Coronavirus, l’aggiornamento: 15.932 i casi positivi in Emilia-Romagna (+599). I casi lievi in isolamento a domicilio sono 6.952

FONTE REGIONE EMILIA-ROMAGNA 

lavaggio mani

Continuano a salire le guarigioni, che arrivano complessivamente a 1.852 (+189). In calo sia i ricoverati in terapia intensiva che quelli nei reparti Covid.
15.932 casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 599 in più rispetto a ieri; 63.682 i test effettuati, 3.625 in più. Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, venerdì 3 aprile, sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Complessivamente, sono 6.952 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (312 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono 364, 2in meno rispetto a ieri. E si sono registrati 29 ricoverati in meno anche nei reparti non di terapia intensiva (3.915 oggi rispetto ai 3.944 che si contavano ieri). I decessi sono purtroppo passati da 1.811 a 1.902: 91 in più, quindi, di cui 62 uomini e 29 donne.

Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.852 (189 in più rispetto a ieri), 1.293 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 559 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 18 residenti nella provincia di Piacenza, 9 in quella di Parma, 14 in quella di Reggio Emilia, 9 in quella di Modena, 31 in quella di Bologna (nessuno in territorio imolese), 3 in quella di Ferrara, 2 nella provincia di Forlì-Cesena (nessuno nel forlivese), 4 in quella di Rimini. Nessun decesso si è verificato in provincia di Ravenna. Un solo decesso si riferisce a un residente fuori regione.

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Vittorio Carreri: l’epidemia si combatte anche sul territorio

Luca Carra parla di Covid-19 con Vittorio Carreri, che ha guidato la prevenzione pubblica della Regione Lombardia dal 1973 al 2003, affrontando l’emergenza diossina di Seveso nel 1976 (nell’immagine), e la messa in sicurezza della regione dopo Chernobyl. “Rispetto al Veneto e all’Emilia Romagna, in Lombardia l’assistenza domiciliare dei malati è stata molto inferiore e non ha saputo arginare il numero di ricoveri, dove il contagio si è diffuso ulteriormente. Senza una potente prevenzione e una adeguata sanità sul territorio la guerra al virus è più dura e fa più vittime”.

Ha guidato la prevenzione pubblica della Regione Lombardia dal 1973 al 2003. Nel ’73 è ancora consigliere al comune di Mantova in quota Partito comunista italiano. Ma è un assessore regionale democristiano, Francesco Rivolta, a volerlo a Milano a dirigere i servizi di prevenzione della Regione. Stiamo parlando di Vittorio Carreri, igienista, 84 anni. Quello che ha messo in piedi i 15 Dipartimenti di prevenzione lombardi. Che ha affrontato l’incidente di Seveso nel 1976. Che è tornato in prima linea nel 1986 per mettere in sicurezza la regione dopo il disastro di Chernobyl. Ora, nel suo appartamento milanese, Carreri segue con attenzione i dati della nuova epidemia in cerca di una spiegazione della catastrofe lombarda.

Quali dati la fanno più riflettere?

In Lombardia solo il 40% delle persone infette sono isolate in casa, mentre in Veneto sono tra il 65 e il 70%. Basta questo dato per far cogliere la differenza fra sistemi sanitari: uno centrato sugli ospedali, l’altro sulla sanità territoriale. È evidente che se non c’è una rete di medici di famiglia e altri servizi territoriali pronti all’emergenza, i positivi venga spediti in ospedale, contribuendo a ulteriori infezioni, all’intasamento delle terapie intensive e a una mortalità maggiore.

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Scienzainrete

Decreto, sindacati accusano: “Non era questo l’elenco concordato”

FONTE CGIL.IT

Coronavirus: Landini, Furlan e Barbagallo, nel decreto solo attività essenziali o sarà mobilitazione fino allo sciopero generale.

Roma, 22 marzo – “A differenza di quanto indicato ieri dal Governo alle parti sociali ed al Paese, in queste ore sembrerebbe avanzare l’ipotesi che, nel decreto in discussione, l’Esecutivo intenda aggiungere all’elenco dei settori e delle attività da considerare essenziali nelle prossime due settimane per contenere e combattere il virus Covid-19, attività produttive di ogni genere”. Lo affermano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

“Se tali notizie fossero confermate – aggiungono i leader delle tre confederazioni – ,a difesa della salute dei lavoratori e di tutti i cittadini, Cgil, Cisl e Uil, sono pronte a proclamare in tutte le categorie d’impresa che non svolgono attività essenziali lo stato di mobilitazione e la conseguente richiesta del ricorso alla cassa integrazione, fino ad arrivare allo sciopero generale”.

 

Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro

Oggi, sabato 14 marzo 2020, è stato sottoscritto il “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.
Il Protocollo è stato sottoscritto su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, che hanno promosso l’incontro tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020, che – in relazione alle attività professionali e alle attività produttive – raccomanda intese tra organizzazioni datoriali e sindacali.
Il Governo favorisce, per quanto di sua competenza, la piena attuazione del Protocollo.

IL TESTO DEL PROTOCOLLO

Ministero del lavoro . Coronavirus: modificate le modalità di accesso allo smart working

Riproduciamo per opportuna diffusione e conoscenza questa notizia tratta dal sito del Ministero del  lavoro

2 marzo 2020

​Nell’ambito delle misure adottate dal Governo per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 (coronavirus), il Presidente del Consiglio dei ministri ha emanato ieri sera un nuovo Decreto che interviene anche sulle modalità di accesso allo smart working.

Infatti, l’articolo 4 “Ulteriori misure sull’intero territorio nazionale“, stabilisce che “la modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza di cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni, anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti. Gli obblighi di informativa di cui all’art. 22 della legge 22 maggio 2017, n. 81, sono assolti in via telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro“.

Con il DPCM di ieri, infine, “cessano di produrre effetti il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 febbraio 2020, nonché il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 febbraio 2020“.

CORONAVIRUS COVID 19: COMUNICATO ALLE AZIENDE

Riproduciamo da Euronorma, questo comunicato che informa le aziende sui contenuti del DPCM 23/02/2020 in merito alle misure per impedire la diffusione del contagio da Coronavirus. Ringraziamo Euronorma e il Dott.Graziano Frigeri . Editor

