Questa lunga lettura di Johanna Deeksha mostra come nella fabbrica di iPhone in India, le lavoratrici sono isolate attraverso alloggi restrittivi negli ostelli, sollevando preoccupazioni sulle loro condizioni di lavoro. Gestita da Foxconn in Tamil Nadu, questa pratica contribuisce all’ambizione dell’India di essere un hub elettronico globale. Il sistema immobiliare limita i movimenti dei residenti e richiede il permesso dei genitori per le uscite, facendo eco al “regime di lavoro dormitorio” della Cina che dà la priorità all’efficienza e al controllo dell’autonomia dei lavoratori. Nonostante alcuni miglioramenti dopo le proteste, le condizioni rimangono in gran parte insoddisfacenti. “È essenzialmente come imprigionare le persone”, afferma S Kannan, vice segretario del Centro per i sindacati indiani del Tamil Nadu, sottolineando i profondi effetti sulla libertà dei lavoratori e sulla qualità della loro vita.
Profili di rischio di comparto – una banca dati da riprendere ed aggiornare….
Segnaliamo questa importante iniziativa di recupero e di visibilità da parte di Inail di un Progetto straordinario elaborato e implementato agli inizi del 2000 , in particolare dai Servizi di Prevenzione delle Asl , per la costruzione di una banca dati sui “Profili di rischio di comparto”
L’impostazione rimane a parere di chi scrive sostanzialmente corretta e in grado di essere riferimento utile, con un adeguato aggiornamento dei contenuti, per gli Operatori dei Servizi di Prevenzione. Molte tecnologie dei processi produttivi sono cambiate nel tempo così come sono mutati i rischi cui sono esposti i lavoratori e le lavoratrici. Vi sono in quest’epoca la volontà politica e una rete diffusa di Servizi territoriali delle ASL e INL in grado di implementare, aggiornare e rendere fruibile a imprese, Rspp , Rls, lavoratori uno strumento di consultazione e di supporto alle attività di prevenzione quotidiane ?
Per visitare questa Banca Dati degli anni 2000 clicca
Profili di Rischio di Comparto
Per informazioni scrivere a d.demerich@inail.it
Responsabile della banca dati
Riferimenti :
Recuperato un patrimonio di cultura e pratica sulla salute e sicurezza sul lavoro
di Gabriella Galli su Repertorio Salute
La morte degli altri
Segnaliamo questo articolo di Gavino Macciocco da SaluteInternazionale che condividiamo .
Trump attacca migranti, “non sono persone, sono animali”. Yoav Gallant, ministro della difesa israeliano: “Stiamo combattendo gli animali umani”. Si ripropone il paradigma coloniale sempre più esplicito e violento che consente di distinguere fra “vite degne di lutto” e “vite indegne di lutto”¹. La fame, la vita e la morte: il “doppio standard”. >>>
Scarica questo articolo in formato PDF
La surveillance numérique est omniprésente en Chine. Voici comment les citoyens y font face
Per leggere l’articolo tradotto in italiano clicca l’icona blu (la quarta da sinistra in fondo all’articolo) google translate . Per un uso professionale e/o di studio raccomandiamo di fare riferimento al testo originale. |
Ariane Ollier-Malaterre, Université du Québec à Montréal (UQAM)
Pensez-vous souvent aux traces numériques que vous laissez quand vous parcourez le web, achetez en ligne, commentez sur les réseaux sociaux ou passez devant une caméra à reconnaissance faciale ?
La surveillance des citoyens par les États se développe dans le monde entier, mais c’est une réalité de la vie quotidienne en Chine, où elle a des racines historiques profondes.
En Chine, on ne paie presque plus rien en liquide. Des « super-plateformes » rendent la vie facile : on utilise Alipay ou WeChat Pay pour payer un trajet de métro ou de bus, louer un vélo, héler un taxi, faire des achats en ligne, réserver des billets de train et de spectacle, partager l’addition au restaurant ou régler ses impôts et ses factures d’électricité.
Sur ces mêmes plates-formes, on consulte les nouvelles, on se divertit, on échange d’innombrables messages texte, audio et vidéo, personnels et professionnels. Tout ceci est lié au numéro de téléphone de l’utilisateur, lui-même enregistré sous son identité. Le gouvernement a accès aux données collectées par Baidu, Alibaba, Tencent, Xiaomi et autres opérateurs.
Les listes noires (citoyens indignes de confiance), listes rouges (citoyens méritoires) et les systèmes de « crédit social » privés et publics ont fait couler beaucoup d’encre. Pourtant, les travaux récents ont montré que ces systèmes sont encore fragmentés et dispersés sur le plan de la collecte et de l’analyse des données. Ils sont aussi plus artisanaux qu’algorithmiques, avec des processus parfois manuels d’entrée des données et peu de capacités à construire des profils intégrés de citoyens en compilant l’ensemble des données disponibles.
Le richieste della Conferenza delle Regioni al Governo in materia di salute e sicurezza lavoro
Rendiamo disponibile questo documento inviato in data 11 marzo 2024 dalla Conferenza delle Regioni ai Ministri del Lavoro e della Sanità in merito a :
– Formazione in Sicurezza sul Lavoro
– Coordinamento delle attività di controllo tra Aziende Sanitarie Locali (ASL) e Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL)
– Risorse
Il documento
2024.03.11 Lett Fedriga Calderone Schillaci Sicurezza Luoghi Lavoro (1)
Per scaricare il documento clicca QUI
Rassegna stampa di articoli recenti su PFAS
Riteniamo utile pubblicare questo elenco, work in progress, di link ad articoli di stampa e online nazionali e locali selezionati sul tema dei Pfas. Per i link alle fonti scientifiche vai alla pagina Cosa sono i PFAS ? I rischi per l’ambiente e la salute
13/03/24 – Fonte: Venezia.Orientale News
L’emergenza PFAS in Veneto. Bottacin, ‘È una battaglia lunga’
14/03/24 – Fonte: Economia Circolare
Forever chemicals. Il caso PFAS tra lobbies, industria bellica e salute pubblica
14/03/24 – Fonte Verona Sera :
Consiglio regionale vota l’adesione al “Manifesto Ban Pfas”: soddisfatti Bottacin e Greenpeace
15/03 / 24 ( Come fare soldi con le bonifiche PFAS – nde ) Fonte Investing.com :
Decreto Legge 2 marzo 2024 n. 19 – Considerazioni CIIP
Dal sito della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP)
ll Governo, nel Decreto-legge del 2 marzo 2024 n. 19 “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 52 del 2 marzo 2024, ha inserito una parte dedicata alla definizione di disposizioni in materia di contrasto del lavoro irregolare (art. 29).
