Selezione di notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
Prevenzione, oggi più che mai: l’EU-OSHA ospita un simposio per segnare l’inizio di una nuova era per la salute e la sicurezza sul lavoro nell’UE
Il quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027 è ormai realtà. Quali sono le implicazioni per il futuro della protezione dei lavoratori? Segui la diretta dell’EU-OSHA per scoprire cosa ne pensano i rappresentanti della Commissione europea, del Parlamento europeo, della presidenza slovena del Consiglio dell’UE e delle associazioni dei sindacati e dei datori di lavoro.
Nicolas Schmit, commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali, interviene al simposio illustrando le priorità chiave del quadro e le azioni necessarie per migliorare la salute e la sicurezza dei lavoratori negli anni a venire.
L’evento consta altresì dell’imperdibile discorso di apertura di Sir Michael Marmot, professore di epidemiologia di fama mondiale, e di un dibattito interattivo in cui gli esperti affrontano le questioni chiave relative all’attuazione del quadro, rispondendo alle domande del pubblico online.
2 luglio 2021 . Giornata d’azione sul mesotelioma 2021!
In qualità di partecipante attiva alla campagna globale per vietare l’amianto, ho visto come gli attivisti di base creativi ed efficaci sono stati nella lotta per porre fine al massacro dell’amianto e sostenere i feriti. Progetti di sensibilizzazione di successo e collaborazioni multinazionali hanno rafforzato la nostra lotta e massimizzato i nostri sforzi. Questo mese (luglio 2021) fornisce eccellenti esempi in Europa e in Asia dell’adattabilità e dell’intraprendenza degli attivisti che lavorano con le persone colpite da tumori mortali dell’amianto e le loro famiglie.
Il 2 luglio 2021, i gruppi di sostegno alle vittime dell’amianto del Regno Unito, gli enti di beneficenza del mesotelioma e i gruppi di campagna segneranno il 16° Action Mesothelioma Day nazionale (AMD). 1Nel corso degli anni, AMD è diventata una giornata nazionale di attività e ricordo negli hotspot dell’amianto in tutto il paese. È stato un giorno in cui i feriti, i loro parenti e coloro che avevano perso qualcuno a causa del mesotelioma – il caratteristico cancro all’amianto – si sono riuniti per sensibilizzare sulla tragica eredità dell’amianto in Gran Bretagna. Si sono incontrati nelle sale delle chiese, nei giardini dei villaggi, nei centri civici, nelle sale conferenze e altrove per imparare, comunicare e fornire supporto. In alcuni incontri, l’accento era posto sullo spirituale, in altri sulla raccolta di fondi per la ricerca. Sebbene ogni incontro fosse diverso, tutti condividevano la stessa motivazione e lo stesso obiettivo: ricordare i morti e combattere per i vivi. 2
Altre buone notizie sul fronte della Transizione Ecologica: stop a finanziamenti europei per la produzione di idrogeno blu e contestuale stoccaggio della CO2. Legambiente ai sindacati: “si lavori assieme per un Adriatico Eolico e Solare”
Legambiente è soddisfatta del risultato del dibattito su idrogeno, stoccaggio della CO2 e fondi del PNRR.
Sembrano archiviate le posizioni di forte ambiguità sull’utilizzo dell’idrogeno non rinnovabile che avrebbe portato implicitamente ad un prolungamento della vita del fossile, in particolare del gas. Finalmente, infatti, la posizione netta da parte dell’Europa ha chiarito nero su bianco che le uniche tecnologie ad idrogeno finanziate da fondi pubblici del PNRR dovranno essere quelle ad idrogeno verde, quindi legate alla produzione di energia rinnovabile.
Trascorso oltre un secolo da quando il fumo di tabacco era riservato alle classi ambienti, come i magnifici setter gordon agli aristocratici, segni distintivi di un potere visibile, e constatato, come sostenuto da qualche intellettuale, che il fil di fumo non giova alla capacità di concentrazione, all’intelligenza e alla creatività, ma induce a degenerazioni tissutali, malattie, invalidità e ad una minore attesa di vita (Science, II, 1938), sarebbe doveroso per cittadini, società e Istituzioni politiche e sanitarie chiedersi se finalmente non sia, davvero, giunto il momento di adottare quelle misure, non coercitive ma informative ed organizzative, che possano indurre alla rinuncia alla cerimonia del fumo, già segno inconfondibile di spigliatezza, virilità, fascino, modernità e successo in ogni campo.
