Il vaccino Covid-19 deve essere gratuito, lo afferma il sindacato Servizi pubblici internazionale

Fonte PSI – Public Services International

Autore Articolo : Baba Aye – Funzionario sanitario e servizi sociali

Pfizer e BioNTech hanno annunciato il successo del loro  vaccino sperimentale contro Covid-19 in una prima analisi ad interim del loro studio di fase 3 nella seconda settimana di novembre. Il PSI chiede la rinuncia ai diritti di proprietà intellettuale come proposto all’OMC dai governi del Sud Africa e dell’India.

E i paesi ricchi hanno già iniziato ad accumulare il rivoluzionario vaccino . Le due società hanno già stretto accordi bilaterali con paesi ricchi che possono comodamente pagare, per fornire loro oltre un miliardo di dosi di vaccino. La proiezione dell’offerta totale delle multinazionali è di 50 milioni di dosi nel 2020 e di 1,3 miliardi nel 2021. Ma i paesi ricchi hanno già ordinato più di 1 miliardo di dosi. L’UE e solo cinque paesi rappresentano quasi  un miliardo di dosi.

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Sindacati meccanici. Rotabile ferroviario-amianto. La norma sblocca vertenza nel testo base del Ddl bilancio

Fonte Fiom Cgil 

Che sia la volta buona, finalmente, per i lavoratori del settore rotabile ferroviario esposti a fibre di amianto.

Nel pomeriggio di venerdì 13 ottobre il DDL bilancio 2021 è approdato alla Camera dei Deputati riportando all’articolo 57 (Titolo V Lavoro, Famiglia e Politiche sociali in corso di revisione) significative “Disposizioni in favore dei lavoratori esposti all’amianto”.

Un passo fondamentale per la soluzione della vertenza, iniziata nell’ottobre dello scorso anno, che va a sanare la brusca battuta d’arresto registrata in occasione della conversione in legge del DL agosto.

Nel testo depositato – in estrema sintesi – non solo il “via libera” al pensionamento di quanti raggiungeranno i requisiti certificati entro il 31 dicembre 2020 (con le relative coperture economico-finanziarie), ma anche l’impianto normativo per l’individuazione delle platee e delle risorse necessarie per gli anni a venire.

Previsto infine, un termine perentorio per il perfezionamento delle domande incomplete, carenti di documentazione.

Naturalmente, prima di considerare risolta la vertenza, è necessario attendere il voto finale del DDL bilancio 2021, ma l’inserimento della norma “sblocca vertenza” nel testo base depositato alla Camera dei Deputati è un gesto di grande attenzione, frutto dell’intenso lavorio di relazioni intessuto da Fim Fiom Uilm nazionali con MLePS, MEF, Commissione lavoro della Camera dei Deputati ed esponenti parlamentari bipartisan.

Sarà pertanto nostro impegno monitorare l’iter di approvazione della legge di Bilancio.

Fim Fiom Uilm nazionali

Roma, 16 novembre 2020

Spagna: legge sull’eliminazione dell’amianto in Catalogna

 

Fonte IBAS

Il 17 novembre 2020, il Consiglio esecutivo del governo della Catalogna ha approvato il progetto di legge per l’eradicazione dell’amianto. In una conferenza stampa, il ministro regionale della Presidenza e portavoce del governo Meritxell Budó ha spiegato che la nuova legge proteggerà il pubblico e i lavoratori dalle esposizioni tossiche. Le questioni chiave che devono essere affrontate Budó ha affermato che l’ubiquità del materiale di amianto in tutta la regione – stimata in 4 milioni di tonnellate – un vuoto di informazioni e una mancanza di legislazione che imponga la rimozione dell’amianto. Sarà effettuata una consultazione pubblica e saranno consultati consulenti specializzati. Vedi: Catalunya empieza a elaborar una ley de retirada del Amianto [La Catalogna inizia a redigere una legge sulla rimozione dell’amianto].

Cronache da Berlino al tempo della “seconda ondata” di Franco Di Giangirolamo

Fotostreet in Berlin – foto gierre

17.11.2020

Fatalità? Appena alzato mi cade l’occhio su una pagina dell’AbendBlatt (giornaletto locale) che propaganda senza pudore una praxis per la consulenza testamentaria. Il tempismo prussiano non mi stupisce più ormai: sentita aria di peggioramento della situazione pandemica si sono allertati tutti i servizi collaterali. Il suggerimento non è superfluo nemmeno per coloro che, come me, non si sono preoccupati del testamento, non tanto perchè non temono la inevitabile „livella“, e neppure per scaramanzia, quanto perchè hanno insignificanti patrimoni e molti eredi. Grato del suggerimento mi accingerò tuttavia alla bisogna se non altro per dare uno stile alla suddivisione delle scarabattole che ho raccolto nel corso della vita. Scarabattole sì, ma senza sminuirne il valore. Ho avuto periodi nella mia vita, quando sembrava che l’inimicizia tra me e il denaro fosse inconciliabile, nei quali ho vissuto circondato da utilissime scarabattole, lasciatemi o ereditate dai miei amici, fortunatamente non tutti defunti, che debbo gratificare non solo per il valore d’uso, ma anche per il calore delle appartenenze condivise. Ovvero, per quel sentimento nostalgico che si prova quando un amico/a o un/a amante, o un parente, ci lascia e ci si ritrova a prendere un libro, un disco, un oggetto qualsiasi che evoca momenti della vita con lui/lei e ti accorgi che non lo stai afferrando ma accarezzando, come se l’altro/a potesse, con quel gesto, avvertire e condividere quel ricordo.

