Ancora una tragedia. Le autorità preposte, Asl, Carabinieri stanno indagando sulle cause di questo gravissimo incidente.
vedi articolo Repubblica.it
Selezione di notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
Ancora una tragedia. Le autorità preposte, Asl, Carabinieri stanno indagando sulle cause di questo gravissimo incidente.
vedi articolo Repubblica.it
Un numero ricco di articoli, inchieste e documenti da leggere.
In particolare segnaliamo l’editoriale di Franco Cilenti “Maltrattati ingannati e contenti ? ” e l’articolo “Epidemiologia & Enigmistica.
Ha senso un’epidemiologia disgiunta
dalla prevenzione?” di Cesare Cislaghi.
Lavoro & Salute settembre 2019
pdf – 72 pagine
Bologna, 11 settembre 2019
Quale sarà il futuro dell’area ex-OGR di via Casarini, 25? In quali tempi e in che modo sarà realizzata la bonifica dell’area? Il vecchio stabilimento (più di 100 anni) sarà conservato per altri usi della città di Bologna? Dopo l’installazione museale in Assemblea Legislativa, si arriverà alla riunificazione di tutto il materiale raccolto dai lavoratori e da Salvatore Fais, e alla definizione di un percorso di lettura civica degli avvenimenti accaduti nello stabilimento, particolarmente sul dramma dell’Amianto?
Di tutti questi argomenti si discuterà in un Pubblico Dibattito (scarica la locandina) dal titolo:
Partecipano:
SALVATORE FAIS – ex-lavoratore OGR
ANDREA CASELLI – Presidente AFeVA ER
SIMONETTA SALIERA – Presidente Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna
MAURIZIO LUNGHI – Segretario Generale CDLM-CGIL Bologna
ELENA LETI – Presidente commissione urbanistica e ambiente Comune di Bologna
CLAUDIO MAZZANTI – Capogruppo PD Consiglio Comunale
LORENZO CIPRIANI – Presidente Q.Re Porto Saragozza
GIUSEPPE PARUOLO – Consigliere Regionale
ANPI BOLOGNA
RSU OGR BOLOGNA
FONTE DIESEL.AU.COM CHE RINGRAZIAMO
La Monash University sta conducendo un sondaggio nazionale per cercare di saperne di più sulla salute fisica e mentale dei camionisti australiani, ritenuti il datore di lavoro numero uno degli uomini in Australia.
Questo è in collaborazione con il Center for Work Health and Safety, Linfox Logistics e il Transport Workers ‘Union. Questa ricerca Monash è una delle prime del suo genere in Australia. Lo studio è anche supportato dal National Health and Medical Research Council.
Le persone che guidano tutti i tipi di camion, dai rigidi leggeri ai treni stradali, sono incoraggiate a prendere parte a un sondaggio per fornire maggiori informazioni sulla salute dei conducenti australiani.
I lavoratori dei trasporti affrontano specifici rischi per la salute nei loro ambienti di lavoro, tra cui isolamento, lunghe ore e affaticamento cronico. Tempi di consegna ridotti possono aggiungere ulteriore stress a un ambiente di lavoro già impegnativo.
Il sondaggio si apre a settembre e può essere completato su qualsiasi dispositivo in grado di accedere a Internet, come telefoni cellulari, laptop o desktop. I partner dello studio affermano di essere impegnati a lavorare con l’industria per sviluppare nuovi approcci per prevenire e ridurre al minimo il rischio per la salute fisica e mentale.
“Questo sondaggio fornirà nuove intuizioni sui fattori sul posto di lavoro, a casa e nella comunità che incidono sulla salute in modo positivo e negativo”, afferma il dott. Ross Iles della School of Public Health and Preventive Medicine della Monash University. “Guidare per vivere pone molte sfide per la salute, sia mentali che fisiche, eppure c’è poca ricerca o documentazione che può guidare il cambiamento per aiutare i conducenti a essere sani e a rimanere sani sul lavoro. Sappiamo che i datori di lavoro possono svolgere un ruolo importante nella salute dei lavoratori e alcuni datori di lavoro del settore avranno bisogno di assistenza per sostenere la salute dei loro autisti. ”
Lo studio di riferimento della Monash University ha esaminato 12 anni di dati e ha scoperto che in questo periodo sono state avanzate oltre 120.000 richieste di lesioni e decesso. La Monash University sta lanciando il Driving Health Survey per migliorare la salute dei conducenti professionisti australiani impiegati per rendere il settore più sicuro.
L’anno scorso, il Driving Health Study ha scoperto che, in particolare, i camionisti hanno una probabilità 13 volte maggiore di morire sul posto di lavoro rispetto a tutti gli altri lavoratori.
“Questo studio è un campanello d’allarme”, ha dichiarato Michael Kaine, segretario nazionale dell’Unione dei lavoratori dei trasporti. “Guidare è un lavoro duro. Dobbiamo fare di più per garantire che i nostri conducenti siano sani e al lavoro. Questo sondaggio ci fornirà una base di informazioni che ci consentirà di mettere a punto strategie migliori per il futuro “.
Per ulteriori informazioni o per registrare l’interesse per il sondaggio, visitare il sito Web.