Ignorare i dati clinico-statistici della sottostante tabella riassuntiva, molto circoncisa, non commentata e minimale per i dati elencati, e non portarli a conoscenza di tutti i cittadini, induce a deformazioni del significato del bene comune, al tradimento dell’articolo 32 della nostra Costituzione, a considerazioni erronee circa l’addebitare l’incremento esponenziale dei tumori ai soli devastanti inquinamenti ambientali e indulgere, anche inopinatamente da parte di medici, su modiche quantità di tabacco consumato. Infatti: “la rottura del DNA e l’innesto del processo tumorale, per doppie sfilacciature che si fondono con cromosomi nella cellula, possono succedersi anche con un numero di sigarette fumate ritenuto erroneamente esiguo” (W. Sanders: Journal of cancer, 1979, 25, 443).
L’avvio a Novara di un nuovo processo per omicidio intenzionale contro Stephan Schmidheiny riaccende la speranza delle vittime: Guai ad arrendersi al crimine d’impresa
di Claudio Carrer
Si è aperto a Novara il 9 giugno scorso il nuovo processo per i morti dell’Eternit contro l’ex patron e miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, accusato di omicidio volontario. Un’accusa in relazione alla morte per mesotelioma (il tipico cancro da amianto che colpisce soprattutto la pleura e più raramente il peritoneo) di 392 persone, 62 lavoratori e 330 semplici cittadini, del Monferrato Casalese, vittime delle polveri di amianto disperse negli ambienti di lavoro e di vita dallo stabilimento di Casale Monferrato. Si tratta di una tappa cruciale della lunghissima ed estenuante rincorsa di una qualche forma di giustizia per le vittime. Il nostro reportage da Novara, con interviste e testimonianze.
Infortuni mortali: una continua sconfitta della “cultura della prevenzione” a livello nazionale. Una continua sconfitta della Politica. Una continua sconfitta del Ministero del Lavoro e degli altri Ministeri competenti in materia. Una continua sconfitta dei Datori di Lavoro, dei Dirigenti e dei Preposti. Una continua sconfitta degli specialisti di funzione come i Responsabili e gli Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione ed i Medici Competenti. Una continua sconfitta dei Sindacati e dei Rappresentanti dei Lavoratori della Sicurezza. Una continua sconfitta di noi tutti.
Venerdì 23 aprile 2021, 7 Corriere della Sera, il giornalista Nicola Saldutti con il titolo “Luana, Andrea, Francesco…due caduti sul lavoro al giorno” scrive“Luana aveva 22 anni e un figlio, Andrea di anni ne aveva 37, Francesco 56, Davide 22, il fratello Francesco 25. Si continua a chiamarle morti bianche, parole inadatte a descrivere quello che accade a chi perde la vita mentre sta lavorando. Si continua a chiamarle bianche perché, come accade per le morti improvvise dei neonati, si fatica a individuare una responsabilità precisa che riesca a spiegarle….”. Domenica, 9 maggio 2021, la Repubblica, il giornalista Sergio Rizzo con il titolo “Mancano ispettori sulla sicurezza – Lavoro fuori sicurezza” scrive “Cinque morti sul lavoro in 24 ore, 185 in tre mesi: almeno due al giorno. La rabbia è tanta. E monta ancora più dando un’occhiata alle carte d’identità di alcuni di loro, Luana, stritolata a Prato da un macchinario tessile, aveva solo 22 anni….”.
Un periodico e frequente grido di allarme di un ennesimo “infortunio mortale” occorso ad un Lavoratore, che passa attraverso l’esaltazione del dolore da parte di Mass Media, della Politica, dei Ministeri competenti e dei Sindacati. Sempre lo stesso comunicato, le stesse dichiarazioni sui giornali e in televisione, in un ordinario rito di stupore di quanto accaduto, di presa di posizione, di indignazione, di proposte e di assicurazioni degli interventi. Indignazione come quella della “Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e delle sicurezza nei luoghi di lavoro” che, tramite il complesso delle audizioni e degli atti istruttori compiuti, aveva dimostrato come “la superficialità dei controlli, l’incuria e la trascuratezza della pubblica amministrazione insieme a lungaggini burocratiche e confusioni su competenze amministrative”, protrattesi per decenni, avevano aggravato gli effetti delle condizioni generali “in spregio a qualsiasi tutela dell’ambiente e della salute dei lavoratori ed il persistente gravissimo pericolo per la salute della popolazione che non può consentire dilazione alcuna da parte delle autorità competenti”.
