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Selezione di notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
Le iniziative che si sono celebrate in Emilia Romagna per la Giornata Mondiale Vittime del Lavoro e dell’Amianto. Segnaliamo il reportage dal sito dell’Associazione famigliari delle Vittime dell’Amianto AFeVA Emilia Romagna
Bologna, 29 aprile 2024
Riceviamo da Medicina Democratica che ringraziamo
Fermare le stragi sul lavoro, basta con la precarietà di contratti e subappalti a cascata!
28 aprile, Giornata Internazionale della Sicurezza sul Lavoro, Marco Caldiroli: “Precarietà dei contratti e subappalti a cascata al massimo ribasso, alla base di troppi incidenti mortali: fermare la strage con una vera qualificazione tecnico-professionale delle imprese e prevenzione realizzata con l’impiantistica
Milano, 27 aprile 2024. C’è un aumento del 19% di omicidi da lavoro nei primi due mesi di quest’anno, con il record lombardo del 42% rispetto al 2023, secondo i dati INAIL, un trend spaventoso, che ha visto nelle stragi operaie, al cantiere via Mariti a Firenze con 5 morti, e alla Centrale idroelettrica Bragi a Suviano, sull’Appennino Bolognese, con 7 morti, i fatti più sconvolgenti. Occorre intervenire il più rapidamente possibile per interrompere questa catena che non è mai frutto di fatalità, ma ha cause precise, fondamentalmente nel mancato rispetto delle norme. “L’aspetto su cui è urgente intervenire dal lato normativo è quello della qualificazione tecnico-professionale delle imprese” – ha dichiarato Marco Caldiroli, Presidente di Medicina Democratica – si tratta di una previsione esistente ma mai messa in atto e che il Governo, con il DL 19/2024, intende solo apparentemente attuare attraverso la inidonea proposta, tecnicamente ed eticamente, della patente a crediti. La nostra proposta invece è quella di superare le forme di autocertificazione e semplificazione imperanti, ridefinendo le condizioni minime per le quali un soggetto può iniziare a svolgere una attività in relazione al rischio della stessa: su questo chiameremo al confronto e alla condivisione, le forze sociali, le organizzazioni sindacali, ma anche le rappresentanze politiche e istituzionali. Troppi imprenditori improvvisati, senza formazione e senza attrezzature idonee, mandano allo sbaraglio i lavoratori e le lavoratrici”.
In particolare le tragedie di Firenze e Suviano, non solo hanno scosso profondamente l’opinione pubblica, ma hanno nuovamente portato a galla una delle cause che incidono fortemente sull’andamento infortunistico: la precarietà dei contratti e i subappalti a cascata al massimo ribasso, che è una modalità diffusa: “ Particolarmente grave è apparso, in entrambi i casi – ha aggiunto Caldiroli – la difficoltà e il tempo trascorso per avere un’idea precisa delle imprese coinvolte e dei relativi rapporti con i lavoratori deceduti. Ciò è in palese contrasto con la normativa che chiede, per i cantieri, la preventiva notifica agli organi di vigilanza delle imprese via via che entrano nel cantiere.”
Occorre interrompere al più presto questa catena di infortuni, che non sono mai frutto di fatalità o di cosiddetti errori umani, colpevolizzando proprio le vittime, che non sono”deficienti”, come ha detto un imprenditore. Così come si conoscono le lamentele di molti datori di lavoro sulle “troppe sicurezze” sulle macchine, in particolare se impediscono la produttività piena, il pieno sfruttamento, e quindi la manipolazione e l’aggiramento delle protezioni, che sono la normalità nei luoghi di lavoro e tra le cause di infortuni.
Quando il fattore dell’infortunio appare un’azione personale, nella maggior parte dei casi , la motivazione è dovuta ad una esposizione a un rischio per sopperire alle deficienze (in sicurezza, attrezzature, procedure, DPI ecc) delle aziende. “La nostra proposta – sottolinea Caldiroli – si inserisce in quella più generale che vuole ridare piena voce e diritti, in primis, ai lavoratori e alle lavoratrici nei luoghi di lavoro e si basa sull’obiettivo della prevenzione mediante l’impiantistica, ovvero progettare, realizzare e mantenere luoghi di lavoro a misura di uomo e di donna e non il contrario”.
Segnaliamo la disponibilità sul sito dell’Associazione Ambiente Lavoro delle presentazioni svolte dai relatori al Convegno “La trasformazione digitale del mondo del lavoro. Opportunità, rischi e mitigazioni” del 23 aprile 2024
La pagina web del sito dell’Associazione Ambiente Lavoro coi link alle slides: clicca QUI
Secondo l’articolo Nuclear testing in the 21st century—legacy, tensions, and risks di Francois Diaz Marin pubblicato dal Bollettino degli scienziati contro il nucleare non vi sarebbe, in base alle dichiarazioni degli esponenti delle potenze Usa, Federazione russa e Cina un rischio di una ripresa imminente dei test nucleari. Tuttavia non mancano segnali che possono preoccupare: sia la Federazione russa sia la Cina e gli stessi USA , secondo indagini svolte tramite satelliti, starebbero lavorando in modo intenso nei siti già prediposti per gli esperimenti . Fonti vicini alla Presidenza degli USA affermano che nel caso di una ripresa degli esperimenti sotterranei gli USA si sono messi nella condizione di riprenderli dopo sei mesi… Rispetto al tema del riscaldamento climatico le grandi potenze pensano che le priorità siano altre. Alle persone senza poteri non resta che aspettare se essere vaporizzati in una nube atomica o arrostiti dal cambio del clima …. Nel frattempo migliaia di giovani e ragazze non sono neppure informati su cosa significherebbe in termini di rischi per la salute la moltiplicazione delle emissioni di particelle radiaoattive ….
Fonte di riferimento
Fonte Disuguaglianzedisalute.it che ringraziamo
Così recita l’articolo 32 della nostra Costituzione, ma come si evince dalla lettura di questo articolo non è proprio così.