CORONAVIRUS COVID 19 – COMUNICATO ALLE AZIENDE DEL 25 FEBBRAIO 2020, ORE 8,00
Il Governo ha approvato il DPCM 23/02/2020 che prevede drastiche misure di contenimento per 10 Comuni del Basso Lodigiano (Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione d’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini) e un Comune del Veneto (Vo’) tra cui:
– divieto di allontanamento e di accesso da parte di chiunque;
–  sospensione dei servizi di trasporto merci e persone da e per le località indicate;
–  sospensione delle attività lavorative per le imprese, ad eccezione di quelle che erogano servizi essenziali e di pubblica utilità;
– sospensione delle attività lavorative per i residenti o domiciliati, anche di fatto, nei comuni indicati anche se le attività lavorative sono svolte al di fuori delle aree interessate dal DPCM.
Sono inoltre adottate, per tutto il territorio nazionale, ulteriori misure tra cui l’obbligo per chi a partire al 1 febbraio 2020 sia transitato ed abbia sostato nei Comuni interessati di comunicare tale circostanza al Dipartimento di Prevenzione dell’ASL competente per territorio che potrà disporre le misure ritenute necessarie, inclusa la permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva.
Le misure, salvo diversa successiva disposizione, avranno efficacia per 14 giorni , pertanto fino al 7 Marzo.
Ulteriori misure sono state adottate dalle Regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli, Trentino e Liguria  con ordinanze regionali, concernenti in particolare la sospensione di attività implicanti affollamento, nonché la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino al 1 Marzo.
La Regione Basilicata, unica in Italia, ha disposto la quarantena per chiunque si trovi sul suo territorio proveniente dalle Regioni a nord della Toscana e delle Marche.
Ciò premesso, fermo restando quanto previsto dal DPCM e rimandando alle ulteriori specifiche indicazioni delle singole Regioni ove emanate, si suggerisce alle Aziende di osservare le seguenti misure precauzionali:
1) ove vi siano lavoratori residenti e/o domiciliati nei comuni interessati dal DPCM,  per gli stessi deve essere disposta la sospensione del lavoro, invitandoli a rimanere nel proprio domicilio.
2) Non inviare lavoratori nelle aree interessate dal DPCM;
3) Non consentire l’accesso all’Azienda a soggetti (fornitori, corrieri, ecc.) provenienti dai Comuni interessati dal DPCM;
4) Qualora a partire dal 1 Febbraio 2020 l’Azienda abbia inviato lavoratori nei Comuni interessati dal DPCM per svolgervi attività, informare della circostanza il  Dipartimento di Prevenzione dell’ASL.
Analoga informazione va fornita in caso vi siano lavoratori tornati dalla Cina, Sud Corea, Iran.
Coloro che riscontrano sintomi influenzali o problemi respiratori non devono andare in pronto soccorso, ma devono chiamare il numero 112 (118 nelle regioni in cui non è attivo il numero unico europeo): il personale della Centrale Operativa valuterà ogni singola situazione ed adotterà le misure necessarie . Per informazioni generali chiamare 1500, il numero di pubblica utilità attivato dal Ministero della Salute.
Per tutti valgono le raccomandazioni di seguire le buone prassi igieniche per la prevenzione delle malattie a trasmissione respiratoria:
– Lavarsi le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi
– Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di affezioni respiratorie acute
– Non toccarsi occhi, naso e bocca se non ci si è lavati le mani
– Coprire la bocca ed il naso quando si tossisce o si starnutisce
– Non usare gli antibiotici se non consigliati dal medico
– Pulire le superfici con disinfettanti a base di alcol
– Usare la mascherina solo in caso di presenti sintomi quali tosse o starnuti, o se si assiste una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus (viaggio recente in Cina o altre aree a rischio e sintomi respiratori)
– I prodotti made in China e i pacchi in arrivo dalla Cina o dalle altre aree a rischio non costituiscono pericolo
– Contattare il numero verde nazionale 1500 e/o gli eventuali numeri verdi regionali se tornando dalla Cina e dagli altri territori a rischio  si hanno sintomi influenzali
– I propri animali di compagnia non costituiscono pericolo di contagio .

Dott. Graziano Frigeri
Direttore Sanitario
Medico Competente Coordinatore

Legambiente ER presenta Pendolaria 2019

Nota di Editor. Conosciamo assai bene quanto pesi il pendolarismo nella condizione di vita e di lavoro di  un gran numero di lavoratori e lavoratrici. La metà delle vittime per incidenti sul lavoro è data da incidenti in itinere . Il pendolarismo consuma tempo di vita di migliaia di persone che oltre ai disagi del lavoro si trovano ogni giorno ad affrontare affollamento nei vagoni e ritardi. Va segnalato il fatto positivo , dopo molti anni,  che sulle linee ferroviarie regionali sono arrivati i nuovi treni, più moderni e confortevoli . Saranno i pendolari con la loro esperienza a valutare la qualità dei nuovi mezzi di trasporto.  Il miglioramento della qualità della vita  di molti tanti lavoratori e lavoratrici si è realizzata assai spesso quando è stato possibile arrivare al lavoro con un mezzo di trasporto, treno , navetta che risparmiasse la fatica e lo stress della guida. Per questi motivi segnaliamo questo Rapporto di Legambiente Emilia Romagna. 

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Pendolaria 2019: in Emilia-Romagna servono ancora più investimenti sul trasporto sostenibile

Presentiamo il nostro rapporto annuale di analisi del trasporto ferroviario in Italia. Cresce la mobilità su ferro con 5,7 milioni di persone che prendono ogni giorno metro e treni regionali.

In Emilia-Romagna salgono a 215mila i viaggiatori  che scelgono il treno quotidianamente (+88,6% in 7 anni). «Esiste una forte  domanda di servizio pubblico di qualità: per il clima e per la qualità dell’aria serve aumentare gli investimenti nel trasporto collettivo e sostenibile »

Un messaggio arriva anche dall’emergenza smog di questi giorni: superati in tutti i capoluoghi i livelli di inquinamento e le giornate di sforamento consentite

 

Cresce la mobilità su ferro: agli italiani il treno piace e dove si investe il successo è garantito, da Nord a Sud, dall’alta velocità alle linee metropolitane.  Per i pendolari c’è una buona notizia, sono in arrivo nuovi treni, ma al Meridione e per chi sta fuori dalla rete veloce i problemi rimangono rilevanti. Ad aumentare sono, infatti, anche le differenze tra le Regioni e le diversi parti del Paese e la dotazione di trasporto su ferro delle aree urbane rimane rilevantissima rispetto all’Europa e una delle cause dello smog che attanaglia le città italiane.

L’articolo prosegue alla fonte su  Legambiente Emilia Romagna 

 

COR-RENAM Emilia Romagna: AMIANTO – Casi di Mesotelioma Report aggiornato al 31/12/2019

FONTE AFEVAEMILIAROMAGNA CHE RINGRAZIAMO 

Bologna, 3 febbraio 2020

Pubblicato il rapporto del COR-RENAM Emilia-Romagna con i dati del Registro Mesoteliomi aggiornati al 31 dicembre 2019.

Il rapporto pubblicato, è stato completato con i dati relativi ai singoli territori dell’Emilia-Romagna sulla base di una richiesta della CGIL ER nell’ambito della Cabina di Regia del Piano Amianto.

Scarica il Report di aggiornamento semestrale del COR-Renam Emilia-Romagna _2019

L’analisi dei dati, è stata condotta sui 2.878 casi di mesotelioma maligno incidenti in cittadini effettivamente residenti in Emilia-Romagna alla data della diagnosi.

