It’s looking a lot like …? pic.twitter.com/HHtIy5T0jm
— safetyphoto (@safetyphoto) May 28, 2020
Non c’è bisogno di commenti……
Selezione di notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
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Non c’è bisogno di commenti……
Segnaliamo il Report della Ricerca dell’Istat su comportamenti e percezioni dei cittadini in pieno lockdown. |
FONTE ISTAT
FONTE PROTEZIONCIVILE
Continua l’impegno del Dipartimento nelle attività di coordinamento di tutte le componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile.
In particolare, nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul nostro territorio, a oggi, 27 maggio, il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 231.139, con un incremento rispetto a ieri di 584 nuovi casi.
Il numero totale di attualmente positivi è di 50.966, con una decrescita di 1.976 assistiti rispetto a ieri.
Tra gli attualmente positivi, 505 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 16 pazienti rispetto a ieri.
7.729 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 188 pazienti rispetto a ieri.
42.732 persone, pari all’84% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 117 e portano il totale a 33.072. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 147.101, con un incremento di 2.443 persone rispetto a ieri.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 24.037 in Lombardia, 6.464 in Piemonte, 3.998 in Emilia-Romagna, 2.287 in Veneto, 1.460 in Toscana, 1.269 in Liguria, 3.488 nel Lazio, 1.450 nelle Marche, 1.146 in Campania, 1.513 in Puglia, 477 nella Provincia autonoma di Trento, 1.318 in Sicilia, 356 in Friuli Venezia Giulia, 866 in Abruzzo, 171 nella Provincia autonoma di Bolzano, 32 in Umbria, 215 in Sardegna, 27 in Valle d’Aosta, 190 in Calabria, 166 in Molise e 36 in Basilicata.
Riportiamo questa dichiarazione della Segretaria generale del Sindacato inglese Frances O’Grady che ci offre la dimensione degli impatti sociali che potrà avere il programma di test e tracciamenti Covid-19 ,proposti dal Servizio Sanitario Nazionale inglese, sui lavoratori che saranno testati positivi e posti in autoisolamento. |
Frances O’Grady Segretaria generale TUC ( FOTO Wikipedia )
Commentando il lancio (mercoledì) del programma dei test e dei tracciamenti del Servizio Sanitario Nazionale NHS, il segretario generale della TUC, signora Frances O’Grady, ha dichiarato:
“Abbiamo bisogno di un programma di test e di tracciamenti attivo e operativo il più presto possibile.
“Ma non sarà efficace se i lavoratori vengono messi in difficoltà quando devono autoisolarsi.
“La retribuzione per malattia obbligatoria è di soli £ 95 a settimana – e due milioni di lavoratori non ne hanno nemmeno diritto.
“Se i lavoratori non possono permettersi l’auto isolamento, saranno costretti a continuare a lavorare. Ciò metterà a rischio loro, i loro compagni di lavoro e la loro comunità locale e minerà l’intero programma di test e rintracciabilità.
“Il governo deve estendere la retribuzione per malattia a tutti – indipendentemente da ciò che viene pagato – e portarla al livello del salario reale, £ 260 a settimana. E il regime di sostegno al reddito autonomo deve rimanere in atto come fonte di sostegno finanziario per coloro che sono costretti a isolarsi autonomamente. Ecco come dimostrare che siamo davvero tutti insieme. “
Infine essa ha aggiunto:
“Se un lavoratore ( di una scuola o di una struttura per l’infanzia. ndr) risulterà positivo, l’intero posto di lavoro potrebbe essere chiuso durante la notte. Ciò potrebbe portare alla chiusura improvvisa delle scuole e delle strutture per l’infanzia, forse ripetutamente. Il governo deve stabilire chiaramente in che modo si aspettano che i datori di lavoro trattino il proprio personale ( i genitori dei minori che si ritrovano la scuola chiusa . ndr ) , in questa situazione e quale supporto è disponibile ? ”.
