The Lancet: Il diritto alla casa

Fonte : Salute Internazionale  che ringraziamo 

 

La casa come fondamentale determinante sociale di salute. Rendere l’edilizia abitativa un intervento prioritario di sanità pubblica è un imperativo morale. La salute delle nostre comunità dipende da questo (1).

Il fatto che le nostre case siano indissolubilmente legate alla nostra salute non è una novità. “Si sarebbe potuto immaginare che la scienza e il buon senso avrebbero alla fine apprezzato l’importanza di tali considerazioni” si legge in una lettera su alloggio e salute , pubblicata su The Lancet nel 1922. L’accesso a un alloggio adeguato è riconosciuto come un diritto umano fondamentale previsto dalla legge. Perché allora continuiamo a permettere che così tante persone vivano in condizioni abitative insalubri? La Divisione Statistica delle Nazioni Unite ha stimato che nel 2022 più di 1 miliardo di persone vivevano in baraccopoli urbane o in condizioni simili a slum, e si prevede che questa cifra triplicherà entro il 2050. L’Adequate Housing Index della Banca Mondiale mette in luce forti disparità, con un terzo delle case in paesi delle economie emergenti che non riescono a soddisfare gli standard di adeguatezza. L’urgenza di raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 11.1 – garantire a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, sicuri e convenienti entro il 2030 – è chiara, ma siamo ben lontani dall’obiettivo.

Leggi tutto

Connessioni 13 ottobre 2023. Fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede….

Connessioni 2

13 ottobre 2023

fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede nel campo della prevenzione e della salute negli ambienti di vita e di lavoro.

Siamo alla seconda edizione della rubrica Connessioni di Diario Prevenzione.

 

Stavolta parliamo di

  • Una ricerca INRS Francia ha confermato che esiste un legame consolidato tra sinistri e performance economica dell’impresa.
  • INAIL – Relazione annuale sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali
  • Ancora sul Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza  condannato
  • Pubblicate due schede informative INAIL che trattano i nanomateriali e l’esposizione occupazionale al benzenE
  • Il lungo assedio al Ssn di Nerina Dirindin

§§§

INRS Francia

Una ricerca INRS Francia ha confermato che esiste un legame consolidato tra sinistri e performance economica dell’impresa.

Uno studio dell’INRS ha analizzato i dati di 1,9 milioni aziende francesi per un periodo di 15 anni. I risultati mostrano che una maggiore frequenza di infortuni sul lavoro è associata ad un calo della performance economica dell’impresa.
Riportiamo alcuni approfondimenti di Bertrand Delecroix, coautore di questo lavoro.

Il lavoro svolto in questo studio dell’INRS adotta una metodologia econometrica . L’obiettivo era quello di studiare il legame statistico tra gli indicatori di performance economica delle aziende e la frequenza degli infortuni sul lavoro. Questo lavoro mirava a rispondere alle preoccupazioni di tutti i soggetti interessati alla salute e sicurezza sul lavoro (Assicurazione sanitaria – Rischi professionali, servizi di prevenzione e salute sul lavoro, ecc.) che desiderano avere ulteriori argomenti per incoraggiare le aziende ad adottare maggiori misure preventive.

L’obiettivo di questo studio era quello di effettuare una valutazione statistica su larga scala, combinando tutti i settori di attività, al fine di fornire prove scientifiche sull’esistenza e l’importanza del legame tra il tasso di perdita delle imprese e la loro performance economica. E in definitiva per rispondere alla domanda: “Possiamo dire che più risorse un’azienda dedica alla prevenzione dei rischi professionali, più è economicamente efficiente? “.
Il vantaggio di questo lavoro risiede nell’ampia gamma di aziende monitorate e nella durata studiata, che sono piuttosto uniche. Provenienti dalle banche dati INSEE e Cnam, i dati utilizzati hanno riguardato 1,977 milioni di imprese francesi dipendenti dal regime generale, appartenenti a 83 rami professionali, monitorate sull’intero o parte del periodo dal 2003 al 2017 , ovvero 15 anni. In totale, sono state analizzate più di 14 milioni di osservazioni .

