COVID-19 E OSPEDALE RIFLESSIONI SULL’ORGANIZZAZIONE

TAO DIGITAL LIBRARY 

Autori : 

LUCA P. VECCHIO
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA

MONICA COLOMBO
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA

Abstract
In this ebook, we explore the organizational impacts of the COVID-19 health emergency on healthcare facilities and frontline workers through the lens of the Theory of Organizational Action (TAO). Our analysis shows that the pandemic not only disrupted organizational functioning, but it also exposed the often-implicit core logics of these systems.
By examining interview protocols that address changes in work processes, practices, and the emotional and relational experiences of workers, we aim to uncover the underlying assumptions guiding their actions. We emphasize the role of emotions, as we believe emotional insights are crucial for
reconfiguring concepts and understanding actions that characterize organizational action.

Keywords
COVID-19 pandemic, Healthcare system, Organizational action, Emotions, Conceptions of
organization.

Per scaricare il Report di Ricerca  clicca QUI

E’ disponibile online la Rivista Lavoro e Salute di novembre 2024

 

Ancora un numero di Lavoro e Salute con molti articoli interessanti che affrontano alcune tematiche che sono ignorate  dalla stampa e dai media mainstream come la propaganda militare nelle scuole , la crisi del SSN, la strage continua di lavoratori …    QUI  il file pdf della Rivista da scaricare e leggere con attenzione .

Decolonizzare la salute globale

Fonte Saluteinternazionale.info  che ringraziamo 

Maria José Caldés e Gabriele Cerini

Un recente studio pubblicato sugli Annals of Global Health evidenzia una significativa disparità tra l’ideale di decolonizzazione della salute globale e la realtà della distribuzione geografica degli autori e delle ricerche in questo campo. Le voci e le esperienze degli esperti provenienti dai paesi a basso e medio reddito  dovrebbero giocare un ruolo centrale. Invece, la narrazione della salute globale rimane dominata dagli autori provenienti dai paesi ad alto reddito.

ll termine “decolonizzazione” fu coniato per la prima volta negli anni ’30 del secolo scorso dallo storico tedesco Moritz Julius Bonn, in riferimento ai movimenti di ribellione delle ex colonie contro i paesi colonizzatori (1). Successivamente, gli storici hanno ampliato il significato di questo termine per includere l’eliminazione di tutte le conseguenze dell’esperienza coloniale, siano esse politiche, culturali, economiche o psicologiche. Infatti, il termine è stato utilizzato per riferirsi alla rimozione della supremazia e dei privilegi che derivano dall’eredità del colonialismo, strettamente legati alla geografia e al colore della pelle (2).

Da poco il tema della decolonizzazione è divenuto centrale nell’agenda di ricerca e dibattito circa la salute globale. Il movimento creatosi mira ad abbandonare i retaggi di mentalità suprematiste, strutture inique e gap di potere nelle pratiche di salute globale (3). Sono già stati compiuti numerosi sforzi a riguardo, tra cui iniziative educative, la creazione di nuovi curricula nei corsi universitari sul tema della decolonizzazione in salute globale ed ancora azioni istituzionali come la richiesta di cambiamenti delle leadership che miri ad una più equa rappresentanza di persone appartenenti ai paesi a basso reddito nelle organizzazioni e nei comitati editoriali delle riviste di settore (4).

Tuttavia, questi sforzi sono stati guidati principalmente dalle istituzioni accademiche dei paesi ad alto reddito (HICs) (5). Un recente studio pubblicato sugli Annals of Global Health evidenzia una significativa disparità tra l’ideale di decolonizzazione della salute globale e la realtà della distribuzione geografica degli autori e delle ricerche in questo campo. Le voci e le esperienze degli esperti provenienti dai paesi a basso e medio reddito (LMICs) dovrebbero giocare un ruolo centrale nel movimento per la decolonizzazione della salute globale. Tuttavia, nonostante la crescente attenzione verso questa tematica, la narrazione della salute globale rimane dominata dagli autori provenienti dai paesi ad alto reddito. Lo studio ha esaminato 197 pubblicazioni sul tema, coinvolgendo un totale di 691 autori.

Le pubblicazioni con autori esclusivamente affiliati a paesi ad alto reddito sono risultate le più frequenti (70,0%, n = 138), seguite da quelle con autori affiliati sia a paesi ad alto reddito che a paesi a medio e basso reddito (22,3%, n = 44). Solo il 7,6% delle pubblicazioni (n = 15) aveva autori esclusivamente affiliati a paesi a medio e basso reddito (Figura 1).

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E’ disponibile on line il numero 4 della Rivista Ecoscienza di Arpaer Emilia-Romagna

 

Fonte Ecoscienza 

Ecoscienza – Numero 4 del 2024

La presentazione del numero 4

Al centro del nuovo numero della rivista di Arpae Emilia-Romagna, l’intelligenza artificiale e le potenzialità delle nuove tecnologie per il controllo, il monitoraggio e l’analisi dei dati e per le previsioni in campo ambientale. Con un focus sull’integrazione con i sistemi di osservazione della Terra e le sfide per soluzioni efficaci, risposte affidabili e sistemi equi e inclusivi, compreso un approfondimento sull’utilizzo dei droni da parte delle Agenzie ambientali per molteplici attività di telerilevamento e controllo, dai rifiuti alla vegetazione, dai ghiacciai al mare. Nella sezione Attualità parliamo di sostenibilità per la salute e l’ambiente nei porti italiani e di comunicazione scientifica. “La matrice indigena e la normativa ambientale biocentrica” è il titolo della rubrica Eco-logos.

 

IN COPERTINA

Editoriale

Scarica la rivista (.pdf)

 

Cade da ponteggio in autostrada, muore operaio 29enne addetto in subappalto nel savonese

Un operaio senegalese di 29 anni è morto questa mattina in A6, nel tratto tra Quiliano e Altare/Carcare. L’uomo, secondo le prime informazioni, stava lavorando a un cantiere su un viadotto, si trovava sopra un ponteggio, quando, per cause ancora in via di accertamento, è caduto facendo un volo di venti metri. A darne notizia l’Adnkronos. la vittima, secondo le informazioni trasmesse dai lanci di agenzia, era dipendente di una ditta in subappalto.

Inutili i soccorsi di 118 e ambulanze. In volo anche l’elicottero Grifo e i vigili del fuoco. Sul posto il personale di Autofiori e la polstrada, oltre al personale Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro di Asl2.

Cgil: “La Regione smetta di non applicare la legge sulla sicurezza in ambito autostradale”

“Continua purtroppo la catena di infortuni mortali sul lavoro in ambito autostradale – ha commentato la Cgil Liguria –. Nonostante ciò, la Regione Liguria non ha intenzione di dare corso e applicare la legge regionale su maggior sicurezza in questo ambito. La Regione Liguria è quindi responsabile di non attuare la norma vigente che è stata pensata e voluta proprio per contribuire al miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza in questo particolare settore”.