– Il TUC ha pubblicato un rapporto sulle implicazioni sul posto di lavoro di test e tracciabilità, disponibile qui: https://www.tuc.org.uk/sites/default/files/2020-05/Testing%20and%20Tracing.pdf
Dopo la quarantena , il 4 giugno, un libro importante sarà disponibile nelle librerie, “The Reason of the Strongest: Chronicles of the France Telecom Trial”. »Alle edizioni Atelier. Questo libro non deve scomparire nel bazar del “deconfinamento”. Si riferisce all’intero processo contro i leader di France Telecom accusati di “molestie morali istituzionali” durante quella che fu spesso chiamata “crisi suicida di France Telecom”, dal 2005 al 2010. Una lotta dal “vecchio mondo” ? Non ci credo affatto. Ho avuto l’onore e la felicità di essere associato a questo processo e a questo libro, per scriverne una cronaca, come alcune decine di altri “lavoratori intellettuali” (scrittori, giornalisti, registi, comici, musicisti, accademici,
Riassumerò rapidamente. Alla fine del XX secolo, negli anni ’90, France Telecom era una grande impresa statale, un servizio pubblico che impiegava 120.000 lavoratori, la maggior parte dei quali erano dipendenti pubblici e assicurò l’ingresso della Francia nella rivoluzione. Nuove tecnologie di comunicazione, con alcune belle, forse promettenti innovazioni al suo attivo. Ma questi furono gli anni dell’ideologia neoliberista trionfante, il dogma dell’organizzazione del libero mercato e il peso crescente dei capitalisti finanziari sull’apparato statale francese. E poi, le prospettive di profitti nella nuova filiale sono ardenti. Così France Telecom è stata privatizzata nel 2004, diventerà Orange. Un nuovo management team arriva a capo dell’azienda, con un obiettivo chiaro ed esplicito: ottenere la partenza “volontaria” di 22.000 dipendenti, che non possono essere licenziati poiché sono dipendenti pubblici e causare la mobilità interna di altri 10.000.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sostiene che vada superato, in questo tempo di pandemia, il concetto di “distanziamento sociale” a favore del concetto di “distanziamento fisico”.
Il pensiero sotteso è che l’espressione “distanziamento sociale” possa creare equivoci. Quello che va mantenuto, per contrastare il Covid-19, è il “distanziamento fisico”. Il virus può infatti diffondersi tramite goccioline respiratorie, piccole quantità di liquido che potrebbero fuoriuscire quando una persona affetta da questa patologia starnutisce o tossisce. Limitando i contatti con gli altri e mantenendo il distanziamento fisico di almeno un metro, si riducono le probabilità di contrarre il virus e di trasmetterlo a qualcun altro.
Va invece incentivato il più possibile il rafforzamento dei legami sociali, promuovendo al contempo la socialità come concetto positivo in grado di mantenere e aumentare il benessere psicofisico. Gli esperti affermano che il contatto sociale è vitale per la salute mentale. La sua mancanza può generare ansia e sentimenti di solitudine privando le persone delle sostanze scatenate dal contatto fisico, quali endorfine e serotonina, che aiutano a tenere sotto controllo stress e paura.
Il cambiamento di lessico non è cosa di poco conto perché aiuterà a non associare il termine “sociale” a un concetto negativo. Miriadi di studi scientifici vanno nella direzione dell’influenza positiva delle relazioni sociali per coadiuvare la cura e la guarigione dalle malattie.
INAIL . I dati sulle denunce da COVID-19
(monitoraggio al 15 maggio 2020)
Le denunce di infortunio pervenute all’Inail al 15 maggio 2020:
l’individuazione dei casi, il periodo di osservazione e il contesto nazionale.
CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME
LINEE GUIDA PER L’INFORMAZIONE AGLI UTENTI E LE MODALITÀ ORGANIZZATIVE PER IL CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE DEL COVID-19 NEL SETTORE DEL TRASPORTO PUBBLICO
IL DOCUMENTO ( 9 pagine .pdf )
Riteniamo utile segnalare queste indicazioni della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME
Nuovo coronavirus SARS-CoV-2 Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche e Produttive Roma, 22 maggio 2020 SCOPO E PRINCIPI GENERALI Le presenti schede tecniche contengono indirizzi operativi specifici validi per i singoli settori di attività, finalizzati a fornire uno strumento sintetico e immediato di applicazione delle misure di prevenzione e contenimento di carattere IL DOCUMENTO ( 36 pagine pdf )
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Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha firmato l’ordinanza che adotta formalmente i protocolli di sicurezza per la ripresa delle attività già programmata per lunedì prossimo, 25 maggio: corsistica; centri sociali, circoli culturali e ricreativi; attività ricettive extralberghiere; parchi tematici e luna park.
