Lista d’attesa in sanità, ennesima puntata!

autore Jean Olivier Mallet

I medias riscoprono il tema delle liste di attesa nel SSN italiano. Uno degli argomenti nei discorsi sulla sanità, accanto a quello dei tickets e a quello delle nomine “politiche”regionali dei direttori e dei primari. E ovviamente la malasanità. E il pagamento “sotto banco” di prestazioni complesse o urgenti.
Espressione di disfunzioni reperite da tempo: attorno al 1999, la ministra Rosy Bindi cercava già di governare il doppio esercizio dei medici ospedalieri tra pubblico e privato col l’uso dell’intramoenia. Con risultati variabili.
A fine Novecento, era un luogo comune dell’economia sanitaria che i sistemi sanitari universalistici (“beveridgiani” come nel Nord Europa, nelle Isole britanniche o in Italia ed altri Paesi del Sud-Europa) si regolavano per parte attraverso un razionamento di risorse, di cui le liste d’attesa erano una espressione. Mentre i sistemi sanitari mutualistici “particolaristi-selettivi” (“bismarckiani” come la Francia e la Germania) e liberali (USA) usavano piuttosto lo strumento della compartecipazione (tickets, supplemento di onorari medici…) o di assicurazioni differenziate secondo i bisogni o le tariffe. Oggi i sistemi sanitari si sono mischiati e i primi conoscono anche i tickets, mentre i secondi non ignorano più le liste d’attesa nel settore pubblico o convenzionato.

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Morti per esalazioni di gas: come prevenire questi infortuni?

Riproduciamo da Punto Sicuro  questa intervista importante sulla tragedia sul lavoro avvenuta nell’Azienda Lamina di Milano. Ringraziamo Punto Sicuro per il prezioso lavoro d’informazione sulla sicurezza. Editor
Morti per esalazioni di gas: come prevenire questi infortuni?
Tiziano Menduto

 Tiziano Menduto
 Interviste e inchieste

 
22/01/2018: Riflessioni e considerazioni sulla prevenzione e su quanto può essere avvenuto all’azienda Lamina spa dove sono morti quattro lavoratori per esalazioni di gas. Ne parliamo con Adriano Paolo Bacchetta, esperto in materia di spazi confinati.

Milano, 22 Gen – Giovedì è morto anche il quarto operaio, Giancarlo Barbieri, coinvolto nel gravissimo incidente che è avvenuto a Milano alla Lamina spa, azienda di produzione per laminazione a freddo di nastri di alta precisione in acciaio e titanio.

PuntoSicuro, che si occupa per lo più di aspetti tecnici, di prevenzione in materia di sicurezza e salute sul lavoro, raramente interviene direttamente sui recenti fatti di cronaca in materia di infortuni. Il ruolo di commento e approfondimento del nostro giornale diventa difficile quando la magistratura sta ancora lavorando, quando sia ancora difficile dipanare cause e responsabilità.

Tuttavia ci sono tipologie di incidenti – come fu per quello relativo all’ incendio alla Thyssenkrupp e come è per questo di Milano – che possono e devono far scaturire utili riflessioni che, al di là degli aspetti meramente tecnici, ci permettano di comprendere la situazione della sicurezza in Italia.

E per raccogliere qualche considerazione “competente” abbiamo chiesto aiuto ad Adriano Paolo Bacchetta, coordinatore di spazioconfinato.it e tra i principali esperti nazionali in tema di “ambienti sospetti di inquinamento o confinati”. Non è stato semplice coinvolgerlo, nessuno ama rispondere su temi che evolvono giornalmente, che potrebbero mutare a seconda dei riscontri che ci saranno. Tuttavia abbiamo ottenuto alcune risposte che ci permettono di offrire qualche spunto di riflessione ai nostri lettori.

Partendo dai pochi dati certi e di là dalle tante ipotesi che si possono fare riguardo al gravissimo incidente alla Lamina, cerchiamo di fare qualche breve riflessione. Intanto mi pare che quanto è avvenuto riguardi un ambiente confinato e non deve essere la prima volta che infortuni di questo tipo avvengono durante operazioni di manutenzione o pulizia di forni…

Adriano Paolo Bacchetta: “Non è mia abitudine commentare ‘a caldo’ un evento drammatico, come quello successo a Milano, tenuto conto del rincorrersi delle notizie parziali e, talvolta, contraddittorie provenienti degli organi d’informazione. Questo anche perché gli accertamenti tecnici degli inquirenti sono ancora in corso.

Fatto salvo il commosso sentimento di cordoglio per le vittime e i loro familiari, ogni considerazione potrebbe essere certamente passibile di errori, anche grossolani, derivanti dalla limitata disponibilità d’informazioni circostanziate.

Tuttavia, volendo aderire alla richiesta di formulare qualche ipotesi preliminare che, come detto, potrà essere confermata o smentita in futuro quando si avranno informazioni di dettaglio, bisogna rilevare che sul sito web della Lamina S.p.A. si legge che all’interno dello stabilimento è operativo un forno statico di ricottura a campana “Ebner” con raffreddamento ad acqua in cascata, che permette la ricottura degli acciai ad alto e medio tenore di carbonio e del titanio. Non ho dati sul tipo, modello e caratteristiche specifiche del forno in questione ma, in generale, si può dire che questo è un sistema di ricottura tra i più frequenti e di notevole impiego nei cicli di lavorazione a freddo, soprattutto quando vi sia la necessità di trattare grosse quantità di materiale. La letteratura indica che la struttura di questi forni è usualmente rappresentabile come una base su cui sono sovrapposti a strati i rotoli di materiale (coils) che devono essere sottoposti a ricottura e un sistema a due campane che isola gli stessi coils dall’ambiente esterno, in modo da poter generare nel volume interno un’atmosfera controllata, ovvero in cui l’ossigeno è a bassissime concentrazioni (o praticamente assente). Questo consente di evitare alterazioni del materiale derivanti da fenomeni di ossidazione, possibili in caso di processi di ricottura della durata di diverse ore, oltre ad assicurare un’elevata qualità superficiale dei nastri e l’ottenimento di caratteristiche meccaniche ottimali dopo la ricottura. I gas indicati sul sito aziendale come in uso per controllare l’atmosfera interna, sono argon o azoto.

Io non ho visitato direttamente i luoghi ma, considerata la particolare forma del forno (in tal senso anche la foto presente sul sito web aziendale) e delle normali modalità di apertura e movimentazione verticale delle campane, oltre al riferimento agli organi di stampa che hanno parlato di “forno interrato”, posso immaginare che si tratti di un’installazione in buca, in altre parole una vasca a cielo libero cui si accede normalmente sul fondo mediante una normale scala fissa e avente una profondità idonea a contenere l’intero sviluppo verticale del forno o, almeno, una sua parte (dalle notizie di stampa si dovrebbe trattare di una vasca profonda circa 2 metri e di un forno alto circa 4 metri, condizione che prevede che lo stesso sporga rispetto al piano di calpestio. Questo sarebbe anche coerente con l’immagine pubblicata sul sito web aziendale). Potrei ovviamente sbagliarmi, ma credo che la rappresentazione che ho fatto in precedenza sia ragionevole e pertanto, se quanto ipotizzo fosse corretto, il personale non dovrebbe essere “entrato nel forno” come riportato in un primo tempo nei lanci delle agenzie di stampa (in letteratura non ho trovato indicazioni riguardanti forni Ebner di questa potenzialità con portelli d’ispezione accessibili o passi d’uomo sulle campane), ma potrebbe essere sceso nella vasca a cielo libero al cui interno è installato il forno. Le testimonianze di alcuni dipendenti della Lamina riferiscono che, quando non hanno visto uscire i colleghi, altri due si sono affacciati, e questo sarebbe coerente con l’ipotesi di una vasca interrata con parapetto perimetrale (in tal senso ritorno a citare la foto presente sul sito web aziendale)”.

