Emergenza Covid-19: Banca d’Italia, numero test è cresciuto in tutte le Regioni e appare adeguato

Fonte Regioni.it

 

Inail: aggiornati i dati dei contagi sul lavoro

(Regioni.it 3885 – 20/07/2020) “Le strette misure di contenimento adottate in Italia e in molti altri paesi dell’Unione europea tra marzo e aprile hanno permesso di ridurre il contagio da SARS-CoV-2 e di mantenere l’epidemia sotto controllo nella maggior parte della regione anche dopo l’allentamento delle restrizioni” lo scrive la Banca d’Italia nell’Aggiornamento sull’eveoluzione della pandemia Covid-19.
Va però sottolineato che  “Tra maggio e giugno la pandemia ha colpito sempre più altre aree del pianeta, come l’America Latina, il subcontinente indiano e il Medio Oriente” e “il contagio è inoltre ripreso a ritmi elevati nelle zone degli Stati Uniti meno colpite nella prima fase, nelle quali le misure di contenimento erano state meno stringenti o in vigore per un periodo più limitato”.
In generale e “secondo le informazioni disponibili” (caratterizzate da una forte eterogeneità nelle metodologie di rilevazione tra paesi) in questa seconda fase dell’epidemia a fronte di un “aumento più rilevante nel numero di contagi”, si riscontra “una letalità relativamente più contenuta”. Secondo Bamkitalia “Molti fattori potrebbero aver concorso a determinare questa evoluzione, incluse le caratteristiche demografiche dei paesi emergenti principalmente coinvolti in questa fase”.
“L’Italia resta uno dei paesi più colpiti dal contagio in termini di incidenza della mortalità per Covid-19 nella popolazione”, ma “Il rigido lockdown nazionale, in vigore dal 10 marzo al 4 maggio, ha consentito una riduzione del contagio e dei decessi, portando a un progressivo allentamento delle restrizioni”.
“A distanza di due mesi dalle prime riaperture – sottolinea la Banca d’Italia – le evidenze a disposizione sembrano indicare che l’epidemia si è mantenuta sotto controllo, anche se il ritmo di riduzione del contagio è rallentato rispetto al periodo di lockdown e sono emersi alcuni focolai di infezione per ora geograficamente circoscritti”.
Mantenere sotto controllo la diffusione del virus nei prossimi mesi dipenderà – prosegue il rapporto – in misura cruciale dalle politiche di prevenzione, di test e di tracciamento dei contatti.
Rispetto alle diverse polemiche di questi giorni sui test arriva da via Nazionale un riconoscimento rilevante: ‘Il numero dei test in rapporto al contagio è cresciuto in tutte le regioni e appare complessivamente adeguato”.
Persiste però “un’eterogeneità regionale nelle politiche di testing e non è al momento chiaro se tutte le regioni siano dotate di sistemi informativi di sorveglianza adeguati per il monitoraggio e il tracciamento dei contatti per i casi sospetti. Il rischio di ripresa del contagio potrebbe continuare a rimanere elevato in presenza di un’ampia diffusione del virus al di fuori dei confini nazionali”.
Sempre sul fronte dell’emergenza Covid-19 sono stari resi noti dall’Inai i dati sui contagi sul lavoro, rilevati dall’Istituto alla data del 30 giugno: sono 49.986, 965 in più rispetto al monitoraggio del 15 giugno e pari a circa un quinto delle denunce di infortunio pervenute all’Istituto dall’inizio dell’anno. I casi mortali sono 252 (+16), concentrati soprattutto tra gli uomini (82,5%) e nelle fasce 50-64 anni (69,8%) e over 64 anni (19,5%), con un’età media dei deceduti di 59 anni. Prendendo in considerazione il totale delle infezioni di origine professionale segnalate all’Inail, il rapporto tra i generi si inverte – il 71,6% dei lavoratori contagiati sono donne – e l’età media scende a 47 anni. A fare il punto della situazione è il sesto report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, pubblicato oggi insieme alla versione aggiornata delle schede di approfondimento sui casi registrati nelle 19 regioni italiane e nelle due province autonome di Trento e Bolzano, diffuse con cadenza mensile.
Dall’analisi territoriale emerge che più di otto denunce su 10 sono concentrate nell’Italia settentrionale: il 56,2% nel Nord-Ovest e il 24,2% nel Nord-Est, seguiti da Centro (11,8%), Sud (5,7%) e Isole (2,1%). Concentrando l’attenzione sui contagi con esito mortale, la percentuale del Nord-Ovest rispetto al totale sale al 58,3%, mentre il Sud, con il 15,1% dei decessi, precede il Nord-Est (13,1%), il Centro (11,9%) e le Isole (1,6%). La Lombardia è la regione più colpita, con oltre un terzo dei casi denunciati (36,1%) e il 44,8% dei decessi. Nel dettaglio, il 30,2% dei 18.032 contagi sul lavoro denunciati nel territorio lombardo riguardano la provincia di Milano, ma con 32 decessi la provincia di Bergamo conferma il primato negativo per i casi mortali, seguita da Milano (22), Brescia (20) e Cremona (16).
Oltre un terzo dei decessi – conclude l’Inail – è evvenuto in ambito sanitario: Tecnici della salute, medici e operatori socio-assistenziali le categorie più coinvolte.


Aggiornamento sull’evoluzione della pandemia Covid-19

[INAIL] Covid-19, quasi 50mila i contagi sul lavoro denunciati all’Inail. Pubblicate le nuove schede regionali – 20.07.2020

Covid in Puglia, oltre 1200 denunce di infortunio sul lavoro

 

Fonte Covid-19 

La Cgil regionale dà i primi dati sulle denunce di infortunio da virus. Tre quarti sono medici e operatori sanitari. Per ogni informazione e aiuto ci si può rivolgere all’Inca

In Puglia è tempo di bilancio sulla diffusione del contagio tra i lavoratori. Un bilancio pesante, visto che sono già 1.246 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid pervenute all’Inail in regione. 10 con esito mortale. “Ad essere colpiti – si legge nel comunicato della Cgil regionale – soprattutto i lavoratori over 50 con il 41 per cento dei casi, ma il dato eclatante riguarda tecnici della salute, professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, medici e personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, da cui proviene il 73 per cento dei casi”.

