Corea : lo sciopero dei camionisti per tariffe che consentano di guidare in sicurezza…
Il sindacato KPTU-TruckSol stima che 15.000 membri abbiano partecipato a manifestazioni di sciopero tenutesi in 16 località del paese il 7 giugno 2022 e diverse migliaia di conducenti, membri e non membri, si sono uniti allo sciopero in segno di solidarietà.
La maggior parte dei 420.000 conducenti di camion proprietari della Corea ha visto i propri guadagni erosi negli ultimi mesi a causa dell’impennata dei prezzi del carburante e del costo della vita. Tuttavia, per il 6,5% circa dei conducenti – quelli che guidano nei settori dei container e del cemento sfuso – che sono coperti dal sistema Safe Rates della Corea del Sud, le tariffe minime di paga basate sui costi operativi, hanno attutito il colpo, consentendo ai conducenti di fare un vivere senza guidare pericolosamente per lunghe ore, accelerare o sovraccaricare i propri veicoli.
SAFETY EXPO 2022 VI INVITA A BERGAMO FIERA IL 21 E 22 SETTEMBRE
INDISPENSABILE COSTRUIRE, INSIEME AGLI OPERATORI DEL SETTORE, LA CULTURA DELLA SICUREZZA E UN SISTEMA DI RESPONSABILITÀ ETICA E SOCIALE
Salgono a 270 gli espositori, più di 100 incontri tra convegni, tavole rotonde, approfondimenti, corsi di formazione, spettacoli, prodotti, servizi e tecnologie
Bergamo, 14 settembre 2022 – “Un’altra strage sul lavoro: quattro morti in un giorno solo”. “Infortunio sul lavoro a Malgesso, operaio muore incastrato in un macchinario”. “Operaio muore schiacciato da una piastra di cinque tonnellate in un’azienda del Bresciano”. “Un altro tragico infortunio sul lavoro in Bergamasca: muore 34enne”. “San Giuliano Milanese, incendio all’impianto petrolchimico: sei feriti, uno è grave”. Sono solo alcuni degli incidenti sul lavoro verificatisi in una parte della Lombardia di cui ha scritto la stampa, nella settimana tra fine agosto e i primi di settembre. Sette decessi in sette giorni. E nei primi sette mesi dell’anno il bilancio dei soli morti sul lavoro superava quota 500 sul territorio nazionale.
Dors. Alle prime luci del giorno. Storia di infortunio
Abdul aveva 52 anni, lavorava da dodici anni come operaio addetto alla linea di produzione nella stessa azienda. Si era trasferito, come tanti, dal nord Africa, circa 20 anni fa alla ricerca di fortuna.
L’infortunio è avvenuto alle prime luci del giorno nell’ autunno di qualche anno fa in una ditta metalmeccanica che produce macchine e attrezzature varie a partire dalla materia prima costituita da nastri di acciaio raccolti in coils.
Abdul si trovava nell’area di stoccaggio e stava lavorando da solo. Si è ipotizzato che Abdul, per spacchettare i quattro coils tenuti insieme da tre regge metalliche, si fosse sistemato davanti ai coils e, servendosi di una cesoia manuale, avesse iniziato il taglio. Mentre tagliava la terza ed ultima reggia, due coils perdevano la posizione verticale finendo per travolgere e schiacciare il lavoratore, provocandone la morte istantanea.
Questa è la ottantottesima storia aggiunta al repertorio delle storie di infortunio, nel quale sono raccolte le storie scritte dagli operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che partecipano al progetto “Comunità di pratica e narrazione“.
Vai al repertorio delle storie di infortunio, leggi direttamente la sintesi della storia o la storia completa Alle prime luci del giorno
Ucraina, sei mesi dopo: l’impatto della guerra sulla salute
Fonte : Scienza in rete che ringraziamo
Qual è l’impatto complessivo della guerra in Ucraina a sei mesi dal suo inizio? Sul Lancet, lo storico Ed Holt descrive uno scenario che va al di là delle persone morte e ferite e un sistema sanitario sottoposto a uno stress pesantissimo, sebbene in molti casi gli operatori sanitari siano riusciti a mantenere attivi i servizi, mentre l’Oms ha avvertito del rischio di focolai di malattie infettive.
