DECRETO 10 agosto 2018 Determinazione degli standard di sicurezza e impiego per le apparecchiature a risonanza magnetica. (18A06555) (GU Serie Generale n.236 del 10-10-2018)
Una vittoria sindacale nella protezione dei lavoratori esposti allo scarico dei motori diesel
FONTE ETUC.ORG
La CES accoglie con favore l’annuncio oggi che l’UE farà un altro passo per proteggere i lavoratori dal cancro correlato al lavoro. L’annuncio oggi interesserà 3,6 milioni di lavoratori nell’UE e preverrà almeno 6 000 morti all’anno per cancro al polmone.
Commentando l’annuncio, il segretario confederale di Esther Lynch ha dichiarato: “Oggi l’UE sta prendendo provvedimenti decisivi per limitare l’esposizione dei lavoratori agli scarichi diesel. Viene in risposta a una maggiore consapevolezza e allo sforzo di pressione da parte dei lavoratori e dei loro sindacati.
“L’esposizione allo scarico diesel è un killer significativo sul posto di lavoro. Sfortunatamente molti datori di lavoro considerano l’esposizione al diesel come qualcosa di cui non possono fare nulla. Questo non è il caso e i sindacati lavoreranno con i datori di lavoro per garantire che questi limiti legalmente vincolanti siano rispettati. “
Il compromesso annunciato oggi riguarda il “secondo lotto” per la revisione della direttiva sugli agenti cancerogeni e mutageni (CMD). Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato una proposta che rispecchia sostanzialmente gli emendamenti del Parlamento europeo sull’emissione dei gas di scarico dei motori diesel (DEEE).
DEEE entrerà nell’ambito di applicazione del CMD. Un limite di esposizione professionale vincolante (BOEL) sarà fissato a 0,05 mg / m³ per ridurre gli attuali livelli di esposizione. Il BOEL sarà calcolato sulla base del carbonio elementare. Un periodo di transizione di due anni si applicherà a tutti i settori con ulteriori cinque anni per l’estrazione sotterranea e la costruzione di gallerie.
Esther Lynch, segretario confederale della CES che guida il lavoro sulla salute e la sicurezza sul lavoro, ha aggiunto che ” il compromesso è una vittoria per il movimento sindacale europeo. È un passo avanti nella nostra battaglia di lunga data e in corso per l’eliminazione dei tumori legati al lavoro, ma la legislazione UE esistente ha ancora bisogno di molti miglioramenti. Una delle sfide più importanti è includere le sostanze reprotossiche. Esortiamo la Commissione a proporre un’iniziativa legislativa nel 2019 “.
Per maggiori informazioni https://www.etui.org/Publications2/Working-Papers/Eliminating-occupational-cancer-in-Europe-and-globally
Parte a Torino il Centro di Ascolto per le Malattie Rare.
Il Centro, già attivo, verrà presentato ufficialmente il 19 Ottobre 2018
A-Rare, il Forum delle Associazioni di Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta, ha aperto un Centro di Ascolto presso la sede del Centro di Coordinamento Rete Interregionale Malattie Rare (CMID) all’interno dell’Ospedale Giovanni Bosco di Torino, sesto piano.
La presentazione ufficiale avrà luogo il 19 Ottobre p.v., alle ore 16:00, presso l’aula Ravetti dell’Ospedale San Giovanni Bosco, Piazza del Donatore di Sangue 3, Torino, anche se è già attivo due giovedì al mese dalle ore 16 alle ore 18 (Per maggiori informazioni potete visitare il sito http://www.a-rare.it.)
Il Centro di Ascolto è gestito direttamente dalle associazioni dei pazienti con l’obiettivo di dare informazioni, in termini bio-psico-sociali, riguardo diversi aspetti legati alle malattie rare.
Visto il collegamento con il CMID e con le strutture sanitarie della rete interregionale per le malattie rare, si auspica la possibilità di facilitare il processo diagnostico-terapeutico dei singoli pazienti affetti da malattia rara, di fornire informazioni capillari di carattere socio-assistenziale e di ampliare la conoscenza del network di associazioni presenti sul territorio piemontese e valdostano.
Per accedere al Centro di Ascolto è possibile inviare una mail all’indirizzo segreteria@a-rare.it oppure contattare la Dr.ssa Annalisa Bisconti al numero 346.1059486 o il Dr. Luca Nave al numero 339.5203554.