In un provvedimento che riguarda una molteplicità di argomenti relativi all’attuazione del PNRR al Capo VIII sono introdotte “Disposizioni urgenti in materia di lavoro” che apportano importanti modifiche al D.Lgs. 81/08, alle misure di contrasto del lavoro irregolare nonchè alle competenze e modalità di intervento dell’INL. Il Gruppo di lavoro Legislazione della CIIP ha predisposto il documento allegato di esame di alcune delle numerose criticità presenti nel DL 19/24.
Il documento è stato curato particolare Gilberto Boschiroli-Presidente CIIP, Claudio Calabresi-SNOP, Norberto Canciani-Ambiente e Lavoro, Susanna Cantoni-Vicepresidente CIIP, Alberto Chinaglia-esperto in materia di appalti, Graziano Maranelli–SNOP, Paolo Pascucci-Università di Urbino Carlo Bo-Olympus, Katia Razzini-UNPISI, Rocco Vitale-AIFOS.
A questo link il testo del Decreto-Legge dalla Gazzetta Ufficiale
A questo link il testo del Decreto-Legge dal sito di Olympus
Potete anche scaricare un commento di Norberto Canciani, segretario di Ambiente & Lavoro.
Per scaricare l’allegato che contiene il Documento di analisi della CIIP sul D.L. 19 del 2 marzo 2024 vai al sito CIIP
Save the date -Seminario 5 aprile 2024 – Le sostanze chimiche permanenti nell’ambiente:effetti e prospettive attuali e future
Venerdì, 5 aprile 2024 ore 20,45
Seminario interattivo in collaborazione con Associazione Amianto e rischi per la salute, Diario prevenzione, Istituto Ramazzini –
Locandina_5aprile (1)
Le sostanze chimiche permanenti nell’ambiente: effetti e prospettive attuali e future
- Effetti sulla salute dei PFAS: una priorità globale, Daniele Mandrioli, direttore scientifico del “Cesare Maltoni” Research Center, Istituto Ramazzini, Bentivoglio-Bologna
- Effetti epigenetici, Marina Marini, Università di Bologna
- La promozione delle conoscenze sui rischi chimici negli ambienti di vita e di lavoro, Gino Rubini, Diario prevenzione
- Arrivare il giorno prima, Vito Totire, Associazione Amianto e rischi per la salute
Coordina: Leopoldo Magelli, medico del lavoro, Bologna
Segue rinfresco
Scarica la Locandina
Per approfondimenti vedi la scheda : Cosa sono i PFAS ? I rischi per l’ambiente e per la salute
Il Veneto ha chiesto la messa al bando dei Pfas, gli inquinanti eterni
Fonte Greenreport che ringraziamo
Greenpeace: «Che cosa aspettano le altre Regioni come il Piemonte e la Lombardia? Serve subito una legge nazionale che vieti uso e produzione»
Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato all’unanimità la risoluzione n. 79 – proposta da Cristina Guarda (Europa verde) ed emendata da Marco Zecchinato (Lega) –, con la quale la Regione aderisce al manifesto per l’urgente messa al bando dei Pfas (#BanPfas).
«Tra gli impegni contenuti nel testo – spiega Guarda – vi è quello di mettere, gradualmente seppure a tappe forzate, al bando la produzione di Pfas e la loro dispersione. Questo obiettivo è raggiungibili solo attraverso la completa sostituzione dei Pfas con sostanze certificate sicure per la salute umana e per l’ambiente».
I Pfas sono composti poli e perfluoroalchilici, noti come “inquinanti eterni”: sostanze chimiche di sintesi utilizzate in un’ampia varietà di applicazioni di uso comune grazie alle loro proprietà idro- e oleo-repellenti oltre che ignifughe, dai rivestimenti delle scatole dei fast food e delle pentole antiaderenti, alle schiume antincendio.
What the Anthropocene’s critics overlook – and why it really should be a new geological epoch
Per leggere l’articolo tradotto in italiano clicca l’icona blu (la quarta da sinistra in fondo all’articolo) google translate . Per un uso professionale e/o di studio raccomandiamo di fare riferimento al testo originale. |
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Simon Turner, UCL; Colin Waters, University of Leicester; Jan Zalasiewicz, University of Leicester, and Martin J. Head, Brock University
Geologists on an international subcommission recently voted down a proposal to formally recognise that we have entered the Anthropocene, a new geological epoch representing the time when massive, unrelenting human impacts began to overwhelm the Earth’s regulatory systems.
A new epoch needs a start date. The geologists were therefore asked to vote on a proposal to mark the beginning of the Anthropocene using a sharp increase in plutonium traces found in sediment at the bottom of an unusually undisturbed lake in Canada, which aligned with many other markers of human impacts.
The entire process was controversial and the two us who are on the subcommission (chair Jan Zalasiewicz and vice-chair Martin Head) even refused to cast a vote as we did not want to legitimise it. In any case, the proposal ran into opposition from longstanding members.
Why this opposition? Many geologists, used to working with millions of years, find it hard to accept an epoch just seven decades long – that’s just one human lifetime. Yet the evidence suggests that the Anthropocene is very real.
Environmental scientist Erle Ellis was one critic who welcomed the decision, stating in The Conversation: “If there is one main reason why geologists rejected this proposal, it is because its recent date and shallow depth are too narrow to encompass the deeper evidence of human-caused planetary change.”
It’s an oft-repeated argument. But it completely misses the point. When Paul Crutzen first proposed the term Anthropocene in a moment of insight at a scientific meeting in 2000, it was not from realisation that humans have been altering the functioning and geological record of the Earth, or to capture all their impacts under one umbrella term. He and his colleagues were perfectly aware that humans had been doing that for millennia. That’s nothing new.
Il silenzio sulla strage continua . Podcast di Diario Prevenzione – 14 marzo 2024 – Puntata n° 117
a cura di Gino Rubini
in questa puntata parliamo di :
– …. e poi rompere il silenzio di tv e giornali, manifestare , protestare, andare in piazza , perchè 1200 morti sul lavoro all’anno sono uno scandalo ….
– 13 marzo 1987 – Ravenna : in tredici muoiono come topi nella stiva di una nave.