Con la Legge 213 del 30/12/2023 vengono ridefinite le quote di iscrizione volontaria al Servizio sanitario nazionale per le persone straniere che sono regolarmente soggiornanti in Italia per un periodo superiore a 3 mesi, ma che non abbiano titolo all’iscrizione obbligatoria e appartengano alle categorie tenute ad assicurarsi contro il rischio di malattia, di infortunio e per maternità (mediante la stipula di una polizza assicurativa privata, ovvero, con iscrizione volontaria al SSN).
Si tratta di studenti, persone alla pari (anche per periodi inferiori a tre mesi), titolari di permesso di soggiorno per residenza elettiva e che non svolgono alcuna attività lavorativa, personale religioso, stranieri che partecipano a programmi di volontariato, personale diplomatico e consolare delle Rappresentanze estere operanti in Italia, dipendenti stranieri di organizzazioni internazionali operanti in Italia, familiari ultrasessantacinquenni con ingresso in Italia per ricongiungimento familiare, e tutte le altre categorie individuate per esclusione rispetto a coloro che hanno titolo all’iscrizione obbligatoria.
L’iscrizione volontaria al SSN è effettuata dietro pagamento di un contributo annuale con riferimento all’anno solare 1 gennaio – 31 dicembre a prescindere dall’eventuale scadenza infra-annuale del permesso di soggiorno, non è frazionabile e non ha decorrenza retroattiva.
Ecoscienza – Numero 1 del 2024
Al centro del nuovo numero della rivista di Arpae Emilia-Romagna, un servizio dedicato al suolo per conoscere, gestire e valorizzazione una risorsa da tutelare, un approfondimento sull’efficacia dei sensori smart e low cost per la qualità dell’aria e uno studio di Arpae sull’amianto in ambiente esterno. In questo numero presentiamo anche una nuova rubrica, Eco-logos, l’ecologia profonda come nuovo paradigma
Il governo ogni giorno opera una forzatura per riscrivere le forme e le modalità di funzionamento delle istituzioni al di fuori di un confronto nelle sedi appropriate, il Parlamento o con il confronto con le istituzioni decentrate , le Regioni . Ne è testimonianza questo ordine del giorno della Conferenza delle Regioni che segue un documento già inviato in data 11 marzo 2024 dalla Conferenza delle Regioni ai Ministri del Lavoro e della Sanità in merito a :
– Formazione in Sicurezza sul Lavoro
– Coordinamento delle attività di controllo tra Aziende Sanitarie Locali (ASL) e Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL)
– Risorse
A quel documento il Governo non aveva dato risposte.
Le Regioni scrivono ancora al governo protestando sul mancato coinvolgimento di Ministero Salute e delle Regioni sui temi della salute e sicurezza del lavoro, materia in cui le Regioni hanno competenza concorrente con lo Stato
DOC.CR.P.05TER) OdG Sicurezza sul LavoroPer scaricare il file pdf Clicca QUI
CONVEGNO
in memoria di Rino Pavanello a dieci anni dalla scomparsa
La trasformazione digitale del mondo del lavoro. Opportunità, rischi e mitigazioni
Martedì 23 aprile 2024 ore 9.30-13.30
Milano – FAST, Piazzale Morandi 2
Sala Morandi
Introduzione e presentazione – Norberto Canciani – Presidente Associazione Ambiente e Lavoro
Associazione Ambiente e Lavoro: dalle iniziative di Rino Pavanello per il recepimento della direttiva Seveso e per la promozione della salute e sicurezza sul lavoro alle nuove sfide sulla sostenibilità ambientale in ambito industriale
La campagna europea EU OSHA 2023-2025 “SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO NELL’ERA DIGITALE” – Francesca Grosso – INAIL
Gli impatti sul lavoro della digitalizzazione – Cinzia Maiolini – Segretaria nazionale FILCTEM CGIL
Rischi nuovi ed emergenti per la salute e sicurezza sul lavoro nel contesto di trasformazione digitale – prof. Francesco Costantino – Università “La Sapienza” Roma, Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale
Le macchine nell’era digitale: il regolamento 2023/1230 – Sara Anastasi – INAIL – Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici
Sicurezza sul lavoro e sicurezza del lavoro: il duplice volto dell’intelligenza artificiale generativa – Giuditta Simoncelli – INAIL – Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici
Dibattito e conclusioni
Il convegno sarà trasmesso anche in streaming (https://www.youtube.com/@Amblav).
Avvisiamo che il giorno del convegno i nostri uffici rimarranno chiusi.
Fonte: Associazione Ambiente e Lavoro
Per leggere l’articolo tradotto in italiano clicca l’icona blu google translate (la quarta da sinistra in fondo all’articolo) . Per un uso professionale e/o di studio raccomandiamo di fare riferimento al testo originale. |
Fonte Znetwork che ringraziamo
“This clearly shows that protecting our climate is much cheaper than not doing so, and that is without even considering noneconomic impacts such as loss of life or biodiversity,” a new study’s lead author said.
The climate crisis will shrink the average global income 19% in the next 26 years compared to what it would have been without global heating caused primarily by the burning of fossil fuels, a study published in Nature Wednesday has found.
The researchers, from the Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK), said that economic shrinkage was largely locked in by mid-century by existing climate change, but that actions taken to reduce emissions now could determine whether income losses hold steady at around 20% or triple through the second half of the century.
Info: ilmanifestoinrete@gmail.com
Diretta sulla pagina facebook – https://m.facebook.com/IlManifestoBologna/
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Jonathan Este, The Conversation
The Israel Defense Forces (IDF) have reportedly been conducting operations in the Beit Hanoun area of the northern Gaza Strip conducting raids on Hamas and Islamic Jihad targets. The IDF says it has been working on information gleaned from questioning Palestinian fighters captured in the fighting.
According to a report in the Jerusalem Post on April 17, the Palestinian fighters were hiding out in schools in the area. A warning was issued to civilians to evacuate the buildings before the Israeli military moved in, the IDF said.
Meanwhile, ceasefire talks have been suspended as Israel reportedly prepares to move on Rafah, where more than a million Palestinians remain trapped. The Guardian reported this week that the IDF had confirmed buying 40,000 tents for evacuees.
