Ricordo di Marco Bottazzi

 

Voglio ricordare Marco Bottazzi, il medico gentile, responsabile della consulenza medico legale del Patronato della Cgil che si è battuto fino agli ultimi giorni per i lavoratori e le lavoratrici affette da malattie di origine professionale per farne riconoscere i loro diritti. A Diario Prevenzione mancherà la sua competente newsletter medico legale che per molti anni, fino a pochi giorni fa, ha messo a disposizione dei nostri lettori. Voglio ricordare la passione, la chiarezza e l’efficacia dei suoi lavori che sono stati riferimento nella formazione di tante e tanti sindacaliste/i e operatori/operatrici del Patronato. Grazie Marco per tutto quello che ci hai dato con il tuo lavoro, con il sorriso e con la tua raffinata competenza .

Gino Rubini, editor di Diario Prevenzione.

Il costo degli infortuni e delle malattie professionali in Austria

Fonte EU-OSHA 

Gli infortuni e le malattie professionali causano sofferenza alle persone interessate e alle loro famiglie e costi economici elevati per i sistemi sanitari e la società. Nell’ambito di un progetto di ricerca pluriennale che si è concluso nel 2019, l’EU-OSHA ha pubblicato  Il valore della sicurezza e della salute sul lavoro e i costi sociali degli infortuni e delle malattie legati al lavoro , uno studio completo e dettagliato per stimare l’onere finanziario del lavoro. lesioni e malattie correlate a livello europeo.

Alla luce dell’analisi dettagliata dell’EU-OSHA, l’  Istituto austriaco di ricerca economica (WIFO)  presenta ora “Die Kosten arbeitsbedingter Unfälle und Erkrankungen. Österreich – Il costo degli infortuni sul lavoro e delle malattie in Austria. ” Questo studio segue il sistema di stima dell’EU-OSHA e applica una metodologia simile a livello nazionale austriaco, combinando l’interpretazione dei dati con politiche specifiche e raccomandazioni politiche.

Ulteriori informazioni sullo studio dell’EU-OSHA sul  valore della salute e sicurezza sul lavoro e sui costi sociali degli infortuni e delle malattie professionali

Ulteriori informazioni su  Die Kosten arbeitsbedingter Unfälle und Erkrankungen. Österreich – Il costo degli infortuni sul lavoro e delle malattie in Austria  (in lingua tedesca)

Il mondo del lavoro, il medico competente e la pandemia da SARS-COV-2. Cosa abbiamo imparato


Verona, Auditorium Domus Mercatorum-Centro Congressi CCIA

mercoledì 30 ottobre 2020 – ore 9:00-18:00

Seminario nazionale ANMA

9:00 APERTURA DEI LAVORI E SALUTI
Dott.ssa G. LecceMinistero della Salute – Direzione Prevenzione

INTRODUZIONE AI LAVORI Dott. U. CanduraPresidente ANMA

MODERATORI DEL SEMINARIO
Dott.ssa G. Lecce – Ministero della Salute
Prof. S. Porru – Università di Verona
Dott. U. Candura – Presidente ANMA

Caratteristiche e dinamica di circolazione del virus Sars-Cov-2: una importante lezione di epidemiologia
Prof. A.Crisanti – Università di Padova

Interpretazione dei test sierologici. A che punto siamo?
Prof. G.Lippi – Università di Verona

L’impatto dell’epidemia negli operatori sanitari
Prof. P. Mascagni – Ospedale di Desio ASST Monza

Sicurezza dei lavoratori e prevenzione della diffusione dell’infezione negli ambienti di lavoro non sanitari
Dott. D. Bontadi – Gruppo di lavoro ANMA Veneto

Le misure adottate dalle aziende per il contrasto al contagio da Sars-Cov-2. Valutazione dell’efficacia
Ing. F. Santi – Presidente AIAS

La sorveglianza sanitaria ai tempi del Covid19 e la gestione dei lavoratori cosiddetti “fragili”
Dott. T.Cassina, Dott. P. Patanè – ANMA Lombardia, ANMA Veneto

Come affrontare gli eventuali sviluppi dell’epidemia: il punto sulle strategie di prevenzione
Prof. G.Rizzardini – Ospedale L. Sacco, Milano

Accompagnare il lavoratore in sicurezza – Attualità del Vademecum ANMA per il Medico Competente
Dott. G. Boschiroli, dott. G. Briatico Vangosa – ANMA Lombardia

Medico Competente e salute pubblica: nuovi possibili scenari nell’epoca post-COVID?
Prof. M. Del Vecchio – Università L. Bocconi, Milano

L’ANMA e l’emergenza Covid19: cosa è cambiato nel mondo del lavoro in questi mesi e cosa ci aspetta
Dott. U.Candura, Dott. D. Ditaranto – ANMA Campania, ANMA Lombardia

17:00 Discussione, conclusioni, fine lavori

Responsabili del programma scientifico:
Dott. Danilo Bontadi – ANMA Veneto
Prof. Paolo Mascagni – Ospedale di Desio ASST Monza, ANMA Lombardia

scarica il programma
vai al sito del seminario

Le iscrizioni in presenza sono chiuse, ma è possibile la partecipazione in modalità virtuale (FAD sincrona).