Nota di Editor : Speriamo che anche in Italia e in Europa si svolgano studi in profondità sulle condizioni di lavoro e di salute dei camionisti italiani ed europei e sulle tipologie contrattuali che regolano il loro lavoro.
Gruppo Porti e Navi : incontri Formativi nazionali |
Giovedì 29 Agosto 2019 10:15 |
È disponibile il materiale didattico del percorso di formazione al sito ASL di Trieste che segue: |
FONTE SNOP.IT
TAO RESERARCH PROGRAMS
PROGRAMMA INTERDISCIPLINARE DI RICERCA “ORGANIZATION AND WELL-BEING”
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA – DIPARTIMENTO DI SCIENZE AZIENDALI
46° SEMINARIO DEL PROGRAMMA INTERDISCIPLINARE DI RICERCA
“ORGANIZATION AND WELL-BEING”
Bologna, 14 Ottobre 2019
14.15 – 18.00
Dipartimento di Scienze Aziendali – Università di Bologna
Via Capo di Lucca, 34
Lavoro e salute 30 anni dopo la direttiva europea 89/391
Coordina
BRUNO MAGGI – Università di Bologna
Discutono
FRANCESCO MARIA BARBINI – Università di Bologna
DUCCIO CALDERINI – Agenzia di Tutela della Salute dell’Insubria, Direzione Sanitaria
MICHELA MARCHIORI – Università di Roma Tre
GIOVANNI MASINO – Università di Ferrara
MASSIMO NERI – Università di Modena e Reggio Emilia
BIANCA MARIA ORCIANI – Università Politecnica delle Marche
PAOLO PASCUCCI – Università di Urbino
GIOVANNI RULLI – Agenzia di Tutela della Salute dell’Insubria, Direzione Generale
Trenta anni sono trascorsi dalla emanazione della direttiva europea 89/391, che al fine di “promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro”, ha posto la salute del lavoratore al centro dell’organizzazione e indicato le misure per una prevenzione primaria. La legislazione nazionale ha recepito i principi dalla direttiva? Come è intesa la prevenzione nelle imprese? Come incidono le trasformazioni del lavoro? Quale realtà emerge dalle statistiche degli incidenti e delle malattie professionali? Una discussione interdisciplinare è volta a stimolare riflessioni e a prospettare possibili linee d’azione.
e.mail: o-w@taoprograms.org
www.taoprograms.org
Inail, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, “ Procedura sperimentale per la determinazione di ritardanti di fiamma alogenati presenti in ambienti di lavoro”, a cura di Patrizia Di Filippo, Carmela Riccardi e Donatella Pomata (Inail, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici), Francesca Buiarelli, Vanessa Rossi, Giulia Simonetti e Elisa Sonego (Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – Dipartimento di Chimica), edizione 2019 (formato PDF, 778 kB).
FONTE C.I.I.P
A cura del Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro della ASL Città di Torino e dell’Università degli Studi di Torino, febbraio 2019
Nell’introduzione si sottolineano le differenze fra la violenza che avviene entro le mura domestiche e le violenze di genere da estranei.
Vengono illustrati i materiali ed i metodi (somministrazione di questionari con modelli della Piattaforma “Google Forms” (garantendo l’anonimato del compilatori) e i risultati (identificazione del campione, approccio individuale alla violenza di genere, procedure operative per la presa in carico delle vittime che riferiscono di aver subito violenza, approccio psicologico individuale).
Nelle conclusioni è emerso che i professionisti che si occupano delle tematiche specifiche operano in centri dedicati per l’accoglienza e per i supporti psicologici. Il dato più importante è che pochissimi operatori sanitari hanno usufruito di un supporto psicologico tale da fornire una uniformità delle procedure e di protocolli unici per la gestione delle vittime onde fornire equilibrio, competenza e umanità.
Anche nella stagione estiva non si fermano le aggressioni a medici, operatori sanitari e soccorritori.
Sono tanti i casi di cronaca – più o meno eclatanti – che continuano a ripetersi, spesso per problemi di carattere organizzativo e carenza di personale, ma anche per un mutamento del rapporto medico/paziente.
L’ARTICOLO PROSEGUE SU SICUREZZAELAVORO.ORG
L’Articolo prosegue alla fonte Varesenews
Non bastano più le parole di sdegno gridate e scritte sui manifesti mille volte. Le frasi dolenti di circostanza ripetute alla fine di ogni piccolo articolo dei giornali di provincia che annuncia una morte su lavoro appaiono sempre più un rituale che non consola né placa la rabbia di chi ha perduto un famigliare o una persona amica.
Il quotidiano online Repubblica ha aperto un canale che riporta le notizie quotidiane di morti sul lavoro: una ecatombe.