Indignazione momentanea fino al nuovo “infortunio mortale” con gli stessi messaggi brevi, circostanziati, veloci, descritti nei minimi particolari, ma essenziali, possibilmente cruenti, per fare “notizia”, per arrivare primi sulla notizia stessa. Il giorno dopo raramente segue una breve notizia sull’”infortunio mortale” occorso. Si riprende invece sempre la stessa notizia dopo alcuni giorni se non il giorno dopo o solo quando accade un altro “infortunio mortale” magari più cruento e che va descritto possibilmente con altri dettagli più macabri ma con particolari modalità di accadimento, altrimenti si rischia che non interessi i lettori o gli ascoltatori. Il Tutto in un continuo seguire di “infortuni mortali” ed in un continuo addivenire in una sorta di cerchio dantesco della morte, come quella dei traditori, rappresentati egregiamente dalla Politica, dalle Istituzioni dello Stato e di tutti i cosiddetti “addetti ai lavori”. Vengono chiamati anche “Crimini sul lavoro”, gestiti con freddezza dalla consapevolezza di quanto accade ogni giorno (3 “infortuni mortali” ogni giorno per una media di 1.000 “infortuni mortali” anno) che hanno consentito alla dirigenza della Pubblica Amministrazione una assuefazione ed una forma continua di indifferenza, quasi ostentando in modo subdolo in disprezzo di tutti quei valori morali, religiosi, etici e sociali, per nascosti comportamenti chiaramente omicidi verso la “persona”, donna o uomo che possa essere.
Dalla mezzanotte di stasera, per 24 ore, saranno la nostra carezza alla città ferita.
Viareggio, 28 giugno 2021 – Domani, 29 giugno 2021, ricorre il dodicesimo anniversario della strage di Viareggio, quando un treno carico di GPL deragliò in stazione causando uno dei disastri più gravi del nostro paese, con 32 morti, centinaia di feriti e la distruzione tra le fiamme di un intero quartiere. Anche quest’anno per la dolorosa ricorrenza saremo a fianco dei i familiari delle vittime ed alla città di Viareggio con i fischi dei nostri treni.
Invitiamo quindi i macchinisti di tutti i treni in arrivo, in partenza e in transito nella stazione di Viareggio, dalla mezzanotte e durante tutta la giornata del 29 giugno, ad emettere lunghi e ripetuti fischi per far sentire l’affetto e la vicinanza di tutti i ferrovieri.
Questo semplice gesto è il nostro contributo alla memoria delle vittime, una carezza speciale alla città e ai loro familiari ma è anche il modo per “far sentire” e ricordare a tutti che vogliamo più sicurezza sui binari e che, dall’8 gennaio scorso, dopo quasi sei mesi, siamo ancora in attesa di conoscere le motivazione della sentenza della Corte di Cassazione, ritenuta discutibile ed ingiusta.
Le autorità saranno informate che i fischi non sono di ‘allarme’ ma un segnale di solidarietà in occasione della ricorrenza.
Partecipa, sostieni, scrivi e contribuisci al dibattito ed alle iniziative di “ancora In Marcia!”, abbonandoti alla rivista autogestita dai lavoratori dal 1908
Keywords: Agricoltura e silvicoltura, Rischi emergenti
Gli effetti dei cambiamenti climatici avranno un impatto significativo sull’agricoltura e sulla silvicoltura. Il nostro nuovo documento di sintesi esamina in che modo questi cambiamenti incideranno sulla salute e la sicurezza sul lavoro (SSL) in tale settore.
L’adeguamento delle pratiche di lavoro per tener conto degli effetti dei cambiamenti climatici richiede la valutazione di rischi nuovi ed emergenti, quali una maggiore esposizione a calore, malattie e parassiti e polveri. Il documento valuta inoltre le ripercussioni che tali cambiamenti avranno sui rischi psicosociali per gli agricoltori e i silvicoltori, in contesto in cui l’incertezza riguardo all’impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione e la pressione di soddisfare i requisiti dell’UE per mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi ai loro effetti potrebbero causare un notevole stress.
Supply is not the main reason some countries are able to vaccinate their populations while others experience severe disease outbreaks – distribution is.
Many rich countries pursued a strategy of overbuying COVID-19 vaccine doses in advance. My analyses demonstrate that the U.S., for example, has procured 1.2 billion COVID-19 vaccine doses, or 3.7 doses per person. Canada has ordered 381 million doses; every Canadian could be vaccinated five times over with the two doses needed.
