Appello alle Autorità, ai Cittadini … e in particolare alle Cittadine e ai Cittadini che non intendono accedere alla vaccinazione anti-Covid

 

 

AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

AL PARLAMENTO ITALIANO

AI GRUPPI PARLAMENTARI

AI PARTITI POLITICI

AI MEZZI DI COMUNICAZIONE

ALLE CITTADINE E AI CITTADINI

Davanti al crescere e propagarsi in Italia e in Europa dei livelli di infezioni e ricoveri ospedalieri da Coronavirus ci sentiamo in dovere di appellarci alle Autorità dello Stato e, nel medesimo tempo, alle Cittadine e ai Cittadini che non intendono accedere alla vaccinazione anti-Covid richiamando alcuni dati di realtà che, vistosamente incalzanti, potrebbero riportare il nostro Paese nel pieno delle tragiche e note conseguenze socio-sanitarie.

Queste le osservazioni:

– le vaccinazioni coprono ormai oltre l’80% della popolazione italiana;

– il vaccino esenta dall’ammalarsi gravemente in misura di circa il 90% e del 98% dal ricovero in Reparti di terapia intensiva, dall’intubazione e dall’exitus;

– ad oggi il vaccino costituisce l’unica misura efficace contro infezione e malattia da Covid, insieme a distanziamenti personali, uso di mascherine certificate e di soluzioni alcoliche per le mani;

– il vaccino non è scevro da rischi, e questo vale per tutti i farmaci e le azioni diagnostico-terapeutiche, i quali sono infinitamente bassi rispetto ai gravi rischi che l’infezione virale comporta;

– il vaccino riduce gradualmente la propria efficacia dopo 6-7 mesi dalla sua completa inoculazione;

– la guarigione dall’infezione conferisce un’immunità, per efficacia e durata, simile a quella raggiunta dalla vaccinazione;

– gli oltre 7 milioni di Cittadini di non vaccinati in Italia favoriscono la diffusione del virus, la crescita di varianti e l’affollamento di Ospedali, rallentando i percorsi diagnostico-terapeutici per urgenze e malattie cronico-degenerative e neoplastiche;

– la mobilità fra Paesi europei favorisce la diffusione virale;

– la nostra Costituzione fonda il suo baricentro sul Bene comune pur prevedendo il dissenso e la libertà personale di rifiutare azioni diagnostico-terapeutiche;

– la vaccinazione rappresenta oggi l’attuazione del Bene comune, in assenza di una legge che la imponga.

Queste le proposte:

– fornire da subito a tutta la cittadinanza informazioni chiare e puntuali su rischi e vantaggi della vaccinazione;

– fornire da subito a tutta la cittadinanza informazioni chiare e puntuali sulla situazione pandemica con dati analitici su tassi d’infezione, ricoveri ospedalieri, mortalità e guarigioni in vaccinati e non vaccinati e per classi d’età;

– semplificare e accelerare a grandi passi su acquisizioni e somministrazioni delle terze dosi di vaccino;

– rilanciare le regole prudenziali di distanziamento personale, uso di mascherine certificate, anche all’aperto in luoghi di transito e affollati, disinfezione delle mani;

– controllare con meticolosità coloro che giungono sul suolo italiano;

– escludere i non vaccinati dall’ingresso in luoghi e mezzi di trasporto pubblici e privati, che costituiscano forme di aggregazione civile, e organizzare efficaci controlli in questo senso.

Grazie per l’attenzione e cordiali saluti

O.d.V.:      “SCIENZA MEDICINA ISTITUZIONI POLITICA SOCIETA’ “

sito: www.smips.org  e-mail: smips1@libero.it

Le prime firme :

Francesco Domenico Capizzi, presidente SMIPS, Bologna; Adriano Prosperi, Scuola Normale di Pisa; Vincenzo Balzani, Università di Bologna; Francesco Corcione, Università di Napoli; Giancarla Codrignani, docente, politica e giornalista, Bologna; Daniele Menozzi, Scuola Normale di Pisa; Marzia Faietti, già  direttrice degli Uffizi, ricercatrice Kunsthistorisches Institut, Firenze; Gabriella Galletti, segretaria SMIPS, Bologna; Giancarlo Gaeta, Università di Firenze; Francesca Isola, vice-presidente SMIPS, Bologna; Giuseppe Giliberti, Università di Urbino; Gianpaolo Bragagni, dirigente medico, Bologna; Marina Marini, Università di Bologna; Bruna Bocchini Camaiani, Università di Firenze; Francesco Di Matteo, giurista, Bologna; Giuseppe Cucchiara, chirurgo, Roma; Elda Guerra, storica, Bologna; Franco Favretti, chirurgo, Vicenza; Claudia Rizzi, dirigente medico, Bologna; Lucia Migliore, Università di Pisa; Adriana Destro, Università di Bologna; Gino Rubini, esperto di sicurezza sul lavoro, Bologna; Ugo Mazza, politico, Bologna; Giovanna Facilla, dirigente scolastica, Bologna; Renzo Tosi, Università di Bologna; Carlo Hanau, presidente del Tribunale della salute OdV, Bologna; Ildo Tumscitz, psicoterapeuta, Bologna; Mauro Pesce, Università di Bologna; Monica Bini, docente, Bologna; Marilia Sabatino, dirigente scolastica, Bologna; Maria Teresa Cacciari, docente,  Bologna; Davide Peretti Poggi, pittore, Bologna; Giuseppe Bartolotta, medico, Rimini; Luciano Fogli, dirigente medico, Bologna; Anne Drerup, docente, Bologna; Michele Del Gaudio, magistrato, Torre Annunziata; Graziella Di Cicca, orafa, Rimini; Amedeo Alonzo, chirurgo, Novara; Sergio Boschi, dirigente medico, Bologna; Giorgio Dragoni, Università di Bologna; Alessandra Ferretti, docente, Bologna; Daniele Capizzi, dirigente medico, Bologna; Paolo Rebaudengo, presidente di Olivettiana APS, Bologna; Vincenzo Frusci, dirigente medico, Melfi; Domenico B. Poddie, medico vaccinatore volontario, Ravenna; Enzo Lucisano, Università di Bologna; Margherita Venturi, Università di Bologna; Silvia Lolli, docente, Bologna; Aldo Bacchiocchi, avvocato