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Svizzera . I lavoratori soffrono sempre di più di ansia, stress, stanchezza e solitudine

Fonte areaonline.ch 

I lavoratori soffrono sempre di più di ansia, stress, stanchezza e solitudine
Il Covid lascerà segni sulla salute mentale anche a lungo termine. A colloquio con due psicologhe.

di Veronica Galster

La temevamo ed è arrivata la seconda ondata di contagi, ma cosa ci portiamo dietro dalla prima? Come stanno le lavoratrici e i lavoratori che dopo un’estate relativamente tranquilla, si vedono nuovamente davanti uno scenario poco rassicurante? Come hanno superato la prima ondata e il lockdown? Ne abbiamo discusso con due psicologhe.
A inizio marzo siamo stati catapultati in una situazione che non conoscevamo: un’emergenza sanitaria mondiale, una pandemia. Gli equilibri e la routine di tutti sono stati scombussolati a più riprese e ogni volta è stato più o meno difficile adattarsi alle nuove norme, alle nuove richieste e all’incertezza che si protraeva e si protrae nel tempo. Che effetti ha avuto e sta avendo tutto ciò sulla psiche delle lavoratrici e dei lavoratori? Ne abbiamo discusso con la dottoressa phil. Chiara Ferrazzo Arcidiacono, capo équipe psicologi e psicoterapeuti dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (Osc) e coordinatrice della task force psicologica ticinese durante la prima ondata, e con Eleonora Fontana, psicologa e psicoterapeuta del Laboratorio di psicopatologia del lavoro.

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GB.Tre quarti del personale di vendita al dettaglio afferma che gli abusi sono stati peggiori durante la pandemia: Usdaw lancia la Settimana del rispetto per i lavoratori

Fonte USDAW 
GB. Tre quarti del personale di vendita al dettaglio afferma che gli abusi sono stati peggiori durante la pandemia: Usdaw lancia la Settimana del rispetto per i lavoratori
Data: 16 novembre 2020
Il sindacato britannico del commercio al dettaglio Usdaw ha lanciato oggi la Settimana del rispetto per i negozianti con statistiche scioccanti tratte dal loro sondaggio annuale. I risultati intermedi di oltre 2.000 dipendenti di vendita al dettaglio mostrano che finora quest’anno:
  • Il 76% afferma che l’abuso è stato peggiore del normale durante la pandemia Covid-19,
  • L’85% dei negozianti ha subito abusi verbali,
  • Il 57% è stato minacciato da un cliente,
  • Il 9% è stato aggredito.

L’annuale Settimana del rispetto per i negozianti va dal 16 al 22 novembre 2020. Durante la settimana, Usdaw aumenterà la consapevolezza della campagna Libertà dalla paura per tutto l’anno e promuoverà la petizione parlamentare che chiede al governo di legiferare per proteggere i lavoratori di bottega. La petizione conta attualmente oltre 70.000 firme e può essere firmata all’indirizzo: https://petition.paragraph.uk/petitions/328621

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Inail. Infortuni mortali dovuti alle esplosioni, online un’analisi di cause e dinamiche

Fonte Inail.it

La pubblicazione, elaborata sulla base dei dati del Sistema di sorveglianza nazionale Informo, illustra le caratteristiche principali di 98 eventi occorsi in ambienti di lavoro nel periodo 2002-2018 dove si sono verificate esplosioni che hanno coinvolto 119 lavoratori, con 114 decessi e cinque infortuni gravi

Informo

ROMA – È disponibile sul sito dell’Inail una scheda di approfondimento sulle dinamiche e le cause infortunistiche delle esplosioni che hanno comportato la morte di uno o più lavoratori, in caso di eventi collettivi. La pubblicazione del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale utilizza le informazioni presenti nella banca dati del Sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi Informo, attivo dal 2002 e realizzato in collaborazione tra l’Istituto, le Regioni e i Dipartimenti di prevenzione delle Asl. Lo studio descrive le caratteristiche principali di 98 eventi accaduti in ambienti di lavoro tra il 2002 e il 2018 dove si sono verificate esplosioni che hanno coinvolto 119 infortunati, di cui 114 con esito mortale e cinque con esito grave registrati in eventi collettivi dove c’è stato almeno un decesso. In conclusione, sono presenti alcune misure di prevenzione e protezione per ridurre o gestire i fattori di rischio evidenziati.

UK | Lo scandalo dei lavoratori sacrificabili prima, durante e dopo il Covid

FONTE HAZARDS

La maggior parte dei luoghi di lavoro non ha mai visto un ispettore. I lavoratori hanno lottato per ottenere il DPI. Gli informatori sono stati messi a tacere. Era prima del Covid-19. L’ editore di Hazards Rory O’Neill rivela come la pandemia non abbia causato una crisi nella salute sul lavoro. Lo ha esposto.

È abbastanza semplice. Il governo aveva un occhio al bilancio e un altro alla base dei conservatori, chiedendo a gran voce la fine delle regole meschine e la perdita delle libertà personali. Doveva esserci un rapido ritorno alla “normalità”, e questo significava tornare al lavoro.

Da luglio 2020 in poi, i ministri hanno intrapreso una missione di tre mesi per riportarci nei nostri luoghi di lavoro “protetti da Covid”.

GRAVE ERRORE  Boris Johnson ha invertito il suo viaggio di ritorno al lavoro solo il 22 settembre, quando i gruppi di lavoro erano saliti ai massimi storici e il tasso di infezione del paese si era spostato nella zona di pericolo.

