L’iceberg

Autore : Francesco Domenico Capizzi * – 12.06.2021

Nell’impegno politico-istituzionale e mediatico il monopolio acquisito dalla pandemia virale, con connesse logistiche vaccinali e a fronte di avversioni e di effetti collaterali indesiderati, espone a rischi simmetrici e maggiori: l’oblio, forse inconsapevole, delle forme cliniche di pandemie non virali ancor più estese e gravi che da molti decenni attanagliano sempre più da vicino ogni popolazione, nessuna esclusa.

La battaglia contro il Covid, con i suoi effetti devastanti, non deve liberare alcuna Istituzione pubblica e privata dal senso di responsabilità, nell’emergenza virale sopita, verso le galoppanti malattie cronico-degenerative e neoplastiche, anzi dovrebbe risvegliarla per la loro azione dimostratasi fortemente aggravante sul decorso clinico della malattia da Covid -19 con esiti infausti fino al 50% dei casi (ISTAT, ISS 2021).

È del tutto corretto porre l’obbiettivo prioritario di vaccinare in fretta tutta la popolazione, oggi come nel futuro, ma quest’obbiettivo non deve disgiungersi da strategie socio-sanitarie e sociali rivolte all’abbattimento preventivo primario delle malattie cronico-degenerative e neoplastiche che, trascorsa l’emergenza attuale, continueranno a gravare sulla normale attività clinica in misura del 75-80% mentre riempiono Trattati medico-chirurgici e Attività accademiche.

La loro definizione biologica si fonda su differenziazioni cellulari, in larga parte d’origine ambientale e legate a stili di vita, che conducono ad evoluzioni cliniche ed esiti imprevedibili nonostante le vaste esperienze medico-chirurgiche e la disponibilità di sofisticati apparati tecnologici e farmacologici.

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Una bussola per il rilancio del Sistema Sanitario Nazionale

a cura di  Mara Grasso  Dors

Fonte : Dors.it che ringraziamo

 

Le distorsioni del Sistema Sanitario Nazionale

 

Il rilancio del Sistema Sanitario Nazionale nel periodo post-pandemia può essere avviato se in possesso di una bussola che orienti. Il convegno on-line (8 aprile) dell’AIS (Associazione Italiana di Sociologia) e della sezione di Sociologia della Medicina e della Salute, con il patrocinio dell’ISS – Istituto Superiore di Sanità, ha offerto questa possibilità di riflessione. In questa occasione, è stato presentato il volume Libro Bianco. Il Servizio Sanitario Nazionale e la pandemia da Covid-19. Problemi e proposte” curato da Giovanna Vicarelli e Guido Giarelli ed edito da Franco Angeli (2020) e che è possibile scaricare liberamente al fondo dell’articolo. Un capitolo, a cura di Marco Ingrossi e Giorgio Osti, è dedicato alla promozione della salute e all’importanza di riformare l’assetto dei servizi socio-sanitari per adottare un approccio salutogenico che si basi sulla educazione e promozione della salute in dialogo anche con i temi dell’ambiente.

Durante il convegno sono state analizzate quattro distorsioni del Sistema Sanitario Nazionale: quella distributiva, relativa alle disuguaglianze sociali di salute; quella culturale, relativa alla medicalizzazione della vita; quella strutturale, relativa al regionalismo differenziato; quella funzionale, relativa all’ospedalcentrismo.

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Il sito dell’Associazione Scienza Medicina Istituzioni Politica Società

 

Presentiamo il sito della settimana : SMIPS.ORG

Il sito SMIPS.ORG è uno degli strumenti di comunicazione dell’Associazione  Scienza Medicina Istituzioni Politica Società .  Si è costituita  recentemente l’Associazione Medicina Istituzioni Politica Società con sede a San Lazzaro di Savena (SMIPS) . Le finalità dell’Associazione si riassumono in
● affermazione del diritto alla salute come pieno benessere e non soltanto come assenza di malattia;
● diffusione, con ogni mezzo d’informazione, della cultura e della pratica della evitabilità di molte malattie
mediante la conservazione e la difesa dell’ambiente, diverse modalità e qualità del produrre e consumare, l’adozione di sani ed opportuni stili di vita, scolarizzazione e contrasto alle diseguaglianze sociali;
● promozione della prevenzione primaria (evitabilità delle malattie connesse all’organizzazione sociale, ai
sistemi produttivi e di consumo) e secondaria (diagnosi precoce) presso la pubblica opinione, le Istituzioni, le sedi
della politica, delle autorità scientifiche, accademiche e scolastiche…

IL SITO DELL’ASSOCIAZIONE SMIPS

 

 

Pandemia-politica-istituzioni: un trinomio inscindibile

 

Autore: Francesco Domenico Capizzi *

Come ciclicamente avvenuto per situazioni catastrofiche dentro le quali l’umanità intera è precipitata, l’attuale pandemia virale rende centrali e decisive le Istituzioni e la Politica favorendo la composizione di un trinomio dai fatti reso inscindibile: Pandemia-Politica-Istituzioni. L’emergenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale, piombata a ciel sereno sulla cittadinanza incredula, inerme e provata dalla preesistente irrisolta crisi economica, interroga pressantemente le rappresentanze elettive per ottenere risposte concrete orientate su nuove linee di progresso e sviluppo.

