La Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro 2018 è alle porte

Fonte Osha.Eu

Il 22 ottobre, l’EU-OSHA, insieme ai suoi partner, darà avvio alla Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro per promuovere una gestione partecipativa e attiva della sicurezza delle sostanze pericolose.

Tappa fondamentale dell’attuale campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri” , la settimana ispira centinaia di eventi in tutta Europa: proiezioni di film, eventi sui social media, conferenze, mostre, concorsi e sessioni di formazione.

Perché non scoprite quali saranno gli eventi più prossimi a voi  tra il 22 e il 26 ottobre e non vi informate su come partecipare ?

Seguite l’evento della Settimana europea su Facebook  e spargete la voce con l’hashtag #EUhealthyworkplaces 

Esperti, pubblico e media nella comunicazione del rischio: un dialogo senza speranza?

FONTE AMBIENTEINFORMA-SNPA

Articolo di Thomas Valerio Simeoni

Il tema del rischio ha assunto negli ultimi decenni una peculiare rilevanza nel dibattito sociale e scientifico, in particolare, in un contesto contrassegnato dallo spettro della guerra fredda e della catastrofe nucleare prima e dal nascere dei movimenti ambientalisti poi, a partire dagli anni sessanta del secolo scorso. Altrettanto evidente è il fatto che le società attuali, nelle quali si è raggiunto un livello di sicurezza sotto molti punti di vista maggiore che in passato, sono esposte, a differenza delle epoche premoderne, da una parte ai tradizionali pericoli rappresentati dalle catastrofi naturali e, dall’altra, all’inedita prospettiva delle catastrofi provocate dagli esseri umani, o comunque legate alle loro attività, ed all’impatto della tecnologia.

Secondo una formula coniata dal sociologo tedesco Ulrich Beck, la società contemporanea è una “società del rischio” (Beck 1986), nella quale, superata la preoccupazione riguardo la scarsità dei beni e la loro distribuzione, che aveva dominato la scena sociale ed economica del XIX e prima metà del XX secolo, il problema fondamentale è rappresentato dalla necessità di limitare i rischi prodotti dalla società stessa, che sempre più hanno portata globale e portano con sé lo spettro della minaccia alla sopravvivenza della stessa umanità.

Nel passaggio alla modernità, dunque, sempre più situazioni e stati di fatto vengono attribuiti alle scelte dell’uomo: «In contrasto con tutte le epoche precedenti (inclusa la società industriale) la società del rischio è caratterizzata essenzialmente da una mancanza: l’impossibilità dell’imputabilità esterna delle situazioni di pericolo» (Beck 1986).

Anche secondo il sociologo Niklas Luhmann l’evento dannoso viene percepito sempre più come esito delle decisioni umane e sempre meno come fatalità. Per Luhmann il tema del rischio è dunque rilevante perché pone «la questione di quale idea di razionalità, di decisione, di tecnica, di futuro o semplicemente di tempo è presupposta quando si parla di rischio, oppure, in modo ancora più fondamentale, di come concepiamo la nostra società se rendiamo il rischio, che una volta riguardava soltanto i marinai, i raccoglitori di funghi e in genere persone che si esponevano ai pericoli, un problema che non si può né evitare né aggirare» (Luhmann 1991).

Un ulteriore ambito con cui è possibile indagare il concetto di “rischio” è costituito dalla difficoltà rappresentata dai diversi sistemi, scientifici e non, di pervenirne a una univoca definizione. La riflessione sul tema del rischio, soprattutto quando si muove sul piano ambientale o in quello della medicina, sembra destinata a rimanere vittima di due opposte tendenze: quella “scientistica”, secondo la quale è possibile una valutazione oggettiva e di validità universale dei rischi, e quella “antropologica”, secondo la quale non solo non è possibile un calcolo oggettivo, ma dove il concetto di rischio è intriso delle credenze profonde e dei modelli culturali che caratterizzano specifici sottogruppi della popolazione (Vineis 1999).
Sul fronte, ad esempio, dell’immaginario, il rischio e la catastrofe sono sempre stati parte delle grandi narrazioni epiche: dalle antiche storie dell’umanità fino al moderno consumo dei prodotti dell’industria culturale, eroi classici e supereroi moderni popolano mondi minacciati da diluvi, invasioni, epidemie e altre catastrofi con le quali devono cimentarsi con prove eccezionali per affermare il proprio statuto.

Ne emerge un concetto di rischio polisemico, che non può mai approdare a un’unica definizione perché afferente a molteplici e diversi aspetti, di volta in volta applicati e adattati a specifici argomenti o contesti, generando due distinti piani del simbolico: il primo è quello scientifico, denotativo, legato all’osservazione empirica dei fenomeni ed al calcolo probabilistico, mentre il secondo rimanda al connotativo, cioè alle diverse dimensioni in cui/con cui l’immaginario produce le forme della sua rappresentazione (informative, narrative, mitiche, artistiche, performative ecc.) destinate a permeare l’identità dei singoli, le culture e la società stessa (Luhmann 1996).

Possono (e, se possono, come possono) allora sincronizzarsi le rappresentazioni polisemiche con cui i sistemi della società trattano il rischio e le sue conseguenze? Oggi la tecnica e la consapevolezza delle possibilità ad essa collegate hanno occupato il terreno che prima era della natura: è cresciuto il timore per le conseguenze distruttive della tecnologia e per il rischio che viene attribuito alle decisioni, è aumentata la dipendenza del futuro dalle decisioni, facendone non più una continuazione rassicurante del passato, ma una frattura rispetto a questo (Luhmann 1991).

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La Roadmap sugli agenti cancerogeni ora in un video: condividi e aiutaci a prevenire i lavoratori dagli agenti cancerogeni al lavoro!

Pubblichiamo questo appello dell’Agenzia OSHA.EU

“Responsabile di oltre 100.000 morti ogni anno, il cancro è la principale causa di mortalità correlata al lavoro nell’UE. Il 25 maggio 2016, sei organizzazioni europee hanno firmato un patto che le ha impegnate in un programma di azione volontario per sensibilizzare sui rischi derivanti dall’esposizione ad agenti cancerogeni sul luogo di lavoro e scambiare buone pratiche: la tabella di marcia.

