L’ordine dei Medici di Torino si pronuncia in modo inequivocabile: ancora una volta il Governo della Regione Piemonte si rivela inadeguato a gestire la Sanità?

Fonte Pressenza.com

CONSIDERAZIONI SULLA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE CIRIO

Evocare il rischio di contagio da Covid per ridurre l’assegnazione di migranti al Piemonte è fuorviante e scorretto. Come medici, senza voler entrare nel merito di scelte politiche, ci piacerebbe vivere in una regione che conosce, e ha tra i suoi valori più forti, la solidarietà nei confronti delle persone fragili.

La realtà è che il tasso di positività al Covid tra i migranti è intorno all’1,5%. Ogni migrante che giunge in Italia è sottoposto a tampone e posto in isolamento se positivo e in quarantena se negativo. Prima di essere trasferiti e distribuiti tra le regioni, sono sottoposti a test sierologico. All’arrivo a Torino sono nuovamente sottoposti a tampone e posti in isolamento fino a quando giunge il risultato.

Per tutti questi motivi, i migranti irregolari sono forse le persone più controllate e l’ultimo problema nel contenimento della pandemia. Forse siamo più “pericolosi” noi due, veri piemontesi, che non abbiamo fatto né tampone, né sierologico.

Dott. Guido Giustetto – Presidente Ordine dei Medici di Torino

Prof. Paolo Vineis – Imperial College London

Epidemia COVID-19 Aggiornamento nazionale 28 luglio 2020 – ore 14:00 DATA PUBBLICAZIONE: 31 LUGLIO 2020

FONTE ISS.EPICENTRO

EPIDEMIA COVID-19
Aggiornamento nazionale
28 luglio 2020 – ore 11:00
Nota di lettura: Questo bollettino è prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ed integra dati microbiologici ed epidemiologici forniti dalle Regioni e dal Laboratorio Nazionale di Riferimento per SARSCoV-2 dell’ISS. I dati vengono raccolti attraverso una piattaforma web dedicata e riguardano tutti i casi di COVID-19 diagnosticati dai laboratori di riferimento regionali. I dati vengono aggiornati giornalmente da
ciascuna Regione anche se alcune informazioni possono richiedere qualche giorno per il loro inserimento e/o aggiornamento. Per questo motivo, potrebbe non esserci una completa concordanza con quanto riportato attraverso il flusso informativo del Ministero della Salute che riporta dati aggregati.
I dati raccolti sono in continua fase di consolidamento e, come prevedibile in una situazione emergenziale, alcune informazioni sono incomplete. In particolare, si segnala la possibilità di un ritardo di alcuni giorni tra il momento della esecuzione del tampone per la diagnosi e la segnalazione sulla piattaforma dedicata.
Pertanto, il numero casi che si osserva nei giorni più recenti (Figura 1), deve essere al momento interpretato come provvisorio.
Il bollettino descrive, con grafici, mappe e tabelle la diffusione, nel tempo e nello spazio, dell’epidemia di COVID-19 in Italia. Fornisce, inoltre, una descrizione delle caratteristiche delle persone affette.

IL BOLLETTINO 

Cliniche in rosso in Germania di Franco Di Giangirolamo

Lo scrive Rainer Stadtler sul Suddeutschezeitung di una settimana fa. Uno studio di Roland Berger sostiene che il 57% dei manager intervistati prevede un deficit per il 2020, a causa del corona e che le cliniche con più di 100 letti avranno perdite nella misura del 72%. Motivo: basso tasso di occupazione nei mesi di marzo e aprile. C’è stata una massiccia trasformazione dei posti letto in terapie intensive, che sono molto costose e che sono state utilizzate per il 70%. Soprattutto i grandi ospedali, che si occupano di terapie complesse e costose, hanno annullato o posticipato interventi e il tasso di occupazione dei p.l. è passato dal 90 al 60-70%, con abbattimento delle entrate fatturabili. Hanno ricevuto circa 560 euro al giorno anche per i p.l.
tenuti liberi ma pare che siano insufficienti. I p.l.liberi vengono compensati con un giornaliero che va dai 360 euro ai 760. Solo a fine anno si saprà se sono stati sufficienti. Si pensa che ci vorranno almeno 6 mesi per tornare alla situazione di normalità precedente l’epidemia. Alcuni studi prevedono anni di recessione, a causa di problemi strutturali prepandemia (numero ospedali e tasso occupazione letti) la cui soluzione dovrebbe accelerarsi con gli interventi straordinari (sinergie tra cliniche, aumento assitenza ambulatoriale, digitalizzazione servizi, etc.). C’è soddisfazione nel mondo politico per la tenuta del sistema sanitario in occasione della Pandemia. D’altra parte (nota mia) destinano al settore una quota di PIL relativamente più elevata di molti paesi europei, Italia compresa.

Coronavirus in Germania. L’Istituto Robert Koch avvisa: situazione preoccupante, i tedeschi sono negligenti

Fonte IlMitte.com

Nelle ultime settimane i casi di Coronavirus in Germania sono aumentati al punto da portare il presidente dell’Istituto Robert Koch, Lothar Wieler, a rilasciare dichiarazioni importanti.

“La situazione è preoccupante”, ha comunicato alla stampa il presidente dell’organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive in Germania, direttamente collegata al Ministero Federale della Salute.

Wieler ha inoltre aggiunto: “Siamo nel bel mezzo di una pandemia in rapido sviluppo e questo riguarda il mondo intero”.

Covid19 photo

Non solo focolai, la Germania si sta “rilassando troppo”

Il recente fenomeno dei focolai registrati in Germania motiva in parte l’incremento dei casi degli ultimi giorni, ma questo non esaurisce il fenomeno e lo dice chiaramente la massima autorità in materia del Paese.

L’Istituto Robert Koch, infatti, per bocca del suo presidente, ma anche del suo sito ufficiale (che contiene tutti gli aggiornamenti e che vi esortiamo a consultare), ha parlato anche di un indipendente incremento dei casi nazionali, che sono aumentati stabilmente nelle ultime settimane e in particolare da quando si sono allentate le misure di sicurezza.

Lo scorso martedì, l’Istituto Robert Koch ha segnalato 633 nuovi casi da sommare ai 3611 dei precedenti sette giorni.