– “Codice della strage”, la sicurezza secondo Salvini. Annullato anche l’obbligo di sorpasso ad almeno una distanza di 1,5 metri dai ciclisti
– Prevenire la violenza di genere un documento del Gruppo di lavoro “Parità di Genere in Sanità Pubblica”, Consulta degli Specializzandi della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica
– La nuova direttiva europea su IA
Buon ascolto
Mecnavi, le iniziative per la commemorazione del 37° anniversario della tragedia
Fonte Ufficio Stampa Comune Ravenna
Sono tre le iniziative, promosse dal Comune di Ravenna, per commemorare il 37° anniversario della tragedia della Mecnavi, incidente sul lavoro che costò la vita a 13 operai il 13 marzo 1987, durante le operazioni di manutenzione straordinaria della nave gassiera Elisabetta Montanari.
Insieme ai sindacati, all’associazione nazionale Vigili del fuoco– sezione di Ravenna, al Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Ravenna e ad alcune realtà culturali cittadine sono stati organizzati momenti di approfondimento per ricordare la strage, approfondire e riflettere sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il primo appuntamento è previsto per martedì 12 marzo, alle 10 alle Artificerie Almagià, in via dell’Almagià 2, con lo spettacolo teatrale La Gru, di Luisa Campatelli, regia di Alfredo Traversa e con Tiziana Risolo. L’opera, a cura dell’associazione Opportunità alla pari, è ambientata a Taranto ed è ispirata a fatti realmente accaduti di recente con processi ancora in corso. Il titolo La Gru non indica solo la macchina per il sollevamento e lo spostamento di merci e materiali, ma per un destino crudele fa anche riferimento all’uccello di grandi dimensioni che prima dell’industrializzazione selvaggia di Taranto abitava le stesse zone ora occupate dalle gru/macchine. L’iniziativa è inserita nell’ambito del Festival delle Culture; lo spettacolo sarà preceduto dai saluti dell’assessora al Lavoro Federica Moschini e da Manuela Trancossi, segretaria generale Cgil di Ravenna, a nome di Cgil, Cisl e Uil.
Due invece gli appuntamenti mercoledì 13 marzo, anniversario della tragedia. Alle 9.30 si svolgerà nello scalone della residenza comunale, in piazza del Popolo, l’annuale commemorazione ai caduti della Mecnavi, con la deposizione di una corona. Interverranno Michele de Pascale, sindaco di Ravenna, Gessica Allegni, sindaca di Bertinoro e Carlo Sama, segretario generale Uil Ravenna a nome di Cgil, Cisl e Uil.
Infine alle 10.30 al Teatro Rasi in via di Roma 39, si svolgerà la rappresentazione teatrale “In fondo ad una nave” di e con Pierpaolo Zoffoli, accompagnato da Luca Caroli alla chitarra, produzione 05QuartoAttoMercoledì. Lo spettacolo ripercorre proprio la vicenda accaduta nel porto di Ravenna la mattina del 13 marzo 1987 in cui morirono 13 persone. Prima dell’inizio ci saranno i saluti di Michele de Pascale, sindaco di Ravenna, Castrese De Rosa, prefetto della provincia di Ravenna, Antonio Petitto, comandante Vigili del fuoco di Ravenna, Roberto Baroncelli, segretario Cisl Romagna, a nome di Cgil, Cisl e Uil, Roberto Bozzi, presidente Confindustria Romagna.
L’iniziativa è promossa in collaborazione con l’associazione nazionale Vigili del fuoco– sezione di Ravenna, il Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Ravenna, Cgil, Cisl e Uil.
L’anniversario dell’incendio a bordo della Elisabetta Montanari: una delle più gravi tragedie sul lavoro in Italia
Nel ricordo della tragedia sul lavoro di 37 anni fa segnaliamo l’articolo apparso sul sito amico della Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione SNOP nel quale sono contenuti i link di una rappresentazione teatrale della tragedia.
L’anniversario dell’incendio a bordo della Elisabetta Montanari: una delle più gravi tragedie sul lavoro in Italia
George Monbiot: “Dietro ogni movimento fascista c’è un miliardario”
George Monbiot
Fonte Znetwork che ringraziamo
George Monbiot è il più importante editorialista ambientalista del mondo anglofono. La sua rubrica fissa su The Guardian castiga i distruttori del pianeta. A Parigi per lanciare la traduzione del suo ultimo libro, Nourrir le monde ( I legami che liberano ), ha rilasciato a Reporterre una schietta intervista.
Sei ottimista?
SÌ. Uno dei motivi per cui le persone sono pessimiste è che pensano che sia necessario convincere tutti affinché il cambiamento avvenga. Molti esempi storici dimostrano che questo non è vero. Disponiamo di dati [1] che mostrano quante persone hanno bisogno di essere persuase affinché il cambiamento sociale avvenga: circa il 25% della popolazione. Se si considerano gli atteggiamenti nei confronti dell’aborto, del matrimonio gay, della liberazione delle donne, del fumo e delle cinture di sicurezza, è sufficiente raggiungere quella proporzione perché si verifichi il punto critico. Una volta impegnate abbastanza persone, il resto della popolazione inizia improvvisamente a seguirlo.
Allora perché così tante persone in Gran Bretagna, Francia, Polonia e Germania… si oppongono al movimento dei Verdi e votano per partiti molto conservatori? Sfortunatamente, l’estrema destra sta cercando di raggiungere il suo punto critico, e ovunque si è dimostrata estremamente efficace nel perseguire un cambiamento sistemico.
Il problema non è solo l’estrema destra, ma il fatto che ci sia un’alleanza tra i super-ricchi e l’estrema destra… È vero. Dietro ogni movimento fascista c’è un miliardario che lo sostiene con discrezione. Le minoranze di estrema destra diventano capri espiatori: la rabbia pubblica non è diretta dove dovrebbe essere, contro i più ricchi che stanno distruggendo i nostri mezzi di sopravvivenza.
Nella sua recente enciclica sull’ecologia , Papa Francesco parla della necessità di cambiare lo ‘stile di vita irresponsabile del modello occidentale’. Perché i politici non osano dire lo stesso?
Nessun politico al di fuori dei Verdi sembra disposto a dirlo, anche se è una realtà con cui dobbiamo confrontarci. Viene presentato come spaventoso perché abbiamo normalizzato le forme estreme di consumo, anche se sappiamo che non ci rendono più felici. Questo deve cambiare o porterà alla più grande infelicità della storia umana. Ma questo è considerato impensabile, non perché la stragrande maggioranza della popolazione non possa pensarlo, ma perché in Gran Bretagna la maggior parte dei nostri giornali sono di proprietà di miliardari psicopatici che non vivono in Gran Bretagna. Eppure ci dicono come pensare e come vivere, e hanno più influenza sui partiti politici che sugli elettori. Sono loro che rendono impensabile dire alla gente di consumare meno.