 Per aderire all’Appello inviate l’adesione a smips1@libero.it  

oppure tramite Change  >>>> clicca   https://chng.it/zsSpq8B9qp

 

< foto in licenza CC4 wikimedia > 

Morti sul lavoro e cultura della prevenzione. Chi controlla l’attimo?

Di fronte allo stillicidio di morti sul lavoro, la risposta politica data con il Decreto Legge n. 146 del 21 ottobre scorso, si è tradotta in primo luogo nel prevedere il potenziamento della vigilanza. Anche passando sopra alle criticatissime modalità con cui si intende procedere a questo potenziamento, trascurando in questa sede la piaga delle malattie professionali, una domanda sorge spontanea.

Quale vigilanza potrà mai fermare l’azione istantanea, perché di un attimo si tratta, che provocherà l’infortunio, quando uno o più lavoratori cortocircuitano ogni cautela e decidono, in autonomia o perché gli è stato ordinato, di procedere a quella azione che porterà qualcuno alla morte?

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Il decreto-legge 146 su salute e sicurezza sul lavoro è un passo falso.Sono necessarie modifiche al decreto. È necessario un intervento organico in materia

Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, al Ministro del Lavoro, al Presidente della Conferenza delle Regioni.

 

def_doc salute sicur lavoro post 146 2

Per scaricare il Documento con le firme aggiornate al 26/11/21 clicca QUI 

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Se condividete questo Documento potete sottoscrivere la petizione sulla piattaforma Change.org

https://chng.it/zw5M6JD4

Solidarietà a due ispettori del lavoro minacciati, inseguiti e speronati da un titolare d’azienda

Riportiamo e condividiamo il Comunicato Stampa dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro

” L’Ispettorato Nazionale del Lavoro esprime una forte condanna nei confronti del gravissimo gesto intimidatorio compiuto contro due ispettori tecnici in servizio presso l’Ispettorato territoriale di Taranto.

I fatti sono accaduti nel corso di un’ispezione ed hanno avuto come protagonista il titolare di un’azienda alla quale erano state notificate delle sanzioni per mancata applicazione delle norme sulla sicurezza.

L’aggressore, dopo aver minacciato i due ispettori, li ha inseguiti e ha speronato l’auto di servizio, provocando ingenti danni.

Sull’accaduto è stata presentata una denuncia, che è attualmente al vaglio dell’autorità giudiziaria.

“Manifesto la mia piena solidarietà ai due ispettori tecnici vittime dell’aggressione – dichiara il direttore Bruno Giordano –. L’Ispettorato sta lavorando sodo, effettuando i controlli finalizzati a verificare le condizioni di sicurezza e di legalità negli ambienti di lavoro, a tutela dei lavoratori e dell’economia sana. La nostra intelligence ispettiva ci consente di indirizzare le ispezioni laddove vi sono più illeciti, e se arrivano reazioni come quella registratasi in provincia di Taranto, significa che abbiamo toccato un nervo scoperto. È evidente che chi è riottoso rispetto all’applicazione delle regole mal sopporta il nostro lavoro, che da qualche mese è stato incrementato; questo non solo non ci intimorisce, ma rafforza, se mai ve ne fosse bisogno, la nostra determinazione a proseguire sulla strada intrapresa. Lo Stato ha il dovere istituzionale e morale di agire per far sì che la sicurezza diventi condizione imprescindibile di ogni rapporto di lavoro”.

 

Parma, morto operaio 22enne schiacciato

 

Fonte Collettiva

Il giovane stava azionando alcuni macchinari, era originario dello Sri Lanka e lavorava in un’azienda alimentare di Lesignano bagni. Inutili i soccorsi del 118

È morto schiacciato mentre stava tentando di sbloccare un macchinario che si era inceppato. L’ennesima vittima sul lavoro questa mattina nel Parmense, in una azienda alimentare di Lesignano Bagni.