Crediti immagine: Daniele Franchi/Unsplash
Dall’inizio dell’invasione russa il sistema sanitario ucraino, già fragile, è stato sottoposto a pesanti attacchi e stress e la salute delle persone minacciata. Le conseguenze si manterranno a lungo anche dopo la fine della guerra.
«A sei mesi dall’invasione russa del Paese, il 24 febbraio, il sistema sanitario ucraino sta lottando per continuare a fornire servizi a una popolazione sempre più traumatizzata dalla guerra in corso. Secondo le Nazioni Unite al 15 agosto erano 5.514 i civili uccisi e 7.698 i feriti confermati, ma le stesse Nazioni Unite affermano che la cifra reale potrebbe essere molto più alta». Lo scrive lo storico Ed Holt su Lancet nella rubrica World Report del 27 agosto.
Lo scenario complessivo dell’impatto della guerra, tuttavia, va ben al di là del numero delle persone uccise o ferite dal conflitto: bisogna infatti considerare i 7 milioni di sfollati all’interno dell’Ucraina (circa un terzo della popolazione è stata costretta a lasciare la propria casa), i quasi 6 milioni di profughi accolti in Europa (in Italia circa 150.000), ma anche i 13 milioni di persone che, al contrario, sono rimaste bloccate nelle aree colpite. «I danni alle infrastrutture si calcolano in circa 110 miliardi di dollari, comprese le strutture sanitarie deliberatamente prese di mira dalle truppe degli invasori: l’Organizzazione mondiale della sanità ha registrato 445 attacchi alle strutture sanitarie a partire dall’11 agosto, attacchi che hanno causato 86 morti e 105 feriti», continua Holt. Il giovane storico inglese, autore di diversi rapporti sulla situazione dell’Ucraina a partire dall’invasione russa, descrive come i combattimenti hanno devastato l’offerta sanitaria: paesi e città sono rimasti senza ospedali o strutture di assistenza primaria, i medici sono pochi e sovraccarichi di lavoro, c’è carenza di medicinali, molte farmacie sono chiuse in modo permanente e servizi di pronto intervento lottano per raggiungere i pazienti attraverso strade e ponti bombardati.
Il telelavoro è ancora ampiamente regolamentato a livello aziendale in Europa
FONTE: EUROFOUND
L’accesso al telelavoro e le modalità di lavoro quando si lavora da casa sono ancora in gran parte determinati a livello aziendale nella maggior parte degli Stati membri dell’UE, con solo Francia, Lituania e Portogallo che attualmente sanciscono il diritto di richiedere il telelavoro nella legislazione. Sebbene esista un terreno comune, nell’UE esistono standard e pratiche diversi per quanto riguarda il telelavoro, che possono essere regolati tramite leggi o contratti collettivi. Ciò può riguardare questioni importanti come salute e sicurezza, orario di lavoro e compensazione. Sebbene il diritto alla disconnessione sia stato recentemente ampliato in diversi paesi, non è esteso in tutta l’UE e differisce nell’attuazione nei vari Stati membri.
Attuazione della direttiva 2011/65/UE sulla restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
DECRETO 4 agosto 2022
Modifiche all'allegato III del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 27, concernente l'attuazione della direttiva 2011/65/UE sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. (22A04914)
(GU n.202 del 30-8-2022)
Fonte Gazzetta Ufficiale
Il litio guida gli investimenti, le preoccupazioni sul posto di lavoro in Australia
La domanda di materie prime nelle batterie è aumentata poiché le vendite di veicoli elettrici (EV) continuano a crescere. Mentre la Cina domina la catena di approvvigionamento del litio, le nazioni occidentali hanno cercato di sviluppare la propria produzione.
L’Australia, che ospita circa la metà dell’offerta mondiale, è ora considerata dalle case automobilistiche in una posizione ideale per soddisfare la crescente domanda. La società di esplorazione e sviluppo minerario Liontown Resources ha registrato un aumento delle sue quote di 76 volte in soli tre anni.
Nel frattempo, un impianto di litio nell’Australia occidentale è stato oggetto di un’indagine WorkSafe dopo i reclami relativi all’ambiente di lavoro non sicuro. La fabbrica di idrossido di litio di Kemerton, situata a circa 150 chilometri a sud di Perth, è stata oggetto dell’indagine avviata all’inizio di aprile dopo che i lavoratori sono stati esposti a gas tossici attraverso uno sfiato. L’Australian Manufacturing Workers’ Union (AMWU) ha precedentemente sollevato preoccupazioni sulla sicurezza dell’impianto, che è di proprietà della maggioranza dell’azienda chimica statunitense Albermarle.