Ma come è possibile che nell’agosto 2019 due operai muoiano uccisi dalle esalazioni durante l’ispezione di un pozzo di percolato di una discarica ? Le procedure per lavori in ambienti confinati sono note da tempo. Chi ha mandato quei due lavoratori a fare l’ispezione senza prima bonificare il pozzo ? Oggi esistono rilevatori di gas inquinanti che costano poche centinaia di euro. Con l’uso di un rilevatore verosimilmente quei lavoratori, ad Alliano di Matera, non sarebbero entrati nel pozzo. Una tragedia evitabile ? Quasi certamente si. Per evitarla era necessario che l’Azienda di cui erano dipendenti avesse predisposto una valutazione dei rischi di lavoro in ambienti confinati. E’ stata fatta questa valutazione ? Sono stati adottati i DPI e gli strumenti di rilevazione per evitare ai lavoratori di scendere nel pozzo saturo di gas ? Certo è compito della magistratura individuare eventuali responsabilità penali ma non per questo non possiamo non porci questi quesiti. Quante sono le aziende che lavorano senza un metodo senza criteri per valutare e gestire i rischi ? Dal numero crescente degli incidenti mortali sono purtroppo molte.
FONTE EQUALTIMES.ORG CHE RINGRAZIAMO
Autrice Maria José Carmona
Un’infermiera che lavora in un ospedale, un corriere che consegna cibo a casa, una donna delle pulizie che pulisce le camere d’albergo, un impiegato che accumula straordinari, il barista che deve accumulare due o tre lavori per sbarcare il lunario. Nessuno chiamerebbe questi lavori pericolosi in se stessi, eppure è esattamente quello che sono diventati oggi.
Entro il 2019, non è necessario aggrapparsi alle impalcature per rischiare la vita. Precarietà, stress e superlavoro ti fanno star male. Possono persino uccidere. E anche più degli incidenti stessi.
Di tutti i decessi registrati ogni giorno per cause legate al lavoro ( 7.500 secondo l’OIL ), meno del 14% di questi si verifica “sul posto”. La stragrande maggioranza di questi decessi, circa 6.500, si verificano lentamente a causa di una lunga malattia fisica ( cardiocircolatorio, respiratorio, legato al lavoro , ecc.) O di malattia mentale.
Gli ambienti in cui lavoriamo oggi sono molto più sicuri di quelli di 30 anni fa, ma la salute fisica ed emotiva dei dipendenti rimane fragile. E per una buona ragione. Da un lato, si può notare che i rischi esistenti in precedenza sono persistiti: nell’Unione europea , il numero di incidenti mortali associati al settore delle costruzioni è aumentato in modo significativo negli ultimi anni. D’altro canto, i rischi emergenti, in particolare quelli associati all’economia digitale e ai rischi psicosociali , stanno aumentando. Questi sono rischi come stress, affaticamento o molestie legati all’organizzazione del lavoro, programmi, requisiti o incertezza.
In un video l’esperto Vanes Poluzzi (Arpae Emilia-Romagna) spiega in modo approfondito, con taglio divulgativo, i meccanismi che determinano la qualità dell’aria in Emilia-Romagna.
FONTE FIOM CGIL BOLOGNA
Il primo accordo aziendale che disapplicava il jobs act proprio in materia di controlli a distanza l’abbiamo sottoscritto nel settembre del 2015 con la Toyota Material Handling di Casalecchio.
Poi sono arrivati gli accordi della Site (gennaio 2016), della Ducati Motor e di Automobili Lamborghini (entrambi del marzo 2017), della Bonfiglioli Riduttori (ottobre 2017).
Pochi giorni prima della chiusura estiva la FIOM di Bologna ha sottoscritto altri tre accordi che vanno in una direzione ormai diffusa e chiara. Si rispetta lo Statuto dei Lavoratori, si limitano i danni del jobs act, si tutelano i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori in fabbrica, in ufficio e ovunque si effettua la prestazione lavorativa.
Alla T.S srl di Calderara (azienda che occupa una quarantina lavoratori e realizza componentistica ed allestimenti di interni per yacht) è stato sottoscritto un accordo tra FIOM, RSU con Azienda e CNA che interviene sia in materia di sistema di videosorveglianza che di geolocalizzazione dei veicoli aziendali precisando che “in nessun modo, né diretto, né incidentale, né preterintenzionale tali sistemi verranno utilizzati per esercitare un controllo a distanza dei lavoratori o di controllo della prestazione lavorativa”.
Alla ISB srl di Castel Maggiore (azienda che occupa circa 40 lavoratori) l’accordo firmato da FIOM e Azienda riguarda l’installazione di un sistema di videosorveglianza a tutela del patrimonio aziendale e viene sancito che “nessun controllo diretto o indiretto verrà effettuato sull’attività lavorativa del personale”.
Importante anche l’accordo firmato da FIM FIOM UILM Bologna, RSU Ima e Direzione Aziendale a fine luglio
alla IMA spa di Ozzano Emilia (circa 2000 dipendenti), sempre in merito all’installazione di un sistema di videosorveglianza. Nell’accordo si precisa che “le immagini non saranno, in alcun caso, utilizzate dalla Società per finalità di controllo continuativo a distanza relativamente alle modalità di esecuzione delle prestazioni da parte dei lavoratori”.
Siamo quindi di fronte ad una coerente e diffusa azione di contrattazione che applica rigorosamente la tutela prevista dallo Statuto dei Lavoratori prima delle modifiche apportate dal jobs act, sia nelle situazioni più tradizionali (impianti di videosorveglianza per la tutela del patrimonio aziendale), sia in quelle che si presentano di fronte ai cambiamenti nel mondo del lavoro (ad esempio i dispositivi con controllo satellitare, gli automezzi dotati di gps, ecc…).