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Il verdetto climatico della Corte costituzionale tedesca

Una sentenza della scorsa settimana della Corte costituzionale tedesca a favore delle ONG ecologiche ha un significato fondamentale, e non solo per la Germania.

 

Giovedì scorso, la Corte costituzionale tedesca ha emesso un verdetto rivoluzionario su cambiamento climatico, libertà e diritti umani. Dopo la prima delle quattro cause giudiziarie giudicate (rappresentate dai due autori), il tribunale interpreta il cambiamento climatico come una duplice sfida per la libertà: il cambiamento climatico stesso e la politica climatica possono diventare altamente rilevanti per i diritti umani alla libertà. E i diritti di libertà sono qualcosa a cui hanno diritto le generazioni future e le persone in tutto il mondo, non solo in Germania. Leggi l’articolo alla fonte su SOCIAL EUROPE.

The climate verdict of the German Constitutional Court
by Felix Ekardt and Franziska Heß on 4th May 2021

TAG:  Corte costituzionale tedesca, Corte costituzionale federale, sentenza sul clima, verdetto sul clima

Documentario completo di viaggio nei villaggi fumigati

Journey to the Fumigated Towns è un film documentario argentino del 2018 diretto da Fernando “Pino” Solanas. La prima mondiale è stata alla 68a edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2018. Si tratta di un documentario sugli effetti dei prodotti agrochimici in sette province argentine. Il film di Solanas indaga le conseguenze sociali delle monocolture di soia e dell’uso incontrollato di erbicidi e altre sostanze chimiche. Un’indagine delle regioni devastate dall’industria agricola, in cui vengono messe a nudo le disastrose conseguenze sociali ed ecologiche create dal modello transgenico con pesticidi, che favorisce multinazionali e proprietari terrieri. Data di rilascio: 10 aprile 2019 (Francia) Direttore: Pino Solanas Anno: 18 febbraio 2018 (Germania); 10 aprile 2019 (Francia) Produttore:
https://www.facebook.com/ecoelparaiso/​

Pandemia fa presagire la fine dell’industria dell’amianto 

Fonte : Ibasesecretariat.org 

di Laurie Kazan-Allen

Durante la pandemia, c’è stata una recrudescenza del sostegno allo sviluppo sostenibile, ” definizione di politiche rispettose dell’ambiente” 1, “direzione governativa più informata” 2 e processi decisionali basati su prove. 3 I politici di tutto il mondo si sono impegnati a “ricostruire meglio”, 4 “restituire la scienza al governo”, 5 “mobilitare la scienza” per proteggere la salute e il benessere dei cittadini 6e sviluppare politiche “guidate dai migliori dati scientifici disponibili”. Il raggiungimento di questi obiettivi sarà fondamentale per affrontare il cambiamento climatico e creare un’economia più verde per le generazioni attuali e future. L’uso continuato dell’amianto è incompatibile con questa visione condivisa e il calo del suo utilizzo negli ultimi anni conferma il diffuso rifiuto di questa tecnologia tossica.

Il 9 febbraio 2021, il governo del Vietnam ha emesso un decreto che ha segnato la campana a morto per l’industria dell’amianto del paese. Per diversi anni, in Vietnam si era accumulata la pressione per porre fine al consumo di amianto 7 : tra il 2012 e il 2016, c’è stato un calo del 26% nelle importazioni di amianto con un consumo annuo che è sceso da 78.900 tonnellate (t) a 61.800 t. 8In effetti, l’importanza del mercato dell’amianto vietnamita è più simbolica che sostanziale: nel 2016 altri quattro paesi asiatici hanno importato molta più fibra di amianto del Vietnam: India 308.000 t, Cina 288.000 t, Indonesia 114.000 t e Uzbekistan 70.600 t. Tuttavia, se l’amianto venisse vietato in Vietnam, un paese con stretti legami politici, economici, sociali e storici con la Russia – il più grande produttore mondiale di amianto – allora anche altri paesi asiatici potrebbero essere incoraggiati a dare la priorità alla salute dei loro cittadini rispetto ai profitti dell’industria dell’amianto. Poiché i mercati asiatici dell’amianto assorbono il 70% + di tutto l’amianto prodotto ogni anno, il rifiuto dell’amianto da parte del Vietnam, un ex alleato, potrebbe innescare un effetto domino in tutta la regione. 9

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LA QUESTIONE AMBIENTALE TRA TORSIONI AUTORITARIE E COSTITUZIONALISMO. IL CASO BRASILIANO