Si tratta delle attività che l’ordinanza regionale dello scorso 17 maggio, sempre del presidente della Regione, aveva stabilito potessero ripartire dal 25 maggio, previa definizione dei protocolli approvati in questi giorni e condivisi con operatori, associazioni di categoria, sindacati e Comuni, oltre che con le organizzazioni del Terzo settore per quando riguarda la ripresa di centri sociali, culturali e ricreativi. L’obiettivo comune a tutti è fissare regole che salvaguardino la sicurezza di lavoratrici e lavoratori, utenti, volontari. I protocolli già da ieri sono stati via via pubblicati sul sito della regione (www.regione.emilia-romagna.it).
L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE REGIONE EMILIA-ROMAGNA
FONTE SCIENZAINRETE CHE RINGRAZIAMO
Paura del contagio da superfici, oggetti, tastiere di computer, borse della spesa, abiti… Una certa giustificazione c’è: ottimi lavori scientifici dimostrano che, in condizioni sperimentali controllate, il maledetto SARS-CoV-2 riesce a sopravvivere per un certo tempo [1-2-3]. E tuttavia, la probabilità di infettarsi toccando superfici, tastiere, maniglie, sedili è infinitamente piccola, risibile nella vita reale.
Anche una certa logica scientifica c’è: SARS-CoV-2 è un virus a trasmissione respiratoria e col suo respiro un infetto, anche asintomatico, emette miliardi di quegli ormai famosissimi droplets, le microgoccioline di vapore acqueo che possono anche veicolare cellule epiteliali del nostro apparato boccale, cioè un epitelio in continuo rinnovamento. Queste goccioline restano sospese nell’aria per un certo tempo per poi cadere a terra o sulle superfici che circondano l’infetto. Alcune di queste goccioline contengono anche cellule dove è attiva la replicazione del virus.
Così, un malcapitato può avere la sfortuna di raccogliere con le mani queste goccioline fresche, prima che si disidratino con la conseguente morte del loro contenuto. E tuttavia, raccoglierle con le mani ancora non garantisce l’infezione al malcapitato, nemmeno se si mette le mani in bocca: infatti il virus non si trasmette per via cutanea né per via orale, basta la saliva a farlo fuori! Tuttavia il nostro sfortunato cittadino potrebbe creare inavvertitamente un aerosol sbattendo le mani (o in altro modo a me sconosciuto) o, meglio ancora, potrebbe sfregarsi gli occhi, allora sì permettendo l’introduzione nel suo organismo di cellule ancora vive (ma quante?). Insomma infettarsi raccogliendo il virus da una superficie richiede una sequenza di improbabili eccessive, sfortunatissime, rare combinazioni.
FONTE GOVERNO ITALIANO
Attuazione della direttiva (UE) 2017/2398 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2017, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro (decreto legislativo – esame definitivo)
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2017/2398 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2017, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro.
Il testo modifica le norme volte ad assicurare un’adeguata sorveglianza sanitaria dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro. In particolare, rispetto all’attuale normativa, si prevede che il medico o l’autorità responsabile della sorveglianza sanitaria dei lavoratori possa segnalare che la stessa debba proseguire anche dopo il termine dell’esposizione, per il periodo di tempo che ritiene necessario per proteggere la salute del lavoratore interessato. Inoltre, il testo prevede specifiche modifiche alle norme sui lavoratori esposti alla polvere di silice cristallina respirabile.
*****
FONTE MORNING STAR
I sindacalisti statunitensi hanno presentato documenti per intentare causa contro la Sicurezza sul lavoro e la salute (OSHA) del paese, accusando il presidente Donald Trump di rifiutare di costringere le aziende a proteggere i lavoratori da Covid-19.
L’AFL-CIO, che rappresenta quasi 13 milioni di lavoratori negli Stati Uniti, ha intentato causa alla Corte d’appello di Washington DC lunedì.
La federazione ha insistito sul fatto che la questione era urgente poiché gli stati stavano iniziando a riaprire le imprese e la folla stava cominciando a riunirsi, aumentando il rischio della diffusione del coronavirus.
da Collettiva che ringraziamo
Un lavoro speciale, specializzato, altamente professionale. Un lavoro svalutato e svalorizzato, poco considerato e poco pagato. Al tempo del Coronavirus, ma non solo, un lavoro indispensabile. Un lavoro in appalto
PULIZIE DEGLI OSPEDALI
Guanti, mascherine, camici monouso e calzari da indossare prima di entrare nelle corsie Covid degli ospedali per pulire e sanificare gli spazi e così contribuire a non diffondere il contagio, a contenere e ridurre la pandemia.