Tutto questo è reso possibile grazie al sindacato in fabbrica, grazie alla presenza e all’azione della FIOM e dei suoi delegati.
Bologna, 31 Agosto 2019
FIOM CGIL BOLOGNA
In questa puntata parliamo di
– Riqualificazione professionale, una soluzione per il lavoro (umano) di domani?
– Conferenza: il futuro della salute e della sicurezza in Europa3 dicembre – 4 dicembre 2019, International Trade Union House (ITUH), Bd du Roi Albert II, 5; 1210 Bruxelles
– Negli Stati Uniti, la difficile sopravvivenza dei “click workers”
– Scarsa sicurezza e condizioni di lavoro sotto gli standard: fermate 3 navi in porto a Ravenna
– Fritto misto
(30 MINUTI)
Il documento di discussione esamina il ruolo che gli esoscheletri possono avere nell’ambiente lavorativo del futuro e l’impatto del loro utilizzo sulla sicurezza e salute dei lavoratori. Esso analizza il possibile ruolo degli esoscheletri nella prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici, affrontando nel contempo i rischi potenziali
che potrebbe comportare il loro impiego in diversi ambiti.
Il documento riconosce le incertezze in merito ai loro effetti a lungo termine sulla salute e le difficoltà nella creazione di una certificazione uniforme, e rileva la necessità di studi più esaustivi. È inoltre oggetto di discussione la gerarchia delle misure di prevenzione da considerare nella progettazione dei luoghi di lavoro futuri, piuttosto che basarsi sugli esoscheletri al fine di creare ambienti di lavoro ergonomici.
I mezzi elettrici, data la tecnologia ad oggi disponibile, rappresentano la risposta per la diminuzione dei gas serra e degli agenti inquinanti in atmosfera, grazie alla loro prerogativa di essere ad emissioni zero durante il loro uso
Il rapporto “Electric vehicles from life and circular economy perspectives” dell’Agenzia europea per l’ambiente intende esporre tutte le fasi inerenti la vita di un veicolo elettrico valutandone, attraverso indagini e ricerche, tutti gli aspetti e dunque anche quelli meno a favorevoli e meno in linea con la raggiunta sensibilità ambientale.
Nonostante i veicoli elettrici non possano garantire un impatto zero durante tutto il loro ciclo di vita, questi, conferma il rapporto, sono ad oggi la soluzione più adeguata ed efficace a soddisfare gli obiettivi di riduzione dei gas serra (Greenhouse gas – GHG) e di sostanze inquinanti in atmosfera.
Se da un lato il loro utilizzo permette un abbattimento considerevole delle sostanze nocive, dall’altro i processi produttivi in cui sono coinvolti risultano tutt’altro che “green oriented” ed è proprio sulle fasi che caratterizzano il ciclo di vita dei veicoli elettrici che il rapporto si sofferma.
Pubblichiamo questo articolo per offrire uno sguardo sui progressi che si stanno realizzando in Asia in particolare sugli strumenti di formazione dei giovani lavoratori e lavoratrici… Editor
To better reach out young workers in the country, the ILO and its partners have developed and launched communication tools in the forms of online OSH platform and game board.
To promote better occupational safety and health (OSH) awareness and culture of prevention in Indonesia, particularly young workers, the ILO in collaboration with the Ministry of Manpower and the Indonesian OSH Council (DK3N) launched an OSH communications tool named Youth4OSH Portal in Jakarta in the mid of this year. The portal was developed to serve as online platform for stakeholders in pilot Southeast Asia countries in Indonesia, the Philippines, Myanmar and Viet Nam.
“The establishment of this interactive communications platform is also marked the continuous efforts taken by Indonesia, with support of the ILO, in promoting OSH awareness and culture prevention for young people in the country.”
Abdul Hakim, the ILO’s National Coordinator on OSH
The Youth4OSH portal was initially introduced by the ILO in April 2018 during the commemoration of the World Day for Safety and Health. After the introduction, an initial training on the portal’s functions and usage was held in August 2018.
“The establishment of this interactive communications platform is also marked the continuous efforts taken by Indonesia, with support of the ILO, in promoting OSH awareness and culture prevention for young people in the country,” remarked Abdul Hakim, the ILO’s National Coordinator on OSH.
Fonte Areaonline.ch
di Francesco Bonsaver
Una normale mattina dei vostri ultimi 30 anni di lavoro in fabbrica, vi convocano in ufficio e vi liquidano in una decina di minuti. Poi, vi accompagnano al vostro armadietto a raccogliere gli effetti personali, prima d’invitarvi a varcare per l’ultima volta l’uscita dello stabilimento. Fuori, a 58 anni, vi aspettano tre mesi di disdetta e un futuro molto incerto, poiché siete ben consci di quanto sia difficile trovare un nuovo impiego alla vostra età nel contesto attuale. Poco importa se il gruppo per cui avete lavorato per trentatre anni, abbia visto crescere nell’ultimo decennio l’utile del 30%, registrando solo nell’ultimo anno un profitto netto di 281 milioni di franchi e distribuito 103 milioni in dividendi ai suoi azionisti. Il vostro numero nell’organico è stato cancellato.