Inutili i tentativi di rianimare il giovane, 22 anni, originario dello Sri Lanka da parte dei sanitari del 118. Aveva un regolare contratto di lavoro in Italia. Sul luogo della tragedia i carabinieri e gli operatori della medicina del lavoro dell’Azienda Usl di Parma. Il giovane è deceduto durante i tentativi di rianimazione.

L’industria dell’amianto 2021: smentita, screditata e defunta 

 

Fonte Ibasesecretariat.org 

di Laurie Kazan-Allen

Gli occhi del mondo sono stati puntati sull’esito delle discussioni di questo mese alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Glasgow. 1 Questo evento ha attirato l’attenzione delle parti interessate dell’industria dell’amianto? Immagino di no. Perchè no? Perché la loro prima direttiva è sempre stata la generazione di profitti indipendentemente dall’impatto delle loro operazioni sugli esseri umani o sull’ambiente.

Sebbene sia palesemente ovvio, va detto che la miopia commerciale dell’industria dell’amianto è più fuorviante ora di quanto non lo sia mai stata. Il 2021 non è il 2001 e le azioni che risultano dalla mentalità normale degli interessi acquisiti dall’amianto costituiscono un assalto alla vita umana e all’ambiente. I produttori di amianto, come i fornitori di carbone, petrolio e gas naturale, sono venditori ambulanti di sostanze che stanno distruggendo il nostro pianeta e le persone che ci vivono.

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Morti sul lavoro: va potenziato il personale ispettivo delle Asl per aumentare i controlli per la sicurezza sul lavoro

Ogni giorno 3/4 lavoratori non fanno più ritorno a casa, perchè sono morti sul lavoro.
910 morti sul lavoro nei primi 9 mesi del 2021, secondo i dati Inail.
E ancora oggi c’è chi chiama queste morti con il termine assurdo ed ipocrita “morti bianche”.
Perchè?
Cosa c’è di bianco in un morte sul lavoro?
E’ un termine che mi indigna, è un termine che sminuisce queste morti: non c’è nulla di candido in una morte sul lavoro.
Quando c’è un morto sul lavoro c’è sempre un responsabile, a volte anche più di uno.
E allora perchè, alle soglie del 2022 c’è ancora chi le chiama “morti bianche”?
La domanda da farsi è una sola, perchè in Italia ci sono tutte queste morti sul lavoro?

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Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo. Quarta ondata.

 

Avevo smesso di occuparmi della Pandemia ma qualche appunto ho continuato a raccoglierlo e ora penso utile condividerne una parte con gli amici FB.

Sono abbastanza convinto che chi avrà la pazienza di ripercorrere la storia degli eventi europei di questi due anni molto particolari, trarrà, tra le varie conclusioni, la convinzione che „nessuno è stato esente da errori“, seppure di diversa gravità, e che la Pandemia ha messo a nudo tanti aspetti problematici del modo (estremamente semplice) in cui le collettività umane vivono la loro presenza su un globo la cui estrema complessità si è riusciti a comprendere solo in parte.

Sono emersi i limiti strutturali dei sistemi di accumulazione e di utilizzo della conoscenza, di gestione del potere a livello nazionale e sovranazionale, di organizzazione dei servizi nonché dei fondamenti valoriali che presiedono al loro funzionamento, temi troppo grandi sia per me che per questo post.

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Prevenzione e salute sui luoghi di lavoro. Un decreto da rivedere

Fonte :  Quotidiano Sanità che ringraziamo 

di Antonia Carlino

08 NOV – Gentile Direttore,
mai come oggi in questo tempo di resilienza, ripresa e rinascenza, il sistema lavoro merita da parte di tutti una attenzione particolare a cominciare dalla occupazione alla organizzazione comprese le esternalizzazioni, dai rapporti di lavoro comprese le forme atipiche, dalle condizioni dignitose del lavoro compresa la tutela della salute. E la prevenzione di ogni suo rischio o danno deve occupare un posto basilare.

Il decreto Legge n. 146 del 21 ottobre 2021, cosiddetto decreto fiscale in vigore dal 22 ottobre ultimo scorso, ha disposto all’art. 13 di estendere le competenze nell’ambito della vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, oltre alle ASL, anche all’Ispettorato Nazionale del lavoro per dare un segnale forte, in seguito a numerosi incidenti mortali verificatisi in questi mesi del 2021.