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TUC. Rivista Risks .Un blocco anticipato delle attività avrebbe salvato la vita ai conducenti di autobus di Londra.

 n.b. traduzione automatica con google translator )

tratto da RISKS , Newsletter 29 luglio 2020 del sindacato britannico TUC 

Imporre un blocco anticipato in Inghilterra avrebbe salvato la vita dei lavoratori, secondo un rapporto sull’elevato tasso di mortalità nella pandemia di autisti di autobus londinesi  secondo il parere di  un esperto in materia di disuguaglianze sanitarie e sociali. Gli autisti di autobus di Londra da 20 a 65 anni hanno rischiato una probabilità 3,5 volte maggiore di morire per Covid-19 tra marzo e maggio rispetto agli uomini in altre occupazioni in Inghilterra e Galles, ha affermato Sir Michael Marmot dell’Institute of Health Equity (IHE). Il rapporto è stato commissionato da Transport for London tra le maggiori preoccupazioni per la morte dei conducenti di autobus nella capitale. “Guidare un autobus, un pullman o un taxi è tra le occupazioni in prima linea associate all’aumento del rischio di morte per Covid-19. Poiché Londra è stata il primo centro della pandemia, è probabile che l’aumento del rischio tra i conducenti di autobus londinesi sia associato all’esposizione “, ha affermato il professor Marmot. “La nostra ricerca suggerisce esplicitamente che il blocco è stato il principale fattore che ha salvato la vita dei conducenti di autobus. Se il blocco fosse avvenuto in precedenza, probabilmente avrebbe salvato più vite. Per coloro che soffrono di ipertensione, l’esposizione a Covid-19 è particolarmente pericolosa, con ripercussioni sproporzionate sui conducenti delle minoranze etniche. Oltre a ridurre l’esposizione al virus, tutti i conducenti dovrebbero quindi essere sottoposti a screening per i rischi per la salute. ” Il rapporto rileva che le malattie cardiache sono note per essere un pericolo professionale per il conducente di autobus dagli anni ’50. Dieci compagnie di autobus stavano lavorando per TFL all’inizio della pandemia, impiegando circa 30.000 persone, di cui 34 sarebbero morte con Covid-19. Di questi, almeno 29 erano tra i 25.000 autisti di autobus. Il rapporto ha rilevato che potrebbero essercene stati altri due, uno dei quali si è ammalato a febbraio, mentre l’altro è morto a giugno. I risultati non si limitano a Londra. Considerando l’eccesso di mortalità per l’Inghilterra e il Galles nel periodo da marzo a maggio, è stato più elevato ovunque per i conducenti di autobus rispetto alle altre professioni.
Comunicato stampa dell’Institute of Health Equity (IHE) . London Bus Drivers Review , IHE, 2020. Dichiarazione TfL . The Guardian . Stella del mattino .

Pubblicazione Inail.Gestione delle operazioni di pulizia, disinfezione e sanificazione nelle strutture scolastiche

Prodotto editoriale realizzato a supporto dei Datori di Lavoro delle scuole di ogni genere e grado al fine di poter organizzare e gestire la salubrità dei locali scolastici attraverso una adeguata e consapevole organizzazione della pulizia, disinfezione e sanificazione in tempi di normale gestione e di pandemia.

immagine 	Gestione delle operazioni di pulizia, disinfezione e sanificazione nelle strutture scolastiche

La pubblicazione è costituita da una parte generale in cui si riprendono obblighi legislative o indicazioni di norme o linee guida sull’argomento con particolare riferimento alle definizioni di pulizia, disinfezione e sanificazione, ma anche sui dispositivi medici e dispositivi di protezioni individuale, su informazione e formazione, su detersivi, detergenti e disinfettanti e attrezzature per la pulizia e da una parte più specifica in cui si entra nel dettaglio delle sostanze e attrezzature/materiali da utilizzare e una frequenza indicativa delle operazioni che ogni Datore di Lavoro dovrà adattare alla propria organizzazione e realtà scolastica. La parte specifica è poi meglio esplicitata nelle allegate schede distinte per ambiente scolastico (aule, servizi igienici, uffici, palestre e spogliatoi, aree esterne, eccetera).

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2020
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

30 luglio 2020 – Aggiornamento casi Covid-19 Dati aggregati quotidiani Regioni/PPAA – Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità

Nota di Editor.  Un noto  leader politico nel corso di un Convegno celebrato a Roma qualche giorno fa ha affermato: ” La libertà di pensiero è un bene a rischio. I bollettini dei contagi sono terrorismo mediatico”. Riteniamo per davvero che i cittadini meritino rispetto e abbiano diritto ad essere informati con dati reali e non con discorsi deliranti che negano la realtà e i problemi. Per questo, per tutto il mese di agosto e oltre continueremo a diffondere i dati delle curve epidemiche pubblicati dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità. Con buona pace del senatore Salvini e di chi la pensa come lui….

LA SCHEDA30 luglio 2020 – Aggiornamento casi Covid-19 Dati aggregati quotidiani Regioni/PPAA – Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità

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I dati Covid 19 su scala globale

WHO.Rapporti sulla situazione luglio 2020

Rapporto sulla situazione – 192
malattia di Coronavirus 2019 (COVID-19) 
30 luglio 202

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INRS . Francia. COVID-19 et entreprises

Foire aux questions

Quelles mesures organisationnelles mettre en place ? Comment organiser son télétravail ? Quelle protection adopter pour les personnels des commerces et de la distribution alimentaire ?… Voici des réponses aux questions les plus souvent posées en entreprise face à la pandémie de COVID-19.

Une pandémie de COVID-19 en rapport avec le virus SRAS-CoV-2 évolue depuis décembre 2019 à partir de la Chine, et en France depuis fin janvier 2020.

Face à l’épidémie de COVID-19, les ministères en charge de la santé et du travail diffusent régulièrement des messages de prévention à l’attention du public, des voyageurs, des professionnels de santé, des salariés et des chefs d’entreprise et les adaptent à la situation de l’épidémie.

En entreprise, l’employeur devra actualiser son évaluation des risques afin de décider des mesures adaptées à la continuité de l’activité, prenant en compte les consignes sanitaires propres à garantir la santé des salariés.

Lorsqu’un Plan de Continuité d’Activités (PCA) existe, et qu’il est diffusé dans l’entreprise, il peut être judicieux d’y prévoir un chapitre qui rassemblent l’ensemble des mesures adoptées pour garantir la santé et la sécurité des salariés pendant toute la période de son application.

Ce dossier a pour objectif d’aider les acteurs de l’entreprise dans cette démarche.

Après un confinement du 17 mars au 11 mai, les activités ont repris progressivement dans des conditions variables selon les secteurs mais avec toujours les mêmes préconisations de base : respect des mesures barrières et de la distanciation, privilégier le télétravail notamment pour les personnes fragiles, limitation des réunions et des déplacements non indispensables.
Des préconisations pour la reprise d’activité ont été faites par activités (Ministère du TravailHCSP).