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Covid-19, quasi 50mila i contagi sul lavoro denunciati all’Inail. Pubblicate le nuove schede regionali

Fonte Inail.it

Alla data del 30 giugno le infezioni di origine professionale segnalate all’Istituto sono 965 in più rispetto al monitoraggio precedente. I casi mortali sono 252 (+16), concentrati soprattutto tra gli uomini (82,5%) e nel Nord-Ovest (58,3%), con un’età media dei deceduti di 59 anni

Covid-19, quasi 50mila i contagi sul lavoro denunciati all’Inail. Pubblicate le nuove schede regionali

ROMA – I contagi sul lavoro da nuovo Coronavirus rilevati dall’Inail alla data del 30 giugno sono 49.986, 965 in più rispetto al monitoraggio del 15 giugno e pari a circa un quinto delle denunce di infortunio pervenute all’Istituto dall’inizio dell’anno. I casi mortali sono 252 (+16), concentrati soprattutto tra gli uomini (82,5%) e nelle fasce 50-64 anni (69,8%) e over 64 anni (19,5%), con un’età media dei deceduti di 59 anni. Prendendo in considerazione il totale delle infezioni di origine professionale segnalate all’Inail, il rapporto tra i generi si inverte – il 71,6% dei lavoratori contagiati sono donne – e l’età media scende a 47 anni. A fare il punto della situazione è il sesto report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, pubblicato oggi insieme alla versione aggiornata delle schede di approfondimento sui casi registrati nelle 19 regioni italiane e nelle due province autonome di Trento e Bolzano, diffuse con cadenza mensile.

Nell’Italia settentrionale più di otto denunce su 10. Dall’analisi territoriale emerge che più di otto denunce su 10 sono concentrate nell’Italia settentrionale: il 56,2% nel Nord-Ovest e il 24,2% nel Nord-Est, seguiti da Centro (11,8%), Sud (5,7%) e Isole (2,1%). Concentrando l’attenzione sui contagi con esito mortale, la percentuale del Nord-Ovest rispetto al totale sale al 58,3%, mentre il Sud, con il 15,1% dei decessi, precede il Nord-Est (13,1%), il Centro (11,9%) e le Isole (1,6%). La Lombardia è la regione più colpita, con oltre un terzo dei casi denunciati (36,1%) e il 44,8% dei decessi. Nel dettaglio, il 30,2% dei 18.032 contagi sul lavoro denunciati nel territorio lombardo riguardano la provincia di Milano, ma con 32 decessi la provincia di Bergamo conferma il primato negativo per i casi mortali, seguita da Milano (22), Brescia (20) e Cremona (16).

Oltre un terzo dei decessi in ambito sanitario. Circa il 99% delle denunce riguarda la gestione assicurativa dell’Industria e servizi, mentre i casi registrati in Agricoltura, nella Navigazione e nella gestione per Conto dello Stato sono circa 600. Rispetto alle attività produttive, il 72,1% del complesso delle infezioni denunciate e il 26,1% dei casi mortali si concentra nel settore della Sanità e assistenza sociale (che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili), che insieme al settore degli organismi pubblici preposti alla sanità (Asl) porta all’81,2% la quota dei contagi e al 36,6% quella dei decessi avvenuti in ambito sanitario. Seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, alimentari), le attività di alloggio e ristorazione, il commercio e il trasporto e magazzinaggio.

Tecnici della salute, medici e operatori socio-assistenziali le categorie più coinvolte. Con il 40,6% dei contagi denunciati, oltre l’83% dei quali relativi a infermieri, la categoria professionale dei tecnici della salute si conferma la più colpita dal virus, seguita dagli operatori socio-sanitari (21,3%), dai medici (10,5%), dagli operatori socio-assistenziali (8,7%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,7%). L’analisi dei decessi rivela come circa il 40% riguardi personale sanitario e socio-assistenziale. Nel dettaglio, l’11,8% dei casi mortali codificati riguarda i tecnici della salute (il 63% sono infermieri), seguiti dai medici (9,3%), dagli operatori socio-sanitari (8,1%), dagli operatori socio-assistenziali e dal personale non qualificato nei servizi sanitari (4,3% per entrambe le categorie).

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Talco contaminato da amianto ritirato dal mercato, ma solo da quello americano…

 

Fonte   Areaonline.ch

Talco contaminato da amianto ritirato dal mercato, ma solo da quello americano… Una rete di associazioni dei consumatori e delle vittime chiede più trasparenza e più vigilanza dopo le condanne della Johnson & Johnson per il suo Baby Powder. Parola a un esperto

di Claudio Carrer

Perché un prodotto sospettato di essere dannoso per la salute, ritirato dal mercato americano, dovrebbe continuare a essere venduto in altri paesi? È la domanda centrale che diverse organizzazioni italiane e francesi attive sul fronte della difesa della salute hanno posto nelle scorse settimane, attraverso degli appelli, ai rispettivi ministri della sanità, in relazione alla problematica del talco contaminato da amianto. Una problematica nota da decenni e tornata prepotentemente di attualità alcune settimane fa.

Il 19 maggio scorso la Johnson & Johnson (J&J), la più grande multinazionale farmaceutica e di prodotti per la cura personale al mondo, ha infatti annunciato il ritiro dal mercato americano e canadese del suo prodotto più conosciuto: il Baby Powder, “il talco morbido e delicato per il tuo bambino”, recita la pubblicità. E lo stesso hanno fatto e stanno facendo aziende concorrenti. Questo dopo il crollo delle vendite seguito alle numerosissime azioni legali contro la J&J intentate negli Stati Uniti da donne colpite da un cancro alle ovaie o da un mesotelioma (la tipica neoplasia da amianto) che avevano utilizzato per la propria igiene intima questo talco.