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When it comes to how the IDF identifies its targets, investigative journalists in Jerusalem have published reports recently delving into the use of artificial intelligence (AI) by Israel’s military and intelligence agencies in its conduct of the war. The investigation, by online Israeli magazines +927 and Local Call examined the use of an AI programme called “Lavender”. This examines a range of data to identify possible Hamas fighters. As Elke Schwarz, a reader in political theory at Queen Mary University of London, explains, this could include social network connections and family relationships.
Schwarz writes here: “The category of what constitutes relevant features of a target can be set as stringently or as loosely as is desired. In the case of Lavender, it seems one of the key equations was ‘male equals militant’.” Shades, she says, of the US doctrine during the drone wars of Barack Obama’s administration that apparently held that “all military-aged males are potential targets”.
Needless to say, the potential for misidentification is enormous. It’s important to note that the IDF is not the only military to be working with AI in this way. The US Department of Defense is known to be working on what it calls “Project Maven”, which – we’re told – allows the user to sign off on up to 80 targets an hour, apparently barking out the prompt to “accept, accept, accept”. As the 1970s Milgram experiments into obedience to authority suggested, controversially, humans – particularly men – will perform actions that are tantamount to torture if directed to with sufficient authority.
These are also not the first reports to emerge about Israel’s alleged use of AI to identify targets. Natasha Karner, a researcher into emerging technologies and global security at RMIT University in Australia, writes that the IDF was boasting of winning the first “AI war” in its’ intensive 11-day Operation Guardian of the Walls campaign in 2021.
But one function of the way the IDF is harnessing Lavender in this current conflict is its use alongside other systems. One called “Habsora” (or Gospel) tells the system that a building potentially houses a suspected fighter and another, apparently called “Where’s Daddy?”, reports on when the target returns to the building, which may or may not also contain the fighter’s family.
Away from the charnel house that is the Gaza Strip, the focus has been on the aftermath of Israel’s strike on the Iranian embassy in Baghdad on April 1. The strike killed seven members of Iran’s Islamic Islamic Revolutionary Guard Corps, including General Mohammad Reza Zahedi, the Quds Force commander overseeing Syria and Lebanon.
According to Scott Lucas, an expert in Middle East conflicts at University
College Dublin, Israel has been assassinating Iran’s top military and intelligence brass for years. But what set the April 1 attack apart from the rest was that this was an attack on a diplomatic premises, ruled by international law to be “inviolable”. As is his wont, Iran’s supreme leader, Ayatollah Ali Khamenei, vowed revenge, declaring: “The Zionist regime will be punished by the hands of our brave men. We will make it regret this crime and others it has committed.”
Writing on April 11, Lucas kindly agreed to answer our questions on whether this would be likely to escalate into an all-out regional conflict. He felt that Khamenei’s rhetoric was very much performative. It was meant for both internal consumption, to rally a restless population suffering from a parlous economy crippled by sanctions and angry at the regime’s oppression, and to project strength in the region.
He speculated that Iran could launch an air assault, but this could undo Tehran’s diplomatic efforts over months to portray Iran as much of a victim as Gaza and to try to sow division between Israel and the US. And this was very much how it was to turn out when Iran’s drones and missiles flew last weekend.
Fonte Saluteinternazionale che ringraziamo
di Adriano Cattaneo
Il passo successivo alla privatizzazione della sanità è quello della finanziarizzazione. È sempre più forte la tendenza ad acquisire strutture e organizzazioni sanitarie da parte di fondi di investimento, fondi pensione, fondi speculativi (“hedge funds”), compagnie generali di assicurazioni, gestori di beni, fino a quelle misteriose entità note come “private equities”. Con maggiori costi per i pazienti, minore qualità delle cure, insufficiente quantità e qualità degli operatori sanitari.
La finanziarizzazione di un’impresa o di un settore produttivo va oltre il semplice finanziamento. Il termine indica, piuttosto, che la dinamica delle operazioni finanziarie all’interno di quel settore è talmente vasta da prendere il sopravvento sulla produzione, di servizi nel caso della sanità. Invece di concentrare l’attenzione sulla qualità delle cure e sui risultati di salute, un servizio sanitario finanziarizzato si preoccupa prioritariamente di acquisire da e/o vendere ad altri servizi finanziarizzati, strutture e attività, o addirittura semplicemente azioni e/o quote di proprietà. Se i profitti di un servizio sanitario finanziarizzato si mantengono ai livelli attesi, o aumentano, i finanzieri che vi hanno investito mantengono o aumentano le loro quote di proprietà. Se, al contrario, i profitti diminuiscono o non arrivano ai livelli sperati, o se l’investimento in altri settori sembra essere più redditizio, i finanzieri non esitano a spostare i loro capitali altrove. Può anche succedere che dei finanzieri investano a tempo in un servizio sanitario, cercando di ricavare nel breve periodo il massimo possibile di profitti, per poi disfarsi delle loro quote di proprietà lasciando che il servizio vada alla deriva. In questo modo, finisce che il settore assomigli sempre meno a un servizio sanitario e sempre più a piazza affari.
INTERVENTO DEL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI A BOLOGNA
11 aprile 2024 sciopero Cgil e Uil per la sciagura del bacino di Suviana
Intervento in Piazza Maggiore sulla sicurezza e sul lavoro bene comune
Per prima cosa rivolgo un pensiero alle vittime, la preghiera per loro e per le loro famiglie, che la scomparsa dei loro – e nostri – cari la porteranno, atroce, tutti i giorni. Dio li accolga dove non c’è morte e le lacrime sono asciugate, consoli i familiari, ispiri solidarietà. Vorrei rivolgere un pensiero grato anche a tutti quelli che si stanno prodigando con generosità straordinaria lavorando per cercare i dispersi. E un ringraziamento particolare alla gente della montagna. Ci fanno sentire comunità, vivono questa tragedia come loro dolore – e così deve essere – e ci ricordano che siamo una comunità. I panini che istintivamente hanno preparato e offerto a quanti aiutavano sono la dimostrazione dell’umanità da ritrovare e da non smarrire.