Overall, countries representing just one-seventh of the world’s population had reserved more than half of all vaccines available by June 2021. That has made it very difficult for the remaining countries to procure doses, either directly or through COVAX, the global initiative created to enable low- to middle-income countries equitable access to COVID-19 vaccines.
Benin, for example, has obtained about 203,000 doses of China’s Sinovac vaccine – enough to fully vaccinate 1% of its population. Honduras, relying mainly on AstraZeneca, has procured approximately 1.4 million doses. That will fully vaccinate 7% of its population. In these “vaccine deserts,” even front-line health workers aren’t yet inoculated.
Last year, researchers at Northeastern University modeled two vaccine rollout strategies. Their numerical simulations found that 61% of deaths worldwide would have been averted if countries cooperated to implement an equitable global vaccine distribution plan, compared with only 33% if high-income countries got the vaccines first.
The result, for now, is two separate and unequal societies in which only the wealthy are protected from a devastating disease that continues to ravage those who are not able to access the vaccine.
Concerned about undercutting their markets in high-income countries, the pharmaceutical companies that produced antiretrovirals, such as Burroughs Wellcome, adopted internationally consistent prices. Azidothymidine, the first drug to fight HIV, cost about US$8,000 a year – over $19,000 in today’s dollars.
The crisis over inequitable access to AIDS treatment began dominating international news headlines, and the rich world’s obligation to respond became too great to ignore.
“History will surely judge us harshly if we do not respond with all the energy and resources that we can bring to bear in the fight against HIV/AIDS,” said South African President Nelson Mandela in 2004.
Pressured by grassroots activism, the United States and other high-income countries also spent billions of dollars to research, develop and distribute affordable HIV treatments worldwide.
A dose of global cooperation
It took over a decade after the development of antiretrovirals, and millions of unnecessary deaths, for rich countries to make those lifesaving medicines universally available.
Fifteen months into the current pandemic, wealthy, highly vaccinated countries are starting to assume some responsibility for boosting global vaccination rates.
It is not yet clear how their plan to “vaccinate the world” by the end of 2022 will be implemented and whether recipient countries will receive enough doses to fully vaccinate enough people to control viral spread. And the late 2022 goal will not save people in the developing world who are dying of COVID-19 in record numbers now, from Brazil to India.
The HIV/AIDS epidemic shows that ending the coronavirus pandemic will require, first, prioritizing access to COVID-19 vaccines on the global political agenda. Then wealthy nations will need to work with other countries to build their vaccine manufacturing infrastructure, scaling up production worldwide.
Finally, poorer countries need more money to fund their public health systems and purchase vaccines. Wealthy countries and groups like the G-7 can provide that funding.
These actions benefit rich countries, too. As long as the world has unvaccinated populations, COVID-19 will continue to spread and mutate. Additional variants will emerge.
As a May 2021 UNICEF statement put it: “In our interdependent world no one is safe until everyone is safe.”
L’immunità di gregge globale rimane fuori portata a causa della distribuzione iniqua del vaccino: il 99% delle persone nei paesi poveri non è vaccinato
L’offerta non è il motivo principale per cui alcuni paesi sono in grado di vaccinare le loro popolazioni mentre altri sperimentano gravi epidemie di malattie: lo è la distribuzione .
Molti paesi ricchi hanno perseguito una strategia di acquisto eccessivo di dosi di vaccino contro il COVID-19 in anticipo . Le mie analisi dimostrano che gli Stati Uniti, ad esempio, si sono procurati 1,2 miliardi di dosi di vaccino contro il COVID-19, o 3,7 dosi a persona. Il Canada ha ordinato 381 milioni di dosi; ogni canadese potrebbe essere vaccinato cinque volte con le due dosi necessarie.
Nel complesso, i paesi che rappresentano solo un settimo della popolazione mondiale avevano riservato più della metà di tutti i vaccini disponibili entro giugno 2021. Ciò ha reso molto difficile per i restanti paesi procurarsi le dosi, direttamente o tramite COVAX , l’iniziativa globale creata per consentire ai paesi a reddito medio-basso un accesso equo ai vaccini COVID-19.
Il Benin, ad esempio, ha ottenuto circa 203.000 dosi del vaccino cinese Sinovac, sufficienti per vaccinare completamente l’1% della sua popolazione. L’Honduras, facendo affidamento principalmente su AstraZeneca, ha procurato circa 1,4 milioni di dosi. Ciò vacinerà completamente il 7% della sua popolazione. In questi “deserti vaccinali”, anche gli operatori sanitari in prima linea non sono ancora stati vaccinati .