Leçons sur les phénomènes de la vie

Fonte mentepolitica.it

Autore :Francesco Domenico Capizzi * – 28.10.2020

Leçons sur les phénomènes de la vie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorno al passato: mi vesto nei panni di un famoso chirurgo del tardo XIX secolo per impartire una lezione accademica di Clinica chirurgica a Vienna. Si svolge nell’anfiteatro del Policlinico davanti ad aiuti-chirurghi che occupano le prime file insieme ad assistenti e chirurghi in formazione. A seguire, sugli spalti, gli studenti della Facoltà medico-chirurgica. Una disposizione topografica che corrisponde alla gerarchia di funzioni e responsabilità.

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Intersezione fra Covid-19 e salute mentale a cura di Marina Penasso

 

Fonte Dors.it che ringraziamo 

Il 6 ottobre 2020, l’OMS ha pubblicato i risultati di un sondaggio sull’impatto del COVID-19 sui servizi mentali, neurologici e di uso di sostanze (MNS) in 130 Stati membri dell’OMS, prima della Giornata mondiale della salute mentale del 10 ottobre. Dai risultati si evince che la maggior parte dei paesi sta subendo un’interruzione dei servizi MNS, con il maggiore impatto sui servizi di prevenzione e promozione basati sulla comunità. I motivi dell’interruzione includevano un numero insufficiente o il reimpiego di operatori sanitari per la risposta al COVID-19 (nel 30% dei paesi), l’uso di strutture per la salute mentale come strutture di quarantena o trattamento COVID-19 (nel 19% dei paesi) e fornitura insufficiente dei dispositivi di protezione individuale (nel 28% dei paesi). Sebbene 116 (89%) paesi abbiano riferito che la salute mentale e il supporto psicologico facevano parte dei loro piani di risposta COVID-19 nazionali, solo il 17% ha affermato di aver impegnato ulteriori finanziamenti per questo. Questo rapporto arriva sulla scia di prove crescenti che la pandemia COVID-19 sta avendo effetti enormi sulla salute mentale e sul benessere delle popolazioni di tutto il mondo. Con una capacità di risposta apparentemente bassa, non è chiaro come il mondo affronterà questa incombente crisi della salute mentale.

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Il nuovo DPCM per il contenimento della pandemia corona. 24 ottobre 2020

 

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri (DPCM) con i provvedimenti decisi dal governo per cercare di contenere il nuovo aumento di casi da coronavirus. Sarà valido dalla mezzanotte di domenica 25 ottobre fino a martedì 24 novembre; i contenuti sono stati riassunti dal Presidente Conte in una conferenza stampa.

IL TESTO INTEGRALE DEL DPCM 24/10/2020

Vivere a Berlino nell’epoca del Corona di Franco Di Giangirolamo

Berlino, 24 ottobre 2020

Foto Street in Berlin – gierre 2020

 

La vedo triste, oggi, la nostra simpatica metropoli. Il tempo è discreto ma d’autunno il vestito che si adatta alla città non è questo. Alle spalle due settimane di crescente preoccupazione per il virus, con Spahn (Ministro della Salute) in quarantena, come diversi altri esponenti politici, tutti meravigliati perché, sentendosi quasi in colpa, giurano di aver rispettato tutte le regole di prevenzione. Il discorso pubblico di Mutti ( Merkel. ndr ) ha dato la linea e la rarefatta presenza di viandanti che mi pare di rilevare forse lo testimonia. Il sindaco della città, Mueller, dice che gli appelli non bastano più, che ora si deve parlare di regole e restrizioni. Anche i politici tedeschi non sono miracolati di Lourdes e fanno ciò che possono, federalismo permettendo.
Da oggi il Senato berlinese dichiara formalmente che la strategia del tracciamento è resa impossibile dall’alto numero dei contagiati (+893 in 24 ore a Berlino) e che si scommetterà sulla responsabilità personale dei cittadini. Ergo, l’attenzione del sistema pubblico si concentrerà sul personale di assistenza, sui ricoverati negli ospedali (all’oggi 374, di cui 101 in terapia intensiva), case di cura, e sui senza tetto. I cittadini accertati come positivi si debbono mettere ilprima possibile in isolamento domestico per 14 giorni, senza contattare il Dipartimento di Salute e dovrebbero informare rapidamente le persone di contatto affinché facciano il test e si autocollochino, se positivi, in quarantena.

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” Convivere con il Covid” del Prof. Donato Greco

Segnaliamo questo articolo di Donato Greco che fa chiarezza sul tema ” Convivere con il Covid”.