Non possiamo abituarci al fatto che il lavoro, che dà vita, diventi morte. Per nessuno. Lavoro e morte non devono mai abbracciarsi. Il lavoro è vita e deve far vivere, è vocazione, dignità della persona, socialità. Se diventa morte, sfruttamento, ingiustizia, ciò deve generare corale e convinta repulsione. Per questo oggi, in continuità con gli altri presidi e manifestazioni al riguardo, chiediamo responsabilità e sicurezza. Le vittime sul lavoro sono uno scandalo. Le morti e gli infortuni riguardano tutti. La media di tre incidenti sul lavoro al giorno in Italia non tende a diminuire. Questa tragedia impone oggi sobrietà nelle parole, serietà negli impegni, consapevolezza non opportunistica, responsabilità per il presente perché ci sia un futuro diverso. Questo inizia da ciò che facciamo oggi! L’indignazione e la commozione di queste ore, drammatiche e sconvolgenti, devono diventare impegni di sistema.
E chiedono lo sforzo di tutti. Come dobbiamo impegnarci per la manutenzione della pace, così solo la manutenzione della sicurezza può impedire al massimo quelle che non sono mai solo fatalità. Sicurezza e responsabilità. Ma la sicurezza chiede investimenti, formazione, informazione, sistemi di prevenzione che aiutino e non penalizzino, controlli efficaci. Non è un investimento facoltativo. I lavoratori sono il patrimonio più prezioso di un’impresa. Quando la sicurezza è vista come un costo aggiuntivo, addirittura fastidioso o considerato inutile, significa che siamo irresponsabili e ciò rende responsabili delle tragedie.
Ne va della dignità delle persone, della credibilità delle leggi e della fedeltà alla nostra Costituzione, fondamento della nostra casa comune. La Chiesa è preoccupata delle condizioni dei lavoratori, perché al centro ci sono le persone. Tutte. Nel recente documento Dignitas infinita del Dicastero per la Dottrina della Fede, è scritto: «La povertà si diffonde in molti modi, come nell’ossessione di ridurre i costi del lavoro, senza rendersi conto delle gravi conseguenze che ciò provoca, perché la disoccupazione che si produce ha come effetto diretto di allargare i confini della povertà. Tra questi effetti distruttori dell’Impero del denaro, si deve riconoscere che non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro e della dignità del lavoro» (n. 37). Le cosiddette “morti bianche” (che però bianche non sono, perché macchiano le nostre coscienze!) sono spesso frutto di deresponsabilizzazione.
Sappiamo che esternalizzare il lavoro attraverso ditte o cooperative facilmente crea situazioni più difficili da controllare, alimenta il precariato e la manodopera finisce sottocosto. La logica dell’esclusivo profitto porta spesso al ribasso e così le prime voci sacrificate sono le garanzie contrattuali e la sicurezza. «Non si può, in nome di un maggior profitto, chiedere troppe ore lavorative, facendo diminuire la concentrazione, oppure pensare di annoverare le forme assicurative o le richieste di sicurezza come spese inutili e perdite di guadagno». La sicurezza sul lavoro – disse Papa Francesco – è parte integrante della cura della persona. «Siamo esseri umani e non macchinari, persone uniche e non pezzi di ricambio». La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso, ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona. Facciamolo anche per onorare la loro morte.
Bologna, Piazza Maggiore
11/04/2024
“Quando Lavoratori e RLS possono essere ritenuti responsabili?”
mercoledì’ 17 aprile 2024
ore 9.15 – 12.30
Auditorium Stefano Cerri
via Valvassori Peroni 56 – Milano
Per non dimenticare Bouzekri, Mohamed, Mohamed T., Taoufik, Luigi
Dopo il seminario sul ruolo e sulle responsabilità del preposto, così come sono state ridisegnate dall’aggiornamento del DLgs 81/08, è inevitabile proseguire la riflessione sul ruolo e sulle responsabilità di RLS e lavoratori.
In questo caso partiamo dagli infortuni, dove sempre più frequentemente vengono individuati come fattore causale i comportamenti imprudenti dei lavoratori. Ma quali condizioni organizzative, quali dinamiche aziendali, quali limiti nello sviluppo delle competenze e della consapevolezza del lavoratore inducono ai comportamenti imprudenti? Quanto la debolezza contrattuale mette il lavoratore nella condizione di accettare respon- sabilità non sue? Quanto invece si espone consapevolmente ad un rischio? Per i due casi sentiremo la posizione di RLS (come possono supportare i lavoratori) e dell’organo di vigilanza.
Sentiremo infine il parere di un giurista che ci chiarisca gli aspetti normativi.
Il Seminario è stato celebrato il 17 aprile e ora sul sito della Consulta Italiana Interassociativa della Prevenzione sono disponibili le presentazioni: clicca QUI
WORKSHOP SIAP
IL SISTEMA INFORMATIVO AZIENDALE
PER LA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO
PROMOSSO DALL’ASP DI RAGUSA – 23 aprile 2024
Workshop SIAP
Per scaricare la Locandina clicca QUI
Nella stazione di Brandizzo in provincia di. Torino nella notte del 31 agosto 2023 morirono cinque operai travolti da un treno mentre stavano eseguendo lavori di manutenzione sulla linea
Fonte CIIP
La rivista In Marcia, unitamente ad un gruppo di cittadini, lavoratori e associazioni denuncia il Governo italiano per la mancata adozione dei decreti attuativi previsti dall’art. 3 del D.Lgs. 81/08, di coordinamento e armonizzazione con le relative norme tecniche nei settori, porti, navigazione, pesca e ferrovie, decreti attesi ormai da 16 anni.
CIIP in più occasioni (ultimo documento del 2021) aveva sollecitato il Governo alla emanazione dei decreti in questione.