Da quello che lei ha potuto comprendere dalle diverse ricostruzioni dell’incidente, al di là dall’allarme che non sarebbe entrato in funzione, quali potrebbero essere le carenze in materia di sicurezza. O meglio, visto che le informazioni in nostro possesso non sono ancora molte, quali sono negli infortuni avvenuti in passato in questa tipologia di spazi le carenze più frequenti?

 

Adriano Paolo Bacchetta: “Come giustamente osserva, la situazione è ancora priva di certezze. L’effettiva presenza di sensori, la loro tipologia e corretto funzionamento, saranno certamente punti salienti degli accertamenti tecnici da parte degli inquirenti. Resta però il fatto che, i testimoni presenti, hanno raccontato che non erano presenti odori e che, quando hanno cercato di portare soccorso ai colleghi, sentivano ‘mancare l’aria’. Questo dovrebbe rafforzare l’ipotesi della presenza di un’atmosfera sotto ossigenata per il rilascio accidentale di uno dei gas tecnici utilizzati per l’inertizzazione dell’interno delle campane (azoto o argon). Probabilmente, come ho già detto, tutto potrebbe essere quindi da ricondurre non tanto all’ingresso all’interno di un’apparecchiatura (entrata nel “forno interrato”), ma all’accesso all’interno di una vasca interrata a cielo libero, in cui potrebbe essersi creata un’atmosfera con una ridotta percentuale di ossigeno. In generale, l’analisi degli incidenti occorsi in passato, individua nella presenza di un’atmosfera pericolosa (sotto-ossigenazione o presenza di gas/fumi/vapori tossici), la causa d’incidenti nel 52,2% dei casi (elaborazione dati IN.FOR.MO 2014 – scheda “Gli ambienti confinati”). Sempre in conformità a questa elaborazione, seguono con il 24,4% le cadute dall’alto o in profondità dell’infortunato, con il 10% le cadute dall’alto di gravi e nel restante 13,4% sono ricomprese tutte le altre cause. Per quanto riguarda i luoghi, l’analisi dei dati indica che cisterne/serbatoi/autoclavi sono gli ambiti in cui si sono verificati il 28,8% degli incidenti: A seguire con il 22,2% le vasche, quindi i pozzi/pozzetti con il 15,5%, i silos con l’11,1%, le camere/cavedi con il 10% e per finire, con il 12,2 % altri luoghi (canalizzazioni, condotte, stive, celle frigo, ecc.). A riguardo, mi sono recentemente occupato dell’analisi di alcuni casi studio riguardanti incidenti occorsi in silos (o sili) di materiale incoerente dove, oltre al problema dell’atmosfera interna (sotto-ossigenazione o presenza di una miscela di anidride carbonica e ossidi di azoto per fermentazione naturale degli insilati tagliati da poco), le altre cause sono state il seppellimento (engulfment) per il distacco improvviso dalle pareti di ampie porzioni di materiale, il cesoiamento degli arti a causa del contatto dell’operatore con la coclea di fondo oppure, in alcuni casi, anche l’esplosione. La casistica è varia, come pure lo sono le cause. È però vero che, nel complesso, è possibile identificare gli ambiti e le cause maggiormente ricorrenti, in modo che sia possibile valutare e, se del caso, adottare adeguate misure di prevenzione e protezione. Questo, però, non significa che sia possibile categorizzare i luoghi e le attività all’interno di una sorta di “griglia decisionale”, che consenta di poter definire in modo automatico la classificazione di un ambiente mettendo semplicemente una crocetta in corrispondenza di qualche casella presente in generiche checklist preconfezionate. Tutto dipende dall’effettuazione di una corretta e adeguata valutazione dei rischi. A riguardo, ricordo che la normativa 29 CR OSHA 1926.21(b)(6)(ii) identifica come Confined Space (ai fini della somministrazione di un’adeguata informazione/formazione sui rischi e addestramento all’utilizzo dei DPI e applicazione delle procedure di emergenza), anche una vasca a cielo libero avente una profondità maggiore di quattro piedi, ovvero circa 1,22 metri”.

 

Ci troviamo poi spesso ad affrontare anche il tema degli infortuni tra i soccorritori. In ogni azienda il soccorso negli spazi confinati o, comunque, negli ambienti sospetti di inquinamento (ex art.66, D.Lgs. 81/2008), immagino debba essere ben pianificato. Qual è, da questo punto di vista, la sua esperienza nei tanti convegni e corsi realizzati sulla sicurezza di questi ambienti?

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Newsletter della Fondazione Claudio Sabattini n° 4 – gennaio 2018

Fondazione Claudio Sabattini – 

CS.info n.4 – gennaio 2018

Sommario:

  • La Redazione, Presentazione – p.1
  • Rainer Greca, La fine dell’era socialdemocratica. Sulla situazione dell’SPD in Germania – p.3
  • Daniela Freddi, Matteo Gaddi, Francesco Garibaldo, Profili di utilizzo di industria 4.0 in alcune imprese italiane – p.13
  • Matteo Gaddi, Industria 4.0 e il lavoro. Quattro casi studio in provincia di Reggio Emilia – p.16
  • Matteo Rinaldini, Rappresentare il lavoro nell’organizzazione reticolare dell’economia globale – p.22
  • Umberto Romagnoli, Leggendo i diari di Bruno Trentin – p.26
  • Gianni Rinaldini, L’eredità rimossa del ’77 Operaio – p.28
  • Rosario Rappa intervistato da Tommaso Cerusici, Ilva, l’industria ha un cuore d’acciaio – p.32

Ancora una strage sul lavoro, 4 operai morti a Milano in un’azienda metalmeccanica.

 

La Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP) desidera esprimere profondo cordoglio per le vittime e la propria vicinanza alle famiglie.
Il tragico incidente del 16/1/18 ripropone il tema della sicurezza del lavoro, tema di cui si parla, purtroppo, solo in occasione di eventi come questo per poi dimenticarsene per il resto del tempo fino al prossimo incidente.

Le cause del plurimo infortunio sono in corso di accertamento da parte degli organi competenti, Magistratura, operatori della ATS e Vigili del Fuoco.
Una cosa sembra certa: l’incidente è avvenuto in un “ambiente confinato” in cui la presenza di gas ha saturato l’atmosfera determinando l’asfissia di chi stava lavorando.

Questa dinamica è simile a quella di tanti altri infortuni mortali accaduti nel passato e anche di recente: ricordiamo la strage di Ravenna nel 1987 durante la riparazione della nave “Elisabetta Montanari” che provocò la morte di 13 operai e poi più recentemente le stragi di Molfetta (3 maggio 2008, 5 morti), Mineo (11 luglio 2008, 6 morti), Sarroch (26 maggio 2009, 3 morti), Capua (11 settembre 2010, 3 morti) e ancora Molfetta (8 aprile 2014, 3 morti), Aprilia ( 28 luglio 2014, 2 morti), Emo di Adria (22 settembre 2014, 4 morti), su una nave nell’Adriatico (5 febbraio 2016, 1 morto), Messina (2 dicembre 2016, 3 morti), Ravenna (22 dicembre 2016, 1 morto). Si tratta di incidenti che si ripetono con dinamiche similari, inalazione massiccia di gas tossici o asfissia da carenza di ossigeno, e che provocano numerosi morti anche per i generosi tentativi di soccorrere i colleghi senza aver indossato adeguati dispositivi di protezione e in assenza di corrette procedure: nel periodo 2005-2010 sono stati registrati 29 eventi di questa tipologia che hanno determinato la morte di ben 43 lavoratori.