Il tasso di incidenza regionale per 100.000 abitanti (TIS), calcolato per il periodo 2014-2018 e standardizzato con il metodo diretto con la popolazione italiana 2000, è pari a 3,8 negli uomini e 1,1 nelle donne. Il tasso più alto negli uomini è stato registrato a Reggio Emilia (5,8) e nelle donne sempre a Reggio Emilia (2,3). Sono risultati superiori alla media regionale anche i TIS, per uomini e donne, a Piacenza, Parma e Reggio Emilia ; per le sole donne a Ferrara e per i soli uomini a Ravenna. La provincia di Rimini registra il tasso più basso per gli uomini (2,7), e quella di Forlì-Cesena il tasso più basso per le donne (0,4).

l MM conferma le sue caratteristiche di tumore raro con aumento dell’incidenza in entrambi i generi, registrato fino al 2012 e con primi segni di andamento stazionario negli anni successivi. In considerazione della sua pressoché totale letalità, questa malattia assume ancora rilevanza sociale con impatto superiore a quello degli infortuni mortali. I dati INAIL relativi agli infortuni mortali denunciati 2014-2018 (117, 108, 139, 124 e 123) mostrano, in effetti, un’occorrenza alquanto minore, 611 vs 752, rispetto all’incidenza dei MM (133, 151, 160  e 159 e 149), registrata dal ReM nello stesso periodo (cfr. Relazione Annuale 2018, ed. INAIL, Roma 26 giu 2019).

Nota 1: Il Registro Mesoteliomi rileva incidenza/esposizione ad amianto di questa temibile patologia neoplastica ad alta frazione eziologica professionale su tutto il territorio della Regione Emilia-Romagna dal 1996.
Istituito presso l’Ausl di Reggio Emilia, il suo responsabile scientifico è il Dott. Antonio Romanelli

Nota 2: L’incidenza può considerarsi pressoché completa per gli anni 1996-2018, mentre per il periodo successivo è in corso la rilevazione dei casi. Se si confronta questo rapporto con quello precedente del Giugno 2019 si può osservare che il dato 2018 è passato da 144 a 149 casi per effetto del completamento di alcune istruttorie in corso su specifici casi. Mentre il dato relativo del 2019 passa da 44 a 108.

In sostanza si può affermare che il numero di casi registrati si stabilizza dopo circa 1 anno , a causa del tempo necessario a compiere le istruttorie dei singoli casi. Il dato del 2019 lo si potrà valutare come stabilizzato, con piccolo margine di errore nel Report che sarà pubblicato fra un anno.

Leggi e confronta i precedenti rapporti COR-Renam

Il sito della settimana. Il sito del Servizio Informativo per i Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza Emilia Romagna

 

Questa settimana presentiamo:

IL SITO DEL SERVIZIO INFORMATIVO PER I RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (SIRS)

 

Il sito aggiornato del SIRS Emiia-Romagna. l SIRS-RER (Servizio Informativo per Rappresentanti della Sicurezza della Regione Emilia-Romagna) è stato istituito nel 2002 con delibera della Giunta Regionale ed è finalizzato alla erogazione di attività di assistenza nei confronti della figura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), svolta in forma organizzata e continuativa nei luoghi di lavoro.
Descrizione del SIRS-RER Svolge la sua attività di supporto attraverso gli incontri personali nei propri uffici previo appuntamento, tramite l’organizzazione di momenti di incontro seminariali sulle ultime tematiche di maggior interesse e coordinando il sito internet dove è possibile accedere alle notizie, alla normativa, alla documentazione e interpretazioni, costantemente aggiornato alle novità in materia di sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro.
Tutta l’attività del SIRS-RER è a titolo gratuito e senza fini di lucro, compreso l’invio tramite posta ordinaria del materiale documentale presente nel sito e la partecipazione ai seminari organizzati.

il sito del Sirs

 

 

“TOGLIAMO L’AMIANTO DAL PAESE ITALIA”: 385 MILIONI DI € ALLE REGIONI PER TOGLIERE L’AMIANTO DA SCUOLE E OSPEDALI – Decreto ministro ambiente Costa

 

Annunciato dal Ministro all’Ambiente Costa il Piano di Bonifica dall’AMIANTO degli edifici pubblici (Scuole ed Ospedali), destinati 385 milioni che saranno suddivisi e messi a disposizione delle Regioni.

E’ ora necessario che le regioni avviino i Piani Operativi dove, individuati i siti da bonificare, venga pianificata la progettazione degli interventi.

Naturalmente, sarebbe necessario chiarire come sono stati individuati i bisogni delle diverse regioni, in base a quali stime o mappature.  

Alla Regione Emilia Romagna sono destinati 8.796.062,87 €.

leggi tutta la notizia, scarica la ripartizione per Regione dei finanziamenti e guarda il video del Ministro Costa sul sito di AFeVA ER

Francia. INRS : Rivista Travail & Sécurité n° 812 – gennaio 2020

Riflettori puntati sull’industria del vetro

Il file numero 812 della rivista Travail & Sécurité affronta il problema dei rischi professionali nell’industria del vetro. In sintesi anche una bella intervista a Catherine Cavalin, sociologa, interessata al riemergere di casi di silicosi….

Coprire 812

In sintesi, questo mese troverai:

  • la Grande Intervista a Catherine Cavalin, ricercatrice di sociologia all’Irisso ( CNRS – laboratorio Inra), che ha studiato, nell’ambito del suo lavoro, il riemergere di casi di silicosi negli ultimi anni in tutto il mondo ;
  • il File dedicato all’industria del vetro, un materiale a volte così trasparente che non lo vediamo più, ma presente ovunque nella vita di tutti i giorni e in molti settori industriali. Sia durante la sua fabbricazione a caldo, la sua trasformazione a freddo per determinati usi o semplicemente durante la sua attuazione, i dipendenti che partecipano a queste operazioni sono esposti a specifici rischi professionali;
  • in Immagini dedicate alla stazione sciistica di Gourette, nei Pirenei atlantici, che accoglie i dipendenti della stagione invernale per due giorni durante i quali gli allenatori e il responsabile della prevenzione inviano messaggi di prevenzione affinché la stagione si svolga nel migliori condizioni di sicurezza;
  • Senza dimenticare le notizie, la sezione Una giornata con un mediatore sociale che segue nei cantieri per il settore delle costruzioni e dei lavori pubblici , i rapporti En Entreprises e la sezione Servizi che offre il “Feedback su …” dedicato agli strumenti per la valutazione rischi per le piccole imprese e una “lente d’ingrandimento” sulla ristorazione tradizionale. E infine, estratti dai testi ufficiali pubblicati tra il 1 e il 30 novembre 2019, seguiti da una “Domande e risposte” sulla destra per disconnettersi.