Per leggere tutto —-> vai alla Fonte INRS

COR-RENAM Emilia Romagna: AMIANTO – Casi di Mesotelioma Report aggiornato al 30/06/2020

FONTE AFEVAEMILIAROMAGNA

Bologna, 29 luglio 2020

Il responsabile del COR Reggio Emilia – Dr. Antonio Romanelli

Pubblicato il rapporto del COR-RENAM Emilia-Romagna con i dati del Registro Mesoteliomi aggiornati al 30 giugno 2020.

Il rapporto pubblicato, è stato completato con i dati relativi ai singoli territori dell’Emilia-Romagna sulla base di una richiesta della CGIL ER nell’ambito della Cabina di Regia del Piano Amianto.

Leggi il Rapporto del COR-RENAM di Reggio Emilia (dati aggiornati al 30 giugno 2020)

L’analisi dei dati, è stata condotta sui 2.961 casi di mesotelioma maligno incidenti in cittadini effettivamente residenti in Emilia-Romagna alla data della diagnosi.

Il tasso di incidenza regionale per 100.000 abitanti (TIS), calcolato per il periodo 2014-2018 e standardizzato con il metodo diretto con la popolazione italiana 2000, è pari a 3,8 negli uomini e 1,1 nelle donne. Il tasso più alto negli uomini è stato registrato a Reggio Emilia (5,8) e nelle donne sempre a Reggio Emilia (2,3). Sono risultati superiori alla media regionale anche i TIS, per uomini e donne, a Piacenza e Parma  ; per le sole donne a Ferrara e per i soli uomini a Ravenna. La provincia di Rimini registra il tasso più basso per gli uomini (2,7), e quella di Forlì-Cesena il tasso più basso per le donne (0,4).

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Estate e coronavirus: vacanze in sicurezza per bambini e ragazzi Nel nuovo numero di ‘A Scuola di salute’ i consigli degli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

 

Fonte Ospedalebambinogesu

“Estate, tempo di vacanza. Dopo il lockdown si torna gradualmente a vivere la socialità, ma senza abbassare la guardia: il virus SARS COV 2 è ancora in circolazione, in Italia continuano a verificarsi focolai di infezione. In attesa di un vaccino efficace e sicuro in grado di prevenire la malattia COVID-19 (oltre 100 gli studi in corso secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità), per proteggersi è necessario mantenere un comportamento responsabile e rispettare le regole di base: distanziamento fisico, uso corretto delle mascherine, igiene delle mani e controllo dei sintomi respiratori. I consigli degli esperti per un’estate sicura senza rinunciare a stare “insieme” sono raccolti nell’ultimo numero di ‘A Scuola di salute’, il magazine digitale a cura dell’Istituto Bambino Gesù per la Salute, diretto dal prof. Alberto Ugazio.”

” A Scuola di salute “

Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo – 25 luglio 2020

Photostreet  in Berlin – 2017 – foto gierre 
ll Senato berlinese, ha emanato il settimanale controllo dell’epidemia e ha registrato semaforo verde da tutti e tre gli indici utilizzati per valutarne la pericolosità (R=0,89, nuove infezioni, terapie intensive). In poche parole situazione è sotto controllo. Una certa preoccupazione inevitabile per i vacanzieri che rientrano dopo i bagordi delle ferie, per cui controllo in aereoporto (volontario ma se non lo fai vai in quarantena obbligatoria), aperture per le attività sportive, qualche limite per le riunioni e le feste e la rassicurazione dell’esperto dell’SPD relativamente ad una seconda ondata che, coraggiosamente, definisce normale in tutte le epidemie e non una evento eccezionale (vedi paesi asiatici). Si ribadiscono con una certa monotonia le regole di prevenzione.
Mi viene in mente che qui non è mai stato obbligatorio portare la mascherina all’aperto. A parte gli operatori sanitari e sociali, l’obbligo è stato imposto solo quando è stata autorizzata la ripresa delle attività. Imposizione e multe relative che hanno riguardato sia i lavoratori che i cittadini, che si trovano in luoghi chiusi. Per il resto, si è sempre potuto andare a spasso, con i bambini nei parchi aperti, in bicicletta, a correre e fare sport tutte le volte che si voleva, senza dover rendere conto a nessuno e senza mascherina, purchè distanziati e non affollati. Praticamente non esistono luoghi chiusi (trasporti, negozi, ristoranti, uffici, etc.) nei quali si possa stare vicini e senza mascherina allo stesso tempo e la regola funziona anche perchè c’è un controllo, gentile ma fermo. All’aperto è più facile violare le regole ovviamente, sia perchè ci sono ovunque i birichini che credono di saperne una più del diavolo, sia perchè si sprecano gli studi scientifici che rassicurano dicendo che non ci sono evidenze scientifiche che mostrino la utilità della mascherina in luoghi aperti.
Ho concluso il mio rapido memo con una osservazione banale: se per contenere l’epidemia fosse stato così importante ed esiziale l’uso della mascherina anche all’aperto, con poco meno di 4 milioni di cittadini che girano giornalmente nella città, non tutti sempre rispettosi delle regole e del principio di precauzione, in 5 mesi di „troppa libertà per il virus“ e anche con le scuole e asili aperti in gran parte, ci saremmo dovuti aspettare una ecatombe. Viceversa non è successo assolutamente nulla di problematico. Infatti…..semaforo verde decretato dalla pubblica autorità, di concerto con l’autorità scientifica..
Ciò mi permette di concordare con il Prof. Zangrillo che sostiene, in Italia, che distanziamento, igiene e mascherine al chiuso sono sufficienti per la prevenzione (siamo sempre alle ormai plurisecolari norme) e di fara finita con inutili allarmismi!!!
Credo infatti che proseguire col mantra del virus che circola ancora (dall’inizio della vicenda si sa che resterà in giro per anni, anche dopo il vaccino, se e quando mai si troverà), del restare vigili, dell’annuncio permanente della seconda ondata autunnale (ditecelo quando arriva, per favore!), ripetuto ad oltranza prima e dopo i pasti, continuando a scaricare sui cittadini il „peso“ della epidemia, sia oltre che estremamente inutile, anche fortemente dannoso.
Credo che il Governo e i media dovrebbero fare un lavoro ben più serio, che poi sarebbe il loro: il primo verificando se ciò che gli compete, ovvero organizzare il contenimento dei focolai di infezione, si sta facendo per benino (il Dott.Crisanti ne dubita e credo abbia ragione) e magari cominciare a buttare giù un piano di riorganizzazione del sistema sanitario, prima di dire quanto costa e di cominciare a litigare con le Regioni. Sui secondi non mi pronuncio perchè i mali di questo mondo sono notoriamente diagnosticati, gravi e alcuni difficilmente curabili.
Dimenticavo di precisare che il fatto che il Prof. Zangrillo sia il medico di Berlusconi è per me una ulteriore garanzia di qualità.
Mi interesso dei fatti italiani perché pago ancora le tasse in patria e ci ho lasciato tre quarti dei figli e il 100% dei nipoti, e la loro sorte mi preme.