Convivere con il Covid. Ma cosa vuol dire? E soprattutto, è possibile? Sì, ecco come. Senza arrivare a nuovi lockdown generalizzati

di Donato Greco

Il messaggio che sento di dover dare su Covid -19 è relativo al domani: domani reale e domani prossimo, senza addentrarmi nel domani remoto. E quindi partiamo dallo scenario attuale per capire cosa presumibilmente, in base alle conoscenze e all’esperienza, ci aspetta e cosa possiamo e dobbiamo fare per imparare a convivere con questo virus. A partire dalle nuove conoscenze accumulate in questi mesi che ci permettono di usare le misure di prevenzione in modo più efficace, mirandole a specifiche situazioni ed evitando interventi privi di un razionale logico.

Leggi l’articolo su Quotidiano Sanità 

ETUI.Il lavoro  nell’era dell’intelligenza artificiale: perché è necessaria una regolamentazione per proteggere i lavoratori

FONTE ETUI 
Autrice Aída Ponce Del Castillo

Le grandi potenze del mondo, molti stati e aziende stanno combattendo per vincere la corsa all’intelligenza artificiale (AI). L’intelligenza artificiale è di importanza strategica per l’Unione Europea, con la Commissione Europea che ha recentemente dichiarato che “l’intelligenza artificiale è un obiettivo che può fare dell’Europa un leader tecnologico globale”.

Per raggiungere questo obiettivo, l’UE deve creare un quadro etico e giuridico appropriato. Questa Outlook Note sostiene che tale quadro deve essere solidamente basato sulla regolamentazione – può essere raggiunto aggiornando la legislazione esistente – e che deve prestare particolare attenzione alla protezione dei lavoratori. I lavoratori sono in una posizione di subordinazione ai loro datori di lavoro e, nella fretta dell’Europa di vincere la corsa all’IA, i loro diritti rischiano di essere trascurati. Questo è il motivo per cui deve essere sviluppato un quadro giuridico protettivo e applicabile, con la partecipazione delle parti sociali.

DOWNLOAD EBOOK 

Germania.Informazioni sulla designazione delle aree di rischio internazionali da parte del Ministero degli esteri federale, BMG e BMI

 

Germania. Rischio Coronavirus . Le valutazioni del Robert Koch Institute rispetto alle provenienze dei viaggiatori verso la Germania o per chi dalla Germania intende viaggiare verso paesi esteri .

Dal sito del Robert Koch Institute ricaviamo queste informazioni utili per quanti fossero interessati ad un viaggio da e per la Germania.

Informazioni sulla designazione delle aree di rischio internazionali da parte del Ministero degli esteri federale, BMG e BMI

Stato: 22/10/2020, 12:00

Inglese: informazioni sulla designazione delle aree a rischio internazionali (PDF, 90 KB, il file non è privo di barriere)

Il Rapporto sui casi di contagio in Germania al 22/10/2020

Dal sito RKI.DE

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Imparare dalla Pandemia

 

Fonte: Saluteinternazionale

Autore: Gavino Maciocco

Due libri usciti a settembre – di Marco Geddes e Francesca Nava – ci aiutano a capire, a conoscere com’è nata e come si è sviluppata la pandemia, a sapere cos’è andato storto. Per non ripetere gli stessi errori.

“Sapete cosa temo? Che da questa esperienza non si sia in grado di apprendere, cioè di acquisire e mettere in atto provvedimenti, organizzazioni, comportamenti adeguati affinché il ripresentarsi di questa epidemia o di fenomeni simili sia prevenuto e affrontato adeguatamente”.

Quando – lo scorso luglio – Marco Geddes consegnò all’editore il manoscritto del libro “La sanità al tempo del coronavirus”[1] l’epidemia raggiungeva il livello più basso di diffusione (“dati del 19 luglio: 219 casi e 3 morti. Mai così pochi decessi, nessuno in Lombardia”). Ebbene, i timori che il paese, e il nostro sistema sanitario, si facessero trovare impreparati di fronte a una seconda ondata erano purtroppo molto ben fondati: i dati di ieri 20 ottobre 2020, 10.874 casi e 89 morti.

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Succede in Sri Lanka. I lavoratori dell’abbigliamento hanno sopportato dure misure di contenimento del Covid-19

20 ottobre 2020

 

 

Fonte Industrial-union 

 In Sri Lanka, i lavoratori dell’abbigliamento sono stati messi in quarantena dai militari nel cuore della notte, a seguito di un rapido aumento delle infezioni. I sindacati dicono che questo avrebbe potuto essere evitato istituendo i comitati sanitari raccomandati.

A partire dal 19 ottobre, il numero totale di casi di Covid-19 a Minuwangoda Brandix è salito a 2.122, inclusi più di mille lavoratori tessili Brandix Limited, i loro parenti e familiari.

Questo gruppo rappresenta quasi la metà del numero totale di casi di Covid nello Sri Lanka e ha fatto notizia a livello nazionale.