È quanto denuncia il sindacato Unia, riferendosi ai licenziamenti di fine maggio alla Agie di Losone, azienda del gruppo Georg Fischer (Gf) di Sciaffusa. In totale 15 licenziamenti, di cui una decina di interinali («lavoratori a pari dignità» ha specificato Vincenzo Cicero, responsabile industria di Unia Ticino), e cinque operai a tempo indeterminato. Tra questi, un cinquantenne e come detto, un cinquantottenne. Quest’ultimo avrebbe voluto presentarsi alla conferenza stampa indetta dal sindacato, per raccontare la sua storia e il suo stato d’animo. Alla fine però, non se l’è sentita di aggiungere anche il peso dell’esposizione mediatica.
Unia ha voluto denunciare il caso per due motivi. Quanto accaduto all’operaio di Agie è una realtà sempre più diffusa nel mondo del lavoro. Sempre più persone giudicate anziane a soli cinquant’anni, sono espulse dal mondo del lavoro. «Le conseguenze psicologiche e materiali non sono drammaticamente vissute solo dalle persone direttamente toccate, ma spesso si ripercuotono sull’intera collettività, vedi assistenza pubblica. La questione va tematizzata, discussa pubblicamente e risolta coi fatti, non con le parole di circostanza. Unia ora cercherà di mappare queste situazioni e denunciarne pubblicamente la piaga» ha spiegato Cicero.
«In secondo luogo, Agie non è una ditta qualunque. È un’impresa fortemente radicata nel territorio, beneficiaria solo negli ultimi due anni di aiuti cantonali per 300mila franchi. Stiamo parlando di un gruppo che ha i mezzi economici, e il dovere, di far fronte agli impegni di responsabilità sociale nel tessuto in cui opera» ha precisato Cicero.
Il gruppo Gf non ha solo delle responsabilità sociali, ma anche contrattuali, ha puntualizzato Matteo Pronzini, membro della direzione nazionale del ramo industria. Nel rinnovo contrattuale dello scorso anno dell’industria metalmeccanica, è stato inserito un articolo (25.5) che prevede nel caso di possibili licenziamenti di dipendenti dai 55 anni in su, una procedura ben definita a loro tutela. «Il lavoratore deve essere dapprima informato, ascoltato e insieme si cercheranno possibili soluzioni per salvaguardare il rapporto di lavoro». Nel caso specifico, Agie non avrebbe seguito la procedura. È stata dunque avviata una vertenza legale contro l’azienda affinché il licenziamento sia considerato nullo. Sarebbe la prima sentenza su questa specifica violazione contrattuale a livello nazionale. Una prima udienza conciliatoria si terrà il 24 luglio davanti al Pretore di Locarno.
«Il comportamento di Agie è ancor più grave, poiché al tavolo delle trattative nazionali in cui si è decisa una tutela maggiorata dei lavoratori ultracinquantenni nella metalmeccanica, sedeva anche un alto dirigente di Gf» ha spiegato Pronzini.
«Tanto più – ha spiegato Fabrizio Sirica, responsabile Unia industria locarnese – che il posto del cinquantottenne non è stato soppresso, ma assegnato a un giovane assunto con una retribuzione presumibilmente inferiore». In 33 anni di servizio, l’operaio licenziato ha ricevuto un solo richiamo, ha aggiunto il sindacalista. «In pochi minuti, sono stati cancellati oltre trent’anni d’impegno professionale. A quell’età, perdere il lavoro viene vissuto, giustamente, come un dramma. Farlo in quel modo, è disumano» ha chiosato il sindacalista.
Anche questa settimana vale la pena dare uno sguardo alla list Rapid Alert System. Rapid Alert System è il sistema dell’UE per tutti i prodotti di consumo pericolosi, ad eccezione di alimenti, prodotti farmaceutici e dispositivi medici. La relazione include informazioni dettagliate sui prodotti interessati, i rischi, lo Stato membro notificante e le misure adottate in risposta. Il sistema di allarme rapido consente uno scambio rapido di informazioni tra 31 paesi europei e la Commissione europea sui prodotti non alimentari pericolosi che presentano rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori. Ogni settimana viene pubblicato sul sito Web un aggiornamento delle ultime segnalazioni inviate dagli Stati membri. Questo servizio di messaggi consente agli abbonati di essere informati su questi avvisi su base settimanale.
La Lista Rapid Alert System della settimana dal 23 agosto 2019
A team at the Institute of Mathematical Sciences in Chennai, India, has placed online a database which identifies 686 endocrine disruptors. The database is called DEDuCT: Database on Endocrine Disrupting Chemicals and their Toxicity Profiles
Newsletter: If you would like to receive a monthly summary of current occupational health and safety news, you can subscribe free of charge to HesaMail (available in English and French).
DEDuCT is based on an analysis of existing scientific literature. More than 16,000 articles have been reviewed. To begin with, 1,626 chemical agents were identified in the articles that met the criteria for inclusion in the study. Some agents were then ruled out, notably natural hormones, agents tested as a mixture and agents tested for therapeutic use. The research also ruled out the agents for which there only data from in vitro testing with rodents available. The final selection, based on 1,796 publications, identifies 686 endocrine disruptors.