Gli Stati membri, le parti sociali, le società, le organizzazioni di ricerca e altre parti in tutta Europa sono incoraggiati a partecipare. Finora, oltre 16 paesi dell’UE e 1000 persone e organizzazioni hanno aderito.

Gli eventi sono spesso organizzati in tutta Europa, dove i partner possono condividere le conoscenze e discutere nuovi approcci su come gestire i rischi di lavorare con sostanze cancerogene. Si spera inoltre che una maggiore consapevolezza porti a innovazioni nei processi produttivi, con la conseguente sostituzione delle sostanze cancerogene con alternative più sicure.”

Guarda e condividi il video e scopri di più sulla Roadmap sugli agenti cancerogeni

Smog in pianura padana: 4 regioni chiedono armonizzazione norme

Fonte Regioni.it

Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte su qualità dell’aria

(Regioni.it 3463 – 01/10/2018) Le regioni Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte chiedono l’armonizzazione delle norme sulla qualità aria nella pianura padana entro il 2020. La richiesta  è stata formulata dagli assessori regionali all’Ambiente delle quattro Regioni interessate dalla procedura di infrazione comunitaria sugli sforamenti dei limiti delle polveri sottili: Gianpaolo Bottacin (Veneto), Raffaele Cattaneo (Lombardia), Paola Gazzolo (Emilia-Romagna) e Alberto Valmaggia (Piemonte).
“La qualità dell’aria – spiegano gli assessori – va oltre i confini amministrativi e travalica ogni differenza di colore politico. La salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente sono obiettivi prioritari nella sfida delle Regioni del Bacino Padano per un’aria più pulita. Entro il 2020 l’obiettivo è armonizzare e rendere omogenee le norme e le misure applicate in un territorio che da solo produce il 50% del Pil nazionale e dove vivono 23 milioni di persone. Quelle al via il primo ottobre rappresentano già risultati avanzati di questo lavoro di area vasta che vogliamo portare a completo compimento”.
“Già a luglio – aggiungono – abbiamo incontrato il Ministro all’Ambiente Costa per ribadire la volontà di continuare l’impegno condiviso negli ultimi anni anche con il Governo nazionale, suggellato dalla firma a Bologna dell’Accordo di Bacino Padano nel giugno del 2017: un’intesa al rialzo, con norme condivise, sfidanti e ambiziose, abbinata ad un pacchetto di 16 milioni di euro per ridurre le emissioni delle attività agricole, zootecniche e favorire la rottamazione dei mezzi più inquinanti. Ora – proseguono – serve continuare con grande serietà e senso di responsabilità l’impegno verso un modello di sviluppo sempre più sostenibile a cui tutto il mondo sta guardando, come indica l’Agenda 2030 dell’Onu. Per riuscirci, è fondamentale la collaborazione dei cittadini: ciascuno, con i propri comportamenti quotidiani, può fornire un grande contributo per il futuro delle nostre comunità. Nessuno deve sentirsi escluso: la salute, la qualità della vita e dell’ambiente dipendono dalle scelte di ciascuno di noi”.

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Difendiamo la libertà del dibattito scientifico  dall’influenza dell’industria del tabacco

FONTE  C.I.I.P

1 ottobre 2018

Pubblichiamo un documento sottoscritto dai promotori del Manifesto per l’Endgame del tabacco in Italia con il quale si richiamano le istituzioni e le società scientifiche a non accettare che l’industria del tabacco finanzi o partecipi ad iniziative scientifiche, così come indicato dall’art. 5.3 del trattato FCTC-WHO sul controllo del tabacco.

Allegati:
Scarica questo file (Indipendenza_da_industria_del_tabacco_1Ott_v3.pdf)Indipendenza da industria del tabacco [Tobacco Endgame]

MESOTELIOMA: Pubblicato il VI rapporto RENAM e l’aggiornamento al Giugno 2018 dei dati COR Emilia Romagna

FONTE AFEVAEMILIAROMAGNA

E’ disponibile il VI Rapporto RENAM 2018 sull’andamento dei Mesoteliomi in Italia  alla data del Dicembre 2015.

Scarica il VI Rapporto RENAM 2018  (Fonte INAIL)

 

E’ stato inoltre pubblicato l’aggiornamento al 30 giugno 2018 dei dati rilevati dal Cor-Renam in Emilia Romagna di Mesotelioma.

Scarica il Rapporto COR-RENAM Emilia Romagna aggiornato al 30 giugno 2018

Ovviamente il rapporto contiene dati ancora non stabilizzati per gli ultimi anni, purtuttavia è un documento fondamentale per comprendere l’andamento di queste patologie nella nostra regione.

In primo luogo, va osservato che il dato dei cittadini/e Emiliano Romagnoli colpiti da mesotelioma continua ad essere elevato e stabilmente sui 150 casi/anno. Con tassi di incidenza ( N° casi/100.000 abitanti) ancora superiore a 4/100.000 e con province, prima fra tutte Reggio Emilia (6,4 casi/100.000) più alti della media, seguono le province di Parma,Piacenza, Ferrara e Ravenna.

Andamento questo, che nella sua drammaticità, conferma la scelta di dotare la nostra regione di un nuovo sistema di cure per i malati di Mesotelioma e di una efficace rete di Ambulatori per la sorveglianza sanitaria.

 

La via da seguire per la sicurezza e la salute nelle micro e piccole imprese europee: sintesi della conferenza ora disponibile

28/09/2018

Fonte OSHA.EU

Il sommario illustra ciò che gli esperti hanno detto alla conferenza ad alto livello “Quando le dimensioni contano … la via da seguire per migliorare la sicurezza e la salute sul lavoro nelle micro e piccole imprese europee (MSE)”.

I partecipanti hanno incluso il Commissario Thyssen, i membri del team di progetto e molti altri stakeholder chiave. Hanno discusso i principali risultati e il potenziale impatto futuro del progetto SESAME dell’UE-OSHA (per “Piccole e micro imprese sicure”).