I sindacati sostengono che l’esercito, che gestisce i centri di quarantena Covid, sia entrato di notte nelle residenze dei lavoratori tessili, senza previa informazione, per chiedere loro di recarsi immediatamente nei centri di quarantena.

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Tra emergenze, disinganni, nuovi e antichi insegnamenti. Riflessioni sulla pandemia Coronavirus

 

Foto graffiti in Berlin – gierre 

Autore : Gino Rubini

– Le misure di distanziamento e lockdown
– Gli errori di politica sanitaria e preventiva da evitare per il futuro
– Da dove deriva la sottovalutazione del rischio biologico in grado di produrre una pandemia
– Dal lockdown alle riaperture, i profili di rischio dei lavori e le misure adottate
– La pandemia in Europa e nel mondo
– Riflessioni su ciò che non si dovrà più fare e su ciò che occorre fare per non essere impreparati.
– Il vincolo al cambiamento che deriva dall’esperienza della pandemia
– Conoscenza e comunicazione

Questo articolo è già pubblicato sul numero 208 della Rivista Inchiesta

L’ARTICOLO

 

Le superficialità e gli errori della OMS rispetto alla valutazione dei rischi negli ambienti di lavoro

CHI LO SAPEVA? | La superficialità  dell’OMS sui rischi di contagio  da corona  nelle situazioni  lavorative rischia un disastro di livello mondiale 
FONTE HAZARDS MAGAZINE CHE RINGRAZIAMO . VEDI ANCHE LA VERSIONE ORIGINALE IN LINGUA INGLESE.
Chi avrebbe pensato che avremmo dovuto mettere un avvertimento sulla salute all’Organizzazione mondiale della sanità? L’ editore dei rischi Rory O’Neill ha scoperto che il consiglio “incredibilmente dannoso” dell’OMS sui rischi del Covid-19 sul posto di lavoro sta lasciando i lavoratori in pericolo di vita.

Domande e risposte: Suggerimenti per la salute e la sicurezza sul lavoro nel contesto del COVID-19 , pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) il 26 giugno 2020, ha rivelato come l’agenzia delle Nazioni Unite dai piedi di piombo non abbia né la conoscenza né la capacità di consigliare sulle questioni di lavoro.

Ma questo non l’ha fermato per un momento. Le omissioni nella sua guida – in particolare nessuna menzione dell’ispezione e dell’applicazione del lavoro, e una mancanza di consapevolezza delle potenziali interazioni con altri rischi sul posto di lavoro e la necessità di una protezione più ampia dell’occupazione – hanno mostrato perché un’agenzia delle Nazioni Unite non lavorativa non dovrebbe essere leader sul posto di lavoro problema.

La guida dell’OMS contraddice una guida molto più protettiva pubblicata nel maggio 2020 dall’agenzia specializzata delle Nazioni Unite sul lavoro, l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO).

La domanda e risposta dell’OMS ripete le posizioni politiche elaborate nella sua guida provvisoria del 10 maggio 2020, Considerazioni per la salute pubblica e le misure sociali sul posto di lavoro nel contesto di COVID-19 ‘ . Questo documento ha ricevuto un’accoglienza ostile, definita “pericolosa” dalla Confederazione sindacale internazionale (ITUC) e dal Consiglio dei sindacati globali.

Rischio calcolato male

Il primo errore dell’OMS è un’affermazione ripetuta che “Covid-19 si diffonde principalmente attraverso goccioline respiratorie o contatto con superfici contaminate”. Ma all’inizio della pandemia sono state sollevate preoccupazioni sul fatto che i rischi di goccioline e contatti non fossero l’unica minaccia rappresentata da questo coronavirus.

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Les applications de traçage des contacts pour le COVID-19 : comment éviter que la vie privée ne devienne la prochaine victime rendra possible le traçage des contacts »

 

ETUI Policy Brief N°5/2020
Politiques économiques, sociales et de l’emploi en Europe

Les applications de traçage des contacts pour le COVID-19 : comment éviter que la vie privée ne devienne la prochaine
victime rendra possible le traçage des contacts ». Le 21 avril, le Premier ministre néerlandais Mark Rutte a déclaré que le développementes applications de traçage du COVID-19 se poursuivrait, en dépit  du fait que sept de ces applications ont été testées et qu’aucune d’entre elles n’a réussi à répondre aux exigences en matière de sécurité, de respect de la vie privée et de fiabilité.
Aída Ponce Del Castillo

IL DOCUMENTO

Strumenti per la prevenzione.    “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”.

 

Il Ministero della Salute con l’Istituto Superiore di Sanità ed altri Enti propone un documento “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”.

Nel sottotitolo il documento è definito approfondimento complementare ai documenti generali già resi pubblici su preparedness, pianificazione e contesti specifici.

Il documento contiene link ai numerosi documenti analizzati: Leggi, Decreti, Verbali CTS, Protocolli, documenti ISS, INAIL, Pubblicazioni, dati sulla pandemia aggiornati al 6/10/2020.