Secondo Geoscience Australia , tutte le attuali risorse e la produzione del paese provengono da minerali di litio, principalmente spodumene, sebbene siano presenti anche altri minerali contenenti Li come la lepidolite.
Leggi di più qui .
Australia – Le normative sui rischi psicosociali ora sono incluse nelle leggi modello in materia di salute e sicurezza sul lavoro
La prevenzione dei danni psicologici è una parte essenziale della creazione di un luogo di lavoro sano e sicuro. I rischi psicosociali e lo stress correlato al lavoro hanno un impatto significativo sulla salute degli individui, delle organizzazioni e delle economie nazionali.
Le leggi modello per la salute e la sicurezza sul lavoro (WHS) ora includono regolamenti sui rischi psicosociali, spiegano le leggi e come rispettarle e includono passaggi pratici per gestire i rischi sul posto di lavoro per la salute psicologica.
Scarica il modello di codice di condotta: gestione dei rischi psicosociali sul lavoro sul sito web di Safe Work Australia.
Scopri di più sui rischi psicosociali e sullo stress sul lavoro
Al via il lavoro sul campo per l’indagine EU-OSHA sui fattori di rischio del cancro
L’indagine innovativa esamina il modo in cui i lavoratori europei sono esposti a una selezione di fattori di rischio di cancro per identificare meglio i responsabili della maggior parte delle esposizioni. Tali dati affidabili sono essenziali sia per la sicurezza e la salute dei lavoratori che per un’economia produttiva e sostenibile.
Quasi 25.000 interviste sono organizzate con lavoratori in Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda e Spagna. Verranno contattati casualmente sul loro telefono cellulare e verranno poste domande su misura per il loro lavoro attuale e sulle loro attività quotidiane.
Il lavoro sul campo durerà fino a gennaio 2023 e la pubblicazione dei primi risultati è prevista per la fine del 2023. I risultati dell’indagine saranno integrati da analisi secondarie che coinvolgono studi approfonditi su argomenti specifici.
Scopri tutto sull’indagine sull’esposizione dei lavoratori sui fattori di rischio del cancro in Europa
La portaerei brasiliana SaoPaulo torna in Brasile.
Secondo fonti del governo turco la portaerei Sao Paulo ha invertito la marcia e sta tornando in Brasile dove verrà sottoposta ad un processo di scoibentazione dell’amianto e di bonifica rispetto alle altre sostanze tossiche di cui è imbottita. Una vittoria delle Associazioni ambientaliste e dei sindacati dei lavoratori turchi che si sono opposti al lavoro di demolizione della portaerei in condizioni di pericolo. Il rimorchiatore che rimorchia la portaerei ha cambiato il suo segnale AIS ora mostrando che tornerà a Rio de Janeiro il 2 ottobre. Il viaggio di andata e ritorno di due mesi è un destino simile alla sua nave gemella, la portaerei francese Clemenceau , anch’essa respinta dal governo indiano nel 2006.
Per maggiori info vedi questi riferimenti
1) Rimorchiatore per portaerei “tossica” inverte la rotta di ritorno in Brasile
https://maritime-executive.com/article/tow-for-toxic-aircraft-carrier-reverses-course-back-to-brazil
“Sono dipendente dal lavoro, ma mi sto prendendo cura di me stesso!” » : consapevolezza in soccorso dei « maniaci del lavoro »
« Je suis accro au travail, mais je me soigne ! » : la pleine conscience au secours des « workaholics »
[ in coda abbiamo postato una traduzione in italiano per facilitare la lettura dell’articolo . Traduzione effettuata con google translator: il testo di riferimento resta l’articolo in lingua francese ]
Carole Daniel, SKEMA Business School; Elodie Gentina, IÉSEG School of Management et Jessica Mesmer-Magnus, University of North Carolina Wilmington
Connaissez-vous la « boulomanie » ? Il s’agit de l’addiction au travail, un terme issu de l’anglicisme « workaholism » pour décrire le besoin incontrôlable de travailler sans cesse, inventé par le psychologue et éducateur religieux américain Wayne Oates en 1971. Ce phénomène addictif n’est pas lié à la consommation de substance comme l’alcool ou la drogue, mais décrit une addiction comportementale, au même titre que l’addiction aux jeux d’argent et de hasard par exemple.