Il modello utilizzato dal team dell’INRS collegava, per ciascuna azienda, gli indicatori di performance economica (produttività, profitto) ai fattori di produzione (capitale, lavoro). Il contributo scientifico a questo studio è quello di aver integrato in questo modello le variabili relative all’esperienza della perdita (frequenza e gravità degli infortuni sul lavoro).La lezione più importante è che il tasso di sinistralità e la performance economica dell’azienda sono negativamente e significativamente legati . Un aumento del 10% della frequenza degli infortuni sul lavoro AT (Accident Travail AT nde) riduce la produttività dell’azienda dello 0,12% e il suo profitto dello 0,11% nello stesso anno. E questo effetto è ancora molto presente l’anno successivo.

Una seconda lezione è che l’importanza di questo effetto dipende molto dalla dimensione delle aziende. Per le aziende con meno di 20 dipendenti, questo aumento del 10% della frequenza dell’AT porta ad una riduzione dello 0,38% della produttività e dello 0,24% del profitto. Qualunque sia la dimensione dell’azienda, un AT interrompe la produzione e quindi riduce la produttività. Questo effetto è tanto più importante per le piccole imprese che sono più limitate in termini di personale e attrezzature per far fronte rapidamente alla disorganizzazione causata dall’AT.
I riferimenti per questa ricerca :  INRS

———————————

INAIL – Relazione annuale sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali

Salute e sicurezza sul lavoro, presentata la Relazione annuale Inail 2022

https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/pubblicazioni/rapporti-e-relazioni-inail/relazione-annuale-anno-2022.html

———————————

Ancora sul Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza  condannato

Sulla Sentenza della Cassazione Penale n° 38914 del 25/09/2023 segnaliamo ancora una serie di articoli e documenti importanti. Il primo riguarda un articolo del Prof.Pascucci, giuslavorista, Direttore della Rivista Diritto della Sicurezza sul lavoro. La Rivista intende aprire ed ospitare un dibattito tra gli studiosi del diritto della salute e della sicurezza sul lavoro su questa pronuncia che, a quanto consta, non ha precedenti. Per leggere l’articolo vai a
https://journals.uniurb.it/index.php/dsl/article/view/4344

Leggi tutto

Determinanti commerciali della salute

Fonte : Saluteinternazionale  che ringraziamo 

 

Benedetto Saraceno

Se i Determinanti Sociali della Salute fanno capire i meccanismi attraverso cui le disuguaglianze influiscono sulla salute delle persone, i Determinanti Commerciali della Salute indicano come il profitto di pochi minacci la salute di molti.

Nel 2016, in un articolo apparso su Lancet, Ilona Kickbush per la prima volta definiva un differente tipo di determinanti della salute: “Definiamo determinanti commerciali della salute quelle prospettive e quelle strategie utilizzate dal settore privato per promuovere prodotti e scelte che sono nocivi per la salute” (1).  Nel corso degli anni, la nozione di Determinante Commerciale della Salute (DCdS) si è venuta precisando. Secondo la Organizzazione Mondiale della Salute i DCdS sono tutte quelle attività del settore privato che hanno un impatto negativo o positivo sulla salute (2). La differenza con i Determinanti Sociali della Salute (DSdS) è sottile e probabilmente artificiale, ma è utile mantenere una distinzione fra le due nozioni in quanto i DSdS sono condizioni macroscopiche e complesse riconducibili a una molteplicità di fattori e di responsabilità politiche (si pensi alla povertà o alla mancata scolarità) mentre i DCdS sono fattori più circoscritti e riconducibili a responsabilità più definite e identificabili. In altre parole, se lottare contro la povertà è un vasto programma con implicazioni sociali, economiche e politiche macroscopiche e complesse, lottare contro l’uso nocivo del tabacco, dell’alcol o del junk food, presuppone interlocutori e controparti più definibili e definiti così come anche azioni più mirate e specifiche. Diciamo che  le politiche neoliberali tipiche del capitalismo avanzato sono responsabili delle disuguaglianze sociali ma che è più difficile identificare una ben definita controparte, mentre nel caso degli alimenti o delle sostanze nocive per la salute umana, le controparti hanno nome e cognome.

Leggi tutto