E’ disponibile online lavoroesalute anno 36 n°1 gennaio 2020

 

PER LEGGERE IL PERIODICO IN FORMATO .PDF  CLICCA

LAVOROESALUTE- N° 1   2020 – ANNO 36 

SOMMARIO
5- Editoriale. Combatterli è salute psicofisica
6- Rubrica politica “Il dritto e il rovescio”
6- Le lotte sociali non si arrestano
7- I giusti in manette. Parla Silvano, il marito di Nicoletta
8- Per salvare Roma. Intervista a Paolo Berdini
11- Libro. Le mani sulla città
12- Perché la patrimoniale è giusta ed equa
13- Libro. Quando gli operai hanno rovesciato il mondo
14- Autonomia differenziata, sfruttamento generalizzato
17- Sanità già differenziata in Emilia Romagna

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Lavoro. Mininni, parta Commissione d’inchiesta su sicurezza sul lavoro e sfruttamento

 

FONTE : FLAI.CGIL.IT

“Condividiamo la preoccupazione del Senatore Nannicini, riportata anche oggi sulle pagine di Repubblica,in merito ai ritardi sulla istituzione di una Commissione d’inchiesta su sicurezza sul lavoro e sfruttamento”. Lo dichiara il Segretario Generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni.

“Considerati i numeri di morti sul lavoro e infortuni gravi che si registrano ogni anno nel nostro Paese, l’iniziativa di attivare una Commissione d’inchiesta sarebbe una cosa utile e necessaria, consentendo di indagare in modo attento il fenomeno e proponendo soluzioni che guardino realmente a prevenzione, formazione e controlli. Non sono tollerabili in un Paese civile moderno circa 1000 morti sul lavoro nel 2019. Il T.U. 81/2008 è fondamentale, ma va applicato in tutte le sue parti e reso esigibile per tutti i lavoratori, a cominciare, per rimanere alla nostra categoria, ai lavoratori della pesca”.

“Stessa attenzione – prosegue Mininni – merita il tema dello sfruttamento, in molti casi unito a quello degli infortuni, poiché un lavoro in nero, sottopagato, senza diritti e tutele, con il ricatto di rimanere a casa il giorno dopo, rende il lavoratore sempre più vulnerabile anche per quanto riguarda i temi della salute e sicurezza. Anche sul lavoro sfruttato sottolineiamo lo straordinario risultato della Legge 199/2016, ma anche per questa legge chiediamo che essa si applichi in tutte le sue parti per prevenire il consumarsi del reato”.

“Per questi motivi – conclude il Segretario Generale della Flai – sosteniamo l’urgenza di una Commissione d’inchiesta che possa affrontare con tutti gli strumenti della politica due temi che sono fondamentali per rimettere al centro un lavoro dignitoso, sicuro, legale”.

Gli studi sulle disuguaglianze di salute al Convegno dell’Associazione Italiana di Epidemiologia

 

FONTE: DISEGUAGLIANZEDISALUTE.IT CHE RINGRAZIAMO

 

Durante l’ultimo convegno dell’Associazione Italiana di Epidemiologia  che si è tenuto a Catania a ottobre si è dato ampio spazio al tema delle disuguaglianze di salute, attraverso un seminario satellite, due sessioni parallele dedicate e due presentazioni in plenaria.

Gli studi longitudinali presenti a livello italiano e in alcune città come ad esempio Roma, Torino, Bologna, sono in grado di fornire una fotografia nitida sugli esiti di salute, che si confermano peggiori per le classi sociali più svantaggiate, e di fornire spunti per le politiche di contrasto alle disuguaglianze nella salute. In plenaria è stato presentato in particolare il caso della città di Torino, descrivendo l’esperienza dell’approccio dell’Health Equity Audit (HEA) nelle politiche urbane (https://www.epidemiologia.it/wp-content/uploads/2019/11/Zengarini-1.pdf). 

Anche il seminario satellite ha affrontato il tema dell’HEA, applicato però al settore sanitario, riportando i dati di Piemonte, Emilia-Romagna e Sicilia.

Nelle due sessioni dedicate al tema, sono stati presentati numerosi studi focalizzati sulla descrizione dei dati di mortalità e morbosità differenziale per classe sociale, il loro andamento e i possibili determinanti. Sono state indagate in particolare alcune specifiche patologie, quali la sindrome della morte in culla (SIDS), il diabete, le malattie cardiovascolari e la celiachia.

Alcuni studi hanno esplorato aspetti più inediti: primo tra tutti, il lavoro presentato in plenaria sulla relazione tra disuguaglianze sociali e invecchiamento biologico, analizzata con un approccio di epigenetica (https://www.epidemiologia.it/wp-content/uploads/2019/10/Sacerdote.pdf)

Tra gli altri lavori più originali, due studi hanno ricercato la relazione inversa tra salute e stato socioeconomico, concentrandosi l’uno sulla relazione tra narcolessia ed esiti sociali e sull’effetto moderatore della resilienza; l’altro sulla carriera lavorativa di persone sopravvissute ad un tumore del colon retto. Un altro lavoro ha analizzato gli effetti che eventi avversi nel corso della vita, quali la perdita o la malattia della moglie o del marito, possono avere sulla salute dell’altro coniuge; un ultimo, infine, ha valutato il possibile contributo che l’analisi dei contesti attraverso l’indice di deprivazione può dare al miglioramento della copertura della vaccinazione antiinfluenzale negli anziani.

Si è svolta inoltre una sessione di presentazioni brevi di poster, i cui abstract sono raccolti negli atti del convegno.

Di seguito i materiali presentati durante il seminario satellite e le tre sessioni.

 

ETERNIT BIS. Al via un nuovo processo contro Schmidheiny per omicidio volontario

 

Stephan Schmidheiny 

 

Autore : Claudio Carrer

Fonte:  Areaonline.ch che ringraziamo

«Il 14 gennaio 2020 riprende finalmente il cammino per dare giustizia alle migliaia di vittime dell’Eternit». Con queste parole l’Associazione dei familiari e delle vittime dell’amianto (Afeva) di Casale Monferrato esprime le proprie aspettative in vista dell’imminente apertura di un nuovo grande capitolo del processo Eternit bis, che vede imputato il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny come responsabile delle morti di lavoratori e cittadini causate dagli stabilimenti italiani della multinazionale del cemento-amianto, di cui è stato padrone e massimo dirigente tra la metà degli anni Settanta e il 1986. Un capitolo che si scrive a Vercelli, dove il Giudice dell’udienza preliminare (Gup) dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio della Procura della Repubblica, che come imputazione a carico di Schmidheiny indica l’omicidio volontario.

Il procedimento, che riguarda 392 casi di lavoratori (poco meno di una settantina) e di cittadini morti ammazzati dalle polveri di amianto disperse negli ambienti di lavoro e di vita dalla sua fabbrica di Casale Monferrato, è uno dei quattro tronconi del processo avviato nel 2015 a Torino ma che nel 2016, in seguito alle decisioni del Gup del capoluogo piemontese, è stato spacchettato.