Un estratto dell’articolo che potete leggere integralmente su ” In Marcia ”
“Brandizzo, denunciata l’Italia per violazione
delle direttive europee sulla sicurezza sul lavoro”
Nel nostro Paese senza decreti di armonizzazione al TU 81, tutele ridotte per i lavoratori impiegati di ferrovie, pesca, porti, e navigazione
Roma, 16 aprile 2024 – La nostra rivista, assieme ad un gruppo di cittadini, lavoratori e associazioni ha presentato alla Commissione Europea una denuncia il mancato recepimento recepimento delle direttive riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro e chiesto l’avvio di una procedura di infrazione.
In sintesi, dopo 16 anni dall’approvazione del Decreto Legislativo 81 del 2008, nei settori, porti, navigazione, pesca e ferrovie, ancora non sono pienamente applicabili le norme di tutela di fonte comunitaria in esso contenute ma restano in vigore leggi obsolete, addirittura precedenti all’approvazione della Direttiva europea 391/89 sulla materia.
A causa della mancata adozione dei decreti di coordinamento e armonizzazione nel settore ferroviario, ancora oggi si applicano – incredibilmente – norme dei decreti del 1955 e 1956 e leggi del 1974 e 1979. La previsione iniziale di un termine di 12 mesi per l’adozione di questi decreti, necessari per l’allineamento della normativa nazionale ai principi della legislazione europea, è stata colpevolmente prorogata dal governo italiano dapprima a 24 mesi, poi a 36 poi a 48, poi a 55 mesi; infine, nel 2012 il termine è stato rinviato a tempo indeterminato “fino all’approvazione dei decreti…”.
Ancora In Marcia ! è una rivista radicata nel settore ferroviario, tuttavia è pienamente consapevole e partecipe delle criticità presenti nell’intero mondo del lavoro. Per questo abbiamo sollevato il tema anche riguardo gli altri settori interessati con i quali condividiamo notevoli affinità, tecniche, organizzative e di rischio, nonché indici infortunistici estremamente significativi.
Rischi venuti tragicamente alla ribalta nel caso dell’infortunio multiplo, (anche conosciuto come la strage di Brandizzo), avvenuto nella notte del 31 agosto 2023 in provincia di Torino, durante la manutenzione dei binari, nel quale hanno perso la vita cinque operai. Questa tragedia ha messo in luce un quadro giuridico paradossale in cui le norme di protezione dei lavoratori addetti all’infrastruttura ferroviaria in Italia – sulla base della legge 191/74, una delle norme oggetto della nostra denuncia – sono stabilite dalla stessa impresa datrice di lavoro e committente dei lavori (RFI Spa), mediante proprie “Istruzioni” che hanno valore di legge e non dalle norme generali di tutela di derivazione comunitaria, valide per il resto dei cantieri.
Il ministero dei trasporti, in questi anni, salvo uno schema di decreto varato nel 2012 e rimasto chiuso in un cassetto, si è distinto per l’inerzia amministrativa. Dietro a questo inescusabile ritardo temiamo si celi una sorta di avversione da parte del potente apparato economico industriale che governa il mondo ferroviario e quello marittimo.
Neanche i ripetuti solleciti giunti dai ferrovieri, delle associazioni degli operatori della prevenzione e da ultimo anche delle regioni sono stati sufficienti per sbloccare lo schema del provvedimento. Le ultime notizie ufficiali segnalano che “… La bozza di schema è al vaglio dell’Ufficio Legislativo del MIT“.
Siamo convinti che questa denuncia, se raccolta e sostenuta da tutti i soggetti interessati realmente alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, parlamento e parlamentari, partiti, regioni (in primis la Lombardia coordinatrice per la sanità nell’ambito della Conferenza delle Regioni), sindacati nazionali, ASL, Ispettorato Nazionale del lavoro, associazioni di volontariato e professionali, istituzioni scolastiche e di ricerca, organi di informazione, ecc., possa rappresentare uno stimolo per offrire al nostro paese una legislazione al passo coi tempi.
Noi, da semplici cittadini, pensiamo di aver fatto la nostra parte. Quando si tratta di sacrifici e rinunce ci sentiamo spesso dire che “Ce lo chiede l’Europa… “. Oggi siamo noi a chiedere all’Europa. Vediamo cosa risponderà.
Per leggere anche il testo della denuncia clicca QUI
Segnaliamo una serie di contenuti molto importanti pubblicati dalla Rivista Hazards.org nell’ultimo numero gennaio marzo 2024. La Rivista diretta da Rory O’Neill è un esempio straordinario e importante di socializzazione e divulgazione di notizie utili alla promozione e tutela della salute negli ambienti di lavoro e di vita.
Dall’indice che pubblichiamo suggeriamo di leggere con attenzione il dossier sulle implicazioni del cambiamento climatico rispetto alle condizioni materiali dei lavoratori di molti settori. editor
Cattivo clima
La crisi climatica sta mettendo i lavoratori a rischio potenzialmente mortaleCaldo, freddo, umido e selvaggio. Il tempo sta diventando sempre più imprevedibile e più estremo. Rory O’Neill esamina i nuovi rischi emergenti a seguito della crisi climatica che hanno visto la preparazione alle emergenze diventare una parte essenziale di una politica di sicurezza sul lavoro.
Hazards 165, gennaio-marzo 2024
Senza limiti
La capitolazione mortale dell’HSE sugli standard di esposizione chimicaSono lì per proteggerti da tutto, dai veleni mortali agli agenti cancerogeni a morte ritardata. Ma, avverte Hazards , mentre i lavoratori europei hanno beneficiato di una serie di standard chimici più severi da quando la Brexit è entrata in vigore nel 2020, in Gran Bretagna non è stato introdotto un solo limite di esposizione sul posto di lavoro più protettivo.
Hazards 165, gennaio-marzo 2024
Polvere alla polvere
I casi di silicosi mettono in luce l’autocompiacimento del governoSono ovunque. I controsoffitti della cucina in pietra ingegnerizzata hanno un bell’aspetto e costano meno. Ma c’è un problema, dice Hazards . I lavoratori che li producono vengono colpiti a una velocità spaventosa dalla silicosi che distrugge i polmoni. In parlamento, il governo britannico ha insistito sul fatto che “nessuno” è stato danneggiato. Ma più avanti, gli specialisti dei polmoni dell’ospedale raccontano una storia diversa.