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Inail . Dossier Covid-19

Dossier Covid-19

Fin dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus (Sars-CoV-2), l’Inail ha potenziato le attività di comunicazione, veicolando quotidianamente le informazioni e gli aggiornamenti relativi all’emergenza sanitaria anche attraverso un linguaggio più vicino alle abitudini e alle esigenze dei cittadini

Immagine Dossier Covid-19

Lo speciale arricchito da link, video e rimandi multimediali fa il punto sulle misure adottate dall’Istituto per fronteggiare l’epidemia da coronavirus offrendo in un unico prodotto il quadro completo di tutte le informazioni messe a disposizione dall’istituto per orientare i cittadini nell’attuale fase di emergenza sanitaria.

Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2020
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Pandemie ed equilibri globali

Fonte: Salute Internazionale che ringraziamo 

Autori: Chiara Di Benedetto e Andrea Atzori

 

Intervista a David Quammen, autore di Spillover, per guardare con lui alla salute globale, all’Africa e al ruolo delle organizzazioni di cooperazione internazionale.

«Qualche Cassandra bene informata parla addirittura del Next big one, il prossimo grande evento, come di un fatto inevitabile. Sarà causato da un virus? Si manifesterà nella foresta pluviale o in un mercato cittadino della Cina meridionale? Farà trenta, quaranta milioni di vittime?»

Era il 2012 quando David Quammen scriveva queste parole nel suo saggio “Spillover. Animal Infections and the Next Human Pandemic”[1], un viaggio “dentro” le epidemie della storia, e a rileggerle oggi suonano come una profezia. Niente del genere, solo una riflessione o, meglio, una domanda critica, maturata attraverso studio e osservazione: gli spillover – salti di specie  – non sono certo una novità nella storia delle malattie infettive – si pensi a HIV, Ebola, Sars – ma vanno letti oggi in un contesto planetario dove le distanze, tra luoghi geografici, esseri umani, mondo animale e addirittura quelle con l’ambiente selvaggio, si sono accorciate. E le possibilità di queste “tracimazioni” da una specie animale all’uomo di conseguenza aumentano.

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Ordinanza regionale: in Emilia-Romagna nuove misure anti-assembramenti

Fonte Regione Emilia-Romagna 

Dal 14 novembre. Bonaccini: “Concordata coi presidenti Zaia e Fedriga, d’intesa col ministro Speranza. Fermare il contagio”. Confronto col Governo per ulteriori ristori economici

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Mascherina indossata sempre, fin dal momento in cui si esce di casa. Nei giorni prefestivi e festivi chiuse le medie e grandi aree di vendita, compresi tutti i complessi commerciali, con l’aggiunta, nei festivi, dello stop ad ogni attività di vendita, anche gli esercizi di vicinato (farmacie, parafarmacie, generi alimentari, tabaccherie e edicole le sole eccezioni previste, e rimangono aperti gli esercizi di ristorazione pur nei limiti previsti dal DPCM in vigore). Sempre, invece, nei negozi di vendita di generi alimentari, potrà entrare un solo componente per nucleo familiare, fatta salva la necessità di accompagnare persone con difficoltà o minori di 14 anni. Niente mercati in area pubblica o privata a meno che non vi siano Piani dei Comuni che prevedano regole di specifiche (perimetrazione, varchi di accesso e uscita distinti, sorveglianza pubblica e privata sull’applicazione delle regole di distanziamento e sicurezza).

E ancora: la consumazione di alimenti e bevande è sempre vietata in area pubblica o aperta al pubblico, mentre dalle 15 alle 18 la somministrazione e consumazione può avvenire solo da seduti fuori e dentro i locali, e in posti “regolarmente collocati” (va ricordato che dalle 18 alle 5 di mattina l’attività è sospesa in base all’attuale DPCM del Governo).

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Francia: Il telelavoro fa parte dell’obbligo di prevenzione della salute e sicurezza sul lavoro

La crisi sanitaria dovuta al Covid-19 aveva portato la Francia a istituire un primo confino nazionale (lockdown) il 17 marzo 2020. In questa occasione, il telelavoro divenne la norma per tutte le persone che potevano, che rappresentavano il 34% persone occupate . Il rapido aumento del numero di contagi in Europa ha costretto il governo francese a istituire un nuovo lockdown il 28 ottobre 2020 .

In questo contesto, il Ministero del Lavoro ha aggiornato il protocollo nazionale per garantire la salute e la sicurezza dei dipendenti aziendali di fronte all’epidemia di Covid-19 .

Una delle misure più pubblicizzate è il telelavoro, che sta diventando la regola per tutte le attività che lo consentono. Di fronte alla riluttanza di alcune aziende a rifiutare l’attuazione del telelavoro, il ministro del Lavoro Elisabeth Borne ha dovuto inasprire il tono ricordando pubblicamente che “c’è l’obbligo da parte del datore di lavoro di garantire la sicurezza e la salute dei i suoi dipendenti. Le regole che sono nel protocollo sono la traduzione diretta di questo obbligo e quindi sono vincolanti per il datore di lavoro  ” .

Pertanto, rifiutare l’introduzione del telelavoro quando possibile è considerato una violazione da parte del datore di lavoro del suo obbligo di proteggere i dipendenti, il che lo espone a una sanzione civile o penale . Il ministro francese incoraggia i dipendenti a contribuire a far rispettare queste regole insistendo su un possibile ricorso all’ispettorato del lavoro .