Fonte Costituzionalismo.it

Alessandra Marchioni

Professoressa di diritto pubblico e internazionale nella Facoltà di Diritto dell’Università Federale Alagoas (UFAL), Brasile
Coordinatrice del Nucleo di Studi in Diritto Internazionale dell’Ambiente
(NEDIMA)

Sommario:
1. Introduzione;
2. L’agenda “anti-ambientale” dell’amministrazione Bolsonaro;
3. Pandemia e questione ambientale in Brasile;
4. Il diritto costituzionale ambientale brasiliano e la “protezione integrale”;
5. L’Accusa di Disobbedienza al Precetto Fondamentale
(ADPF)

Download del file del saggio ( 18 pagine . pdf ) 

Le forme multiple e capricciose della malattia

Fonte mentepolitica.it

Francesco Domenico Capizzi * – 13.02.2021

Tutte le famiglie felici

  “Tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice lo è a modo proprio” (Anna Karenina, Lev Tolstoj 1875-1877). Un dittico che potrebbe oggi essere traslato in “la salute rimane sé stessa, la malattia è cangevole nelle sue forme proprie”. Felicità e salute: binomio monocorde, privilegio di pochi. Infelicità e malattia: binomio dalle forme multiple e capricciose, forse per garantirsi il ricambio, appannaggio di molti.

Con la pandemia la malattia accentua i suoi connotati, risveglia il senso di paura, quiescente nell’epoca del progresso illimitato a tutto tondo, della tecnologia estesa, della connessione universale, della disponibilità di ogni bene e consumo, dell’incremento algoritmico dell’attesa di vita, della telemedicina e dell’accertamento diagnostico e cura per ogni evenienza… Ma, i vaccini e le vaccinazioni ritardano e si annunciano con potenzialità e metodi differenti, si paventano meno efficaci a fronte delle mutazioni virali prevedibili, registrate e in aumento, il regionalismo e il localismo si schierano in ordine sparso, anche contro lo Stato centrale, la questione meridionale si ripropone intatta… e  intanto è crollato, quasi come metafora, il ponte Morandi ed emergono analoghi timori per tanti altri e affini, gli allagamenti in agguato come l’acqua alta a Venezia, le chiusure e le dislocazioni di aziende si succedono, aumentano inoccupati, disoccupati e precari, si impennano diseguaglianze e povertà nonostante lo stato sociale e le misure compensative ed assistenziali poste in atto…

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Dossier Mal’Aria di Città – Edizione 2021

Fonte Legambiente Emilia-Romagna

 

Nel 2020 sono 35 i capoluoghi di provincia fuorilegge per polveri sottili: Torino maglia nera con 98 giorni di sforamenti, seguita da Venezia (88) e Padova (84). Tra le città del centro sud il primato spetta ad Avellino (78) e Frosinone (77)

Preoccupa anche il confronto con i parametri OMS: 60 le città italiane che registrano  una media annuale di Pm10 superiore a quanto indicato dall’OMS

Per l’Emilia-Romagna, Modena è tra le 10 città più inquinate in Italia, sia per il numero di sforamenti di PM10 e sia per la media annuale di concentrazione delle polveri..

“L’Italia è indietro sulle azioni da mettere in campo per ridurre l’inquinamento atmosferico. Basta deroghe, servono misure più coraggiose e concrete a partire da mobilità sostenibile ed uso dello spazio pubblico per avere più clean city, città pulite e più vivibili.  Non si sprechino le risorse economiche in arrivo dall’Europa”

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GB.I dati devastanti sui lavoratori deceduti a causa del covid-19 richiedono una risposta immediata

In Gran Bretagna oltre 8.000 lavoratori e lavoratrici sono morti a causa Covid. Il sindacato GMB denuncia le condizioni di inadeguate protezione durante il lavoro (DPI inadeguati, modalità organizzative che non hanno tenuto conto del rischio biologico…. 

Quasi un anno dopo e i lavoratori stanno ancora morendo per esposizione professionale, dice il sindacato GMB 

GMB, il sindacato generale della Gran Bretagna, si è pronunciato dopo che i dati dell’ONS hanno scoperto che almeno ottomila decessi in età lavorativa erano collegati al COVID-19 in Inghilterra e Galles nel 2020.

Secondo i nuovi dati ufficiali, i lavoratori in alcune professioni avevano molte più probabilità di morire di altri.

La morte di ottomila persone in età lavorativa è un traguardo devastante e amaro che avrebbe potuto essere evitato.

Dan Shears, Direttore nazionale per la salute, la sicurezza e l’ambiente di GMB

Coloro che occupavano occupazioni a bassa retribuzione, hotel , lavorazione di alimenti e bevande, trasporti e ruoli sanitari erano tutti a rischio di un rischio elevato di morte statisticamente significativo.

Le occupazioni con il più alto numero di morti legate al COVID-19 erano (secondo la classificazione dell’ONS) assistenti e assistenti domiciliari (347 morti), tassisti e tassisti (213 morti), addetti alle vendite e al dettaglio (180 morti), infermieri (157 morti), e addetti alle pulizie e lavoratori domestici (153 morti).