Una responsabilità enorme sulle spalle soprattutto di donne che garantiscono salubrità e sicurezza a malati e operatori sanitari in orari in cui gli altri dormono ancora o fanno colazione. Un lavoro poco considerato, ritenuto umile e proprio per questo, in un mondo che dà valore solo a ciò che “costa”, assai poco pagato – solo 7,26 euro all’ora – ma che per esser svolto prevede una formazione professionale specifica, in “aula” ad insegnare anche virologi ed infettivologi perché distinguere come “funzione un batterio o un virus è indispensabile per eliminarlo da pavimenti e suppellettili”. Ce lo racconta Anna Santo Stefano che questi corsi li ha seguiti 14 anni fa prima di entrare a lavorare allo Spallazzani di Roma, Ospedale per la lotta e la cura delle malattie infettive, e che nuovi corsi li ha frequentati qualche settimana fa quando la pandemia si annunciava anche nel nostro Paese e a chi doveva e deve garantire pulizia e salubrità è stato chiesto di “imparare” un nuovo modo di procedere. Professionalità è la parola che Anna Santo Stefano ripete con più frequenza, insieme a impegno e responsabilità.
Fonte : Segretariato Internazionale per il divieto dell’amianto
19 maggio 2020
Il rifiuto cinese dell’amianto: ufficiale
Un documento pubblicato questo mese (maggio 2020) segnalava che un altro importante passo era stato compiuto dalle autorità in Cina – un importante consumatore e produttore di amianto crisotilo (bianco) 1 – nel riconoscere le conseguenze mortali dello sfruttamento commerciale dell’amianto. Come il testo intitolato: Distribuzione di imprese di amianto e casi di asbestosi – Cina, 1997-2019 2 è stato pubblicato nell’attuale numero di China CDC Weekly, una piattaforma online per il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie – “a livello governativo e nazionale organizzazione tecnica ”- e finanziato dalla National Natural Science Foundation of China e dall’Accademia di Ingegneria, è probabile che i risultati degli autori saranno discussi e approvati dai più alti livelli di governo.
Il virologo Christian Drosten ha pubblicamente esortato i tedeschi a non sottovalutare il coronavirus. Lo ha fatto ieri, nel podcast NDR (episodio 42), citando uno studio in cui è coinvolto anche lo Charité, importante struttura sanitaria della capitale tedesca in cui lo stesso Drosten dirige l’Istituto di virologia. Citata dallo studio anche la comunità italiana di Nembro, che nel mese di marzo ha registrato più morti che nell’intero anno precedente.
L’articolo prosegue alla fonte su ILMITTE.COM
Il 20 maggio 1970, al culmine di una stagione di mobilitazioni sindacali e riforme politiche, venne approvata la legge n. 300 dal titolo “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”. Una legge che ha dato dignità alla persona di chi vive del proprio lavoro. Un bilancio positivo di una norma che purtroppo ha subito mutilazioni che l’hanno resa meno efficace rispetto ad un modo del lavoro in continuo cambiamento. Per quanto attiene gli impatti sulle condizioni di lavoro e di salute segnaliamo dai siti della Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione e della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione diversi articoli e contributi.
Riteniamo di particolare interesse il contributo del Prof. Paolo Pascucci
Cinquant’anni di Statuto dei lavoratori (l. n. 300/1970)
Autore : Paolo Pascucci
Università di Urbino Carlo Bo
L’articolo
Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
Nuovo coronavirus SARS-CoV-2
Linee di indirizzo per la riapertura delle Attività Economiche e Produttive
ISS. Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: superfici, ambienti interni e abbigliamento Gruppo di Lavoro ISS Biocidi COVID-19
Street photo in Berlin – 2019 foto gierre
Ridotta finalmente ad una ristretta minoranza gli oltranzisti del confinamento e convinti che la lotta contro l’epidemia non potrà essere completamente vittoriosa, certamente nel breve e forse anche nel lungo periodo, indipendentemente dalla scoperta del vaccino, ci si è avviati, quasi ovunque in Europa, verso una difficile e problematica convivenza con il coronavirus, con l’obiettivo di mettere in campo il massimo e il meglio delle risorse umane e materiali disponibili per contrastarne la diffusione e la virulenza.