The identified endocrine disruptors have been classed according to different criteria. Their effects may have been observed in vivo in human beings (Category I: 7 substances identified), in vivo in rodents and in vitro in experiments with human cells (Category II: 142 substances identified), solely on in vivo in rodents (Category III: 367 substances identified), or solely in vitro with human cells (Category IV: 170 substances identified).
Another purpose of the database is to identify effects on health. Seven general categories of effects of disruptors linked to the hormonal system were established: reproduction, development, metabolism, the hepatic system, immunology and neurology, as well as cancers relating to the hormonal system. For each of these categories, the database can be used to verify if specific effects have already been identified in the scientific literature regarding particular substances. For example, if the user searches for ‘ovarian cancer’, they will find four endocrine disruptors identified as being associated with this pathology.
L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU ETUI
Il Bollettino trimestrale dell’Inail contiene informazioni riferite al numero delle denunce di infortunio e malattie professionali rilevato a partire dall’inizio di ciascun anno con riferimento ai periodi: gennaio-marzo (I trimestre),
gennaio-giugno (II trimestre), gennaio-settembre (III trimestre) e gennaio-dicembre (IV trimestre). I dati esposti non sono definitivi in quanto soggetti a consolidamento in esito alla definizione amministrativa dei singoli casi.
Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori
assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.
La pubblicazione è corredata da una nota metodologica sulle fonti dei dati statistici e da un glossario attinto
dal modello di lettura della numerosità degli infortuni e delle malattie professionali.
Le tavole statistiche e i “dati elementari” relativi al numero delle denunce di infortunio e malattie professionali sono resi disponibili mensilmente nella sezione “Open data” del Portale Inail.
Il Bollettino è realizzato da Inail, Direzione centrale pianificazione e comunicazione. Per eventuali chiarimenti, possono essere inoltrate richieste all’indirizzo e-mail: dcpianificazione-comunicazione@inail.it.
IL BOLLETTINO INAIL DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI 2° trimestre 2019
30 anni dopo la direttiva quadro dell’UE sulla salute e la sicurezza sul lavoro , qual è la strada da percorrere?
Trenta anni fa, il 12 giugno 1989, l’Unione europea ha adottato la direttiva quadro sulla salute e la sicurezza sul lavoro, accettando molte delle principali richieste espresse dal movimento sindacale negli ultimi due decenni. Dalla fine degli anni ’60 in poi, i problemi di salute e sicurezza sono stati al centro del conflitto sociale, evidenziando le esigenze dei lavoratori di aumentare il controllo sull’organizzazione del lavoro al fine di proteggere la loro salute. In queste lotte, sono emerse convergenze tra il movimento sindacale e il mondo della ricerca molto critico, risultando in un forte legame tra azione collettiva e produzione di conoscenza.
Sotto il nome iniziale dell’Ufficio tecnico sindacale europeo per la salute e la sicurezza, un centro di conoscenza è stato istituito su iniziativa della Confederazione europea dei sindacati. Successivamente è stato integrato nell’Istituto sindacale europeo.
Trent’anni dopo, qual è lo stato di avanzamento della salute sul lavoro in Europa? Quali sono le prospettive di sviluppo di fronte a un ritmo sempre crescente di cambiamento nel mondo del lavoro e con il futuro dell’Unione europea segnato da incertezze? Quali collegamenti si possono creare tra azione collettiva e conoscenza? Che ruolo gioca la conoscenza degli esperti? Queste domande saranno al centro di questa conferenza di due giorni tenutasi a Bruxelles dall’Istituto sindacale europeo.
La conferenza inizierà il 3 dicembre 2019 alle 13.00 e terminerà il 4 dicembre alle 17.00.
L’interpretazione simultanea verrà fornita in inglese, francese e spagnolo.
Per registrarti, clicca qui . La registrazione è gratuita ma obbligatoria a causa della disponibilità limitata di posti.
Scarica il progetto di ordine del giorno .
Per informazioni pratiche con consigli e indicazioni sugli hotel, fare clic qui .
La morte di un altro operaio edile in una sede delle Olimpiadi di Tokyo ha spinto un sindacato internazionale a cercare un’indagine di terzi, affermando che il suo precedente avvertimento sulle condizioni pericolose è stato ampiamente ignorato.
I lavoratori stessi hanno affermato di sperare che l’edificio e il Wood Workers ‘International (BWI) siano maggiormente coinvolti nell’ispezione dei cantieri “pericolosi” per i Giochi
La BWI ha pubblicato a maggio un rapporto intitolato “Il lato oscuro delle Olimpiadi estive di Tokyo 2020” che descriveva una “cultura della paura” tra gli operai edili che lavoravano duramente nei vari siti.
Un funzionario della BWI ha dichiarato che la protezione della sicurezza dei lavoratori è indispensabile per il successo delle Olimpiadi del prossimo anno.