Podcast Diario Prevenzione – 28 luglio 2020 – Puntata n° 72

 

 

 

In questa puntata parliamo di

– Alcune riflessioni sul Convegno “Covid-19 tra informazione, scienza e diritto”. Salvini Sgarbi e altri si esercitano per una narrazione della pandemia che non corrisponde alla realtà. Salvini, proprio nel corso del Convegno che ha avuto la massima copertura mediatica scivola in un paradosso della comunicazione : “La libertà di pensiero è un bene a rischio. I bollettini dei contagi sono terrorismo mediatico”……
– Le priorità di ricerca per mitigare/contrastare gli effetti della pandemia sulla salute mentale della popolazione: il Position Paper britannico
– Brasile, Covid-19: la nuova normalità del nuovo fascismo
– Una ricerca del sindacato turco DISK sugli effetti di Covid-19 sulle condizioni di lavoro e di vita in Turchia
– Ancora morti e gravi incidenti sul lavoro.
– In Brasile si sta compiendo un genocidio”. Lettera di Frei Betto contro Bolsonaro
– Molte altre notizie sulla sicurezza sul lavoro

P.S. Errata corrige: E’ stato Salvini, in questo Convegno, e non Sgarbi a dichiarare “Non metto la mascherina”.

 

 

Inail . Sicurezza Lavoro.Casseforme – Quaderno Tecnico Obiettivo dei Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili è accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili.

Immagine Casseforme - Quaderno Tecnico

Forniscono informative basate su leggi, circolari, norme tecniche specifiche e linee guida utili a individuare e perfezionare metodologie operative per il miglioramento delle misure di prevenzione contro i rischi professionali.
I Quaderni sono rivolti a coloro che operano nell’ambito dei cantieri temporanei o mobili rappresentando un agile strumento sia per l’informazione e la formazione dei lavoratori sia per il miglioramento dell’organizzazione delle piccole e medie imprese.

Prodotto: Opuscolo
Edizioni Inail – 2020
Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Le priorità di ricerca per mitigare/contrastare gli effetti della pandemia sulla salute mentale della popolazione: il Position Paper britannico

a cura di Rita Longo, Dors  che ringraziamo 

 

Introduzione

Il documento proposto è un POSITION PAPER, che individua le priorità per promuovere e proteggere la salute mentale della popolazione, in particolare dei gruppi più fragili, nel post covid19.

Le priorità strategiche derivano da ricerche documentali su studi empirici e revisioni sistematiche, da due survey sulla popolazione realizzate nelle prime settimane della pandemia in Gran Bretagna (marzo 2020), e dalle elaborazioni/analisi di un panel di esperti nazionale (provenienti dall’Accademia delle Scienze Mediche della Gran Bretagna e dell’ente di ricerca sulla salute mentale MQ – Tansforming Mental Health).

Viene proposta una tipologia di ricerca che sia caratterizzata da:

  • standard di elevata qualità
  • collaborazione internazionale e prospettiva globale
  • focus specifico sull’individuazione delle modalità di contrasto dell’impatto che la pandemia ha sulla salute mentale dei gruppi vulnerabili

L’auspicio degli autori è che la strategia delineata dal Position Paper possa essere adottata da ricercatori di vari Paesi, oltre alla stessa Gran Bretagna.

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Brasile, Covid-19: la nuova normalità del nuovo fascismo

 

foto Pressenza.com

Fonte : Pressenza.com

Autore Paolo D’Aprile

Lo sterminio deliberato di una comunità, un gruppo etnico, un popolo intero, per azione diretta od omissione di determinate azioni che potrebbero impedirlo, non fa più parte di una nefasta ipotesi, di un timore precoce determinato dalle parole proferite in comizi di piazza: lo sterminio genocida è la realtà che respiriamo ogni giorno. E adesso non più solamente attraverso le frasi mille volte usate durante la campagna elettorale come una promessa per risolvere i mali della nazione; ora quelle frasi sono divenute politica di governo, azione di Stato. L’autoritarismo fascistoide della nuova economia imposto da un mercato onnipresente, ci obbliga a leggere le statistiche e i numeri con la tipica indifferenza di chi ormai ha tutto si è abituato.

I mille morti al giorno… (in realtà 1200, 1300, 1400… ogni giorno, dai primi di maggio fino ad oggi) ormai sono una innocua nota a piè di pagina. E quando si fa menzione al termine “genocidio” non è certamente per banalizzare una parola che fa rabbrividire, ma per dire le cose come stanno veramente.

I documenti parlano chiaro: gli organi dello stesso ministero della salute, tre mesi fa avvisavano il nuovo ministro (il terzo dall’inizio della pandemia, un generale dell’esercito), sulla carenza delle sostanze necessarie alla fabbricazione dei medicinali fondamentali per il trattamento del Covid. E non solo: i documenti avvisavano la mancanza cronica di apparecchi e l’assenza di una logistica distributiva nel territorio nazionale di medicinali e materiali. I documenti arrivano alla stampa che incalza il ministro: “i responsabili della organizzazione sanitaria sono i singoli municipi e i singoli stati, non è il governo federale, né tanto meno il ministero della salute”.

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Una ricerca del sindacato turco DISK sugli effetti di Covid-19 sulle condizioni di lavoro e di vita in Turchia

 

Fonte il sindacato dei lavoratori DISK 

Durante la pandemia di Covid-19, 13 milioni di lavoratori hanno perso il lavoro, secondo uno studio del Research Center of DISK. Inoltre, secondo l’ampia definizione di disoccupazione, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 39 percento, ha affermato Arzu ererkezoğlu, presidente della DİSK. “Essere sindacalizzati ha limitato il danno creato da Covid-19. È possibile affermare che Covid-19 ha creato danni molto maggiori ai lavoratori che lavorano in luoghi di lavoro non sindacali e non registrati “, ha affermato.