In contrasto con una serie di fatti accertati e di condanne giudiziarie, la multinazionale continua a sostenere che non vi è mai stato amianto nel suo talco ed ha annunciato che la vendita del prodotto proseguirà in tutti gli altri paesi. Di qui la preoccupazione e le iniziative dell’Associazione francese delle vittime dell’amianto Andeva (che si è già rivolta con due scritti al ministro della sanità Olivier Véran) e in Italia delle organizzazioni omologhe Aiea ed Afeva e da Medicina Democratica (Md), che hanno presentato una serie di rivendicazioni al ministro Roberto Speranza. A partire da quella per un inasprimento dei controlli dei prodotti importati. Una richiesta che gruppi di consumatori, ricercatori, associazioni di difesa della salute e vittime dell’amianto stanno formulando in tanti altri paesi al mondo.

Il talco è un minerale che si estrae in miniera e che nei giacimenti coesiste con altri minerali, tra i quali vi possono essere anche rocce di serpentino amiantifere. Questa compresenza è nota da molto tempo, come dimostrano dei rapporti interni alla J&J risalenti già agli anni Settanta. Ma nonostante questo, la produzione e la commercializzazione sono proseguite. Ed il rischio perdura. Ancora recentemente delle analisi svolte negli Stati Uniti dalla Fda (Food and drug administration, l’autorità di controllo americana sui prodotti alimentari e sui medicamenti) hanno rilevato dell’amianto crisotilo nel talco J&J Baby prodotto in Cina. È dunque «necessario che tutti i paesi si adeguino e che sia messa in atto un’azione immediata di prevenzione e controllo nei confronti di un prodotto commerciale ritirato dal mercato nordamericano ma ancora in vendita in Europa, Asia, Australia e Africa mentre esistono sostituti naturali sicuri basati per esempio sull’amido di mais», scrivono le associazioni italiane di difesa delle vittime dell’amianto.

Due gravi carenze

A livello europeo sono due le gravi carenze che si riscontrano. Da un lato non ci sono mappature complete della composizione dei depositi di talco, né informazioni sulla presenza di amianto in ogni sito minerario, né indicazioni sui prodotti in commercio che permettano di risalire all’origine del prodotto. Dall’altro le tecniche di analisi standard sono obsolete: per individuare fibre di amianto servirebbe la microscopia elettronica a trasmissione, invece la Farmacopea Europea raccomanda ancora metodi meno sensibili che non la consentono. Di qui le richieste agli Stati di «aggiornamenti sulla situazione di tracciamento e controllo di tutti i prodotti cosmetici e industriali contenenti talco», scrivono Aiea, Afeva e Medicina Democratica, manifestando preoccupazione per le minacce alla salute pubblica derivanti dalla possibile presenza di amianto.

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Esposizione a metalli – Definizione dei valori di riferimento di cromo e nichel urinari e piombo ematico nella popolazione campana

Fonte : Inail.it

L’esposizione a metalli pesanti sia essenziali sia tossici è responsabile di numerose patologie di diversa gravità.

Immaggine Esposizione a metalli - Definizione dei valori di riferimento di cromo e nichel urinari e piombo ematico nella popolazione campana

Essendo molti metalli ubiquitari, la discriminazione tra esposizione professionale e non professionale diventa compito arduo per i professionisti del settore, agevolato dal confronto tra i dati di monitoraggio biologico dei lavoratori a rischio e i valori di riferimento. Poiché l’inquinamento ambientale e le abitudini di vita variano in base all’area geografica, col presente progetto sono stati definiti i valori di riferimento dei marcatori biologici di piombo, cromo e nichel nella popolazione campana.

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2020
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Nuove modalità di accesso alle strutture ospedaliere e di prevenzione del Covid: ecco il modulo e le attività dell’Ausl Romagna

Fonte Ausl  Romagna

 

L’Ausl Romagna è al lavoro per recepire e dare applicazione alle indicazioni dell’ultima ordinanza della Regione Emilia Romagna mirata a prevenire e limitare al massimo la diffusione del contagio da Covid 19.

L’ordinanza regionale prevede che le visite ai degenti in ospedale e agli ospiti di strutture residenziali per anziani e disabili, da parte di familiari o altri soggetti, richiedano la presentazione di un’autodichiarazione che attesti di non essere sottoposti al regime della quarantena o dell’isolamento fiduciario, né di essere rientrati da meno di 14 giorni da Paesi esteri di cui sopra. Ciò a tutela della sicurezza sai di chi è accolto in una struttura e dei relativi operatori, sia di chi vi entra.

Per quanto riguarda le strutture ospedaliere  la Direzione Sanitaria aziendale ha dato disposizione in questo senso a tutti i reparti, che inoltre hanno facoltà di modulare orari e modalità di visita secondo i criteri ritenuti più congrui. Per facilitare l’autocertificazione, è stato quindi predisposto un modulo, che si trova anche qui in allegato scaricabile. Si suggerisce di arrivare alla struttura col modulo già compilato, al fine di limitare le attese. Restano ovviamente immutate le altre misure di sicurezza previste come ad esempio distanziamento, misurazione della temperatura all’ingresso da parte degli steward, igienizzazione delle mani, e si torna a raccomandare alla cittadinanza la massima collaborazione al fine di limitare il più possibile le situazioni a rischio.

Per quanto riguarda la strutture per anziani e disabili, l’autocertificazione si aggiunge alle procedure esistenti, già abbastanza rigide, finalizzate agli accessi e sul rispetto delle quali l’Azienda svolge i necessari controlli.

L’ordinanza prevede poi anche altre misure. Per quanto riguarda l’effettuazione di tamponi nasofaringei ai lavoratori dei settori della logistica e della lavorazione delle carni, l’Azienda sta prendendo contatti con le relative ditte per programmarne l’esecuzione.