IL DOCUMENTO

 

Eurofound. La fiducia nell’UE si riprende a seguito delle risposte COVID-19

Fonte Eurofound

 

La fiducia nell’Unione europea è stata significativamente più alta tra gli intervistati nell’ondata di luglio del  sondaggio Eurofound su Vita, lavoro e COVID-19 rispetto ad aprile, con una fiducia media nell’UE superiore alla fiducia nei governi nazionali. Ciò si riflette positivamente sul lavoro delle istituzioni europee durante l’estate nell’affrontare la pandemia COVID-19, poiché livelli molto bassi di fiducia nell’UE durante le prime fasi della pandemia hanno sollevato questioni fondamentali sulla percezione dell’azione dell’UE e su una più ampia solidarietà europea durante il crisi.

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INRS- Ventilazione, riscaldamento, climatizzazione : quali precauzioni prendere contro Covid-19

Segnaliamo questo articolo da INRS (FR)

13/10/2020

FONTE INRS

Ventilation, chauffage, climatisation : quelles précautions prendre contre la Covid-19 ?

Pour prévenir risques de transmission du virus de la Covid-19 dans les locaux de travail, certaines précautions sont nécessaires quant à l’utilisation des dispositifs de ventilation, de chauffage et de climatisation. Un nouveau document présente les recommandations de l’INRS.

 

Cronache di vita a Berlino – di Franco Di Giangirolamo – 12/10/2020

Strategia a posteriori e mobilità sanitaria attiva e passiva

Fonte mentepolitica.it

Francesco Domenico Capizzi * – 14.10.2020

Mobilità sanitaria

 

 

 

 

Già nel 2017 il CENSIS affermava che “la Medicina moderna sta diventando troppo cara per essere vitale: la spesa sanitaria italiana cresce più rapidamente del PIL al punto che la forbice tra finan­ziamento statale e spesa prevedibile rischia di aprire una voragine nei conti pubblici”. Alla constatazione si potrebbe aggiungervi il motivo: il Servizio Sanitario Nazionale deve e non può non ricorrere a sistemi tecnologici complessi e molto onerosi di diagnosi e cura. Una problematica decisiva di politica socio-sanitaria che avrebbe dovuto già essere affrontata, per sé stessa da tempo cogente e di non facile soluzione, puntando decisamente sulla evitabilità e la prevenzione delle malattie cronico-degenerative e neoplastiche, in cresci­ta costante fino a rappresentare grande parte delle patologie affrontate quotidianamente dall’organizzazione sanitaria le cui risorse e forze sono destinate, in Italia come in altri Paesi industria­lizzati, essenzialmente alla loro diagnosi e cura e con risultati non entusiasmanti.

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MATline – la banca dati sul rischio cancerogeno in ambienti di lavoro – Pubblicate le schede di 5 nuove sostanze

FONTE MATLINE

15/10/2020
Pubblicate 5 nuove sostanze
Pubblicata le schede della sostanze:
Isobutilnitrito: classificata in classe 2B dalla IARC nel volume 122 del 2019, sostanza con un uso industriale limitato.
2,4-dicloronitrobenzene: classificata in classe 2B dalla IARC nel volume 123 del 2020. Si tratta di una sostanza utilizzata come intermedio nella produzione di pigmenti azoici, prodotti farmaceutici e prodotti agrochimici;
o-fenilendiamina: classificata in classe 2B dalla IARC nel volume 123 del 2020. Si tratta di una sostanza utilizzata come intermedio nella produzione di sostanze chimiche.
1,4-dicloro-2-nitrobenzeneclassificata in classe 2B dalla IARC nel volume 123 del 2020. Largamente utilizzata per la produzione di pigmenti.
2-amino-4-clorofenoloclassificata in classe 2B dalla IARC nel volume 123 del 2020. Largamente utilizzata per la produzione di coloranti.

Inghilterra.Il vaccino COVID-19 deve essere gestito dall’NHS e dagli enti pubblici, afferma UNISON

Fonte Union-news 

Il governo deve garantire che il lancio di qualsiasi vaccino COVID-19 sia gestito interamente dal NHS e dagli enti pubblici e non consentire il coinvolgimento di aziende private e l’uso di personale non qualificato, afferma UNISON.

Nella sua risposta a una consultazione del Dipartimento della Salute e dell’Assistenza Sociale sulle modifiche alle normative in materia di medicina, il sindacato ha espresso preoccupazione per consentire agli operatori non sanitari di somministrare qualsiasi vaccino.

Milioni di persone dovranno essere protette dal coronavirus una volta approvato un vaccino. È fondamentale che qualsiasi programma di vaccinazione sia erogato e supervisionato da operatori sanitari, afferma UNISON.

Non dovrebbero esserci scorciatoie consentendo alle aziende private di utilizzare personale con poca formazione che potrebbe creare pericoli aggiuntivi, avverte il sindacato.