I SINDACATI INCONTRANO IREN DOPO INCIDENTE MORTALE: DISAPPUNTO E INSODDISFAZIONE PER LA MANCANZA DI RISPOSTE DA PARTE DEI VERTICI DEL GRUPPO
COMUNICATO STAMPA
“Chiederemo un incontro alla proprietà pubblica”
A seguito dell’incidente mortale accaduto lo scorso 9 Ottobre presso l’unità produttiva di IREN AMBIENTE SPA in via Gonzaga, le Organizzazioni sindacali hanno immediatamente chiesto un incontro con i vertici del Gruppo Iren per gli opportuni chiarimenti su quanto accaduto – a partire dalla ricostruzione della filiera dell’appalto, sul funzionamento della catena di controllo e sull’applicazione delle norme di sicurezza – proprio al fine di attuare tutte le misure di sicurezza necessarie alla tutela della salute di chi lavora nei cantieri e negli impianti, sia come dipendente diretto, sia come dipendente in appalto.
A seguito dello sciopero e del presidio di ieri il Gruppo Iren ha ricevuto, questa mattina, nella sede reggiana di via Nubi di Magellano le delegazioni delle OO SS Confederali e di categoria di Cgil Cisl Uil e la Rsu di tutte le società componenti il gruppo.
“Abbiamo manifestato l’accresciuta preoccupazione delle maestranze su tutta la filiera del controllo del lavoro sia diretto, effettuato dai dipendenti di Iren, che delle imprese in appalto – spiegano Organizzazioni Sindacali e Rsu – e come ci sia una legittima e pressante richiesta di chiarimenti che proviene da tutti i settori di Iren che ci ha portato ad indire assemblee informative a partire dal sito produttivo di via Gonzaga già per il prossimo 19 Ottobre”.
“Purtroppo denunciamo come nel corso dell’incontro, durato circa tre ore , alla presenza dei responsabili della Sicurezza di area e di Gruppo, nonché alla presenza del direttore degli impianti e ai referenti per le relazioni sindacali – alle domande da noi poste non sia seguita alcuna risposta”.
“Abbiamo posto ai rappresentanti dell’Azienda diversi quesiti relativi all’accaduto, ma soprattutto relativi all’ingente numero di imprese in appalto che gravitano sul sito produttivo di IREN AMBIENTE SPA e più in generale nel mondo Iren – continuano – . E’ nostra intenzione cercare di capire le ragioni che hanno portato un’Azienda a maggioranza pubblica ad un utilizzo così ingente di esternalizzazioni, impedire ulteriori frammentazione del lavoro e portare al centro della discussione le problematiche riguardanti la sicurezza”.
“Del resto, da mesi c’è un confronto aperto con il gruppo IREN sulla definizione di un protocollo sugli appalti (che sarà ridiscusso il prossimo 17 ottobre a Milano) che vede al suo centro la necessità di definire regole sui capitolati dei bandi di gara e regole sulla filiera degli appalti e dei subappalti”.
“Infine – proseguono i sindacati – denunciamo una totale chiusura di IREN rispetto al confronto sugli appalti in essere nelle strutture reggiane e verso un approfondimento delle procedure di sicurezza in caso di compresenza di più imprese in appalto e di lavoratori diretti di IREN”.
Pertanto, come Organizzazioni sindacali esprimiamo disappunto per la mancanza di risposte da parte dell’Azienda e procederemo a richiedere un incontro alla proprietà pubblica ( Sindaci della Provincia che detengono quote e Sindaci che compongono il patto di sindacato) per porre gli stessi quesiti che non hanno trovato risposta, oltre che per riportare la discussione nella trattativa nazionale in corso.
CGIL CISL UIL Reggio Emilia
Le Categorie sindacali
Tetti in ETERNIT: la CGIL ed AFeVA Emilia Romagna denunciano gli infortuni mortali per cadute dall’alto nel corso dei lavori di bonifica
FONTE AFEVAEMILIAROMAGNA
Bologna, 10 ottobre 2018
In un comunicato, CGIL Emilia Romagna e AFeVA ER denunciano il frequente ripetersi di incidenti, spesso mortali, nel corso dei lavori di bonifica e non solo, dei tetti di ETERNIT, causati da cadute dall’alto del lavoratore.
I tetti di ETERNIT, non sono portanti, se non collocati su solai che impediscano lo sfondamento.