Episodi che hanno portato alla emanazione di una specifica norma (DPR 177/2011), alla produzione di documentazione tecnica, all’organizzazione di tanti momenti di informazione, divulgazione e formazione sui rischi specifici, da parte delle strutture del SSN e delle associazioni scientifiche, alla intensificazione dei controlli su questo rischio, anche nella stessa città di Milano, da parte dei Servizi delle ASL .

Purtroppo tutto ciò non è bastato a risparmiare la vita di 4 lavoratori. Perché la sicurezza dei lavoratori, la prevenzione, il rispetto delle norme vengono visti come un onere, un orpello, un fastidio cui dedicare il minimo possibile di attenzione, tempo e risorse, assolvendo solo formalmente agli obblighi di legge per essere “a posto” in caso di ispezione. C’è sottostima dei rischi e scarsa competenza nell’affrontare il lavoro in sicurezza, consulenti improvvisati, business sulla formazione, in un mondo del lavoro con un’ampia presenza di economia sommersa, flessibilità esasperata e precarietà dei rapporti di lavoro, ampio ricorso ad appalti impropri.

Al dolore per le morti sul lavoro si unisce l’amarezza e la rabbia di chi opera per la prevenzione e continua ad operare anche davanti a questo muro di indifferenza verso i valori della vita e del lavoro.
Certo, i controlli vanno potenziati, ma occorre anche che chi giustamente lo sostiene si impegni concretamente per ottenere un adeguamento delle risorse degli organi di controllo che, tutti, operano con risorse limitate e in costante diminuzione.

La Lombardia per la prevenzione in generale, negli ambienti di vita e di lavoro, spende solo il 4% del fondo sanitario, a fronte del minimo 5% stabilito a livello nazionale. L’ATS di Milano il 3,1%.
Non servono altre leggi e non servono roboanti appelli a soluzioni fantasiose, dettate solo da atteggiamenti personalistici e/o superficiali, a stravolgimenti istituzionali, spesso invocati anche in questo campo a fronte del disimpegno di tutti i giorni ad affrontare seriamente i problemi.

Servono l’attenzione e l’impegno continui da parte di tutti gli attori in gioco, ma soprattutto da parte di chi, nella conduzione delle imprese e nel governo della cosa pubblica, ha maggiori responsabilità nell’attuazione e rispetto di quanto le norme già esistenti prescrivono per la salvaguardia e il rispetto della vita, della salute e del lavoro.

Serve investire di più per innalzare la cultura della sicurezza e della prevenzione perché, come ormai noto, maggiore prevenzione significa guadagno in salute per chi lavora e maggior qualità del lavoro stesso.

Il Presidente Susanna Cantoni

I morti di Milano

SNOP – Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione

I morti di Milano

Mentre I colleghi della ATS e la Procura di Milano stanno indagando su questo assurdo e gravissimo incidente avvenuto alla LAMINA, non si può non collegarlo all’altro quello del 1997 nella camera iperbarica dell’Ospedale Galeazzi con i suoi 11 morti tra pazienti e lavoratori.

E tante domande a cui poi si darà una risposta : sottostima del rischio ? rilevatori di ossigeno fuori uso?, mancanza di procedure anche di una possibile emergenza ? carenza di formazione specifica? altro ?

In una azienda di trattamento metalli (settore da sempre ad elevato rischio) riemerge il rumore di fondo nei media , l’ipocrisia di tante posizioni che si fanno vive solo nelle tragedie senza mai occuparsi della quotidianità ovvero la cultura diffusa nel mondo delle imprese e dei lavoratori, risorse per controlli mirati e coordinati anche nelle ASL .

E per quotidianità parlo del sostegno “politico” al sistema pubblico (risorse umane diversificate, capacità di lettura dei fenomeni, programmazione miratissima dei controlli…) ma anche sostegno al sistema degli RLS e alla partecipazione dei lavoratori, alla valorizzazione della competenza dei medici di azienda nelle valutazioni dei rischi, nella preparazione /convinzione dei datori di lavoro, etc.

Mentre i giornalisti ancora oggi parlano di triste primato perché nessuno è ancora capace di contare numeratori e denominatori o di utilizzare qualche open data che in fondo c’è.

Mentre ancora come sempre non si vogliono capire che ci sono delle differenze di competenze e ruoli tra il mondo ASL e quello del Nuovo Ispettorato del Lavoro, anche se sarebbero sempre auspicabili le collaborazioni nella programmazione dei controlli sulle aziende a rischio, il sistema informativo unificato ….

Mentre qualche illustre magistrato in pensione rinnova la richiesta di una Procura Unica, peraltro già bocciata nella scorsa legislatura.

Forse un aumento degli infortuni ( ma occorre sempre calcolare sul numero delle ore lavorate…) , sembra emergere anche un altro fatto nel caso della Lamina di Milano dove fortunatamente c’erano tante commesse da soddisfare…… un possibile rischio di abbassamento di tutele e di comportamenti “automaticamente” sensati.

L’attuale dibattito anche in vista delle elezioni ha, nel mondo del lavoro, come obiettivo principale altre problematiche. La legislazione italiana in materia di sicurezza e tutela della salute nei luoghi di lavoro è sempre stata considerata all’avanguardia, anche se migliorabile (una buona notizia…ha ripreso il Gruppo di Lavoro CIIP sulla Legislazione con tutor Paolo Pascucci di Olympus !) ma il rispetto della stessa appare per troppi un fastidio, malgrado la possibilità di investimento anche economico ( sconti fiscali….)diventa prassi il rispetto formale della norma al minor costo possibile.

Forse tra le 400 leggi che qualcuno vuole abolire …c’è l’81 ? ( ma attenzione occorre uscire dalla UE ) . Forse ancora troppi considerano la valutazione di tutti i rischi ( compresi quelli nelle lavorazioni di manutenzione, controllo…) “carte da compilare” per occhiuti mangiatori di fogli (noi) e si accontenta di sostenere il business della falsa formazione con attestazioni a minor costo possibile se non false.

Nel nostro piccolo SNOP e Ambiente & Lavoro siamo stati purtroppo profetici portando alla ribalta l’anno scorso nei Convegni di Milano e Modena, nel Dossier specifico l’ attualità dei rischi connessi al lavoro in ambienti confinati o comunque potenzialmente a rischio di grave inquinamento ( leggi nel caso specifico di Milano l’ asfissia ) dove la legge anche quella degli anni ’50 impone procedure ferree.

Esco adesso da SKY TG 24 ( su proposta di Antonio Boccuzzi ) dove sono stata intervistata come SNOP proprio su questi temi . Dobbiamo farci sentire in tutte le sedi.

18 gennaio 2018

Lalla Bodini

 

L’Europa e il “Settimo Programma di azione per l’ambiente”. Il punto sul raggiungimento degli obiettivi prefissati nel nuovo report dell’Agenzia europea per l’ambiente

FONTE ARPAT 
15/01/2018 07:30

Il punto sul raggiungimento degli obiettivi prefissati nel nuovo report dell’Agenzia europea per l’ambiente

L’Europa e il "Settimo Programma di azione per l’ambiente"

La seconda edizione dell’Environmental Indicator Reportdell’Agenzia europea per l’ambiente (EEA), al pari della prima del 2016, nasce a supporto del monitoraggio del Settimo programma di azione ambientale “Vivere bene, entro i limiti del nostro pianeta”(PAA).

Tenuto conto del fatto che i principali obiettivi tematici del PAA sono proteggere la natura e rafforzare la resilienza ecologica, aumentare la sostenibilità, l’uso efficiente delle risorse e l’economia a basso contenuto di carbonio e, infine, salvaguardare la salute e il benessere dei cittadini, il report valuta – con l’aiuto di 29 indicatori – se l’UE si sta avvicinando o meno agli obiettivi prioritari dati per il 2020, aggiornando i risultati dello scorso anno con dati e informazioni riferibili al 2015.