UNISON chiede inoltre che alcuni gruppi di grande esperienza come i professionisti del dipartimento operativo (ODP) vengano aggiunti all’elenco degli operatori sanitari che possono somministrare i vaccini.

Il capo della sanità dell’UNISON, Sara Gorton, ha dichiarato: “L’utilizzo da parte del governo di società private per eseguire test e rintracciare è stato un disastro. Eventuali ulteriori errori su quella scala consentiranno semplicemente al virus di continuare a diffondersi. I ministri non possono deludere di nuovo la nazione, devono fare le cose in modo diverso e mantenere qualsiasi programma all’interno del NHS e degli organismi di sanità pubblica.

“Il pubblico ha bisogno della totale fiducia che qualsiasi vaccino verrà somministrato in modo sicuro e qualsiasi follow-up gestito adeguatamente dal NHS. All’inizio della pandemia, migliaia di ex operatori sanitari si sono offerti di tornare al NHS e aiutare nel momento del bisogno. Ma alcuni non sono mai stati contattati.

“Ora è il momento di garantire che la loro esperienza sia messa a frutto nella somministrazione di qualsiasi vaccino. Il governo dovrebbe pianificare questo ora per evitare qualsiasi ripetizione del test e tracciare macerie. Nel frattempo, i ministri dovrebbero anche fare tutto il possibile per garantire che ci sia un elevato assorbimento del vaccino antinfluenzale e che sia ampiamente disponibile per ridurre al minimo l’impatto sul NHS nei prossimi mesi “.

Trattare i lavoratori come la carne: cosa abbiamo imparato dai focolai di COVID-19 nei macelli

 

FONTE THE CONVERSATION 

AUTRICI  CHE RINGRAZIAMO 

Dagli Stati Uniti al Brasile , Gran Bretagna , Germania e Australia, gli stabilimenti di lavorazione della carne hanno svolto un ruolo peculiare nella diffusione del COVID-19.

In Brasile, funzionari sindacali affermano che un quinto dei dipendenti del settore – circa 100.000 lavoratori delle fabbriche di carne – sono stati infettati. Negli Stati Uniti, le strutture per la lavorazione della carne sono state collegate a più di 38.500 casi e ad almeno 180 decessi . Le lavorazioni di carne hanno costituito quasi la metà dei punti caldi del COVID-19 negli Stati Uniti a maggio. Sono stati anche la principale fonte iniziale di infezioni nell’epidemia della “seconda ondata” di giugno in Australia nello stato del Victoria.

Uno dei motivi di queste trasmissioni è che la lavorazione della carne avviene in spazi refrigerati ristretti. Ma il fatto che l’industria non sia stata collegata a grandi epidemie virali in tutti i paesi e le regioni suggerisce che anche altri fattori controllabili sono stati determinanti.

La lezione fondamentale di questi focolai è che le condizioni di lavoro malsane e il lavoro precario devono essere affrontati per impedire all’industria della carne di agire come incubatore di COVID-19.

Condizioni di lavoro malsane

Studi precedenti hanno dimostrato che l’influenza e altri coronavirus (SARS e MERS) sono più stabili e quindi si diffondono più facilmente a temperature più basse . Sebbene le temperature più basse non abbiano ancora dimostrato in modo definitivo di aumentare le trasmissioni di COVID-19, i ricercatori australiani hanno identificato un’associazione con una minore umidità .

Shutterstock

Questo da solo aumenta il rischio per gli addetti alla lavorazione della carne, che svolgono un intenso lavoro manuale su una linea di produzione relativamente vicina ad altri. Ma questo rischio è aggravato da altri fattori, in particolare la scarsa qualità dell’aria che contribuisce alle malattie respiratorie, il che rende più grave qualsiasi infezione da COVID-19 .

Come notato dalla US Occupational Safety and Health Administration , tra i “molti gravi rischi per la salute e la sicurezza” a lungo associati al lavoro di lavorazione della carne vi sono “i rischi biologici associati alla manipolazione di animali vivi o all’esposizione a feci e sangue malattie”.

Uno studio del 2017 ha rilevato disturbi respiratori come tosse, mancanza di respiro e respiro sibilante da tre a quattro volte più diffusi tra i lavoratori dei macelli rispetto agli impiegati. Tra i lavoratori del pollame, uno studio del 2013 ha rilevato che oltre il 40% aveva sintomi asmatici (rispetto a circa il 10% di tutti gli adulti ). Ciò è stato attribuito alla “polvere di pollame”, una combinazione biologicamente attiva di residui di pollo, piume e muffe.

Shutterstock

Una ventilazione insufficiente rende la diffusione del coronavirus 20 volte più probabile, secondo un rapporto pubblicato a giugno dalla Federazione europea dei sindacati per l’ alimentazione, l’agricoltura e il turismo .