Dare un segnale di discontinuità era l’obiettivo del governo, vista la ormai annosa inerzia delle regioni nella sorveglianza e visto il depauperamento delle piante organiche, perseguito per un intero decennio, nei dipartimenti di prevenzione, così come in altri settori del SSN. >>>>>

>>> Il testo della Lettera al Direttore di Quotidiano Sanità continua QUI 

Perché il Decreto è un passo falso nel passato

Fonte:  Il Manifesto che ringraziamo, articolo pubblicato il 12/11/2021

Beniamino Deidda *

Sicurezza sul lavoro. Con urgenza, nella forma del Decreto, si affida la vigilanza all’Inl, che non lo esercita da 40 anni, e dunque, se va bene, gli effetti si vedranno tra qualche anno L’allarme per l’aumento delle morti sul lavoro ha indotto il governo, a significative modifiche al Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro n. 81/2008. Credo che per la prima volta si senta il bisogno di intervenire con un Decreto Legge. Uno strumento (da convertire in legge entro 60 giorni) che può essere utilizzato solo nei “casi straordinari di necessità e urgenza”, secondo la nostra Costituzione. Ma nei giorni dell’approvazione del decreto non era accaduto niente di così grave o urgente che ne giustificasse l’emanazione. Ciononostante, il governo ha attribuito i compiti di vigilanza nei luoghi di lavoro all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Inl), affiancandolo ai servizi di prevenzione delle Asl cui già erano stati assegnati dalla legge 833/78. Le norme del decreto, che si applicano immediatamente, hanno creato più di un imbarazzo, dal momento che l’Inl non ha potuto improvvisare le specifiche competenze necessarie per la vigilanza sulle imprese, non esercitandole più da circa 40 anni.

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E’ disponibile il numero di novembre 2021 di Lavoro e Salute .

D.L 146/2021, salute e sicurezza sul lavoro, un decreto da cambiare in profondità…

 

La sequenza tragica di incidenti mortali sul lavoro che si ripete da molti mesi, dalla ripresa delle attività post fasi acute della pandemia, ha alimentato la richiesta da parte delle organizzazioni sindacali di provvedimenti urgenti.

Le tipologie degli incidenti mortali riportati dalle cronache sono quelle di sempre, dagli anni 50 del secolo scorso: schiacciamento da camion in retromarcia, operai asfissiati in ambienti confinati, cadute da ponteggi in cantieri, corpi di operaie straziati da organi in movimento di macchine non protette, schiacciamenti di magazzinieri dal ribaltamento di pallets impilati male, gruista folgorato perchè con la benna ha sfiorato i cavi AT…..

La stragrande maggioranza di questi incidenti erano e sono evitabili con una corretta organizzazione del lavoro, con pratiche concrete di valutazione e gestione dei rischi, con una formazione professionale  mirata ai rischi specifici connessi alla mansione. La vigilanza da parte dello Stato nelle sue articolazioni è importante ma non potrà mai sostituire il compito delle imprese  nella gestione dei rischi , non vi saranno mai abbastanza ispettori per vigilare che vi sia una corretta gestione della sicurezza a livello aziendale nella miriade d’imprese e microimprese.

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LA PANDEMIA DEI NON VACCINATI

di Francesco Domenico Capizzi*

Green-pass e no-vax sono divenuti una questione di natura politica? Certamente, e lo sono la pandemia in corso e le pandemie in genere, come larga parte delle malattie che conosciamo, riconducibili a scelte politiche e, di conseguenza, a simmetriche conseguenze socio-economico-organizzative e culturali su cui le comunità nazionali e internazionali si reggono. L’epidemia “spagnola” seguì la prima guerra mondiale, sifilide, tubercolosi e poliomielite furono favorite dalla seconda guerra mondiale, la “asiatica” si rinfocolò per l’imprudente impennata degli scambi commerciali e turistici internazionali, la “aviaria”, la Sars1 e la Sars2-Covid 19 hanno visto, quali fattori determinanti, l’ ulteriore incremento dei flussi migratori quotidiani, quando bisognava subito limitarli, e soprattutto la desolante deforestazione che ha costretto gli animali selvatici, ospiti naturali di milioni di virus, a fuggire dai loro abituali rifugi e mescolarsi con gli animali “domestici”, complice l’inquinamento atmosferico divenuto eccellente terreno di cultura per la crescita e la diffusione virale. Dunque nessuna meraviglia per la politicizzazione oppositiva in corso verso il passaporto verde e la vaccinazione.
Il problema sorge quando il dissenso, garantito dalla Carta costituzionale, a parte le forme facinorose e violente sempre deprecabili, è basato su informazioni errate che negano la ricerca scientifica tout-court e ne distorcono le risultanze spargendo discredito su Istituzioni politiche e sanitarie.

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DIGITALIZZAZIONE INDUSTRIALE

Segnalazione Rapporti di Ricerca

 

Un’inchiesta sulle condizioni di lavoro e salute
di Dario Fontana

Franco Angeli Editore Collana Sociologia del lavoro

Argomenti : Sociologia economica, del lavoro e delle organizzazioni

Condotta attraverso la partecipazione attiva di lavoratori e delegati sindacali, questa ricerca mette in luce le condizioni di chi quotidianamente opera nei processi 4.0. L’indagine si è mossa all’interno di otto aziende suddivise in sei settori produttivi: agroalimentare, metalmeccanico, della ceramica, biomedicale, logistico, bancario. Da un approccio multi-strumento e interdisciplinare risulta un questionario d’inchiesta che ha visto coinvolti più di mille lavoratori e lavoratrici e ha analizzato le condizioni di lavoro da diversi punti di vista, con un particolare focus sui principali effetti sulla salute.
Presentazione del volume