Scarica il Comunicato stampa (.pdf)
Vedi alcuni dei casi ripresi dalla stampa
In Emilia-Romagna
19 settembre 2018 “Il Resto del Carlino” – Grave incidente a Riccione (RN)
27 agosto 2018 “NEWSRIMINI.IT” Incidente a Sogliano sul Rubicone (RN)
27 agosto 2018 “CesenaToday.it” – Grave incidente a Sogliano sul Rubicone (RN)
8 agosto 2018 “Sul Panaro news” – Grave incidente a Finale Emilia (MO)
2 agosto 2017 “RavennaNotizie.it” – Incidente mortale a San Romualdo (RA)
Nel resto d’Italia
19 settembre 2018 “EcodiBergamo.it” – Incidente mortale a Camisano nel Cremonese (CR)
21 agosto 2018 “Il Messaggero” – Incidente mortale a Castrocielo (FR)
19 giugno 2018 “TrevisoToday” Incidente mortale a Resana (TV)
25 maggio 2018 “ANSA.IT” – Grave incidente a La Spezia
Il testo del comunicato stampa:
L’AMIANTO UCCIDE DUE VOLTE
Mentre continua la strage di amianto per i lavoratori esposti negli anni 1960–1992, si ripetono frequenti incidenti per cadute dall’alto nei cantieri di bonifica dei tetti in eternit
La Cgil Emilia Romagna, congiuntamente all’Associazione Familiari e Vittime dell’Amianto, esprime preoccupazione per i frequenti casi di incidenti sul lavoro, spesso mortali che coinvolgono lavoratori impegnati nelle attività di bonifica dei tetti in eternit.
Negli ultimi mesi ricordiamo il caso avvenuto a Riccione il 19 settembre 2018, che ha coinvolto un lavoratore precipitato dalla tettoia in eternit su cui stava lavorando, il caso di un lavoratore a Sogliano sul Rubicone deceduto a causa della caduta dal cestello mentre lavorava ad un tetto in eternit il 27 agosto 2018, la caduta avvenuta l’8 agosto 2018 a Finale Emilia di un operaio che stava lavorando su un tetto in eternit, quello del lavoratore della Plasfor di Forlì precipitato dal tetto in eternit il 23 agosto 2017, il caso dell’agricoltore deceduto il 2 agosto 2017 a causa della caduta dal tetto in eternit del capanno agricolo in provincia di Ravenna.
Sono solo alcuni casi accaduti in Emilia Romagna nell’ultimo anno, ricavati dalle cronache giornalistiche, dati più sistematici ci fornirebbero un quadro ancora più preoccupante.
Riteniamo che le cause siano molteplici: interventi eseguiti da persone senza la necessaria formazione, la scarsa conoscenza del carattere non portante delle coperture in eternit, il mancato utilizzo dei dispositivi di sicurezza, il mancato controllo dei mezzi tecnici utilizzati e la loro manutenzione, in alcuni casi interventi fatti da persone non titolate.
Non è sufficiente che gli interventi siano eseguiti da aziende certificate per la bonifica dell’amianto, spesso i lavoratori non sono formati e lavorano in condizioni non adeguate e pressati dai tempi ristretti.
Numerose sono le segnalazione che il sindacato riceve da lavoratori di aziende dove si sta eseguendo, o è stata eseguita la bonifica, che denunciano la scarsa qualità degli interventi che restituiscono gli ambienti di lavoro inquinati dalle fibre di amianto o che vedono lavoratori impegnati nella bonifica operare senza una adeguata conoscenza dei rischi per loro e per gli altri e senza l’uso di protezioni.
La necessaria opera di bonifica e rimozione dell’amianto deve avvenire nella sicurezza assoluta.
Deve essere effettuata una attività di vigilanza sistematica e con modalità efficaci in tutti i cantieri di bonifica che coinvolgono strutture industriali ed agricole, e va previsto un controllo preventivo in tutte le aziende certificate per verificare la conformità dei Documenti di valutazione dei rischi e della formazione dei lavoratori (spesso si tratta di lavoratori stranieri), e lo stato di conformità delle attrezzature tecniche e dei DPI.
Nei piani di lavoro delle bonifiche devono essere attestati il rispetto delle procedure e dei diritti di informazione dei lavoratori e dei Rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza come previsto dal DM 6/9/1994 e dal DLGS 81/08.
Il piano operativo del Piano Amianto Regione Emilia Romagna deve quindi affrontare efficacemente queste problematiche, anche destinando le risorse necessarie ai servizi di vigilanza delle AUSL.