Haiti ha ricevuto circa 461.500 dosi di vaccino contro il COVID-19 tramite donazioni ed è alle prese con un grave focolaio .
L’anno scorso, i ricercatori della Northeastern University hanno modellato due strategie di lancio del vaccino . Le loro simulazioni numeriche hanno scoperto che il 61% dei decessi in tutto il mondo sarebbe stato evitato se i paesi avessero cooperato per attuare un equo piano di distribuzione globale dei vaccini, rispetto al solo 33% se i paesi ad alto reddito avessero ottenuto i vaccini per primi.
Il risultato, per ora, sono due società separate e diseguali in cui solo i ricchi sono protetti da una malattia devastante che continua a devastare chi non può accedere al vaccino.
Preoccupate per la sottoquotazione dei loro mercati nei paesi ad alto reddito, le aziende farmaceutiche che hanno prodotto antiretrovirali, come Burroughs Wellcome, hanno adottato prezzi coerenti a livello internazionale. L’azidotimidina, il primo farmaco per combattere l’HIV, costava circa 8.000 dollari l’anno , più di 19.000 dollari di oggi.
La crisi per l’accesso iniquo alle cure per l’AIDS ha iniziato a dominare i titoli delle notizie internazionali e l’obbligo del mondo ricco di rispondere è diventato troppo grande per essere ignorato.
“La storia ci giudicherà sicuramente duramente se non risponderemo con tutte le energie e le risorse che possiamo mettere in campo nella lotta contro l’HIV/AIDS”, ha affermato il presidente sudafricano Nelson Mandela nel 2004 .
Ci sono voluti oltre un decennio dopo lo sviluppo degli antiretrovirali e milioni di morti inutili, perché i paesi ricchi rendessero questi farmaci salvavita universalmente disponibili.
A quindici mesi dall’inizio dell’attuale pandemia, i paesi ricchi e altamente vaccinati stanno iniziando ad assumersi la responsabilità di aumentare i tassi di vaccinazione globali.
Non è ancora chiaro come verrà attuato il loro piano per “vaccinare il mondo” entro la fine del 2022 e se i paesi destinatari riceveranno dosi sufficienti per vaccinare completamente abbastanza persone per controllare la diffusione virale. E l’obiettivo della fine del 2022 non salverà le persone nei paesi in via di sviluppo che stanno morendo di COVID-19 in numeri record ora, dal Brasile all’India.
L’epidemia di HIV/AIDS mostra che porre fine alla pandemia di coronavirus richiederà, in primo luogo, la priorità dell’accesso ai vaccini COVID-19 nell’agenda politica globale. Quindi le nazioni ricche dovranno lavorare con altri paesi per costruire la loro infrastruttura di produzione di vaccini, aumentando la produzione in tutto il mondo.
Infine, i paesi più poveri hanno bisogno di più soldi per finanziare i propri sistemi sanitari pubblici e acquistare vaccini. Paesi ricchi e gruppi come il G-7 possono fornire tali finanziamenti.
Queste azioni avvantaggiano anche i paesi ricchi. Finché il mondo avrà popolazioni non vaccinate, il COVID-19 continuerà a diffondersi e a mutare. Emergeranno ulteriori varianti.
Si stima che circa 700.000 persone muoiano già ogni anno a causa di infezioni resistenti ai farmaci e della mancanza di antimicrobici per curarle. Un rapporto delle Nazioni Unite del 2019 ha avvertito che se le tendenze vengono ignorate, l’AMR potrebbe causare fino a 10 milioni di morti all’anno e perdite del PIL di oltre 100 trilioni di dollari entro il 2050.
Un articolo importante sulle infezioni resistenti ai farmaci:
Urgent Government Action and Investment Needed Against Antimicrobial Resistance, Says New Report
Nessuna differenza nei rischi di lesioni tra grandi e piccole imprese una volta prese in considerazione le politiche e le procedure OHS
È stato ben documentato che i piccoli datori di lavoro affrontano sfide uniche quando si tratta di salute e sicurezza sul lavoro (OHS). In un recente studio dell’Institute for Work & Health (IWH) sull’effetto delle normative sui lavoratori in quota dell’Ontario sui tassi di infortunio nel settore delle costruzioni, il tasso di sinistri per infortuni traumatici del 2017 nelle aziende più piccole è stato più del doppio come nelle imprese più grandi: 10,3 per 1.000 dipendenti a tempo pieno nelle imprese con meno di cinque dipendenti, contro 4,1 nelle imprese con più di 50 dipendenti. Un modello simile è stato trovato in uno studio IWH che confronta la frequenza degli infortuni tra appaltatori sindacalizzati e non sindacalizzati nel settore edile dell’Ontario.