L’obiettivo generale del progetto è fornire supporto per raccomandazioni politiche basate su dati concreti e facilitare lo sviluppo di strumenti pratici attraverso l’identificazione di fattori chiave di successo per migliorare la sicurezza e la salute sul lavoro nelle micro e piccole imprese  in Europa.

Scarica il riepilogo della conferenza ora

Guarda le foto della conferenza 

L’individuazione del garante della sicurezza nelle aziende complesse

SEGNALAZIONE

FONTE PUNTOSICURO.IT

Autore: Gerardo Porreca

Categoria: Sentenze commentate
01/10/2018: Nelle strutture aziendali complesse, ai fini dell’individuazione del garante della sicurezza e delle relative responsabilità, occorre fare riferimento al soggetto, datore di lavoro dirigente o preposto, espressamente deputato alla gestione del rischio.

Due sono i principi ormai consolidati in giurisprudenza che vengono richiamati dalla Corte di Cassazione in questa sentenza che ha riguardato una contravvenzione contestata al datore di lavoro e al direttore di cantiere di un’impresa di costruzione per avere messo a disposizione dei lavoratori un’attrezzatura non rispondente alle disposizioni di legge in materia di salute e sicurezza sul lavoro ad essa applicabili. In tema di infortuni sul lavoro, ha ribadito la suprema Corte con riferimento al primo principio, la posizione di garanzia grava, ai sensi dell’art. 299 del D. Lgs. 9/4/2008 n. 81, anche su colui che, pur non essendo stato formalmente investito, eserciti in concreto i poteri giuridici riferiti al datore di lavoro e ad altri garanti ivi indicati, sicché l’individuazione dei destinatari degli obblighi posti dalle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro deve fondarsi non già sulla qualifica rivestita, bensì sulle funzioni in concreto esercitate che prevalgono, quindi, rispetto alla carica formale attribuita al soggetto. >>>>

L’ARTICOLO SEGUE ALLA FONTE PUNTOSICURO.IT

Relazione sullo stato di avanzamento sul divieto  dell’amianto in Canada

FONTE: SEGRETERIATO INTERNAZIONALE PER L’ABOLIZIONE DELL’AMIANTO

28 settembre 2018

 

Quando si parla di amianto, il progresso non è mai lineare; sembra per ogni passo in avanti, ci siano due passi indietro. La situazione in Canada è un esempio calzante. Il periodo di consultazione sui piani canadesi per la messa al bando dell’amianto è stato completato e l’introduzione della legislazione per vietare l’uso di amianto è in programma. Tuttavia, la spina perenne  del Canada rimane Quebec, l’antico cuore dell’amianto del paese dove interessi consolidati commerciali, politici ed economici si oppongono all’attuazione di restrizioni più severe 1 e alla legislazione per prevenire lo sfruttamento commerciale dei residui minerari. 2

Attualmente, lo standard del Quebec consente ai lavoratori di essere esposti a 1 fibra di amianto crisotilo per centimetro cubo (1f / cm 3 ); 10 volte superiore a quello consentito da Ottawa (0,1 f / cm 3 ) e 100 volte superiore a quello di Svizzera e Paesi Bassi (0,01 f / cm 3 ). 3 Una consultazione pubblica intrapresa più di 18 mesi fa dal Comitato del Quebec sugli Standard, Equity, Health and Safety (CNESST) per valutare l’inasprimento dei regolamenti del Quebec rimane impantanata con il premier Philippe Couillard del Quebec che esercita il doppio senso del servizio civile per spiegare i continui ritardi:

“La letteratura [scientifica] deve fare il collegamento tra questo livello e questo problema di salute. Dobbiamo seguire queste regole e soprattutto eliminarle in modo organizzato, sulla base di prove scientifiche. Ed è per questo che c’è un gruppo di lavoro su questo tema. ” 4

Anche all’interno della provincia del Québec alcuni lavoratori hanno ottenuto livelli più elevati di protezione dalle esposizioni di amianto rispetto ad altri. I “requisiti normativi rilassati” – o “adattamenti” come li chiama il CNESST – sono di routine per le ispezioni sul posto di lavoro nella ex regione mineraria dell’amianto di Chaudière-Appalaches, dove sono state esercitate pressioni sostenute per ridurre i costi operativi.

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Lavaggio a secco o pulizia dell’acqua – Scheda INRS

SEGNALAZIONE 

Una nuova checklist tecnica

L’INRS pubblica un promemoria tecnico dedicato alla stampa, un settore di attività in rapida evoluzione. Tre domande a Cosmin Patrascu, esperto in rischi chimici all’INRS.

Lavaggio a secco o pulizia dell'acqua

Che cosa presenta questa nuova pubblicazione?

L’aiuto tecnico mémoire La pressatura. Il lavaggio a secco o la pulizia dell’acqua (ED 6308) presenta i rischi professionali presenti nelle lavanderie a secco, un settore che si è evoluto molto negli ultimi anni. Mentre la maggior parte di queste società utilizzava il percloroetilene per il trattamento dei tessili, i regolamenti hanno limitato o vietato l’uso di questa sostanza dal 2013. Nel 2022, tutte le macchine a base di percloroetilene situate in locali contigui ai locali occupati da parte di terzi, siano essi alloggi, negozi o uffici, saranno sostituiti da macchine che non utilizzano il percloroetilene. Attualmente esistono due percorsi alternativi per le macchine che utilizzano il percloroetilene: pulizia dell’acqua o solventi combustibili.

LA SCHEDA PROSEGUE ALLA FONTE  INRS.FR 

DoRS ha pubblicato “Vittime”

FONTE C.I.I.P


Gruppo di lavoro Storie di infortunio – Settembre 2018

Questa raccolta di racconti, scritti dagli operatori dei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro del Piemonte e della Lombardia, nasce dallo sforzo di restituire umanità e sentimento ai protagonisti delle inchieste e alle vittime degli infortuni, vittime entrambi di un sistema di sicurezza che deve essere migliorato.

Ogni racconto narra una storia individuale ma, riletto nell’ambito di una comunità, diventa parte di un sapere collettivo come patrimonio da condividere per evitare il ripetersi di tanti eventi infausti.