Negli ultimi anni – e fra i pilastri della progettazione sociale postpandemica – la tecnologia digitale è assurta a nuovo vettore di trasformazione dei sistemi produttivi. Contemporaneamente, il dibattito mediatico sulla digitalizzazione industriale – pur non nascondendo le contraddizioni sulla tenuta occupazionale – tende a tracciare scenari rassicuranti rispetto alla futura qualità del lavoro. In questa cornice la tecnologia viene generalmente intesa come di per sé foriera di emancipazione, mentre rimane opaco il ruolo che i diversi interessi socioeconomici ricoprono nel direzionarne gli sviluppi.
La ricerca esposta nel volume, condotta attraverso la partecipazione attiva di lavoratori e delegati sindacali, mette in luce le condizioni di chi quotidianamente opera nei processi 4.0. L’indagine si è mossa all’interno di otto aziende suddivise in sei settori produttivi: agroalimentare, metalmeccanico, della ceramica, biomedicale, logistico, bancario.
Da un approccio multi-strumento e interdisciplinare risulta un questionario d’inchiesta che ha visto coinvolti più di mille lavoratori e lavoratrici e che ha analizzato le condizioni di lavoro da diversi punti di vista: intensificazione e standardizzazione; spazio di decisionalità; rapporto di autodeterminazione uomo/macchina e controllo aziendale; relazioni socio-organizzative; insicurezza del lavoro; soddisfazione del lavoro; rapporto fra lavoro e salute. Particolare risalto si è inoltre dato ai principali effetti sulla salute: rischio stress-lavoro correlato, salute mentale, disturbi muscolo-scheletrici.
La direzione dello sviluppo tecnologico sembra proiettare i lavoratori verso una produzione estremamente intensificata, escludendoli da forme efficaci di controllo decisionale. Inoltre, nel complesso del rapporto lavoro-salute, emerge una condizione fortemente a rischio e una narrazione consapevole degli effetti negativi che intercorrono al suo interno. Bisognerebbe dunque chiedersi se le attuali politiche di digitalizzazione industriale stiano veramente tracciando un reale orizzonte di benessere collettivo o stiano invece volgendo verso un inasprimento delle condizioni di lavoro. >>> leggi l’anteprima 

Dario Fontana è attualmente ricercatore di Sociologia del lavoro presso la Struttura Complessa a Direzione Universitaria “Servizio Sovrazonale di Epidemiologia” di Torino. I suoi principali ambiti di ricerca riguardano il rapporto fra lavoro e salute, l’organizzazione del lavoro, la qualità del lavoro e la salute e sicurezza sul lavoro.

Treviso, l’ennesima tragedia sul lavoro

Fonte Collettiva 

Valentino Zanutto, operaio di 43 anni, originario di Conegliano Veneto, è morto folgorato, mentre era impegnato in lavori edili di ristrutturazione in un’azienda vitivinicola. I sindacati: “Controlli, formazione e investimenti sono improcrastinabili per invertire un trend che sta trasformando i luoghi di lavoro in cimiteri di guerra”

Un nuovo incidente mortale sul lavoro. L’ennesimo. Stavolta è accaduto nel Trevigiano, dove Valentino Zanutto, di 43 anni, originario di Conegliano Veneto, è morto folgorato, mentre era impegnato in lavori edili di ristrutturazione nei pressi di un’azienda vitivinicola a Vidor, nota nella zona per la produzione di Prosecco. Dai primi accertamenti, l’operaio stava effettuando alcune manovre con il braccio meccanico della betoniera quando ha urtato i cavi dell’alta tensione, rimanendo immediatamente colpito da una scarica elettrica. Sul posto, per i rilievi, sono intervenuti carabinieri, Spisal e Suem. Ma nonostante i soccorsi tempestivi, grazie al personale sanitario giunto dal vicino ospedale di Montebelluna, ogni tentativo di rianimazione è stato vano. Ora toccherà agli investigatori comprendere se vi siano responsabilità nell’accaduto e se tutte le misure di sicurezza nell’allestimento del cantiere siano state rispettate.

“Non c’è soluzione di continuità alla strage nei cantieri e nelle aziende del nostro territorio”, denuncia il segretario generale della Cgil trevigiana, Mauro Visentin -. Quante vite dovranno ancora spezzarsi prima che chi deve agire per cambiare la rotta faccia qualcosa? Risposte in termini di interventi e programmazione in tema di sicurezza non ne arrivano ancora, siamo agli sgoccioli ormai e qualcuno dovrà fare i conti con il bilancio drammatico di quest’anno, perché queste tragedie peseranno sulla coscienza di qualcuno”..

“Basta. Deve finire questo scempio sociale e umano – afferma il segretario Cisl di Belluno-Treviso. Massimiliano Paglini -. Il mese scorso abbiamo presentato unitariamente allo Spisal e alla Ulss2 una piattaforma con delle linee guida per rendere realmente efficaci le azioni di controllo dello Spisal e potenziare gli organici, e una richiesta di avvio di un confronto urgente sul tema, ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto risposta. Quella degli infortuni sul lavoro è una vera e propria emergenza, non c’è più tempo da perdere, si deve agire subito, e ognuno deve fare la propria parte, perché la ripresa dell’economia e delle attività non può coincidere con questa ecatombe. Controlli, formazione, investimenti sono improcrastinabili per invertire un trend che sta trasformando i luoghi di lavoro in cimiteri di guerra”.