Per gli stabilimenti industriali di macellazione presenti nel territorio romagnolo, si sta concordando con le aziende, l’effettuazione del tampone presso le strutture in locali idonei da esse messi a disposizione. Iniziati oggi, gli interventi proseguiranno nella prossima settimana e saranno indirizzati agli operatori dei reparti macellazione e sezionamento. Si può stimare che in Romagna i lavoratori di tali settori siano circa 3.500 con una netta prevalenza della provincia di Forlì-Cesena.

Relativamente alle aziende del settore logistica si sta ricostruendo il quadro dando la priorità alle aziende con un elevato numero di operatori anche da ditte in appalto.

Il Dipartimento di sanità Pubblica dell’Ausl Romagna, attraverso i propri Servizi di vigilanza (Igiene Pubblica, Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro, Sicurezza Alimentare) ha comunque già in atto un piano di controlli sul rischio Covid, al fine di verificare l’applicazione delle già esistenti misure di contrasto del contagio, e diversi controlli sono già stati eseguiti nei comparti logistica e macellazione, oltre che in alberghi, ristoranti e stabilimenti balneari e strutture della grande distribuzione. Controlli effettuati, in molti casi, in collaborazione con altre Istituzioni col coordinamento delle Prefetture.

Relativamente ai cittadini stranieri provenienti da Paesi extra Schengen che rientrano in Italia, il  Dipartimento di Sanità pubblica che riceve la segnalazione, dispone l’isolamento domiciliare e attua la sorveglianza sanitaria  con periodiche telefonate mirate anche a verificarne lo stato di salute. Quelli provenienti da Paesi a maggior rischio, venivano già sottoposti a tampone di screening, misura che sarà ora ampliata, con doppio tampone, a tutti.

Relativamente al rispetto dell’isolamento domiciliare, ci si sta confrontando coi tavoli istituzionali (Prefetture) per verificare controlli più stringenti su queste, così come su tutte le persone in isolamento domiciliare che ora, a livello romagnolo, ammontano a 440 (150 a Rimini, 110 a Ravenna, 110 a Cesena e 70 Forlì).

 

Ultima modifica il Sabato, 18 Luglio 2020 14:17
a cura della AUSL della Romagna

REGGIO EMILIA. PROCESSO MEDICI DEL LAVORO: ASSOLTE CON FORMULA PIENA LE DOTTORESSE MARTINELLI E GUIDI.

17 Luglio 2020

Il 15 Luglio scorso, dopo ben 5 anni, si è concluso il processo contro gli organi ispettivi dei Servizi di medicina preventiva con una sentenza eclatante: il giudice infatti ha stabilito che “il fatto non sussiste” assolvendo con formula piena le dottoressa Marinella Martinelli e Loredana Guidi.

I fatti risalgono al 2015 quanto l’allora Presidente di Unindustria, Stefano Landi, firmò un esposto-denuncia per concussione nei confronti delle operatrici dello Spsal con l’accusa di aver arrecato minacce e danno ad alcuni medici competenti di quella che può essere considerata la più importante agenzia territoriale sui temi della sicurezza: la Check up service.
Un’agenzia che fa capo ad Unindustria, e che si avvale di diversi medici competenti per le ditte più importanti, contando un piccolo esercito di medici competenti che gestiscono la sorveglianza sanitaria per diverse migliaia di lavoratori in provincia di Reggio Emilia.

In campo c’erano gli interessi delle imprese coinvolte, a partire dall’obbligo di denuncia/segnalazione alla Direzione territoriale del lavoro, all’Ausl e all’Inail di malattie professionali riscontrate, laddove non ottemperare a tale obbligo significa compiere un reato penale.

A Reggio Emilia assistiamo alla contraddizione per cui da un lato queste segnalazioni sono pochissime, soprattutto da parte dei medici competenti, e dall’altro arrivano da parte dei lavoratori moltissime denunce di malattie muscolo-scheletriche agli arti superiori. 
Parliamo di circa 11.000 lavoratori e della prima causa in assoluto di malattia di origine professionale a Reggio Emilia come in Italia.

Il dubbio legittimamente sorto è che, dietro la denuncia di concussione a Martinelli e Guidi, ci fosse la volontà di nascondere questa verità, e cioè che sul lavoro ci si ammala spesso.
Anche a 40 anni si può diventare inidonei al lavoro, perché ritmi e carichi di lavoro sono aumentati considerevolmente e gli spazi per il recupero psico fisico sono stati annullati.

In Cgil, e in particolare al Dipartimento salute e sicurezza, si registrano quotidianamente casi di allontanamento dal lavoro senza retribuzione o di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, e quasi sempre i tentativi di reinserimento lavorativo di persone con inabilità non vengono accettate dalle aziende.

Occorre che il medico competente sia slegato dall’impresa e che imprescindibili siano i comportamenti rigorosi e scrupolosi degli operatori dei servizi di prevenzione pubblica.
Si assiste infatti ad un fenomeno che rivela tutta la debolezza di un sistema di prevenzione e di sorveglianza sanitaria che nei fatti è stato privatizzato. Quando un medico competente denuncia troppo viene allontanato e sostituito facilmente.

Ci siamo pertanto meravigliati dell’equidistanza dell’AUSL su questa vicenda, e abbiamo considerato ingiusto l’allontanamento dal servizio ispettivo di operatori esperti e così capaci.