L’attuale posizione del governo francese mostra l’importanza della responsabilità del datore di lavoro di proteggere la salute e la sicurezza dei suoi lavoratori. Il Covid-19 è riconosciuto come un rischio sul lavoro e il protocollo richiama l’applicazione dei principi generali di prevenzione.

“L’obbligo di telelavoro nel contesto del dovere di prevenzione del datore di lavoro dimostra l’importanza di una prevenzione globale e collettiva che implichi una riorganizzazione del lavoro oltre i gesti di barriera”, aggiunge Laurent Vogel , ricercatore senior presso ETUI. Il fatto che il governo francese sottolinei il legame tra una riorganizzazione del lavoro per garantire la prevenzione dei rischi del Covid-19 ei principi generali di prevenzione (che sono obblighi europei derivanti dalla direttiva 89/391 / CEE ) potrebbe essere potenzialmente applicabile. si applicano ad altri Stati membri in condizioni sanitarie simili.

Tuttavia, non va dimenticato che le condizioni di lavoro a casa possono rappresentare anche rischi fisici e psicologici per la salute dei dipendenti. Il sindacato generale di ingegneri, dirigenti e tecnici (UGICT-CGT) avverte in un’indagine che durante il primo lockdown, il telelavoro era “un preoccupante cocktail di rischi psicosociali”. Sono in corso negoziati nazionali tra le parti sociali per regolamentare il telelavoro, applicabile anche al di fuori del periodo di reclusione, che dovrebbero concludersi il 23 novembre 2020.

Comunicato Fim Fiom Uilm in merito agli screening

Fonte : Fiom-Cgil Nazionale 

Riteniamo e importante diffondere questo comunicato Fim, Fiom, Uilm nazionali in merito a “Screening: necessaria la condivisione nei comitati Covid ” (Editor)

Screening: necessaria la condivisione nei comitati Covid

Ci segnalano a più riprese iniziative unilaterali da parte di aziende in materia di screening, con il tentativo di imporre tamponi generalizzati al proprio personale; precisiamo che è indispensabile il coinvolgimento dei Comitati Covid aziendali o territoriali.

A tal proposito è utile ricordare alcuni punti fondamentali dell’attuale impianto normativo:

1. Il DPCM “zone a rischio”, per quanto attinente le attività economiche e produttive, fa riferimento esplicito al Protocollo condiviso tra Governo e Parti Sociali sottoscritto il 24 aprile 2020.

2. I comitati COVID disciplinati dal richiamato Protocollo sono attivi e vanno prontamente attivati, alla presenza del Medico Competente, per quanto concerne la sorveglianza sanitaria.

3. Gli screening sono attualmente disciplinati per i casi che presentato sintomi riconducibili al SARS-CoV-2, nonché per i contatti stretti con una persona risultata positiva.

4. Nei casi in cui siano riscontrati casi in azienda è l’azienda sanitaria territoriale a prendere in carico la gestione dei suddetti screening.

5. è possibile, in caso di effettivo riscontro di positività, accompagnare la presa in carico da parte delle autorità competenti con screening a carico dell’azienda, ma sempre in raccordo con l’autorità sanitaria pubblica.

Pertanto, in caso di imposizione unilaterale afferenti percorsi di screening è indispensabile richiedere la convocazione del Comitato COVID aziendale, alla presenza del Medico Competente.

Resta inteso che, in ogni caso, tali screening sono da considerarsi a carattere volontario.

Invitiamo le RSU e le strutture territoriali a comunicarci il ripetersi di iniziative analoghe nei rispettivi territori.

Fim, Fiom, Uilm nazionali

Roma, 11 novembre 2020

Strategia a posteriori e mobilità sanitaria attiva e passiva

fonte: mentepolitica.it

Medicina Moderna

Francesco Domenico Capizzi * – 11.11.2020

Già nel 2017 il CENSIS affermava che “la Medicina moderna sta diventando troppo cara per essere vitale: la spesa sanitaria italiana cresce più rapidamente del PIL al punto che la forbice tra finan­ziamento statale e spesa prevedibile rischia di aprire una voragine nei conti pubblici”. Alla constatazione si potrebbe aggiungervi il motivo: il Servizio Sanitario Nazionale deve e non può non ricorrere a sistemi tecnologici complessi e molto onerosi di diagnosi e cura. Una problematica decisiva di politica socio-sanitaria che avrebbe dovuto già essere affrontata, per sé stessa da tempo cogente e di non facile soluzione, puntando decisamente sulla evitabilità e la prevenzione delle malattie cronico-degenerative e neoplastiche, in cresci­ta costante fino a rappresentare grande parte delle patologie affrontate quotidianamente dall’organizzazione sanitaria le cui risorse e forze sono destinate, in Italia come in altri Paesi industria­lizzati, essenzialmente alla loro diagnosi e cura e con risultati non entusiasmanti.