Les accrocs au travail sont des personnes qui ressentent un besoin de travailler si fort qu’ils n’hésitent pas à mettre en danger leur santé physique et mentale, ainsi que leurs relations interpersonnelles. Une étude récente indique que 37 % des actifs utilisent des outils numériques professionnels hors temps de travail. Sur le plan légal, l’addiction au travail a été ajoutée à la liste des risques psychosociaux.
L’addiction au travail ne qualifie pas l’augmentation ponctuelle du temps de travail, liée à un gros dossier à traiter par exemple. Pour parler d’addiction au travail, il faut que ce comportement devienne compulsif et qu’il perdure pendant plusieurs semaines. Comme pour d’autres addictions, cette dépendance s’installe petit à petit, souvent à l’insu de ses victimes. Le besoin compulsif de travailler s’installe sournoisement. Il empiète toujours un peu plus sur la vie de famille, les loisirs ou les vacances, au point de devenir source de conflit, voire de rupture.
Estate/Inverno 2022: il migliore e il peggiore del Brasile
Laurie Kazan Allen
Fonte : IBAS
Qualcuno una volta mi ha detto che in Brasile avevano il meglio e il peggio di tutte le cose. Questa teoria è stata ben illustrata quest’estate (o inverno se sei in Brasile) da due sviluppi, uno dei quali è andato a beneficio degli ex lavoratori dell’amianto e l’altro della Marina brasiliana. 1
Per quattro settimane, tra il 21 giugno e il 27 luglio 2022, sono state effettuate visite di sorveglianza sanitaria da parte del personale dell’istituto di ricerca Fiocruz nel territorio del Senador Camará, un’area dominata da fazioni criminali in guerra con polizia civile e militare e trafficanti di droga. Molti ex lavoratori delle fabbriche di amianto di Saint-Gobain vivono nelle favelas del Senador Camará. 2 Grazie ai finanziamenti forniti dall’Associazione brasiliana degli esposti all’amianto (ABREA), il personale di Fiocruz ha potuto effettuare visite settimanali per consultare i dirigenti sanitari di più istituzioni e decine di ex lavoratori dell’amianto nelle loro case.
II Festival di Storia del Lavoro (Pistoia, 16-18 settembre 2022)
Fonte: SISLAV – Società Italiana di Storia del Lavoro
Programma festival SISLAV 2022 webPer scaricare la locandina clicca QUI
Portaerei brasiliana ‘abbandonata’ nell’Oceano: la Turchia si rifiuta di demolirla, ambientalisti in trincea
La nave, la ex portaerei Sao Paolo, insieme al suo rimorchiatore Alp Centre, è attualmente in posizione a nord-est delle Isole Canarie
Vedi SHIP MAG
Le autorità turche vietano l’ingresso alla portaerei tossica São Paulo
La portaerei Sao Paulo ( Wikipedia )
Vedi articolo correlato
Fonte NGOSHIPBREAKING
Successo dopo settimane di proteste pubbliche
Aliaga, Turchia. 2 settembre 2022 – La Turchia ha finalmente vietato alla tossica portaerei SÃO PAULO di entrare nelle sue acque nazionali. Per settimane, gruppi locali per l’ambiente e per i diritti del lavoro, supportati da ONG internazionali, hanno protestato contro il viaggio della nave dal Brasile ad Aliağa, chiedendo il rispetto delle Convenzioni di Basilea e Barcellona.
” Da una meravigliosa marcia pubblica con la partecipazione di migliaia di persone ad Aliağa a dimostrazioni teatrali nel centro di Smirne e dichiarazioni pubbliche davanti agli edifici ufficiali, tutte le persone si sono riunite attorno a un’unica richiesta: fermare questa nave tossica “, afferma Gokhan Ersoy, Project Development Officer di Greenpeace Mediterranean. “Le petizioni di firma digitale e convenzionale hanno raggiunto più di 150.000 persone in un mese! La volontà e l’impegno senza fine delle persone hanno costretto i decisori politici a riconsiderare l’errore che avevano commesso ”.