“Fattori che favoriscono l’insorgere di malattie: l’indigenza, la solitudine, la marginalità sociale e la precarietà lavorativa, l’insufficiente scolarità…evitabili l’80% delle malattie”: è quanto affermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel lontano 2006. Da allora poco o nulla è cambiato, ma, in compenso, fra le nostre popolazioni circola indisturbata l’idea che i processi patologici individuali e di comunità possano essere domati da farmaci e tecnologie sofisticate e robotizzate.
Risale a pochi giorni (l’8 giugno scorso) la notizia, riassunta in vistosi titoli, su grandi giornali e mezzi d’informazione pubblici e privati, di un “intervento chirurgico record…una prima mondiale senza precedenti…un team di urologi e cardiochirurghi ha rimosso un tumore al rene, esteso fino al cuore e lungo oltre 20 centimetri, su una paziente di 83 anni, cardiopatica, attraverso una chirurgia senza cicatrici, cioè senza aprire addome e torace…il tutto grazie all’uso combinato di un robot e di una cannula aspira-tumore inserita da una vena del collo… si tratta della prima volta al Mondo che si tenta un intervento del genere, come ha precisato la stessa azienda ospedaliera in un comunicato diffuso online (https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2021/06/08/intervento-record-tumore-rened).
Segnaliamo questo importante Dossier pubblicato da INRS.fr sugli agenti sensibilizzanti. Il Dossier contiene anche un repertorio dei settori di attività ove si registra la presenza e l’impiego di sostanze e materiali sensibilizzanti.
L’exposition à des agents sensibilisants peut être à l’origine d’allergies professionnelles, cutanées ou respiratoires. Ces affections nécessitent souvent un aménagement de poste, un reclassement ou une réorientation professionnelle des travailleurs concernés. Leur prévention est donc indispensable.
L’exposition à des agents sensibilisants en milieu professionnel peut être responsable de manifestations allergiques cutanées, respiratoires ou oculaires. La dermatite de contact allergique et l’asthme sont les affections allergiques d’origine professionnelle les plus fréquentes. Ces allergies professionnelles touchent des secteurs variés : coiffure, alimentation et restauration, santé et soins, secteur de la propreté, construction, agriculture…
Il 16 giugno 2021 è stato pubblicato il Decreto Interministeriale (del Lavoro e della Salute) che definisce nuovi Valori Limite di Esposizione Professionale. Il Decreto sostituisce la tabella allegato XXXVIII al DLgs 81/2008.
La modifica è introdotta in attuazione della direttiva n. 2019/1831/UE della Commissione del 24 ottobre 2019.
Albert Einstein definì la follia come “fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”. 1 Eppure, decennio dopo decennio, questo è ciò che fanno gli interessi acquisiti dell’amianto nella speranza che lo sfruttamento commerciale dell’amianto possa generare un altro flusso di entrate.
Un articolo in lingua russa caricato su un sito web del Kazakistan il 7 giugno 2021 ha esaminato i guadagni finanziari realizzati dall’industria dell’amianto crisotilo (bianco) del paese durante la pandemia globale, osservando che “la società [amianto] ha sempre mostrato una crescita negli anni di crisi (2008) e 2015).” 2 Per decenni il Kazakistan è stato tra i primi cinque produttori mondiali di fibra di crisotilo e nel 2008 l’industria ha ricevuto il sostegno del governo. 3
I delegati di UNISON ascoltano resoconti inquietanti della crisi COVID-19 usati come copertura per sopprimere l’opposizione pacifica peaceful
La segretaria generale di UNISON Christina McAnea è stata affiancata da un gruppo di sindacalisti tutta al femminile al raduno internazionale della conferenza dei delegati speciali che, per la prima volta, si è svolto online.
I delegati hanno ascoltato resoconti strazianti delle minacce affrontate da coloro che sfidano la legittimità dei regimi autoritari e i leader hanno usato la crisi COVID-19 come copertura per rafforzare la presa sul potere.
