiorno dalla Grande Diomede, che appartiene alla Russia, si attraversano i quattro chilometri di gelido mare per approdare nella Piccola Diomede che fa parte dell’Alaska, si dovranno aggiornare gli orologi a poco dopo le tredici del giorno precedente.
Per i geografi, la linea del cambiamento di data segna il confine tra Occidente e Oriente. Dal punto di vista geopolitico però dovremmo spostarci di almeno tre fusi orari per includere anche il Giappone e la Corea del sud, se non l’Australia, perché per “Occidente” si intende l’insieme di Paesi ricchi, industrializzati, uniti da valori comuni. La scelta di rafforzare i legami di questa comunità nacque da un’idea del presidente francese Valéry Giscard d’Estaing, in collaborazione con il cancelliere tedesco Helmut Schmidt. Il primo G6, tra Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Italia e Giappone si riunì nel castello di Rambouillet, in Francia, dal 15 al 17 novembre 1975. L’anno dopo l’incontro fu esteso al Canada e nel 1998 alla Russia, quando si sperava che Mosca tendesse ad assimilarsi all’Occidente; ma queste speranze furono deluse e nel 2014, dopo l’invasione della Crimea, la Russia fu espulsa e il G8 divenne definitivamente G7.
GB. Il processo “kafkiano” agli attivisti per il clima
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The case was bought by Robert Courts MP, the solicitor general, and could have resulted in Trudi Warner, a 69 year-old retired social worker, being imprisoned for holding a sign outside court ahead of a case involving Insulate Britain protestors.
Her sign displayed the long-established principle of jury equity, under which a jury has the right to acquit a defendant as a matter of conscience, whatever the directions of the judge.
Democratic
She took the action in response to an order by Judge Silas Reid for banning defendants in climate cases from explaining their actions, and specifically from mentioning climate change or fuel poverty in court. At least three people have since been imprisoned for breaking this ban.