“La legge regionale n. 2/2020, ottenuta grazie alla mobilitazione dei lavoratori con scioperi e manifestazioni, prevede non solo l’istituzione di un Osservatorio che raccolga e fornisca maggiori informazioni su numero e localizzazione dei cantieri, ma anche l’istituzione dei rappresentanti della sicurezza di sito che potrebbero svolgere una funzione attiva per favorire la promozione della sicurezza e il rispetto delle norme. La Cgil Liguria esprime il proprio cordoglio ai cari del lavoratore deceduto e rabbia per l’inattività della Regione”.

 

Comprendre le phénomène météo « DANA », à l’origine des récentes inondations en Espagne

Pluies et inondations dans la Communauté de Valence, 29 octobre 2024.
VOST Comunitat Valenciana

Antonio Ruiz de Elvira Serra, Universidad de Alcalá

Le réchauffement climatique augmente l’intensité et la fréquence des phénomènes météorologiques extrêmes, à l’image des récentes inondations en Espagne. En cause, des « gouttes froides » rendues plus intenses et plus fréquentes par la déstabilisation du courant-jet polaire.


Ces derniers jours, un phénomène météo appelé « DANA » (acronyme de depresion aislada en niveles alto, ou dépression isolée à niveau élevé en français) a laissé dans son sillage en Espagne de fortes pluies et des inondations. Les régions méditerranéennes et d’Andalousie, en particulier autour de Valence, de Castille-La Manche et dans les îles Baléares. La tempête a fait des dizaines de morts et de disparus et a causé d’immenses dégâts dans les municipalités touchées.

Il y a cinquante ans, les DANA, que l’on appelait alors « gouttes froides », se produisaient trois à quatre fois par an, principalement en novembre. Aujourd’hui, elles se produisent tout au long de l’année. Pourquoi ?

Comment se forment les DANA ?

Ces tempêtes naissent de la même manière que les ouragans dans l’Atlantique ou les typhons dans la mer de Chine, à la différence qu’en Méditerranée, leur trajectoire est nécessairement réduite. Ils stockent donc moins d’énergie et de vapeur d’eau.

Il y a quelques décennies, la surface de la mer Méditerranée n’était chaude au point d’entraîner un surcroît d’évaporation dans l’atmosphère qu’à la fin de l’été. Aujourd’hui, elle est chaude tout au long de l’année : une énorme quantité de vapeur d’eau est constamment générée et s’élève vers les couches supérieures de l’atmosphère.

Dans le même temps, les zones polaires sont également beaucoup plus chaudes qu’il y a 50 ans. En conséquence, le courant-jet polaire, le courant d’air qui entoure la Terre à une altitude d’environ 11 000 mètres, est affaibli. Comme tout cours d’eau qui s’écoule lentement, il présente des méandres plus importants. Ce sont ces méandres qui contribuent à introduire au-dessus de l’Espagne de l’air froid en provenance du Groenland, à haute altitude.

De sorte que la vapeur d’eau évaporée à la surface de la mer rencontre de l’air très froid et se condense. La rotation de la Terre fait ensuite tourner l’air ascendant dans le sens inverse des aiguilles d’une montre, puis la condensation de la vapeur d’eau libère d’énormes quantités d’énergie.

En raison de cette combinaison de facteurs, les pluies torrentielles se concentrent en Espagne, sur les îles Baléares et les reliefs de la côte méditerranéenne, atteignant parfois la Sierra del Segura et la chaîne montagneuse de Cuenca. Le phénomène est rapide et très violent.

Parfois, cet air chargé d’humidité se déplace même vers les Alpes et les traverse, déversant alors des trombes d’eau en Europe centrale.

Carte qui montre la rotation de l’air autour du globe, montrant la DANA au-dessus de l’Espagne en bas à droite et un typhon entre le Vietnam et le Japon en haut.
Grad-COLA, George Mason University

Réchauffement des océans et des zones polaires

Avec les énergies fossiles, les êtres humains ont découvert une gigantesque source d’énergie qui dérive en réalité de l’énergie du soleil collectée par les plantes et petits animaux d’il y a 30 à 300 millions d’années, dont les atomes de carbone forment les hydrocarbures d’aujourd’hui. Or, nous épuiserons ce stock constitué en des dizaines de millions d’années en 300 ans environ.

Cette source d’énergie est constituée de composés carbonés : charbon, hydrocarbures et gaz naturel. Pour en extraire l’énergie, il faut les brûler, ce qui produit des molécules telles que le dioxyde de carbone, le méthane, les oxydes d’azote et d’autres composés à plus de deux atomes. Toutes ces molécules piègent une partie des rayons infrarouges provenant du sol terrestre et de la surface de la mer et les renvoient à la surface de la planète. La planète est ainsi chauffée à la fois par l’énergie solaire et par cet effet de serre.

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SENATO. LA RELAZIONE INTERMEDIA SULL’ATTIVITA’ SVOLTA DALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE CONDIZIONI DI LAVORO IN ITALIA, SULLO SFRUTTAMENTO E SULLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO.

 

 

SENATO DELLA REPUBBLICA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE CONDIZIONI DI LAVORO IN ITALIA, SULLO SFRUTTAMENTO E SULLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO.  (Istituita con deliberazione del Senato della Repubblica del 22 marzo 2023)

RELAZIONE INTERMEDIA SULL’ATTIVITÀ SVOLTA
approvata dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Nota di Editor

Riteniamo di rilevante utilità contribuire alla diffusione della Relazione Intermedia svolta dalla Commissione in quanto questo documento istituzionale contiene una proposta di metodo tesa a fare lavorare insieme istituzioni, enti di vigilanza, associazioni sindacali  e imprese con il fine di pervenire ad una governance di sistemi complessi che già operano a livello territoriale per la prevenzione degli infortuni.L’individuazione di aree territoriali ove sperimentare metodologie e monitorare i risultati al fine di selezionare le pratiche che hanno successo ed efficacia è un salto di paradigma rispetto ai compiti formali, descrittivi che caratterizzavano precedenti Commissioni Parlamentari d’inchiesta su salute e sicurezza nel lavoro. Speriamo per davvero che la Commissione arrivi alla Relazione finale con successo e con la individuazione di percorsi di governance efficaci tali da costituire un riferimento nella costruzione di una strategia per la salute e sicurezza sul lavoro che per ora manca.

DEMOCRAZIA E DIRITTI UMANI, UN REPORT DI RICERCA DELLA FONDAZIONE EBERT: “IL GOVERNO ITALIANO DI GIORGIA MELONI”

 

Un report di ricerca della Fondazione F.Ebert, a cura di Michael Braun e Luca Argenta, sulle politiche del Governo Italiano. Riteniamo utile contribuire alla diffusione di questo lavoro perché contiene valutazioni molto accurate ed equilibrate sull’operato del Governo e critiche puntuali rispetto alla politica interna: “ In politica interna, invece, le forze politiche al potere colgono ogni occasione per potenziare il proprio profilo e cercare di diffondere e radicare gradualmente i propri messaggi e valori….”