La sig.ra McAnea ha aperto la manifestazione fornendo una panoramica che fa riflettere sull’oppressione e la violenza inflitte ai sindacalisti e alle comunità vulnerabili di tutto il mondo sulla scia della pandemia – dal bombardamento israeliano di Gaza e dall’incapacità del governo di fornire vaccini al popolo palestinese, al “presidente brasiliano di estrema destra razzista, misogino, omofobo e negazionista del coronavirus” che ha assistito alla morte di centinaia di migliaia di persone a causa del virus.
Centinaia di migliaia di lavoratori stagionali devono attraversare l’Europa all’inizio dell’estate 2020 per aiutare con i raccolti, ma devono affrontare un mosaico di regole di frontiera incoerenti. Pescatori europei bloccati nell’Atlantico a causa della chiusura dei porti di sbarco in Senegal e Costa d’Avorio. I lavoratori commerciali nelle principali città sono stati aggrediti per la carenza di determinati beni e le misure obbligatorie di allontanamento sociale. Stampanti di fronte alla carenza di solventi a causa dell’esplosione della domanda di gel idroalcolico. Tecnici delle telecomunicazioni vessati perché, secondo i rumor, il 5G favorirebbe la pandemia. In che modo datori di lavoro e lavoratori hanno affrontato situazioni a volte del tutto inaspettate?
Un recente studio dell’Istituto sindacale europeo (ETUI) ha esaminato le negoziazioni sociali tra rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori a livello settoriale europeo. Circa 30 settori di attività economica, che vanno dall’industria dell’ospitalità ai servizi di sicurezza privati, inclusi turismo, trasporti, agricoltura e pesca, intrattenimento dal vivo, ecc. sono state vagliate alla luce delle misure adottate o richieste all’Europa e ai governi per cercare di superare le conseguenze concrete della pandemia nel loro settore.
As an increasingly vaccinated world emerges from lockdowns, lots of people are talking about whether the fight against the pandemic was too strong or too weak. Some people argue restrictions did not go far enough; others maintain the attempted cures have been worse than the disease.
One reason for these conflicting views is that the answer depends on both facts and values.
Relevant facts include features of the virus like transmission rates and deaths. Government policies were often guided by scientific findings to reduce the spread of the virus and the resulting illnesses and deaths.
Relevant values include health and longevity, but also prosperity, opportunity, equality and freedom. Different people weigh those values differently.
Autori: Kees Peereboom e Nicolien de Langen (vhp human performance, Paesi Bassi) in cooperazione con Alicja Bortkiewicz (Istituto Nofer di medicina del lavoro, Łodź, Polonia). Revisione a cura di Jacqueline Snijders (Panteia, Paesi Bassi). La presente relazione è stata commissionata dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA). I suoi contenuti, incluse le opinioni e/o conclusioni formulate, appartengono esclusivamente agli autori e non riflettono necessariamente la posizione dell’EU-OSHA. Gestione del progetto: Sarah Copsey (EU-OSHA)
Autori: Kees Peereboom e Nicolien de Langen (vhp human performance, Paesi Bassi) in collaborazione con Alicja Bortkiewicz (Nofer Institute of Occupational Medicine, Łodź, Polonia). Rivisto da Jacqueline Snijders (Panteia, Paesi Bassi). La presente relazione è stata commissionata dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA). I suoi contenuti, incluse le opinioni e/o conclusioni formulate, appartengono esclusivamente agli autori e non riflettono necessariamente la posizione dell’EU-OSHA. Gestione del progetto: Sarah Copsey (EU-OSHA)
Segnaliamo questo articolo apparso su Health Policy News che mette in evidenza la delicatezza della gestione della produzione industriale dei vaccini. Tra questi rischi vi è anche la possibilità che nel processo di produzione dei vaccini si alterino i componenti del prodotto . Questo sarebbe successo in uno stabilimento di produzione del vaccino Jonshon
La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha autorizzato il rilascio di due lotti del vaccino Janssen/Johnson & Johnson COVID-19 – circa 10 milioni di dosi – prodotti presso lo stabilimento Emergent BioSolutions di Baltimora, secondo una dichiarazione di venerdì.
Tuttavia, ha anche “determinato che molti altri lotti non sono adatti per l’uso” mentre “ulteriori lotti sono ancora in fase di revisione”, ha aggiunto.
L’Inail, tra i soggetti attuatori degli interventi della protezione civile (ordinanza Capo della protezione civile n. 630 del 3 febbraio 2020) nelle attività relative alla gestione dell’emergenza da Covid-19, ha messo in atto sin da subito iniziative dedicate, con l’obiettivo di garantire una tutela globale della salute e della sicurezza dei lavoratori, nell’ambito delle sue diverse funzioni, assicurativa, riabilitativa, di prevenzione e di ricerca, e ha collaborato attivamente alla individuazione delle misure di contenimento del rischio per la pubblica e privata incolumità.