Inail. Rischi dell’estate negli stabilimenti Pir
Fonte Inail.it
Il presente fact sheet prosegue la serie dal titolo STABILIMENTI PIR – Note di sicurezza n. 2; la serie tratta tematiche di sicurezza individuabili negli stabilimenti con pericolo di incidente rilevante (PIR).
FactSheetRischi estateI fact sheet sono in forma sintetica e analizzano eventi occorsi per fornire indicazioni di prevenzione in forma di lezioni apprese. Il presente documento tratta dei rischi relativi a incendi di vegetazione dovuti a prolungati periodi di siccità estivi che possono accadere negli stabilimenti con pericolo di incidente rilevante.
Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail 2022
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it
- Rischi dell’estate negli stabilimenti Pir(.pdf – 128 kb)
L’importanza dei dispositivi di protezione individuale per la sicurezza
Fonte : Punto Sicuro che ringraziamo
Un progetto sulla sicurezza nelle organizzazioni di volontariato presenta una scheda sui dispositivi di protezione individuale. I requisiti dei DPI. Focus sulla protezione del corpo, degli occhi, delle mani, dell’udito e delle vie respiratorie.
Napoli, 2 Set – Riguardo ai tanti temi che riguardano il mondo della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavori, a volte può essere utile, invece di approfondire specifici aspetti tecnici, come generalmente facciamo nei nostri articoli, presentare brevi promemoria che possono stimolare la consapevolezza dei rischi e delle possibili misure di prevenzione.
Proprio con questa finalità ci soffermiamo oggi sul tema dei dispositivi di protezione individuale (DPI) che il Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 individua come attrezzature destinata ad essere indossate e tenute dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro.
Lo stesso decreto “prevede l’utilizzo dei DPI solo quando l’adozione delle misure tecniche preventive e/o organizzative di protezione collettiva non risultino sufficienti all’eliminazione di tutti i fattori di rischio. In altri termini, il DPI va utilizzato solo quando non è possibile eliminare il rischio”.
L’anima smarrita del NHS
Fonte Salute Internazionale
Gavino Maciocco
“Rischiamo di passare da un paese in cui le persone almeno non devono preoccuparsi delle spese mediche, a uno in cui potrebbero dover scegliere tra riscaldare la propria casa o vivere con un ginocchio malsano per un anno.”
Poco prima che scoppiasse la pandemia COVID-19, nel dicembre 2019, The Guardian così denunciava la crisi del Servizio sanitario nazionale (National Health Service – NHS): “I tempi di attesa per accedere ai Pronto soccorso, alla chirurgia di elezione, e alle cure oncologiche sono così peggiorati negli ultimi anni al punto da mettere a rischio di rottura la rete di protezione del NHS. I ritardi sono i peggiori da quando sono iniziate le registrazioni dei dati. I milioni di persone colpite da tempi di attesa sempre più lunghi stanno diventando probabilmente il problema più grosso per Boris Johnson, sul versante della sanità”.
Dopo quasi tre anni, con in mezzo una pandemia per lungo tempo fuori controllo, la crisi del sistema sanitario inglese è ancora più profonda come certifica un rapporto della British Medical Association (BMA) del 19 luglio 2022 (NHS backlog data analysis) dedicato all’analisi dei tempi di attesa o, come dice il titolo, del “lavoro arretrato” del NHS. Il numero di persone in attesa di una cura o di un intervento chirurgico di elezione all’aprile 2022 era di 6,5 milioni (contro i 4,5 milioni del febbraio 2020 e i 3,2 milioni del settembre 2015). Di queste 6,5 milioni di persone, 2,4 milioni sono in attesa da oltre 18 settimane, mentre la media generale dei tempi di attesa è 12,7 settimane. La situazione è particolarmente critica in campo oncologico dove solo il 65% di pazienti riceve il primo trattamento entro due mesi dalla segnalazione urgente del proprio medico curante. Le cose non vanno meglio nei reparti di Pronto soccorso (Accident&Emergency – A&E) dove nel giugno 2022 più di 22 mila persone hanno atteso più di 12 ore prima di essere ricoverate (3 mila in più rispetto al mese precedente).