Come si può rompere l’alleanza tra i plutocrati [2] – come li ha recentemente definiti sul Guardian – e l’estrema destra?
Il primo passo è smettere di preoccuparsi del proprio peso. Se i rivoluzionari avessero pensato: “Le forze di oppressione sono così enormi che non possiamo nemmeno pensare di rovesciarle”, non sarebbe successo nulla. Ciò che sappiamo è che possiamo raggiungere la massa critica molto rapidamente. Ciò che sembra impossibile in un momento diventa inevitabile il momento successivo. Dobbiamo smettere di preoccuparci di loro e concentrarci sulle nostre tattiche e strategie. Naturalmente, questo sarà estremamente difficile. Nel Regno Unito sono state approvate leggi incredibilmente oppressive che possono metterti in prigione per dieci anni solo per aver manifestato.
Apprendiamo questa triste notizia: è morto Enzo Merler,medico del lavoro, epidemiologo
Merler, da tempo sofferente per problemi cardiaci, è morto in questi giorni per infarto. Aveva 72 anni.
Medico del lavoro, epidemiologo, è stato, fino alla pensione, il responsabile del Registro Veneto dei Mesoteliomi affidato all’Asl di Padova e, dal 2008, fu tra i costituenti della Fondazione Vittime Amianto Bepi Ferro di Padova, di cui è stato presidente (attualmente nell’organigramma era presidente del Comitato scientifico). Ha dedicato gran parte della vita professionale e personale allo studio dei tumori causati dall’esposizione a sostanze cancerogene impiegate in attività produttive.
Era in stretto contatto con i casalesi di Afeva (Associazione famigliari e vittime amianto) ed ebbe una forte interazione culturale con il Gruppo epidemiologico dell’università di Torino (guidato dal professor Benedetto Terracini e di cui hanno fatto parte, tra gli altri, Corrado Magnani e Dario Mirabelli) che ha dato il via e ha svolto i primi e i più autorevoli studi epidemiologici nel Casalese. Il maxiprocesso Eternit prese avvio da una sua segnalazione alla procura di Torino. Le mie condoglianze alla famiglia Gino Rubini, editor di Diario Prevenzione
Inail – INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI DOSSIER DONNE 2024
Segnaliamo la pubblicazione Inail “Infortuni e Malattie Professionali – Dossier Donne “
Edizione 2024
Realizzazione a cura di: Inail
Direzione centrale pianificazione e comunicazione
Consulenza statistico attuariale
Per leggere il Dossier Clicca QUI
Prevenire la violenza di genere
Fonte Saluteinternazionale che ringraziamo
Gruppo di lavoro “Parità di Genere in Sanità Pubblica”, Consulta degli Specializzandi della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica
In occasione della giornata internazionale della donna, è importante sottolineare come la violenza di genere non nasca da raptus di gelosia o in casi eccezionali, ma come sia un fenomeno complesso, che affonda le radici nella società patriarcale, che si può prevenire e affrontare. Prevenire la violenza di genere è un problema di sanità pubblica.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto da tempo la violenza di genere come uno dei principali fattori di rischio di morte prematura per le donne, rappresentando un grave problema di sanità pubblica e una violazione dei diritti umani. La violenza di genere si definisce come la violenza che è diretta o colpisce in modo sproporzionato una persona a causa del suo genere. Sebbene chiunque possa subire questo tipo di violenza, alcune categorie sono a maggior rischio, come le donne e persone gender-diverse. Le Nazioni Unite definiscono la violenza contro le donne come “qualsiasi atto di violenza di genere che provochi, o possa provocare, danni o sofferenze fisiche, sessuali o mentali alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che avvenga in pubblico che nella vita privata” (articolo 1, dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne). Essa può assumere diverse forme (fisica, sessuale e psicologica), “ma tutte sono radicate nell’ingiustizia strutturale, cementata da millenni di patriarcato. Viviamo ancora in una cultura dominata dagli uomini che lascia le donne vulnerabili negando loro la parità di dignità e diritti” come ha ricordato in occasione del 25 novembre il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
L’8 marzo è una data simbolo, in cui si celebra la Giornata internazionale della donna, ispirata alle attività dei movimenti delle lavoratrici e dei lavoratori agli inizi del Novecento in Nord America e in Europa. In questa occasione, vogliamo ricordare quanto la parità fra i generi sia ancora lontana, dal punto di vista sociale, economico e politico, in tutto il Mondo e anche nel nostro Paese, e quanto ancora siano troppo frequenti discriminazioni e violenze basate sul genere.
Situazione epidemiologica
Secondo i dati dell’OMS, nel mondo circa 1 donna su 3 (30%) è stata vittima di violenza fisica e/o sessuale nel corso della propria vita, stima che fotografa anche la nostra situazione nazionale. In Italia, nel 2023 sono stati compiuti 120 femminicidi, più della metà per mano del partner o dell’ex partner. E nel 2024 il conto arriva già a 14 donne uccise in quanto donne. Anche la violenza psicologica ed economica è estremamente comune: più di 2 milioni hanno subito stalking (dati ISTAT 2014) e circa 3 donne su 10 non hanno un proprio conto corrente, ponendole in una condizione di dipendenza rispetto al partner (dati indagine Episteme 2017) che rende ancora più difficile uscire dalla situazione di violenza.
Salute Sicurezza Lavoro – I documenti importanti della settimana
Questa settimana riteniamo utile condividere due documenti che riteniamo importanti per quanti si occupano di salute e sicurezza nel lavoro.
Il primo documento è la nota tecnica “I provvedimenti del Governo in materia di prevenzione e contrasto del lavoro irregolare. Il Decreto-Legge 2 marzo 2024, n. 19” di Norberto Canciani, Presidente di Associazione Ambiente e Lavoro.
In questo lavoro Norberto Canciani analizza in forma dettagliata l’articolato del D.L. 19. Non aggiungiamo nulla a quanto scritto da Canciani rispetto a questo D.L. costruito senza un confronto con le parti sociali e senza una valutazione seria sulle potenzialità ed efficacia degli strumenti proposti come la famosa “patente a punti”. Un provvedimento che risponde più alle esigenze mediatiche per dire “il governo sta facendo qualcosa per la sicurezza nel lavoro” che per affrontare alla radice i problemi correlati alle filiere spesso sgangherate, senza direzione e fuori controllo, dei subappalti a cascata…
Il secondo documento è un articolo del Prof. Paolo Pascucci apparso sul sito “fuori collana” , ” Morti di lavoro” che delinea con chiarezza e puntualità l’insieme dei fattori strutturali che sono la base costitutiva di una organizzazione del lavoro maligna che non è in grado di governare il processo produttivo per lavorare in sicurezza.