#AMIANTOZERO, #LAVOROINSICUREZZA
Cgil Emilia Romagna
Associazione Familiari e Vittime Amianto Emilia Romagna
Bologna, 24 settembre 2018
Quattro morti sul lavoro in poche ore
Fonte Rassegna.it che ringraziamo
09 ottobre 2018 ore 18.42
Le vittime a Verona, Reggio Emilia, Bologna e Perugia. Camusso: “Sono gli effetti di una lunga stagione di deregolamentazione e precarietà. Quello che più colpisce è che il governo non intervenga, nonostante le nostre sollecitazioni”
Nel giro di poche ore quattro uomini sono morti sul lavoro oggi, 9 ottobre, in Italia. Un incidente mortale si è verificato a Verona, dove un operaio di 52 anni è rimasto ucciso mentre stava lavorando in una cava di Montorio, alle porte del capoluogo scaligero. La vittima è rimasta schiacciata da un braccio meccanico utilizzato per il sollevamento dei materiali. Quando sono arrivati i soccorsi con gli operatori del 118 l’uomo era già morto.
Seconda vittima in Umbria, dove un uomo di 59 anni è morto travolto da una motofalciatrice. Il fatto è accaduto a Collemancio di Cannara, in provincia di Perugia. Sul posto, attorno alle 13, sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco e i sanitari del 118, ma per lui non c’è stato purtroppo nulla da fare. I militari stanno ora ricostruendo la dinamica dell’accaduto.
Sempre stamattina, un operaio è morto a Reggio Emilia. Aveva 45 anni e ad ucciderlo è stata l’esplosione che si è verificata all’interno dell’ex inceneritore Iren di via Dei Gonzaga a Villa Sesso, nella prima periferia della città. Stando alle prime ricostruzioni il dipendente di una ditta esterna (la multiutility Iren) stava lavorando alla manutenzione di un silos di vetroresina, attraverso un cestello che si trovava all’altezza di 5 metri. In seguito alla deflagrazione – per ragioni ancora in corso di accertamento – l’uomo è stato sbalzato a terra ed è morto sul colpo. Cgil, Cisl e Uil di Reggio Emilia hanno proclamato, per domani, 10 ottobre, quattro ore di sciopero dei lavoratori della multiutility Iren. Davanti all’impianto ci sara’ anche un presidio di quattro ore.
Infine, a Bologna è morto un autotrasportatore rimasto schiacciato fra il proprio autocarro e il muro del ponte di via Stalingrado. La vittima aveva parcheggiato il mezzo, probabilmente per fare alcune consegne. Dalla prima ricostruzione, il freno a mano avrebbe ceduto proprio mentre l’uomo era alle spalle del veicolo, che si è spostato schiacciandolo contro al muro del ponte. Inutili i soccorsi del 118.
“Rischiamo di esaurire tutte le parole di fronte al numero di incidenti che ci sono e continuano a crescere. Ovviamente colpiscono molto quelli mortali ma in realtà c’è un tasso di infortuni e di malattie professionali che continua a crescere: sono gli effetti di una lunga stagione di deregolamentazione, di precarietà, di una logica di risparmio sulle condizioni della persona”. Lo ha detto, a margine del primo Festival della formazione sindacale a Bologna, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso commentando le morti sul lavoro avvenute oggi.
A giudizio di Camusso, “quello che più colpisce è che nonostante aver sollecitato un dibattito parlamentare, e aver sollevato questa questione con il governo, non viene fatto nessun intervento neanche quelli minimi come, ad esempio, l’estensione a tutto il mondo del lavoro dell’assicurazione Inail”. Quindi, ha concluso il segretario della Cgil, “la cosa che colpisce in più è che molto si parla della modernità dell’innovazione e poi anche le cosiddette nuove frontiere, come la logistica, sono luoghi di precarietà e di infortuni che si ripetono”.
Fim Fiom Uilm : Commissione nazionale salute e sicurezza. Verbale di intesa
Commissione nazionale salute e sicurezza. Verbale di intesa
FONTE FIOM CGIL NAZIONALE
Il testo del verbale di intesa sottoscritto ieri 8 ottobre da Federmeccanica, Assistal e Fim, Fiom, Uilm con l’intento di diffondere la cultura della sicurezza e della prevenzione nei luoghi di lavoro.
La commissione nazionale Salute e sicurezza, costituita ai sensi dell’art.4, Sez. Prima del CCNL 2016, con il Verbale di Intesa ha condiviso le linee guida allegate al verbale per la sperimentazione dei Break Formativi e per lo sviluppo di progetti formativi congiunti RLS/RSPP, dando seguito alla prima azione realizzata dalla Commissione con la sottoscrizione del Protocollo firmato dai Segretari Generali di Fim, Fiom, Uilm, dai Presidenti di Federmeccanica e Assistal e dal Presidente dell’Inail in occasione “dell’Evento” tenutosi a Firenze l’8 giugno scorso.