Cile . Un Rapporto di ricerca sull’esperienza del personale sanitario, medici e infermiere/i a fronte della pandemia di COVID-19

TRABAJADORES Y TRABAJADORAS DE LA SALUD Y PANDEMIA POR COVID-19EN CHILE:INFORME DE UNA INVESTIGACIÓN ACCIÓN
PARTICIPATIVA TRABAJADORES Y TRABAJADORAS DE LA SALUD Y PANDEMIA POR COVID-19 EN CHILE: INFORME DE UNA INVESTIGACIÓN ACCIÓN PARTICIPATIVA

“Proyecto Colaborativo: Monitoreo y vigilancia social de las condiciones laborales y de salud de los trabajadores sanitarios en tiempos de COVID-19”

Archivo Digital: descarga y online

Primera edición, agosto 2021

Ringraziamo il Prof.Patrizio Tonelli, uno degli Autori della ricerca che ci ha inviato  copia digitale di questo lavoro importante. La ricerca è stata realizzata con la collaborazione della Segreteria della Salute CUT,la Confederazione sindacale dei lavoratori cileni, la Escuela de Salud Pubblica Dr.Salvador Allende della Universidad de Chile, Departemento de Enfermeria, Facultad de Medecina, Universidad de Chile.

IL VOLUME DELLA RICERCA ( 105 pagine.pdf)

 

 

Transizione Ecologica. Cambiamenti climatici e pandemie: cambiare prima che sia troppo tardi

Pubblichiamo due documenti di M4OH: 

1) Le proposte per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) da parte di M4OH, un gruppo di docenti,ricercatori ed esperti afferenti a diverse discipline accomunate dalle finalità di protezione sia degli ecosistemi e dell’ambiente in cui viviamo sia della salute umana e degli organismi viventi.

2) Analisi critica del Piano della Tranzione Ecologica da parte dell’Associazione M4OH

In corso a Lecce il 54° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI).

Fonte : Panorama Sanità che ringraziamo

“L’Igiene, la Medicina Preventiva e la Sanità Pubblica sono elementi che dobbiamo mettere a valore per il futuro – ha affermato il Ministro della Salute – Dobbiamo continuare su questa strada e farlo insieme, in quanto la vostra passione, competenza e professionalità sono fondamentali per il Servizio Sanitario Nazionale. La lezione del Covid ci ha aperto una strada: da una situazione di crisi ad una opportunità. C’è una grande consapevolezza ed è quella di chiudere la stagione dei tagli per aprire quella degli investimenti su politiche di Sanità pubblica. Da quando sono stato nominato Ministro, nel settembre 2019, il Fondo Sanitario Nazionale era di 114 miliardi di Euro. L’obiettivo, per il 2024, è di passare a 128 miliardi. La prevenzione è di primaria importanza in tutti i settori della società”. Così il ministro della Salute Speranza,  in collegamento da remoto, al 54° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) che si è aperto ieri fino al 6 novembre. Il Ministro ha inoltre assicurato il rafforzamento dei dipartimenti di prevenzione, riconoscendone il ruolo primario per le indicazioni di Sanità Pubblica. l’articolo prosegue alla fonte  >>>>  Panorama della Sanità 

SSL: le novità del DL fiscale in attesa di una complessiva riforma del sistema. Intervista a Cinzia Frascheri (Cisl).

Riprendiamo da Punto Sicuro che ringraziamo il testo dell’intervista a Cinzia Frascheri , responsabile salute e sicurezza Cisl nazionale sul DL fiscale che interviene sul sistema istituzionale dei servizi che svolgono funzioni di vigilanza e controllo. Riteniamo importante che su questo DL in materia di salute e sicurezza sul lavoro emanato in condizioni di urgenza si apra un confronto serio e un approfondimento per superare limiti e contraddizioni presenti nel dispositivo che potrebbero pesare negativamente nei prossimi anni nella gestione dei rischi lavorativi. Abbiamo già pubblicato e continueremo a pubblicare contributi perchè, per quanto possibile, siano apportati significativi miglioramenti al testo.

L’intervista a Cinzia Frascheri  (pdf )

 

Per leggere gli interventi già pubblicati su questo argomento clicca QUI

Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo – 2. novembre 2021

 

 

 

2 novembre 2021

100 anni si sentono e per la Ostbahnhof (Stazione Est ) è tempo di restauri e di rinnovi.

Una selva di gru, alte e imponenti, per un paio di anni si incaricheranno di realizzare il lavoro più faticoso e di esibirsi impudiche agli sguardi e agli obiettivi di macchine fotografiche e videocamere.

Non che lo spettacolo sia raro, perchè in una città che qualcuno ha definito „sempre in divenire senza mai essere“, è difficile scattare una panoramica senza intercettare lavori edili e gru all’opera, ma la particolare collocazione della stazione pare imporre una attenzione straordinaria.