La Cgil infine esprime un ringraziamento per il rigore professionale delle dottoresse Martinelli e Guidi che hanno tenuto alta la bandiera della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

La Segreteria della Camera del Lavoro
Il Dipartimento salute e sicurezza della CGIL di RE

ISS. Epidemia Covid-19 – Aggiornamento nazionale 14 luglio 2020 – ore 16:00

Epidemia COVID-19 Aggiornamento nazionale 14 luglio 2020 – ore 11:00 DATA PUBBLICAZIONE: 17 LUGLIO 2020

 

Nota di lettura:

Questo bollettino è prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ed integra dati microbiologici ed epidemiologici forniti dalle Regioni e dal Laboratorio Nazionale di Riferimento per SARSCoV-2 dell’ISS.   I dati vengono raccolti attraverso una piattaforma web dedicata e riguardano tutti i casi di COVID-19 diagnosticati dai laboratori di riferimento regionali. I dati vengono aggiornati giornalmente da ciascuna Regione anche se alcune informazioni possono richiedere qualche giorno per il loro inserimento. Per questo motivo, potrebbe non esserci una completa concordanza con quanto riportato attraverso il flusso informativo della Protezione Civile e del Ministero della Salute che riportano dati aggregati. I dati raccolti sono in continua fase di consolidamento e, come prevedibile in una situazione emergenziale, alcune informazioni sono incomplete. In particolare, si segnala la possibilità di un ritardo di alcuni giorni tra il momento della esecuzione del tampone per la diagnosi e la segnalazione sulla piattaforma dedicata. Pertanto, il numero casi che si osserva negli ultimi due giorni (Figura 1), deve essere al momento interpretato come provvisorio. Il bollettino descrive, con grafici, mappe e tabelle la diffusione, nel tempo e nello spazio, dell’epidemia di COVID-19 in Italia. Fornisce, inoltre, una descrizione delle caratteristiche delle persone affette.

IL BOLLETTINO ISS 14 luglio 2020

GB. I sindacati denunciano: la guida del governo Jonshon sulla ripresa del lavoro rispetto a Covid-19 è confusa e pericolosa…

 

Fonte The Guardian

Dirigenti aziendali e sindacati hanno detto a Boris Johnson che rischia di diffondere confusione facendo decidere ai datori di lavoro quando riportare il loro personale negli uffici e in altri luoghi di lavoro.
Frances O’Grady, segretario generale del TUC , ha affermato che riaprire l’economia è vitale per proteggere i posti di lavoro a lungo termine, ma che il ritorno al lavoro deve essere gestito in modo graduale e sicuro. “Il governo sta passando la mano su questa grande decisione ai datori di lavoro”, ha detto.

“Tornare al lavoro in sicurezza richiede un sistema di test e tracciamento NHS ( del Servizio Sanitario Nazionale) funzionante. Tuttavia, i progressi su test e tracce sono ancora irregolari e il governo si sta ancora rifiutando di sostenere i lavoratori che devono autoisolarsi aumentando la retribuzione per malattia a partire da soli £ 95 a settimana a un tasso su cui le persone possono vivere ”.

L’ARTICOLO COMPLETO  THE GUARDIAN

Safety Gate: Sistema di allarme rapido per prodotti non alimentari pericolosi – Rapporto settimanale

 

Fonte : Rapid Alert System for dangerous non-food products: weekly report – 17-07-2020

Il sistema Rapex della Commissione Europea segnala i prodotti ritirati dal mercato perchè pericolosi per la sicurezza e la salute dei consumatori. Anche questa settimana vengono segnalate mascherine fuori standard,  qualche cosmetico e giocattoli.

Numero di avviso:  A12 / 01026/20       
Categoria:  equipaggiamento protettivo
Prodotto:  maschera filtro antiparticolato
Marchio:  Isu
Nome:  maschera protettiva monouso
Tipo / numero di modello:  ISU-001
Codice a barre:  sconosciuto
Numero di lotto:  Data di produzione: 2020.04.20, Numero di lotto di produzione: 2020.07
Falso :  NO
Tipo di rischio:  rischio per la salute / altro
Il prodotto ha un marchio CE ma non è certificato come equipaggiamento protettivo da un ente competente. Inoltre, la ritenzione di particelle / filtri del materiale è insufficiente (valore misurato ≤ 88%), i cavi elastici della maschera si staccano facilmente e la maschera non si adatta correttamente al viso portando a una capacità di filtrazione totale insufficiente (valore medio misurato ≤ 39%).
Di conseguenza, una quantità eccessiva di particelle o microrganismi potrebbe passare attraverso la maschera, aumentando il rischio di infezione se non combinato con ulteriori misure protettive. / Il prodotto non è conforme al regolamento sui dispositivi di protezione individuale.

Misure ordinate dalle autorità pubbliche (a: Altro): importazione respinta alla frontiera

Descrizione:  Maschera mezza facciale di filtrazione respiratoria protettiva secondo EN 149.
Descrizione dell’imballaggio:  Il prodotto è venduto in una scatola di cartone bianca e blu contenente 50 pezzi.
Paese di origine:  Repubblica popolare cinese
Segnalazione presentata da:  Belgio
Tipo di avviso:  grave
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Newsletter Inca n° 14 /2020 – EUROGIP: la tutela del Covid-19: confronto europeo

Numero 14/2020

Eurogip ha appena pubblicato un confronto sui sistemi di riconoscimento dei casi da Covid-19 in 8 paesi europei.

Questo confronto presenta degli spunti interessanti per la nostra attività di tutela.

Sicuramente anche se ad oggi nessun ente assicuratore ha adottato un sistema derogatorio per la presa in carico di questa patologia tale da  permettere un riconoscimento automatico sulla base di dati semplificati, pur tuttavia tutti hanno definito le condizioni per il riconoscimento dei casi di Covid-19.

Così la maggior parte degli Enti assicuratori previlegiano la presa in carico del personale impiegato nel settore della sanità ed assimilati ma anche dei lavoratori esposti per contatto con il pubblico, mentre per le altre categorie  il riconoscimento è legato alla possibilità di provare il legame  fra la patologia  e l’attività principale svolta.

Nella maggioranza dei paesi la malattia da Covid  viene assunta nell’ambito della tutela delle malattie professionali, solo la Danimarca prevede un doppio binario come infortunio se la durata dell’esposizione a rischio è inferiore ai 5 giorni o se si tratta di un episodio unico e ben identificabile, tutti gli altri casi sono presi in carico come malattie professionali.

Tutti gli Istituti Assicuratori hanno definito un elenco di professioni e di mansioni per le quali vige la presunzione legale di origine o l’ascrivibilità alle tabelle di legge.