I principi di precauzione e di rischio accettabile (calcolabile ma non ancora ben calcolato) si stanno facendo largo a fatica, dopo l’enfasi delle parole d’ordine della “lotta per la vita e la salute a qualsiasi costo“, emersa da una cultura che pensava ad una società al servizio della guarigione, che, insieme alla retorica di stampo bellicista, ha prodotto effetti Nocebo che non poteva che scontrarsi con i “fatti“ (economici, psicologici, sociali, etc.) che hanno sempre, come si sa, la testa dura.
D’altra parte la Convivenza dell’essere umano con i virus non è, nè sarà, una stranezza o una novità a meno che non si neghi che buona parte della storia umana possa essere letta come coevoluzione tra uomo e animali e loro habitat (compresi virus, batteri, microbi, etc.) in una relazione stretta e di dimensione planetaria, oggi giorno amplificata prevalentemente dalla esplosione demografica e dall’urbanizzazione eccessiva.
Pochissimi virus sono stati debellati (quasi) definitivamente, per quanto ne so, senza disporre di una cultura specifica. Forse quello della poliomielite con il vaccino Sabin e il vaiolo, dichiarato dall’OMS non più pericoloso per l’uomo da non molti decenni. Non sarà per caso che nei primi 4 mesi del 2020 a livello mondiale siano morte 237.469 persone per (o con) coronavirus, poco meno di quante ne sono morte per malaria (327.267) e 17 volte di meno di quante ne sono morte per malattie infettive (4.331.251). Pur tralasciando i 3.731.427 morti per fame (evitabili, tra cui moltissimi i minori), i morti per tumore (2.740.193), e quelli per incidenti stradali (450.388) e per suicidio (357.785), mi pare di poter dire che la convivenza con i rischi e con i virus sia un fatto assodato anche se le principali stragi di esseri umani sono passate del tutto inosservate o siano state moltissimo sottovalutate dai sostenitori della “supremazia assoluta e indiscutibile della salute sulla economia“, probabilmente perchè si trattava in gran parte della salute degli “altri“ e della “econo-nostra“ e forse anche perchè per salute si alludeva non già alla definizione che ne dà l’Organizzazione Mondiale della Sanità ma, operando una scissione cartesiana,la pura e semplice sopravvivenza del corpo materiale, meccanico, oggettivo della società contagiata.Certamente una notevole quantità di morti dovuta ad una pandemia di cui si ignora quasi tutto, che colpisce persone già deboli, che li tormenta dolorosamente nell’isolamento dal contesto di vita e familiare, accompagnata freddamente all’incenerimento senza alcun conforto, così come è accaduto in Italia, desta maggiore attenzione perchè opera nel Nord del Nord, ovvero nel territorio più ricco di una nazione abbastanza ricca in una Europa relativamente benestante e non in un oscuro angolo della terra dove gli ultimi degli ultimi si ostinano a vivere una vita “indegna di essere vissuta“.
Ciò ha consentito ai media e ai poteri pubblici di trasformare una motivatissima paura in un grande, ingiustificato terrore, con tutto ciò che ne è conseguito. Fortunatamente questa ulteriore e non necessaria sofferenza, che ha un impatto anche sulla salute pubblica, in Germania ci è stata risparmiata, grazie ad una gestione complessiva, sia delle politiche sanitarie che della politica comunicativa, molto più avveduta, anche se non prive di contraddizioni e problemi.Non so qual’è il clima nel paese, ma a Berlino questa settimana di risveglio mi è parsa tutto sommato tranquilla. Più gente per la strada, poche mascherine all’aria aperta e tutti mascherati al chiuso o sui mezzi. pubblici, un certo rigore per il rispetto delle norme di prevenzione in tutti i negozi aperti, pratiche di disinfezione diffuse e norme dettagliate per gran parte delle attività lavorative. Attitudine al distanziamento senza ossessione e clima tranquillo. In ogni caso Berlino è una città dagli ampi spazi e mantenere le distanze e sedersi tranquillamente a prendere un caffè nei tavoli esterni di un bar non è cosa nè pericolosa nè impossibile .Di quanto si ridurrà il rischio di contagio non si sa, che ci saranno ancora contagiati, ammalati e una percentuale di morti è sicuro, che siano “accettabili“ dipende da vari fattori, non tutti sanitari.