 

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Per scaricare il file pdf del Report clicca QUI 

Notizie internazionali sulle iniziative per la messa al bando dell’amianto.

 

Riprendiamo dal sito del Segretariato internazionale per la messa al bando dell’amianto le notizie internazionali delle ultime settimane. La traduzione dall’inglese è stata effettuata  con il bot di google translator. Per un uso professionale delle notizie e approfondimenti si raccomanda di fare riferimento al testo originale 

FONTE : IBASECRETARIAT.ORG che ringraziamo 

 

A New Era!

28 ottobre 2024

Sei anni dopo l’inizio dei lavori di rimozione dell’amianto dai treni di Barcellona, ​​l’ultimo treno contenente amianto sulla linea metropolitana L1 è stato ritirato dal servizio. Oltre a essere nei treni, l’amianto era presente sui tetti e nelle gallerie e nelle stazioni del sistema di trasporto. L’azienda responsabile afferma che il 90% dell’amianto è stato rimosso e che è stato firmato un contratto da 1,3 milioni di euro (1,4 milioni di dollari) per rimuovere il restante 10%. Decine di dipendenti ed ex dipendenti sono stati diagnosticati con malattie correlate all’amianto. Vedere: El último viaje del tren con amianto: la L1 se despide del último convoy en la red metropolitana [L’ultimo viaggio del treno contenente amianto: la L1 dice addio all’ultimo convoglio sulla rete metropolitana].

Chiede il divieto immediato dell’amianto

28 ottobre 2024

In un evento tenutosi il 24 ottobre 2024 presso il Palazzo legislativo di Città del Messico, politici, esperti medici e scientifici hanno chiesto la cessazione immediata dell’uso dell’amianto in Messico. Durante le presentazioni, i relatori hanno preso in considerazione le conseguenze di decenni di consumo di amianto in Messico e hanno chiesto misure per quantificare le conseguenze delle esposizioni tossiche tra la popolazione e un programma per sradicare l’amianto dalle infrastrutture del paese. Vedere: Piden en foro de análisis sobre la Ley General de Erradicación del Asbesto que se apruebe una reforma legislativa en la materia [In un forum di analisi sulla Legge generale per l’eradicazione dell’amianto, si chiede l’approvazione per una riforma legislativa in materia].

Un’eredità tragica e continua

28 ottobre 2024

Il commento citato di seguito dal professor Justin Stebbing dell’Anglia Ruskin University ha evidenziato aspetti chiave del disastro dell’amianto in corso nel Regno Unito, tra cui le condizioni pericolose riscontrate nella maggior parte delle scuole del Regno Unito causate dalla presenza di materiale contenente amianto in deterioramento. “Sembra”, ha concluso il professor Stebbing, che “l’unico modo per sradicare definitivamente i rischi per la salute dell’amianto sia rimuoverlo dagli edifici pubblici. L’applicazione rigorosa delle normative, l’istruzione pubblica, i programmi di rimozione sicura e il supporto per coloro che sono stati esposti all’amianto saranno essenziali per garantire che i rischi per la salute correlati all’amianto siano finalmente sradicati”. Vedere: Come l’esposizione all’amianto continua a essere un grave rischio per la salute, 25 anni dopo che è stato vietato .

Evento sull’industria dell’amianto a Bishkek

28 ottobre 2024

Un evento organizzato dagli stakeholder dell’industria dell’amianto mascherato da “conferenza scientifica e pratica internazionale” ha avuto luogo all’inizio di questo mese per diffondere la propaganda dell’industria in merito alla sicurezza dell'”uso controllato dell’amianto”. Co-organizzato e frequentato da sostenitori pro-amianto del Kazakistan, il secondo produttore di amianto al mondo, ai delegati sono state illustrate le proprietà uniche dell’amianto crisotilo (bianco), la sua disponibilità regionale e il suo prezzo relativamente basso. Vedi: Здоровье и хризотил: научная конференция в Кыргызстане даст толчок исследованиям Кыргызстане волокон в СНГ [Heal e Crisotilo: conferenza scientifica in Kirghizistan per promuovere la ricerca sulle fibre minerali nella CSI].

 

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Connessioni 12 . Sovranità nazionale e riscaldamento climatico del pianeta

29 ottobre 2024 

Connessioni. Fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede nel campo della prevenzione e della salute negli ambienti di vita… e di lavoro su scala locale e globale.

Su scala globale il successo o l’insuccesso delle strategie per contrastare o mitigare gli effetti del cambiamento climatico avranno impatti rilevanti sulle condizioni di vita e di salute negli ambienti di vita e di lavoro

 

Sovranità nazionale e riscaldamento climatico del pianeta

Viviamo sullo stesso globo, 8 miliardi di umani organizzati in milioni di comunità locali con proprie culture, usanze, linguaggi e regole. Vi è un pericolo imminente di uno stravolgimento difficilmente reversibile delle condizioni di vita sul globo. Uno stravolgimento già preannunciato , oltre alle previsioni derivanti dalle ricerche scientifiche da eventi meteo sempre più estremi e ricorrenti, con alluvioni, uragani…
Vi sono previsioni e dati che non lasciano molti spazi ai critici e ai negazionisti ad oltranza. Le previsioni e i dati descrivono un pericolo imminente di stravolgimenti ambientali dati dal cambio climatico tali da rendere difficile la vita a molte comunità in diverse parti del pianeta.
A fronte di queste prospettive drammatiche dal cosiddetto “homo sapiens” ci si attenderebbero scelte razionali, la condivisione internazionale degli obiettivi fondamentali almeno per “rallentare” questo processo già avviato. Le ricette sono note: innanzitutto occorrerebbe accelerare il processo di decarbonizzazione con la sostituzione nella produzione di energia dei combustibili fossili con fonti rinnovabili. Per realizzare questi obiettivi sarebbe necessario che i conflitti armati, le guerre fossero “messe da parte” perché soltanto la cooperazione internazionale e la concentrazione di tutte le risorse permetterebbero di mettere in opera la cosiddetta “transizione ecologica”…