La pandemia ha aggravato a dismisura la situazione di sofferenza del NHS, che però preesisteva a causa delle politiche del governo conservatore che da anni ha ridotto al minimo gli investimenti sul settore pubblico, privilegiando quello privato spingendo i pazienti a rivolgersi alle cliniche private, anche tramite assicurazioni private. Il dato più impressionante della crisi è il progressivo impoverimento della manodopera (workforce) pubblica, sanitaria e sociale, che sta alla base dell’insopportabile dilatazione dei tempi di attesa. Così insopportabile da richiedere l’istituzione di una commissione d’inchiesta della Camera dei Comuni (House of Commons), che lo scorso luglio ha reso pubblico un Rapporto dal titolo “Workforce: recruitment, training and retention in health and social care” (vedi Risorse) che si apre con questa categorica affermazione: “The National Health Service and the social care sector are facing the greatest workforce crisis in their history” (“Il NHS e il settore dell’assistenza sociale stanno affrontando la più grave crisi del personale della loro storia”).
Nel Rapporto si legge che al settembre 2021 erano vacanti 99.460 posti nel NHS e 105.000 nel settore sociale (gestito dalle amministrazioni comunali): in particolare nella sanità mancavano all’appello 12 mila medici ospedalieri, 6 mila medici di famiglia e 50 mila tra infermieri e ostetriche. La Commissione, per metà composta da membri conservatori, non esita ad accusare il Governo (conservatore) di negligenza e di reticenza nel rispondere alle domande. Si scopre, ad esempio, che nel 2017 il Governo decise di bloccare l’erogazione delle borse di studio per gli studenti di Infermieristica. Un provvedimento, adottato nell’ottica di tagliare la spesa sanitaria, che provocò una drastica riduzione delle iscrizioni al corso (da 51.840 nel 2016 ai 40.060 nel 2017). Le borse di studio furono reintrodotte nel 2020 (all’inizio della pandemia), ma il danno era stato fatto provocando la carenza di decine di migliaia di infermieri nel momento di maggiore bisogno.
E poi ci sono gli effetti deleteri della Brexit che ha innalzato barriere spesso insormontabili per l’accesso nel Regno Unito di personale sanitario e sociale straniero. Il Regno Unito ha da sempre fatto affidamento sugli stranieri per ricoprire posti vacanti di medici, soprattutto medici di famiglia, infermieri e operatori sociali, ma ora le procedure per stranieri che cercano di ottenere il visto per lavorare in UK sono, per ammissione della commissione parlamentare, “lengthy and opaque, complex, difficult and expensive with potential inconsistencies, and in need of regulatory reform to make it proportionate and streamlined to assist in ethical overseas recruitment”. Insomma, un disastro. Il massimo dell’incongruenza (inconsistency) si registra nell’arruolamento del personale sociale: qui per ottenere il visto è necessario essere in possesso di un contratto di lavoro con un reddito annuale non inferiore a 20.840 sterline, quando il reddito medio nazionale di questi operatori è di molto inferiore, 17.900 sterline.
Infine, la stoccata conclusiva: “Il rifiuto del governo di rendere pubblici i dati sulla workforce significa che la domanda che ogni operatore sanitario e sociale si pone: stiamo formando personale sufficiente per soddisfare i bisogni dei pazienti? è destinata a rimanere senza risposta”.
La pubblicazione del Rapporto ha suscitato un’ondata di indignazione e di proteste, anche perché avvenuta all’indomani delle dimissioni da Primo ministro di Boris Johnson, travolto da una marea di scandali, oltre ad essere ritenuto responsabile del collasso del NHS. Non l’unico, s’intende. Perché la crisi del NHS parte da lontano e vede nel partito conservatore – e nei vari Primi ministri che si sono succeduti, da M. Thatcher, D. Cameron, T. May fino a B. Johnson – il soggetto politico più ostile nei confronti del servizio sanitario pubblico, e così riluttante a finanziarlo, come dimostra la Figura 1, tratta da un servizio della BBC.
Figura 1. Incremento annuale della spesa sanitaria in %, a seconda del Governo in carica (dal 1955 al 2015).
“Quando il NHS è stato fondato nel 1948 da Aneurin Bevan – si legge in un editoriale del The Guardian del 31 luglio scorso – , aveva alla base tre principi fondamentali: a) che avrebbe soddisfatto i bisogni di tutti, b) che sarebbe stato gratuito al momento dell’erogazione delle prestazioni e c) che sarebbe stato basato sul bisogno clinico, non sulla capacità di pagare. Coloro che sono preoccupati per le minacce all’esistenza del NHS di solito si concentrano sul rischio che venga smantellato il principio della gratuità nel punto di utilizzo. Ma la minaccia politica di gran lunga più significativa, come stiamo vedendo in questo momento, è la progressiva erosione della garanzia che riesca a soddisfare i bisogni di tutti, a causa del persistente sottofinanziamento e della mancata formazione del personale di cui ha bisogno”.
