Scaricabile gratuitamente l’inchiesta sul lavoro della Fdv

Fonte  Emigrazione-Notizie 

Coinvolti 30 mila lavoratori e tutte le strutture della Cgil. Obiettivo: conoscere meglio il mondo del lavoro con l’obiettivo di migliorarne le condizioni

La grande inchiesta sul lavoro condotta dalla Fondazione Di Vittorio e pubblicata da Futura editrice, è ora scaricabile gratuitamente QUI dal sito dell’istituto di ricerca della Cgil. Un’indagine capillare, coordinata da Daniele Di Nunzio della Fondazione, e che ha raggiunto 31 mila lavoratrici e lavoratori di tutti i settori pubblici e privati, tutte le dimensioni di impresa, tutte le tipologie contrattuali e anche a chi era senza contratto o disoccupato.

Un’operazione di grande rilievo condotta attraverso 30 mila interviste e che ha visto coinvolti 34 ricercatori e ricercatrici e tutte le strutture sindacali della Cgil tra il 2021 e il 2022.

Che lavoro fai? Con che tipo di contratto? Sei soddisfatto delle condizioni in cui si svolge il tuo lavoro? Cosa reputi necessario per poter migliorare la tua situazione? Che rapporto hai con il sindacato? Sono alcune delle domande ineludibili alla base dell’inchiesta.

Con un obiettivo preciso: conoscere meglio il mondo sempre più complesso del lavoro, con l’obiettivo di migliorarne le condizioni e fornire al sindacato una base di conoscenze utile per rendere sempre più efficace la sua capacità d’intervento.

Aumento dei salari, difesa e aumento dell’occupazione, contrasto alla precarietà, salvaguardia del ruolo dei servizi pubblici (sanità, scuola, trasporti), lotta alle diseguaglianze e alla povertà. Sono queste le priorità su cui i lavoratori chiedono al sindacato di intervenire

Dal sito della Fondazione è anche possibile rivedere la presentazione del volume che si è svolta il 26 a ottobre a Roma e a cui hanno partecipato, tra i numerosi ospiti anche di parte datoriale, del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e del presidente della Fondazione Di Vittorio Francesco Sinopoli.

 

 

scarica QUI la ricerca della Fondazione Di Vittorio

QUI la presentazione del volume

 

FONTE: https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/scaricabile-gratuitamente-linchiesta-sul-lavoro-della-fdv-nl73nvz4

Morti sul lavoro in Italia. Da gennaio a luglio cresce il numero delle vittime rispetto al 2023. 577 i decessi

Fonte Vega Engineering che ringraziamo

Riceviamo e ben  volentieri socializziamo la newsletter di Vega Engineering sui dati degli infortuni sul lavoro. Riteniamo che questi dati dovrebbero essere ulteriormente approfonditi con la definizione della distribuzione su scala regionale degli occupati e del monte ore lavorate  dei comparti produttivi  che registrano un  maggiore rischio di infortunio . Questo consentirebbe una migliore focalizzazione delle strategie di prevenzione necessarie .  editor

 

MORTI SUL LAVORO, LA TRAGEDIA CONTINUA. DALL’INIZIO DELL’ANNO ALLA FINE DI LUGLIO SONO 577 LE VITTIME: 18 DECESSI IN PIÙ DEL 2023 (+3,2%). UNA VITTIMA SU CINQUE È STRANIERA.

IN ZONA ROSSA VALLE D’AOSTA, TRENTINO-ALTO ADIGE, MOLISE, UMBRIA, SICILIA ED EMILIA-ROMAGNA.

MARCHE, VENETO, LIGURIA E FRIULI-VENEZIA GIULIA LE REGIONI PIÙ SICURE, CON LE INCIDENZE DI MORTALITÀ PIÙ BASSE DI TUTTA LA PENISOLA.

SONO 440 LE VITTIME IN OCCASIONE DI LAVORO E 137 QUELLE IN ITINERE.

IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI RIMANE QUELLO CON PIÙ VITTIME: SONO 79.

CONTINUA A CRESCERE IL NUMERO DELLE DENUNCE DI INFORTUNIO COMPLESSIVE (MORTALI E NON): +1,7% RISPETTO A LUGLIO 2023.

 

IL COMMENTO AI DATI AGGIORNATI AL MESE DI LUGLIO 2024

“Sono passati sette mesi dall’inizio dell’anno. E, purtroppo, la tragedia delle morti sul lavoro continua con numeri in crescita rispetto all’anno scorso. Infatti, sono 577 le vittime: 18 decessi in più del 2023 (+3,2%). Una vittima su cinque è straniera. Una rilevazione che mette tristemente in luce quella che viene erroneamente chiamata “emergenza”, quando invece parliamo di uomini e donne che perdono ogni giorno la vita sul posto di lavoro a causa, il più delle volte, di gravi lacune che si manifestano quotidianamente sul fronte della prevenzione e della sicurezza”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, riassume così l’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti sull’incremento dei decessi sul lavoro: “Essendo consapevoli che i numeri assoluti possono portare a conclusioni non corrette, cerchiamo di mettere ancor più a fuoco il fenomeno per mezzo dell’incidenza infortunistica, un indicatore che consente di identificare e mappare le regioni dove è maggiore il rischio di infortunio per i lavoratori”.

IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE, A FINE LUGLIO 2024. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA

A finire in zona rossa a fine luglio 2024 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 18,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Molise, Umbria, Sicilia ed Emilia-Romagna. In zona arancione: Campania, Calabria, Abruzzo, Lazio, Puglia e Sardegna. In zona gialla: Lombardia, Toscana, Basilicata e Piemonte. In zona bianca: Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Veneto e Marche.

(In allegato e sul sito www.vegaengineering.com/osservatorio sono disponibili i grafici e i dati).

IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER FASCE DI ETÀ: ANCORA A MAGGIOR RISCHIO I PIÙ ANZIANI

Anche nei primi sette mesi dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).

Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 75,2), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 28,9).

I LAVORATORI STRANIERI SOGGETTI AD UN RISCHIO DI INFORTUNIO MORTALE QUASI TRIPLO RISPETTO AGLI ITALIANI

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi sette mesi dell’anno sono 102 su un totale di 440, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 43 morti ogni milione di occupati, contro i 15,9 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO E DEGLI INFORTUNI IN ITALIA A FINE LUGLIO 2024

Sono 577 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 440 in occasione di lavoro (10 in più rispetto a luglio 2023) e 137 in itinere (8 in più rispetto a luglio 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (74). Seguono: Emilia-Romagna (49), Lazio (48), Sicilia (39), Campania (38), Piemonte (27), Puglia e Toscana (26), Veneto (23), Trentino-Alto Adige (16), Calabria (12), Abruzzo e Sardegna (11), Umbria (10), Liguria (8), Friuli-Venezia Giulia (7), Marche (6), Basilicata, Molise e Valle d’Aosta (3).

(Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IL PIÙ COLPITO DAL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO

Alla fine dei primi sette mesi del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 79. Seguito dalle Attività Manifatturiere (55), da Trasporti e Magazzinaggio (46) e dal Commercio (32).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (148 su un totale di 440).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine luglio 2024 sono 31, mentre 16 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 102, mentre sono 28 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il martedì risulta essere anche a fine luglio il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sette mesi dell’anno (19,8%).

LE DENUNCE DI INFORTUNIO ANCORA IN CRESCITA RISPETTO A LUGLIO 2023

Le denunce di infortunio totali crescono del 1,7% rispetto a luglio 2023. Le denunce erano 344.897 a fine luglio 2023, nel 2024 sono passate a 350.823.

I NUMERI DELLE DENUNCE TOTALI DI INFORTUNIO PER SETTORE: LA MAGLIA NERA VA ALLE ATTIVITÀ MANIFATTURIERE

Anche a fine luglio del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (42.782). Seguono: Costruzioni (21.552), Sanità (20.670), Trasporto e Magazzinaggio (19.461) e Commercio (18.925).

LE DENUNCE TOTALI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ

Le denunce di infortunio delle lavoratrici da gennaio a luglio 2024 sono state 124.171, quelle dei colleghi uomini 226.652.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono state 295.159 a fine luglio 2024: 97.349 sono le donne e 197.810 gli uomini.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 234.633, mentre degli stranieri sono 60.526.