Vittime può essere scaricato dal sito di DoRS

GB: la Brexit potrebbe offrire l’occasione al governo inglese per cancellare i diritti dei lavoratori acquisiti con le direttive europee su salute e sicurezza e orario di lavoro

FONTE : GMB

Il segretario della Brexit David Davis e Jacob Rees-Mogg hanno svelato il piano IEA durante un evento di questa mattina.

La relazione afferma che le protezioni esistenti come la direttiva sull’orario di lavoro vanno “ben oltre quelle che possono essere viste come protezioni ragionevoli dei lavoratori”. [1]

Perdere le protezioni della direttiva sull’orario di lavoro significherebbe che:

7 milioni di lavoratori potrebbero perdere i diritti alle ferie pagate – 4,7 milioni di loro donne e molte con contratti a tempo zero o part-time
Ancora più lavoratori potrebbero essere costretti dai capi a lavorare settimane più lunghe di 48 ore.
I lavoratori potrebbero perdere il diritto di pranzare e riposare.
I lavoratori notturni potrebbero perdere alcune protezioni per la salute e la sicurezza. [2]
Tim Roache, segretario generale della GMB, ha dichiarato:

“È incredibile che un uomo che esortava le persone a” riprendere il controllo “sta progettando di rimuovere i diritti dai lavoratori e dare più potere ai loro capi.

“Questo non è stato sicuramente stampato sul lato di un autobus. La maschera di Boris Johnson sta chiaramente scivolando.

“Il Primo Ministro deve venire chiaramente a contestare questo rapporto. Ha promesso che i diritti di lavoro delle persone sarebbero stati protetti dopo la Brexit, ma è diventata ostaggio degli estremisti nel suo stesso partito.

“Le promesse fatte durante il referendum semplicemente non riflettono la realtà che ora affrontiamo e i pericoli di una dura Tory Brexit di destra diventano più chiari di giorno in giorno.

“Ora deve essere pubblico chi ha l’ultima parola sulla Brexit. Ci deve essere un voto pubblico sull’affare finale. “

Cgil: sugli infortuni basta denunce, intervenire a ogni livello

FONTE : RASSEGNA.IT CHE RINGRAZIAMO
Martini: “Occorre agire dalla contrattazione, che deve rimettere al centro le condizioni di lavoro, alle istituzioni, che devono svolgere pienamente la funzione di prevenzione, controllo ispettivo e repressione”

 “Il 2018 si conferma l’anno della svolta negativa per quanto riguarda gli infortuni. Non è più tempo di denunce, occorre agire ad ogni livello, dalla contrattazione, che deve rimettere al centro le condizioni di lavoro, alle istituzioni, che debbono svolgere pienamente la funzione di prevenzione, controllo ispettivo e repressione”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Franco Martini.

Di fronte a questa situazione, sostiene “ha poco senso danzare sulle piccole variazioni dei numeri, perché il fenomeno resta serio in tutti i settori, a partire da quelli tradizionalmente ai vertici delle statistiche. L’incremento degli infortuni – prosegue – coincide peraltro con una, seppur flebile, ripresa produttiva, a dimostrazione che l’economia è ripartita senza quel necessario sforzo di innovazione che in tutte le sedi viene considerato la leva fondamentale su cui agire per la qualità del lavoro e dello sviluppo”.

Per il segretario confederale “è necessario porre uno stop alla diffusione del lavoro precario e va evitato l’indebolimento del codice degli appalti,essendo quel settore la più grande fabbrica di infortuni sul lavoro”. Inoltre “le associazioni datoriali debbono assumere l’obiettivo della sicurezza come discrimine del fare impresa, come codice etico a tutela della principale risorsa di cui dispongono, le donne e gli uomini che lavorano”.

“Per questo – conclude Martini – ribadiamo la necessità di una grande mobilitazione nazionale, a tutti i livelli, per riaffermare il valore del lavoro, nella sua qualità e dignità”.

In Canada le condizioni di lavoro sono molto pesanti, anche nel settore pubblico .

FONTE  CUPE 

Leggiamo da un comunicato della CUPE, il sindacato dei dipendenti pubblici canadesi , che riporta i risultati di un Convegno dei sindacalisti che si occupano di infortuni e malattie professionali : ” ….Tristemente, carichi di lavoro irragionevoli sono vissuti da lavoratori in più settori in tutto il Canada. Nessuno è immune dagli impatti negativi sulla salute di carichi di lavoro pesanti.Tutti i datori di lavoro, compresi i comitati di compensazione dei lavoratori in Canada, hanno compiti legali molto specifici per proteggere i lavoratori in base alla legislazione in materia di salute e sicurezza. I rappresentanti dell’Unione ritengono che il “carico di lavoro eccessivo” costituisca un serio problema di salute e sicurezza che incide negativamente sul benessere psicofisico dei dipendenti.”
Molti interventi dei convenuti a questa assise hanno denunciato l’incapacità dei dirigenti ad organizzare il lavoro in modo sostenibile, con carichi di lavoro gestibili.
Per migliorare il sistema organizzativo del lavoro pubblico, afferma una sindacalista, Debbie Wallace, è importante che sia preso in considerazione il punto di vista dei lavoratori, sono i lavoratori che sanno dove il sistema è difettoso e come potrebbe essere migliorato per tutti i lavoratori di tutti i settori.

Questa notizia sindacale proveniente dal Canada potrebbe aprire una riflessione molto utile sulla complessa e non sempre efficace organizzazione del lavoro pubblico in Italia.Spesso le disfunzioni organizzative creano zone operative di sofferenza da sovraccarico e zone non impegnate adeguatamente. Servono a ben poco le campagne contro i  “fannulloni” se non vi è una dirigenza capace di organizzare e distribuire i carichi di lavoro in forme efficaci e sane.

Sanità pubblica e modifiche al Codice per il trattamento dei dati personali in Italia.

FONTE: DORS.IT

Autrici :Grazia Bertiglia, Dors – Elisa Valesio, Regione Piemonte

 

La norma italiana a completamento del Regolamento Europeo 2016/679

Il 10 agosto 2018 è stato approvato il D.Lgs. 101: la scelta è stata, alla fine, di conservare – per quel che si poteva – il Codice italiano (D.Lgs. 196/2003) modificandolo alla luce del Regolamento Europeo.