Si ricomincia da Vercelli

Le sedi giudiziarie chiamate ad occuparsene, per competenza territoriale, sono così diventate quattro: Torino, dove Schmidheiny lo scorso 23 maggio è stato condannato a quattro anni di carcere per omicidio colposo aggravato per la morte da esposizione all’amianto di un ex dipendente della Eternit di Cavagnolo e di una cittadina che viveva nelle vicinanze della fabbrica; Napoli, dove Schmidheiny dal 12 aprile scorso è sotto processo davanti alla Corte di Assise e dove il reato ipotizzato è quello di omicidio volontario, in relazione alla morte di 6 operai dello stabilimento di Bagnoli e di due loro familiari; Reggio Emilia dove si attendono ancora le prime mosse della Procura, che si occupa delle vittime della sede Eternit di Rubiera; e infine, appunto, Vercelli, competente per il filone più importante dell’Eternit bis, perché riguarda la tragedia di Casale Monferrato, la “città martire”, con i suoi oltre 2.000 morti, un nuovo caso di mesotelioma e un funerale alla settimana. Ma anche una città simbolo a livello mondiale per tenacia e resilienza, una città non dell’amianto ma della lotta contro l’amianto.

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Il settore delle energie rinnovabili può “superare” il test ambientale, ma per quanto riguarda il lavoro e i diritti umani?

 

Nota di Editor: segnaliamo e riproduciamo questo articolo perché testimonia della complessità  da tenere in considerazione quando si sceglie di intervenire sull’ambiente anche per migliorare. I grandi impianti eolici  insediati per ridurre il consumo di combustibili fossili come nel caso descritto nell’articolo possono diventare fattori devastanti  le condizioni di vita e le relazioni sociali  di comunità locali. Le innovazioni debbono essere progettate con un adeguato risk assesment preventivo anche per quanto riguarda il rispetto dei diritti della comunità locali. Ad esempio molti progetti per portare energia tramite pannelli fotovoltaici in isolati villaggi dell’Africa centrale possono apparire una missione benefica e progressista. Tutta via se non si progetta preventivamente una copertura poliennale di manutenzione degli impianti , di formazione di personale locale per la gestione, manutenzione e riparazione questi progetti producono impianti che si trasformano in relitti inquinanti. Di fatto, esauriti i finanziamenti dell’Unione Europea o di altre istituzioni internazionali, dopo due o tre anni quelle comunità ripiomberanno nel buio  con l’aggravio dell’inquinamento delle batterie esaurite da smaltire. Per questi motivi questo articolo rappresenta un riferimento importante.

La fonte dell’articolo : Equaltimes.org  

Ringraziamo Equaltimes e l’ Autrice dell’articolo : María José Carmona

I principi guida delle Nazioni Unite affermano chiaramente che tutte le società hanno la responsabilità di garantire il rispetto dei diritti umani lungo tutta la catena di approvvigionamento. Pertanto, la stessa trasparenza che sta iniziando a essere richiesta dalle industrie tessili o tecnologiche nei confronti dei suoi fornitori dovrebbe essere richiesta allo stesso modo dalle energie rinnovabili. Nella foto, un parco eolico in Messico. (Alberto Mataran)

La mattina in cui Josefa Sánchez e i suoi vicini trovarono i primi uccelli morti che seppero immediatamente che era di cattivo auspicio. Era l’inizio del 2000 e da allora l’intera comunità, situata sull’Istmo di Tehuantepec nel sud del Messico, sapeva perfettamente chi fosse il colpevole: l’enorme foresta d’acciaio che cresceva intorno a loro e rappresentava una minaccia per il loro modo di vita.

Con venti fino a 30 e 40 chilometri l’ora per almeno i due terzi dell’anno, l’Istmo di Tehuantepec è diventato l’El Dorado dell’energia eolica. Questa regione indigena per la pesca rurale diventerà il più grande corridoio eolico dell’America Latina con 5000 turbine eoliche alte 80 metri, di cui 2.129 sono già state costruite. Questa vittoria per l’ambiente è una sconfitta per la comunità locale, i cui diritti sono stati ignorati.

Fin dall’inizio, le turbine eoliche sono state installate senza il loro consenso, in violazione dei diritti degli indigeni secondo la Convenzione 169 dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL). E la morte degli uccelli non è stata la conseguenza più grave: la costruzione del mega parco eolico ha aumento della disuguaglianza nell’area e frattura della comunità.

“La maggior parte del territorio è comunale, il che significa che l’assemblea è responsabile per prendere decisioni riguardo a questa terra. Questo status legale dura da oltre un secolo, ma le aziende non lo hanno rispettato. Hanno stipulato contratti con piccoli proprietari terrieri e corrotti leader locali, il che ha dato origine a conflitti interni. Attualmente stiamo vivendo livelli di violenza che non vediamo da anni “, afferma Sánchez, uno dei leader del movimento cittadino che da anni si è pronunciato contro questa presa di terra in nome di uno sviluppo sostenibile che non ha nemmeno soddisfare le esigenze energetiche dei suoi vicini. Quasi tutta l’elettricità prodotta dalle turbine viene fornita a società straniere, tra cui Walmart, con sede negli Stati Uniti.

“Queste aziende pubblicizzano le loro credenziali ecologiche, il che ha reso difficile parlare contro questi megaprogetti”, spiega Sánchez. Il suo non è l’unico caso : nella transizione energetica urgente e necessaria, il lavoro e i diritti umani vengono trascurati in tutto il mondo. Le compagnie di energia rinnovabile stanno ripetendo le stesse pratiche commerciali per le quali è stata criticata l’industria dei combustibili fossili – pratiche che sono ben lungi dall’essere pulite.

E i diritti umani?

Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (AIE), la capacità globale rinnovabile dovrebbe aumentare del 50% , o 1200 GW, tra il 2019 e il 2024, grazie soprattutto all’espansione del solare fotovoltaico e dell’energia eolica. L’industria dell’energia verde sta accelerando a causa della necessità di abbreviare i tempi di fronte alla sfida climatica e raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di CO₂ entro il 2050.

Tuttavia, come ha sottolineato il Centro di ricerca sulle imprese e sui diritti umani (BHRRC) , questa rapida accelerazione viene spesso a spese delle comunità più fragili. Negli ultimi 15 anni, l’organizzazione internazionale ha ricevuto circa 150 denunce legate a progetti sostenibili. “Le energie rinnovabili sono essenziali per la nostra transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, ma le politiche e le pratiche sui diritti umani delle aziende non sono ancora abbastanza forti”, avverte il centro.
La maggior parte degli abusi si verificano nell’America centrale e meridionale, nell’Africa orientale e nel sud-est asiatico (sebbene esistano anche casi in Europa e negli Stati Uniti) e includano la confisca e la contaminazione del territorio, la violazione del diritto alla consultazione, la violazione dei diritti del lavoro come la contrattazione collettiva e condizioni di lavoro non sicure, nonché minacce intimidazione e violenza contro gli avversari.