La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 77.346 denunce (il 22,0% del totale).

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI?

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

A COSA SERVE LA ZONIZZAZIONE REALIZZATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA?

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale

Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale

Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale

Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale

Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering

Ufficio Stampa

Dott.ssa Annamaria Bacchin

Centro Direzionale Terraglio Uno – Via Don F. Tosatto 151 – Mestre (VE)

 

www.vegaengineering.com

La quota globale del reddito da lavoro diminuisce, aumentando la pressione sulla disuguaglianza, gli obiettivi di sviluppo sostenibile non sono sulla buona strada

Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, il crescente divario tra reddito da lavoro e reddito da capitale e le sfide che i giovani devono affrontare nel mercato del lavoro sono preoccupanti.

GINEVRA (Notizie ILO) – Nel suo World Employment and Social Outlook: September 2024 Update appena pubblicato , l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) rileva una pressione crescente sulla disuguaglianza poiché la quota di reddito da lavoro ristagna e una grande quota di giovani rimane senza occupazione, istruzione o formazione. Il rapporto indica lenti progressi sui principali Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) con l’avvicinarsi della scadenza del 2030.

Lo studio rivela che la quota globale del reddito da lavoro, che rappresenta la quota del reddito totale guadagnato dai lavoratori, è diminuita di 0,6 punti percentuali dal 2019 al 2022 e da allora è rimasta invariata, aggravando una tendenza al ribasso di lunga data. Se la quota fosse rimasta allo stesso livello del 2004, il reddito da lavoro sarebbe stato maggiore di 2,4 trilioni di dollari solo nel 2024.

Leggi tutto

Ragno violino: come riconoscerlo e cosa fare in prevenzione

Fonte : Izsvenezie.it che ringraziamo

Come riconoscere il ragno violino?

Loxosceles rufescens, noto come “ragno violino” per la macchia scura presente sulla parte anteriore del corpo (cefalotorace) che ricorda vagamente la forma di un violino, è un piccolo aracnide (6-11 millimetri di corpo) ampiamente diffuso sia a livello insulare che peninsulare.

È una specie comune negli ambienti naturali, ma è facile trovarlo anche all’interno delle abitazioni.

Dove si trova e come si comporta?

In ambito domestico questo ragno si ripara in zone poco frequentate, come soffitte, garage e ripostigli, nascondendosi negli anfratti riparati e di difficile accesso, come le fessure dietro i battiscopa, il retro dei quadri, dietro termosifoni o mobili.  Le stoffe dimenticate sul pavimento, le scarpe poco usate, la biancheria o scatoloni di cartone possono ad esempio essere un ottimo nascondiglio.

Ragno violino (Loxosceles rufescens)

Loxosceles rufescens, noto come “ragno violino” [Clicca l’immagine per ingrandirla].

Questa specie di aracnide è schiva e, anche quando viene infastidita, raramente tenta di mordere, preferendo solitamente la fuga. Non rappresenta normalmente un serio pericolo per l’uomo. Tuttavia, se viene accidentalmente schiacciato, è in grado di infliggere morsi per difendersi.

Cosa comporta un eventuale morso?

Il morso non è doloroso, passa inizialmente inosservato e spesso non ha conseguenze rilevanti. I suoi effetti si manifestano localmente, causando lievi pruriti e arrossamenti nelle forme più leggere.

Raramente può portare a manifestazioni più gravi (necrosi locale), e le rarissime manifestazioni severe sono legate a fenomeni di allergia al veleno dell’aracnide (in modo simile alla puntura di un’ape) o di infezione batterica.

Cosa fare in prevenzione?

  • In casa: tenere la casa pulita, prestando attenzione alle attività di movimentazione e pulizia negli ambienti privilegiati dal ragno; scuotere le scarpe prima di indossarle.
  • All’esterno: indossare guanti e abiti coprenti quando si lavora in giardino; controllare prima di sedersi all’aperto.

In generale, non cercare di schiacciare il ragno ed evitare di toccarlo a mani nude. È innocuo se non viene minacciato.

In caso di morso sospetto

  • Procedere con un lavaggio accurato della ferita con acqua e sapone, senza applicare nella zona del morso creme o altri prodotti.
  • Non assumere antibiotici e/o cortisonici di propria iniziativa. e consultare il medico curante o la guardia medica.
  • Elevare l’area in cui è avvenuto il morso e cercare di non muoverla, rimanendo a riposo. Applicare del ghiaccio con un panno, senza comprimere.
  • Verificare con il Servizio di igiene e sanità pubblica della propria ASL di essere in regola con la vaccinazione contro il tetano.
  • Monitorare l’evoluzione della lesione cutanea, e prestare attenzione all’ eventuale comparsa di sintomatologia sistemica (febbre, nausea, vomito, mialgia), informando il medico curante.

Riferimenti

Inserm – Polluants organiques persistants : une exposition généralisée qui tend à diminuer

Un bilan de l’exposition des adultes aux polluants organiques persistants en France vient d’être dressé par des scientifiques du Centre de recherche en épidémiologie et santé des populations (CESP) à Villejuif. Possiblement dangereuse pour la santé, cette exposition est massive, bien qu’elle tende à diminuer depuis l’adoption de politiques publiques restreignant leur usage. Ce travail décrit par ailleurs un certain nombre de facteurs associés à une exposition plus importante à différentes substances.

Vai alla fonte : Polluants organiques persistants : une exposition généralisée qui tend à diminuer

Il report Inail 2018-2022 sugli infortuni sul lavoro che avvengono di notte

 

E’ stato pubblicato ed è disponibile on line il Report “Gli infortuni sul lavoro in orario notturno in Italia”
La Consulenza statistico attuariale dell’Inail ha condotto uno studio che descrive il lavoro notturno in Italia in termini di normativa vigente, di lavoratori occupati e soprattutto di infortuni sul lavoro.
E’ uno strumento di lavoro utile per chi si occupa di prevenzione salute e sicurezza sul lavoro.
Sono esaminate le denunce (compresi gli eventi mortali) e i casi definiti positivamente avvenuti nel quinquennio 2018-2022, con aggiornamento al 31 ottobre 2023, ultimo disponibile alla stesura del testo. Attraverso la descrizione di molte variabili viene presentato un quadro completo ed esauriente del fenomeno infortunistico, ancora poco analizzato. A completamento, considerazioni sulle differenze rispetto agli infortuni in complesso e sulla rischiosità del lavoro notturno.

Fonte e link al Rapporto: “Gli infortuni sul lavoro in orario notturno in Italia”

Vedi la sintesi curata da Gabriella Galli su Repertorio Salute

 

GliInfortuniSulLavoroInOrariNotturnoInItalia

 

Osha.eu – Intelligenza artificiale e istruzione: un approccio incentrato sull’insegnante alla sicurezza e alla salute

Fonte Osha.eu 

Parole chiave:

Il settore dell’istruzione è definito come un’area ad alto rischio per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Il rapporto esamina l’impatto della digitalizzazione e presenta approfondimenti da un’analisi della sua influenza sulla sicurezza, la salute e il benessere degli insegnanti.

Nel rivedere lo stato attuale da una prospettiva incentrata sull’insegnante, questo rapporto sottolinea la necessità di ulteriori ricerche su come supportare gli insegnanti. Strategie e misure per minimizzare i rischi e sfruttare il potenziale per gli insegnanti sono presentate insieme a indicatori politici rilevanti per i livelli di insegnanti, istituzionali, nazionali ed europei.

GB.MIGLIORA PRESTO | Il progetto della campagna Hazards per rendere di nuovo sicuro il lavoro

Prendiamo dalla Rivista Hazards questo articolo molto interessante sulle speranze nel mondo del lavoro che il neoeletto governo laburista realizzi un cambio di passo verso i problemi della salute e della sicurezza nel lavoro. 

Fonte: HAZARDS che ringraziamo

 

Il 3 luglio 2024, ultimo giorno del governo conservatore, nuovi dati ufficiali hanno rivelato che i decessi sul posto di lavoro sono nuovamente aumentati. La cattiva salute correlata al lavoro ha raggiunto il massimo storico. Qui, Janet Newsham della campagna nazionale Hazards spiega cosa deve fare il partito laburista ora per rendere il lavoro più sicuro e più sano.