I risultati del quadro di valutazione confermano la valutazione complessiva fornita nel 2016, vale a dire che:

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Una recente decisione della Corte Suprema Federale (STF), con voto a maggioranza, ha vietato l’estrazione, l’industrializzazione, la commercializzazione e la distribuzione dell’amianto in Brasile.

FONTE  STUDIO LEGALE CALDAS MENEZES

L’Alta Corte ha posto fine alla lunga e intensa battaglia legale che si trascina da anni e ha causato migliaia di lavoratori affetti da malattie, come il cancro, causate dall’amianto.

Nella sentenza del 29 novembre 2017, i ministri hanno dichiarato l’incostituzionalità dell’articolo 2 della legge federale 9.055 / 1995, che ha permesso l’amianto crisotilo. Bandire la sostanza nell’industria brasiliana è ormai definitivo.

La decisione è erga omnes, cioè è valida per tutte le altre azioni in materia, che in pratica significa il divieto definitivo di amianto in tutto il paese, dice l’avvocato Mauro Menezes, direttore generale Roberto ufficio Caldas, Mauro Menezes & Avvocati, che ha rappresentato l’Associazione brasiliana di esposti all’amianto (Abrea) e l’Associazione nazionale degli Avvocati del lavoro (ANPT) nella sentenza della Corte Suprema.

La decisione della Corte Suprema deve essere osservata da tutte le istanze della pubblica amministrazione brasiliana

Anche la pronuncia del Supremo è dotata di un effetto vincolante, cioè deve essere osservata obbligatoriamente da tutte le istanze della pubblica amministrazione brasiliana.

Secondo Menezes, la decisione della Corte Suprema ora porta la certezza del divieto totale dell’amianto in Brasile, in tutte le sue forme: “Questa è una decisione importante, non solo per il bene del lavoratore, ma di tutta la società brasiliana che è influenzato dall’uso dell’amianto “.

Mauro Menezes ha sottolineato che la Corte Suprema ha ottenuto la vittoria assoluta a favore del divieto dell’amianto in Brasile.

“La Corte Suprema, in quanto custode della Costituzione, ha tradotto in legge tradotto l’incompatibilità legale tra lo sfruttamento e l’uso di amianto cancerogeno, per la tutela della salute e dell’ambiente garantito dalla Costituzione. E ‘stato rimosso, una volta per tutte, il vizio di incostituzionalità che ha interessato la legge federale 9.055 / 95 “, ha detto.

La decisione della STF di vietare l’amianto in Brasile ha un impatto globale

L’ex revisore dei conti del Ministero del Lavoro Fernanda Giannasi, consigliere giuridico Roberto Caldas, Mauro Menezes & Bar, che opera nelle ispezioni nel settore dell’amianto da oltre 30 anni, rivela che la decisione ha un impatto globale.

“Questa decisione avrà un impatto sul mercato globale, sarà un effetto domino. Se un paese produttore, come il Brasile, è in grado di prendere una tale decisione, perché non dovrebbe essere seguito da quei paesi che acquistano solo amianto? “, Chiede l’esperta.

I ministri della Corte Suprema avevano già giudicato, il 24 agosto, 2017, a maggioranza, ha respinto l’ADI 3937, depositata dalla Confederazione Nazionale dei Lavoratori dell’Industria (CNTI) contro la Legge dello Stato 12.687 / 2007, che vieta la produzione, uso e commercio della sostanza e dei suoi prodotti in tutto lo stato di São Paulo.

Al processo, la Corte Suprema di nuovo riunito per discutere due azioni contro leggi statali simili a Rio de Janeiro, una delle Pernambuco e un altro da Rio Grande do Sul, così come un decreto di legge contro ADPF SP anche di amianto.

75 paesi hanno già approvato il divieto definitivo di amianto

Nel mondo di oggi, più di 75 paesi hanno già approvato il divieto definitivo dell’amianto. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stimano che 125 milioni di lavoratori in tutto il mondo siano esposti all’amianto e che oltre 107.000 lavoratori muoiano ogni anno a causa di malattie legate all’esposizione al minerale e alle sue fibre.

“Anche l’amianto crisotilo estratto in Brasile che ancora trovava supporto legale (in quanto ritenuto a torto meno pericoloso dell’amianto blu ndr ) , sottopone i lavoratori e la popolazione in generale a gravi rischi per la salute, come ad esempio i tumori rari, come il mesotelioma e malattie polmonari come l’asbestosi,” dice Fernanda Giannasi.

La nocività dell’amianto è diffusa in tutto il mondo, incluso dall’OMS. L’agenzia stima che circa il 50% dei tumori correlati al lavoro sono correlati all’esposizione all’amianto.

Indennità contro le industrie non erano sufficienti per porre fine alla battaglia legale

Anche prima della definizione del Tribunale federale, nel tribunale del lavoro, l’amianto è già riconosciuto come una delle sostanze più dannose per il lavoratore. Le ingiunzioni corrette imposte contro le industrie che operano nel paese, tuttavia, non sono ancora state sufficienti per porre fine alla battaglia legale.

Rappresentati da Abrea, i lavoratori che per molti anni hanno fornito servizi in fabbriche che hanno usato la fibra cancerogena, come Eternit a Osasco (SP), Guadalupa (RJ), tra gli altri stati, sono riusciti a ottenere il risarcimento per riparare gli effetti dell’esposizione al materiale.

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Approccio proattivo alla gestione del sistema integrato Ambiente e Sicurezza

Approccio proattivo alla gestione del sistema integrato Ambiente e Sicurezza
11/01/2018: Se l’obiettivo è quello dell’integrazione dei sistemi di gestione Ambiente e Sicurezza nella normale prassi di gestione d’impresa, allora l’intera organizzazione aziendale deve essere coinvolta.

Negli ultimi anni si è diffuso nel nostro paese un approccio verso la gestione delle problematiche ambientali e della sicurezza sul lavoro diretto ad una integrazione delle stesse in un più ampio sistema di gestione aziendale che comprende anche il sistema Qualità.

E’ ormai noto a tutti gli addetti ai lavori che i sistemi o, meglio, i sottosistemi Ambiente e Sicurezza influenzano sia la competitività che l’ottimizzazione della gestione dell’azienda nel proprio mercato di riferimento in quanto potenzialmente in grado di condizionarne fortemente l’intera attività.

Basti pensare, come nel caso delle grandi aziende multinazionali, che il rischio, per loro complessivamente non accettabile, è quello del danno all’immagine ed alla reputazione. Infatti, grazie alla globalizzazione ed all’accesso, relativamente facile, a fonti d’informazione sul web realmente indipendenti, un qualunque evento che coinvolga la tutela dell’ambiente o la sicurezza e la salute dei dipendenti, in un qualunque paese in cui l’azienda è presente, si riflette immediatamente in tutto il mondo con la conseguente mobilitazione della pubblica opinione e, non ultimo, l’avvio di campagne di boicottaggio mirate.

Pertanto, l’aver prima implementato e poi il mantenere efficaci i sistemi di gestione Ambiente e Sicurezza, aiuta le aziende a tenere costantemente sotto controllo queste potenziali sorgenti di rischio ed:

• aumenta l’affidabilità del sistema aziendale diminuendo le probabilità del verificarsi degli eventi citati;

• garantisce l’integrità del business aziendale mantenendo, così, intatta, per le aziende quotate in borsa, la capacità di attrazione verso gli investitori.