Il decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 7 settembre non è di agevole lettura: gran parte è dedicato a modificare abrogare gli articoli del Codice; gli ultimi articoli, da 17 a 26 contengono invece norme originali. Riportiamo perciò in allegato sia il testo del decreto 101/2018, sia il testo modificato del (D. Lgs. 196/2003) in vigore dal 19.9.2018.

Purtroppo la materia specifica di cui trattiamo non è fra quelle su cui la stampa, anche specialistica si sia soffermata con commenti di esperti della privacy: l’attenzione, a partire da maggio di quest’anno, è stata rivolta soprattutto ad aspetti di gestione dei sistemi informativi, di trattamento di dati da parte dei colossi dell’informazione, all’impatto nel mondo privato e alle temute sanzioni. Al momento anche il Garante italiano (ora “autorità di controllo” ) non ha dedicato particolare enfasi agli aspetti inerenti i trattamenti di dati per scopi sanitari e di ricerca. In attesa dell’emanazione del D.Lgs. 101/2018, per evitare un vuoto normativo, il   data ha prorogato le autorizzazioni generali, scadute il 25 giugno, all’indomani dell’entrata in vigore piena del Regolamento europeo.

Le disposizioni del Regolamento Europeo per la sanità.

Quali sono oggi, allora, i punti fermi della nuova normativa privacy per chi opera nei servizi di prevenzione e sanità pubblica, per la promozione della salute, la ricerca scientifica, la programmazione dei servizi sanitari?

In primo luogo, occorre tener conto delle nuove regole che valgono per ogni trattamento di dati personali: base giuridica, informazioni, accountability, minimizzazione e pseudonimizzazione, privacy by design e by default, sicurezza e valutazione di impatto. (già esaminati in precedenti  articoli su questo sito).

Il Regolamento Europeo tratta in particolare di questi ambiti specifici in alcuni punti:

Il Considerando 33 riguardo alla ricerca scientifica riconosce che “in molti casi non è possibile individuare pienamente la finalità … al momento della raccolta dei dati” e dà spazio alle comunità scientifiche per definire regole deontologiche adeguate per tutelare le persone anche senza il loro consenso specifico: questo può riguardare anche la ricerca sanitaria, in particolare tutta la ricerca epidemiologica che si basa su dati raccolti in precedenza per le attività di diagnosi, cura e prevenzione.

Il Regolamento definisce poi puntualmente i dati genetici:

cons 34/art. 4- punto 13: i dati personali relativi alle caratteristiche genetiche ereditarie o acquisite di una persona fisica che forniscono informazioni univoche sulla fisiologia o sulla salute di detta persona fisica, e che risultano in particolare  dall’analisi di un campione biologico di detta persona fisica.

e i dati sanitari:

cons.35/art 4- punto 15: dati personali attinenti alla salute fisica o mentale di una persona fisica, compresa la prestazione di servizi di assistenza sanitaria, che rivelano informazioni relative allo0 stato di salute;

Riguardo alla base giuridica il cons. 45 indica che dove c’è interesse pubblico, allora ci vuole come base giuridica una norma di legge; il consenso al trattamento dei dati personali in sanità è cosa diversa dal consenso informato all’atto medico, previsto dalla legge n. 219/2017 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.” che dice all’art. 1 “La presente legge, nel rispetto dei principi di cui agli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e degli articoli 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario puo’ essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge.” 

Fermo restando quanto sopra, il consenso al trattamento dei dati personali in sanità viene ristretto (cons. 32- art 7), ma il Regolamento europeo specifica che quando occorre ottenerlo dal soggetto per trattare i suoi dati, questo consenso è sempre revocabile.

L’art 9 del Regolamento disciplina il trattamento di categorie particolari di dati personali tra cui rientrano i dati relativi alla salute, i dati genetici ecc. Nell’ambito sanitario segnaliamo:

Il paragrafo 1 prevede in linea generale che: “E’ vietato trattare dati personali che rivelino l’origine razziale o etnica,….nonchè trattare dati genetici,…., dati relativi alla salute…”

Il paragrafo 2 prevede delle eccezioni. Non si applica il comma 1 se:

a) l’interessato ha prestato il proprio consenso esplicito… e puo’ revocarlo in ogni momento;

oppure il trattamento è necessario per:

b) assolvere gli obblighi ed esercitare i diritti specifici del titolare del trattamento o dell’interessato in materia di diritto del lavoro e della sicurezza sociale e protezione sociale ..;

c) tutelare un interesse vitale dell’interessato o di un’altra persona fisica qualora l’interessato si trovi nell’incapacità fisica o giuridica di prestare il proprio consenso;

g) motivi di interesse pubblico rilevante sulla base del diritto dell’Unione o degli Stati membri, …purchè l’interesse sia proporzionato ;

h) finalità di medicina preventiva o di medicina del lavoro, valutazione della capacità lavorativa del dipendente, diagnosi, assistenza o terapia sanitaria o sociale ovvero gestione dei sistemi e servizi sanitari o sociali ed è condotto da un professionista soggetto a segreto professionale;

i) motivi di interesse pubblico nel settore della sanità pubblica, quali la protezione da gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero o la garanzia di parametri elevati di qualità e sicurezza dell’assistenza sanitaria e dei medicinali e dei dispositivi medici, …;

j) archiviazione nel pubblico interesse ricerca scientifica e statistica (con l’obbligo di pseudonimizzare i dati).