Paolo Pascucci ” Morti di lavoro” “
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Rischi alimentari e buone pratiche per evitarli: L’IZS delle Venezie pubblica un sito web dedicato
Fonte ORSA Campania
E’online ( www.rischialimentari.it ) un sito web realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ( IZSVe) che offre la possibilità all’utenza di consultare in maniera rapida e sintetica le informazioni essenziali da conoscere sui rischi per la salute connessi al consumo degli alimenti.
Il sito web presenta innanzitutto le diverse tipologie di rischi sanitari connessi al cibo, come la possibilità di assumere microrganismi patogeni, di introdurre e accumulare sostanze tossiche o in grado di scatenare reazioni allergiche e/o intolleranze alimentari.
Per cercare di ridurre tali rischi, sono descritte una serie di buone pratiche da adottare nella vita quotidiana con indicazioni specifiche relative a tutte le fasi di gestione dell’alimento: dall’acquisto al trasporto e alla conservazione, alla preparazione e alla cottura dei cibi, fino al consumo finale e alla gestione degli avanzi.
L’utente può consultare altresì delle brevi schede di approfondimento sugli agenti patogeni o sulle sostanze dannose, così come su alcuni concetti fondamentali di sicurezza alimentare utili per limitare i rischi, come ad esempio: i meccanismi di cross-contaminazione tra alimenti, il mantenimento della catena del freddo nella conservazione dei cibi deperibili, o le diverse indicazioni di scadenza che possono essere riportate su etichette e confezioni.
Il sito fornisce infine una panoramica sul sistema dei controlli che si effettuano sugli alimenti, sia da parte delle aziende che li producono che da parte delle autorità preposte ai controlli ufficiali, descrivendo anche le azioni messe in atto dalle istituzioni a seguito di segnalazioni di allerte alimentari.
What happens when we outsource boring but important work to AI? Research shows we forget how to do it ourselves
Per leggere l’articolo tradotto in italiano clicca l’icona blu (la quarta da sinistra in fondo all’articolo) google translate . Per un uso professionale e/o di studio raccomandiamo di fare riferimento al testo originale. |
Tapani Rinta-Kahila, The University of Queensland
In 2009, an Air France jet crashed into the ocean, leaving no survivors. The plane’s autopilot system shut down and the pilots, having become reliant on their computerised assistant, were unable to correct the situation manually.
In 2015, a bus driver in Europe typed the wrong destination into his GPS device and cheerfully took a group of Belgian tourists on a 1,200 kilometre detour in the wrong direction.
In 2017, in a decision later overturned on appeal, US prosecutors who had agreed to release a teenager on probation abruptly changed their minds because an algorithm ruled the defendant “high risk”.
These are dramatic examples, but they are far from isolated. When we outsource cognitive tasks to technology – such as flying a plane, navigating, or making a judgement – research shows we may lose the ability to perform those tasks ourselves. There is even a term for our tendency to forget information that is available through online search engines: the Google effect.
As new AI technologies promise to automate an increasing range of activities, the risk of “skill erosion” is growing. Our research shows how it can happen – and suggests ways to keep hold of the expertise you need, even when you don’t need it every day.
Skill erosion can cripple an organisation
My research shows the risk of skill erosion is easily overlooked. In a recent study, my team and I examined skill erosion in an accounting company.
The company had recently stopped using software that automated much of its fixed-asset accounting service. However, the accountants found themselves unable to carry out the task without it. Years of over-reliance on the software had eroded their expertise, and ultimately, they had to relearn their fixed-asset accounting skills.
While the software was rule-based (it did not use machine learning or “AI”), it was “smart” enough to track depreciation and produce reports for many tax and financial purposes. These are tasks that human accountants found very complex and tedious.
The company only became aware of skill erosion after a client found errors in the accounting team’s manual reports. With its accountants lacking sufficient expertise, the company had to commission the software provider to fix the errors.
Notizie internazionali sulla lotta per la messa al bando dell’amianto dal 21 febbraio al 4 marzo 2024
Fonte: Segretariato internazionale per la messa al bando dell’amianto che ringraziamo per lo straordinario lavoro di informazione sensibilizzazione e coordinamento delle lotte su scala globale per la messa al bando dell’amianto.
[ la traduzione in italiano è effettuata con google translator, per un uso professionale e/o di studio raccomandiamo di fare riferimento al testo alla fonte ]
Premio della Giuria per la serie Amianto
4 marzo 2024
La settimana scorsa è stato annunciato che la serie “Asbestos Danger” di Pelin Ünker e Serdar Vardar della TV turca DW ha vinto il Premio speciale della giuria 2024 in un concorso organizzato dalla Camera medica di Istanbul. In una dichiarazione della giuria composta da 5 membri, è stato spiegato che la serie aveva “esaminato in modo esauriente il pericolo dell’amianto e i possibili danni che potrebbero verificarsi a causa delle esposizioni dopo i terremoti del 6 febbraio dell’anno scorso”. La cerimonia di premiazione si terrà domenica 17 marzo 2024 presso il campus Bakırköy dell’Università Kültür di Istanbul. Vedi: DW Türkçe’nin Asbest Tehlikesi dizisine Jüri Özel Ödülü [Premio speciale della giuria per la serie Asbestos Hazard di DW Turkish].
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Amianto nei cantieri di demolizione delle navi
4 marzo 2024
L’esposizione all’amianto è solo uno dei rischi sul posto di lavoro che i lavoratori del Bangladesh sperimentano durante lo smantellamento di navi mercantili, petroliere e altre navi. Dopo 30 anni di esposizioni simili nella discarica di Chittagong, nel sud del Bangladesh, Fazlul Karim, 55 anni, ha contratto una malattia dovuta all’amianto che gli ha lasciato una capacità respiratoria solo del 60%. Da test medici condotti nel 2016 da un medico indiano è emerso che il 35% dei 101 lavoratori dei cantieri navali esaminati soffriva di asbestosi a causa di condizioni lavorative pericolose. Vedere: Bangladesh: L’amiante clandestin des navires occidentaux [Bangladesh: amianto clandestino proveniente da navi occidentali].