GMB sta conducendo una campagna per la fornitura completa di DPI di alta qualità, valutazioni del rischio personalizzate, un drammatico aumento dei tassi di indennità di malattia legale della povertà e un’iniezione urgente di risorse nell’applicazione della salute e della sicurezza.

Dan Shears, Direttore nazionale per la salute, la sicurezza e l’ambiente di GMB, ha dichiarato:  

“La morte di ottomila persone in età lavorativa è un traguardo devastante e amaro che avrebbe potuto essere evitato.

“La verità è che il Regno Unito è stato troppo lento nel rispondere all’epidemia nei luoghi di lavoro. I messaggi dei ministri sono stati incoerenti e ad oggi non sono stati perseguiti i datori di lavoro per violazione delle normative relative al coronavirus.

“I lavoratori sono ancora costretti a utilizzare DPI inadeguati e alcune persone si recano al lavoro nonostante siano contagiose perché non possono permettersi di isolarsi da sole. Questi sono problemi strutturali che avrebbero potuto essere risolti mesi fa.

“È giunto il momento di agire: ministri e datori di lavoro devono riunirsi con urgenza con i rappresentanti dei lavoratori per affrontare i rischi in corso e inutili nei luoghi di lavoro prima che si perdano altre vite”.

Diritto alla salute e PIL regionale. Podcast di Diario Prevenzione – 21 gennaio 2021 puntata n° 76 –

a cura di Gino Rubini

– Vaccinazioni . Prima i Lombardi ?
– Riordino dei Servizi Socio Sanitari e prevenzione
– USA. Nell’ultimo giorno di Trump, Nation registra 400.000 morti per Covid
– Etui. La riduzione dell’orario di lavoro e la crisi climatica
– Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE). A cosa serve un piano pandemico?
– Frittura mista

Il mondo sotterraneo e malato del Nord Italia

Fonte Areaonline che ringraziamo 

Tra Piemonte, Lombardia e Veneto un libro di fotogiornalismo racconta e analizza l’eredità tossica lasciata da un’industria nociva e dal traffico di rifiuti nella Megalopoli Padana di Federico Franchini


Inquinamenti industriali, contaminazioni ambientali, traffici di rifiuti, discariche abusive: è il retaggio lasciato nel Nord Italia da un’imprenditoria malata, spesso collusa con la criminalità organizzata. Tutto questo è raccontato – e fotografato – in un recente, bellissimo, libro intitolato “La terra di sotto” (Penisola Edizioni).

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Pnrr, insorgono gli ambientalisti: “Sembra scritto sotto dettatura dell’Eni”

Riprendiamo da La nuova ecologia questo articolo che descrive lo sconcerto delle Associazioni ambientaliste rispetto ai contenuti del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, versione del 29 settembre u.s. 
Fonte : La Nuova Ecologia 
Sconcerto di Legambiente, Greenpeace e wwf: “È sconcertante che un’azienda a parziale capitale pubblico si faccia finanziare progetti con soldi dei contribuenti”

“Da mesi chiediamo un Piano Nazionale Ripresa e Resilienza “partecipato” per evitare un Pnrr ‘delle partecipate’, come alcune indiscrezioni delle ultime settimane lasciavano temere. Leggendo la seconda bozza del Piano, datata 29 dicembre, siamo stati ampiamente smentiti. Abbiamo, infatti, a che fare con un Piano che contiene diverse misure che sembrano scritte sotto dettatura solo da una azienda parzialmente statale, ossia Eni. Dal documento che è circolato nelle ultime ore emerge che l’azienda partecipata è riuscita a far inserire progetti di confinamento geologico della CO2 a Ravenna e presunte bioraffinerie.

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Protesta contro la costruzione di un impianto di cattura e stoccaggio della CO2 da parte di Eni a Ravenna.

ENERGIAPERLITALIA

Comunicato Stampa: 10 dicembre 2020

Protesta contro la costruzione di un impianto di cattura e stoccaggio della CO2 da parte di Eni a Ravenna.