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE DORS.IT 

Rischio stress lavoro correlato degli operatori della giustizia in ambito di esecuzione penale esterna

Segnalazione

C.I.I.P

Rischio stress lavoro correlato degli operatori della giustizia in ambito di esecuzione penale esterna
CCP – V.le D’Annunzio 15 – Milano
mercoledì 19 settembre 2018 – ore 9:00-13:00

Seminario CCP Milano – 2a edizione
sono disponibili le presentazioni

LE PRESENTAZIONI: VAI  AL SITO CIIP 

Genova, 2001 e 2018 di Gavino Maciocco

 

SEGNALAZIONE ARTICOLO 

FONTE SALUTEINTERNAZIONALE

24 settembre 2018 – 09:15 |

Gavino Maciocco

C’è un filo che lega i due terribili sfregi che ha subito la città di Genova: quello recentissimo, il crollo del ponte Morandi, e quello più lontano nel tempo (luglio 2001) in occasione del G8: giorni di terribile violenza che impedirono che si desse voce alle 300mila persone che si erano pacificamente riunite per denunciare di fronte ai “Grandi della Terra”  i deleteri effetti della globalizzazione e delle politiche neo-liberiste, tra cui l’esproprio dei poteri dello Stato, l’attacco al welfare state e la spinta alla privatizzazione del patrimonio pubblico.

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Progressi degli sforzi globali per vietare l’amianto

Fonte:  Segretariato Internazionale per la messa la bando dell’amianto

La settimana scorsa, gli incontri in diversi continenti hanno sottolineato le continue interazioni di attivisti internazionali che lavorano per eliminare il rischio di amianto e ottenere giustizia per le vittime in tutto il mondo. Dal 12 al 14 settembre 2018, si è svolta a Hanoi, in Vietnam, la conferenza annuale della Rete Asbestos Ban del Sud-est asiatico (SEABAN). Tra i partecipanti SEABAN erano presenti delegati ed esperti provenienti da undici paesi, tra cui rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’Australia’s Aid Abroad (APHEDA), dell’America dell’Asbestos Safety and Eradication Agency, dell’Asian Ban Asbestos Network (ABAN), dell’Industrial Building and Woodworkers, Asia Monitorare il centro risorse e Suisse Solidar – tutti hanno formidabili track record nel quantificare e affrontare la moltitudine di sfide poste dall’uso diffuso e non regolamentato dell’amianto.
Tra gli obiettivi di questo evento SEABAN c’era la necessità di “trovare soluzioni per accelerare l’attuazione della risoluzione del governo vietnamita sul divieto dell’amianto prima del 2023”. 1)

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L’Italia per la sanità spende  il 30 per cento in meno  degli altri Paesi europei

Fonte Strisciarossa.it

La sanità italiana non ha un problema di sostenibilità quanto piuttosto di equità. Federico Spandonaro, professore di economia applicata all’università Tor Vergata di Roma e presidente di, Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, è chiaro: nonostante se ne parli spesso, quello della sostenibilità è un falso problema. In primo luogo perché l’Italia spende poco per la sanità, circa il 30% in meno di quello che spendono in media gli altri Paesi dell’Europa occidentale. Un divario che è aumentato negli ultimi anni portando l’Italia verso le quote di investimento dell’Europa orientale. Del resto, quando un Paese non cresce economicamente, la tendenza è quella di disinvestire sul welfare, esattamente come sta accadendo ai paesi dell’Europa orientale e all’Italia.

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L’alga Ostreopsis ovata lungo le coste marchigiane

FONTE AMBIENTEINFORMA-SNPA CHE RINGRAZIAMO 

Come avviene ormai ogni fine estate, anche nel 2018 la microalga unicellulare Ostreopsis ovata è giunta in fioritura lungo alcuni tratti della costa marchigiana, imponendo la chiusura degli stessi alla balneazione e per altre attività commerciali (raccolta mitili, vongole, ecc).

L’Ostreopsis d’altronde è presente ormai da diversi anni in Mediterraneo, comprese molte aree costiere italiane caratterizzate da fondali rocciosi.

Tale microalga è in grado di rilasciare, in caso di fioritura, una tossina identificata come ovatossina (simile alla palitossina, ma meno pericolosa per la salute umana). Le circostanze in grado di favorire la tossicità del bloom algale sono a tutt’oggi in fase di studio da parte di gruppi di ricerca internazionali: sono stati infatti segnalati episodi di tossicità con poche migliaia di cellule/litro, mentre fioriture con milioni di cellule/litro sono risultate innocue. L’inalazione di ovatossina e composti palitossina-simili prodotti dalla microalgae presenti nell’aerosol marino possono provocare fenomeni di intossicazione temporanei e rapidamente reversibili, come disturbi alle prime vie respiratorie e talvolta stati febbrili. Il contatto diretto invece può provocare congiuntiviti e dermatiti in bagnanti o persone che stazionano sulle spiagge durante intense fioriture.

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Reddito di salute! Una proposta “indecente”?

Fonte SaluteInternazionale

Inserito da  on 19 settembre 2018 – 09:47Lascia un commento

Marco Geddes

Rapporto Rbm – Censis ci spiega che:  “…sulla base delle simulazioni condotte, la scelta di sottoscrivere una Polizza Sanitaria o di aderire ad un Fondo Integrativo risulta decisamente più conveniente per il cittadino rispetto al pagamento di tasca propria delle cure private”. Questo confronto fra spesa out of pocket e la sua benefica sostituzione con Polizze e Fondi sanitari si basa su tre presupposti, ovvero su tre affermazioni, completamente false.


 

dire, fare, commettere un’i., delle indecenze.
Frequente in frasi esclamative, come espressione di sdegno
davanti a fatti o situazioni sconvenienti, o
che per qualche motivo suscitino risentimento e riprovazione:
è un’i., una vera i.!; che i.!; che cos’è questa indecenza? (Treccani)

Ho letto in questa estate l’aggiornamento del VIII Rapporto Rbm – Censis, pensando che contenesse una eliminazione o quantomeno rettifica alla proposta di Reddito di salute[1]. Al contrario, tale esilarante ipotesi è stata nuovamente avanzata sul supplemento economico del Corriere della sera. “Si potrebbe introdurre un reddito di salute – spiega il CEO di Rbm –   magari come componente strutturale di quello di cittadinanza, oppure assegnare un voucher con cui finanziare un’assicurazione sociale integrativa [cioè, intende, quella che io presiedo…] per tutti coloro che ancora non dispongono di una polizza o di un fondo integrativo. Pagare le cure private di tasca propria, infatti, non solo non è equo, ma soprattutto non è mai conveniente per i cittadino. Al netto dei benefici fiscali, cioè la detrazione per le spese mediche, il costo aggiunto sostenuto da ogni cittadino per le cure private è pari in media a 530 euro. Una polizza o un fondo sanitario integrativo garantiscono un risparmio medio di quasi 245 euro, considerando il differenziale medio fra il costo, gli importi rimborsati e la deduzione media.”[2]

Tale ipotesi, o meglio proposta al nuovo Governo, nasce da un presupposto ampiamente illustrato nel Rapporto, sia a parole che con gli opportuni grafici e figure, che sono assai suggestivi e convincenti. L’illustrazione contenuta nel Rapporto mette infatti a confronto i benefici della sanità integrativa, ove venissero a sostituire la spesa privata out of pocket (OoP)[3] (vedi Figura 1).