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Come fare prevenzione e ridurre gli infortuni nelle attività su strada?

Segnaliamo questo articolo pubblicato su Punto Sicuro.it

Bologna, 20 Dic – Sono ormai innumerevoli gli articoli e le interviste che abbiamo pubblicato in questi anni per denunciare e sottolineare come siano ancora troppi gli incidenti stradali in ambito lavorativo, incidenti che rappresentano circa la metà delle morti sul lavoro.

Interviste che ci hanno ricordato anche la dimensione degli infortuni in itinere (“ Una morte sul lavoro su quattro avviene con incidenti in itinere”) e le specificità dei rischi correlati all’uso dei veicoli aziendali (“ Chi guida veicoli aziendali ha maggiori rischi di incidenti stradali”).

È dunque un nostro compito, come organo di informazione, tornare periodicamente sull’argomento affinché vengano messe in atto per tutti gli infortuni su strada, a livello locale e nazionale, idonee politiche di prevenzione, a partire dalla diffusione della consapevolezza di quelli che sono i principali fattori causali alla base degli incidenti.

Per farlo abbiamo intervistato, il 15 ottobre 2019, durante la manifestazione bolognese “ Ambiente Lavoro”, Annalisa Guercio (Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione dell’Inail), referente scientifica del workshop Inail a Bologna “Attività su strada, incidenti e infortuni alla luce delle novità legislative”.

Quali sono le differenze tra infortunio su strada in occasione di lavoro, infortunio in itinere e infortunio alla guida? E riguardo agli infortuni su strada in occasione di lavoro, cosa differenzia un cantiere stradale da un non cantiere?

Qual è la dimensione del fenomeno infortunistico su strada?

 Su quali fattori si può incidere per ridurre il fenomeno infortunistico su strada? Come rendere più sicuri i comportamenti alla guida?

 Cosa si può dire riguardo all’utilizzo dello smartphone nei veicoli e ai limiti di velocità da rispettare?

 

L’intervista si sofferma sui seguenti argomenti:

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU PUNTOSICURO.IT

Podcast di Diario Prevenzione – 13 dicembre 2019 – Puntata n° 65 –

 

 

In dieci minuti vi parliamo di

– Brexit e sicurezza su ambiente lavoro e salute. Sicurezza prodotti chimici, macchine e altre merci da e verso Inghilterra. Si prospetta un negoziato non facile…

– ” Un nuovo quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro: migliorare l’attuazione della normativa relativa alla salute e alla sicurezza sul lavoro nell’UE”
Un documento preparatorio di qualità da leggere…

– ECHA:Le aziende non rispettano le normative sulle sostanze pericolose
– Il numero 811 della rivista Travail & Sécurité è stato appena pubblicato. Il file di questo mese è dedicato alla lombalgia.

BUON ASCOLTO

AUSTRALIA: la Conferenza sulla sicurezza globale sottolinea il ruolo dei sindacati nel rendere il lavoro più sicuro

 

Nella foto : Gail Cartmail (Unite il segretario generale aggiunto dell’Unione e copresidente della Rete dei rappresentanti di sicurezza dell’Unione globale BWI) e Kim Kyung Shin (Federazione coreana dei sindacati dell’industria edile e presidente della commissione per le donne della regione Asia-Pacifico della BWI) posano le corone in onore di Marianka Heumann, un backpacker tedesco morto in un cantiere di Perth

Fonte : BWI Building and Wood Workers ‘International  che ringraziamo

Una conferenza globale di rappresentanti della salute e della sicurezza delle affiliate della BWI, tenutasi a Perth, nell’Australia occidentale, ha sottolineato l’importanza dei sindacati come condizione necessaria per un lavoro sicuro. La conferenza, che è stata ospitata dalla divisione Edilizia e Generale del CFMEU, ha offerto ai partecipanti l’opportunità di condividere le buone pratiche su una serie di questioni, tra cui la manipolazione manuale, la salute mentale, l’amianto e altre malattie legate al cancro e il ruolo di rappresentanti della salute e della sicurezza, ispezioni e comitati. ( il grassetto e’nostro, ndr )

“Vi è stato un ampio consenso tra i partecipanti sul fatto che mentre il governo può svolgere un ruolo cruciale nel rafforzamento della sicurezza sul posto di lavoro, la cosa più importante per mantenere i lavoratori al sicuro sul posto di lavoro è la formazione di rappresentanti dei lavoratori abilitati ad agire sulla sicurezza”, ha affermato Gail Cartmail, Assistente generale Segretario di Unite the Union e Vice Presidente di BWI. Cartmail, che è copresidente della BWI Global Union Safety Representatives Network, ha presieduto il procedimento.

Un seminario sulla salute mentale ha rilevato che il settore delle costruzioni ha uno dei più alti tassi di suicidio e problemi di salute mentale, sostenendo che la prevenzione doveva adottare un approccio olistico osservando tutte le condizioni di lavoro, compresi i giorni e / o le ore di lavoro, i salari e altre condizioni. Jorgen Gullestrup, CEO di MATES in Construction Queensland, ha descritto come avevano sviluppato un modello che mirava a identificare e assistere i lavoratori attraverso un programma integrato di formazione e supporto.

Un altro seminario guidato da Sugio Furuya dell’Asian Ban Network asiatico ha identificato la regione Asia-Pacifico, in particolare l’Indonesia e il Vietnam, come paesi target per l’industria per scaricare l’amianto rimanente, con sforzi di lobbying in questi paesi. Allo stesso tempo, è stato concordato che, laddove i divieti nazionali sono stati difficili, i divieti regionali o municipali sono un modo efficace per continuare a creare slancio nella campagna.

Il secondo giorno della conferenza i partecipanti hanno visitato una serie di cantieri per osservare le buone pratiche in atto, tra cui il progetto Forrestfield Airport Link sotto Salini Impregilio e un centro commerciale.

Un momento saliente della conferenza è stata la possibilità di unirsi a una picchettatrice CFMEU per condannare una società di costruzioni australiana che ha permesso a un backpacker tedesco senza formazione di lavorare in un cantiere di grattacieli. Tragicamente la 26enne Marianka Heumann è caduta a 13 piani alla sua morte nel 2016, eppure la società di costruzioni Hanssen è stata sanzionata con oltre $ 100.000 di multe per essersi rifiutata di autorizzare il sindacato in loco. Le corone sono state deposte all’esterno dell’edificio in sua memoria.

La conferenza si è conclusa con una visita e un tour di un centro di formazione CFMEU, offrendo ai partecipanti una buona opportunità per capire come il sindacato prepara i lavoratori edili a intraprendere un lavoro sicuro. Inoltre, i partecipanti hanno riflettuto su come le pratiche osservate nelle visite in cantiere differivano da quelle nei paesi di origine dei partecipanti. Hanno osservato il netto contrasto nell’identificazione dei pericoli tra i siti con buone relazioni industriali in cui il sindacato era rispettato e quelli senza.