I dati pubblicati dall’Health and Safety Executive (HSE) il 3 luglio 2024 hanno rivelato che 138 persone sono morte sul lavoro nel 2023/24. Si tratta di un aumento rispetto ai 136 decessi dell’anno precedente e segna un aumento per il terzo anno consecutivo.

Il numero di coloro che soffrono di problemi di salute correlati al lavoro ha raggiunto quota 1,8 milioni, un numero mai raggiunto prima.

Questo è un problema che passa inosservato e non viene controllato. Il numero di “tutti gli ispettori” dell’HSE è sceso da 1.651 nel 2010 a 974 nel 2023, rispecchiando i drastici tagli ai finanziamenti sotto i conservatori ( Hazards 163 ).

TEMPI DIFFICILI Sotto i conservatori, i lavori sono diventati più duri, meno salubri e meno sicuri per molti lavoratori.

E la legislazione anti-sciopero sui “livelli minimi di servizio” dei conservatori, che ha portato l’   Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) a esprimere “serie preoccupazioni” circa le violazioni degli obblighi internazionali del Regno Unito, limita la capacità dei sindacati e dei loro iscritti di contestare il lavoro in ambienti potenzialmente pericolosi o pericolosi per la vita.

Qualcosa deve cambiare.

Leggi tutto

La prévention, la clé pour protéger la santé mentale au travail

Il faut prendre en charge très tôt les symptômes des dysfonctionnements organisationnels et d’en rechercher les causes profondes.
(Shutterstock)

Mélanie Dufour-Poirier, Ph. D., Université de Montréal et Jean-Paul Dautel, Ph. D., Université du Québec en Outaouais (UQO)

La santé mentale est un enjeu majeur de notre société.

Ses coûts s’estiment à environ 50 milliards de dollars à chaque année au Canada. Au Québec, depuis la pandémie liée de Covid-19, près d’un travailleur sur deux éprouverait désormais de la détresse psychologique.

Parmi les éléments pathogènes figurent la porosité des temps de travail, l’isolement, la concurrence entre les collègues et les exigences d’une rentabilité à court terme. Des formes d’organisation du travail plus stressantes occasionnent de la surcharge et une augmentation des rythmes de travail.

Cela appelle à repenser les modes de gestion pour mieux protéger en amont la santé mentale des employés, par une démarche participative impliquant tous les acteurs du milieu de travail. Elle se pose en porte-à-faux avec la tendance visant à individualiser la prévention et le traitement de ces atteintes.

Dans le sillage de ces réflexions, nous avons développé une démarche de recherche-intervention qui s’aligne sur la réforme du régime québécois de santé et de sécurité au travail de 2021. Respectivement professeure à l’École de relations industrielles de l’Université de Montréal et professeur au département de relations industrielles de l’Université du Québec en Outaouais (UQO), nous nous intéressons à l’effectivité du droit de la santé et de la sécurité du travail sur la santé mentale.

Leggi tutto

Amianto :Ricordando Takao Migita e Eiji Kurita

Fonte : Blog LKA della Segreteria Internazionale per la messa al bando dell’amianto

Autrice Laurie Kazan-Allen che ringraziamo 

La vita odierna è vissuta a grande velocità. I ​​cicli di notizie di ventiquattro ore significano che ciò che è stato riportato oggi sarà storia domani. Questioni di vita e di morte, carestia e privazione, scandali e pettegolezzi si rincorrono sui portali di notizie prima di scomparire in un buco nero nell’oblio. Il 1° agosto 2024, Giornata mondiale contro il cancro ai polmoni, premiamo il pulsante di pausa e rendiamo omaggio ai feriti, alle persone coinvolte in una lotta non creata da loro e a coloro che hanno portato loro conforto, compassione e sostegno.

Alcune settimane fa, è stato trasmesso un documentario di un’ora su Kansai TV in onore della memoria di Takao Migita, un malato giapponese di mesotelioma che ha lavorato incessantemente per supportare altre persone affette da patologie simili. 1 Dal momento in cui gli è stata diagnosticata la malattia nel 2016 fino alla sua prematura scomparsa all’età di 59 anni nel marzo 2024, Takao ha aiutato le persone emarginate dalle malattie legate all’amianto in tutto il Giappone, individualmente, collettivamente e a livello nazionale. Era una figura gioviale con la capacità di portare umorismo nei momenti più bui. Faceva ridere i suoi compagni di sofferenza e diceva loro: “Resterò in salute finché non morirò”. Ha pagato un prezzo terribile per la sua dedizione, perdendo un amico dopo l’altro, mentre ogni malato di mesotelioma soccombeva alla sua malattia.

Il malato di mesotelioma Eiji Kurita, raffigurato nella foto sopra, ha lavorato a stretto contatto con Takao. A Eiji è stato diagnosticato il mesotelioma all’età di 33 anni. Nel 2017, lui e Takao hanno fondato la Mesothelioma Support Caravan e sono stati co-presidenti dell’associazione. Eiji è morto nel 2019, quasi 20 anni dopo la diagnosi.

Dopo la morte di Eiji, Takao e i membri della Carovana si sono riconsacrati al suo lavoro in una cerimonia online il 25 aprile 2021 a cui hanno partecipato decine di pazienti, familiari e dottori. Fino alla sua morte all’inizio di quest’anno, Takao è rimasto disponibile per i membri dell’organizzazione e per i nuovi pazienti colpiti in qualsiasi momento tramite telefono, videochiamate e, quando possibile, in incontri di persona. Il prezzo emotivo che ha pagato per la sua amicizia con i membri della Carovana è stato immenso.

Leggi tutto

Scheda INRS: Mycotoxines en milieu de travail

Riteniamo utile segnalare questa scheda elaborata da INRS Francia sui rischi da micotossine negli ambienti di lavoro.
La scheda informativa fa il punto sulle conoscenze sugli effetti sanitari delle micotossine e sulle possibili misure di prevenzione per limitare l’esposizione dei lavoratori che potrebbero esserlo.
Per scaricare la scheda vai alla pagina INRS : Mycotoxines en milieu de travail

Decreto Legislativo 12 luglio 2024, n. 103: considerazioni su una norma confusa che preoccupa.

 

Segnaliamo sul sito della Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione (SNOP) questa importante nota sul Dlgs 103 del 12 luglio 2024 :” Decreto Legislativo 12 luglio 2024, n. 103: considerazioni su una norma confusa che preoccupa.”
La nota è composta dagli interventi di Graziano Maranelli e Tiziana Vai e, in allegato, l’analisi critica di Manuela Peruzzi.

Per leggere gli interventi clicca QUI

 

GAZA : AMIANTO , UN PROBLEMA A FUTURA MEMORIA

Fonte:  SMIPS.ORG

 

Non ho la minima idea di come finirà a Gaza, né di quando finirà, forse nemmeno se finirà … quello che è certo che, nel momento in cui sarà finita la situazione attuale ed il massacro in atto si comincerà a porre il problema del futuro di Gaza. Prescindendo dal futuro politico, sono persuaso che tra le diverse drammatiche situazioni economiche e sociali che esploderanno ci sia , con enorme peso, quella sanitaria. Gli ospedali sono stati polverizzati , e ci vorrà qualche anno e molti fondi per ricostruirli, lo stesso vale per le attrezzature, tra le vittime ci sono centinaia di medici e infermieri, e qui ci vorranno molti anni per rimpiazzarli, e questo in anni in cui si dovranno gestire centinaia o migliaia di amputati, di persone con altre lesioni invalidanti e deturpanti, di bambini (e non solo bambini) portatori di traumi psichici che non riusciamo nemmeno ad immaginare (e abbiamo paura ad usare la parola genocidio ?).