Un lungo corteo in Bolognina per ricordare Alessandra Matteuzzi
Molte centinaia di donne, uomini, ragazze e ragazzi hanno sfilato per le vie della Bolognina per manifestare la volontà di contrastare la violenza contro le donne. Il lungo corteo partito dal Liber Paradisus è giunto in via dell’Arcoveggio di fronte al cortile del condominio ove la settimana scorsa Alessandra Matteuzzi è stata massacrata a martellate dall’ex fidanzato che aveva denunciato per stalking.
Per ricordare Alessandra Matteuzzi sono uscite di casa donne di tutte le età nonne e mamme che tenevano per mano ragazzine e ragazzini, coppie, una manifestazione corale per affermare che non è tollerabile che ogni tre giorni in Italia una donna venga uccisa dal partner o da un famigliare.
I femminicidi nel nostro paese sono diventati un’emergenza: moltissime donne continuano ad essere uccise da ex e da uomini che non accettano il rifiuto o la fine di un rapporto.
Le donne uccise da un partner o da un ex nei primi mesi del 2022. Secondo i dati del Viminale, nei primi 6 mesi dell’anno, dal 1 gennaio al 3 luglio, registrati 144 omicidi, con 61 vittime donne, di cui 53 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 33 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (nel 2022 le vittime di omicidio volontario commesso dal partner/ex partner sono tutte di genere femminile). Un interrogativo, un non detto aleggiava nei discorsi di tante/i militanti presenti in questa manifestazione: abbiamo fatto tante lotte, tante iniziative negli anni. Ci sono state grandi conquiste, il movimento delle donne ha ottenuto risultati straordinari in materia di libertà, ma allora perchè non si riesce ad uscire dall’incubo delle culture patriarcali rozze e violente che animano le pulsioni femminicide di maschi che non reggono il confronto con le soggettività libere e indipendenti delle donne ?
Quanto durerà questa mattanza di donne colpevoli solo di volere vivere le loro libere soggettività ? Quanto dovranno cambiare i maschi per essere liberi dalle pulsioni violente di dominio sulle donne ? E’ forse con queste domande difficili che il lungo corteo si è sciolto nella notte per le vie della Bolognina.
gierre
La povertà energetica incombe con l’aumento del costo della vita: i dati dietro le difficoltà
L’aumento dei prezzi dell’energia sta mettendo un maggior numero di persone sotto maggiore pressione finanziaria e maggiormente a rischio di povertà energetica.
Questo è secondo il quinto round del sondaggio elettronico Vivere, lavorare e COVID-19: Vivere in una nuova era di incertezza , un rapporto che presenta una panoramica delle risposte di oltre 200.000 persone in tutti e cinque i round del sondaggio elettronico, che si è svolto dalla primavera del 2020 alla primavera del 2022.
In questa storia di dati, diamo un’occhiata più da vicino ai dati del sondaggio elettronico per esplorare l’entità del problema e la minaccia della povertà energetica.
Sempre più persone stanno lottando per sbarcare il lunario
Il costo della vita nell’UE sta aumentando a un livello senza precedenti, con un tasso di inflazione medio nei 27 Stati membri dell’UE di quasi l’8% a marzo 2022, principalmente a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia.
Affaticamento da “compassione” negli infermieri di salute mentale: una revisione sistematica
Fonte DORS.IT
L’affaticamento da “compassione” è il risultato di fattori di stress unici inerenti al lavoro di cura. La fatica della “compassione” ha evidenti costi emotivi e fisici e un impatto significativo sull’assunzione e sulla fidelizzazione del personale.
La revisione è la prima a valutare la letteratura quantitativa sull’affaticamento da “compassione” negli infermieri di salute mentale. La ricerca sull’affaticamento da “compassione” negli infermieri di salute mentale non ha tenuto conto finora, in modo accurato, del rapporto di cura unico tra infermiere e paziente. L’istruzione basata sulle competenze, una forte leadership dell’infermiere di salute mentale, culture organizzative positive, supervisione clinica e riflessione insieme a strategie individuali di cura di sé possono mitigare l’affaticamento della “compassione”.