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Premio ADSA!
4 marzo 2024
Il 27 febbraio 2024, il membro della Camera dei rappresentanti australiana Russell Broadbent ha rilasciato una dichiarazione in Parlamento evidenziando l’incredibile lavoro del gruppo di difesa con sede a Perth, la Asbestos Diseases Society of Australia (ADSA): “Per decenni l’ADSA ha combattuto per i diritti delle vittime dell’amianto, comprese le persone che lavoravano nella famigerata miniera di Wittenoom e le persone che vivevano in quella città. L’ADSA ha aperto la strada ad azioni legali rivoluzionarie e ha lavorato a stretto contatto con le parti interessate, compresi i sindacati, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi dell’amianto e prendersi cura dei feriti”. Vedi: Dichiarazioni sull’indulgenza. Divieto nazionale dell’uso dell’amianto: 20° anniversario .
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Il futuro roseo di Eternit?
4 marzo 2024
Eternit, SA, ex gruppo leader nella produzione e lavorazione dell’amianto in Brasile, ha informato la Borsa dei piani per uscire dalla riorganizzazione fallimentare nei prossimi mesi. La diversificazione dei prodotti per la produzione di energia solare e la costruzione modulare hanno compensato le perdite subite a seguito del divieto nazionale sull’amianto. Le dichiarazioni ottimistiche del CEO Paulo Roberto Andrade sull’aumento dei profitti aziendali suonano vuote alle numerose vittime dell’amianto dell’Eternit che stanno ancora lottando per il riconoscimento e il risarcimento delle malattie legate all’amianto che hanno contratto a causa dell’esposizione all’amianto sul posto di lavoro. Vedi: Muito além do amianto: o futuro da Eternit após a recuperação giudizial [Lontano oltre l’amianto: il futuro dell’Eternit dopo il recupero giudiziale].
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Rabbia in Parlamento per i tagli alla sorveglianza del mesotelioma
4 marzo 2024
Il 6 e 8 febbraio 2024 sono state presentate interrogazioni scritte all’Assemblea nazionale e al Senato francesi sullo stato di avanzamento dei piani di Public Health France per chiudere il programma nazionale di sorveglianza del mesotelioma che, per 20 anni, ha facilitato la produzione di conoscenze sull’incidenza e sulla diffusione del mesotelioma. sopravvivenza post-diagnosi e punti caldi identificati di esposizione professionale e ambientale all’amianto. Secondo Public Health France, questa azione dovrà essere intrapresa in risposta ai vincoli finanziari. Al governo è stato chiesto di riconsiderare questa decisione. Vedi: Interrogazione scritta dell’Assemblea nazionale n. 14904 e Senato Interrogazione scritta n. 09996 .
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Rimozione dell’amianto dalle scuole
4 marzo 2024
Il 29 febbraio 2024, le autorità della provincia di Jeonbuk in Corea del Sud hanno annunciato l’intenzione di completare la rimozione della maggior parte dell’amianto dalle scuole entro la fine dell’anno (2024). Per motivi tecnici, una piccola quantità di materiale contenente amianto rimarrà sul posto fino al 2025. Dal 2019, il Metropolitan Office of Education ha investito 204 miliardi di won (153 milioni di dollari) per decontaminare le infrastrutture educative. “L’obiettivo”, ha affermato un portavoce dell’Ufficio metropolitano dell’Istruzione, “è raggiungere l’obiettivo zero amianto tre anni prima rispetto all’obiettivo del 2027 fissato dal Ministero dell’Istruzione”. Vedi: 전북 학교 석면 제거, 올해 사실상 완료…6년간 2천억 투입 [La rimozione dell’amianto dalle scuole di Jeonbuk è stata praticamente completata quest’anno… 200 miliardi investiti in 6 anni].
SVIZZERA: DIRITTI ORMAI È UNA MODA SCHIAFFEGGIARE ONG E GIORNALISTI
Fonte : Areaonline.ch che ringraziamo
Segnaliamo questo importante articolo che fa chiarezza come la democrazia, le istituzioni democratiche siano a rischio di erosione a causa delle iniziative giudiziarie utilizzate dalle multinazionali, dalle lobbies per mettere a tacere il giornalismo d’inchiesta e le ONG impegnate nelle battaglie per i diritti civili, per l’ambiente. Nell’articolo si illustrano le iniziative giudiziarie promosse da multinazionali per sopprimere il dissenso con cause milionarie contro giornalisti e attivisti di Associazioni di volontariato in Svizzera. Il problema tuttavia non è solo un problema svizzero ma di tutta Europa e oltre. I giganti dell’economia e della finanza agiscono con determinazione contro ogni forma di trasparenza e partecipazione democratica che possa mettere in discussione le loro strategie e i loro interessi. editor |
Sono in aumento gli attacchi giudiziari intimidatori verso le associazioni e i media da parte di multinazionali o imprenditori. Contro il fenomeno è stata creata un’alleanza
FEDERICO FRANCHINI
“SLAPP (simile a “slap”, schiaffo in lingua inglese) è un termine nato dall’acronimo di Strategic lawsuit against public participation (traducibile in italiano con “azione legale strategica contro la partecipazione pubblica”). Le SLAPP sono in sostanza quelle azioni legali tese a intimidire l’avversario e a reprimere la libertà di espressione. Azioni di questo tipo sono in aumento in Svizzera, dove uomini d’affari e multinazionali hanno sempre più nel mirino l’operato delle ONG e dei giornalisti. Un fenomeno preoccupante, al quale si sta cercando di porre rimedio…..” segue >>>
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PICCOLI REATTORI MODULARI E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: ENNESIMA FORMULA PER LA CRESCITA
Autore Mario Agostinelli * che ringraziamo
Fonte Inchiestaonline
Pubblichiamo con il consenso dell’autore questo articolo di Mario Agostinelli apparso su il fatto quotidiano online del 27 febbraio
Sulla transizione energetica il nostro governo procede per annunci, spesso contradditori e quasi sempre proiettati in decenni successivi alle scadenze cui saremmo chiamati a rispondere riducendo l’impatto climatico del nostro sistema. Sia che si trattasse della fusione nucleare con cui imitare il sole, che del piano Mattei con cui ricolonizzare il sud del Mediterraneo o, infine, dell’”hub europeo” creato per raccattare e sequestrare la CO2 emessa dai residui turbogas rimasti in Europa, non c’è proposta di politica energetica che ci abbia riabilitati come diligenti esecutori del Green Deal UE.