I capitoli che pesano sul piano organizzativo ed economico, permanendo l’attuale gestione sanitaria, sono molteplici:

–      Politica e Istituzioni sanitarie continuano ad essere concepite come amministrazioni contabili e gestionali di strutture edilizie e tecnologiche la cui unica, se non esclusiva, progettualità si conforma, in definitiva, come mantenimento e sviluppo dell’esistente;

–      nel 2050 gli ultrasessantacinquenni costituiranno il 34% della popolazione contro l’attuale 17%, il 25% dei quali accuserà molteplici malattie con relativa necessità di plurime terapie e supporti assistenziali di varia natura, con consumi più che doppi di farmaci e vari rimedi rispetto a tutte le età minori messe insieme. Pur collocandosi ai primi posti, nel contesto europeo e mondiale, per la qualità delle prestazioni, l’equità e l’universalità di accesso, il Sistema sanitario italiano può incepparsi proprio a causa della crescita numerica della popolazione anziana che rende difficile, se non impossibile, il mantenimento degli standard qualitativi e quantitativi raggiunti per la sostenibilità dei costi a fronte di esborsi condizionati dai vincoli finanziari relativi agli impegni assunti dall’Italia in Europa (CENSIS, 2019);

–      allungandosi nel Servizio pubblico le già lunghe liste d’attesa (oltretutto, tra marzo e luglio di quest’anno, a causa del Covid, sono rimasti non eseguiti circa 500.000 interventi chirurgici; dati forniti dalla Società Italiana di Chirurgia) i fondi erogati  alle strutture private accreditate hanno sfiorato nel 2019 i 25 miliardi di euro (poco meno di un quinto dell’intero budget sanitario), essendo aumentata di circa un miliardo e mezzo la spesa per anno a partire dal 2002, pari ad un tasso di crescita annuo del 3,4%;

–      la spesa sanitaria complessiva dai 116 miliardi del 2018 è passata ai 117,3 miliardi del 2019 (Ragioneria Generale dello Stato 2019): dal 2002 al 2019 ha subito un incremento in valore assoluto di 38,3 miliardi di euro senza considerare i costi assunti, per varie ragioni, direttamente dalle famiglie;

    –   la spesa per i farmaci erogati è aumentata dal 2002 al 2019 di quasi 1miliardo di euro assumendo un consistente peso sulla complessiva spesa sanitaria: dal 3,3% del 2002 al 9,8% del 2019, senza considerare la porzione di spesa che si abbatte sulle famiglie. In Italia vengono consumati circa 2000 farmaci al  giorno/1000 abitanti, cioè circa due dosi giornaliere per ogni cittadino,  pari ad una spesa pro-capite di circa 500 euro annui: 11,5 miliardi a carico dello Stato, il resto a carico dei cit­tadini. I consumi maggiori risultano nelle regioni meridionali;

–      Il Sistema Sanitario italiano assicura il diritto di ottenere assistenza in Strutture sanitarie di Regioni differenti da quella di residenza. In tal modo si realizza una mobilità sanitaria fra Regioni diverse: la mobilita’ attiva svolta dalla Regione che effettua le prestazioni, la mobilita’ passiva subita dalla Regione da cui il cittadino-malato si è allontanato pur risultandovi residente e pertanto assistibile. Questa situazione viene sanata dalle compensazioni finanziarie tra le due Regioni coinvolte per quanto concerne ricoveri ospedalieri e di day hospital, medicina generale, specialistica ambulatoriale, farmaceutica, cure termali, somministrazione diretta di farmaci, trasporti con ambulanza ed elisoccorso. Nel 2019 il valore della mobilita’ sanitaria è ammontata a quasi 5 miliardi ( Conferenza delle Regioni e delle Province autonome).  Fra le Regioni che vantano una maggiore capacita’ di attrazione la Lombardia e l’Emilia-Romagna, che assommano il 40% della mobilita’ attiva, e in genere le grandi Regioni del Nord. È chiaro che questa situazione sia foriera di indebitamenti, squilibri, disomogeneità nell’assistenza e di ulteriori impegni economici ed organizzativi per le famiglie. Ancora una volta si dimostra come la ricchezza, anche nell’ambito sanitario, segua la via del Nord e si allontani dal sud del Paese creando sperequazioni che si riflettono sul prestigio delle Istituzioni e il senso dell’unità nazionale fondata sulla solidarietà. Infatti, non soltanto la Regione perde denaro e credibilità, ma anche le famiglie rischiano di indebitarsi facendosi carico di costi difficilmente stimabili per i viaggi della “speranza”, i soggiorni, le assenze dal lavoro, la discontinuità impressa dal proprio ambiente usuale, ecc.

In conclusione, è necessario che Politica e Istituzioni prendano atto che la strategia sanitaria a posteriori, quasi del tutto incentrata su diagnosi e cura e fino a questo momento perseguita, conduce a distorsioni culturali, errori progettuali e ad incompatibilità economico-sociali che mettono a repentaglio il patto sociale e il prestigio delle stesse Istituzioni democratiche.

* Già docente di Chirurgia presso l’Università di Bologna e direttore delle Chirurgie generali degli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna

Vivere a Berlino di Franco Di Giangirolamo – 10 novembre 2020

Fotostreet Alexanderplatz Berlin – foto gierre 

 

10.11.2020

Passata la Festa della Unificazione tedesca e la Commemorazione della Notte dei cristalli, ambedue obbligate al “sottotono“ dalla stretta di novembre contro il coronavirus, politica e scienza si affannano a valutare i primi effetti delle decisioni assunte dalla Cancelliera, con tutti i dubbi, che debbono attendere almeno altre due settimane per essere “sciolti“. Mutti aveva detto che i provvedimenti avrebbero dovuto essere anticipati ma che sarebbe stato deleterio perdere la sintonia con l’opinione pubblica, che si lascia convincere meglio quando i numeri sono alti. C’è chi pensa che la decisione “posticipata“ sia stata condizionata dal Natale e Capodanno che tutti vorrebbero celebrare il più possibile secondo la tradizione e, di conseguenza, con numeri da epidemia floscia, da curve appiattite che permettano un “go“, dopo lo “stop“. In ogni caso l’effetto delle nuova stretta si vede e pare che i berlinesi, a parte alcune categorie economiche, l’abbiano presa “da prussiani“.