Hazards 165, gennaio-marzo 2024
Casi ospedalieri
Lavoratori disperati che non ricevono la protezione dell’HSEUn suicidio in ospedale. L’Health and Safety Executive (HSE) persegue un comitato sanitario con accuse penali ai sensi della legge sulla salute e la sicurezza. Quindi, si chiede Hazards , perché l’autorità di regolamentazione della sicurezza sul lavoro vede un crimine da parte del datore di lavoro quando un paziente muore, ma non quando la stessa cattiva gestione della sicurezza porta un lavoratore ospedaliero a togliersi la vita?
Hazards 165, gennaio-marzo 2024
Preparazione del rappresentante
La guida all’organizzazione di Dave Smith. N.24. Seduto di fronte a un managerAd un certo punto è probabile che ogni rappresentante della sicurezza si ritrovi seduto di fronte a un manager per discutere un problema di salute e sicurezza. Che si tratti di una riunione del comitato di sicurezza con qualcuno delle risorse umane che prende verbali o di una chat informale, questo può essere scoraggiante per un nuovo rappresentante. Quindi, è utile avere una lista di controllo per quando incontriamo il management.
Hazards 165, gennaio-marzo 2024
Poster sui pericoli: Lavori dovuti agli agenti atmosferici
Lavorare per superare la crisi climaticaCaldo, freddo, umido e selvaggio. I lavoratori sono in prima linea quando la crisi climatica colpisce casa.
Un poster di Hazards pin-up al lavoro
Queste notizie sono tratte dal sito del Segretariato internazionale per la messa al bando dell’amianto Ibasecretatariat che ringraziamo .
Le vittime dell’amianto fanno causa alla compagnia ferroviaria
15 aprile 2024
La BNSF Railway, con sede in Texas, una società di proprietà del miliardario americano Warren Buffet, è stata citata in giudizio da numerose vittime dell’amianto – tra cui il 61enne Paul Resch, vittima dell’amianto, e gli eredi di Joyce Wald e Thomas Wells – che hanno affermato che la ferrovia non è riuscita a prevenire la liberazione di fibre cancerose a seguito delle sue attività nella città di Libby, nel Montana. Ad oggi, le argomentazioni avanzate dal team legale di BNSF in difesa della società sono state respinte dal giudice della Corte distrettuale degli Stati Uniti Brian Morris. Vedi: Le vittime dell’inquinamento da amianto del Montana che ha ucciso centinaia di persone portano in tribunale la ferrovia di Warren Buffet .
Verdetto sull’ansia da amianto
15 aprile 2024
Un tribunale del lavoro di Rouen ha ordinato alla società DS Smith Paper di Saint-Etienne-du-Rouvray, in Francia, di risarcire 131 dipendenti esposti all’amianto il mese scorso (marzo 2024). I giudici hanno convenuto che, a causa di esposizioni pericolose sul posto di lavoro, i ricorrenti soffrivano di “ansia da amianto”, ovvero la paura di contrarre una malattia correlata all’amianto. I pagamenti dei compensi variavano da € 1.200 (US $ 1.280) a € 15.000 (US $ 15.980) per dipendente. Vedi: Rouen. Affaire DS Smith: l’entreprise condamnée à indemniser 131 stipendiés exposés à de l’amiante [Rouen. Caso DS Smith: l’azienda condannata a risarcire 131 dipendenti esposti all’amianto.
Autore Mauro Mazzetti che ringraziamo
Fonte ilmanifestoinrete
Pur nella consapevolezza che solo le indagini tuttora in corso (ipotesi di reato: disastro e omicidio colposo plurimo) potranno chiarire meglio quanto accaduto, al momento in cui scriviamo questo articolo (sabato 13 aprile) alcuni elementi sono sufficientemente certi e tali da consentire qualche riflessione.
Riassumiamo: c’è questa centrale elettrica Enel Greenpower (società del gruppo ENEL, in ogni caso, a tuttora rilevante partecipazione pubblica) sita a Bargi, nella parte più stretta del bacino artificiale di Suviana, quasi al confine tra le province di Bologna e Pistoia. Il bacino è formato da una diga, costruita ormai quasi un secolo fa, a sbarrare il corso del torrente Limentra con un’altra centrale elettrica per alimentare la allora appena costruita “direttissima” linea ferroviaria Bologna Firenze; la costruzione comportò la sommersione del borgo di Suviana bassa (resta, più in lato della diga, Suviana alta) e soprattutto già allora la morte di ben 13 operai durante i lavori. La centrale di Bargi, collocata sul lato opposto del bacino rispetto alla diga, poco dopo l’immissione del Limentra, risale al 1975 ed è considerata, per l’epoca, all’avanguardia; non è quindi però di concezione moderna. Come è noto, in buona parte si sviluppa in profondità, con nove piani sotterranei e profondità che le fonti indicano in 30 o addirittura 40 metri (e già questa incertezza qualcosa vorrà dire); è una centrale di piccole dimensioni, a pozzo, con una potenza di 330 MW e due turbine, che sfrutta anche l’acqua del vicino, e più elevato, bacino del Brasimone (si noteranno, dalle immagini, le condotte che scendono dall’alto a collegare i due invasi).
I link riportati sono stati segnalati da una ricerca sul web effettuata con diversi motori di ricerca.
REACH
Entra in vigore la restrizione dei PFCA a catena lunga
La restrizione a livello dell’UE di alcuni acidi perfluorocarbossilici (C9-C14 PFCA) – un sottogruppo di sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) – si applicherà a partire dal 25 febbraio. Dopo tale data i PFCA non potranno essere immessi sul mercato o utilizzati nella maggior parte delle applicazioni. Per alcuni usi sono stati concessi periodi di transizione più lunghi.
La restrizione ridurrà o impedirà l’esposizione umana e dell’ambiente ai PFCA ed eviterà la sostituzione del PFOA, vietato a livello globale dal luglio 2020. Come indicato dalla strategia sulle sostanze chimiche per la sostenibilità l’UE aspira alla eliminazione graduale di tutti gli usi non essenziali delle PFAS.