Si è inoltre definito un impegno della commissione per realizzare:
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il monitoraggio e l’aggiornamento delle linee guida break formativi e linee guida formazione congiunta RLS/RSPP;
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sistemi e modalità di segnalazione e rilevazione dei quasi infortuni e dei comportamenti insicuri;
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progetti formativi e di aggiornamento degli RLS;
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analisi dei dati degli infortuni e delle malattie professionali;
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specifiche attività con l’Inail per la diffusione della cultura della sicurezza.
Le linee guida condivise dalla commissione nazionale riteniamo siano uno strumento utile per promuovere l’applicazione delle innovazioni del CCNL, per realizzare nei luoghi di lavoro la nostra iniziativa attraverso il lavoro degli RLS e dei delegati.
Nouveau rapport sur la manière dont les pays européens traitent le problème du burnout
FONTE ETUI
La Fondation européenne pour l’amélioration des conditions de vie et de travail (Eurofound) a publié en septembre dernier un rapport qui passe en revue les politiques et réglementations adoptées en Europe pour lutter contre le burnout au travail.
Dans l’UE, le burnout n’est actuellement reconnu comme maladie professionnelle que dans deux pays. En Italie, l’Institut national d’assurance contre les accidents du travail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, INAIL) inclut le burnout dans sa liste des maladies professionnelles. L’INAIL a recensé 128 cas d’épuisement professionnel entre 2012 et 2016, sur un total de 1 555 cas signalés au cours de la même période.
En Lettonie, l’épuisement professionnel a été reconnu comme une maladie professionnelle sur la base de la loi de 1997 sur l’assurance sociale obligatoire.
En France, la reconnaissance de l’épuisement professionnel comme une forme de stress lié au travail a fait l’objet de nombreux débats ces dernières années. En février 2017, l’Assemblée nationale a adopté le rapport de la mission parlementaire chargée d’examiner la problématique du burnout et d’étudier sa définition et un cadre pour sa reconnaissance comme maladie liée au travail. Toutefois, cette proposition législative, ainsi qu’une nouvelle proposition de texte visant à faire reconnaître comme maladies professionnelles les problèmes de santé mentale liés à la surcharge de travail, ont finalement été rejetées en 2018.
Dans plusieurs autres pays, comme la Belgique, les Pays-Bas et la Bulgarie (uniquement dans certains secteurs spécifiques tels que la santé et l’éducation), des discussions concrètes ont eu lieu afin de déterminer si cette maladie doit être considérée comme une “maladie liée au travail”.
Le rapport d’Eurofound examine également dans quelle mesure les autorités nationales ont mis en place des stratégies de prévention de l’épuisement professionnel. Ce phénomène est abordé dans le cadre d’un large éventail de politiques.
La question du burnout est traitée généralement par le biais des politiques de réduction du stress lié au travail, ce qui donne à penser que l’épuisement professionnel est considéré comme la conséquence d’une exposition prolongée à des facteurs de stress chroniques au travail. Dans de nombreux pays, il est fait référence à l'”accord-cadre autonome européen sur le stress lié au travail”, adopté par les partenaires sociaux européens en 2004, et aux rapports nationaux de mise en œuvre de celui-ci.
En Belgique, la prévention de l’épuisement professionnel est assurée par la loi de 1996 sur le bien-être au travail. En 2014, cette législation a été mise à jour afin de renforcer la prévention des risques psychosociaux sur le lieu de travail, et notamment de la violence et du harcèlement.
L’Allemagne inclut également les risques psychologiques dans sa stratégie nationale de sécurité et de santé au travail (Gemeinsame Deutsche Arbeitsschutzstrategie) et a introduit une loi en 2015 sur la prévention qui couvre également les risques psychologiques.
En France, l’accent est mis sur la prévention plutôt que sur la reconnaissance comme maladie professionnelle. À cette fin, un ensemble d’actions sur la santé au travail spécifiquement destinées aux petites et moyennes entreprises a été mis en place à la suite de négociations collectives entre les partenaires sociaux et les autres acteurs de terrain.
Rapid Alert System – Weekly Report Report 40 (Published on: 05/10/2018)
Rapid Alert System – Weekly Report
Report 40 (Published on: 05/10/2018)
Rapporto settimanale a cura della Commissione Europea sui prodotti di consumo, non alimentari e non farmaceutici pericolosi che sono stati segnalati dalle autorità competenti degli stati membri.
Istanbul: continua la repressione contro i lavoratori che stanno costruendo il nuovo aeroporto
FONTE: BIANET
[ traduzione assistita da google ]
Altri sei lavoratori, che hanno chiesto la sospensione degli omicidi sul lavoro e il miglioramento delle cattive condizioni di lavoro nella costruzione del terzo aeroporto di Istanbul, sono stati arrestati.