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Affrontare Il Virus Corona (COVID-19) Documenti e Rapporti OCSE

Fonte ENETOSH 

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha pubblicato molto materiale su come affrontare il COVID-19. Sul sito web dell’OCSE sono disponibili vari articoli, documenti e rapporti relativi alla pandemia. Oltre ad argomenti come affari, mercato del lavoro, sanità, ambiente, cooperazioni internazionali, sfide sociali, digitalizzazione, politiche fiscali e monetarie e altro, una raccolta si occupa di “istruzione e competenze”.
Oltre a vari articoli e documenti in questa raccolta, è stato pubblicato il rapporto “A Framework to guide an Education Response to the COVID-19 Pandemic of 2020”, che mira a supportare il processo decisionale in materia di istruzione per sviluppare e implementare risposte educative efficaci al Pandemia di covid19.
Il rapporto offre un quadro per guidare lo sviluppo di strategie educative specifiche al contesto. Include una lista di controllo di 25 punti per supportare lo sviluppo di una strategia educativa durante la pandemia. Questo può essere utilizzato dalle autorità educative nazionali, statali o locali o dai leader delle reti educative. Le esigenze più critiche che dovrebbero essere affrontate sono: garantire l’apprendimento accademico per gli studenti, sostenere gli studenti che non hanno competenze per lo studio indipendente, garantire il benessere degli studenti, fornire supporto professionale agli insegnanti e garantire il benessere degli insegnanti e l’assistenza medica agli insegnanti.
Puoi leggere il rapporto qui .

I regionalismi sanitari in Italia nel contesto internazionale: lezioni dalla pandemia

Segnaliamo questo saggio:  “I regionalismi sanitari in Italia nel contesto internazionale: lezioni dalla pandemia”  come punto di riferimento nel dibattito che seguirà la fase post pandemia ( speriamo tra breve tempo…) . Le Regioni italiane, sia pure con rilevanti differenze,  non hanno dato una buona prova in una fase di drammatica criticità per la vita del paese. Diario Prevenzione pubblicherà e/o segnalerà saggi, articoli e documenti utili perché il dibattito sulla necessaria riforma del Titolo V° non alimenti una deriva verso una regressione a modelli di centralismo burocratico dello stato nazionale.  


 

Costituzionalismo.it      Fascicolo 2 | 2020

I regionalismi sanitari in Italia nel contesto internazionale: lezioni dalla pandemia.   

di Francesco Taroni e Chiara Giorgi

Editoriale Scientifica

Gravissimo episodio alla Marelli di Crevalcore

 

Dal sito della Fiom Cgil di Bologna riportiamo questo comunicato di denuncia di un episodio molto grave sul quale stanno indagando i Carabinieri.

La Fiom si costituirà parte civile all’eventuale processoServe l’azione collettiva e la determinazione di tutte e tutti per contrastare una tale cultura aziendale e per affermare una cultura del rispetto della persona, dei diritti, delle leggi e delle libertà sindacali.

Abbiamo appreso dalle agenzie di stampa delle indagini in corso a carico di quattro responsabili della Marelli di Crevalcore con gravissimi capi di imputazione. I Carabinieri parlano di “estorsione”, “lesioni personali colpose” e altre violazioni della normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in relazione alle pressioni effettuate su una lavoratrice per occultare un grave infortunio sul lavoro.

Questa notizia rivela e rende pubblico un clima pesante dentro la fabbrica e questo episodio potrebbe essere la manifestazione di una cultura diffusa che riguarda anche altri aspetti della vita e dei rapporti in azienda.

Siamo consapevoli che potrebbe non trattarsi di un caso isolato, tant’è che da tempo abbiamo cercato di contrastare questo clima insieme ai nostri delegati, anche attraverso l’iniziativa sindacale e di mobilitazione, e mettendo i nostri uffici legali a disposizione di tutti i lavoratori e lavoratrici.

Approfondiremo le verifiche per tutelare lavoratori che si siano trovati coinvolti in episodi simili.

Contro questa cultura però serve affermare un modello di rapporti di lavoro e relazioni sindacali basate sul rispetto della persona del lavoratore, delle leggi e dei contratti, e delle libertà sindacali.

Non è un caso che episodi simili avvengano in un’azienda che è stata condannata addirittura dalla Corte Costituzionale per l’illegittima estromissione dei delegati della FIOM CGIL dagli stabilimenti.

La FIOM CGIL, rispetto allo specifico episodio, si costituirà parte civile nell’eventuale processo penale.

Tanto più alla luce di queste notizie diventa essenziale che i lavoratori e le lavoratrici della Marelli aderiscano allo sciopero di due ore già indetto per la giornata di domani, venerdì 6 novembre 2020 su tutti i turni di lavoro, per il rispetto dei lavoratori in quanto persone e non numeri.

Bologna, 5 novembre 2020

FIOM CGIL BOLOGNA


Altre info dalla stampa su questo episodio 

All’inizio dei test di massa a Liverpool, il TUC North West ha invitato i datori di lavoro della città a supportare i lavoratori durante il test pilota di massa.

TUC, il sindacato inglese di Liverpool  lancia un appello alle imprese perché facilitino i lavoratori nel sottoporsi al test pilota di massa che sarà effettuato nei prossimi giorni,
FONTE  TUC 
All’inizio dei test di massa a Liverpool, il TUC North West ha invitato i datori di lavoro della città a supportare i lavoratori durante il test pilota di massa.