Il gruppo energiaperlitalia si associa alle proteste giuste e fondate dei ragazzi di Fridays for Future e delle associazioni ambientaliste contro la costruzione da parte di Eni di un grande impianto per la cattura e lo stoccaggio della CO2 a Ravenna.
Riteniamo, infatti, che non sia questo il modo procedere verso la decarbonizzazione del sistema energetico regionale e nazionale. L’Italia e in particolare l’Emilia-Romagna, regione che è stata sempre all’avanguardia nel guardare al futuro, devono puntare con decisione sulla transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili, che non producono né CO2 né sostanze inquinanti, per ottenere l’elettricità con cui alimentare, in particolare, i settori dei trasporti e della climatizzazione degli edifici.
Continuare ad usare i combustibili fossili riversando in atmosfere quantità sempre maggiori di CO2 per poi ricatturarla e sequestrarla è un processo di per sé illogico e, per di più, basato su una tecnologia complessa, non ancora collaudata e della quale non si conoscono i costi e tanto meno i rischi ambientali.
Eni, come società controllata dal governo, ha il dovere di contribuire alla transizione energetica, scelta compiuta dal governo alla conferenza di Parigi nel 2015 e confermata in ogni successiva occasione. Eni ha anche la capacità di farlo, grazie al valore dei suoi tecnici. Molte altre compagnie petrolifere in tutto il mondo si stanno o si sono già riconvertite, abbandonando progressivamente l’estrazione di idrocarburi e sviluppando le energie rinnovabili, in particolare eolico e fotovoltaico. Eni non può perdere l’opportunità di una rapida riconversione anche per non venire coinvolta nella crisi che comporterà l’inevitabile riduzione dell’uso dei combustibili fossili nei prossimi anni. La costruzione da parte di Eni di impianti per la cattura e lo stoccaggio della CO2, operazione che richiede lunghi tempi e implica poi la necessità di usare tali impianti per molti anni, sarebbe la prova che Eni non ha nessuna intenzione di riconvertirsi e che anzi utilizza la costruzione di questi impianti per ipotecare la necessità di continuare ad usare i combustibili fossili.
Nel chiudere questo comunicato, esprimiamo la nostra piena solidarietà al Fatto Quotidiano  contro il quale Eni ha intentato una causa civile chiedendo un risarcimento di 350 mila euro “per l’intera produzione  di articoli, inchieste, interventi e commenti pubblicati riguardanti la compagnia petrolifera a proposito delle inchieste internazionali su casi di presunta corruzione e su questioni ambientali”.

Vincenzo Balzani
Coordinatore di energiaperlitalia

 

E’ disponibile on line la Rivista Ecoscienza 3/2020

Fonte Ecoscienza 3/20 

 

Dall’emergenza alla prevenzione
La pandemia Covid-19 e la relazione ambiente-salute 

Gli studi e i progetti più rilevanti messi in campo in Italia sulla relazione tra Covid-19 e ambiente, riflessioni e proposte relative al periodo che stiamo vivendo e alla fase di “ripartenza”, i primi risultati dell’analisi dell’impatto della pandemia e delle misure per il suo contenimento sull’ambiente. Emerge un quadro molto articolato, che mostra la necessità di un approccio trasversale.

Un’aria migliore per il bacino padano
La necessità di un approccio integrato

Nonostante il miglioramento sul lungo periodo della qualità dell’aria nelle regioni del bacino padano, l’area resta una delle più problematiche. Il progetto Life Prepair evidenzia la necessità di un approccio integrato, che porti avanti azioni trasversali su tutti i settori e su larga scala. In evidenza, un’analisi del contributo delle emissioni di ammoniaca all’inquinamento atmosferico complessivo, i primi risultati dello studio degli inquinanti durante il periodo di lockdown e l’analisi di un episodio di trasporto di polveri dall´area del mar Caspio-lago d’Aral a marzo. Riportiamo inoltre un’analisi puntuale dei dati di qualità dell’aria nel bacino padano nel periodo invernale 2019/2020.

Tra gli altri argomenti di attualità: i dati del Soer 2020, dell’Annuario dei dati ambientali Ispra e del Rapporto ambiente Snpa; un progetto su startup e green economy in Emilia-Romagna; il monitoraggio dei pollini in Emilia-Romagna; un progetto di biometano da rifiuti organici in Sardegna.

Altre novità nelle rubriche Legislazione news, Osservatorio ecoreati, Libri.

Scarica Ecoscienza 3/2020 (pdf)

Vai a Ecoscienza 3/2020, versione sfogliabile

 

“Non siamo in guerra, questa è una sfida che la biologia ci pone per ricordarci che non siamo proprietari assoluti del mondo come ci sembra.” José “Pepe” Mujica

Legambiente pubblica il Rapporto Mal’aria di città 2020

 

Fonte Legambiente che ringraziamo 

Ecco le pagelle sulla qualità dell’aria di 97 città italiane: l’85% sono sotto la sufficienza. 

Mal’aria di città 2020, edizione speciale 

Che aria si respira nelle città italiane e che rischi ci sono per la salute?  Di certo non tira una buona aria e con l’autunno alle porte, unito alla difficile ripartenza dopo il lockdown in tempo di Covid, il problema dell’inquinamento atmosferico e dell’allarme smog rimangono un tema centrale da affrontare.

A dimostrarlo sono i nuovi dati raccolti da Legambiente nel report Mal’aria edizione speciale in cui sono state confrontate le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) negli ultimi cinque anni (2014-2018) con i rispettivi limiti suggeriti dall’OMS.