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Il Rapporto ” Global Climat Wall ” del Transnational Institute

Fonte : Transnational Institute 

Il Transnational Institute (TNI) è un istituto internazionale di ricerca e advocacy impegnato nella costruzione di un mondo giusto, democratico e sostenibile. Per più di 40 anni, TNI ha rappresentato un nesso unico tra movimenti sociali, studiosi impegnati e decisori politici.

Secondo il Rapporto TNI  i paesi più ricchi del mondo stanno rispondendo alla crisi climatica militarizzando i propri confini.
Questo rapporto rileva che i maggiori emettitori di gas serra al mondo stanno spendendo, in media, 2,3 volte tanto per armare i loro confini quanto per i finanziamenti per il clima. Questa cifra è fino a 15 volte superiore per i peggiori trasgressori. Questo “muro climatico globale” mira a isolare i paesi potenti dai migranti, piuttosto che affrontare le cause dello sfollamento.

Scarica il rapporto completo qui e la sintesi qui .

Avec le réchauffement climatique, l’être humain va atteindre ses limites de résistance à la chaleur

Tom Matthews, Loughborough University et Colin Raymond, California Institute of Technology

Au cours des derniers millénaires, les différentes sociétés humaines ont pu s’appuyer sur une large variété de conditions climatiques pour soutenir leur croissance fulgurante et leurs progrès. Mais aujourd’hui, l’éventail des conditions météorologiques que notre espèce est peu à peu amenée à rencontrer se modifie sous l’effet du réchauffement climatique.

Des conditions entièrement nouvelles pourraient bien apparaître dans les prochaines décennies. Même si les technologies peuvent nous aider, cette menace ne doit pas être prise à la légère, car notre premier système d’adaptation n’est pas mécanique, il est biologique : c’est notre corps – et il a ses limites.

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Etui. Condizioni di lavoro letali al porto del Pireo in Grecia

 

Fonte  ETUI.ORG

I dipendenti Cosco hanno iniziato uno sciopero di 24 ore dopo che un incidente a un molo per container nel porto del Pireo è costato la vita a un lavoratore di 45 anni. L’operaio aveva appena terminato il suo turno ed era tornato a raccogliere alcuni effetti personali quando è stato colpito a morte dalla gru del container. Le indagini sono attualmente in corso.

A seguito delle pressioni dei creditori per le privatizzazioni in termini di programma di salvataggio della Grecia, nel 2016 il 51% del porto del Pireo è stato venduto a Cosco, un fornitore di servizi logistici e di spedizione cinese di proprietà statale. Martedì, la società ha acquisito un altro 16% di azioni dell’Autorità Portuale del Pireo e ora controlla il 67% di uno dei più grandi porti d’Europa. Tuttavia, i lavoratori portuali e l’opposizione si lamentano da tempo delle dure condizioni di lavoro che causano affaticamento a lungo termine ai dipendenti, malattie professionali e incidenti.

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Vertice sulla salute mentale di Atene: priorità alla salute mentale nella regione europea dell’OMS a cura di Marina Penasso

Fonte DORS.IT che ringraziamo

La pandemia di COVID-19 ha esacerbato i problemi di salute mentale, che hanno già colpito milioni di persone, con un impatto che probabilmente si farà sentire negli anni a venire. In un incontro di vertice organizzato dall’OMS/Europa e dal governo della Grecia, i ministri e i rappresentanti dei paesi della regione europea dell’OMS hanno inviato un messaggio forte sull’importanza di dare priorità alla salute mentale nel processo di recupero.

In una dichiarazione innovativa adottata durante il vertice, i ministri hanno riconosciuto l’impatto sulla salute mentale del COVID-19 e hanno chiesto maggiori investimenti nei servizi di salute mentale e l’inserimento del supporto per la salute mentale al centro dell’agenda di recupero post COVID-19.

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Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione. Aggiornato il Documento”COVID-19 – I contributi di CIIP”

A fine ottobre 2021 il documento “COVID-19 – I contributi di CIIP” è stato aggiornato alla nuova situazione. In particolare è stato aggiornato il punto “7. Accertamenti sanitari” a seguito delle modifiche normative sopravvenute.

Il documento aggiornato può essere scaricato nell’area Download del sito della CIIP