Girano ancora pochi trolley, segno che il turismo e il movimento nazionale, pure libero, è ancora in letargo. Oltre al pendolarismo interno, mancano dalle strade solo i turisti stranieri, le persone spaventate che continuano la quarantena anche se non obbligatoria, i quarantenati obbligatori, e coloro che si sono abituati alle gioie della casa. Quando, come nel mio caso, si ha un figlio cuoco di professione e in cassa integrazione, a casa si resta volentieri perchè farsi coccolare con dei buoni bocconi senza l’obbligo di cucinarseli, diciamolo!!!! è una fortuna da nababbi!!!!
Dimenticavo che tra i noncuranti disinteressati alla prevenzione non ci sono solo persone marginali, machisti di varie specie, ma anche “oppositori“ politico ideologici che con un multiforme varietà di motivazioni ritengono inutili, dannose e pericolose le misure adottate in quanto frutto di complotti internazionali, capitanati dai più svariati soggetti e con finalità antidemocratiche, assolutistiche,dittatoriali, sia di portata politica che economica. Fare un quadro dei soggetti che ogni fine settimana organizzano manifestazioni di protesta mi è difficile, per ora, ma cercherò di impegnarmi a capire.Per il momento, da quelle statistiche che essi definiscono tutte bugie, leggo che nella capitale i decessi restano sotto il livello di 190, con circa 6.500 contagiati e poco meno di 6.000 guariti e non vedo motivo di allarme anche se bisognerà attendere la fine del mese per valutare l’esito combinato delle norme di prevenzione con il comportamento dei cittadini prima di altre decisioni su apertura delle frontiere (ilGoverno sta lavorando per una proposta unitaria dei paesi di Schengen).
Per la scuola (problema esemplare: se si infetta una insegnante si mette in quarantena tutta la scuola, visto che il suo intorno è di quella dimensione, o solo lei?). Altre scelte dovranno essere prese per le manifestazioni e le iniziative pubbliche (che sono numerose nella capitale), per le manifestazioni artistiche (il pane dello spirito di Berlino), sportive e culturali e per il turismo. Questi ultimi, sono i settori più penalizzati in assoluto.
A proposito di penalizzazioni, sarà dura fare il bilancio dell’area metropolitana di Berlino per il 2020-2023. Si calcola che il deficit in quel periodo aumenterà di 8,35 miliardi di euro rendendo vani gli sforzi che nel periodo dal 2011 al 2019 hanno consentito di ridurre il deficit annuo dai 62,91 Mld ai 57,56 Mld.Come ha detto qualcuno: Die fetten Jahre sind vorbei (finiti gli anni grassi, ovvero quelli degli investimenti miliardari).
FONTE COLLETTIVA.IT
Chi chiede uno scudo penale generalizzato per le imprese o è in mala fede oppure non sa leggere le disposizioni dei protocolli sottoscritti con le parti sociali. Per il Patronato della Cgil, è importante assicurare le tutele individuali ai lavoratori e alle lavoratrici contagiati da Covid-19 rispettando la normativa sulla prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il principio ispiratore delle norme, contenute nell’articolo 2087 del codice civile, nel Testo Unico 1124/65 e nei Decreti legislativi 38/2000 e 81/2008, è che il datore di lavoro è responsabile e garante della salute e della sicurezza dei lavoratori e che, pertanto, è tenuto ad assicurare la loro integrità psicofisica adottando ogni misura necessaria allo scopo.
Pur comprendendo la drammatica situazione economica causata dalla pandemia da Coronavirus, non si capisce perché nell’attuale emergenza sanitaria si voglia rimuovere ogni possibile responsabilità in capo alle aziende, consentendo loro di non rispondere di eventuali inadempienze che, proprio in ragione dell’altissimo rischio di contagio nei luoghi di lavoro, possono aggravare la diffusione del virus, mettendo a repentaglio non soltanto la salute di quei lavoratori, che non possono lavorare in smart working, ma anche delle loro famiglie. Chiedere, come fanno le associazioni datoriali, che i casi di contagio da Coronavirus in occasione di lavoro siano da considerare come malattia comune e non infortunio, significa, di fatto, che chi ha contratto il virus debba essere trattato alla stregua di chi ha una semplice influenza, senza la copertura assicurativa antinfortunistica Inail, escludendo ogni possibile aggravamento, che pure in questi casi, è quanto di probabile possa accadere.