Si tratta di elenchi anche molto diversi fra di loro ma che possono rappresentare un utile spunto nell’attività di tutela. Vediamo alcun esempi significativi:

Germania: il personale che lavora nel settore della sanità, nel settore sociale o in un laboratorio per cui è stato particolarmente esposto al rischio d’infezione  rientra nella voce tabellare BK 3101 (malattie infettive).

Questo personale è ritenuto esposto ad un rischio infettivo maggiore di quello della popolazione generale.

Inoltre la DGUV indica come figure a rischio da tenere sotto osservazione il personale impiegato  nelle biotecnologie, nelle stazioni di depurazioni e trattamento delle acque.

Belgio: l’Ente assicuratore  distingue due categorie professionali: la prima è quella del personale esposto ad un maggior rischio. Rientrano in questa categoria  quanti lavorano  nel settore delle cure e della sanità (personale medico, paramedico, addetto alla logistica ed alle pulizie, allievi e studenti compresi quelli in stage). Ma un maggior rischio lo corrono, secondo l’Ente belga, anche chi svolge attività quali il trasporto dei malati, il personale dei centri di triage, il personale impiegato nella diagnostica (esami strumentali e prelievi) in pazienti Covid, i  lavoratori dei laboratori dove pervengono campioni clinici di casi sospetti o confermati di Covid.

Danimarca: l’Istituto assicuratore danese ha inserito nella sua statistica dei casi di Covid segnalati e riconosciuti anche i casi di allergie e sensibilizzazioni dall’uso di DPI e prodotti per la sanificazione ed igienizzazione.

Tutta la documentazione citata può essere richiesta alla Consulenza Medico-Legale Nazionale via e-mail all’indirizzo m.bottazzi@inca.it   d.cupellaro@inca.it

Ignoranze pericolose

il riposo del mimo

Per le vie di Berlino – Photostreet – foto di gierre 

 

di Franco DiGiangirolamo 

Non c’è dubbio che i decessi (di o da) Covid sono un argomento che si tratta malvolentieri. Se mi soffermo è perchè le conclusioni della Commissione Regionale Lombarda sul caso Trivulzio, il frasario che ha imperversato sui social e le tesi del capo della AfD,partito di destra con non pochi deputati nel Bundestag, hanno provocato un cortocircuito nei miei pochi neuroni funzionanti, al punto che “se non mi sfogo in qualche modo, scoppio“.
L’affermazione della Commissione secondo la quale il coronavirus avrebbe accelerato per alcuni pazienti processi degenerativi già in stato avanzato, ancorchè basata su una verità incontestabile, la classificherei tra le scoperte inutili che, tuttavia, se vengono strombazzate con la delicatezza di un rinoceronte, alludono ad una deresponsabilizzazione del virus nei confronti di una persona che era già incamminata verso “l’al di là.“. Non so se si voleva manifestare un intento “consolatorio“, ma sono convinto che l’affermazione, oltre che inutile, nella sua ridondanza si è manifestata, purtroppo, anche dannosa.Vorrei
annoverare questo caso, mettendolo da parte, nel quadro del modello comunicativo sulla crisi pandemica che i posteri avranno modo di valutare freddamente e che io trovo (ma guai a dirlo !!) uno dei punti più critici della gestione politica italiana della Pandemia.

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Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche, Produttive e Ricreative della Conferenza delle Regioni e delle province autonome del 14 luglio 2020 in G.U

Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche, Produttive e Ricreative della Conferenza delle Regioni e delle province autonome del 14 luglio 2020

Nuovo coronavirus SARS-CoV-2
Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche,
Produttive e Ricreative

IL TESTO

Regione Emilia-Romagna. Aggiornamento sui provvedimenti Covid-19

Nuovo Il Decreto del presidente della Giunta Regionale n. 144  del 13 luglio 2020 (pdf, 181.6 KB) dispone, a partire dal 14 luglio 2020, tamponi per tutti i lavoratori della logistica e della lavorazione carni. Doppio tampone per chi arriva dai Paesi extra Schengen. Più controlli per garantire il rispetto dell’isolamento fiduciario, autodichiarazione per le visite in ospedale e nelle strutture per anziani e disabili.

Nuovo Il Decreto del presidente della Giunta Regionale n. 137 del 3 luglio 2020 (pdf, 399.7 KB) ha aggiornato dal 4 luglio le disposizioni in merito agli spostamenti in auto, vacanze di gruppo per ragazzi tra i 3 e i 17 anni, giochi di carte e quotidiani nei bar, uso delle saune. Ha adottato infine le linee guida per gli eventi fieristici a partire dal 15 luglio.

E’ disponibile online Salute e Lavoro – n° 7 luglio 2020

 

E’ disponibile online il numero 7 – luglio 2020 – del periodico Salute e Lavoro

Scarica Salute e Lavoro in formato digitale 

Dal Sommario

3- editoriale No lotta? No lavoro!
4- Un governo di semplice facciata
4- Un operaio vive 5 anni in meno di un dirigente
7- Il virus è di classe. Si allargano le differenze sociali
8- La scuola scialuppa
9- Autonomia differenziata. Il silenzio interessato
SANITA’
10- Ecco la sanità nel Lazio
12- “Era solo vento; non abbiamo portato salvezza al Paese”
13- Gualtieri: con il MES, non un euro in più per la sanità
14- Vaccinazione antinfluenzale. Utile o dannosa?
16- Personale della sanità pubblica sempre più precario
17- Giovani medici contro politica inappropriata
18- Campania: la salute mentale torna in manicomio
19- Come aderire a Medicina Democratica Onlus
20-Lettera da Bergamo. La sanità in Italia
21- Siamo stanchi. Lettera di un’infermiera

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Piano nazionale della prevenzione degli effetti del caldo sulla salute – Programma attività estate 2020 in relazione all’epidemia COVID-19

FONTE MINISTERO SALUTE 

A cura di Ministero della Salute

2020

Abstract

La pianificazione delle attività di prevenzione, quest’anno, è particolarmente rilevante in relazione all’epidemia COVID-19 e alla sua evoluzione nei prossimi mesi.