Solo il 15% delle città ha raggiunto nei 5 anni un voto sufficiente: Sassari (voto 9), Macerata (voto 8), Enna, Campobasso, Catanzaro, Grosseto, Nuoro, Verbania e Viterbo (voto 7), L’Aquila, Aosta, Belluno, Bolzano, Gorizia e Trapani (voto 6).  L’85% è invece sotto la sufficienza: fanalini di coda Torino, Roma, Palermo, Milano e Como (voto 0).  Un quadro preoccupante. Comunicato stampa

I dati dello scorso anno 

Il sito della settimana. Approfondimenti sui rischi lavorativi specifici. Piani Mirati di Prevenzione, FAQ e informazioni

L’Agenzia per la tutela della salute della Brianza si è dotata di un sito web interessante che tratta il tema degli  “Approfondimenti sui rischi lavorativi specifici: Piani Mirati di Prevenzione, FAQ e informazioni”

E’ strutturato in forma sintetica e intuitiva. I Piani Mirati di Prevenzione, le Faq e le informazioni offrono un materiale di consultazione ricco. Uno strumento di lavoro utile.

Il sito ATS della Brianza

INRS.Francia. Uso degli ascensori durante la pandemia Covid-19. Quali rischi? Quali misure preventive ?

Fonte INRS

Le cabine dell’ascensore sono potenzialmente utilizzate da tutti gli utenti di un edificio. Questi spazi chiusi e scarsamente ventilati possono favorire la trasmissione del coronavirus SARS-CoV-2. Alcune misure devono essere attuate per prevenire il rischio di contaminazione.

La SARS-CoV-2, responsabile del Covid-19, si trasmette principalmente inalando goccioline espulse dalla bocca o dal naso di una persona infetta che respira, parla, tossisce o starnutisce entro un metro. La trasmissione è possibile anche mettendo le mani in bocca, naso e occhi che sono entrati in contatto con superfici contaminate. Al momento, gli specialisti si stanno interrogando su un’altra via di trasmissione, che sarebbe l’inalazione di aerosol che si accumulano in una stanza scarsamente ventilata, in grado di ospitare diverse persone.
Pertanto, l’ OMS raccomanda di indossare maschere per le persone che si riuniscono in uno spazio chiuso, confinato e scarsamente ventilato.

Le cabine degli ascensori possono essere assimilate a stanze chiuse, confinate e poco ventilate?

Secondo la norma NF EN 81-20 (“Norme di sicurezza per la costruzione e l’installazione di ascensori – Ascensori per il trasporto di persone e cose – Parte 20: ascensori e montacarichi”), la ventilazione di cabine avviene prevalentemente in modo passivo, attraverso aperture poste nella parte superiore ed inferiore, la cui superficie utile deve rappresentare per ciascuna parte almeno l’1% della superficie utile della cabina.

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XV Rapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano – Edizione 2019 Report SNPA n. 13/2020

FONTE SNPA

Il Rapporto SNPA “Qualità dell’ambiente urbano” si è consolidato negli anni come riferimento nazionale per cittadini e amministratori grazie ai numerosi dati presentati e valutazioni relative ai più importanti temi ambientali delle città contemporanee. L’edizione 2019 aggiorna una ricca serie di indicatori di qualità ambientale per 124 città tra le più popolose in Italia e per le 14 Città metropolitane. Rispetto a “Verso il XV Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano” questo Rapporto integra tematiche di grande rilievo ambientale con dati sui rifiuti urbani, la qualità dell’aria, i consumi idrici, la qualità dei corpi idrici fluviali e lacustri. I numerosi temi trattati (alcuni anche alla scala metropolitana) rappresentano tutti aspetti fondamentali della qualità della vita nelle aree urbane: fattori sociali ed economici, suolo e territorio, infrastrutture verdi, acqua, inquinamento dell’aria e cambiamenti climatici, attività industriali, trasporti e mobilità, esposizione all’inquinamento acustico ed elettromagnetico, azioni e strumenti per la sostenibilità locale.

Rispetto alle passate edizioni, si è lavorato per integrare gli indicatori specifici nell’ambito delle più ampie macrotematiche di interesse per la resilienza urbana: ambiente e salute, cambiamenti climatici, dissesto idrogeologico e città circolari. Tre di queste macrotematiche sono poi oggetto di approfondimento del Focus che come ogni anno accompagna il Rapporto con i qualificati contributi tecnici di esperti delle Agenzie ambientali regionali, del mondo accademico e della società civile.

  • SNPA
  • Anno di pubblicazione: 2020
  • Periodicità: Annuale
  • Temi: Ambiente urbano

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E’ disponibile online il periodico Lavoro Salute n° 8 settembre 2020

FONTE LAVOROESALUTE.ORG

In questo numero

Perchè votare NO al referendum
4- editoriale. Non solo covid, c’è anche questa politica
6- Referendum: le ragioni del NO
SANITA’
8- Aziendalizzazione e privatizzazione, come invertire la rotta
19- “ Racconto il mio inferno covid di medico in Valsusa”
20- Prevennzione o morte dei sistemi sanitari pubblici
22- Pandemia in Emilia e Romagna. Raccontare marzo
22- Come aderire a Medicina Democratica Onlus
23- Sanità pubblica in ritirata? Operatori delusi e malati in attesa
24- Contratti sanità: quanto abbiamo perso in 20 anni