UK. Troppi parlamentari Tory non indossano ancora le mascherine

dalla newsletter Risks del TUC 

Nonostante il segretario alla salute Sajid Javid abbia chiarito il 20 ottobre che i parlamentari dovrebbero indossare maschere per il viso nella camera della Camera dei Comuni, “troppi” parlamentari conservatori insistono nel rimanere senza maschera, ha affermato il sindacato Prospect. Il sindacato ha affermato che praticamente nessun parlamentare conservatore si è “degnato di indossare una maschera alla Camera, nonostante fosse il consiglio del governo di farlo in spazi chiusi”. Il sindacato ha affermato che il 21 ottobre altri parlamentari del governo indossavano maschere, ma ancora troppi non lo indossavano. Garry Graham, vice segretario generale di Prospect, ha dichiarato: “È bello vedere alcuni parlamentari Tory dare finalmente l’esempio indossando maschere nella camera, anche se troppi, anche in prima fila, si rifiutano ancora. Non ci sarebbe voluto un enorme aumento delle infezioni perché ciò accadesse. Come ha detto l’assessore alla salute, e come dicono da mesi i sindacati, I parlamentari hanno la responsabilità non solo l’uno verso l’altro, ma anche nei confronti del personale parlamentare e del Paese nel suo insieme di indossare maschere. Un messaggio chiaro è importante e quando le persone vedono i loro leader comportarsi in modo opposto alla loro stessa guida, quella guida diventa priva di significato”. Graham ha aggiunto: “Il presidente e il leader della Camera hanno ancora l’opportunità di allontanarsi dalla loro devozione alla tradizione e imporre regole ai parlamentari. L’obbligo strettamente osservato di indossare maschere nella camera farebbe molto per impressionare le persone sull’urgenza del problema”. “Il presidente e il leader della Camera hanno ancora l’opportunità di allontanarsi dalla loro devozione alla tradizione e imporre regole ai parlamentari. L’obbligo strettamente osservato di indossare maschere nella camera farebbe molto per impressionare le persone sull’urgenza del problema”. “Il presidente e il leader della Camera hanno ancora l’opportunità di allontanarsi dalla loro devozione alla tradizione e imporre regole ai parlamentari. L’obbligo strettamente osservato di indossare maschere nella camera farebbe molto per impressionare le persone sull’urgenza del problema”.
Prospetto comunicato stampa .

AiFOS. Gestione delle batterie al litio: rischi, prevenzione e sicurezza – Corso

 

Il 30 novembre 2021 un corso in videoconferenza fornirà conoscenze e competenze specifiche di carattere tecnico sui rischi e sulla gestione operativa delle batterie al litio.

 

In questi anni abbiamo assistito ad una sempre maggiore diffusione di accumulatori, batterie e pile al litio. Diffusione che non si è accompagnata, tuttavia, ad una adeguata attenzione ai vari problemi relativi alla sicurezza nella gestione di questi componenti.

Ad esempio, con l’attuale sviluppo della tecnologia, la spinta economica delle case costruttrici e gli incentivi introdotti dallo Stato, sono aumentate in maniera esponenziale le vendite di auto elettriche. E sono aumentate di conseguenza anche le problematiche e i rischi relativi alla gestione delle batterie.

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Criticità nel Decreto Legge n° 146/2021 , una nota del Dott. Fulvio Ferri , medico del lavoro

 

Il c.d DECRETO FISCALE, Decreto Legge n^ 146 del 22 Ottobre 2021 porta importanti e non sempre positive novità.

Un articolo del Dott.Fulvio Ferri che affronta limiti e contraddizioni contenute nel Decreto 146/21.

Puoi scaricare il file pdf dell’articolo: clicca QUI

COME AFFRONTARE IL DRAMMA DELLE MORTI SUL LAVORO?

Autore:    Umberto Franchi già Dirigente Sindacale CGIL –  26/10/21

Al 30 settembre 2021 in Italia vi sono stati 811 morti sul lavoro, CON LA MEDIA DI 3,4 MORTI AL GIORNO  . QUALI SONO I MOTIVI, COSA FARE ?
A seguito di questo continuo massacro  , il Governo Draghi dopo aver ricevuto  le OO.SS. in data 25 ottobre 2021,  ha emesso un nuovo Decreto Legislativo con alcune modifiche del Testo Unico Sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro emanato nel 2008.
 Le modifiche sono quelle all’art.14 del Testo Unico alla sicurezza effettuate con il decreto n. 146  che riguardano :
  1. L’assunzione di 1024 Ispettori del Lavoro, per effettuare più controlli nelle aziende , ma in realtà con i tagli alla sanità pubblica , da 5000 Ispettori presenti nel 2008, oggi sono diventati 2500, quindi anche aggiungendone 1024 per arrivare a 5000 ne mancherebbero ancora circa 1500;
  2. L’assunzione di 90 carabinieri in qualità di controllori (Ispettori);
  3. Acquisti per 3,2 milioni di materiale informatico (computer), con una banca degli infortuni;
  4. La sospensione delle attività (non si dice per quanto tempo) alle aziende che hanno il 10% di personale a nero (prima era il 20%);
  5. Nella sostanza non vengono modificati gli articoli del Testo Unico sulla Sicurezza che a suo tempo il governo di Berlusconi depenalizzò.. ma verrà effettuata solo un  multa che varia da 2500 euro per le aziende che hanno fino a 5 lavoratori a nero, e  5000 euro per quelli che li superano;
  6. Il datore di lavoro rischia il penale con sei mesi di carcere solo se nonostante l’imposizione della sospensione dell’attività continua la produzione… quindi le aziende preferiranno pagare le multe anziché mettersi in regola (costa meno)  ;
  7. Le risorse acquisite con le multe che le aziende pagano andranno in un fondo INAIL  che gestirà per fare attività di prevenzione ,non si dice quale ma è prevedibile che faranno quello che già fanno : daranno un premio alle aziende che sono  più in regola con le leggi esistenti.