La giornata si è conclusa in modo positivo quando il segretario nazionale CFMEU C&G, Dave Noonan, ha annunciato che il disegno di legge sull’assicurazione dell’integrità sindacale non è riuscito a passare il Senato australiano, lasciando ai sindacati un po ‘di respiro per continuare a fare il loro lavoro per garantire il posto di lavoro sicurezza.

Storia di 30 anni di C.I.I.P

FONTE SNOP.IT
Lunedì 02 Dicembre 2019 11:43

Negli ultimi 30 anni molte associazioni di operatori e professionisti della prevenzione nel settore pubblico, privato, della ricerca e dell’Università hanno costruito e sostenuto un polo di aggregazione tra le diverse professionalità e discipline, per la stesura di documenti tecnici, proposte e contributi legislativi, attraverso incontri, gruppi di lavoro tematici, iniziative pubbliche. Fu scelto di chiamarlo Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione – CIIP.Questo testo ricostruisce i principali momenti dell’azione di CIIP nei 30 anni di attività.

 

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Canada vs. Monsanto: pioggia di cause contro Roundup per agenti cancerogeni

FONTE : LAVACA.ORG CHE RINGRAZIAMO 

Un’azione legale di classe si sta muovendo in Canada contro la società GM acquisita da Bayer. Presenta novità riguardanti i processi negli Stati Uniti, dal momento che include la compagnia fantasma che ha scritto documenti sulla trota; espande la gamma di malattie causate da Roundup; ed esorta la Monsanto a realizzare un programma sanitario per monitorare, diagnosticare e curare coloro che si sonoi ammalati utilizzando il prodotto. Le storie dietro un contenzioso da 500 milioni di dollari e il dibattito su un modello tossico che sta iniziando a essere giudicato in tutto il mondo.

Di Anabel Pomar

I problemi legali per Bayer per il suo prodotto Roundup sono tutt’altro che finiti, si moltiplicano. In Canada, uno studio legale ha intentato tre cause legali  per 500 milioni di dollari contro la Monsanto e il suo nuovo proprietario, Bayer.

Le cause includono anche un nuovo imputato: INTERTEK, il consulente che Monsanto Papers  ha smascherato,  ha lavorato per pubblicare documenti falsi scritti da Monsanto ma che sono stati presentati come letteratura scientifica indipendente per interferire con le agenzie di regolamentazione.

Lo studio legale canadese Diamond & Diamond ha tenuto una conferenza stampa il 20 novembre e ha annunciato che ci sono già più di 70 persone che integrano l’azione collettiva, anche se calcolano che il numero sarà notevolmente ampliato. Come è accaduto negli Stati Uniti, dove le 1.100 richieste esistenti al momento dell’acquisizione della Monsanto da parte di Bayer sono salite a 42.700. Bayer AG, nella sua ultima relazione trimestrale agli azionisti, ha comunicato tale cifra e ha confermato di aver affrontato casi in Canada, sebbene abbia menzionato solo 9 casi.

I querelanti della nuova azione collettiva subiscono vari tipi di cancro che sostengono siano stati prodotti dall’erbicida più usato in Argentina: Roundup. La particolarità di queste denunce è che non si concentrano solo su un tipo di cancro – il linfoma non Hodgkin – come stava accadendo negli Stati Uniti, ma si estendono anche ad altri tipi di tumori: gastrico, mammario, polmonare, cerebrale, leucemia, prostata e cellulare renale, tra gli altri.

La presentazione giudiziaria ha accuse simili a quelle fatte negli Stati Uniti – dove la Monsanto ha ricevuto tre sentenze. Sottolinea che la società era a conoscenza del danno cancerogeno di Roundup, non proteggeva gli utenti nascondendo tali informazioni e interferendo con lo sviluppo scientifico per evitare di conoscere quel pericolo.

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Nuove Forme Di Lavoro Tra I Giovani.Nuovo Rapporto Di Danimarca, Norvegia, Svezia E Islanda

FONTE ENETOSH 
( Traduzione dall’inglese assistita da Google Translator )

Questo nuovo rapporto “Nuove forme di lavoro tra i giovani – Implicazioni per l’ambiente di lavoro”, pubblicato dal Consiglio nordico dei ministri, evidenzia nuove forme di lavoro. Basato su interviste con giovani dipendenti, il rapporto mostra esempi di nuovi ambienti di lavoro, come lavorare nel settore dei giochi, su piattaforme digitali, con i social media e in accordi di lavoro flessibili o temporanei.
I cambiamenti nel lavoro segnati a livello globale e nei paesi nordici comportano nuove forme di lavoro e occupazione atipica tra i giovani lavoratori. Una percentuale significativa di giovani lavoratori è in posizione temporanea, lavora irregolarmente e lavora a tempo parziale. I quattordici ritratti di giovani che lavorano in forme nuove e atipiche di lavoro nei paesi nordici in questo rapporto mostrano che la maggior parte di questi giovani ha diversi lavori o redditi contemporaneamente o un numero di lavori / redditi diversi per brevi periodi.
Stanno lavorando su piattaforme online come giocatori di e-sport, YouTuber o Influencer, per spostarsi così nella zona di confine dei significati che di solito attribuiamo alle categorie “lavoro” e “ambiente di lavoro”. Questi sviluppi si applicano anche alle professioni tradizionali, come i lavori di falegnameria o di servizio, ma il nuovo aspetto è che il lavoro è mediato attraverso piattaforme online, il che sembra influenzare l’ambiente di lavoro di quei giovani lavoratori. È importante conoscere meglio le nuove forme di lavoro se vogliamo migliorare l’ambiente di lavoro tra questi giovani lavoratori.
Il gruppo del progetto era composto da partecipanti provenienti da quattro paesi nordici: Danimarca, Svezia, Norvegia e Islanda. Il capo del progetto era Johnny Dyreborg, Ph.D. del Centro nazionale di ricerca per l’ambiente di lavoro, Danimarca.
Il rapporto può essere scaricato come file PDF o ePUB o letto online qui .

E’ disponibile online Ecoscienza 4/2019

 

 

In questo numero:

Ecoscienza 4/2019

ARRIVA IL 5G, SIAMO PRONTI?
Prospettive e incognite della nuova generazione di comunicazione mobile

La tecnologia 5G potrebbe rappresentare una nuova rivoluzione della comunicazione mobile. Come ogni innovazione tecnologica, porta con sé una serie di incognite e suscita preoccupazioni.
Per le Agenzie ambientali, chiamate a esprimere pareri preventivi sulla compatibilità elettromagnetica dei nuovi impianti e controllare il rispetto dei limiti normativi, sarà necessario aggiornare l’approccio, per valutare adeguatamente l’esposizione ai campi elettromagnetici

CLIMA E METEO
Contro la “depressione climatica” è ora di agire

In occasione dello sciopero per il clima per chiedere azioni concrete e rapide in relazione al cambiamento climatico, Ecoscienza ha affidato l’editoriale ai giovani di #FridaysForFuture Emilia-Romagna. Gli ultimi rapporti speciali dell’Ipcc mettono in guardia sul livello di riscaldamento globale e sugli effetti sempre più evidenti sul suolo, sul territorio, sui mari e le zone ghiacciate (la criosfera).