SICUREZZA E LAVORO
25- Eliminare le molestie e la violenza sul lavoro?
26- Vademecum sicurezza sul lavoro
25- I rischi sul lavoro garantiti da una clausola non scritta
26- In 253 giorni oltre 770 i crimini sul lavoro
27- Racconti nell’insicurezza sul lavoro
28- Vaccini e lavoratori. Intervista a Marco Caldiroli
30- Per abbattere i pregiudizi sui lavoratori con disabilità
32- Bonomi: un uomo con gli stivali
32- L’economia va male perché crollano i consumi, e i redditi!
34- Dicono che il lavoro c’è, se non lo trovi è solo colpa tua
37- Le puntate della tragedia italiana

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Presentato lo stato ambientale in Europa e in Italia

FONTE ECOSCIENZA 

Nella mattinata del 3 giugno, sui canali di Ispra, si è svolta la diretta streaming della presentazione dei tre report sulla valutazione dello stato ambientale in Europa e in Italia. I dati sono stati esposti in collegamento con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli e con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

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COVID-19: cosa non ha funzionato? Disastri della Fase 1 e sfide delle Fasi 2 e 3

 

Pubblichiamo questo Documento redatto da un gruppo di medici e non che operano in Liguria, alcuni soci dell’ Ecoistituto di Reggio Emilia e di Genova.Le considerazioni contenute in questo documento propongono al dibattito, in forma ordinata e puntuale, le domande legittime sugli errori e sugli atti mancati e sulle carenze strutturali e istituzionali che sono stati all’origine , fin dall’inizio, della perdita di governo da parte delle istituzioni e delle strutture sanitarie dell’evento epidemico Covid. Riteniamo importante il contributo di riflessione e di proposta del Documento per il governo e la gestione delle fasi 2 e successive. Diario Prevenzione è uno spazio a disposizione per promuovere e socializzare i contributi che ci verranno inviati sul tema. Editor

IL DOCUMENTO

Cittadini del mondo

di Francesco Domenico Capizzi * – 06.05.2020

Fonte Mente Politica

Marco Aurelio

 

 

 

 

Dopo quasi due millenni bisogna plaudire l’imperatore Marco Aurelio quando sostiene che “schiavo è colui che si sente sottomesso ad una natura capricciosa, cittadino del Mondo è chi riconosce di vivere in mezzo ad una natura governata da leggi rigorose” (I Pensieri”, Mondadori 1974). L’aforisma è quanto mai attuale perché dà origine ad interpretazioni opposte degli eventi “naturali” che si susseguono, fra cui l’attuale pandemia. La visione capricciosa della natura rende l’organizzazione sociale rigida, nello stesso tempo incerta, financo evanescente, e favorisce la concezione misterica dei molti mali che attanagliano i popoli: guerre, carestie, razzismi, sfruttamenti, diseguaglianze, dittature, malattie, epidemie…

E’ quanto è accaduto nel corso dell’emergenza attuale: prima e dopo l’evento acuto scaturito in Cina ha prevalso l’inerzia, finalmente sono state adottate misure organizzativo-socio-sanitarie di contrasto mentre si andavano affinando misure cautelative e strumenti diagnostico-terapeutici. A parte l’incertezza iniziale, tutto ben fatto di fronte alla pandemia conclamata, preceduta dall’epidemia in Wuhan che qualcosa avrebbe dovuto insegnare sotto ogni punto di vista, scientifico e operativo.

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Esercizio fisico, attività all’aperto e coronavirus Rete Sostenibilità e Salute pubblica il documento “Iniziamo a ragionare su esercizio fisico, attività all’aperto e coronavirus”.

Fonte  Associazione Ambiente  Lavoro

Rete Sostenibilità e Salute apre una discussione su alcune misure (divieto o limitazione dell’esercizio fisico all’aperto e chiusura dei parchi) assunte in questo periodo di emergenza in un clima generale di insicurezza e paura.

Il documento “Iniziamo a ragionare su esercizio fisico, attività all’aperto e coronavirus” non propone un allentamento delle misure valide di contenimento ma, al contrario, un aumento di protezione della comunità.

Vi sono, infatti, fortissime prove scientifiche che l’attività motoria dia benefici per la salute (inclusa la salute mentale) e nella prevenzione della mortalità generale e da malattie infettive. Non si tratta solo dell’esercizio fisico (jogging, bicicletta, etc.), ma anche di una camminata più o meno veloce di mezz’ora al giorno, alla portata di quasi tutti gli anziani. La ricerca scientifica indica inoltre che anche trascorrere tempo all’aperto nella natura dia importanti benefici per la salute.