Adesso, però, rientriamo volentieri nell’alveo della “ritirata” della Von der Leyen, timorosa di essere danneggiata dalla “frenesia verde” (secondo la “grammatica” di Vox, Fpoe, Fidesz e Afd) che l’aveva fatta conoscere come alfiere delle rinnovabili, invise alle destre europee in crescita nei sondaggi e, insieme, oppositrici di qualsivoglia inclinazione ecologista.
Così’, sta prendendo piede, con un protagonismo italo-francese, una tacita rinascita dell’atomo attraverso un consorzio europeo di rilancio del nucleare a cui la Commissione Europea non sembra insensibile.
Riflessioni a partire dalla tragedia del cantiere Esselunga di Firenze
Fonte SNOP.IT
Una piccola premessa. Forse conviene, anche a futura memoria, identificare meglio anche nominalmente quanto è successo a Firenze il 16 febbraio scorso, riferendosi non solo ad una indefinita “tragedia di Firenze”, ma piuttosto a quella “del cantiere Esselunga di Firenze”, così che anche il ricordo possa essere più immediato e preciso.
È trascorsa poco più di una settimana da quel gravissimo infortunio sul lavoro plurimo e il clamore della notizia e delle reazioni sta già, ovviamente, sfumando. Passato lo sgomento viene il momento di ricomporsi e ragionare veramente anche sulle molte cose dette, promesse, minacciate così come su quelle taciute, nascoste o negate.
Occorre, però, rimanere indignati, perché l’indignazione in questi casi è un potente stimolo a lavorare per cambiare. L’impegno deve essere quello di parlarne ancora e ancora, ben dopo l’onda dell’emozione (che rischia di essere cattiva consigliera) o dello sdegno diffuso (che spinge spesso a rincorrere le risposte mediaticamente e politicamente più accettabili nell’immediato), ma idealmente “prima” dei prossimi eventi.
Vorremmo cogliere maggiormente parole che escono da logiche di azione/reazione e quindi riprendere a parlare delle cose che davvero contano e servono per la salute di chi lavora.
Com’è nostra abitudine, preferiamo non parlare separatamente di infortuni e di danni alla salute, perché, a nostro parere, nascono dagli stessi meccanismi di fondo dentro il lavoro.
Né, d’altra parte, riteniamo che sia la gravità del singolo evento che, da sola, potrebbe giustificare interventi che non siano richiesti anche da innumerevoli più “piccoli” eventi. È vero, ci sono stati fatti che hanno scosso tutti e che hanno costituito l’occasione perché fossero messi in atto provvedimenti particolari (pensiamo a quelli della motonave Elisabetta Montanari di Ravenna, della ThyssenKrupp di Torino, della Lamina di Milano), ma sappiamo bene che quei provvedimenti sarebbero stati richiesti ben prima e a prescindere dal singolo caso e che potremmo vedere quegli atti come l’ammissione di un imperdonabile ritardo.
La rincorsa a proporre o a reclamare leggi, sanzioni, controlli, procure nazionali ed altro, rischia di produrre una semplificazione che, in sostanza, trascura, dimentica o preferisce non vedere le ragioni più profonde di questa cattiva gestione del lavoro, che rimangono quindi intatte quando non intoccabili.
Dopo il silenzio e il lutto con cui abbiamo voluto contrassegnare il nostro sito a seguito di quel tragico venerdì e al di fuori dell’emergenza, intendiamo mantenere viva una riflessione su questi temi, ritenendo necessario che ci sia un dibattito alla luce di questi eventi ma anche delle reazioni che ne seguono.
Vogliamo cominciare segnalando uno scritto di Paolo Pascucci (https://fuoricollana.it/
Il Regno Unito rischia di diventare una nazione “burnout”.
Fonte Etui.org
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Mental Health UK ha pubblicato il suo ultimo rapporto annuale sul burnout nel Regno Unito, rivelando che il paese rischia di diventare una “nazione bruciata”.
Realizzata da YouGov per conto dell’organizzazione Mental Health UK, l’indagine si basa su un campione di 2.060 adulti britannici (di cui 1.132 in età lavorativa) con l’obiettivo di comprendere meglio il fenomeno del burnout professionale nel Regno Unito. I risultati suggeriscono che il Paese è sul punto di diventare una “nazione stanca”, con 9 adulti su 10 nel Regno Unito che hanno riferito livelli elevati o estremi di pressione o stress nell’ultimo anno. L’esperienza di stress o pressione è stata descritta come “costante” o “frequente” dal 34% degli intervistati. Essere vittime di bullismo da parte di altri colleghi è stato motivo di stress per il 31% dei lavoratori del Regno Unito, mentre dover affrontare lavori extra a causa della crisi del costo della vita è stato evidenziato come un fattore chiave per 4 persone su 10 intervistate.
Nell’ultimo anno, un lavoratore su cinque ha dovuto prendersi una pausa a causa di problemi di salute mentale dovuti a pressioni o stress. La probabilità che qualcuno abbia preso un congedo nell’ultimo anno a causa di problemi di salute mentale dovuti allo stress diminuisce con l’età, con il 34% dei lavoratori di età compresa tra 18 e 24 anni che lo ha fatto, rispetto al 15% di quelli di età pari o superiore a 55 anni. È più probabile che i lavoratori di età compresa tra 35 e 44 anni abbiano sperimentato regolarmente livelli elevati o estremi di stress e pressione, mentre i lavoratori di età pari o superiore a 55 anni hanno meno probabilità di averlo fatto. Questi risultati si aggiungono al peso delle statistiche che mostrano livelli sconcertanti di ansia, stress, depressione e burnout legati in tutto o in parte al posto di lavoro nel Regno Unito.
Quando si tratta di soluzioni, più della metà degli intervistati ha citato un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, mentre quattro su dieci hanno citato il sostegno di un manager o di colleghi e colleghi. Altri fattori più importanti includono adeguamenti ragionevoli sul lavoro (38%), supporto professionale per la salute mentale come programmi di assistenza o coaching per i dipendenti (29%) e organizzazioni che offrono formazione sulla salute mentale e personale sulla salute mentale sul lavoro (24%). Tuttavia, la metà dei lavoratori afferma che il proprio datore di lavoro non ha un piano per individuare i segni di stress cronico e prevenire il burnout. Ancora più preoccupante è il fatto che il 35% dei lavoratori adulti ha affermato di non sentirsi a proprio agio nel parlare ai propri supervisori o dirigenti senior dei livelli elevati o estremi di pressione e stress che sperimentano sul lavoro.
