Autore Mauro Mazzetti che ringraziamo
Fonte ilmanifestoinrete
Pur nella consapevolezza che solo le indagini tuttora in corso (ipotesi di reato: disastro e omicidio colposo plurimo) potranno chiarire meglio quanto accaduto, al momento in cui scriviamo questo articolo (sabato 13 aprile) alcuni elementi sono sufficientemente certi e tali da consentire qualche riflessione.
Riassumiamo: c’è questa centrale elettrica Enel Greenpower (società del gruppo ENEL, in ogni caso, a tuttora rilevante partecipazione pubblica) sita a Bargi, nella parte più stretta del bacino artificiale di Suviana, quasi al confine tra le province di Bologna e Pistoia. Il bacino è formato da una diga, costruita ormai quasi un secolo fa, a sbarrare il corso del torrente Limentra con un’altra centrale elettrica per alimentare la allora appena costruita “direttissima” linea ferroviaria Bologna Firenze; la costruzione comportò la sommersione del borgo di Suviana bassa (resta, più in lato della diga, Suviana alta) e soprattutto già allora la morte di ben 13 operai durante i lavori. La centrale di Bargi, collocata sul lato opposto del bacino rispetto alla diga, poco dopo l’immissione del Limentra, risale al 1975 ed è considerata, per l’epoca, all’avanguardia; non è quindi però di concezione moderna. Come è noto, in buona parte si sviluppa in profondità, con nove piani sotterranei e profondità che le fonti indicano in 30 o addirittura 40 metri (e già questa incertezza qualcosa vorrà dire); è una centrale di piccole dimensioni, a pozzo, con una potenza di 330 MW e due turbine, che sfrutta anche l’acqua del vicino, e più elevato, bacino del Brasimone (si noteranno, dalle immagini, le condotte che scendono dall’alto a collegare i due invasi).