DIRITTO E AMBIENTE
Verso il superamento della visione antropocentrica

Un autorevole contributo sull’evoluzione normativa in campo ambientale e due interviste a magistrate impegnate sugli ecoreati. Il rapporto Ecomafie 2019, realizzato da Legambiente con la collaborazione del Sistema nazionale di protezione ambientale (Snpa), mostra un quadro degli illeciti ambientali ancora preoccupante.

Altre novità nelle rubriche Legislazione news, Osservatorio ecoreati, Libri, Eventi.

“La salute del pianeta è la responsabilità più grande e l’opportunità maggiore dei nostri tempi. Per produrre un impatto reale, occorre non solo essere più ambiziosi a livello europeo, ma che il mondo intero avanzi nella stessa direzione”. Ursula von der Leyen

Vai a Ecoscienza 4/2019, versione sfogliabile

Scarica Ecoscienza 4/2019 (pdf)

Sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, sul sito del Ministero della salute il protocollo operativo stagione 2019-2020

Il sistema nazionale di sorveglianza virologica si inserisce nel Programma Mondiale di Sorveglianza dell’Influenza dell’OMS. La rilevazione dei dati inizierà lunedì 14 ottobre 2019 e terminerà domenica 26 aprile 2020 salvo ulteriori comunicazioni legate alla situazione epidemiologica nazionale.

Influnet. Sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza. Protocollo operativo stagione 2019-2020

Pubblicato il libro di Pietro Gino Barbieri “MORIRE DI AMIANTO – un dramma prevedibile, una strage prevenibile”

FONTE:  AFeVA Emilia Romagna 

Bologna, 9 ottobre 2019

Vogliamo segnalare la recente pubblicazione del libro di Pietro Gino Barbieri “MORIRE DI AMIANTO – un dramma prevedibile, una strage prevenibile” Marco Serra Tarantola Editore.

Un libro necessario e utile, per la quantità informazioni, dati, e testimonianze di prima mano, un  “catalogo” importante delle vicende dell’amianto, delle fabbriche, dei settori, dei casi specifici incontrati nella sua attività. Un libro utilissimo per chi si occupa della tutela dei diritti degli ex-esposti amianto, dei malati e dei loro familiari. Un libro interessantissimo per capire la storia dell’amianto, la sua diffusione, il valore della ricostruzione storica che aggiunge elementi importanti per capire come si è arrivati a quella tragedia, e quali insegnamenti ci consegna per evitare per il futuro la sua continuazione.

L’autore

Pietro Gino Barbieri, medico del lavoro dal 1980, è stato direttore del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro della ASL di Brescia e responsabile del Registro Mesoteliomi Maligni della Provincia di Brescia. Si è occupato per molti anni del rischio da amianto e delle malattie asbesto-correlate. E’ stato animatore di Seminari e Convegni sul Mesotelioma maligno. E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche sull’argomento; consulente tecnico e perito in numerosi processi penali su patologie da amianto.

Come ricevere il libro:

è sufficiente farne richiesta all’autore scrivendogli direttamente all’indirizzo Mail pietrogino.barbieri@gmail.com indicando il proprio Nome e Cognome e il proprio indirizzo per la spedizione. Il costo del volume è di 25,00 € facendo un bonifico all’IBAN che sarà comunicato dall’autore.

Obiettivo prevenzione, serve un piano straordinario 

FONTE  RASSEGNA.IT CHE RINGRAZIAMO 

Vertice nel pomeriggio a Roma tra i ministri Catalfo e Speranza e i sindacati sulla sicurezza sul lavoro, considerata “una priorità” dal governo. Landini: “Occorre affrontare anche le cause, che risiedono nella precarietà e nel sistema degli appalti”

Un piano straordinario per la prevenzione degli infortuni. È quanto ha promesso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel suo programma di governo: un provvedimento che oggi (lunedì 23 settembre) vede la posa della prima pietra, con l’incontro fra i ministri del Lavoro Nunzia Catalfo e della Salute Roberto Speranza e i vertici di Cgil, Cisl e Uil. L’appuntamento è a Roma, alle ore 15 presso il dicastero del Lavoro (in via Flavia 6).

“Ci aspettiamo che inizi un seria discussione su questo tema. Il numero degli infortuni e delle morti sul lavoro sta aumentando, così come crescono le malattie professionali”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, sottolineando che “si lavora di meno, ma ci sono più infortuni e più malattie, e si muore come si moriva cinquanta anni fa”.

Maurizio Landini evidenzia che se conteggiamo anche coloro che muoiono “in itinere”, ovvero mentre vanno o tornano dal lavoro, negli ultimi dodici anni le vittime sono 17 mila “Un dato che – commenta – come sindacalista ti fa sentire anche in colpa per non aver fatto fino in fondo il tuo mestiere, perché non esiste che una persona muoia lavorando, è un concetto che non può essere accettato”.

Per il segretario generale è evidente che “fare un piano straordinario per la prevenzione vuol dire puntare sulla formazione e decidere chi la deve fare: occorre anzitutto potenziare, attraverso nuove assunzioni, gli ispettorati e i servizi di medicina del lavoro”. Landini evidenzia anche la necessità “che Inps, Inail e gli altri istituti comincino a scambiarsi i dati. Non è accettabile che, in quest’era digitale, ognuno resti proprietario delle proprie banche dati, è una cosa che non permette di far funzionare bene il Paese e di affrontare queste situazioni”.

Ma per Landini, alla base di ogni confronto, deve esserci “la volontà di affrontare assieme questo tema, entrando dunque nel merito del perché succedono le morti sul lavoro”. Un “perché”, conclude il segretario generale della Cgil, che va ricercato “nella troppa precarietà, in un sistema degli appalti che va affrontato con decisione, nella necessità di far diventare la cultura della sicurezza un investimento e non un costo come invece prevale adesso”.

 

Guerra fredda nell’Artico: l’ultimo hotspot della geopolitica globale grazie ai cambiamenti climatici

FONTE EQUALTIMES.ORG CHE RINGRAZIAMO 

Una nuova battaglia – economica e politica per il momento – sta emergendo su uno degli stadi geografici più ostili del pianeta, l’Artico. I principali attori sono i tre superpoteri, gli Stati Uniti, la Russia e la Cina, ma la crescente rivalità per l’accesso e il controllo delle vaste risorse nella regione e il suo uso come principale rotta commerciale ha importanti implicazioni per gran parte del mondo , in particolare l’Unione europea, con gli Stati membri nella regione artica e un chiaro interesse per lo sviluppo dell’area. L’Africa occidentale e alcuni paesi dell’America Latina saranno inoltre interessati dalla nuova rotta di navigazione.

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