Questi risultati allarmanti giungono in un momento in cui il numero di persone disoccupate a causa di malattie di lunga durata è in aumento, con conseguenti costi per i singoli individui, i datori di lavoro e i contribuenti. In questo contesto, Mental Health UK chiede al Primo Ministro di convocare un vertice nazionale su occupazione e salute mentale. Il vertice, che riunirà ministri, datori di lavoro ed esperti, avrà l’obiettivo di identificare modi per creare luoghi di lavoro sani e aiutare al meglio le persone che lottano contro lo stress e la cattiva salute mentale a rimanere al lavoro o a ritornarvi.
Secondo Evangelia Demerouti, professoressa di psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso l’Università della Tecnologia di Eindhoven, esperta di burnout e autrice del recente documento di lavoro dell’ETUI “ Affrontare il burnout nelle organizzazioni ”, “le parti sociali devono sollecitare i governi e i politici a sostenere la ricerca sul burnout in modo che sia chiaro possono essere sviluppate politiche riguardanti la diagnosi e il trattamento dei dipendenti burn-out.”
13 marzo 1987: in tredici muoiono come topi nella stiva di una nave. A Ravenna una delle più gravi tragedie del lavoro in Italia
Ringrazio il quotidiano online Striscia Rossa e Andrea Guermandi per questa testimonianza sulla tragedia di Ravenna avvenuta il 13 marzo 1987, 37 anni fa. In quell’epoca chi scrive lavorava alla Cgil Emilia Romagna, ricordo bene cosa significò quell’evento tragico. Ci interrogammo allora se quella tragedia avesse avuto origini da un modello di gestione imprenditoriale arretrato, un residuo del passato o se, invece, rappresentasse e anticipasse le condizioni future nel mondo del lavoro segnate dalle logiche di deregulation del neoliberismo, dal trasformare il lavoro in merce da acquistare al massimo ribasso con la negazione dei più elementari diritti. Apparve con grande chiarezza che la nuova era segnata dall’egemonia neo liberista, dalla logica di considerare i lavoratori “vuoti a perdere” , sacrificabili senza indugi o remore . Il modello di organizzazione del lavoro Mecnavi non era un pezzo di archeologia industriale, era una anticipazione di ciò che sarebbe stato il futuro segnato da lavoratori poveri e sacrificabili senza pietà. Condizioni di lavoro povero, senza diritti , segnato dalla precarietà che si sono riprodotte fino ai giorni nostri in particolare nei comparti delle costruzioni e della logistica con le tragedie che si ripetono come quella di Firenze. Per questo la tragedia Mecnavi non è archiviabile come un evento espressione di un passato da ricordare ma superato da una evoluzione efficace e risolutiva dei sistemi di valutazione e gestione dei rischi. Purtroppo non è così, pure essendovi stati dei miglioramenti significativi in altre realtà, si protraggono e permangono nel settore delle costruzioni condizioni di lavoro ad elevato rischio ed un modello di organizzazione del lavoro disastroso basato sugli appalti a cascata come si è potuto verificare dopo la tragedia di Firenze. Gino Rubini, editor di Diario Prevenzione
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È il 13 marzo del 1987. Non è una giornata fredda, ma nuvolosa, bizzosa, in fondo triste. Quasi a presagio di cosa sarebbe successo nella stiva di una nave ricoverata in cantiere per manutenzione. Una stiva oscura, minacciosa. Una stiva assassina tanto quanto chi non ha rispettato le più elementari norme di sicurezza, tanto quanto imprenditori senza scrupoli che hanno fatto calare nelle viscere di quel mostro apparentemente inanimato topi dalle forme umane: tredici persone, tredici lavoratori, tredici essere umani.
Non ne usciranno più da quella tomba, voluta, creata dal profitto e dall’ingordigia umane. Resteranno lì a respirare fino alla morte miasmi di anidride carbonica ed altri veleni.
Al mattino la notizia arriva in redazione come una bomba
È il 13 marzo del 1987. In redazione dell’Unità di Bologna, in via Barberia 4, sono poco più delle nove di mattina. Siamo in pochi. Alcuni sono già in giro per la cronaca nera e giudiziaria e per la bianca, in Comune. C’è Franco De Felice, caposervizio, e poco dopo arriva il caporedattore Rocco Di Blasi. Poi ci siamo io, Alessandro Alvisi che cura la cronaca della città, Franco Vannini per lo sport. Arriva come una bomba la notizia da Ravenna: 13 morti al porto. Dicono: bruciati. Dicono: nella stiva di una nave. Dicono: morti in trappola.
Franco De Felice telefona all’inviato, Jenner Meletti, e lo manda là. Poi mi chiede se ho l’auto. In quel periodo vado a Bologna quasi sempre in auto: Sì, ce l’ho. Allora vai, vai al porto, i sindacati dicono che è nel cantiere degli Arienti, la nave è la Elisabetta Montanari. Poi, Franco, prepara una squadra da mandare a Ravenna. Ci rivedremo lì dopo qualche ora con Claudio Visani, Roberta Emiliani e Andrea Montanari (che poi verrà assunto alla Rai: è bravissimo).
Arrivo poco più delle dieci. Un’ora dopo arrivano da Roma il ministro Zambeletti e da Bologna l’assessore regionale Giuseppe Gavioli con il responsabile della protezione civile regionale Egidi. Siamo tutti davanti alla carcassa di quell’enorme animale spiaggiato e nell’aria c’è un odore di fumo che prende alla gola. Dentro quella pancia inutile e assassina tredici corpi, tredici topi intrappolati. Non in regola, arruolati, si diceva in quelle ore, da caporali criminali e imprenditori senza scrupoli. Qualcuno era al primo giorno di lavoro. Sulla nave nessuna misura di sicurezza, il sistema anti incendio era fuori uso e dunque bastava una scintilla per innescare il meccanismo mortifero. E così è stato. Ed i tredici sono morti soffocati.
Agli inviati de l’Unità davanti alla gasiera Elisabetta Montanari piena di cadaveri
Davanti alla carcassa, era una gasiera e dunque era possibile che ancora ci fossero esalazioni di gas infiammabile, i vigili del fuoco raccontano. Sono Maurizio Galletti e Gianni Casadio: “La maggior parte dei corpi era in fondo alla nave, nella stiva. Le 13 persone che erano dentro non hanno avuto possibilità di scampo”. Lavoravano… parevano dei topi… in una condizione veramente precaria. Non c’erano misure di sicurezza neanche minime”.