Il numero di lavoratori aeroportuali arrestati è aumentato a 33.
L’Unione dei Lavoratori edili (İnşaat-İş) ha reso una dichiarazione ieri (4 ottobre) e ha annunciato che un gruppo di lavoratori è stato preso in custodia nei raid condotti nei loro dormitori e sei dei lavoratori sono stati arrestati:
“Altri sei nostri amici operai, che sono stati chiamati in tribunale con la richiesta di arresto, sono stati arrestati, non possiamo ancora apprendere i loro cognomi, ma i loro nomi sono Bilal, Diyar, İbrahim, Mehmet Nuri, Mustafa e Yusuf.”
I lavoratori del 3 ° aeroporto hanno iniziato la loro resistenza il 14 settembre sulla scia di un incidente con un veicolo di servizio, verificatosi il 12 settembre e ferito 17 lavoratori.
Il presidente dell’Unione Karabulut è stato arrestato
Anche il presidente della Progressive Construction Workers Union (Dev-Yapı-İş) Özgür Karabulut è stato preso in custodia di fronte all’Ufficio centrale della Confederazione dei Sindacati Progressi della Turchia (DİSK).
Il sindacato ha annunciato che Karabulut comparirà oggi davanti al giudice nel tribunale di Gaziosmanpaşa.
Quello che è successo?
Il 12 settembre 2018, nella costruzione del 3 ° Aeroporto di Istanbul, dove lavorano quasi 36 mila lavoratori, un veicolo navetta ha avuto un incidente, provocando 17 feriti.
Sulla scia di questo incidente, i lavoratori hanno smesso di lavorare nella costruzione a causa di cattive condizioni di lavoro e omicidi sul lavoro.
Il 14 settembre, 401 lavoratori sono stati presi in custodia. 275 di questi lavoratori sono stati rilasciati il 16 settembre. Anche 83 lavoratori sono stati gradualmente rilasciati. 28 dei restanti 43 lavoratori sono stati deferiti in tribunale con una richiesta di arresto. 33 lavoratori sono stati arrestati finora.
Le richieste dei lavoratori sono:
-I lavoratori che hanno aderito alla protesta non saranno licenziati.
-Queste persone che sono state licenziate senza essere informate verranno reintegrate.
-Il problema di navetta verrà risolto.
-Il salario completo sarà messo in conto bancario, non sarà pagato di persona.
-I lavoratori e capisquadra mangeranno nella stessa sala da pranzo.
-I funzionari ufficiali di İGA responsabili dei problemi saranno dimessi.
-I messaggi verranno letti davanti alla stampa.
-I omicidi occulti saranno risolti.
-Bonus sarà pagato in bairams.
-I lavoratori avranno abiti da lavoro.
-Salary di lavoratori che non sono stati pagati per 6 mesi sarà pagato.
(BK / SD)
L’organizzazione, il contesto e le novità della UNI ISO 45001
FONTE PUNTOSICURO.IT
Autore: Tiziano Menduto
Categoria: Interviste e inchieste
Bergamo, 5 Ott – Da diversi anni, anche attraverso quanto contenuto nel Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 in merito ai modelli di organizzazione e gestione, il tema dell’organizzazione sta diventando sempre più centrale nelle riflessioni sulla situazione e le prospettive della salute e sicurezza sul lavoro in Italia. Un tema che mette in luce anche le carenze e le difficoltà nel tener conto, nelle aziende e in materia di salute e sicurezza, del benessere organizzativo, come ci aveva ricordato in una nostra precedente intervista il Prof. Pascucci, professore di Diritto del lavoro nell’Università di Urbino “Carlo Bo”.
Per riprendere la riflessione su questi temi abbiamo intervistato a Bergamo, durante la manifestazione Safety Expo 2018, Alberto Andreani, professore di Diritto dei Sistemi di Gestione della Sicurezza sul Lavoro e componente della Commissione Consultiva ex articolo 6 del D.Lgs. 81/2008.
L’ARTICOLO PROSEGUE SU FONTE: PUNTOSICURO.IT
Malprof 2013-2014 – L’ottavo rapporto Inail – Regioni sulle malattie professionali
FONTE INAIL.IT
Il rapporto Malprof 2013/2014 rappresenta l’ottava edizione di una pubblicazione ormai standardizzata, risultato di un’attività di ricerca e di monitoraggio che coinvolge ad oggi 15 Regioni.