Il modo di lavorare è cambiato

Il lavoro di breve durata, il lavoro da casa e il lavoro alternativo sono diventati molto diffusi poiché il 63 percento dei membri del DISK ha affermato che il loro modo di lavorare è cambiato.  Alcuni lavoratori hanno usufruito di ferie annuali mentre altri sono stati messi in congedo amministrativo a causa di una malattia cronica.
Tra coloro che lavorano nel settore privato, il 76% ha affermato che il loro modo di lavorare è cambiato mentre l’81% delle donne ha dato la stessa risposta.

I lavoratori hanno avuto perdite di reddito

A causa della pandemia, l’orario di lavoro dei lavoratori è diminuito, con conseguenti perdite di reddito.
Tra i partecipanti, il 36 percento ha dichiarato che il proprio reddito è diminuito. Il 47,7 delle donne e il 34,2 per cento degli uomini ha dichiarato di non aver ricevuto lo stipendio completo, gli straordinari o le indennità sociali.

Il 75 percento ha incontrato difficoltà economiche

La pandemia ha causato difficoltà economiche al 75 percento dei lavoratori. Più del 25 percento ha dichiarato che i propri debiti sono aumentati e il 19,4 percento ha dichiarato di non poter effettuare il pagamento minimo per le proprie carte di credito. Inoltre, il 13,7 per cento dei lavoratori ha dichiarato di avere difficoltà a pagare le bollette.

I tempi di lavoro sono diminuiti

I tempi di lavoro dei lavoratori sono diminuiti perché una parte significativa dei posti di lavoro ha sospeso l’acquisto di beni e servizi, causando una riduzione dei tempi di lavoro. Tra tutti i lavoratori, il 41% ha dichiarato che il tempo di lavoro è diminuito. Nel settore privato, era del 51 percento.

Le lavoratrici sono state maggiormente colpite

Lo studio ha scoperto che le donne ricevono salari più bassi rispetto agli uomini, il loro modo di lavorare è cambiato di più e i tempi di lavoro sono diminuiti di più. Mentre il loro tempo di retribuzione è aumentato, il loro carico interno è aumentato.

Il 27 percento dei lavoratori DİSK ha ricevuto indennità

Le pratiche di indennità di lavoro di breve durata e indennità di congedo non retribuite si sono diffuse durante la pandemia. La metà dei lavoratori del settore privato e il 27% dei lavoratori membri del DİSK hanno ricevuto indennità dall’agenzia turca per l’impiego (İŞKUR).

D’altra parte, il 92% dei lavoratori ha dichiarato di non aver ricevuto un’indennità da nessun’altra entità diversa da İURKUR. “La perdita di salari durante l’epidemia di Covid-19 è stata coperta in misura molto limitata dalle indennità di İKUR e dai programmi di assistenza sociale”, afferma il rapporto.

I lavoratori non possono sbarcare il lunario se il loro flusso di reddito viene interrotto

Se il loro flusso di reddito viene interrotto, il 63 percento dei lavoratori può sbarcare il lunario per meno di un mese. Il 29 percento ha dichiarato 1-3 mesi e il 3,8 percento ha dichiarato 3-6 mesi.

Il 40 percento dei lavoratori preferisce alimenti più economici

La pandemia ha anche cambiato le preferenze di spesa dei lavoratori per il cibo. Mentre alcuni hanno preferito prodotti più costosi per motivi di salute, il 40% ha dichiarato di preferire cibi più economici.
Il 29 percento ha dichiarato che loro o i loro amici hanno contratto il virus

Tra tutti i lavoratori, l’1,6 per cento ha dichiarato di aver contratto il coronavirus mentre l’1,9 per cento dei lavoratori del settore privato era infetto. 29,4 dei partecipanti hanno dichiarato che loro o i loro amici hanno contratto il virus.

La produzione è stata interrotta nel 15 percento dei luoghi di lavoro

Il 15,4% dei lavoratori ha dichiarato che la produzione è stata interrotta nei luoghi di lavoro a causa di un caso di coronavirus. Il 7,7 per cento ha dichiarato che il dipartimento del caso è stato chiuso, il 5,8 per cento ha dichiarato che i propri datori di lavoro hanno interrotto il lavoro e 1,9 hanno dichiarato di aver esercitato il loro diritto di evitare di lavorare.

Il 53 percento afferma che le misure non sono adeguate

Il 53 percento dei lavoratori ha dichiarato di aver preso precauzioni contro il virus sul posto di lavoro e durante il tragitto mentre il 47 percento ha dichiarato di aver trovato le misure adeguate.

L’82% ritiene che il proprio lavoro sia in pericolo

L’81,8 percento dei lavoratori ha dichiarato di sentirsi e / o il proprio lavoro in pericolo e quasi l’84 percento ha dichiarato di percepire Covid-19 come una minaccia alla propria situazione economica.

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I risultati della ricerca sul campo sono stati condivisi con la conferenza stampa presso la Camera di medicina di Istanbul, mercoledì 8 luglio 2020.

L’intervento del Segretario generale del Sindacato DISK Arzu Çerkezoğlu, 

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Dopo e accanto alla salute fisica è urgente occuparsi della salute mentale

 

Fonte Dors.it

a cura di Marina Penasso, DoRS

La  SIP (Società Italiana di Psichiatria) ha affermato che, nella fase post Covid, non possa esserci una vera ripresa senza tenere conto della salute mentale e ha altresì denunciato la situazione critica della rete di assistenza, non adeguatamente pronta a fare fronte all’esacerbarsi dei disturbi mentali derivanti dal periodo di lockdown. La situazione che viene prospettata è l’aumento impressionante (si stimano trecentomila pazienti  in più) di persone afflitte da disturbi mentali. Il disturbo più comune è lo stress post-traumatico derivante dai lutti subiti, dal timore di essere colpiti dal  virus ma anche dai danni economici che hanno investito molte persone durante i mesi della pandemia, dall’ansia generalizzata per il futuro e dalla paura della povertà. Molte di queste persone chiederanno aiuto, nel prosieguo, ai servizi di salute mentale; alcuni lo stanno già facendo in questa fase, con un impatto preoccupante e a cui non sarà semplice fare fronte essendo il personale dei servizi di salute sottodimensionato, con un numero sempre decrescente di psichiatri, psicologi e operatori sanitari in grado di curarli. Si teme anche un aumento dei suicidi.

Prima della pandemia erano novecentomila le persone in carico ai servizi di salute mentale: quindi l’aumento prospettato è pari a un terzo. Si rende necessario e urgente un piano concreto che preveda interventi mirati a ridurre questi imponenti numeri.