Come stiamo vedendo ogni giorno sta avvenendo il contrario: i conflitti armati stanno diventando “guerre di logoramento” con un dispendio di risorse e di vite umane ormai fuori controllo.
Dal Medio Oriente ove è in gioco la “riscrittura” geopolitica delle relazioni tra mondo arabo e occidente tramite il conflitto tra lo Stato Israele e il popolo palestinese. Vorremmo essere smentiti ma pare non vi sia da parte del governo israeliano un progetto per il futuro di convivenza tra i due popoli, ma si prospetta per i palestinesi l’espulsione dai loro territori verso l’esilio estero in campi profughi. Non vi è all’orizzonte una soluzione del conflitto provocato dalla Federazione Russa con l’invasione dell’Ucraina.
Lo scontro di interessi commerciali, economici e di potere tra Stati Uniti e Cina e il complesso reticolo di relazioni tra i paesi asiatici e i paesi dell’occidente rappresentano una potenziale barriera che impedisce la cooperazione per avviare strategie condivise per mitigare i processi di riscaldamento climatico.
Di questa situazione si trova riscontro nei documenti, ad esempio della 16° Conferenza dei BRICS che si è conclusa in questi giorni a Kazan in Kazakistan. I BRICS sono un’alleanza di paesi in gran parte creditori rispetto all’occidente di politiche ambientali.  Molti paesi aderenti all’alleanza  stanno già pagando il costo del cambio del clima senza avere tratto vantaggi dalla crescita economica spinta nei decenni scorsi dall’iperconsumo dell’occidente di combustibili fossili.
In questa 16° sessione della Conferenza i paesi dell’alleanza BRICS hanno perso un’occasione di porsi come soggetto trainante della decarbonizzazione, di un progetto alternativo di ridistribuzione su scala globale delle ricchezze e dei poteri.
La delusione deriva dal fatto che invece di utilizzare la loro rete verso un cambiamento radicale che contenesse anche le priorità ambientali del pianeta hanno ripiegato nell’utilizzare la loro rete per consolidare i consumi dei combustibili e delle fonti energetiche fossili. Vi è una scadenza cruciale per la questione del riscaldamento globale del pianeta: è rappresentata dalle elezioni USA del 5 novembre p.v.
Se vincerà Trump saremo di fronte molto presto ad una involuzione pericolosa con la negazione del tema climatico e ad un rilancio senza limite dei consumi dei fossili con un segnale di disimpegno totale sul fronte ambientale.

In sintesi:

  • Si osserva inoltre quanto irrilevanti siano le scelte “nazionali” rispetto ad un fenomeno come il cambiamento climatico che ha dimensioni planetarie.
  • Le guerre in atto con i consumi di beni materiali e ambientali, con la corsa al riarmo di quasi tutti i paesi del mondo hanno già bloccato gli interventi per decarbonizzare e pulire l’atmosfera ora solcata da centinaia tra missili, droni e bombe volanti.
    La loro continuazione sarebbe un atto di condanna irreversibile per l’ambiente del pianeta.

 

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Come sempre la rubrica Connessioni propone una serie di link a materiali e documenti che in qualche misura supportano o contraddicono  quanto scritto finora.

Lista ragionata dei documenti, articoli e materiali proposti:

La lettura del Documento preparato da Mario Draghi offre una rappresentazione della vision strategica per rilanciare un ruolo dell’Europa nell’ambito del sistema capitalistico occidentale  con uno sguardo attento anche ai temi del riscaldamento climatico.

Il Rapporto Draghi in italiano
Ecco il documento sul futuro della competitività europea presentato il 9 settembre 24 dall’ex presidente della Bce alla presidente della Commissione europea a Bruxelles

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Una riflessione critica da parte di Rachel Donald  su Znetwork che rappresenta il punto di vista dell’ambientalismo occidentale

I BRICS rifiutano l’azione globale sul clima.  Tutti i dettagli della Dichiarazione di Kazan

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BRICS, l’altro mondo e noi

Il punto di vista ISPI 

A Kazan si è parlato di ‘de-dollarizzazione’ e di un nuovo ordine internazionale. Ma per Mosca il summit BRICS è più che una ‘vetrina’ per dimostrare di non essere isolata. L’Occidente farebbe bene a prestare attenzione.

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Cambiamento globale, sviluppo sostenibile e funzioni di governo. Riflessioni sull’Unione Europea come governance sovranazionale funzionale

Angela Liberatore
p. 74-85

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da Avvenire

Scenari. I Brics, riuniti in Russia, lanciano la sfida all’Occidente

Il club di Paesi che ha ampliato il gruppo originario costituito da Brasile, Russia, India e Cina vuole dimostrare che l’attuale infrastruttura istituzionale non ha portato pace e ricchezza per tutti

Inail pubblica una scheda su : “Interazione uomo-macchina – L’uso scorretto può essere ragionevolmente prevedibile ?”

Segnaliamo sul sito Inail la pubblicazione di una scheda sul tema :

Inail scrive: ” Valutare e prevedere le prestazioni cognitive è fondamentale per qualsiasi disciplina che si occupi di operatori umani nel contesto di comportamenti critici per la sicurezza. In materia di sicurezza del macchinario, questo si traduce in una progettazione antropocentrica finalizzata ad un sistema di interazione che favorisce una condizione di comfort cognitivo dell’operatore, alta performance e comportamento sicuro.

Questo lavoro identifica gli stati cognitivi a cui sono ascrivibili comportamenti involontari/ragionevolmente prevedibili che possono determinare l’uso scorretto, nella convinzione che progettare in termini di sicurezza significhi produrre un’interazione che attivi stati cognitivi scientificamente associabili alla performance dell’operatore.” 

Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2024
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Sui comportamenti errati come causa degli infortuni di Maurizio Mazzetti

 

 

Fonte: Ilmanifestoinrete

Autore: Maurizio Mazzetti che ringraziamo 

 

 

E’ elemento acquisito tra studiosi e addetti ai lavori che cause della maggioranza degli infortuni sono i comportamenti errati – errori – omissivi (non si è fatto quel che si doveva) o commissivi (si è fatto qualcosa che non si doveva fare). Qualche studio statistico, peraltro non recente, stimava addirittura il comportamento errato come causa del 90% degli infortuni, con il resto attribuibile al cosiddetto caso fortuito (concetto, peraltro, abbastanza vago) o a rotture, malfunzionamenti, blocchi di macchine e dispositivi.

L’errore causa dell’infortunio non è però solo quello di chi l’infortunio lo subisce, per quanto spesso lo si trascuri o addirittura neghi (magari interessatamente, vedasi il  caso del bracciante Satnam Singh, articolo del 30 giugno scorso). Possono commettere errori altri lavoratori, come di tutti gli altri attori della sicurezza aziendale: esemplificando sommariamente, del datore di lavoro che non ha fatto la formazione, non ha fornito i DPI – Dispositivi di Protezione Individuale – , utilizza impropriamente il lavoratore (mansioni, orari); del RSPP aziendale  – Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione –  che non valuta correttamente il rischio e/o non fa predisporre dal datore di lavoro le misure di sicurezza idonee; del Medico Competente che non ha valutato correttamente le condizioni del lavoratore e quindi non ha prescritto limitazioni/esclusione da certe mansioni, e simili.  E spesso la responsabilità dell’infortunio si è vista addossata unicamente al lavoratore . Ma non può essere così: oggi tecnologia, formazione, addestramento e tutta una vasta gamma di strumenti organizzativi consentono, se non di eliminare alla radice la possibilità di errore, quantomeno di ridurne frequenza e entità delle conseguenze. E il non averli adottati rimane responsabilità del datore di lavoro, come peraltro da sempre stabilito dall’articolo 2087 del Codice civile, nonché, da ultimo, confermato proprio in materia di errore da una recentissima sentenza della Sezione Penale della Corte di cassazione, la 31661 del 02 agosto 2024. Essa testualmente recita che “L’errore del lavoratore è un fattore di rischio che rientra tra quelli di cui il datore di lavoro deve farsi carico, perché la normativa antinfortunistica mira a tutelare l’incolumità dei lavoratori anche dai rischi derivanti da sue disattenzioni e imprudenze ripetitività dei gesti aut similia”