Ai sensi della Convenzione di Stoccolma le autorità canadesi hanno inoltre proposto di elencare i PFCA a catena lunga come inquinanti organici persistenti (POP).
https://www.mase.gov.it/pagina/echa-e-news-22-febbraio-2023
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Gli Stati Uniti contro i PFAS: limiti ridotti al minimo nell’acqua potabile
Giro di vite sui PFAS! L’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti (EPA) ha preso una decisione che tutelerà la salute di quasi 100 milioni di persone.
Gli Stati Uniti contro i PFAS: limiti ridotti al minimo nell’acqua potabile
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Gli Stati Uniti provano a eliminare i Pfas dall’acqua potabile
L’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente ha varato nuove regole per ridurre sensibilmente la presenza degli “inquinanti eterni” e tutelare la salute dei cittadini
https://www.wired.it/article/pfas-acqua-potabile-stati-uniti-nuove-regole/
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La Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione scrive ai Segretari nazionali di Cgil e Uil Landini e Bombardieri sul tema salute e sicurezza nel lavoro nel nostro paese.
Ai Segretari Generali Landini e Bombardieri
Per scaricare il file pdf della lettera clicca QUI
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Natasha Karner, RMIT University
The Israeli army used a new artificial intelligence (AI) system to generate lists of tens of thousands of human targets for potential airstrikes in Gaza, according to a report published last week. The report comes from the nonprofit outlet +972 Magazine, which is run by Israeli and Palestinian journalists.
The report cites interviews with six unnamed sources in Israeli intelligence. The sources claim the system, known as Lavender, was used with other AI systems to target and assassinate suspected militants – many in their own homes – causing large numbers of civilian casualties.
According to another report in the Guardian, based on the same sources as the +972 report, one intelligence officer said the system “made it easier” to carry out large numbers of strikes, because “the machine did it coldly”.
As militaries around the world race to use AI, these reports show us what it may look like: machine-speed warfare with limited accuracy and little human oversight, with a high cost for civilians.
The Israeli Defence Force denies many of the claims in these reports. In a statement to the Guardian, it said it “does not use an artificial intelligence system that identifies terrorist operatives”. It said Lavender is not an AI system but “simply a database whose purpose is to cross-reference intelligence sources”.
But in 2021, the Jerusalem Post reported an intelligence official saying Israel had just won its first “AI war” – an earlier conflict with Hamas – using a number of machine learning systems to sift through data and produce targets. In the same year a book called The Human–Machine Team, which outlined a vision of AI-powered warfare, was published under a pseudonym by an author recently revealed to be the head of a key Israeli clandestine intelligence unit.
Last year, another +972 report said Israel also uses an AI system called Habsora to identify potential militant buildings and facilities to bomb. According the report, Habsora generates targets “almost automatically”, and one former intelligence officer described it as “a mass assassination factory”.
The recent +972 report also claims a third system, called Where’s Daddy?, monitors targets identified by Lavender and alerts the military when they return home, often to their family.
Several countries are turning to algorithms in search of a military edge. The US military’s Project Maven supplies AI targeting that has been used in the Middle East and Ukraine. China too is rushing to develop AI systems to analyse data, select targets, and aid in decision-making.
Proponents of military AI argue it will enable faster decision-making, greater accuracy and reduced casualties in warfare.
Yet last year, Middle East Eye reported an Israeli intelligence office said having a human review every AI-generated target in Gaza was “not feasible at all”. Another source told +972 they personally “would invest 20 seconds for each target” being merely a “rubber stamp” of approval.
The Israeli Defence Force response to the most recent report says “analysts must conduct independent examinations, in which they verify that the identified targets meet the relevant definitions in accordance with international law”.
La tragedia della centrale Enel di Suviana obbliga alla riflessione, all’umiltà e all’uso sobrio delle parole, con la ricerca di non scivolare nella retorica e nell’uso di parole consumate.
Perchè ancora una volta in pochi mesi si assiste ad una tragedia sul lavoro con lavoratori uccisi ? Ricordiamo la strage dei lavoratori dell’appalto travolti dal treno nella stazione di Brandizzo, gli operai travolti dal crollo del capannone in costruzione per Esselunga a Firenze e la tragedia della centrale Enel di Suviana.
Lavori in appalto di natura diversa e di diversa complessità non comparabili per le differenti professionalità coinvolte nella esecuzione dei lavori.
Il denominatore comune : si tratta di lavori in appalto affidati dalla stazione appaltante a filiere di aziende specializzate nella esecuzione e anche nella valutazione e gestione dei rischi specifici connessi alle loro competenze.
Dal punto di vista metodologico la valutazione e gestione accurata dei rischi specifici per lavorazione è affidata alla competenza dell’azienda esecutrice mentre i rischi di sistema o di sito dovrebbero essere valutati dalla stazione appaltante in collaborazione con il general contractor che ha responsabilità di coordinamento gestionale delle filiere di appalti e… subappalti.
Nel tragico evento di Brandizzo le “anomalie” nella gestione dei tempi di lavoro sicuri concordati per fare i lavori sul binario sono state , verosimilmente, la causa della tragedia.
Negli altri due casi occorre attendere le indagini della magistratura.
E’ tuttavia lecito proporre una revisione profonda della normativa degli affidamenti dei lavori in appalto ponendo in evidenza il fatto che l’affidamento ad una filiera di aziende specializzate non deve significare esternalizzazione delle responsabilità proprie della stazione appaltante per quanto attiene la sicurezza del sito o del sistema . Sarebbe bene che si definissero con precisione i ruoli e le responsabilità della gestione dei rischi interferenti da parte dei general contractor.
In altre parole, come abbiamo scritto più volte su questo sito, occorre concentrarsi su due grandi nemici della corretta valutazione e gestione dei rischi :
– la propensione delle grandi aziende a “esternalizzare” non solo i lavori che richiedono competenze e specializzazione ma anche le responsabilità di valutazione e gestione dei rischi di sistema e di coordinamento dei lavori dell’intera opera. Assai spesso manca da parte della stazione appaltante un’azione propria e adeguata di controllo della qualità delle procedure gestionali che hanno rilevanza per la sicurezza.