Ma c’è un altro problema di cui ora quasi non di parla, e che si porrà invece nei prossimi decenni come uno dei più critici : il problema dell’amianto. Le sue dimensioni sono incredibili (anche se va precisato che si tratta per ora di stime, però provenienti fa fonti qualificate. Il 1 maggio2024  sul sito SWISSinfo.ch compaiono i dati del servizio ONU  per la lotta contro le mine e gli  ordigni inesplosi  (UNMAS), che fanno riferimento ai territori palestinesi di Gaza : in questa striscia di circa 40 km di lunghezza da nord a sud vi sono 37 milioni di tonnellate di macerie (più che su tutta la linea del fronte in Ucraina, lunga quasi 1.000 km). Secondo Charles Mungo Birch , capo del succitato servizio, ci vorranno non meno di 14 anni per rimuoverle. Questi dati sono ripresi anche da un articolo di Gilbert Achcar su “Le monde Diplomatique” del 18 giugno 2024. Ma non è solo un problema di quantità , il problema è anche l’estrema pericolosità di queste macerie (sempre Birch afferma che “queste macerie sono probabilmente fortemente contaminate da munizioni inesplose, ma ripulirle sarà ulteriormente complicato da altri pericoli presenti”).

E tra i pericoli presenti, drammatico è quello correlato all’amianto : si stima che tra le macerie di Gaza ci siano oltre 800.000 tonnellate di amianto, sempre secondo il responsabile dell’UNMAS.  Abbiamo quindi migliaia e migliaia di persone che vivranno in ambienti fortemente contaminati da amianto, che dovranno scavare e trasportare (dove?) tonnellate di macerie contenenti amianto, con un impatto sui livelli di rischio, sia ambientale che  lavorativo, che non è al momento quantificabile ma che non si fatica ad immaginare terrificante , per persone debilitate nel corpo e nello spirito dalla guerra , in un contesto in cui le strutture sanitarie sono state rase a zero o quasi, e che comunque quando ripartiranno dovranno gestire le drammatiche urgenze quotidiane e potranno dedicare poche risorse a prevenire i danni futuri , come i mesoteliomi da amianto. Pensate a quanto se ne è parlato a proposito delle torri gemelle di New York e fate un confronto tra le diverse dimensioni quantitative del problema macerie e la diversa capacità di risposta dei servizi sanitari.

Tenendo conto che i tempi di latenza del mesotelioma pleurico, il principale tumore da amianto, oscillano tra i 20 e i 40 anni (ovvero il mesotelioma inizia a manifestarsi tra le persone esposte in genere non prima di 20 anni dall’inizio dell’esposizione e non oltre i 40 dall’inizio stesso) , dalla prima metà degli anni ’40 del nostro secolo avremo i primi casi … e nessuno oggi può dire quando avremo gli ultimi : dipenderà da quanto tempo si protrarranno i lavori di rimozione della macerie e bonifica dell’amianto. Come pure credo che oggi sia impossibile prevedere con una sufficiente attendibilità quanti saranno i casi , anche se credo che ipotizzare numeri dell’ordine di diverse migliaia non sia una follia. E questa sarà una delle tante code della guerra di Gaza (vogliamo chiamarlo genocidio ritardato?)-

Leopoldo Magelli, medico del lavoro già AUSL di Bologna

OSHA.EU – Linee guida per i luoghi di lavoro su come supportare le persone con problemi di salute mentale

Fonte:  OSHA.EU 

Parole chiave:

I lavoratori che soffrono di problemi di salute mentale solitamente vogliono continuare a lavorare. Questo rapporto offre ai luoghi di lavoro informazioni pratiche sulle misure che possono essere adottate per supportare questi lavoratori a lavorare o a tornare al lavoro dopo un’assenza per malattia.

Una raccomandazione primaria è che i problemi di salute mentale dovrebbero essere trattati allo stesso modo dei problemi di salute fisica. Altrettanto importante è prevenire i rischi correlati al lavoro che potrebbero avere un impatto sulla salute mentale e sul benessere dei lavoratori. Il rapporto fornisce esempi pratici di sistemazioni economiche e semplici che possono aiutarli a supportare e trattenere i lavoratori.

Earth has just ended a 13-month streak of record heat – here’s what to expect next

Christopher Merchant, University of Reading

A 13-month streak of record-breaking global warmth has ended.

From June 2023 until June 2024, air and ocean surface water temperatures averaged a quarter of a degree Celsius higher than records set only a few years previously. Air temperatures in July 2024 were slightly cooler than the previous July (0.04°C, the narrowest of margins) according to the EU’s Copernicus Climate Change Service.

July 2023 was in turn 0.28°C warmer than the previous record-hot July in 2019, so the remarkable jump in temperature during the past year has yet to ease off completely. The warmest global air temperature recorded was in December 2023, at 1.78°C above the pre-industrial average temperature for December – and 0.31°C warmer than the previous record.

Global warming has consistently toppled records for warm global average temperatures in recent decades, but breaking them by as much as a quarter of a degree for several months is not common. The end of this streak does not diminish the mounting threat of climate change.

So what caused these record temperatures? Several factors came together, but the biggest and most important is climate change, largely caused by burning fossil fuels.

Leggi tutto

Caso di studio | Minerali critici, condizioni critiche: la lotta dei lavoratori delle miniere di nichel in Indonesia

 

Fonte:  Goodelectronics.org che ringraziamo 

Il settore minerario globale, in particolare nell’estrazione di minerali, è fondamentale nella spinta verso l’energia sostenibile. Minerali essenziali come rame, litio e nichel sono cruciali per raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050, il che richiede ingenti investimenti minerari in tutto il mondo. L’Indonesia, un importante produttore di nichel, svolge un ruolo chiave nel soddisfare la crescente domanda di batterie per veicoli elettrici. Tuttavia, questo boom pone sfide come il degrado ambientale, i rischi per la salute dei lavoratori e la volatilità economica nelle comunità locali. Queste domande cruciali danno il tono a questo studio di caso preparato da INKRISPENA – Research Centre for Crisis and Alternative Development Strategy.  https://www.solidar.org/publications-page/case-study-critical-minerals-critical-conditions-the-struggle-of-nickel-mine-workers-in-indonesia/

[ nb . la traduzione del testo dall’inglese è  automatica ed è sotto la nostra responsabilità ]

Il governo vuole rottamare la legge Basaglia

 

Fonte:  Collettiva che ringraziamo 

Le proposte di legge di Fdi e Lega in materia di salute mentale rimandano ai vecchi manicomi, con una visione securitaria della psichiatria

Nel centenario della nascita di Franco Basaglia in commissione Affari sociali del Senato sono all’esame due provvedimenti targati Lega e Fratelli d’Italia e che sollevano critiche dalle associazioni del settore, oltre che dalle forze di opposizione in Parlamento perché “stravolgerebbero peggiorandola la legge 180”, quella che ha determinato la chiusura dei manicomi.

Carla Ferrari Aggradi, psichiatra e presidente del Forum salute mentale, ci spiega i motivi delle contrarietà alle due proposte che anche la sua associazione ha rilevato, illustrando anche parte del contenuto dei due progetti di legge. “Ci sono due concetti di fondo che si ripetono in modo diverso – afferma –: nel disegno di legge di Fratelli d’Italia traspare l’idea che il servizio psichiatrico debba essere finalizzato alla difesa di operatori, familiari e pazienti dalla violenza e dall’aggressività, e che quindi debba essere  pensato con criteri securitari e difensivi. Non vengono invece date le risposte che la vita di un paziente e il suo vissuto di dolore richiedono. Se si è troppo occupati nella difesa, non si può dare aiuto”.

Leggi anche

“Nell’altro provvedimento, quello targato Lega – prosegue – l’idea di fondo è quella di un’impostazione non di collaborazione col privato, ma di grande presenza del privato stesso di tutti i tipi e generi nel servizio sanitario, compreso quello psichiatrico. Noi siamo per un servizio sanitario psichiatrico pubblico universalistico per tutti, anche se poi sicuramente ci può essere la collaborazione col privato sociale, una collaborazione però all’interno delle linee che il sistema sanitario nazionale prevede, con la prevalenza del pubblico sul privato. Invece nel pensiero alla base della legge della Lega prevale il passaggio al privato”.

Tso, posti letto e comunità

Ferrari Aggradi poi, nel concreto, porta alcuni esempi delle norme in questione. Per quanto riguarda il provvedimento di Fratelli d’Italia intanto si aumentano i giorni di trattamento sanitario obbligatorio che può essere fatto all’interno di un reparto di psichiatria e anche nelle carceri, con l’istituzione negli istituti di pena di sezioni sanitarie specialistiche. Addirittura, c’è un articolo sulle misure di sicurezza che manda in capo gli interventi al ministero dell’Interno e al ministero della Giustizia, d’intesa con il ministero della Sanità. Queste sono cose che ci riportano la legge del 1904, che si reggeva praticamente sugli ospedali psichiatrici e sul ricovero coatto.