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WHO.Nuovo laboratorio legale COVID-19 per fornire informazioni legali fondamentali e supporto per la risposta globale COVID-19

Fonte WHO.INT

 

Lanciata oggi, l’iniziativa COVID-19 Law Lab raccoglie e condivide documenti legali di oltre 190 paesi in tutto il mondo per aiutare gli Stati a stabilire e attuare solidi quadri giuridici per gestire la pandemia. L’obiettivo è garantire che le leggi proteggano la salute e il benessere degli individui e delle comunità e che rispettino gli standard internazionali sui diritti umani.

Il nuovo Lab (su www.COVIDLawLab.org ) è un progetto congiunto del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), del Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV / AIDS (UNAIDS) e dell’Istituto O’Neill per la legge nazionale e globale sulla salute presso la Georgetown University.

Leggi ben progettate possono aiutare a costruire sistemi sanitari forti; valutare e approvare farmaci e vaccini sicuri ed efficaci; e applicare azioni per creare spazi e luoghi di lavoro pubblici più sani e sicuri. Fondamentalmente, sono fondamentali per un’efficace attuazione del Regolamento sanitario internazionale dell’OMS: sorveglianza; prevenzione e controllo delle infezioni; gestione di viaggi e commercio; e attuazione di misure per mantenere i servizi sanitari essenziali.

“Le leggi e le politiche fondate su scienza, prove e diritti umani possono consentire alle persone di accedere ai servizi sanitari, proteggersi dal COVID-19 e vivere liberi da stigmatizzazione, discriminazione e violenza”, afferma Achim Steiner, amministratore dell’UNDP. “Il COVID-19 Law Lab è uno strumento importante per la condivisione di buone pratiche su leggi e politiche.”

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USA . “I lavoratori del Meatpacking intentano causa contro l’OSHA, accusando l’agenzia di non averli tenuti al sicuro”

Riassumiamo i contenuti di questo articolo apparso sul Washington Post

Nell’articolo si fa riferimento ai lavoratori di un’azienda della Pennsylvania che lavora e confeziona carni che hanno intentato una causa contro OSHA, l’Agenzia della Amministrazione Federale USA per la salute e la sicurezza sul lavoro. I lavoratori affermano di essere stati messi in pericolo a causa della inazione dell’Agenzia durante l’epidemia di Coronavirus. Questa causa fa parte di una offensiva sindacale che cerca di costringere OSHA e le stesse aziende ad agire con maggiore determinazione perchè siano adottate misure di sicurezza e protezione individuale nel corso della pandemia.La causa, intentata presso il tribunale distrettuale federale in Pennsylvania, si basa su una denuncia che gli avvocati che lavorano per conto dei lavoratori hanno presentato all’OSHA a maggio.
La denuncia ha accusato Maid-Rite di non aver fornito adeguati dispositivi di protezione o distanziamento sociale sulle linee di lavorazione per cui i lavoratori sono stati esposti senza adeguate protezioni al contagio.
Queste cause individuali o di piccolo gruppo servono a sollecitare l’iniziativa che l’Agenzia Osha dovrebbe intraprendere contro l’azienda di propria iniziativa. L’Agenzia OSHA, in ragione anche degli indirizzi del Presidente Trump, è apparsa inerte durate la fase acuta della epidemia di Coronavirus. Per ora, si afferma nell’articolo, i lavoratori non hanno ancora ottenuto risultati nè da OSHA nè dall’azienda.

Landini: agire subito contro gli incidenti sul lavoro

Fonte Collettiva
Presentazione del libro 'Lavorare è una parola' © Marco Merlini Roma, 21luglio 2020 Cgil nazionale Presentazione del libro di Altero Frigerio e Roberta Lisi 'Lavorare è una parola', un alfabeto corale a cinquant'anni dallo Statuto dei lavoratori Nella foto Maurizio Landini
Foto: Marco Merlini

Il segretario generale della Cgil interviene dopo l’ennesima tragedia: “Finito il lockdown si torna a morire nei cantieri. Ora basta: bisogna investire per evitare gli infortuni, intensificare i controlli, applicare le sanzioni”

Per combattere il dramma degli infortuni sul lavoro in Italia non basta più la solidarietà: bisogna agire subito perché non c’è tempo da perdere. A parlare è il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che interviene dopo le tragedie degli ultimi giorni: i due operai morti a Roma per la caduta dall’alto, l’artigiano che ha perso la vita a Bologna. L’ultimo caso proprio oggi, con la morte di un operaio di 56 anni a Favara (Caltanissetta) travolto da un escavatore.

“Il tempo del solo cordoglio è finito, bisogna agire e farlo subito – esordisce Landini -. Non è possibile che appena si riaprono i cantieri si torni a morire e che ci siano lavoratori usciti di casa senza farci più ritorno. Tutto ciò non era accettabile prima del ‘lockdown’, lo è ancor meno oggi”.

“La crisi sanitaria – prosegue il leader della Cgil – sta lasciando il posto a una vera e propria emergenza sicurezza. La ripresa delle attività non può e non deve mettere a rischio l’incolumità di chi lavora”. Sulla sicurezza in particolar “bisogna investire, proprio per evitare gli incidenti e salvaguardare la salute e l’incolumità di operai, trasportatori, edili. Al lavoro vanno garantiti diritti, sicurezza, tutele proprio perché il lavoro non è una merce qualsiasi”.

Per Landini “dovremmo invece essere capaci, tutti, di cogliere la sfida che il coronavirus ha posto”. Occorre dunque ricostruire “un diverso equilibrio e una gerarchia di valori. La vita umana, la centralità delle persone, il lavoro come dignità. È necessario ripartire da qui”. E allora, conclude, “bisogna intensificare i controlli nei luoghi di lavoro, introdurre la patente a punti sulla sicurezza per le aziende e applicare senza se e senza ma le sanzioni penali previste nel nostro ordinamento”.

FRANCIA.INRS. Parchi eolici onshore: prevenzione dei rischi professionali dalla fase di progettazione

 

Progettazione di parchi eolici onshore: quali sono i problemi per la salute e la sicurezza dei lavoratori? Un nuovo opuscolo presenta i punti di vigilanza da prendere in considerazione in fase di progettazione e le relative misure di prevenzione. Spiegazioni degli autori, Annie Chapouthier, responsabile degli studi legali e Sandrine Hardy, esperta di assistenza consultiva all’INRS.

Quali sono i principali rischi professionali nei parchi eolici?