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE:   PUNTOSICURO.IT

Social art: l’uso dell’arte come strumento educativo e di formazione alla salute e alla sicurezza

[ FONTE CCIP ]

ITI “Carlo Bazzi” – Via Cappuccio 2, Milano
 martedì 27 febbraio 2018- ore 14.00-18.00

Seminario organizzato da CCP Milano

14.00 – Registrazione partecipanti

14.15 – Saluti
Roberto MunarinDirettore Area Lavoro e Formazione – Comune di Milano
Umberto AndolfatoPreside Istituto Tecnico Industriale Edile Carlo Bazzi

14.30 – Presentazione del centro per la cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita e introduzione alle tematiche e ai lavori del convegno
Norberto CancianiVice Presidente CIIP – Segretario Nazionale Associazione Ambiente e Lavoro

14.45 – L’impegno nel mondo della scuola e della formazione alla salute e sicurezza dell’ats milano città metropolitana
Maria Grazia FulcoMedico del lavoro – ATS Milano Città Metropolitana

15.15 – L’apprendimento esperienziale: metodi e tecniche per un approccio formativo
Piergiorgio ReggioPedagogista, formatore, ricercatore, Docente Università Cattolica del S. Cuore Milano

15.45 – La fiaba di Pinocchio come strumento di orientamento e prevenzione della dispersione scolastica
Luca Monti Orientatore e formatore – Associazione MEET

16.15 – Arte come vita, coinvolgimento, sperimentazione: creare insieme ai bambini nei contesti ospedalieri
Gregorio MancinoRLST comparto edile – Artista

16.45 – Gioco e immedesimazione per fare prevenzione nella scuola e sul lavoro
Stefania FascianiPsicologa clinica e formatrice in tema di Salute e Sicurezza sul lavoro e nella scuola – Associazione ParteChipAzione

17.15 – Dibattito

17.40 – Pierino e il lupo – una favola per la salute e la sicurezza
Enrico IntraMusicista e compositore – Performance live

18.00 – Chiusura dei lavori

PARTECIPAZIONE GRATUITA con iscrizione obbligatoria online

scarica la locandina

Cosa può fare il medico per ridurre le disuguaglianze in sanità? La FNOMCeO presenta il Manifesto per l’Equità della Salute

FONTE DORS.IT

Nadia Coggiola, Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva, Università degli Studi di Torino

 

Lo scopo è quello di fornire linee guida per indirizzare l’operato del medico e dei sistemi sanitari verso l’eliminazione della disuguaglianza in sanità. Alcune riguardano la formazione, la partecipazione attiva nella condivisione di informazioni ed esperienze e la collaborazione con gli altri settori; ad esse si aggiungono suggerimenti specifici per gli operatori delle cure primarie. L’equità nell’accesso alle cure è principio fondante del nostro Servizio Sanitario Nazionale e informa tutto il Codice di Deontologia Medica. Per esempio, l’articolo 3 prescrive al medico di agire “senza discriminazione alcuna, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera”. L’articolo 5 è dedicato proprio alla Salute Globale, e raccomanda che “Il medico, nel considerare l’ambiente di vita e di lavoro e i livelli di istruzione e di equità sociale quali determinanti fondamentali della salute individuale e collettiva, collabora all’attuazione di idonee politiche educative, di prevenzione e di contrasto alle disuguaglianze alla salute e promuove l’adozione di stili di vita salubri, informando sui principali fattori di rischio”.

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“SICURI IN ITINERE”

 

INFORTUNI IN ITINERE IN EMILIA-ROMAGNA DENTRO UNA LETTURA DI GENERE:    

MAPPATURA E VALIDAZIONE DI BUONE PRATICHE. 

COSTRUZIONE E SPERIMENTAZIONE DI STRUMENTI PREVENTIVI

Segnaliamo il sito web “SICURI IN ITINERE” che supporta un progetto che si pone l’obiettivo di esplorare le ragioni del fenomeno degli incidenti in itinere e costruire pratiche preventive e di contenimento degli accadimenti infortunistici.
I promotori di questo progetto sono Cgil Emilia-Romagna e Confindustria Emilia-Romagna, con il coordinamento di Ires Emilia-Romagna attraverso un bando co-finanziato da INAIL Direzione Regionale Emilia Romagna. Nel sito vengono riportati i dati risultanti dalla ricerca e gli stadi di avanzamento del progetto. La banca dati riporta inoltre già un certo numero di esperienze positive che rappresentano una prima risposta per mitigare il fenomeno degli incidenti in itinere.

IL SITO “SICURI IN ITINERE”

HESAMAG. OÙ VA LE TRAVAIL HUMAIN À L’ÈRE DU NUMÉRIQUE ?

HESAMAG

Numéro actuel

HesaMag 16

 

fonte etui

C’est un fait difficilement contestable : les technologies numériques sont en train de révolutionner non seulement nos conditions de travail mais aussi notre rapport au travail. La rencontre entre des équipements toujours plus performants et de puissants algorithmes fait éclore les start-up un peu partout. Ces fameuses plateformes font preuve d’impressionnantes capacités d’adaptation et de contournement des contraintes qui se dressent sur leur route. Elles parviennent à instaurer avec leurs “partenaires” un rapport de force totalement déséquilibré.
Dans l’industrie, débarquent petit à petit des équipements high-tech imaginés pour l’industrie des loisirs (lunettes intelligentes, applications de réalité augmentée, etc.) et une nouvelle génération de robots dits “collaboratifs”, “apprenants” ou même “intelligents”.
Les professions intellectuelles n’échappent pas à la vague. Des plateformes, encore elles, proposent les services de programmeurs, traducteurs, rédacteurs, conseillers juridiques, etc. à des clients répartis à travers le monde.

N° 16

Date: 08/01/2018

Editorial
Actualité européenne
Actualité syndicale
Actualité internationale
Livres
Dossier spécial – Où va le travail humain à l’ère numérique ?

Stati Uniti: la corte d’appello respinge una richiesta dell’industria per ridurre il livello di protezione dei lavoratori contro la silice cristallina

FONTE ETUI 
[traduzione assistita google]

Il 22 dicembre 2017, la Corte d'appello del distretto di Columbia ha respinto le sfide alla norma statunitense sull'esposizione dei lavoratori alla silice cristallina.

Nella sua sentenza, la Corte d'appello ha respinto tutti gli argomenti presentati dalle organizzazioni dei datori di lavoro e ha confermato la validità dello standard sulla silice cristallina. Il limite di esposizione consentito rimane quindi a 0,05 mg / m3. Nell'Unione Europea la recente Direttiva (UE) 2017/2398 ha adottato un valore limite di 0,1 mg / m3, che aumenta considerevolmente il rischio di morte tra i lavoratori europei esposti rispetto alle loro controparti sull'altra sponda dell'Atlantico.

Lo standard sulla silice cristallina è stato adottato dall'OSHA nel settembre 2016. Numerose associazioni del settore hanno voluto sfidare l'applicazione di queste nuove regole sulla protezione, che, secondo le stime OSHA, dovrebbero salvare 600 vite ogni anno. Il contesto politico, con Donald Trump che prendeva il suo posto nella Casa Bianca, sembrava rappresentare una minaccia per le norme sulla salute nei luoghi di lavoro, e il caso di silice cristallina era quindi visto come un test importante per il futuro della legislazione sulla salute sul lavoro .

Si stima che oltre 2 milioni di lavoratori negli Stati Uniti siano esposti a questo cancerogeno. Oltre al cancro del polmone e alla silicosi, la silice cristallina provoca altre malattie ai reni e ai polmoni.

United States: court of appeals rejects an industry request to reduce the level of protection of workers against crystalline silica

On 22 December 2017 the District of Columbia Court of Appeals rejected the challenges to the US Standard on the exposure of workers to crystalline silica.