In sintesi le proposte di Rete Sostenibilità e Salute:
– Fermo restando la forte raccomandazione di svolgere anche attività motoria a casa, si può cominciare a discutere se riaprire i parchi e permettere in tutta Italia, nel rispetto delle distanze di sicurezza, di svolgere attività motoria all’aperto (per ciò si intende anche una passeggiata, per i bambini il giocare all’aperto con i soli membri del proprio nucleo famigliare, coltivare un orto, etc.). Volendo essere più cauti, si potrebbe all’inizio adottare il modello francese, che permette “passeggiate e attività fisica, purché da soli o con il proprio nucleo familiare, per un’ora al giorno, nel raggio di un chilometro” dall’abitazione”. Ciò eviterebbe anche l’affollamento che si potrebbe verificare in alcune aree verdi. Per chi fa jogging, a qualunque età, le distanze di sicurezza potrebbero aumentare: rispetto a #iorestoacasa, un hashtag più mirato potrebbe essere #iostoatremetri, aggiungendo il consiglio di non fare jogging nella scia di altri.
– Dovrebbe passare il messaggio che chi fa attività motoria non va guardato con riprovazione. Al contrario, si tratta di persone che attuano comportamenti meritori, tutelando la salute propria, proteggendosi meglio anche dalle infezioni, e alleggerendo il carico assistenziale per la società: così le risorse sanitarie potranno essere meglio riservate a chi ne ha più bisogno.
– La tutela della salute e un efficace contenimento dell’epidemia non si possono attuare con decisioni autoritarie poco trasparenti, ma attraverso l’empowerment delle persone: la possibilità per i cittadini di fare scelte informate, partecipate, attraverso strumenti chiari, coordinati e condivisi. Una gestione trasparente dell’emergenza faciliterebbe l’adesione alle regole necessarie al contenimento dell’epidemia.

“TOGLIAMO L’AMIANTO DAL PAESE ITALIA”: 385 MILIONI DI € ALLE REGIONI PER TOGLIERE L’AMIANTO DA SCUOLE E OSPEDALI – Decreto ministro ambiente Costa

 

Annunciato dal Ministro all’Ambiente Costa il Piano di Bonifica dall’AMIANTO degli edifici pubblici (Scuole ed Ospedali), destinati 385 milioni che saranno suddivisi e messi a disposizione delle Regioni.

E’ ora necessario che le regioni avviino i Piani Operativi dove, individuati i siti da bonificare, venga pianificata la progettazione degli interventi.

Naturalmente, sarebbe necessario chiarire come sono stati individuati i bisogni delle diverse regioni, in base a quali stime o mappature.  

Alla Regione Emilia Romagna sono destinati 8.796.062,87 €.

leggi tutta la notizia, scarica la ripartizione per Regione dei finanziamenti e guarda il video del Ministro Costa sul sito di AFeVA ER

Qualità dell’aria in Emilia-Romagna: i dati del 2019

 

Segnaliamo dal sito di Agenzia Arpae il Report sui dati riguardanti la qualità dell’aria nel 2019 . 

Riportiamo dal sito Arpae questo giudizio di sintesi : ” Valori medi annuali delle polveri – PM10 – nei limiti di legge nel 100% delle stazioni di rilevazione dell’Emilia-Romagna e in diminuzione rispetto al biennio precedente per le PM 2.5. Ampiamente al di sotto dei limiti fissati dalle norme il biossido di zolfo, il benzene e il monossido di carbonio. Mai superate le soglie di allarme per l’ozono, nemmeno nel periodo estivo quando la criticità è più elevata, mentre si sono verificate concentrazioni superiori agli obiettivi di legge.

Sono invece 17, sul totale di 43, le stazioni della rete di monitoraggio regionale dove si è superato il limite giornaliero per le PM10 per più di 35 volte, il massimo consentito dalle norme europee.

Per il biossido di azoto, la media annuale è risultata in linea con quelle dell’anno precedente: solo in 4 stazioni su 47 è stato oltrepassato il limite sulla media annuale. Sempre rispettato il valore massimo orario (200 μg/m3 da non superare per più di 18 ore).

E’ il quadro che emerge dall’analisi dei dati sulla qualità dell’aria nel 2019 in Emilia-Romagna, che si conferma in linea con il 2018, nonostante condizioni meteorologiche più sfavorevoli. Evidente è il miglioramento rispetto al 2017.” 

Dati del monitoraggio della qualità dell’aria in Emilia-Romagna. 

 

Legambiente Emilia Romagna :  Sotto il cielo di Bologna “aria buona” o “aria fritta”? La “miracolosa” riduzione di CO2 dello scalo

 

Segnaliamo questo articolo apparso sul sito di Legambiente Romagna che mette in luce perplessità e contraddizioni rispetto al contenuto di una pubblicazione dell’Aeroporto di Bologna ….. “Ciao Bologna, sotto il tuo cielo oggi si respira un’aria nuova”.
Una pubblicità dell’aeroporto Marconi di Bologna che dichiara di aver ridotto del 64% le emissioni di CO2 per passeggero negli ultimi dieci anni. Una scelta pubblicitaria certamente forzata e che potrebbe risultare ingannevole, considerando che non è chiaro in che modo e in quali settori le emissioni possano essere state ridotte.

Leggi l’articolo su Legambiente Emilia Romagna