Stanno chiedono sicurezza finanziaria per i lavoratori t o li aiutano a fare il test e prendere provvedimenti, se necessario, in modo che le misure di sanità pubblica possono essere efficaci e la città può venire a capo della pandemia. Dicono che il successo dei test di massa dipenderà dalla capacità dei dipendenti di permettersi di fare la cosa giusta e seguire i consigli di salute pubblica per autoisolarsi se necessario.

Chiedono ai datori di lavoro di Liverpool di:

  • sostenere i lavoratori che desiderano sottoporsi al test
  • pagare i lavoratori, che risultano positivi o a cui viene chiesto di isolarsi da soli tramite track and trace, retribuzione piena ove possibile dal primo giorno e dichiarare pubblicamente il loro sostegno per questo, per dare fiducia e certezza ai lavoratori

Il TUC hanno costantemente sottolineare d la necessità di un sostegno finanziario per i lavoratori durante la pandemia. Commentando, Lynn Collins Segretario del TUC Nord Ovest  ha detto:

“I datori di lavoro a Liverpool hanno un ruolo unico da svolgere nel sostenere i propri lavoratori a partecipare al progetto pilota e non essere penalizzati finanziariamente per averlo fatto.  

“Durante la pandemia, abbiamo costantemente chiesto sostegno finanziario per i lavoratori che hanno bisogno di isolarsi da soli. È importante che i datori di lavoro, dove possono, paghino la paga piena ai lavoratori quando si isolano da soli. Ma dove ciò non può accadere, il governo deve intervenire. Devono aumentare l’accesso all’indennità di malattia legale a tutti i lavoratori e aumentare il tasso di retribuzione in linea con il salario dignitoso reale. Continueremo a invitarli a farlo.

“Nel frattempo, per proteggere vite e mezzi di sussistenza, chiediamo a tutti i datori di lavoro di fare la cosa giusta, concedendo tempo ai lavoratori per fare i test e assicurando che abbiano sicurezza finanziaria se devono autoisolarsi. Lavorando insieme, possiamo sconfiggere questa pandemia “.

Tensioni tra Ministro della Salute e Regioni

 

Un comunicato appena pubblicato sul sito del Ministero della Salute rende evidente lo stato di tensione tra il Ministero della Salute , il CTS e le Regioni. La logica “contrattuale” che si è manifestata da parte delle regioni verso il governo per negoziare i provvedimenti di contrasto alla pandemia è parsa inaccettabile al ministro Speranza che peraltro aveva fornito alle regioni e agli esperti degli Assessorati alla Sanità gli indicatori e i sistemi di valutazione per l’assegnazione di ciascuna regione in una delle quattro fasce di rischio. Riportiamo il comunicato:

“Covid-19: Speranza, “Non si ignori gravità dei dati su territori”

“Le regioni alimentano i dati con cui la cabina di regia effettua il monitoraggio dal mese di maggio. Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle regioni. È surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili”. Lo afferma il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

Fonte Ministero Salute 

Vedi inoltre

Informativa del ministro Speranza sui criteri seguiti nella collocazione delle Regioni nelle aree di diffusione del Covid-19

Vivere a Berlino di Franco Di Giangirolamo – 4 novembre

 

Foto Street Il Ponte degli Orsi …foto gierre 

 

4 novembre 2020

Ficcanasare, ovvero disobbedire a Mutti ( Merkel ndr)  e farsi un giro per Berlin, in una giornata così piena di sole che ti trascina in una viandanza, che mette a dura prova la resistenza del mio fisico, piuttosto indebolito dalla clausura. L’Ueberweisung (bonifico) urgente mi porta in Alexanderplatz con la U5 semivuota di passeggeri rigorosamente distanziati e mascherati. Anche la piazza è abbastanza deserta, come la stazione con i chioschi quasi tutti chiusi e gruppetti di gilet gialli della sicurezza che svolgono una specie di controllo delle misure di sicurezza. Decido di fregarmene dei giornali che parlano solo delle elezioni USA e di Covid e di andare al Zoologisches Garten a vedere com’è la situazione.

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IL PRIMO SOCCORSO AL LAVORO DURANTE LA PANDEMIA COVID-19

Ente Bilaterale Turismo
Provincia di Venezia
Ente Bilaterale Terziario Commercio Servizi Provincia di Venezia

 

IL PRIMO SOCCORSO AL LAVORO DURANTE LA PANDEMIA COVID-19

A CURA DI B. CERETTI, R. MONTAGNANI, F. OSTI, M. THIAM CON LA COLLABORAZIONE DI PAOLO ROSI DIRETTORE della CENTRALE OPERATIVA 118 ASL 3 SERENISSIMA e di BETTINA HUNGER ASD – BGN GERMANIA
IMMAGINI DI GIULIANA BENEDETTI

IL MANUALE ( 60 PAGINE )

Aspettando Godot fra fatalismi e metafisica

di Francesco Domenico Capizzi * – 04.11.2020

Rapporto CREA

Sull’intero pianeta, in media, il 15% dei decessi da Sars2-Covid19 è attribuibile all’esposizione prolungata dell’inquinamento atmosferico: in Europa il tasso raggiunge il 19%, nell’America del Nord il 17%, nell’Asia Orientale il 27%; in particolare, il 29% nella Repubblica Ceca, il 27% in Cina, il 26% in Germania, il 22% in Svizzera, il 21% in Belgio, il 20% negli USA, il 19% in Olanda, il 18% in Francia, il 16% in Svezia, il 15% in Italia, il 14% nel Regno Unito, il 12% in Brasile, l’11% in Portogallo, l’8% in Irlanda, il 6% in Israele, il 3% in Australia, soltanto l’1% in Nuova Zelanda. Emerge chiaramente che la quota maggiore d’inquinamento è attribuibile all’esposizione ai prodotti dei combustibili fossili e al particolato che ne deriva, i quali peraltro hanno favorito l’insorgenza e la diffusione della stessa pandemia (fonte: OMS).