Il rapporto di maggio è stato presentato al comitato organizzatore olimpico di Tokyo, al governo metropolitano di Tokyo e al Japan Sport Council (JSC). Descriveva in dettaglio le dure condizioni affrontate dai lavoratori, inclusi alcuni che lavoravano per 28 giorni consecutivi in un mese. Altri furono costretti a lavorare sotto enormi lastre di cemento oscillante dalle gru.
Il comitato organizzatore e il governo metropolitano di Tokyo hanno intervistato i funzionari dei principali appaltatori dei principali cantieri.
L’ARTICOLO SEGUE ALLA FONTE SU ASAHI SIMBUN
Quel 22 agosto del 1994, Gabriele Bortolozzo, in sella alla sua bici, si reca alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia e deposita sulla scrivania del pm un fitto fascicolo. Si tratta dell’esposto contro il petrolchimico di Portomarghera (Venezia) che, quattro anni dopo, porterà al maxiprocesso penale alti dirigenti di Montedison, Enichem ed Enimont per strage, omicidio e lesioni plurime a titolo colposo.
Gabriele è operaio al petrolchimico dal 1956, da quando aveva 22 anni, assunto come manovale comune. A tratteggiare la tremenda realtà di Portomarghera bastano questi versi del poeta-operaio Ferruccio Brugnaro: “L’aprile è scomparso da Portomarghera/la primavera/è morta”; “L’aria oggi puzza di uova marce/è infetta/di tetraetile idrocaburi/catrami” (da Verde e ancora verde e L’ho sentito implorare con durezza). Un ragazzo di 22 anni entra così in quel mondo senza aprile, carico di veleni, gerarchico e autoritario, per rimanerci l’intera vita lavorativa. Fin dal primo giorno viene destinato al reparto Cv6, l’impianto di polimerizzazione Cvm in emulsione, come turnista. Il Cvm è il cloruro di vinile monomero, un gas usato per produrre Pvc, che secondo il suo esposto, presentato 38 anni dopo e siglato da Medicina Democratica, sta moltiplicando le malattie e le morti tra i suoi compagni di lavoro. Gabriele ne ha viste tante, in tanti anni di lavoro in quel reparto della Montedison; dice che si sente un sopravvissuto perché dei sei operai con cui ha iniziato, quattro sono morti di tumore e uno è malato.
È il 1973 quando viene a conoscenza che l’Organizzazione mondiale della sanità classifica il Cvm come sostanza cancerogena; la sua prima reazione è quella di andare dal responsabile dell’infermeria di fabbrica a contestare che le persone che si ammalano non vengono curate ma mandate a casa o spostate di reparto. Si rifiuta quindi di sottoporsi alle visite mediche obbligatorie nella fabbrica, dichiarandosi invece disponibile a farsi visitare da strutture esterne, pubbliche, senza però ricevere mai risposta né dalla direzione, né dal consiglio di fabbrica, né da strutture esterne. Silenzio. E sporge le sue prime denunce alla magistratura. Ancora silenzio.
L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SULLA RIVISTA IL MULINO
L’ozono, gas formato da tre atomi di ossigeno, in natura si trova in concentrazioni rilevanti negli strati alti dell’atmosfera terrestre, dove protegge dalla radiazione ultravioletta. Negli strati bassi dell’atmosfera, invece, è presente in basse concentrazioni, tranne nelle aree in cui la presenza di alcuni inquinanti chimici, in concomitanza di fattori meteo-climatici favorevoli come le alte temperature estive, può indurne la formazione con conseguente aumento della concentrazione.
La presenza di elevati livelli di ozono, a causa del suo alto potere ossidante (per effetto dell’ossigeno nascente che si libera quando la molecola si dissocia), danneggia la salute umana, ma anche quella degli animali e delle piante (ne influenza la fotosintesi e la crescita, entra nel processo di formazione delle piogge acide, con danni alla vegetazione ed ai raccolti), deteriora i materiali (danni al patrimonio storico-artistico) e riduce la visibilità.
Per quanto riguarda gli effetti sulla salute dell’uomo, al momento non sono ancora ben note le conseguenze “croniche”, derivanti cioè da una lunga esposizione a basse concentrazioni di ozono. Gli effetti “acuti” più evidenti sono la forte azione irritante alla mucosa degli occhi, infiammazioni ed alterazioni a carico dell’apparato respiratorio (soprattutto naso e gola, con tosse, difficoltà respiratorie, sensazioni di affaticamento e perfino edema polmonare) ed un senso di pressione sul torace.
Concentrazioni particolarmente elevate possono portare anche ad alterazioni delle funzioni respiratorie, a un aumento della frequenza degli attacchi asmatici, a una diminuzione della resistenza alle infezioni batteriche polmonari, all’insorgere di malattie dell’apparato respiratorio e al peggioramento di patologie, già in atto, di tipo respiratorio (polmoniti croniche ostruttive, bronchiti croniche, asma, enfisema polmonare) e cardiaco (ischemia del miocardio).
Le più recenti indagini mostrano che lo smog estivo e il forte inquinamento atmosferico possono portare a una maggiore predisposizione ad allergie delle vie respiratorie.
In generale occorre ricordare che gli effetti dell’ozono sono contraddistinti da grandi differenze individuali e gli eventuali disturbi sanitari non hanno carattere cumulabile, ma tendono a cessare con l’esaurirsi del fenomeno di concentrazione acuta di ozono.