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Intorno alle responsabilità sulla sicurezza sul lavoro

 

Ringrazio Umberto Laureni per questo articolo che contiene una riflessione approfondita e severa sul significato della parola “responsabilità” conferita nell’ambito della valutazione e gestione dei rischi per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. (Gino Rubini)
Umberto Laureni, già responsabile del Servizio di medicina ed igiene del lavoro dell’ASS di Trieste, già docente universitario di “Sicurezza ed igiene degli ambienti di lavoro” e “Sistemi integrati di gestione” nella Facoltà di Ingegneria di Trieste è un ingegnere esperto in sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro.

Per leggere l’articolo clicca QUI

file in formato pdf

Sempre di Umberto Laureni vedi anche:

Morti sul lavoro e cultura della prevenzione. Chi controlla l’attimo?

 

 

Legambiente ER .“Un green deal per l’Emilia-Romagna”: Legambiente presenta le sue proposte per la legislatura regionale 2024-2029

Prendiamo dal sito di Legambiente Emilia-Romagna questo importante comunicato sulle proposte dell’Associazione che ringraziamo . editor

Al centro dell’agenda politica presentata dall’associazione c’è il contrasto alla crisi climatica: “Servono azioni rapide per la riduzione delle emissioni e per la protezione dagli eventi meteorologici estremi”

 Nei 13 punti proposti da Legambiente trovano spazio la revisione della legge urbanistica per ridurre realmente il consumo di suolo, la riscrittura del Piano Regionale dei Trasporti e il rilancio di obiettivi ambiziosi in materia di economia circolare

 Legambiente: “Dall’Emilia-Romagna parta una risposta ambiziosa ai tentativi evidenti del governo nazionale di rallentare la transizione ecologica, con il rischio evidente di lasciare a Cina, USA e Germania il mercato internazionale delle tecnologie pulite”

 

Leggi qui il documento completo Per una regione 100%sostenibile_def

 

Oggi a Bologna Davide Ferraresi e Francesco Occhipinti, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Emilia-Romagna, hanno presentato le proposte per l’agenda politica della prossima legislatura regionale, alla presenza del presidente nazionale dell’associazione Stefano Ciafani.

Il documento redatto dall’associazione ha come fulcro il contrasto alla crisi climatica, sia sotto il profilo della mitigazione, per ridurre le emissioni, sia rispetto agli interventi per l’adattamento al nuovo clima. Quest’ultimo aspetto si lega inevitabilmente con quanto accaduto tragicamente negli ultimi due anni nel territorio romagnolo.

Gli eventi estremi che si sono succeduti a partire dal maggio 2023 hanno messo in luce l’urgenza di agire rapidamente per progettare e realizzare interventi di messa in sicurezza che non solo consentano le emergenze più immediate, ma che guardino oltre e puntino alla gestione di scenari in linea con quanto si aspetta la ricerca scientifica in materia di cambiamento climatico. La messa in sicurezza del territorio, secondo Legambiente deve includere una nuova modalità di gestione dei fiumi e delle aree per la laminazione e il deflusso delle acque in corrispondenza di eventi meteorologici estremi.

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COP16: il capitalismo del Far West contro la vita sulla Terra

Fonte Znetwork che ringraziamo

Articolo Z

La posta in gioco per il nostro futuro collettivo non potrebbe essere più alta, eppure molti decisori stanno raddoppiando gli sforzi con politiche distruttive.

 

Tutti gli occhi dovrebbero essere puntati sulla capitale mondiale della salsa, Cali, in Colombia, dove i rappresentanti di 190 nazioni saranno affiancati da un’ampia fascia della società civile mondiale e da delegazioni indigene internazionali per partecipare al Summit delle Nazioni Unite sulla biodiversità (noto anche come COP16).

Sono rimasto colpito dal fatto che molte persone (anche tra coloro che in genere seguono il più ampio processo annuale COP sul clima) non abbiano familiarità con la COP (conferenza delle parti) biennale sulla biodiversità . È un peccato perché la posta in gioco per il nostro futuro collettivo non potrebbe essere più alta: il Global Biodiversity Framework (GBF) è il trattato ufficiale più cruciale tra le nazioni del mondo per fermare la crisi di estinzione . La sua attuazione, l’obiettivo primario della COP16, è fondamentale per raggiungere un equilibrio sostenibile tra la civiltà umana e il mondo naturale.

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Toyota Bologna. La tragedia degli infortuni mortali sul lavoro continua. Podcast Diario Prevenzione – 25 ottobre 2024 – Puntata n° 120

 

A cura di Gino Rubini

– Una riflessione su quali strategie siano necessarie per una prevenzione efficace. Le cause degli infortuni gravi e mortali sul lavoro sono differenti per tipologie degli accadimenti, per settori e comparti produttivi, le indagini approfondite, non solo di natura penale, sulle cause di ciascun evento sarebbero un primo passo  verso la elaborazione di procedure gestionali più  appropriate in molti. comparti produttivi…

 

 

 

Risoluzione della CES sulle richieste specifiche per una direttiva europea sulla prevenzione dei rischi psicosociali sul lavoro

 

Fonte : ETUC.ORG

Adottato nella riunione del Comitato esecutivo del 15-16 ottobre 2024

I lavoratori in Europa stanno affrontando un’emergenza di stress sul lavoro. L’epidemia di stress e burnout in Europa sta peggiorando a causa di una combinazione di lavoro mal organizzato, crescente carenza di personale, superlavoro, aspettativa di una cultura sempre disponibile, lavoro precario e nuove pratiche di sorveglianza da parte dei datori di lavoro, violenza e molestie, in particolare violenza e molestie di genere e pratiche di lavoro ad alta pressione che portano a “stress etico”.

Garantire posti di lavoro di qualità significa adottare misure legislative per affrontare lo stress sul lavoro e i rischi psicosociali con urgenza. La CES chiede una direttiva sulla prevenzione dei rischi psicosociali sul lavoro.

I rischi psicosociali (PSR) sono una fonte significativa di cattiva salute nell’Unione Europea. Un recente studio dell’ETUI stima che l’8% del carico totale di depressione attribuibile all’esposizione a PSR causa mortalità prematura. La Commissione Europea (CE) dovrebbe dedicare più risorse per rendere disponibili statistiche a livello UE sulla percentuale di suicidi collegati al lavoro.