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Migrazione, Salute, Diritti: un approccio multidisciplinare alle relazioni interculturali. Firenze 20.01.2018

FONTE SALUTEINTERNAZIONALE.INFO

Inserito da on 8 gennaio 2018 – 09:35Lascia un commento

Corso di Perfezionamento Migrazione, Salute, Diritti: un approccio multidisciplinare alle relazioni interculturali

Migrazione, salute, diritti: le sfide al sistema italiano di accoglienza

Presentazione del Corso di Perfezionamento “Migrazione, Salute, Diritti: Un Approccio Multidisciplinare Alle Relazioni Interculturali” (2° Edizione)
Sabato 20 gennaio 2018
Ore 9.30 – 13.00
Aula Magna Via Laura , 48

Dipartimento Scienze Politiche e Sociali, Università degli Studi di Firenze

Locandina [PDF: 777 KB ]

Milano, incidente alla Lamina Spa: tre operai morti e uno grave

Un gravissimo incidente sul lavoro alla Lamina Spa, azienda che produce laminati d’acciaio in uno stabilimento alla prima periferia di Milano. L’allarme è scattato alle 16.50 di ieri pomeriggio. Sei operai che stavano pulendo un forno sotterraneo sono stati investiti in pieno da una fuoriuscita di gas e sono rimasti intossicati. Le condizioni di quattro lavoratori sono apparse subito molto gravi, mentre altri due presentavano solo lievi segni di intossicazione. Un operaio era stato portato in codice rosso all’ospedale di Monza, dove è deceduto. Due in codice rosso al San Raffaele in arresto cardiaco (uno è morto in serata) e un quarto collega è arrivato in codice rosso al Sacco ed è deceduto dopo il ricovero in ospedale. Nello stabilimento dell’azienda Lamina Spa sono intervenuti molti mezzi del 118, i vigili del fuoco, i carabinieri e la polizia locale. È rimasto intossicato anche il capo squadra dei vigili del fuoco, tra i primi a prestare soccorso: è stato trasportato in codice giallo al Niguarda per accertamenti.

Per il premier Paolo Gentiloni si tratta di “un terribile incidente sul lavoro”. Il presidente del Consiglio ha quindi rivolto un “pensiero commosso” alle vittime, ai feriti e alle loro famiglie. La Cgil e la Fiom Nazionale chiedono di fare al più presto piena luce sulla vicenda. “Ci auguriamo – si legge in una nota – che gli organi competenti possano, nel più breve tempo possibile, ricostruire la dinamica di quanto accaduto e individuare eventuali responsabilità, ma è indubbio che la tragicità dell’evento non possa non porre grandi interrogativi sul rispetto delle misure di sicurezza previste per il tipo di lavorazione”. “Un altro gravissimo infortunio sul lavoro ripropone la drammaticità del fenomeno nel nostro Paese, che — sottolineano ancora Cgil e Fiom — in questo ultimo anno ha registrato una pericolosa inversione di tendenza”. Per Confederazione e categoria “il tema della sicurezza deve essere prioritario anche nella contrattazione, nel confronto con le associazioni datoriali e nell’attività istituzionale”. “Come sindacati — concludono — continueremo a sostenere l’impegno dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza, per imporre il pieno rispetto di tutte le norme in materia sui luoghi di lavoro. Non può esistere crescita economica e sociale senza difendere e valorizzare il lavoro”.

AUMENTA LA POVERTA’

 

FONTE  BLOG-LAVOROESALUTE 

Aumento della povertà: in Italia i poveri sono 10,5 milioni. I dati italiani – Stando ai dati del 2016 i primi 7 miliardari italiani posseggono una ricchezza superiore a quella del 30% più povero dei nostri connazionali. L’1% più ricco del Belpaese può contare su oltre 30 volte le risorse del 30%più povero e 415 volte quella del 20% più povero della popolazione. Per quanto riguarda il reddito tra il 1988 e il 2011, il 10% più facoltoso ha accumulato un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera degli italiani.

povertà1

Nel mese di dicembre 2017 l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea (Eurostat) ha comunicato i dati sulla povertà in Europa, confermando un dato che vediamo spesso anche a Niguarda e nel IX Municipio del Comune di Milano. Basta percorrere nel  pomeriggio le strade in cui si tengono i mercati del nostro quartiere per vedere persone che passano prima degli addetti dell’Amsa, con un coltellino in mano, a raccogliere e mondare parti di frutta e verdura scartata dai commercianti. Ancor più evidente è la povertà se si passa da Viale Monza (MM Villa San Giovanni) dove c’è l’Associazione Pane Quotidiano che ogni giorno offre, gratuitamente, cibo alle fasce più povere della popolazione, distribuendo generi alimentari e beni di conforto a chiunque si presenti presso le proprie sedi e versi in stato di bisogno e vulnerabilità, senza alcun tipo di distinzione, alla sede della Caritas o di altri enti.

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Cancer Mortality in the U.S. Continues Decades-Long Drop

The report estimates that there will be 1,735,350 new cancer cases and 609,640 cancer deaths in the United States in 2018*. The cancer death rate dropped 26% from its peak of 215.1 per 100,000 population in 1991 to 158.6 per 100,000 in 2015. A significant proportion of the drop is due to steady reductions in smoking and advances in early detection and treatment. The overall decline is driven by decreasing death rates for the four major cancer sites: Lung (declined 45% from 1990 to 2015 among men and 19% from 2002 to 2015 among women); female breast (down 39% from 1989 to 2015), prostate (down 52% from 1993 to 2015), and colorectal (down 52% from 1970 to 2015).

Continue reading at American Cancer Society

Image: The cancer death rate dropped 1.7% from 2014 to 2015, continuing a drop that began in 1991 and has reached 26%, resulting in nearly 2.4 million fewer cancer deaths during that time.

Source: The data is reported in Cancer Statistics 2018, the American Cancer Society’s comprehensive annual report on cancer incidence, mortality, and survival. It is published in CA: A Cancer Journal for Clinicians and is accompanied by its consumer version: Cancer Facts and Figures 2018.

From: American Cancer Society
Published January 4, 2018 11:05 AM
 

Adesso l’amianto presenta il conto: in Lombardia previsti 11mila tumori in trent’anni

Al Policlinico il Registro lombardo: non possiamo perdere un solo caso

di GIULIA BONEZZI

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Amianto

Amianto

Milano, 11 gennaio 2017 – Il picco è atteso è atteso nel 2019, quando si prevede che oltre 450 lombardi s’ammaleranno di mesotelioma: il tumore da amianto ha un’incubazione di 40-50 anni, e gli anni ’70 del Novecento sono stati il periodo di maggior uso. Le stime parlano di 11.274 malati al 2029, contati però dal 2000, quando è partito il Registro dei mesoteliomi della Lombardia.

In 18 anni 6.343 casi trattati (ma occorre qualche anno per consolidare i dati), il 30% del totale italiano e, per un tumore raro, casistica rilevante a livello mondiale. Il Registro è al Policlinico di Milano, Padiglione Devoto, nella Clinica del lavoro più antica del mondo (1906). Previsto per legge e solo in teoria finanziato dallo Stato. Tre stanze a pianterreno, pile di fascicoli. «Il mio lavoro è tanta carta: va tenuta per i procedimenti penali, e perché sono dati preziosi, qui facciamo anche ricerca», dice l’epidemiologa Carolina Mensi, responsabile del Registro dal debutto, anche se è assunta dal 2013. Se ne occupa – del Registro che dal 2008 include quello dei tumori professionali delle cavità nasali e dei seni paranasali, e dal 2014 è diventato Cor, Centro operativo regionale che coordina per la Lombardia tutta la ricerca attiva sui tumori a possibile origine professionale – insieme a una segretaria e a una biologa a contratto, pagate coi fondi per la ricerca. Sotto Natale l’epidemiologa era lì ad aggiornare le statistiche e renderle disponibili non solo in ambito scientifico, ma per qualunque cittadino: «Non possiamo permetterci di perdere neppure un caso».