Richiamare le difficoltà di dimostrare l’origine professionale dei casi di coronavirus non è sufficiente a giustificare la richiesta di uno scudo penale generalizzato. Vorrei ricordare che il nostro Paese ha bandito la commercializzazione dell’Amianto nel 1992, dopo la chiusura per fallimento dello Stabilimento Eternit di Monferrato (1986), a cui sono seguiti numerosi processi, alcuni dei quali ancora in corso. A oltre trent’anni di distanza, nessuno mette più in dubbio l’origine professionale del mesotelioma pleurico e, nonostante i numerosi sforzi, ancor oggi dobbiamo aggiornare costantemente la lista dei decessi per amianto: c’è una ricca legislazione al riguardo che assicura le tutele Inail non soltanto per i lavoratori ex esposti, ma anche per chi è venuto a contatto con l’amianto per motivi ambientali o familiari.
Segnaliamo l’articolo del Dott. Roberto Riverso che decostruisce con precisione e competenza l’attuale polemica e il chiacchericcio animati dalla campagna sulla presunta responsabilità penale delle imprese relativa all’infortunio sul lavoro da Covid.
Vero e falso sulla responsabilità datoriale da Covid-19. Aspetti civili, penali e previdenziali La polemica antigovernativa contro la presunta responsabilità penale delle imprese per l’infortunio sul lavoro da Covid, che tanto agita le associazioni datoriali ed alcuni settori politici, è fondata sul niente. Anche se mira ad un risultato molto concreto quanto incostituzionale: lo scudo penale.
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Pubblichiamo questo Documento redatto da un gruppo di medici e non che operano in Liguria, alcuni soci dell’ Ecoistituto di Reggio Emilia e di Genova.Le considerazioni contenute in questo documento propongono al dibattito, in forma ordinata e puntuale, le domande legittime sugli errori e sugli atti mancati e sulle carenze strutturali e istituzionali che sono stati all’origine , fin dall’inizio, della perdita di governo da parte delle istituzioni e delle strutture sanitarie dell’evento epidemico Covid. Riteniamo importante il contributo di riflessione e di proposta del Documento per il governo e la gestione delle fasi 2 e successive. Diario Prevenzione è uno spazio a disposizione per promuovere e socializzare i contributi che ci verranno inviati sul tema. Editor
Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da SARS-CoV-2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da COVID-19) nell’attuale scenario emergenziale SARS-CoV-2
Gruppo di Lavoro ISS Prevenzione e Controllo delle Infezioni
Versione del 10 maggio 2020
Indicazioni ad interim su gestione e smaltimento di mascherine e guanti
monouso provenienti da utilizzo domestico e non domestico
Gruppo di Lavoro ISS Ambiente – Rifiuti COVID-19
Versione del 18 maggio 2020
Un articolo del Washington Post descrive l’ecatombe di guidatori e guidatrici di autobus e metro della città di New York e di altre metropoli degli USA. Un autista di bus di New York Danny Cruz, iniziò a preoccuparsi che nessuno capisse il pedaggio che il virus stava facendo pagare ai suoi compagni di lavoro. Cominciò a tenere un diario ove segnava i nomi dei compagni di lavoro morti a causa del Covid-19. Solo per la città di New York secondo Danny Cruz sono stati 129 gli operatori di bus e metro morti a causa di Covid-19 su di un organico di 74.000 addetti.
L’articolo riporta poi dati su diverse città degli USA. Questa Antologia di Spoon River riporta storie terribili come quella di un ragazzo di 19 anni colpito dal Covid-19.
Un articolo d’inchiesta da leggere anche per vedere come si possa fare buon giornalismo d’inchiesta.
Fonte: Il Mulino che ringraziamo
La gestione della pandemia di Covid-19 ha implicato la messa in atto di misure restrittive di lunga durata per conseguire un efficace distanziamento sociale. L’imposizione di queste misure solleva evidenti questioni di tutela dei diritti di libertà di movimento e di associazione degli individui. Non è quindi scontato se e fino a che punto queste misure siano pienamente giustificate e quali siano le ragioni affinché le persone vi si adeguino nel tempo. Le determinanti del grado di adeguamento a prescrizioni di distanziamento sociale sono infatti molteplici. Le modalità con cui le autorità comunicano le ragioni delle decisioni, in particolare, possono incidere sul grado e sulla durata del rispetto delle stesse.