Periodicità annuale

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CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME.LINEE DI INDIRIZZO SICUREZZA E SALUTE NEI CANTIERI DI OPERE PUBBLICHE IN EMERGENZA COVID-19 – Prime indicazioni operative

CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

LINEE DI INDIRIZZO

SICUREZZA E SALUTE NEI CANTIERI DI OPERE PUBBLICHE IN EMERGENZA

COVID-19 – Prime indicazioni operative

Le presenti linee di indirizzo, recanti “SICUREZZA E SALUTE NEI CANTIERI DI OPERE PUBBLICHE IN EMERGENZA COVID-19: prime indicazioni operative” elaborate nell’ambito di ITACA, Istituto per l’innovazione e la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale, organo tecnico delle Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in materia di contratti pubblici, sono il frutto del prezioso contributo di esperti delle regioni, con la fattiva collaborazione delle istituzioni pubbliche competenti, degli ordini e collegi professionali e delle parti sociali.
Il documento è stato approvato dalla Commissione infrastrutture, mobilità e governo del territorio il 16 giugno 2020 e dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nella seduta del 18 giugno 2020.

IL DOCUMENTO (pdf)

Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. Lavore ai tempi del Covid-19 . Il rischio contagio tra gli occupati italiani

Riteniamo utile diffondere questo studio della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro che ringraziamo. Editor

LAVORARE AI TEMPI DEL COVID-19
Il rischio contagio tra gli occupati italiani

Premessa………………………………………………
1. Le professioni a rischio contagio: sanitari e lavoratori a contatto con il pubblico le più esposte..
2. La diffusione del rischio tra i lavoratori.
3. I fattori di rischio
Nota metodologica
Appendice

IL DOCUMENTO ( pdf ) 

E se Covid-19 fosse trasmesso per via aerea?

FONTE PSINTERNATIONAL

Quanto è significativa la trasmissione aerea del virus che causa Covid-19? Questa domanda ha infastidito scienziati, operatori sanitari e pubblico dall’inizio dell’epidemia globale nel gennaio 2020.

Il dibattito sulla trasmissione aerea di Covid-19 si è intensificato all’inizio di luglio quando 239 scienziati di 32 paesi hanno lanciato un “appello aperto alla comunità medica e agli organi nazionali e internazionali competenti a riconoscere il potenziale di diffusione nell’aria di Covid-19”.

Pochi giorni dopo, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha aggiornato il suo brief scientifico del 29 marzo intitolato “Modalità di trasmissione del virus che causa Covid-19: implicazioni per le raccomandazioni di precauzione per la prevenzione e il controllo delle infezioni (IPC)”. Questo dibattito non è solo una tempesta in una tazza da tè scientifica. Ha implicazioni politiche molto importanti per le misure di infezione e protezione, comprese quelle per salvaguardare la sicurezza e la salute degli operatori sanitari.

In termini pratici per gli operatori sanitari, ciò implicherebbe l’uso di dispositivi di protezione individuale, compresi i respiratori, preferibilmente alle maschere mediche.
La prima guida dell’OMS sulla malattia fu la “Prevenzione e controllo delle infezioni durante l’assistenza sanitaria quando un nuovo coronavirus (nCoV) Si sospetta infezione ”documento rilasciato il 25 gennaio. È stato adattato dalla precedente guida per la prevenzione e il controllo delle infezioni (IPC) sviluppata per affrontare l’infezione da coronavirus (MERS-CoV) della sindrome respiratoria del Medio Oriente. Ha posto l’accento sulle precauzioni di contatto e delle goccioline.

Una lettera aperta è stata immediatamente emessa da Global Nurses United, firmata dai sindacati delle infermiere, comprese le affiliate PSI. La lettera sottolineava che la guida non era all’altezza di ciò che era necessario per proteggere la vita di infermieri e altri operatori sanitari. Considerando il fatto che molte cose sono rimaste sconosciute sul virus e sulle sue modalità di trasmissione, hanno chiesto “l’implementazione di precauzioni per via aerea quando gli operatori sanitari si prendono cura di pazienti con possibili infezioni del 2019-nCoV”.

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Travail & Sécurité : numéro de juillet-août 2020

 

 

Evaluer en interne les risques psychosociaux
Le numéro 817 du magazine Travail & Sécurité vient de paraître. Le dossier du mois aborde la question de l’évaluation des risques psychosociaux. Au sommaire également une rubrique consacrée au COVID-19, un entretien avec Julie Gauthier, directrice de l’association Amicial d’intervenants à domicile ou encore un reportage en images sur la société Paprec Chantiers spécialisée dans le recyclage.
Le numéro 817 de Travail & Sécurité daté de juillet-août 2020 est en ligne.

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Riflessioni sul Protocollo del 24 aprile tra responsabilità e contrattazione collettiva a cura di Stefano Biosa (Filcams Bologna) insieme agli Avvocati e Andrea Gaddari e Bruno Laudi.

 

Le riflessioni che seguono hanno per oggetto il  “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid 19 negli ambienti di lavoro” del 24 aprile 2020, sotto il triplice profilo dei rapporti con la contrattazione collettiva, della funzione dei rappresentati dei lavoratori all’interno dei comitati, nonché della responsabilità penale dei membri dei comitati stessi.

LEGGI L’ARTICOLO ALLA FONTE SU INCHIESTAONLINE

Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo 08 luglio 2020

 

 

Foto Street . Graffiti in Berlin – 2017 – foto gierre 

 

LUGLIO TRISTE A BERLINO.