In vista della fase di ripresa graduale delle attività sociali, economiche e produttive e in considerazione di specifiche esigenze, il direttore del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) è stato nominato componente del comitato tecnico-scientifico, istituito presso la Protezione Civile, per la gestione dell’emergenza sanitaria connessa all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.
Autore : Francesco Domenico Capizzi * – 12.06.2021
Nell’impegno politico-istituzionale e mediatico il monopolio acquisito dalla pandemia virale, con connesse logistiche vaccinali e a fronte di avversioni e di effetti collaterali indesiderati, espone a rischi simmetrici e maggiori: l’oblio, forse inconsapevole, delle forme cliniche di pandemie non virali ancor più estese e gravi che da molti decenni attanagliano sempre più da vicino ogni popolazione, nessuna esclusa.
La battaglia contro il Covid, con i suoi effetti devastanti, non deve liberare alcuna Istituzione pubblica e privata dal senso di responsabilità, nell’emergenza virale sopita, verso le galoppanti malattie cronico-degenerative e neoplastiche, anzi dovrebbe risvegliarla per la loro azione dimostratasi fortemente aggravante sul decorso clinico della malattia da Covid -19 con esiti infausti fino al 50% dei casi (ISTAT, ISS 2021).
È del tutto corretto porre l’obbiettivo prioritario di vaccinare in fretta tutta la popolazione, oggi come nel futuro, ma quest’obbiettivo non deve disgiungersi da strategie socio-sanitarie e sociali rivolte all’abbattimento preventivo primario delle malattie cronico-degenerative e neoplastiche che, trascorsa l’emergenza attuale, continueranno a gravare sulla normale attività clinica in misura del 75-80% mentre riempiono Trattati medico-chirurgici e Attività accademiche.
La loro definizione biologica si fonda su differenziazioni cellulari, in larga parte d’origine ambientale e legate a stili di vita, che conducono ad evoluzioni cliniche ed esiti imprevedibili nonostante le vaste esperienze medico-chirurgiche e la disponibilità di sofisticati apparati tecnologici e farmacologici.
In questo articolo, in forma puntuale e documentata, viene esposta la complessa vicenda dell’indagine e ricerca del “focolaio” da dove si sarebbe diffuso il coronavirus. La necessità che l’indagine USA – UE, per motivi correlati alla geopolitica, non fuoriesca dall’obiettivo di approfondire le conoscenze sul come e sul dove si sarebbe verificato il fenomeno di spillover comporta una grande responsabilità da parte degli stessi ispettori designati da OMS. Per ora le indagini non hanno realizzato passi in avanti sulla conoscenza dei processi e dei luoghi ove si è realizzato il passaggio di Sars-Cov2 dagli animali all’uomo. Segnaliamo questo articolo pubblicato da Health Policy Watch per la completezza e precisione con cui descrive lo stato dell’arte di questa vicenda .
Una panoramica delle conoscenze attualmente disponibili sul tema
Attualmente vengono utilizzati più di 100 farmaci antineoplastici di cui molti classificati come cancerogeni certi per l’uomo e fin dal 1970 studi epidemiologici condotti su infermieri che manipolavano farmaci antiblastici senza l’utilizzo di dispositivi di protezione hanno mostrato aumentato il rischio di tumori ed effetti sul sistema riproduttivo.
Il documento presenta una panoramica delle conoscenze attualmente disponibili sulla problematica relativa all’esposizione occupazionale a farmaci antineoplastici in ambito sanitario.
– I rapporti dell’Ispettore del Lavoro Franz Kafka sugli incidenti del lavoro nel regno di Boemia nel 1910- Cosa è cambiato da allora ?
– Un bimbo all’asilo si schiaccia le ditine nella porta tagliafuoco- Pesca a strascico : l’avviso di garanzia alla sindaca del Comune di Crema….
– Una sentenza severa come quella di Taranto è una garanzia per l’avvio verso la transizione ecologica ? Dopo la medicina “difensiva” stiamo entrando nell’epoca dell’amministrazione pubblica “difensiva” ?
– Il contrasto a livello europeo tra Commissione e Consiglio da una parte e il Parlamento europeo on merito alla moratoria della Proprietà intellettuale su vaccini e farmaci Covid-19.