 

Quello della Lega propone il dirottamento delle risorse dal pubblico al privato. “Io vivo in Lombardia – ci dice la presidente del Forum – dove il terzo settore non è che collabora con pubblico, ma praticamente fornisce tutti i servizi. Questo significa che tutto il flusso economico che dovrebbe andare verso i servizi territoriali (questo sarebbe il concetto fondamentale che non compare in nessuno dei due disegni di legge) va a finire verso il terzo settore, che ovviamente fornisce posti letto e comunità. Nelle norme depositate non c’è nessuna critica a questo sistema.

Leggi tutto

ETUI. Come contrastare la politica di estrema destra escludente con un programma progressista di inclusione sull’uguaglianza

Fonte ETUI che ringraziamo

Raccomandazioni politiche

• Appropriarsi dei programmi politici dei partiti di estrema destra non è una strategia vincente per i socialdemocratici e i sindacati perché nella maggior parte dei casi un accomodamento probabilmente alienerà una larga fetta dei loro tradizionali sostenitori di sinistra.

• Le strategie di “imitazione” che vanno ben oltre le questioni di “proprietà” raramente hanno successo: l’adattamento delle politiche aumenta la rilevanza della questione dell’immigrazione, correndo così il rischio di aumentare ulteriormente il sostegno all’estrema destra.

• La percentuale di elettori nel bacino di sostenitori di centro-sinistra con preoccupazioni esclusivamente culturali sull’immigrazione è bassa nella maggior parte dei paesi. Gli elettori di centro-sinistra preoccupati per l’immigrazione tendono invece a essere spinti principalmente da considerazioni economiche. Questi sostenitori probabilmente abbandoneranno i partiti e le organizzazioni di sinistra se adottano posizioni populiste di estrema destra.

• I governi di sinistra e i sindacati dovrebbero concentrarsi sull’affrontare le lamentele economiche riducendo l’insicurezza del mercato del lavoro, promuovendo la crescita economica e garantendo un’efficace protezione sociale. Dovrebbero rivendicare la proprietà delle questioni a cui sono associati, in particolare l’uguaglianza. Le strategie di successo galvanizzano la base di sostenitori del centro-sinistra e mobilitano oltre di essa affrontando le lamentele (economiche) che riguardano gran parte dell’elettorato.

Introduzione: il problema dell’estrema destra

I partiti politici di estrema destra sono in ascesa in tutta Europa dagli anni ’80, con un forte aumento a partire dagli anni 2000 (Figura 1). Questi partiti rappresentano una minaccia per la stabilità democratica, la coesione sociale e il multiculturalismo, la crescita economica e la sicurezza, nonché gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico.

UN

Il loro successo può essere osservato attraverso tre dimensioni:

(i) Ottima (seppur eterogenea) performance elettorale: partiti come Alternativa per la Germania (AfD), Raggruppamento Nazionale (RN) in Francia, Vox in Spagna e Chega in Portogallo hanno ottenuto ottimi risultati nelle recenti elezioni.

(ii) Ingresso nel governo: diversi partiti di estrema destra hanno ricoperto posizioni governative da soli o in coalizione, tra cui Fratelli d’Italia (FdI) e Lega (Lega Nord) in Italia, il Partito della Libertà (FPÖ) in Austria, il partito Diritto e Giustizia (PiS) in Polonia, Fidesz in Ungheria, il Partito Popolare (DF) in Danimarca e Alleanza Nazionale (NA) in Lettonia.

(iii) Crollo del “cordone sanitario”, la politica di marginalizzazione dei partiti estremisti e la loro legittimità come opposizione credibile. In molti paesi europei, i partiti di estrema destra si sono progressivamente radicati nel sistema politico come partiti di opposizione credibili in grado di influenzare l’agenda politica degli altri partiti. Il RN, il DF e l’UK Independence Party (UKIP), ad esempio, hanno tutti gareggiato con successo nei loro sistemi nazionali, permeando il mainstream e spingendo i loro concorrenti ad adottare strategie accomodanti. Il “cordone sanitario” si è rotto anche nei paesi in cui è stato tradizionalmente efficace. Nel 2022, per la prima volta i partiti svedesi hanno negoziato con i Democratici svedesi (SD).

La nostra analisi su chi sostiene l’estrema destra e perché suggerisce che l’economia gioca un ruolo molto più centrale di quanto a volte si supponga. In primo luogo, molti elettori di estrema destra sono spinti da considerazioni economiche o di protesta, come la sfiducia nelle istituzioni. L’immigrazione, a volte considerata una preoccupazione esclusivamente culturale, è in realtà anche una preoccupazione economica. In secondo luogo, i partiti di estrema destra stanno perseguendo strategie di mobilitazione che attingono all’insicurezza economica e a un particolare tipo di sciovinismo assistenziale. In terzo luogo, le politiche sociali possono mitigare le insicurezze che guidano il sostegno all’estrema destra.

Sosteniamo che cooptare i programmi politici dei partiti di estrema destra non sia una strategia vincente per i socialdemocratici e i sindacati. In effetti, questi ultimi sono stati finora riluttanti a perseguire questa strategia. Le strategie “imitative” che si estendono ben oltre le questioni di “proprietà” raramente hanno successo. Tutto ciò che questo tipo di accomodamento politico farà è aumentare la rilevanza della questione dell’immigrazione, correndo così il rischio di aumentare ulteriormente il sostegno ai partiti di estrema destra. Allo stesso tempo, è probabile che l’accomodamento alieni una larga fetta di sostenitori di sinistra. La percentuale di elettori con preoccupazioni sull’immigrazione tra i sostenitori del centro-sinistra è piuttosto bassa. I pochi che hanno tali preoccupazioni sono ancora principalmente spinti da considerazioni economiche. Questi sostenitori probabilmente abbandonerebbero i partiti e le organizzazioni di sinistra se adottassero tali posizioni. Invece, una strategia migliore per i socialdemocratici e i sindacati è quella di rivendicare la proprietà del problema che conoscono meglio: l’uguaglianza. Le strategie di successo galvanizzeranno la base di sostenitori del centro-sinistra e mobiliteranno oltre affrontando le lamentele (economiche) che riguardano gran parte dell’elettorato.

1. Strategie di mobilitazione dei partiti di estrema destra

Quali partiti possono essere classificati come di estrema destra e che tipo di strategie adottano per mobilitare gli elettori? Adottiamo il termine “estrema destra” per descrivere i partiti che condividono un focus sulla sovranità, propongono soluzioni nazionaliste a una varietà di problemi socioeconomici e “posseggono” la questione dell’immigrazione (Halikiopoulou e Vlandas 2022). “Estrema destra” è un termine generico che comprende sia le varianti estreme che quelle radicali, in altre parole i partiti che hanno un’ampia gamma di relazioni con la democrazia. Mentre sia i partiti di estrema destra che quelli di destra radicale si oppongono ai valori democratici fondamentali, le varianti di estrema destra si oppongono sia alla democrazia procedurale che a quella sostanziale, mentre le varianti di destra radicale si oppongono alla democrazia liberale e mettono in discussione aspetti chiave dell’ordine costituzionale (Mudde 2010; Golder 2016). In pratica, tuttavia, le varianti di estrema destra spesso usano la democrazia e si candidano alle elezioni come mezzo per raggiungere i loro obiettivi (Vasilopoulou e Halikiopoulou 2023). Mentre qualsiasi termine generico inevitabilmente include un’ampia gamma di partiti e gruppi che differiscono per agenda e politica, gli studiosi sostengono sempre più che il termine “estrema destra” cattura sia le differenze che le somiglianze che rendono questi partiti comparabili (Golder 2016).

Leggi tutto

Por qué los avisos meteorológicos no reflejan toda la realidad sobre las olas de calor

TTL Deez/Shutterstock

Cristina Linares Gil, Instituto de Salud Carlos III y Julio Díaz, Instituto de Salud Carlos III

¿Qué es una ola de calor? Lo cierto es que existen al menos dos definiciones dependiendo de los parámetros que tengamos en cuenta. Podemos considerar únicamente la meteorología o podemos contemplar su impacto en la salud, una variable determinante a la hora de activar alertas y planes de prevención.