I rischi nel settore dell’energia eolica sono molto diversi. Esistono durante la fase di costruzione del parco, l’assemblaggio di turbine eoliche, ma anche durante il funzionamento. Lo scopo del nostro documento è di incoraggiare i professionisti dell’energia eolica a tenere conto di questi rischi dalla progettazione della flotta, vale a dire dalla fase del progetto. Durante la fase di costruzione, i principali rischi sono legati all’assemblaggio di turbine eoliche, varie operazioni di sollevamento, lavori in quota e coordinamento delle attività sul sito. Le questioni a livello di parco riguardano principalmente la circolazione dei lavoratori, il lavoro isolato e, più in generale, le condizioni di lavoro (condizioni climatiche, accesso a strutture convenienti per i lavoratori, ecc.). Infine, nelle turbine eoliche, i rischi sono diversi. I dipendenti lavorano in spazi ristretti, spesso di difficile accesso. Il rumore, la temperatura e l’illuminazione inadeguata possono essere un grosso problema. Lavorare in quota espone i lavoratori al rischio di cadere. Si trovano inoltre di fronte a rischi relativi alle macchine: rischi meccanici, rischi fisici (elettricità, radiazioni, ecc.), Movimentazione, sollevamento di carichi, ecc.

Parchi eolici onshore: prevenzione dei rischi professionali dalla fase di progettazione Una nuova brochure INRS

UNI ad Amazon: “Non dovrebbe essere necessaria una causa legale per smettere di punire i lavoratori per essersi lavati le mani”

FONTE UNIGLOBALUNION

Questa settimana, i lavoratori di Amazon negli Stati Uniti hanno ottenuto un’importante vittoria dopo che la società ha apportato modifiche alla sua insufficiente politica di sicurezza COVID-19 a seguito della causa intentata a giugno da tre magazzinieri di New York e tre membri della famiglia. Il giorno prima di un’udienza in tribunale prevista per decidere se Amazon dovesse essere immediatamente costretto a cambiare le sue procedure di sicurezza, la società ha annunciato che il tempo libero dal lavoro per lavarsi le mani non sarebbe motivo di disciplina. 

“Non dovrebbe essere necessaria un’azione legale per spostare Amazon per annunciare che non punirà i lavoratori per essersi lavati le mani. Ciò dimostra quanto siano brutali le condizioni di lavoro per i lavoratori del magazzino e la costante pressione durante la pandemia per i lavoratori di mantenere un ritmo inesorabile “, ha affermato Christy Hoffman, segretario generale di UNI Global Union. 

“L’incredibile ricchezza e potere di Amazon sono cresciuti durante la pandemia, ma le condizioni sul lavoro sono migliorate solo quando la società è stata costretta ad agire nell’interesse dei lavoratori”. 

La UNI Global Union e la Retail, Wholesale and Department Store Union (RWDSU), hanno presentato una breve relazione sul caso, sostenendo che, come evidenziato in Italia, Francia, Spagna e altri paesi europei, i sindacati possono e hanno svolto un ruolo cruciale per ritenere responsabile Amazon e altre società e mettere al primo posto il benessere del pubblico.

La causa, intentata il 3 giugno 2020, presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti a Brooklyn, afferma che il magazzino Amazon JFK8, che impiega circa 5.000 lavoratori, era un “luogo di pericolo” mettendo a rischio sia i lavoratori che la comunità.

Ha affermato che Amazon costringe i dipendenti a lavorare a “velocità vertiginose, anche se così facendo impedisce loro di socialmente prendere le distanze, lavarsi le mani e disinfettare i loro spazi di lavoro”. Sosteneva inoltre che gli sforzi della compagnia erano pieni di “intenzionale comunicazione errata con i lavoratori”, “tracciabilità dei contatti sciatta” e distanza sociale poco applicata. I lavoratori che hanno presentato la causa dichiarano inoltre che gli obiettivi di produzione non erano realistici se fossero stati seguiti protocolli di sicurezza adeguati.

Dall’inizio della pandemia, le condizioni in molti magazzini di Amazon non hanno soddisfatto gli standard di base di salute e sicurezza prescritti dall’OMS o dalle autorità nazionali. Mentre la società si sforzava di soddisfare la crescente domanda di consegne, aumentava la velocità e il ritmo del lavoro piuttosto che rallentarlo per consentire il tempo per il lavaggio delle mani e l’allontanamento sociale. Ora, alla luce delle pressioni legali e dell’attività dei lavoratori, Amazon ha detto ai lavoratori di New York che non saranno puniti per aver dedicato del tempo extra per lavarsi le mani.

Newsletter medico legale Inca – Numero 15/2020 – Le malattie professionali nella relazione annuale dell’INAIL

Il 14 luglio u.s è stata presentata la Relazione annuale sull’andamento di infortuni e malattie professionali nel 2019,
Della relazione riprendiamo le parti che concernano le malattie professionali.
In un decennio le patologie denunciate sono risultate in crescita del 40%. I dati del 2019 confermano il progressivo incremento delle denunce di malattia professionale che ha caratterizzato l’ultimo decennio, in seguito alle campagne di sensibilizzazione sulla tutela assicurativa e agli interventi normativi che hanno ampliato l’elenco delle patologie che godono della presunzione legale di origine lavorativa.
Le 61.201 malattie denunciate nel 2019 sono il 2,9% in più rispetto all’anno precedente e oltre il 40% in più rispetto al 2010.
La causa professionale è stata riconosciuta nel 36,7% dei casi , mentre il 2,7% dei casi è ancora in istruttoria.
Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 43.700, il 40,3% dei quali per causa professionale riconosciuta.
I lavoratori con patologia asbesto-correlata sono stati poco più di 1.500, quelli deceduti nel 2019 con riconoscimento di malattia professionale 1.018 (il 24,6% in meno rispetto all’anno precedente), di cui 212 per silicosi/asbestosi.

La Newsletter completa (pdf)

Ancora morti e gravi incidenti sul lavoro.

La tensione per fare fronte alla pandemia Covid-19 ha in qualche modo messo in ombra il fatto che la ripresa delle attività produttive avviene in condizioni di disinvestimento , già in atto da tempo, rispetto alla gestione dei rischi tradizionali per la salute e la sicurezza .

