Inail. Infortuni mortali dovuti alle esplosioni, online un’analisi di cause e dinamiche

Fonte Inail.it

La pubblicazione, elaborata sulla base dei dati del Sistema di sorveglianza nazionale Informo, illustra le caratteristiche principali di 98 eventi occorsi in ambienti di lavoro nel periodo 2002-2018 dove si sono verificate esplosioni che hanno coinvolto 119 lavoratori, con 114 decessi e cinque infortuni gravi

Informo

ROMA – È disponibile sul sito dell’Inail una scheda di approfondimento sulle dinamiche e le cause infortunistiche delle esplosioni che hanno comportato la morte di uno o più lavoratori, in caso di eventi collettivi. La pubblicazione del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale utilizza le informazioni presenti nella banca dati del Sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi Informo, attivo dal 2002 e realizzato in collaborazione tra l’Istituto, le Regioni e i Dipartimenti di prevenzione delle Asl. Lo studio descrive le caratteristiche principali di 98 eventi accaduti in ambienti di lavoro tra il 2002 e il 2018 dove si sono verificate esplosioni che hanno coinvolto 119 infortunati, di cui 114 con esito mortale e cinque con esito grave registrati in eventi collettivi dove c’è stato almeno un decesso. In conclusione, sono presenti alcune misure di prevenzione e protezione per ridurre o gestire i fattori di rischio evidenziati.

Le mansioni più frequenti delle vittime e i luoghi in cui avvengono gli infortuni. I soggetti coinvolti sono essenzialmente uomini (97%) ed è il manifatturiero il comparto in cui sono più frequenti le esplosioni durante lo svolgimento di attività lavorative (51%), seguito da costruzioni (15%) e trasporti e magazzinaggio (9%). I casi avvenuti nelle costruzioni sono per lo più riconducibili ad attività di finitura superfici, di posa in opera di impianti realizzati in situazioni di interferenza e di non sicurezza che generano la presenza contemporanea di inneschi e di atmosfere pericolose.L’ustione termica è la lesione più frequente. In merito al tipo di lesioni riportate dai lavoratori, la modalità più frequente è l’ustione termica (49%), seguita dalle fratture (25%) e dallo schiacciamento (8%). Le ustioni derivano principalmente da esplosioni con onde di combustione che investono i lavoratori, mentre le altre due lesioni rimandano a situazioni nelle quali l’esplosione provoca il collasso di muri, strutture, impianti e attrezzature e la loro proiezione sugli infortunati. Le tipologie di lavorazioni più interessate sono: la saldatura o il taglio di manufatti metallici, come tubazioni e serbatoi, e la produzione di lavorati e semilavorati con utilizzo di impianti o macchinari. Entrambe descrivono circa il 42% dei casi. Seguono le attività collegate allo smaltimento, trattamento e recupero di rifiuti (10%).

Decessi multipli più frequenti nelle esplosioni con propagazione di energia termica. Le esplosioni con propagazione di energia termica sono caratterizzate dall’alta percentuale di decessi multipli, con il 63% delle morti registrate avvenute in eventi collettivi. All’interno della modalità proiezione di solidi sono state aggregate, invece, le esplosioni con rottura di apparecchiature, attrezzature o manufatti contenenti gas, liquidi in pressione o in cui si genera gas ad alta pressione. Nel 40% dei casi l’agente chimico coinvolto è un gas in pressione, tra cui aria, azoto, argon e metano, seguiti dagli infiammabili con il 29% (carburanti, biogas, Gpl e solventi) e dalle acque freatiche contenenti metano (10%). Si registra anche il 10% di esplosivi (prodotti pirotecnici o cariche da miniera).

Fattori causali degli infortuni. La disamina dei fattori causali rilevati nelle due principali casistiche di esplosioni (connesse a sviluppo di fiamme o proiezione di solidi) evidenzia criticità comuni: errate modalità lavorative dovute spesso a carenza di formazione/informazione o a pratiche abituali tollerate, attrezzature impiegate prive dei necessari sistemi di sicurezza, ambienti di lavoro non adeguati alla gestione del rischio di incendio o esplosione, problematiche relative ai materiali impiegati.

Misure di prevenzione e protezione. La pubblicazione si chiude con alcune misure di prevenzione e protezione per ridurre o gestire correttamente i fattori di rischio, dedicate soprattutto alle piccole e medie imprese. Tra queste, l’informazione e la formazione specifica sui rischi connessi all’attività svolta, sulle misure per il loro controllo (incluso l’utilizzo della strumentazione di monitoraggio e misura della composizione dell’atmosfera) e sulle procedure, la vigilanza sull’applicazione delle procedure di sicurezza e la predisposizione di attrezzature, impianti e personale addestrato per la gestione delle emergenze.