Desde un punto de vista estrictamente meteorológico, se denomina ola de calor a un episodio de al menos tres días consecutivos en el cual, como mínimo, el 10 % de las estaciones registran temperaturas máximas diarias por encima del percentil 95 % de su serie de temperaturas máximas diarias de los meses de julio y agosto del periodo de referencia vigente (1971-2000).

Se trata de una definición basada exclusivamente en la climatología histórica de cada lugar y esta definición es la misma para toda España.

Sin embargo, desde el punto de vista del impacto en la salud de las personas, una ola de calor se define como aquella temperatura máxima diaria a partir de la cual la mortalidad diaria aumenta de forma estadísticamente significativa.

En esta segunda definición, intervienen diferentes determinantes sociales que la Organización Mundial de la Salud (OMS) define como:

“Las circunstancias en que las personas nacen crecen, trabajan, viven y envejecen, incluido el conjunto más amplio de fuerzas y sistemas que influyen sobre las condiciones de la vida cotidiana”.

Estas fuerzas y sistemas incluyen políticas y sistemas económicos, programas de desarrollo, normas y políticas sociales y sistemas políticos.

Por tanto, en la mortalidad poblacional influyen factores socioeconómicos, demográficos, sanitarios, de infraestructuras, de urbanismo, geográficos, etc. que evidentemente varían de un lugar a otro.

Si el objetivo es determinar cómo influyen las altas temperaturas en la mortalidad, son muy importantes estos factores locales.

La citada OMS llegó en 2021 a la conclusión de que las temperaturas umbrales de definición de ola de calor deben basarse en riesgos en salud y no solo en condiciones meteorológicas.

Cuando las temperaturas umbrales no coinciden

Para la cuantificación y evaluación de los impactos en salud de las altas temperaturas en olas de calor se debe determinar, para cada zona, cuál es la temperatura umbral a partir de la cual aumenta la mortalidad de forma estadísticamente significativa y determinar a qué percentil corresponde esa temperatura en la serie de temperaturas máximas de los meses de verano.

Las temperaturas que definen una ola de calor meteorológica y el impacto de una ola de calor en salud no tienen por qué coincidir ya que representan conceptos diferentes y sirven para fines distintos.

El conflicto aparece cuando se habla de impactos en salud y se utiliza la definición meteorológica de ola de calor, algo que se ve en publicaciones científicas y en los medios de comunicación de forma generalizada, no representando fielmente el impacto en salud sobre la población.

En un estudio reciente, investigadores del Instituto de Salud Carlos III determinamos la temperatura de definición de ola de calor desde el punto de vista del impacto en salud para 182 regiones coincidentes con las zonas de meteoalerta de la Agencia Estatal de Meteorología (AEMET), que son aquellas que presentan un comportamiento climático similar.

Para determinar las temperaturas umbrales en cada una de esas zonas, consideramos la mortalidad diaria registrada en todos los municipios incluidos en cada región y lo relacionamos mediante análisis de series temporales con las temperaturas máximas diarias obtenidas de aproximadamente 1 100 observatorios meteorológicos.

Leggi tutto

Innovazione, ma responsabile

Innovazione, ma responsabile
DI VINCENZO BALZANI *

Abbiamo faticosamente attraversato un periodo di recessione. Economisti e
politici ci dicono che per uscirne dobbiamo consumare di più perché, se
crescono i consumi, cresceranno anche la produzione, l’occupazione e il PIL. Le
parole d’ordine sono sviluppo, crescita e innovazione. L’innovazione, parola oggi
così frequentemente usata (20.800.000 voci su Google), è considerata il motore
dello sviluppo e della crescita. All’innovazione si chiede, anzitutto, di fare
aumentare i consumi, cioè di creare prodotti nuovi, sempre più attraenti e
desiderabili per il consumatore.

L’articolo di Vincenzo Balzani prosegue alla fonte su SMIPS.ORG 

Ispettorato Nazionale del Lavoro : nota di severa critica al dlgs 103/2024 rispetto al preavviso prima delle ispezioni nei luoghi di lavoro

Un primo intervento della dirigenza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro che in modo “elegante” definisce inapplicabile quanto previsto nel dlgs 103/2024 per quanto attiene il preavviso all’impresa di dieci giorni prima di accedere ai luoghi di lavoro.

“ << Non appare invece sostanzialmente applicabile agli accertamenti di competenza dell’Ispettorato nazionale del lavoro la previsione secondo cui le amministrazioni sono tenute a fornire, prima di un accesso nei locali aziendali, “l’elenco della documentazione necessaria alla verifica ispettiva”. Da tale obbligo sono infatti esonerate tutte le iniziative avviate dalle amministrazioni che hanno esigenze di ricorrere ad accessi ispettivi “imprevisti o senza preavviso”, esigenze che ricorrono pressoché ogni volta l’Ispettorato avvii una attività di vigilanza sia in materia lavoristica, sia in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Va da sé, infatti, che l’eventuale richiesta di documentazione alle imprese prima di un qualsiasi accesso ispettivo vanificherebbe l’efficacia della tipologia di accertamenti di competenza di questo Ispettorato.>> “
Su questa vicenda non abbiamo visto reazioni adeguate delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori …. Un letargo pericoloso . Editor

INLnota1357-31.07.2024

Download del documento  —> Clicca QUI 

Thomas Coutrot et Coralie Perez, Redonner du sens au travail. Une aspiration révolutionnaire

Ancora una segnalazione ferragostana di un libro importante “Thomas Coutrot et Coralie Perez, Redonner du sens au travail. Une aspiration révolutionnaire, Le Seuil, Paris, 2022, 160 p.” La recensione è di Anne Jourdain .

 

 

Per leggere la traduzione automatica in italiano della recensione  è sufficiente cliccare l’icona di google translator  in fondo all’articolo , la quarta a partire da sinistra .

Le Seuil, Paris, 2022, 160 p.
Anne Jourdain
Référence(s) :

Dans un contexte postpandémique de « Grande démission », nous assistons aujourd’hui à une inflation des discours, médiatiques notamment, sur le sens du travail. Plus que jamais, la question du sens du travail serait centrale dans les choix de carrières et les bifurcations professionnelles. Deux économistes du travail, Thomas Coutrot et Coralie Perez, proposent de prendre à bras le corps cette question d’un point de vue scientifique. Leur livre de 160 pages se présente ainsi comme un essai, aux fondements scientifiques, revendiquant l’intérêt théorique de la question du sens du travail, soulignant ses enjeux actuels et affirmant la nécessité de la mettre au centre des politiques publiques.

2Le défi relevé par les deux auteurices est de faire d’une expression issue du langage indigène un concept scientifique, analytiquement opérant. Leur définition du sens du travail s’appuie sur une conception positive du travail, éloignée de la vision « ordinaire et doloriste » (p. 12) : « C’est d’abord l’activité organisée par laquelle les humains transforment le monde naturel et social et se transforment eux-mêmes » (p. 12-13). L’emploi, « institution qui encadre l’exercice du travail » (p. 16-17), est volontairement exclu du champ de l’étude. Ainsi, les questions de salaires, de carrière ou encore de conciliation sont laissées de côté. Dans ce cadre, les auteurices proposent de définir le sens du travail à partir de trois dimensions : l’utilité sociale, la cohérence éthique avec les valeurs personnelles et la capacité de développement ou d’accomplissement de soi. Ces trois dimensions, analysées tout au long de l’ouvrage, sont en partie définies en fonction de questions présentes dans les enquêtes statistiques « Conditions de travail » de la Direction de l’animation de la recherche, des études et des statistiques (DARES) rattachée au ministère du Travail. L’un des deux auteurices, Thomas Coutrot, connaît très bien ces enquêtes pour avoir dirigé le département Conditions de travail et santé de la DARES de 2003 à 2022. Le sens du travail est mesuré à partir de scores calculés sur huit questions. En plus des résultats statistiques, qui donnent lieu à de nombreux graphiques particulièrement bien construits, l’analyse s’appuie sur une vaste revue de la littérature en économie et sociologie du travail, mais aussi sur diverses sources journalistiques. Elle est ponctuée d’entretiens placés dans des encadrés dont on peut interroger la portée : si ces récits de vie allègent le propos centré sur les chiffres, ils sont purement illustratifs et ne font l’objet d’aucune analyse. La sélection de sources variées — entretiens des auteurices, mais aussi issus de documentaires télévisés, de reportages radiophoniques et de divers sites internet — aurait aussi nécessité quelques explications.