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Inghilterra . Molte migliaia di casi Covid-19 correlati al lavoro non vengono segnalati

Fonte Hazards.org

Secondo un nuovo studio, le linee guida dell’Health and Safety Executive (HSE) che delineano quando i datori di lavoro devono segnalare il Covid-19 correlato al lavoro potrebbero perdere “molte migliaia” di casi e dovrebbero essere ampliate.

Il professor Raymond Agius del Center for Occupational and Environmental Health dell’Università di Manchester ha valutato le linee guida sui requisiti di segnalazione ai sensi dei regolamenti RIDDOR che stabiliscono quando un datore di lavoro deve segnalare un’infezione da Covid-19 correlata al lavoro, la morte o un evento pericoloso.

Ai professionisti è stato chiesto di stimare la probabilità che la malattia di Covid-19 possa derivare da due scenari, uno dei quali è segnalabile all’HSE come evento pericoloso secondo le attuali linee guida e uno non segnalabile. I partecipanti hanno classificato lo scenario non riportabile come il più probabile che si traduca in un’infezione correlata al lavoro da Covid-19.

Aguis ha scoperto che la guida HSE non corrisponde ai dati dell’Office for National Statistics (ONS) sui lavori a più alto rischio, poiché la guida esclude i rapporti dalle professioni in cui i dipendenti lavorano con il pubblico in generale rispetto a persone note per essere infette.

Il professore ha anche valutato le indicazioni su quando i medici dovrebbero segnalare un decesso Covid-19 attribuibile al lavoro del medico legale. Nei risultati riportati sulla rivista Occupational Medicine, il professore ha concluso che la soglia per segnalare un caso al medico legale è molto inferiore alla guida HSE, in quanto consente notifiche da qualsiasi forma di impiego. Anche la guida del medico legale corrispondeva meglio ai dati dell’ONS che indicano quanto sia alto il rischio per le diverse professioni.

“L’attuale guida RIDDOR sul coronavirus dell’HSE è difficile da applicare. Le prove disponibili suggeriscono che potrebbe non essere riuscito a catturare molte migliaia di casi di malattia Covid-19 correlati al lavoro e centinaia di decessi. Pertanto, l’HSE sta perdendo preziose opportunità per le indagini che potrebbero portare a consigli per prevenire future malattie e morte “, ha detto il professor Agius.

“La guida HSE sulla segnalazione RIDDOR relativa al Covid-19 trarrebbe vantaggio da un emendamento per migliorare la chiarezza e la facilità d’uso e per consentire esplicitamente rapporti da una più ampia gamma di occupazioni che si occupano del pubblico in generale.” Ha aggiunto che HSE deve aumentare sostanzialmente le sue ispezioni al fine di indagare sui rapporti.

RM Agius. COVID-19: mezzi statutari di controllo delle morti e delle malattie dei lavoratori , Medicina del lavoro, 21 settembre 2020.

Trasporti e logistica, tra il 2015 e il 2019 le denunce di infortunio in calo del 6%

Fonte:  Inail.it 

A questo settore multiforme e dinamico, che l’anno scorso ha dato lavoro a 1,2 milioni di persone, è dedicato il nuovo numero del periodico statistico Dati Inail. Nello stesso quinquennio il calo dei casi mortali segnalati all’Istituto è stato del 22,9%, da 144 a 111 decessi

Trasporti e logistica, tra il 2015 e il 2019 le denunce di infortunio in calo del 6%

ROMA – Nel quinquennio 2015-2019 le denunce di infortunio sul lavoro nel trasporto e magazzinaggio hanno registrato un calo complessivo del 6%, da quasi 42mila a poco più di 39mila. Decisamente più marcata la diminuzione dei casi mortali denunciati nello stesso periodo, passati da 144 a 111 (-22,9%). Il nuovo numero del mensile Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, è dedicato a questo settore molto articolato, che l’anno scorso ha garantito le filiere dell’intera produzione industriale e gestito i flussi di persone e merci con 1,2 milioni di addetti, più della metà dei quali impiegati in trasporti terrestri (ferroviari, stradali e mediante condotte), un terzo in attività di magazzinaggio e supporto, meno dell’8% nelle attività postali e di spedizione espressa, quasi il 5% nei trasporti marittimi e meno del 2% in quelli aerei.

Le carcasse di cui liberarsi

di NERINA DIRINDIN 

Fonte Collettiva 

Credevamo (sbagliando) di poter ritornare alla normalità. O almeno a una condizione di ordinata coesistenza con il virus. Non è così. Le nostre debolezze sono ancora tutte lì, dobbiamo ora impegnarci seriamente a “immaginare un altro mondo”

 

Siamo ripiombati nell’emergenza. Questa volta è tutto più difficile, perché il vantaggio conseguito sul fronte della conoscenza del Coronavirus non è sufficiente a compensare l’affievolirsi dello slancio generoso dimostrato in primavera da tutta la popolazione (in particolare dalla gran parte dei professionisti della sanità pubblica): le energie recuperate stanno venendo meno, la fiducia nelle istituzioni è meno granitica, l’impreparazione di molti distretti sanitari è sconcertante, la dimensione delle classi scolastiche (cd pollaio) non è cambiata, i trasporti locali sono più deboli di prima, le persone fragili sono impaurite.

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