Sono urgentemente necessarie risorse per l’istruzione e lo sviluppo della forza lavoro che affronti la fatica della “compassione” negli infermieri di salute mentale. Sono necessari interventi che affrontino le esigenze fisiche, cognitive ed emotive del lavoro di cura per garantire che gli infermieri di salute mentale abbiano la capacità di fornire un’assistenza compassionevole sostenibile ai pazienti.
Marshman C, Hansen A, Munro I. Compassion fatigue in mental health nurses: A systematic review. J Psychiatr Ment Health Nurs. 2022 Aug;29(4):529-543. doi: 10.1111/jpm.12812. Epub 2021 Dec 28. PMID: 34874593.
Intelligenza Artificiale: aspetti etici e responsabilità degli scienziati
Alcune informazioni e riflessioni di questo articolo sono tratte da un testo di Guglielmo Tamburrini, che mette in relazione il tema dell’Intelligenza Artificiale (IA) con i problemi ambientali, chiamando direttamente in causa le responsabilità degli scienziati.
La problematica generale che riguarda la ricerca sull’Intelligenza Artificiale e le sue possibili implicazioni etiche viene affrontata nei numerosi contributi che da alcuni anni il prof. Norberto Patrignani offre, sia nelle sue pubblicazioni scientifiche, sia in seminari e incontri organizzati per il nostro centro studi.
Tra tale documentazione segnalo, in particolare:
Don Milani al tempo dell’Infosfera | Norberto Patrignani (martedì 24 Ottobre 2017)
Slow Tech | 8. Etica e informatica. Dilemmi al confine tra decisioni e scelte. CONVERSAZIONE con Norberto Patrignani (giovedì 28 Novembre 2019)
Fermare la cyberwar prima che sia troppo tardi (martedì 5 Aprile 2022)
Verso un’abbondanza frugale | Incontro con Norberto Patrignani (giovedì 26 Maggio 2022)
“Intelligenza” artificiale: non chiamiamola così! (lunedì 27 Giugno 2022)
Entrambi gli autori richiamano l’attenzione dei lettori sulle responsabilità dei ricercatori – soprattutto i professionisti delle discipline informatiche (esperti, studiosi e professori universitari) nella ricerca e sviluppo di progetti al confine tra etica e scienza.
Guglielmo Tamburrini e Norberto Patrignani, assieme a Francesca Farruggia (Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo – IRIAD di Roma) parteciperanno a un incontro su Tecnologia e Pace co-organizzato da Centro Studi Sereno Regis e Politecnico di Torino nel corso della prossima Biennale Democrazia 2022 (h: 11.00, sala Emma Strada, Politecnico Torino – 12 novembre 2022)
IA: un mondo presente ma sconosciuto
Dell’Intelligenza Artificiale (IA) si parla e si scrive ormai da decenni: tra finanziamenti alla ricerca, sperimentazioni nei più disparati ambiti, e applicazioni concrete, si può affermare che non c’è quasi aspetto della vita umana che non sia stato già cambiato, o che non possa essere modificato nel prossimo futuro.
Nell’Introduzione dell’articolo sopra citato Tamburrini accenna rapidamente all’impatto pervasivo dell’IA negli ultimi 10 anni, alimentato da sistemi informatici di apprendimento dell’IA, che stanno assumendo un ruolo crescente nel commercio, nell’industria, nella gestione dei servizi pubblici e privati, nella comunicazione, nell’intrattenimento, nella sicurezza e nella difesa. Il tema è vasto, e di difficile comprensione per il pubblico non specializzato.
Il ‘machine learning’, l’apprendimento automatico, si basa sull’idea che i computer possono imparare ad eseguire compiti specifici senza essere programmati per farlo, grazie al riconoscimento di schemi tra i dati, che vengono forniti in modo iterativo. Un aspetto importante del machine learning è la ripetitività: esposti più volte ai dati, questi sistemi sono in grado di adattarsi in modo autonomo. Nelle ‘deep neural networks’, reti neurali profonde, di struttura più complessa e caratterizzate da un gran numero di strati e connessioni tra i componenti, il sistema apprende a eseguire dei compiti sempre più sofisticati nella misura in cui viene alimentato da quantità e varietà crescenti di informazioni.