 

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Report di ricerca sulla iperconnettività in ambito lavorativo

Premessa, Riteniamo utile socializzare questo Report di ricerca sulla iperconnettività in ambito lavorativo con l’estensione alle ore di riposo e fuori dal lavoro. Nella vecchia fabbrica fordista era la sirena e poi l’orologio marcatempo a definire un confine tra il tempo della costrittività del lavoro e le ore di “proprietà” del lavoratore. Ora il lavoro ti segue con la sua ombra digitale in forma di email, di wattshap , chat ove il capo ti chiede “per favore” se puoi fare o verificare online o di persona il tal problema…un tema sul quale torneremo. editor

 

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Causes et conséquences de l’hyperconnectivité professionnelle : au-delà de la responsabilité individuelle des travailleurs et travailleuses

Causes and Consequences of Professional Hyperconnectivity: Beyond the Individual Responsibility of Workers
Causas y consecuencias de la hiperconectividad profesional: más allá de la responsabilidad individual de los trabajadores.
Geneviève Richard
Fonte : PISTES 

 

 

 

McDonald’s: un morto e 49 persone ammalate per un focolaio di E.Coli in vari stati Usa

 

Le autorità sanitarie degli Stati Uniti hanno emesso un avviso riguardante un focolaio di Escherichia coli collegato a McDonald’s. Secondo le autorità sanitarie, 49 persone si sono ammalate, e una di queste è deceduta. Sotto accusa il nuovo panino Quarter Pounder, temporaneamente ritirato dal mercato in alcuni stati.

Per leggere l’articolo vai alla fonte : Il Salvagente

Exposition des fleuristes aux pesticides : « Ce qui nous a beaucoup surpris, c’est l’absence totale de prévention »

Jean-Noël Jouzel, Sciences Po et Giovanni Prete, Université Sorbonne Paris Nord

Lors de sa grossesse, Laure Marivain, alors fleuriste de profession, n’a cessé de manipuler, couper, arroser des fleurs. Sans savoir qu’elle était de ce fait exposée à de nombreux pesticides. Les fleurs coupées étant pour l’immense majorité importées de l’étranger, elles sont traitées lourdement, avec des substances qui peuvent être interdites en France pour supporter le voyage. Arrivées en Hexagone, elles y sont soumises à des réglementations moins strictes que celles qui entourent l’alimentation.

Tout cela, Laure Marivain l’a appris en voyant sa fille Emmy tomber malade, puis mourir d’un cancer en 2022, à l’âge de onze ans. Emmy Marivain est aujourd’hui la première enfant dont le décès est reconnu par le Fonds d’indemnisation des victimes de pesticides. Retour sur ce cas inédit avec les sociologues Jean-Noël Jouzel et Giovanni Prete, spécialistes de la question de l’exposition des travailleurs aux pesticides, qui ont rencontré Laure Marivain et suivi son parcours depuis plusieurs mois.


Dans quel contexte avez-vous pu découvrir le cas d’Emmy Marivain ?

En février 2024, alors que nous commencions une nouvelle enquête sur l’enjeu de la reconnaissance des maladies pédiatriques liées aux expositions professionnelles aux pesticides. Dans ce cadre, nous avons rencontré des familles travaillant dans des milieux très différents, certaines dans l’agriculture, mais pas seulement. C’est parfois oublié, mais beaucoup d’expositions professionnelles aux pesticides ont lieu hors agriculture : le travail des espaces verts, le travail du bois, les personnels navigants, les dockers… La famille de Laure Marivain était l’une de ces familles concernées par une exposition professionnelle hors agriculture.

Ce qui nous a beaucoup surpris, dans ce qu’elle racontait de son parcours professionnel, c’était qu’elle n’avait jamais eu de messages de prévention, ni de la médecine du travail, ni de l’employeur, ni de conseillers en prévention susceptibles d’intervenir dans ce genre d’espace de travail. Certes, il est difficile d’avoir une idée très précise du niveau d’exposition et de contamination auquel est exposé quelqu’un qui travaille chez un fleuriste, mais on ne peut pas présupposer qu’il n’existe pas. Par rapport à ce qu’on peut imaginer des contaminations possibles au vu de la réglementation européenne, en particulier en matière de limite maximum de résidus autorisés sur les produits importés, il y a un décalage énorme entre cette possibilité d’exposition et cette absence de prévention. C’est suite à cette rencontre que nous avons commencé à faire un état des lieux, de ce que la recherche avait pu faire sur la question des fleuristes que nous découvrions.

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Sette multinazionali stanno minacciando la democrazia globale

 

Fonte: Valori.it  che ringraziamo 

 

Le multinazionali hanno acquisito un potere tale da rappresentare una seria minaccia per la democrazia moderna. È quanto denuncia l’ITUC (Confederazione sindacale internazionale) in un’analisi pubblicata lo scorso 23 settembre, evidenziando le pratiche antisociali, antidemocratiche e antiecologiche di sette colossi, indicati in ordine di minaccia: Amazon, Blackstone, ExxonMobil, Glencore, Meta, Tesla e Vanguard.

La crescente influenza di queste grandi imprese rischia di destabilizzare le società democratiche, attraverso un uso aggressivo delle attività di lobbying e la manipolazione del dibattito pubblico. Secondo l’ITUC, che rappresenta oltre 200 milioni di lavoratori a livello globale, questi giganti economici non solo minano i diritti umani e sindacali, ma compromettono anche le politiche ambientali.

Quali sono le multinazionali pericolose per la tenuta della democrazia

Amazon, Meta, Tesla, ExxonMobil, insieme ai fondi d’investimento Blackstone Vanguard e alla compagnia mineraria Glencore, sono identificati come i principali responsabili del degrado delle democrazie, del mondo del lavoro e dei diritti umani. Le accuse mosse dall’ITUC sono pesantissime, ma per lo più ignorate dalle multinazionali citate. Queste ultime continuano a sfruttare il loro potere economico per influenzare le politiche a proprio vantaggio, a scapito dei diritti sociali e ambientali.

Glencore ed ExxonMobil, ad esempio, sono accusate di condurre campagne contro i diritti delle popolazioni indigene e di finanziare iniziative di disinformazione e negazionismo climatico. Secondo l’ITUC, queste strategie di lobbying non fanno altro che rallentare l’adozione di politiche progressiste, contribuendo ad accrescere le disuguaglianze globali.

L’influenza politica delle multinazionali e il loro rapporto con l’estrema destra

Il potere delle multinazionali si estende anche alla sfera politica. Il rapporto dell’ITUC evidenzia come molte di queste imprese sostengano apertamente partiti di estrema destra in vari Paesi, influenzando l’orientamento delle politiche nazionali. Blackstone, ad esempio, è associata al finanziamento di campagne per candidati repubblicani negli Stati Uniti.