– la propensione all’interno delle filiere dei subappalti a pratiche operative basate assai spesso sull’informalità rispetto alle prescrizioni formali date dai capitolati e dalle procedure di sicurezza . Vi è un’abbondanza di pratiche informali “maligne” che sono favorite dalla lunghezza delle filiere dei subappalti e dalla mancanza di controlli di qualità delle stazioni appaltanti. E’ da questa subcultura dell’informalità per guadagnare tempo che hanno origine molti infortuni sul lavoro.
Non sappiamo quali siano state le cause prime della tragedia alla centrale Enel di Suviana, quello che sappiamo è che bisogna revisionare in profondità le norme riguardanti le pratiche di subappalto e che si faccia chiarezza sui limiti da porre rispetto ai processi di “esternalizzazione” delle responsabilità gestionali dei rischi per la sicurezza da parte delle stazioni appaltanti e dei general contractor. Gino Rubini, editor di Diario Prevenzione
Per la tragedia della centrale Enel di Bargi Diario Prevenzione condivide il messaggio appello della Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione ( Snop.it)
“Gli infortuni sul lavoro, come le patologie e le morti per malattia da lavoro ben più numerose, ci sono sempre stati. Negli anni ’50 del secolo scorso erano 3-4 volte di più e all’inizio di questo secolo sembrava che la curva a scendere fosse sensibile e potesse indurre all’ottimismo (se così si può dire per un fenomeno comunque intollerabile).
Negli ultimi tempi si sta invece assistendo a novità drammatiche, che non possono non far saltare valutazioni e previsioni. Oltre allo stillicidio giornaliero di morti (non “bianche”, si badi bene, la si faccia finita con questa terminologia ipocrita), 17 (probabili) morti in 3 luoghi di lavoro nel volgere di poco più di 7 mesi (a Brandizzo, a Firenze e ieri nella Centrale di Suviana) hanno in comune, oltre a evidenti differenze, una parola chiave: appalto, spesso “catene” di appalti, e progressive esternalizzazioni, e ne richiamano altre fondamentali: cultura d’impresa, responsabilità d’impresa, organizzazione del lavoro a misura del “capitale umano” e non solo del “capitale”.
E’ l’ora che su questo si faccia chiarezza, prima ancora di parlare di “controlli”. E ovviamente i controlli (da tempo progressivamente, e sempre più colpevolmente, decurtati) ci vogliono, come ci vuole/ci vorrebbe una politica di prevenzione, di rimozione dei rischi alla fonte, che affronti il problema della salute e sicurezza del lavoro non come un di più. Non ci sono soluzioni magiche né purtroppo a breve, anzi quelle prodotte dal governo con gli ultimi provvedimenti, fino al recente DL 19, sono lungi dall’essere soluzioni, sono estemporanee e pericolose deviazioni anche concettuali, del resto associate a messaggi come “lasciamo lavorare le imprese, leviamo lacci e lacciuoli”.
Tutto questo non può stare dentro un paese civile, che pure ha una Costituzione che ha indicato come diritti fondamentali la salute, il lavoro e quindi anche il lavoro in salute. E invece di lavorare per vivere, per molti il lavoro diventa morte. Lanciamo un appello a tutte le persone di buona volontà perché il paese sia attraversato da un moto di vergogna: piangiamo, sì, ma anche i coccodrilli piangono…. Soprattutto facciamo in modo che l’indignazione per tutte queste vite rubate si traduca questa volta in reazione collettiva duratura: un moto non di poche ore né di pochi giorni, che porti ad una riflessione e ad un approfondimento su cosa realmente si dovrebbe e si potrebbe fare, partendo dalla messa in atto di un confronto aperto e concreto che veda il concorso di tutti quelli che hanno responsabilità ma anche idee e competenze.
Da tempo, dopo la stagione del Decreto Legislativo 81/2008, sembra che i tavoli dove vengono assunte decisioni siano sempre più ristretti e accentrati, e vedano sempre meno presenti professionalità, competenze e sensibilità che dovrebbero invece essere preziose. Nel nostro piccolo, come diciamo da anni, chi ha lavorato e lavora “sul campo” idee e competenze ne ha, e le vorrebbe mettere a disposizione, umilmente ma con la consapevolezza che ce n’è bisogno. E’ giusto gridare “Adesso Basta”, come domani a Bologna, ma insieme dire “Cosa bisogna e cosa si può fare” e pretendere di essere ascoltati. Da subito. ” fonte Snop.it
10 aprile 2024
Per leggere l’articolo tradotto in italiano clicca l’icona blu google translate (la quarta da sinistra in fondo all’articolo) . Per un uso professionale e/o di studio raccomandiamo di fare riferimento al testo originale. |
Wilfried Sanchez, Ifremer et Yann Aminot, Ifremer
En février 2023, le journal Le Monde a publié une vaste enquête sur la contamination de l’environnement par les PFAS, ces substances chimiques qualifiées de polluants éternels.
Les composés perfluoroalkylés et polyfluoroalkylés (PFAS) forment un groupe de plusieurs milliers de substances chimiques ayant la particularité d’être très persistantes dans l’environnement. En raison de leurs propriétés tensio-actives, de leur grande inertie thermique et de leur stabilité chimique, ils font l’objet d’un grand nombre d’usages domestiques et industriels, notamment dans les revêtements et enduits protecteurs, l’ameublement, l’habillement, les emballages alimentaires, les poêles antiadhésives, la cosmétique et les mousses extinctrices.
Un récent rapport de l’Inspection générale de l’environnement et du développement durable (IGEDD) fait un bilan de la contamination dans les eaux de surface et souterraines, mais aussi dans l’air et le sol. Le milieu marin, bien qu’il soit l’ultime réceptacle des contaminations terrestres, n’est pas abordé.
La question mérite donc d’être posée : l’océan et les organismes marins sont-ils contaminés par les PFAS ? Les données acquises par l’Ifremer (Institut français de recherche pour l’exploitation de la mer) permettent de commencer à répondre à ces questions.