La rilevazione delle malattie professionali secondo il modello Malprof si basa su un flusso dati che dai servizi di Prevenzione delle Asl pervengono ad Inail Ricerca per poter costituire una base dati utile sia al monitoraggio delle patologie professionali nel territorio nazionale sia nell’indicare le informazioni utili ai fini prevenzionali, definendo le possibili correlazioni o ‘nessi di causa’ tra l’attività lavorativa svolta (in termini di settori di attività economica e di professione lavorativa) e la patologia professionale.
Prodotto: Opuscolo
Edizioni Inail – 2018
Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it
CGIL-CISL-UIL e Conferenza Regioni: Insieme contro l’amianto – comunicato stampa incontro 4 ottobre 2018
Comunicato stampa.
Le Organizzazioni sindacali Cgil Cisl Uil e le Regioni per l’iniziativa congiunta di lotta all’amianto si sono incontrati a Roma presso la sede della Conferenza delle Regioni.
Si è svolto a Roma, nella mattinata odierna, l’incontro tra i segretari confederali Maurizio Landini – Cgil, Angelo Colombini – Cisl, Silvana Roseto – Uil e Stefano Bonaccini, in qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni sulla necessità di riprendere con più vigore e continuità la lotta all’amianto.
I segretari confederali, che nella giornata di ieri avevano incontrato i dirigenti dell’ANCI, hanno chiesto al Presidente Bonaccini di sviluppare un’azione congiunta , anche con il coinvolgimento dell’Anci, per chiedere al Governo centrale, in occasione della legge di bilancio, di rendere disponibili risorse economiche e strumenti normativi in grado di dare forza alle azioni per contrastare e debellare i danni alla salute e all’ambiente dovuti alla perdurante presenza dell’amianto negli ambienti di lavoro e di vita dei cittadini italiani.
Bisogna superare la frammentazione e la discontinuità delle azioni per la lotta all’amianto e ogni Ministero, in particolare Lavoro, Sanità e Ambiente deve avviare un confronto congiunto con le organizzazioni sindacali , le Regioni e i Comuni per individuare gli interventi specifici che rendono credibile ed efficace la lotta all’amianto.
Sono ancora troppe le vittime dell’amianto, oltre tremila ogni anno, e continueranno ad esserlo per lungo tempo se i provvedimenti continuano ad essere frammentati e discontinui.
Il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini , ha espresso pieno apprezzamento e condivisione dell’iniziativa unitaria delle tre confederazioni e ha dichiarato l’impegno a sottoporre alla conferenza dei Presidenti delle Giunte Regionali del prossimo 18 ottobre, una risoluzione formale per un’azione congiunta con le organizzazioni sindacali, con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e le stesse Regioni per avviare un confronto con i ministeri più coinvolti per imprimere una svolta più decisa alla lotta all’amianto.
Nei prossimi giorni saranno attivati tavoli tecnici per condividere le proposte di merito e le priorità da portare al confronto con il Governo e i singoli ministeri.
Clima: la cura non sia peggiore del male
fonte Ambienteinforma-sinpa
Entro ottobre il nuovo rapporto IPCC, il panel di scienziati che per conto delle Nazioni Unite segue le vicende dei cambiamenti climatici, sarà pronto.
Un articolo di Micron evidenzia, comunque che, anche per combattere il cambiamento climatico occorrono strumenti sostenibili, ecologicamente e socialmente.
Lo avevano chiesto a Parigi nel dicembre 2015 i rappresentanti dei governi di tutto il mondo. Ora l’IPCC, il panel di scienziati che per conto delle Nazioni Unite segue le vicende dei cambiamenti climatici è pronto. Ed entro il prossimo mese di ottobre rilascerà un rapporto, ci si augura molto dettagliato, su come fare a mantenere l’aumento della temperatura media del pianeta ben al di sotto dei 2°C rispetto all’era preindustriale e, possibilmente, non superare il livello di 1,5°.
A beneficio di inventario, occorre ricordare che la temperatura è già aumentata di un grado rispetto a duecento anni fa. I margini per un ulteriore aumento senza (troppi) danni è davvero minimo. E gli scienziati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change avranno da studiare molto per trovare le migliori strategie di prevenzione del cambiamento del clima. Tra queste ci sono, certamente, le “negative emissions technologies”, letteralmente le tecnologie a emissione negativa. Si tratta, in altre parole di strumenti, di diversa natura, che non solo non emettono gas serra, ma li assorbono, sottraendoli all’atmosfera e/o agli oceani.
Ma non tutte le strategie, anche se si dimostrassero efficaci, a iniziare proprio dalle “negative emissions technologies”, sono desiderabili. Mette infatti (giustamente) le mani avanti Dominic Lenzi, un ricercatore del Mercator Research Institute on Global Commons and Climate Change di Berlino, che con un gruppo di colleghi ha scritto un commento o, se volete un avvertimento, sulla rivista scientifica inglese Nature.