La relazione elenca anche altri fattori, come le distanze sociali inadeguate e la mancanza di dispositivi di protezione individuale adeguati. Ma alla fine, la scarsa qualità dell’aria è sintomatica della mancanza di un luogo di lavoro sano e sicuro per molti lavoratori della lavorazione della carne.

È anche pertinente per il resto di noi. L’American Society for Heating, Refrigeration and Air ‐ Conditioning Engineers, ad esempio, ha raccomandato che la presa d’aria di ventilazione in tutti gli edifici dovrebbe ora essere tre cambi d’aria all’ora . È da tre a cinque volte superiore allo standard minimo per gli uffici.

Tutto ciò si riduce a una necessità fondamentale di migliorare gli standard di salute e sicurezza nei macelli e negli impianti di lavorazione della carne su tutta la linea.


Per saperne di più: La morte dell’ufficio open space? Non proprio, ma una rivoluzione è nell’aria


Aumentare la sicurezza del lavoro e il diritto al congedo per malattia

L’altro principale insegnamento da trarre dall’industria della lavorazione della carne è il rischio rappresentato dal “lavoro precario”, dove i lavoratori non hanno i diritti e le tutele di essere dipendenti.

Non è un caso, come sostiene il rapporto dell’Unione della Federazione Europea, che la stragrande maggioranza dei lavoratori della carne risultati positivi in ​​Europa sono lavoratori migranti, assunti tramite subappaltatori, con pochi diritti di lavoro e che spesso vivono in alloggi sovraffollati.

Si stima che l’ 80% circa dei lavoratori della carne nei Paesi Bassi, ad esempio, provenga dall’Europa centrale e orientale, impiegato tramite agenzie interinali.

I lavoratori sono tipicamente impiegati come lavoratori occasionali, o “assunzioni giornaliere” (il che significa che il loro lavoro termina tecnicamente alla fine di ogni turno) o tramite accordi di subappalto che li considerano “lavoratori autonomi”. Come osserva il rapporto:

Le condizioni di lavoro per molti operai della carne sono estremamente precarie. Inoltre, il livello delle indennità di malattia può essere molto basso. Ciò potrebbe aver determinato il fatto che in caso di sintomi da COVID-19 alcuni lavoratori non hanno segnalato lo stato delle loro condizioni di salute per paura di perdere il lavoro o per non potersi permettere una vita dignitosa con indennità di malattia.

Shutterstock

Queste cose possono essere risolte

Le prove provenienti da diversi paesi mostrano che queste cose possono essere risolte.

La Danimarca è il simbolo dell’automazione della lavorazione della carne e di una retribuzione dignitosa , consentendo l’allontanamento sociale all’interno delle fabbriche e quindi bassi focolai di COVID-19.

In Spagna, un contratto collettivo che garantisce ai lavoratori subappaltati le stesse condizioni degli altri dipendenti è stato accreditato per il controllo delle trasmissioni COVID-19.

In Germania, le trasmissioni legate alla lavorazione della carne sono rallentate dopo che a maggio è stato vietato ai macelli di assumere lavoratori temporanei .

Nel Victoria, in Australia, garantire che tutti i lavoratori abbiano accesso a un congedo pandemico retribuito (insieme ad altre misure tra cui il governo che impone rigorose distanze fisiche e protocolli di sicurezza negli stabilimenti) sembra aver avuto successo.

Ma molte di queste risposte sono solo risposte temporanee di emergenza. La pandemia globale ha portato l’attenzione globale sulla necessità a lungo termine di una riforma sistemica per eliminare i pericoli di luoghi di lavoro malsani e lavoratori privi di potere, e garantire che i lavoratori possano permettersi di restare a casa quando sono malati.

In un certo senso siamo tutti complici di un sistema che ha visto peggiorare le condizioni di lavoro nell’ultimo decennio. Abbiamo accettato l’ascesa di complesse società di subappalto e false società “fenice” progettate per privare i lavoratori dello status di dipendenti, e catene di supermercati e fast-food che spingono le pressioni sui costi verso il basso nelle catene di approvvigionamento, semplicemente perché ci piace la carne a buon mercato.


Per saperne di più: Trasmissioni sul posto di lavoro: un risultato prevedibile della divisione di classe nei diritti dei lavoratori


Ci sono iniziative in Europa per affrontare questa mancanza di responsabilità estendendo la responsabilità legale a tutta la catena del subappalto . Altri paesi farebbero bene a imparare da questi esempi.

In un modo o nell’altro, il nostro amore per i prezzi bassi non dovrebbe vedere i lavoratori trattati come carne.