I soggetti più sensibili al fenomeno sono i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza, chi svolge attività fisica o lavorativa all’aperto. I soggetti a rischio sono le persone asmatiche, con patologie polmonari o cardiache.
A fine giugno diverse Arpa hanno già segnalato l’innalzarsi dei valori di ozono in corrispondenza dell’ondata di calore che ha investito la penisola, ora presentano il punto della situazione alla fine di luglio con diversi superamenti della soglia di informazione (media oraria >180 µg/m3) e, in alcuni casi, anche quella di allarme (media oraria >240 µg/m3).
Molti passanti distratti in questa calda mattina del 7 agosto avranno sfiorato con lo sguardo i caratteri cubitali della locandina o “civetta” del Resto del Carlino.
” SGOMBERATO XM24 CON LA RUSPA ” e in subordine con caratteri molto più piccoli : ” OPERAI UCCISI DA TIR IN AUTOSTRADA “.
Uno sgombero di un Centro sociale è un evento ad elevato valore aggiunto per un utilizzo politico elettorale. Il titolista incaricato della redazione della civetta non ha avuto dubbi su quale titolo caricare l’inchiostro e la dimensione dei caratteri…
I due operai che lavoravano nel cantiere dell’autostrada travolti e uccisi da un Tir, una tragedia che si ripete troppo spesso, rappresentano una notizia che non si può ignorare ma che non vale la pena di caricare con la dimensione dei caratteri e il carico d’inchiostro….
La scelta d’impaginazione della locandina rappresenta con chiarezza la gerarchia dei valori con i quali si danno le notizie. E’ più importante la ruspa che sgombera XM24 che la tragica fine di due lavoratori schiacciati da un TIR sull’autostrada…
L’assuefazione all’orrore delle morti sul lavoro, all’orrore dei migranti che affogano nel Mediterraneo sta producendo a livello diffuso una mutazione antropologica profonda: l’adattamento all’indifferenza e all’accettazione sociale della sofferenza dell’altro. Editor
I membri di Unite, il più grande sindacato del Regno Unito e dell’Irlanda, impiegati da Amnesty International stanno sollecitando l’assemblea globale del movimento che inizierà la sua riunione domani (2 agosto) a Johannesburg, in Sudafrica, a intervenire e mitigare il programma di ridondanza che pianifica l’organizzazione.
All’inizio di questa estate il Segretariato Internazionale di Amnesty International ha avviato un processo di consultazione su un programma di licenziamenti di massa. Allo stato attuale, i tagli previsti avrebbero visto la riduzione di 146 posti e 94 posti di lavoro. L’organizzazione ha attualmente un totale di 755 posizioni.
Unite ritiene che l’entità dei licenziamenti limiterà drasticamente la capacità dell’organizzazione di fornire lavoro critico sui diritti umani e rischi la perdita di competenze e memoria istituzionale.
Lo scopo del programma di ridondanza è quello di colmare un deficit di £ 7,7 milioni nel budget dell’organizzazione. Finora l’alta dirigenza ha rifiutato di prendere in considerazione misure finanziarie alternative per mitigare il numero di licenziamenti obbligatori. Unite ha avanzato proposte per ridurre le spese per l’ampliamento delle riserve dell’organizzazione, per preservare posti di lavoro, ma queste sono state scartate.L’unica opzione che il senior management è stato preparato a prendere in considerazione per ridurre i tagli di posti di lavoro è stata un congelamento volontario del costo della vita proposto che l’aumento del personale dovrebbe ricevere.
Oltre ai tagli di lavoro proposti, i rappresentanti di Unite hanno anche partecipato a trattative con il management sull’attuazione delle raccomandazioni delle revisioni indipendenti seguite ai suicidi l’anno scorso di due membri dello staff di Amnesty Gaetan Mootoo e Rosalind McGregor. La Konterra Review ha rilevato che il 39% del personale ha riferito di aver sviluppato problemi di salute mentale o fisica come risultato diretto del lavoro per l’organizzazione.
Alan Scott, funzionario di coordinamento regionale di Unite, ha dichiarato: “La gestione dell’attuale crisi finanziaria ha dimostrato che poco è stato appreso dal recente tragico passato di Amnesty International.
“L’incontro dell’assemblea globale è un’opportunità fondamentale per una ricerca dell’anima da parte del senior management e per portare la responsabilità all’interno dell’organizzazione.
“Esiste più di una possibile soluzione per ricostruire il budget della segreteria: non deve essere tutto a spese del personale.
“È giunto il momento che il senior management ritorni al tavolo con proposte che vanno oltre il personale che taglia i propri stipendi o i licenziamenti volontari”.
Se non viene intrapresa alcuna azione per ridurre il programma di licenziamenti, Unite prenderà in considerazione tutte le potenziali opzioni, compresa l’azione industriale per salvare posti di lavoro.
ENDS
Note per i redattori:
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Pubblichiamo l’Ordine del Giorno del Gruppo Partito Democratico presentato al Consiglio Regionale Lombardia su Salute e sicurezza sul lavoro
ODG PRESENTATO DAL PD AL CONSIGLIO REGIONALE LOMBARDIA