Stefano Fallone e Paolo Pasquali morti in un incidente sul lavoro a Roma

“In questi mesi – scrivono in una nota congiunta il segretario generale della Cgil e della Fillea Cgil di Roma e Lazio Michele Azzola e Benedetto Truppa – c’é stata molta attenzione sul tema della diffusione del Covid19 nei luoghi di lavoro, mentre la riapertura delle attività produttive ha dimostrato quanto denunciamo da anni, ovvero che sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro si è deciso solo di disinvestire. Da quando le attività hanno ripreso a pieno ritmo sono tornati ad aumentare gli infortuni e gli incidenti mortali, calati nei mesi di marzo e aprile solo per effetto del lockdown. Solo nelle ultime settimane, nei cantieri edili del Lazio, hanno perso la vita quattro operai”. “

https://www.romatoday.it/cronaca/operai-morti-roma-20-luglio-2020-incidente-lavoro.html

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INCIDENTI GRAVI

Incidente sul lavoro a Montefelcino, operaio di Porto Recanati ancora grave
E’ stato colpito alla testa da una trave nel Pesarese. L’infortunio avvenuto durante i lavori di smantellamento di una tensostruttura

Porto Recanati (Macerata), 19 luglio 2020 – È ancora vivo, ma sempre in prognosi riservata, L. B., il ragazzo di 24 anni di Porto Recanati rimasto gravemente ferito venerdì mattina in un incidente sul lavoro avvenuto nella zona industriale di Sterpeti, a Montefelcino. Insieme con i colleghi di una ditta della sua città, il giovane, nato a Napoli ma residente a Porto Recanati, si stava accingendo al lavoro di smantellamento della tensostruttura che si trova davanti al capannone della Grossi lamiere, una ditta che è andata in fallimento

https://www.ilrestodelcarlino.it/civitanova-marche/cronaca/incidente-lavoro-ragazzo-porto-recanati-1.5333923

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Incidente sul lavoro a Biassono, uomo colpito da uno stampo d’acciaio

Un uomo di 38 anni è stato portato all’ospedale San Gerardo dopo essere stato colpito sul posto di lavoro da uno stampo d’acciaio, a Biassono: ha perso temporaneamente conoscenza.

https://www.ilcittadinomb.it/stories/Cronaca/incidente-sul-lavoro-a-biassono-uomo-colpito-da-uno-stampo-dacciaio_1364842_11/

“In Brasile si sta compiendo un genocidio”. Lettera di Frei Betto contro Bolsonaro

 

 

Foto Wikimedia

In Brasile si sta compiendo un genocidio”.  Inizia così  la lettera, che pubblichiamo sotto, scritta dal frate domenicano Frei Betto, noto scrittore e teologo della  liberazione,  che definisce un genocidio la morte di migliaia e migliaia di persone, sia per incuria, che per azione e/o omissione deliberata del governo Bolsonaro.

Frei Betto è anche consulente della FAO ed è molto impegnato nei movimenti sociali. La sua vita è un’ attività di lotta intrapresa da anni a favore degli ultimi.

LETTERA AGLI AMICI E ALLE AMICHE ALLESTERO

In Brasile è in atto un genocidio! Nel momento in cui scrivo, 16/07, il Covid-19, apparso qui nel febbraio scorso, ha già ucciso 76 mila persone. I contagi sono quasi due milioni. Domenica prossima, 19/07 arriveremo a 80 mila vittime fatali. E probabile che ora mentre leggi questo appello drammatico, siano già 100 mila.

Quando ricordo che nei vent’anni di guerra del Vietnam, sono state sacrificate 58 mila vite di soldati americani, si fa chiara la gravità di quello che avviene nel mio paese. Questo orrore causa indignazione e turbamento. E tutti sappiamo che le misure di precauzione e restrizione adottate in tanti altri paesi, avrebbero potuto evitare una mortalità così grande.

Questo genocidio non risulta dall’indifferenza del governo Bolsonaro. È intenzionale. Bolsonaro si compiace della morte altrui. Nel 1999, in qualità di deputato federale, durante un’intervista televisiva dichiarò: “attraverso le elezioni, in questo paese, non si cambierà mai niente, niente, assolutamente niente! Potrà cambiare qualcosa soltanto, purtroppo, se un giorno cominceremo una guerra civile,  per completare il lavoro che il regime militare non ha fatto: uccidere per lo meno 30 mila persone”.

Durante la votazione per impeachment della presidente Dilma Rousseff, dedicò il suo voto alle memoria del più noto torturatore dell’Esercito, il colonnello Brilhante Ustra.

È talmente attratto dalla morte, che una delle sue principali politiche di governo è la liberazione del commercio di armi e munizioni. Quando, davanti al palazzo presidenziale, gli venne chiesto come si sentisse in relazione alle vittime della pandemia, rispose: “In questi dati io non ci credo” (27/03, 92 morti); “Tutti noi un giorno dobbiamo morire” (29/03, 136 morti); “E allora? cosa vuoi che faccia?” (28/04, 5017 morti).

Perché questa politica necrofila? Fin dall’inizio dichiarava che l’importante non era salvare vite umane, ma l’economia. Da ciò deriva il suo rifiuto di decretare il lockdown, osservare le indicazioni della OMS e importare respiratori e dispositivi di protezione individuale. É stato necessario che la Corte Suprema delegasse questa responsabilità ai governatori di ogni singolo stato e ai sindaci di ogni città.

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Dedicato agli egoisti, ai pigri e ai senza cuore di casa nostra.Uno scritto molto interessante attribuito ad Anthony Fauci tratto dalla rete.

 

“La varicella è un virus. Molte persone l’hanno avuto, e probabilmente non ci pensano molto una volta che la malattia iniziale è passata. Ma rimane nel tuo corpo e vive lì per sempre, e forse quando sei più grande, si potranno avere episodi dolorosamente debilitanti di fuoco di Sant’Antonio. Non riesci a superare questo virus in poche settimane, senza avere un altro effetto sulla salute.
Lo sappiamo perché è in circolazione da anni ed è stato studiato a livello medico per anni.
Anche l’herpes è un virus. E una volta che lo contrai rimane nel tuo corpo e vive lì per sempre, e ogni volta che sei stanco o stressato avrai una ricaduta. Anche per un semplice evento (foto di scuola, colloquio di lavoro, grande appuntamento) potrai sviluppare i sintomi.
Per il resto della tua vita.
Non lo supererai in poche settimane.
Lo sappiamo perché esiste da anni ed è stato studiato a livello medico per anni.
L’HIV è un virus. Attacca il sistema immunitario e rende il contagiato molto più vulnerabile ad altre malattie. Ha un elenco di sintomi e impatti negativi sulla salute che continuano all’infinito. Ci sono voluti decenni prima che fossero sviluppati trattamenti praticabili tali da permettere alle persone di sopravvivere con una ragionevole qualità della vita. Una volta che lo hai, vive nel tuo corpo per sempre e non c’è cura. Nel corso del tempo, ciò provoca un impatto sul corpo, mettendo le persone che vivono con l’HIV a maggior rischio di patologie come malattie cardiovascolari, malattie renali, diabete, malattie ossee, malattie del fegato, disturbi cognitivi e alcuni tipi di cancro.

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