 

3Le livre est structuré en sept chapitres, les premiers étant plus descriptifs et les derniers plus prescriptifs.

4Le premier chapitre met en avant des résultats statistiques particulièrement intéressants issus de la définition du sens du travail en trois dimensions. Les auteurices montrent ainsi que les professions du haut de la hiérarchie sociale n’ont pas le monopole du sens. En effet, les assistantes maternelles apparaissent comme celles qui ont les plus hauts scores de sens du travail, tout comme beaucoup de professionnel·les du care.

5Thomas Coutrot et Coralie Perez ont anticipé les critiques que pourrait susciter leur concept de sens du travail. Le chapitre 2 a précisément vocation à contrer ces critiques d’ordres théorique et politique. La théorie économique dominante, fondée sur l’homo oeconomicus qui valoriserait uniquement le gain monétaire, est vite battue en brèche. Les auteurices s’attardent un peu plus sur les analyses sociologiques qui font du sens du travail un « problème de riches » (p. 35). S’iels accordent que les ouvrier·es trouvent en moyenne moins de sens à leur travail, le résultat statistique précédent sur les métiers du care montre que la qualification n’est pas centrale. Par ailleurs, même chez les ouvrier·es, la perte de sens au travail conduit à une forte hausse du risque dépressif.

6Le chapitre 3 interroge cette perte de sens du travail sous l’effet du management par le chiffre. Il met en évidence un déclin général de l’autonomie au travail depuis 1998, qui serait imputable à la demande croissante de reportings chiffrés de la part du management. Il montre aussi les effets négatifs des objectifs chiffrés sur le sens perçu du travail.

Leggi tutto

Anne Marchand, Mourir de son travail aujourd’hui. Enquête sur les cancers professionnels

 

Segnaliamo in questo periodo di pausa ferragostana libri e documenti provenienti da diverse parti del mondo. Il libro di Anne Marchand “ Morire del proprio lavoro – Inchiesta sui tumori professionali “ è senz’altro un lavoro importante pienamente attuale. Ancora troppi sono i lavoratori e le lavoratrici che si ammalano di tumori senza che sia possibile individuare o escludere un’origine professionale della loro malattia o della loro premorienza.Riteniamo questo lavoro un riferimento per quanti si occupano di prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro. ( editor )

 

 

 

La recensione è tratta dalla Rivista “Sociologie du Travail”
Vol. 66 – n° 2 | Avril – Juin 2024

Auteur

Romain Juston Morival
https://doi.org/10.4000/11o54

Per la traduzione automatica cliccare in fondo all’articolo la quarta icona da sinistra ( google translator )

Anne Marchand, Mourir de son travail aujourd’hui. Enquête sur les cancers professionnels
Éditions de l’Atelier, Ivry-sur-Seine, 2022, 320 p.

 

Le livre d’Anne Marchand est une contribution à l’étude du problème de la sous-reconnaissance des maladies professionnelles. Son intérêt principal réside dans la démarche d’enquête singulière qui fonde l’analyse, puisque l’autrice se réclame d’une recherche pour l’action (p. 48), conformément aux objectifs attachés au groupement d’intérêt scientifique sur les cancers d’origine professionnelle en Seine-Saint-Denis (Giscop93). Le livre et le Giscop93 — qu’elle a rejoint en 2009 pour entamer la recherche doctorale dont cet ouvrage est issu — poursuivent ainsi les mêmes objectifs : d’une part, produire une connaissance sur les facteurs de reconnaissance des cancers du travail et, d’autre part, favoriser l’accès au droit de la réparation pour les salariés malades.

Un rapport chiffre entre 50 700 et 81 400 les nouveaux cas de cancers d’origine professionnelle chaque année. Pourtant, ce phénomène ne fait pas scandale, au point que « le travail demeure le grand absent des campagnes de prévention » (p. 11) et que l’on interroge peu le travail en matière de cancer.

« S’ils demeurent dans l’ombre, comment alors rendre ces cancers évitables, au même titre que ceux liés au tabac ou à l’alcool sur lesquels les projecteurs sont orientés ? » (p. 16).

Leggi tutto

Salute e Sicurezza sul lavoro. Cosa succede in Asia ?  

Rete asiatica per i diritti delle vittime del lavoro e ambientali

La globalizzazione negli ultimi trent’anni ha dislocato nei paesi Asiatici molte attività industriali per una serie di motivi che sono il minor costo del lavoro, per l’inesistenza di diritti dei lavoratori, per legislazioni permissive e molto deboli per quanto attiene la gestione dei rischi per la salute e la sicurezza nel lavoro. Questo processo di “trasferimento” di milioni di posti di lavoro dal mondo occidentale all’Asia ha comportato anche il trasferimento dei rischi per la salute dei lavoratori e delle popolazioni che vivono nelle aree industriali di paesi come India, Cina, Corea, Vietnam …
Per i lettori più interessati alla conoscenza su come vanno nel mondo le condizioni di salute e sicurezza nel lavoro segnaliamo
Il sito ANROEV . Chi sono i promotori di ANROEV ? Questa è l’autorappresentazione di ANROEV

“ L’Asian Network for the Rights Of Occupational and Environmental Victims (ANROEV), precedentemente nota come Asian Network for Rights of Occupational and Accident Victims (ANROAV), è una coalizione di gruppi di vittime, sindacati e altri gruppi sindacali in tutta l’Asia, tutti impegnati per i diritti delle vittime e per il miglioramento generale della salute e della sicurezza sul posto di lavoro. I disastri industriali di Kader e Zhili, che hanno ucciso più di 250 lavoratori, hanno portato a una campagna da parte dei gruppi sindacali e delle vittime in Asia per migliori diritti di salute e sicurezza dei lavoratori e delle vittime. ANROEV è stata formalmente costituita nel 1997 e ora ha membri da 14 paesi e territori asiatici tra cui Giappone, Corea, Cina, India, Pakistan, Thailandia, Indonesia, Vietnam, Bangladesh, Hong Kong SAR, Taiwan, Nepal, Vietnam e Cambogia.”

ANROEV pubblica una newsletter periodica mensile OHS Rights Newsletter

 

April-June-2024-ANROEV-OSH-Rights-Newsletter

Per scaricare il file pdf della Newsletter clicca QUI 

Se l’AI simula la scrittura manuale: i rischi connessi al falso

” L’intelligenza artificiale (AI) offre strumenti avanzati per replicare la scrittura manuale, ma solleva preoccupazioni etiche e legali. Questo articolo esplora l’impatto dell’AI nelle scienze forensi, i rischi di falsificazione documentale e le soluzioni innovative per la verifica dell’autenticità, sottolineando l’importanza di un uso etico e responsabile della tecnologia.” 

Segnaliamo questo articolo importante apparso sul sito
AGENDA DIGITALE che ringraziamo 

Economia circolare: un italiano su cinque non ne ha mai sentito parlare

Fonte:  ASVIS che ringraziamo 

 

Conoscenza della sostenibilità stabile, ma aumentano coloro che ne hanno una percezione distorta. Gli italiani puntano su rinnovabili ed economia circolare, mentre il 75% dice no al nucleare. I risultati del sondaggio Ipsos.  23/7/24

Quanto le italiane e gli italiani conoscono il concetto di sostenibilità e in particolare i principi dell’economia circolare? A questo interrogativo ha cercato di rispondere il sondaggio Ipsos “L’Italia e l’economia circolare, condotto a giugno su un campione di mille persone e presentato all’11esima edizione dell’Ecoforum nazionale. Il forum, dal titolo “Economia 2030. Priorità, Cantieri, Strumenti per Raggiungere gli Obiettivi Europei“, è stato organizzato da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club per sottolineare la necessità di rafforzare l’economia circolare come risposta alle sfide ambientali ed economiche del Paese. Il è stato anche l’occasione di presentare i risultati

Economia circolare, quanto la conosciamo?