Sarà perchè il clima è molto nuvoloso, perchè con 14 gradi e i piumoni ancora in servizio si pensa all’inutile cambio estate-inverno, perchè la „ripresa“ del terziario è abbastanza zoppa, o forse perchè le gambe faticano a trascinarmi nella ennesima passeggiata attraverso la città, ma Berlino mi sembra una
vecchia signora, sempre molto bella, ma stanca e con gli occhi malinconici.
La West Side Gallery senza le centinaia di turisti che in tutte le stagioni cercano una prospettiva adeguata per fotografarsi accanto al famoso „muro dei graffiti“ ,o alle Trabant sistemate a bella posta per per sollecitare „Ostalgie“, si riduce a semplice elemento di contrasto con il restyling edilizio della zona,tutto vetro e cemento, che fa incazzare gli autoctoni (veri berlinesi dell’ex Est) e consente agli
immobiliaristi di farsi il „naso d’oro“.
Le stazioni principali, tra le ferie dei tedeschi e le non ferie degli stranieri, non pullulano di trolley multicolore nè risuonano del chiacchiericcio divertito delle greggi turistiche e sembrano tutte sintonizzate sulla fase „5 minuti prima della chiusura delle attività commerciali“. Queste ultime poi, quando non sono chiuse, sono indaffarate ad esibirsi in ogni modo e ad offrire sconti e opportunità ad una rara clientela che si ferma solo se non ha una buona combinazione dei mezzi per tornare a casa.
Più penosi sono i due grandi supermarket Kadewe (Kaufhaus des Westens) e Galeria, rispettivamente vetrine del consumismo dell’ex Berlino Ovest e dell’ex Berlino Est. Oltraggiosamente lussuoso il primo (mi fa l’effetto di un espresso con 5 cucchiaini di zucchero) e più medio borghese il secondo, già mete inserite nei pacchetti turistici e nei piani di viaggio di quasi tutti coloro che „passano per Berlino“, dovendosi accontentare della domanda locale, sembrano cattedrali nel deserto, anche se il primo ci tiene ad esibirsi ancora con i suoi paggetti in livrea, benché costretto (orrore!)a proporre sconti benchè su prodotti da design.
Le piazze non sono più allegre. Tutte con resort che, causa distanziamento, hanno dovuto triplicare la superficie coperta dai tavoli. Solo Breitscheidplatz non può essere più triste del solito perchè già abbruttita orrendamente dalle „difese antiterrorismo“ installate dopo l’attentato di Natale di tre anni fa che, oltre ad essere totalmente inutili (la probabilità di un secondo attentato con gli stessi mezzi nello stesso luogo è pari a quella che io venga assunto in cielo alla destra di dio padre onnipotente) sono un test sull’infantilismo psichico dei decisori, che mi auguro non siano architetti.

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Era solo vento; non abbiamo portato salvezza al Paese”

 

Autore: Francesco Domenico Capizzi * – 08.07.2020

“L’Uomo crea l’Universo attorno a sé con il lavoro. Ricordati dello sguardo che tu gettavi sui campi dopo una giornata di raccolto. Come era diverso dallo sguardo del passante per il quale i campi non sono che un fondale!” (S. Weil, Quaderni, G. Gaeta, vol. I, pag.127, Adelphi 1982). Infinità di strumenti mediatici, ritenuti o percepiti e divenuti indispensabili, invadono tutti gli spazi possibili e immaginabili, tradotti in film, fotografie, interviste, osservazioni, numeri, grafici, impressioni e previsioni, pareri e proclami in nome di una scientificità a volte, e spesso, deformata e violata, aggiornamenti in tempo reale, non senza contraddizioni, sulla pandemia, le sue conseguenze socio-sanitarie e i possibili rimedi strutturali e organizzativi presenti e futuri…Ora, almeno momentaneamente, trascorso il periodo emergenziale virale, da più parti emersa la necessità di  potenziare il Servizio sanitario pubblico, sarebbe opportuna una riflessione diversa dallo sguardo del passante per rivisitare le fondamenta su cui poggia il nostro Sistema sanitario, riesaminarne funzioni e disfunzioni, insufficienze e inadeguatezze e nel medesimo tempo combattere le origini delle grandi classi di malattie (neoplasie, processi degenerativi, cirrosi, obesità, virosi, demenze) per riorganizzarsi, evitarle fin dal nascere, prevenirle e poterle curare nelle fasi iniziali. Ecco, sono questi i campi di lavoro ben differenti dai fondali della pubblicistica d’occasione. 

Dal 1994 il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) assume il carattere aziendale con l’intento di imprimervi efficienza e risparmio mediante un sistema dualistico:

a-     Aziende Sanitarie Locali (ASL) con prestazioni territoriali di igiene-sicurezza e diagnostico-terapeutiche di base e con prestazioni complesse da acquistare dalle Aziende Ospedaliere (AO) avvalendosi di finanziamenti statali-regionali proporzionati al numero di cittadini residenti secondo la quota capitaria di lire 1.550 annue, oggi di euro 2.000;

b-     Aziende Ospedaliere (AO) che offrono prestazioni complesse alle ASL secondo la remunerazione dei DRG (Diagnosis Related Groups) utilizzati dalle assicurazioni USA per gli emolumenti di ogni singolo trattamento.

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Podcast Diario Prevenzione – 8 luglio 2020 – Puntata n° 71

In questa puntata parliamo di

– Effetti della pandemia Covid-19 sul lavoro sulle organizzazioni sociali ed economiche :
1) Un nuovo rapporto di ricerca scopre la rete di subappalti, sotto la copertura della pandemia si intensificano le forme di sfruttamento nel trasporto stradale europeo.
2) La posizione del Sindacato tedesco Ver.di per la riqualificazione del sistema di pulizie negli ospedali.
3) ILO. Covid19 e il mondo del lavoro . Stime ed analisi aggiornate 30 giugno 2020
4) USA. Il confezionamento della carne è quasi normale, ma i lavoratori stanno ancora affrontando COVID-19
5) OMS. Report del 4 luglio 2020 su andamento della pandemia coronavirus
6) Uniti nelle bufale: La disinformazione sul coronavirus raccontata da cinque fact-checker europei
E … molte altre notizie e riflessioni sul diritto alla salute al tempo del Covid-19