La bilancia sulla destra evidenzia il costo medio della spesa out of pocket, che risulta di 654,89 €, entità che viene tuttavia ridotta, grazie ai benefici fiscali di cui si giova (124,43€), a 530, 46€.

Tale spesa, se invece fosse intermediata da Polizze sanitarie o dai Fondi integrativi, come proposto dal Rapporto e poi sviluppato in una serie di ipotesi finanziaria per il totale della popolazione, assommerebbe a 339,81 €  pro capite effettivamente pagati dall’assicurato e 113,27 € finanziati “indirettamente” dallo Stato in ragione della loro natura di oneri deducibili. Il rimborso medio che si ottiene è di 425,96  a cui poi, il Rapporto afferma, è necessario tener conto di un’ulteriore decurtazione di 96,52 €  derivante dal contenimento del costo delle cure private per effetto della negoziazione delle tariffe delle Strutture Sanitarie e/o dei medici convenzionati attuata dalla Compagnia Assicurativa o dal Third Party Administrator del Fondo Integrativo! Il vantaggio medio sarebbe quindi 243,13 €, come indicato anche nella recente dichiarazione al Corriere della sera?

Il Rapporto ci spiega, a commento di tale suggestiva immagine, che:  “… sulla base delle simulazioni condotte, la scelta di sottoscrivere una Polizza Sanitaria o di aderire ad un Fondo Integrativo risulta decisamente più conveniente per il cittadino rispetto al pagamento di tasca propria delle cure private”.

Questo confronto fra spesa out of pocket e sua benefica sostituzione con Polizze e Fondi sanitari si basa su tre presupposti, ovvero su tre affermazioni, completamente false.

  1. La prima affermazione è che nelle attuali Polizze assicurative e Fondi sanitari siano mediamente comprese le prestazioni che il cittadino si paga out of pocket. Ma scherziamo?
    La spesa privata, valutabile a 39.680 milioni di euro (escludendo 3.362 milioni che vengono “restituiti” dallo Stato sotto forma di detrazioni fiscale), ha questa composizione[4]:
  • 1.310 milioni sono relativi all’acquisto di farmaci di fascia A, virtualmente a carico del Ssn, ma che i cittadini acquistano in autonomia per loro volontà (3,3%)
  • 1.500 milioni sono destinati alla compartecipazione della spesa per i farmaci, ma di questi un miliardo viene sborsato per acquistare farmaci brand al posto degli equivalenti (3,8%)
  • 5.900 milioni sono destinati a prodotti omeopatici, erboristici, integratori, nutrizionali, parafarmaci, etc. (14,9%)
  • 5.215 milioni vengono spesi per farmaci di fascia C e di automedicazione, buona parte dei quali sono di efficacia non dimostrata (13,1%)
  • 11.000 milioni (che includono € 1.300 milioni di ticket) sono destinati a visite specialistiche ed esami diagnostici di laboratorio e strumentali, di cui una variabile percentuale del 30-50%, secondo stime internazionali, è inappropriata (27,7%)
  • 8.500 milioni vanno per le cure odontoiatriche (21,4%)
  • 2.255 milioni per l’assistenza ospedaliera (5,7%)
  • 3.000 milioni per la long-term-care ( 7,6%)
  • 1.000 milioni per protesi e ausili (2,5%).Ora voi leggete le offerte assicurative, le polizze, gli accordi che consentono a ormai molteplici categorie di dipendenti di usufruire di Fondi sanitari e spiegatemi da dove ci si può togliere dalla testa che questi “prodotti” sopra elencati, che compongono appunto la spesa out of pocket mostrata nella bilancia, siano offerti, mediamente, ai potenziali “neo mutuati”? I farmaci acquistati per loro volontà, compresi in fascia C? Integratori nutrizionali e omeopatici? La long-term care? Le cure odontoiatriche di qualsiasi tipo, anche la pulizia dei denti (compresa, ovviamente, nella spesa out of pocket)? 

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Il cattivo stato della salute della sicurezza sul lavoro in Italia

Segnalazione Intervista

FONTE : PUNTOSICURO.IT

Autore: Tiziano Menduto
Categoria: Interviste e inchieste
21/09/2018: Parliamo a Safety Expo 2018 con l’avvocato Lorenzo Fantini, ex dirigente del Ministero del Lavoro, della scarsa attenzione ai temi della salute e sicurezza, dei possibili cambiamenti del Testo Unico e di cosa sta avvenendo oggi al Ministero.

Bergamo, 21 Set – Come sta in Italia la tutela della salute e sicurezza sul lavoro? Si sta facendo abbastanza a livello istituzionale per aumentare la prevenzione di infortuni e malattie professionali nel nostro paese? La normativa, con particolare riferimento al D.Lgs. 81/2008, è ancora attuale? Deve essere modificata?
E come leggere, dopo i nostri articoli passati che hanno sottolineato le lentezze e il rischio di corto circuito istituzionale, le novità relative all’ applicazione dello spoils system (la cessazione degli alti incarichi dirigenziali nella Pubblica Amministrazione ad ogni cambio di esecutivo) che hanno reso vacante, in questo momento delicato, il ruolo del Capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e del Segretario Generale del Ministero del Lavoro?