>>>>  L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE : IL GIORNO 

Luoghi di lavoro sicuri: i requisiti di pavimenti, porte e aperture

Normalmente quando si pensa agli incidenti e alle malattie professionali si fa riferimento per lo più ai rischi relativi alle macchine, ai pericoli di caduta dall’alto, di caduta materiali o di folgorazione, all’esposizione agli agenti fisici o al sovraccarico biomeccanico, ma raramente agli infortuni o alle malattie dovuti alla mancanza di requisiti dei luoghi di lavoro. Ad esempio in relazione alle carenze nella viabilità, nell’illuminazione, nella pavimentazione, o nella presenza di porte, aperture e scale fisse o portatili non sicure.

Ci soffermiamo oggi proprio su alcuni di questi elementi con riferimento al contenuto di un documento correlato al progetto Impresa Sicura, un progetto multimediale – elaborato da EBER, EBAM, Regione Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail – che è stato validato dalla Commissione Consultiva Permanente come buona prassi nella seduta del 27 novembre 2013 e che ha affrontato in questi anni il tema della sicurezza in vari comparti lavorativi.

Infatti il documento “ Settore agroalimentare_La lavorazione della carne”, che riporta diverse indicazione sui requisiti dei luoghi di lavoro, sulla normativa, sulla classificazione degli ambienti, dedica un intero paragrafo alla pavimentazione, ai muri e soffitti, alle finestre, alle scale e alle banchine e rampe di carico.
L’articolo segue alla fonte PUNTOSICURO.IT

Rapporto Settimanale n° 2 . Rapid Alert System è il sistema UE per tutti i prodotti di consumo pericolosi, ad eccezione di alimenti, prodotti farmaceutici e dispositivi medici.

Rapid Alert System è il sistema UE per tutti i prodotti di consumo pericolosi, ad eccezione di alimenti, prodotti farmaceutici e dispositivi medici. La relazione include informazioni dettagliate sui prodotti interessati, i rischi, lo Stato membro notificante e le misure adottate in risposta. Il sistema di allarme rapido consente uno scambio rapido di informazioni tra 31 paesi europei e la Commissione europea in merito a prodotti non alimentari pericolosi che presentano un rischio per la salute e la sicurezza dei consumatori. Ogni settimana, un aggiornamento delle ultime segnalazioni inviate dagli Stati membri è pubblicato sul sito web. Questo servizio di messaggi consente agli abbonati di essere informati su questi avvisi ogni settimana. Per leggere la scheda delle segnalazioni clicca

Osha: Risk assessment tools under peer review

OSH News
09/01/2018

The Commission organised a peer review meeting for web-based risk assessment tools, to facilitate mutual learning and discuss advantages and challenges of the different approaches. Participants from Belgium, Bulgaria, Estonia, Finland, Norway, Slovenia, Portugal and Sweden gathered to discuss national approaches, many of them based on OiRA (Online interactive risk assessment ) in the use of web-based tools for compliance with EU regulation for risk assessment.

The event was hosted by the Irish Health and Safety Authority. Ireland has already developed its own tool, the Business Electronic Safety Management and Risk Assessment Tool (BeSMART) , to help businesses reduce unnecessary administrative burden of legislative compliance. BeSMART is part of the IRAT  (interactive risk assessment tools) network, set up by EU-OSHA to improve communication and sharing of good practice between partners.

Learn more about the initiative and find the related documents 

Further information about OSH e-tools

 

STRAGE INFINITA: Servizio sul TG3 “Fuori TG” del 09/01/2018 di Valeria Collevecchio

Bologna, 10 gennaio 2018

Ottima prestazione del servizio pubblico televisivo RAI, che con il servizio appassionato e chiaro della giornalista Valeria Collevecchio, a dato la misura della strage di Amianto ancora in corso.

“STRAGE INFINITA”  è il titolo del servizio andato in onda sulla rubrica del TG3 “Fuori TG” del 09/01/2018

Il servizio, frutto di un lavoro di approfondimento certosino, ha dato conto dei drammi di Casale Monferrato e delle Officine Grandi Riparazioni di Bologna. Due realtà paradigmatiche, la prima sullo stabilimento ETERNIT e sul dramma che ha colpito oltre ai lavoratori e ai loro familiari, anche i cittadini di Casale Monferrato, la seconda sui lavoratori delle Officine Grandi Riparazioni delle FF.SS. di Bologna che lavoravano sugli elettrotreni, imbottiti di amianto.

Per l’OGR, le testimonianze sono di Salvatore Fais, Giovannino Albanese, Antonio Matteo ex-lavoratori OGR, Leda Cattani Zanantoni vedova del lavoratore OGR Fabio Gherla e Andrea Caselli presidente di AFeVA Emilia Romagna

Il servizio si apre con la domanda “CHI SONO I COLPEVOLI?….”

Per vedere o rivedere il servizio clicca qui

 

In ricordo di Antonella Bruschi

In ricordo di Antonella Bruschi
Mercoledì 10 Gennaio 2018 12:15
 

Antonella ci ha lasciati, troppo presto, da pochi giorni. Ricordiamo qui la sua attività appassionata di medico del lavoro con uno scritto di chi ha lavorato al suo fianco e con un suo recente intervento, dal quale emergono la sua sensibilità ed il suo impegno sul tema dei cambiamenti del lavoro e delle loro conseguenze sulla salute. Andare avanti in questo impegno sarà il modo migliore per ricordarla.

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Gentili lettori e lettrici potete scaricare un utile Dossier  sulle diseguaglianze sociali, economiche e culturali in Europa

 

Gentili lettori e lettrici potete scaricare un utile Dossier  sulle diseguaglianze sociali, economiche e culturali in Europa .

Dear reader,
we would like to draw your attention to a new publication that is available as a free download.
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“Inequality is the defining issue of our time”. This is what then US President Barack Obama said about inequality at the end of 2013. Almost half a decade later we unfortunately have to conclude that it still is one of the defining issues of our time and that we have seen the beginning of a political feedback loop. The unresolved inequality challenges amongst other things contributed to the the Brexit vote in the United Kingdom and the election of Donald Trump in the United States.

“Crisi”, “ripresa” e salute: elementi retrospettivi di Jean Olivier Mallet

Con questo articolo di Jean Olivier Mallet si apre su Diario Prevenzione una riflessione sugli effetti che la crisi economica ha prodotto sul patrimonio di salute della popolazione italiana ed europea. Invitiamo a commentare questo articolo e/o ad inviare alla redazione contributi ed articoli. Editor

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“Crisi”, “ripresa” e salute: elementi retrospettivi.
di Jean Olivier Mallet

L’impatto della crisi economica decennale 2007-2017 sulla salute pubblica (direttamente e attraverso la pressione sul sistema sanitario) a lungo non è stato un punto focale dell’attenzione mediatica ne della ricerca. E’ vero che il divario tra Nord e Sud in Europa non ha favorito l’omogeneità degli sguardi. In un Paese come la Francia, la tematica della crisi è stata forte negli anni 2008-2009, prima di essere rimossa a causa della resistenza del Welfare e delle politiche pubbliche effettive a lungo meno incisive in termini di “riforme strutturali”. Anzi medias e politici si sono spesso di nuovo interessati alle discriminazioni (genere, etnia, orientamento sessuale, disabilità) più che non alle disuguaglianze (sociali), che ovviamente interferiscono con loro. Solo a giugno 2017, il periodico trimestrale Actualité et Dossier en Santé publique (del Haut Comité de Santé publique, comitato consultivo presso il Ministero della Sanità) dedica un numero intero a “Crise économique et santé”. Il secondo biennio della presidenza Hollande e quella Macron con politiche thatcheriane d’urto stanno rilanciando solo ora il tema di una crisi forse più sociale che non economica. Nel numero di dicembre 2014 della Chronique internationale de l’IRES dedicata all’impatto della crisi sulla scuola e la sanità, colpisce l’opposizione tra le politiche di privatizzazione e precarizzazione “di ordinaria amministrazione” in Germania e la violenza delle stesse “riforme strutturali” smantellando velocemente servizi territoriali ed ospedali in Portogallo e in Grecia.