Lavorare in fabbrica oggi

 

Fonte Collettiva.it che ringraziamo 

La presentazione del volume “Lavorare in fabbrica oggi. Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Fca/Cnhi/Marelli”. Le condizioni negli stabilimenti sono peggiorate per sei lavoratori su dieci

È stato presentato oggi da Massimo Bonini, Davide Bubbico, Francesco Garibaldo, Francesca Re David, Maurizio Landini, Giuseppe Berta e Gad Lerner a Milano, presso la Società umanitaria, il volume “Lavorare in fabbrica oggi. Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Fca/Cnhi/Marelli”, edito dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, un progetto di ricerca a cura delle Fondazioni Claudio Sabattini e Giuseppe Di Vittorio. Alla redazione del volume hanno partecipato diversi docenti, esperti e ricercatori.

“La prima parte del volume – spiega una nota della Fiom – si focalizza sulle condizioni di lavoro negli stabilimenti, con una ricerca che è il risultato di circa 10 mila questionari raccolti all’inizio del 2018, ovvero circa il 20% della platea operaia di riferimento dei 54 stabilimenti coinvolti nell’inchiesta. Inoltre, sono state effettuate circa 170 interviste qualitative in 16 stabilimenti con lavoratori e delegati sindacali”. L’obiettivo dell’inchiesta è fare un bilancio coinvolgendo i lavoratori, tra iscritti e non iscritti al sindacato, delll’applicazione del World ClassManufacturing (Wcm) e dell’Ergo- Uas.

Dall’inchiesta emerge che negli ultimi anni la percezione dei lavoratori è che le condizioni di lavoro negli stabilimenti di Fca, Cnhi e Marelli sono peggiorate per 6 lavoratori su 10 (il 59,7%). Solo l’11,9% le giudica migliorate. Pesano soprattutto i carichi di lavoro, dei quali il 43,1% dei dipendenti Fca esprime un giudizio negativo a fronte del 9,7% che vede un netto miglioramento. Visti gli alti carichi, i tempi di lavoro sono poco o per nulla sostenibili secondo il 46,2% del campione, ma dobbiamo anche registrare che una parte dei lavoratori ritiene migliorata la situazione ergonomica. È invece interessante constatare come l’obiettivo della partecipazione alla vita aziendale non trova conferma nell’indagine, infatti solo il 22% dichiara di aver preso parte alle riunioni di team.

La seconda parte del volume, spiega ancora il sindacato, è sulla situazione industriale ed economica del gruppo Fca, fino alle prospettive relative alla fusione con Psa. Affronta la trasformazione radicale che sta avvenendo nell’industria dell’auto in Italia e a livello globale dalla propulsione alle nuove tecnologie, mettendo in risalto il ritardo degli investimenti e l’assenza di una politica industriale che dia risposte alle incognite del futuro anche in vista della fusione tra Fca e Psa. Il settore automotive italiano occupa 1,2 milioni di occupati nell’industria e servizi di cui 258.700 nel settore industriale diretto e indiretto, pari all’1,5% di tutta l’attività manifatturiera, e di questi 162.000 in quello diretto. Il fatturato è di 330 miliardi di euro; di questi il settore industriale ne genera 100 pari al 5,9% del Pil.

“Bisogna poi considerare la componentistica con 156.550 addetti e un fatturato di 46,5 miliardi con 22 miliardi di esportazione e un saldo attivo di 6,8 miliardi. Stiamo parlando di uno dei settori chiave dell’industria italiana ed europea, che rappresenta circa il 6% dell’occupazione totale dell’Unione europea, e l’11% di quella manifatturiera. La presentazione di questo volume fa parte di un percorso della Fiom per tenere aperta l’attenzione sui lavoratori del settore automotive”, conclude la nota.

 

DAGLI ARCHIVI DEL NOVECENTO UNA RIFLESSIONE SU PREVENZIONE, SALUTE PUBBLICA E AMBIENTE

 

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15 OTTOBRE 2020
DALLE 16 ALLE 18.00
DIRETTA STREAMING

DAGLI ARCHIVI DEL NOVECENTO UNA RIFLESSIONE SU PREVENZIONE, SALUTE PUBBLICA E AMBIENTE

La Rete per gli Archivi del Presente, nell’ambito della Festa della Storia, dopo la forzata sospensione delle attività di questi mesi, torna proponendo, in diretta streaming, un momento di riflessione dedicato alla cultura della difesa della salute ambientale, sui luoghi di lavoro e sui territori, dagli anni Settanta sino ad oggi.

Saranno presenti:

Flavia Franzoni, esperta di formazione nel settore sociale

Gino Rubini, già Responsabile Area Salute e Sicurezza Luoghi di Lavoro Cgil Emilia Romagna

Villiam Alberghini, già responsabile dell’area Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di lavoro della ASL di Bologna,

Loris Campetti, giornalista e scrittore

Modera Silvia Napoli, Archivio di Stato di Bologna

Durante l’incontro l’attrice-regista Angela Malfitano leggerà alcuni brani di documenti tratti dal fondo personale del medico Guido Deffenu, militante di Medicina democratica e verranno proiettate alcune immagini dall’Archivio storico della nuova sinistra “Marco Pezzi” e dall’Archivio storico “Paolo Pedrelli” della Camera del Lavoro metropolitana di Bologna