Dal sondaggio emerge che la transizione verso un’economia circolare è vista come una priorità per il 54% degli italiani, che ritengono fondamentale incentivare la produzione e l’uso di energie rinnovabili e in particolare sviluppare modelli di economia circolare. Emerge una conoscenza stabile dell’economia circolare, con il 45% che dichiara di conoscerne almeno i principi. Del restante 55% fanno parte chi non ne ha mai sentito parlare (19%), la confonde con un’altra disciplina (3%) o non sa bene cosa sia (33%). Il problema, secondo Ipsos, è che “la narrazione dell’economia circolare in Italia appare sbiadita, considerando una conoscenza che non cresce e una percezione di lontananza da quello che accade negli altri Paesi europei”. Solo il 12% degli italiani, infatti, ritiene che l’Italia abbia un posizionamento migliore rispetto alla media europea con riferimento alla circolarità delle produzioni. Eppure, come emerge anche dal Rapporto ASviS 2023, l’Italia è al secondo posto in Europa per consumo e produzione responsabile.

Tornando sulla questione energetica, il 38% degli intervistati sottolinea la necessità di semplificare i processi autorizzativi per gli impianti di energie rinnovabili, facilitando così la diffusione di pratiche sostenibili. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, il 70% delle famiglie e degli individui si dimostrano virtuosi nello smaltimento corretto, seguiti dal settore pubblico (62%) e dalle aziende (57%). Tra i materiali più pericolosi da smaltire, gli italiani indicano l’olio minerale lubrificante usato (60%), i Raee (53%) e la plastica dura (50%).

Leggi tutto

EFSA.Batteri Vibrio nei frutti di mare: rischio aumentato a causa del cambiamento climatico e della resistenza antimicrobica

Segnaliamo questo avviso apparso sul sito di EFSA , l’Autorità europea per la sicurezza alimentare : ” Batteri Vibrio nei frutti di mare: rischio aumentato a causa del cambiamento climatico e della resistenza antimicrobica”

Le avvertenze sono quelle di sempre: non mangiare frutti di mare crudi

 

Sicurezza sul lavoro. Medicina Democratica: “10 giorni di preavviso e tutto va bene?”

Fonte Articolo21 che ringraziamo 

Mentre non si interrompe la sequenza di infortuni mortali e da tempo sono richiesti interventi strutturali sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, il Decreto Legislativo 103 del 12 luglio 2024 sulle semplificazioni beffardamente va in direzione opposta: gli organi di vigilanza devono avvisare l’impresa almeno 10 giorni prima dell’accertamento mediante l’invio della richiesta della documentazione necessaria. E’ palese che l’ispettore troverà – a parte qualche sprovveduto – un luogo di lavoro lucidato a specchio, lavoratori in regola, macchine dotate di tutte le protezioni: una “cronaca di una ispezione annunciata” con esito prevedibile. Non è questa la “nuova” modalità per agire sulle situazioni di mancata attuazione di norme di sicurezza sempre alla base degli  infortuni mortali. Al contrario sarà più difficile prevenirli. Inoltre è un messaggio politico chiaro che avvilisce e vuole mettere la mordacchia all’azione degli operatori in particolare nelle ASL, dopo la loro decimazione da anni di mancate assunzioni“! Ha detto Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica e tecnico della prevenzione. “Una tale previsione mostra anche di ignorare come e su cosa vengono svolti i controlli in materia di sicurezza: non è una visione di documenti, ma coinvolgono contesti di vita estremamente variabili e complessi in cui è la professionalità degli operatori che rende l’ispezione efficace”.

Ci preoccupano soprattutto i controlli a sorpresa degli ispettori del lavoro; gli imprenditori esigono che l’ispezione nei loro stabilimenti sia preannunciata”. Così si rivolgevano i padroni austro-ungarici nel 1910 a Franz Kafka, ispettore dell’Istituto di Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro del Regno di Boemia: il dgls 103 attua quella richiesta come se non fossero passati 100 anni e come se la Costituzione Italiana (art. 41) non esistesse.

Sono 369 i lavoratori che sono stati uccisi dal lavoro nei primi 5 mesi di quest’anno, secondo l‘INAIL, un aumento del +3,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, quasi tre morti al giorno, una carneficina apparentemente inarrestabile pur conoscendo le cause principali: mancanza/carenza di requisiti di sicurezza, mancanza di prevenzione e controlli, filiere di subappalti al massimo ribasso, negazione dei diritti dei lavoratori. “Ci saremmo aspettati una azione che favorisse l’incremento dei controlli, un programma di incremento dei tecnici – ha aggiunto Caldiroli – il superamento dell’annoso problema dello scoordinamento tra organi di vigilanza, in particolare tra quelli nazionali, INAIL, INPS, INL…, e quelli locali, principalmente i servizi di prevenzione delle ASL. La direzione è ben diversa. Questa norma arriva dopo la “patente a crediti“ che presenta criticità da più parti evidenziate: limitazione al settore edilizio, rilascio della patente per autocertificazione, un “bonus“ di 30 punti (ora si parla di 100) con un sistema di decurtazione con aspetti immorali (un omicidio sul lavoro – 20 crediti e solo a condanna definitiva, dopo anni), riacquisizione di crediti con generica formazione ecc, uno strumento che è stato presentato come riconoscimento delle imprese virtuose e di contrasto a quelle inidonee ma che è più fumo che arrosto.

L’India passa alla tecnologia senza amianto

Fonte : Ibasekretariat.org 

Autrice:Laurie Kazan-Allen

 

A volte le informazioni che stavi cercando saltano fuori nei posti più improbabili. È quello che è successo una settimana fa quando mi sono imbattuto in un post pieno di termini tecnici sul sito web del Financial Express, un quotidiano economico indiano in lingua inglese. L’autore parlava di margini PBIT, “un CAGR del 3,1 percento”, valore aggiunto lordo nominale (GVA) e ICRA. Quando le prime tre frasi del testo hanno suscitato il mio interesse – “Nell’anno fiscale 2023, i prezzi della fibra [amianto] sono aumentati del 25 percento, nel mezzo del conflitto tra Russia e Ucraina. La Russia è il più grande esportatore di amianto crisotilo al mondo. Inoltre, il deprezzamento della rupia e l’impennata dei costi di trasporto dovuti a sfide logistiche hanno peggiorato l’aumento dei prezzi” – ho insistito. 1

Dopo aver decifrato le abbreviazioni – grazie Google – sono finalmente arrivato in fondo all’articolo dove c’era la parte davvero interessante:

“Mentre il paese [l’India] consente ancora l’importazione di amianto crisotilo, molti paesi hanno vietato tutti i tipi di amianto. Con questo divieto di estrazione di amianto in tutti i paesi, potrebbe verificarsi una non disponibilità di materie prime, che può in ultima analisi avere un impatto sulle operazioni delle aziende.

La quota di mercato delle prime cinque aziende (in termini di fatturato) nel segmento dei fogli di fibrocemento (FC) di amianto è compresa tra l’80 e l’82 percento, il che implica una struttura di mercato oligopolistica… Considerate le moderate prospettive di crescita del settore dei FC di amianto, non ci sono importanti piani di capex [spese in conto capitale] in cantiere per i primi cinque operatori nel medio termine… Gli operatori chiave si stanno muovendo verso la riduzione del rischio dei loro profili aziendali entrando in segmenti non amianto a causa dei rischi normativi associati alla minaccia di un divieto sull’uso di questi prodotti e sull’estrazione di amianto nei paesi produttori”.

L’India è il più grande importatore di amianto al mondo. Tradizionalmente, la Russia è stata il fornitore di amianto preferito dagli importatori indiani; tuttavia, dall’instabilità causata dall’invasione dell’Ucraina, la Russia è stata sostituita dal Brasile come principale esportatore di amianto in India. 2 Il 14 agosto 2024, la Corte suprema brasiliana si pronuncerà sull’incostituzionalità del permesso di estrarre ed esportare l’amianto, una sostanza vietata in Brasile. 3 Se le cose andranno come speriamo, l’India potrebbe, a breve termine, cercare una nuova fonte di amianto.

Leggi tutto