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PROCESSI D’AMIANTO – Odissea Infinita: i VIDEO e le Slide del Convegno di Reggio Emilia 1/12/2017

fonte  afevaemiliaromagna

Bologna, 9 gennaio 2018

Pubblichiamo i video della giornata del 1° dicembre 2017 sul Convegno dal titolo “Processi d’amianto: Odissea infinita” tenutosi presso la Camera del Lavoro di Reggio Emilia e organizzato da: CGIL Nazionale, CGIL Emilia Romagna, Camera del lavoro di Reggio Emilia, AFeVA Emilia Romagna.

Il convegno trae la sua motivazione da una necessità urgente, avviare una discussione e una puntuale analisi dell’andamento dei Processi Amianto, in particolare da parte dei soggetti che tutelano nei processi le VITTIME.

Quindi sono intervenuti Sindacalisti, Medici: Oncologi ed Epidemiologi, Avvocati delle parti civili, Magistrati, Studiosi di diritto, Rappresentanti delle Associazioni.

L’obiettivo è quello di creare una rete strutturata, possibilmente nazionale, per rafforzare il profilo dell’approccio processuale delle parti civili, contrapponendo alla deriva processuale che vede numerose sentenze favorevoli agli imputati, una nuova elaborazione che affronti i punti nevralgici dei processi: certezza della diagnosi, nesso causale, ricostruzione dell’attività lavorativa, problematiche peritali, uso della letteratura scientifica e dei Documenti di Consenso ecc…

Ciò è tanto più urgente con lo svolgimento di diversi processi (in Emilia Romagna sono in corso processi OGR Bologna, Cemental Correggio, Casaralta Bologna) e con la prossima apertura del processo ETERNIT, che dopo la sentenza della Corte di Cassazione si svolgerà in diverse sedi fra cui anche a Reggio Emilia per le vittime ETERNIT di Rubiera.

NOTA: Ci scusiamo, per alcune difficoltà tecniche è saltato l’intervento di Andrea Caselli (Presidente AFeVA ER) e la registrazione della sessione pomeridiana ha il sonoro di scarsa qualità.

Prossimamente pubblicheremo congiuntamente ad AIEA un volume con gli atti di questo convegno e del convegno del 13 dicembre 2017 tenutosi a Roma dal titolo “AMIANTO CONVEGNO NAZIONALE: FUMUS “MALI” IURIS”

La relazione introduttiva di Ciro Maiocchi – Responsabile Salute e Sicurezza CDL-CGIL Reggio Emilia

Le slide presentate nel Convegno di Reggio Emilia

La presentazione di CARMINE PINTO – Direttore UOC di Oncologia medica – ASMN
“LA CERTEZZA DELLA DIAGNOSI DI MESOTELIOMA NELLA PROSPETTIVA DEL PROCESSO PENALE”
La presentazione di CORRADO MAGNANI – Università del Piemonte orientale   “I PERITI DI PARTE TRA COMPETENZE RUOLO E DEONTOLOGIA”
La presentazione di LEOPOLDO MAGELLI – Medico del Lavoro  “TUMORI PROFESSIONALI IERI E OGGI. GIUSTIZIA E PREVENZIONE”

I Video della Giornata:

Video Completo della sessione mattutina

Introduzione di Ciro Maiocchi – CDL-CGIL Reggio Emilia

LE SENTENZE E GLI SVILUPPI DEI PROCESSI IN ITALIA DAL PRIMO ETERNIT AD OGGI
FEDERICA RICCÒ – Avv. Penalista Foro di RE

LO SCONTRO GIURISPUDENZIALE NEI PROCESSI PENALI SULL’AMIANTO
LAURA D’AMICO – Avv. Penalista foro di Torino

LA CERTEZZA DELLA DIAGNOSI DI MESOTELIOMA NELLA PROSPETTIVA DEL PROCESSO PENALE
CARMINE PINTO – Direttore UOC di Oncologia medica – ASMN

I PERITI DI PARTE TRA COMPETENZE RUOLO E DEONTOLOGIA
CORRADO MAGNANI – Università del Piemonte orientale

TUMORI PROFESSIONALI IERI E OGGI. GIUSTIZIA E PREVENZIONE
LEOPOLDO MAGELLI – Medico del Lavoro

LA PROVA EPIDEMIOLOGICA TRA CAUSALITÀ INDIVIDUALE E CAUSALITÀ COLLETTIVA
LUCA MASERA – Docente diritto penale Università di Brescia

I PROCESSI PENALI RELATIVI ALL’AMIANTO: LA PROSPETTIVA DEL PUBBLICO MINISTERO
NICOLA MEZZINA – PM Tribunale di Verbania

Interventi del pubblico

Donatella Ianelli Avv. penalista del Foro di Bologna

Stefano Silvestri – Igienista del Lavoro

Michele Michelino – Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

Silvano De Matteo – Delegato RSU Officine Grandi Riparazioni Bologna 

Il dibattito del pomeriggio

Introduzione di Ciro Maiocchi

Conclusioni di MAURIZIO LANDINI – Segreteria nazionale CGIL

Nicola Mezzina PM Verbania

Laura D’Amico

Luca Masera

Nicola Pondrano – Fondo nazionale vittime amianto e AFeVA Casale Monferrato

ZOLEZZI ALBERTO – Senatore M5S

 

I piloti di aereo accolgono con molto favore le buone notizie sulle restrizione del governo rispetto alla importazione di laser dal governo britannico.

Le restrizioni più severe sull’importazione di puntatori laser ad alta potenza sono state accolte favorevolmente dall’associazione dei piloti britannici.

Il Dipartimento per le imprese, l’energia e la strategia industriale ha annunciato che ridurrà le importazioni di laser non sicuri a seguito dei risultati di un’inchiesta sui problemi che causano.

I laser puntati da terra sui velivoli sono stati un problema costante per molti anni e la British Airline Pilots ‘Association (BALPA), così come altri nel settore dei trasporti, hanno promosso da tempo campagne per un maggiore controllo sulle vendite, oltre a sanzioni più severe per i trasgressori.

La notizia arriva poche settimane dopo l’annuncio da parte del Dipartimento per i Trasporti che le leggi sarebbero state rese più severe per i trasgressori, comprese le pene detentive e una multa potenzialmente illimitata.

Il Segretario generale della BALPA, Brian Strutton, ha dichiarato:

“Questa notizia che proviene dal governo sui laser è molto apprezzata dai piloti e mostra che si sta prendendo sul serio questa importante questione.

“Il Dipartimento per i trasporti ha recentemente annunciato l’introduzione di nuove leggi più severe per coloro che puntano da terra i raggi laser sugli aerei. Ora le maggiori restrizioni all’importazione dovrebbero, si spera, impedire che laser ad alta potenza giungano in primo luogo nelle mani di chi ha cattive intenzioni.

“Puntare un raggio laser ad alta potenza su si un aereo è estremamente pericoloso e ha il potenziale di causare un incidente che potrebbe essere fatale non solo per quelli a bordo, ma anche per le persone a terra”.

Note: nel 2016 gli attacchi laser su aerei sono stati 1.258. Le cifre 2017 devono ancora essere annunciate.

(Traduzione assistita da google translator )

FONTE  IL SINDACATO DEI PILOTI BRITANNICI BALPA