In questo senso, Elon Musk rappresenta un caso emblematico. Da un lato, ha utilizzato milioni di dollari per influenzare politici in tutto il mondo, dall’altro è diventato un eroe dell’estrema destra. Quando un utente di X (ex Twitter) lo ha accusato di supportare il colpo di Stato in Bolivia (Paese ricco di litio, risorsa preziosa per la produzione di veicoli elettrici come quelli di Tesla), gli ha risposto così: «Faremo un colpo di Stato a chi vogliamo. Fattene una ragione!». Musk si è inoltre impegnato a donare 45 milioni di dollari al mese a un comitato politico per sostenere la campagna di rielezione di Donald Trump, coltivando strette relazioni con altri leader di estrema destra come l’argentino Javier Milei e l’indiano Narendra Modi. Da quando è proprietario di X, ha anche riabilitato e sostenuto apertamente account nazionalisti bianchi, antisemiti e anti-LGBTQ+.

E poi c’è Zuckerberg, indifferente alla propaganda di estrema destra sui social media

Meta è la società madre di Facebook, WhatsApp, Instagram, Threads e Messenger. Insieme, queste piattaforme social raggiungono quasi quattro miliardi di utenti, lo stesso numero di persone che si stima voteranno a livello globale nel 2024. Il modello di business di Meta sfrutta enormi quantità di dati personali per offrire pubblicità mirata, rendendola un bersaglio ideale per le violazioni dei dati e un canale privilegiato per la propaganda politica.

Negli Stati Uniti, milizie di estrema destra usano Facebook per reclutare nuovi membri, mentre in Germania l’AfD ha sfruttato la piattaforma per alimentare l’odio anti-immigrati, ottenendo successi senza precedenti nelle elezioni parlamentari europee. Zuckerberg non è mai intervenuto per fermare questi abusi. La facilità con cui Meta permette la diffusione di propaganda di estrema destra non è limitata al Nord del mondo: esempi significativi si registrano anche in Brasile, India ed Etiopia, dove la piattaforma è stata utilizzata per fomentare odio etnonazionalista.

 

Amazon, il più grande rivenditore online e servizio di cloud computing al mondo, è diventata celebre per la sua resistenza ai sindacati, i bassi salari e le condizioni di lavoro sfavorevoli. Solo negli Stati Uniti, il tasso di infortuni tra i suoi lavoratori è doppio rispetto a quello di aziende simili e il colosso ha accumulato oltre 250 milioni di dollari di multe per violazioni legate a privacy, salute, sicurezza sul lavoro e ambiente. Nonostante le pressioni, Amazon si è rifiutata di aderire all’Accordo internazionale per la salute e la sicurezza nell’industria tessile e dell’abbigliamento.

Il potere di lobbying di Amazon è immenso: solo in Europa, l’azienda dichiara di finanziare oltre 60 associazioni imprenditoriali, 15 think-tank e una organizzazione non governativa. Questo esercito di lobbisti ben finanziati cerca di influenzare la politica su questioni fondamentali come i diritti dei lavoratori, la privacy e la sostenibilità ambientale. Stando alle informazioni ricostruite dal Guardian, inoltre, Amazon avrebbe erogato contributi politici poi usati per opporsi alle legislazioni antitrust e i diritti delle donne.

Sulle questioni sindacali, di cui ITUC è uno dei massimi rappresentanti, un capitolo è dedicato a Tesla, nota per le sue politiche antisindacali: le sue pratiche recenti in Svezia e nei Paesi nordici hanno attirato l’ira dei dipendenti. Inoltre, l’azienda si affida a società di estrazione del nichel che operano senza consultare adeguatamente le comunità locali in Indonesia, causando disboscamento e inquinamento delle acque.

Dietro queste politiche, di nuovo, c’è Elon Musk, tra i più feroci oppositori dei sindacati. L’ITUC sostiene che le azioni di Musk servano a mantenere il dumping sociale e a preservare condizioni di lavoro degradanti, con l’unico scopo di massimizzare i profitti a breve termine, a scapito dei diritti dei lavoratori.

La necessità di una riforma del sistema economico globale, per davvero

Le accuse contro le multinazionali, che spaziano dal greenwashing all’evasione fiscale, sono ormai all’ordine del giorno. Tuttavia, il rapporto dell’ITUC rappresenta un ulteriore segnale d’allarme: è urgente ripensare le strutture economiche globali. L’ITUC ritiene che la causa principale della crisi della democrazia sia «l’economia globale dominata dalle multinazionali di stampo neoliberista». Sono necessarie istituzioni globali capaci di trasformare questo modello, costruendo un nuovo contratto sociale che garantisca dignità, diritti, inclusione ed equità per i lavoratori e l’ambiente.

EU-OSHA. Abbraccia un lavoro digitale più sicuro: unisciti alla Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro

 

dal sito EU-OSHA  che ringraziamo 

“Siamo entusiasti di dare il via all’edizione 2024 della Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro , la nostra iniziativa annuale dedicata alla promozione di ambienti di lavoro sicuri e sani!

In tutta Europa si tengono una moltitudine di eventi , con attività quali seminari, mostre, proiezioni di film, organizzati dalla nostra rete di partner, tra cui Focal Point , Official Campaign Partner e Media Partner . Stiamo inoltre portando la campagna ” Safe and healthy work in the digital age ” alla sede centrale del Consiglio europeo a Bruxelles con un punto informativo per sensibilizzare sulle opportunità e i rischi legati a tutte le forme di digitalizzazione del lavoro.

Aiutaci a diffondere la parola utilizzando il nostro kit per i social media sui tuoi canali social. Mettiamo la sicurezza e la salute sul lavoro al centro di questa settimana. “

11/11/2024 – Incontro al Senato “Rischio violenze e aggressioni sul lavoro”

 

Fonte:  CIIP 

L’AIAS – Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza organizza l’evento:

“Rischio violenze e aggressioni sul lavoro”
lunedì 11 novembre 2024 ore 9:30-12:30
Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini”
Piazza della Minerva, 38 00186 Roma

PROGRAMMA
9:45 – 10:15 Saluti del Senatore Marco Scurria
Apertura Presidente INAIL Fabrizio D’Ascenzo
Presentazione AIAS Presidente Francesco Santi

10:15 – 11:00
“Violenze sul luogo di lavoro: la tutela INAIL” Dr. Patrizio Rossi (Sovrintendenza Centrale INAIL)
“Violenze e aggressioni sul lavoro: valutazione del rischio e prevenzione” Dr.ssa Antonia Ballottin (Coordinatrice del gruppo CIIP “stress lavoro-correlato, molestie e aggressioni)
“Il rischio violenze e aggressioni nel quadro degli obblighi di prevenzione e delle iniziative di promozione del wellbeing in Azienda” Prof. Marco Marazza (Professore Diritto del lavoro UNICATT)