L’INTERVISTA PROSEGUE ALLA FONTE PUNTOSICURO.IT

Prevenzione dell’esposizione alle emissioni dei motori diesel e ad altri gas di scarico durante il controllo tecnico dei veicoli

FONTE OSHA.EU

Prevenzione dell’esposizione alle emissioni dei motori diesel e ad altri gas di scarico durante il controllo tecnico dei veicoli

 

Questo studio di caso descrive dettagliatamente come il direttore di una piccola impresa indipendente – all’interno di un più ampio franchising – abbia preso provvedimenti per evitare l’esposizione a fumi cancerogeni sul luogo di lavoro. Grazie al sostegno fornito da un organismo ufficiale di previdenza sociale, il direttore ha deciso di ideare e mettere in atto un nuovo sistema di ventilazione degli efflussi per migliorare l’ambiente di lavoro.

Questo esempio di buona pratica mostra come sia stato possibile garantire il finanziamento esterno e la competenza necessaria per ideare una soluzione semplice e sostenibile. Il sistema è già stato utilizzato come modello per apportare miglioramenti in altri stabilimenti.

Downloadin:EN

Arezzo, tragedia sul lavoro all’Archivio di Stato

FONTE RASSEGNA.IT

Due impiegati morti intossicati da una fuga di gas. Solidarietà dei sindacati alle famiglie. “Non sono a rischio solo i tradizionali settori manifatturieri, ma anche gli altri”. La Fp Cgil accusa: mancati investimenti, tagli e “leggerezza” su sicurezza

Tragedia del lavoro, questa mattina ad Arezzo, dove due impiegati dell’Archivio di Stato hanno perso la vita in seguito alla fuga di un gas inodore, l’argon. Le due vittime (Piero Bruni e Filippo Bagni) erano scese in un ripostiglio per un controllo, dopo che era scattato l’allarme antincendio nell’edificio. Un terzo impiegato è intossicato.

“Quando è scattato l’allarme – ricostruisce l’agenzia Adnkronos – i due impiegati sono scesi nel piccolo locale dove si trova la centralina dell’impianto per verificare l’accaduto. Nel locale sarebbe avvenuta la fuga del gas che avrebbe saturato l’ambiente provocando la morte di due impiegati, caduti a terra dopo aver perso conoscenza. I colleghi di lavoro, insospettiti dal mancato rientro in ufficio di Bruni e Bagni, sono andati a cercarli. Sarebbe stato il centralinista ad avvisare un altro collega che è sceso nel locale e ha trovato i due impiegati distesi sul pavimento privi di sensi. Il terzo impiegato – ricostruisce ancora l’agenzia – ha risentito anche lui degli effetti dell’argon, ma è riuscito ugualmente a chiamare i soccorsi. In breve tempo sono arrivati i vigili del fuoco e i sanitari del 118 che hanno praticato sul posto il massaggio cardiaco, ma non c’è stato nulla da fare e i due impiegati sono giunti morti in ospedale. Il terzo impiegato è stato trasportato al pronto soccorso per accertamenti”.

L’articolo prosegue alla fonte su Rassegna.it 

Rapid Alert System – Weekly Report Report 38 (Published on: 21/09/2018)

 

Rapid Alert System è il sistema UE per tutti i prodotti di consumo pericolosi, ad eccezione di alimenti, prodotti farmaceutici e dispositivi medici. La relazione include informazioni dettagliate sui prodotti interessati, i rischi, lo Stato membro notificante e le misure adottate in risposta. Il sistema di allarme rapido consente uno scambio rapido di informazioni tra 31 paesi europei e la Commissione europea in merito a prodotti non alimentari pericolosi che presentano un rischio per la salute e la sicurezza dei consumatori. Ogni settimana, un aggiornamento delle ultime segnalazioni inviate dagli Stati membri è pubblicato sul sito web. Questo servizio di messaggi consente agli abbonati di essere informati su questi avvisi ogni settimana.

Report 38 (Published on: 21/09/2018)

Usa. Ohio. Guida robotizzata di miniautobus : gli autisti sono scesi in lotta per il loro posto di lavoro…

 

Negli Usa, in Ohio, il sindacato dei lavoratori dei trasporti, degli autisti,è sceso in lotta contro la introduzione di miniautobus a guida robotizzata senza autista per alcune linee importanti. Questa sperimentazione prelude al licenziamento degli autisti.E’ forse il primo sciopero e la prima mobilitazione su questo tema della robotizzazione della guida di mezzi di servizio pubblico. Come si legge dal volantino, gli autisti insistono sul fatto che questi sistemi di guida robotizzata non sarebbero ancora nè sicuri nè affidabili … Tra non molto  gli sviluppi delle tecnologie di guida robotizzata e la riduzione dei costi di produzione di questi mezzi proporranno il problema della disoccupazione tecnologica in Europa e in Italia… Prepararsi  a questa fase non sarà facile.

Riferimenti

Transport Workers Union of America threaten to strike before allowing automated buses in Columbus

Il sito del Sindacato TWU Sezione 208 

Dieci anni del D.Lgs. 81/08: le ultime novità del quadro legislativo e le necessità di semplificazione e innovazione

 

FONTE ASSOCIAZIONE AMBIENTE LAVORO

Giovedì 18 ottobre 2018

Ore 9.30-13.00

Bologna, Quartiere Fieristico

Sala Rossini – Padiglione 36

Convegno

Dieci anni del D.Lgs. 81/08: le ultime novità del quadro legislativo e le necessità di semplificazione e innovazione

9.30 Introduzione
Norberto Canciani Associazione Ambiente e Lavoro

Le proposte del Gruppo CIIP: tra semplificazione e innovazione
Susanna Cantoni Presidente CIIP
Paolo Pascucci Professore di Diritto del lavoro Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Presidente Olympus

Bilancio a dieci anni: prime risposte e proposte sulle novità da introdurre
Rappresentante del Ministero del lavoro (invitato)
Rappresentante del Ministero della salute (invitato)
Nicoletta Cornaggia Coordinamento Tecnico delle Regioni
Ester Rotoli INAIL
Bruno Giordano Magistrato
Fabio Pontrandolfi Confindustria
Manuela Brunati CNA
Sebastiano Calleri CGIL
Cinzia Frascheri CISL

12.40 Dibattito e conclusioni dei lavori

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