11:00 – 12:00 Tavola rotonda con esperienze aziendali
Trenitalia (dr. Stefano Conti – Direttore Risorse Umane e Organizzazione), ENEL Distribuzione (ing. Ottavio Dinale – Responsabile HSEQ), Policlinico Gemelli (ing. Stefano Massera – RSPP)

Senatore ospitante: Marco Scurria

Per maggiori informazioni e per iscrizioni clicca qui

Una ricerca della Rivista “Ancora in Marcia” : “Lavoro a turni e salute: l’analisi dei risultati del questionario sul sonno rivolto al personale degli equipaggi ferroviari”

 

 

 

Una ricerca importante sulle condizioni di lavoro  e gli effetti riguardanti la qualità del sonno degli equipaggi ferroviari il cui lavoro è ritmato dai turni.
Il questionario sul sonno promosso dalla Rivista “ In marcia “ ha riscosso una grandissima partecipazione. Hanno risposto al questionario 1672 persone, delle quali il 65,1 macchinisti e il 34 % capitreno.
Dai grafici risulta che più della metà dei lavoratori (56,3%) ritiene la qualità del proprio sonno insoddisfacente.

Dal report : “ La maggioranza (53%) si colloca sulla risposta 2, indice di poche volte che si riesce a dormire il numero di ore necessarie, mentre addirittura l’11,4% afferma che di dormire il numero di ore necessarie non gli capita mai. Ciò significa che addirittura il 64,4% del personale molto spesso (alcuni sempre) affronta il servizio senza aver potuto riposare nella maniera adeguata.”
L’esposizione dei dati prosegue poi sulle possibili “compensazioni” come la tecnica dei pisolini che solo una minoranza di lavoratori possono permettersi .
La lettura del Report suggerisce quanto si possa e debba ancore fare per organizzare turni e riposi compensativi per garantire migliori condizioni di benessere fisico a macchinisti e capitreno e per una migliore sicurezza del trasporto ferroviario.

 

Per leggere il Report clicca QUI 

 

La fortezza Europa non farà nulla per aiutare i lavoratori

 

Fonte ETUC 

Commentando il Consiglio europeo, la segretaria generale della CES Esther Lynch ha affermato:

“In un momento in cui abbiamo bisogno che l’Europa sia un progetto di speranza, ci è stato offerto un consiglio di disperazione.  

“L’unica cosa di cui i leader del ritorno dovrebbero discutere è il ritorno a un’Europa sociale che migliori la vita dei lavoratori e che svolga un ruolo responsabile nel mondo.

“I sondaggi dell’UE mostrano che il costo della vita è la priorità principale dei cittadini, ma il Consiglio non ha offerto soluzioni alle persone che lottano per permettersi i beni di prima necessità nonostante lavorino lunghe ore in lavori difficili a causa della bassa retribuzione.  

“Invece, abbiamo avuto una discussione sulle politiche migratorie in stile Trump che vedranno violati i diritti umani delle persone vulnerabili. La Fortezza Europa non farà nulla per migliorare la vita dei lavoratori. Come mostrano i nuovi dati dell’UE , è l’avidità aziendale a mettere a rischio i mezzi di sussistenza delle persone, non i rifugiati. 

“L’Europa deve raddoppiare i suoi sforzi e le sue azioni per la pace e creare rotte migratorie più regolari che garantiscano che le persone che arrivano in Europa non possano essere sfruttate da padroni senza scrupoli”.

Bologna sotto l’alluvione: a rischio la sicurezza e l’incolumità dei rider.

Fonte Collettiva che ringraziamo

Foto: Raffaele Angius su X

Nelle ore più difficili degli ultimi anni a Bologna, nella sera di sabato scorso, 19 ottobre, “abbiamo visto tutti –denunciano la Cgil cittadina, la Filt e il Nidil – le scene allucinanti di rider in motorino sotto il diluvio, nonostante le comunicazioni del sindaco Matteo Lepore perché nessuno lasciasse la propria abitazione”.

 

A rischio la sicurezza e l’incolumità dei rider

“Just Eat ha sospeso le attività e il servizio in conseguenza di una procedura concordata a livello nazionale con le organizzazioni sindacali per la gestione delle condizioni meteo avverse, mentre al momento non ci risulta che altre piattaforme abbiano sospeso le consegne, rendendosi così responsabili di mettere a rischio la sicurezza e l’incolumità dei loro rider”.

“Per queste ragioni – scrivono la Cgil e le sue categorie che rappresentano i lavoratori del food delivery – e perché siamo purtroppo consapevoli che non si tratta di maltempo, ma della crisi climatica che sarà la nostra nuova normalità, abbiamo deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica affinché siano effettuate tutte le verifiche del caso per accertare eventuali responsabilità e profili penali dei comportamenti messi in atto dalle aziende di delivery che non hanno sospeso le attività”.

Il cambiamento climatico rende il lavoro più pericoloso in Europa?

Fonte : Eurofound

Pubblicato il :

Il cambiamento climatico è una realtà nella nostra vita quotidiana in Europa. I lavoratori sperimentano gli effetti del cambiamento climatico e della politica sul cambiamento climatico in molti modi, sia direttamente che indirettamente, dal lavorare al caldo e sperimentare una maggiore esposizione alle radiazioni UV, ai nuovi rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro e alla necessità di formazione e riqualificazione.

In questa puntata di Eurofound Talks, Mary McCaughey parla con i ricercatori di Eurofound Agnès Parent-Thirion, Tina Weber e Jorge Cabrita della misura in cui il cambiamento climatico sta già influenzando le condizioni di lavoro e il mercato del lavoro in Europa, del ruolo della transizione verde e di come le politiche possano contribuire a proteggere i lavoratori e a salvaguardare i luoghi di lavoro.

Per vedere il video alla fonte clicca QUI 

CMR e HMPs: le novità del D.Lgs. 04/09/2024 n.135 Protezione dei lavoratori da rischi cancerogeni, mutageni e reprotossici (CMR) emedicinali pericolosi (HMPs 1 )

L’articolo redatto da Giulio Andrea Tozzi che pubblichiamo in allegato è frutto di una collaborazione CIIP – SNOP.

 

La Direttiva (UE) 2022/431 del 09/03/222 è la penultima modifica3 della Direttiva 2004/37/CE4
sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni . 5
Gli Stati Membri dovevano conformarsi ad essa entro il 5/4/2024.
Il DLgs 04/09/2024 n.135 (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2024/09/26/24G00153/sg), 6 testo italiano di recepimento, inserisce nel Titolo IX, Capo II del DLgs 81/08 gli articoli della Direttiva, modificando anche alcuni articoli del Titolo I, del Titolo IX Capo I e, infine, diversi Allegati (art.21 del DLgs 135).
Di seguito se ne analizzano gli aspetti salienti.

——>>> per leggere l’articolo vai alla fonte SNOP