Attenzione: prima di consigliare e, soprattutto, di implementare nuove tecnologie – siano esse a emissione negativa o semplicemente carbon free – occorre una sorta di valutazione etica, che tenga conto sia delle possibili conseguenze ambientali che di quelle sociali.
Detto in altri termini: non si può prevenire un evento non desiderato con strumenti non desiderabili. Anche per combattere il cambiamento climatico occorrono strumenti sostenibili, ecologicamente e socialmente.
INAIL: Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili
SEGNALAZIONE : QUADERNI TECNICI INAIL
Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili
Obiettivo dei Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili è accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili.
Forniscono informative basate su leggi, circolari, norme tecniche specifiche e linee guida utili a individuare e perfezionare metodologie operative per il miglioramento delle misure di prevenzione contro i rischi professionali.
I Quaderni sono rivolti a coloro che operano nell’ambito dei cantieri temporanei o mobili rappresentando un agile strumento sia per l’informazione e la formazione dei lavoratori sia per il miglioramento dell’organizzazione delle piccole e medie imprese.
Salute e Sicurezza nel lavoro – Il patrimonio di esperienze e conoscenze italiane nel contesto internazionale 10-11 ottobre 2018
Ravenna 10-11 ottobre, la salute e la sicurezza sul lavoro. |
Fonte SNOP.IT |
Il patrimonio di esperienze e conoscenze italiane nel contesto internazionale |
Decreto Salvini su immigrazione e sicurezza. La nota della SIMM
FONTE SALUTEINTERNAZIONALE CHE RINGRAZIAMO
A cura della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni
Il decreto – afferma la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni – mira non solo a ridurre gli ingressi, ma anche a sfoltire le presenze di persone in attesa di esser ascoltate in commissione territoriale e poi di potersi muovere in Europa o restare legittimamente in Italia. Già il precedente pacchetto sicurezza andava contro i diritti umani poiché istituiva il reato di clandestinità punendo una condizione di nascita –l’essere straniero- invece che un crimine in quanto tale. Ora si vedono minate le garanzie di base di accoglienza e tutela.
La Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro 2018 è alle porte
Fonte Osha.Eu
Il 22 ottobre, l’EU-OSHA, insieme ai suoi partner, darà avvio alla Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro per promuovere una gestione partecipativa e attiva della sicurezza delle sostanze pericolose.
Tappa fondamentale dell’attuale campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri” , la settimana ispira centinaia di eventi in tutta Europa: proiezioni di film, eventi sui social media, conferenze, mostre, concorsi e sessioni di formazione.
Perché non scoprite quali saranno gli eventi più prossimi a voi tra il 22 e il 26 ottobre e non vi informate su come partecipare ?
Seguite l’evento della Settimana europea su Facebook e spargete la voce con l’hashtag #EUhealthyworkplaces
Esperti, pubblico e media nella comunicazione del rischio: un dialogo senza speranza?
FONTE AMBIENTEINFORMA-SNPA
Articolo di Thomas Valerio Simeoni
Il tema del rischio ha assunto negli ultimi decenni una peculiare rilevanza nel dibattito sociale e scientifico, in particolare, in un contesto contrassegnato dallo spettro della guerra fredda e della catastrofe nucleare prima e dal nascere dei movimenti ambientalisti poi, a partire dagli anni sessanta del secolo scorso. Altrettanto evidente è il fatto che le società attuali, nelle quali si è raggiunto un livello di sicurezza sotto molti punti di vista maggiore che in passato, sono esposte, a differenza delle epoche premoderne, da una parte ai tradizionali pericoli rappresentati dalle catastrofi naturali e, dall’altra, all’inedita prospettiva delle catastrofi provocate dagli esseri umani, o comunque legate alle loro attività, ed all’impatto della tecnologia.
Secondo una formula coniata dal sociologo tedesco Ulrich Beck, la società contemporanea è una “società del rischio” (Beck 1986), nella quale, superata la preoccupazione riguardo la scarsità dei beni e la loro distribuzione, che aveva dominato la scena sociale ed economica del XIX e prima metà del XX secolo, il problema fondamentale è rappresentato dalla necessità di limitare i rischi prodotti dalla società stessa, che sempre più hanno portata globale e portano con sé lo spettro della minaccia alla sopravvivenza della stessa umanità.
Nel passaggio alla modernità, dunque, sempre più situazioni e stati di fatto vengono attribuiti alle scelte dell’uomo: «In contrasto con tutte le epoche precedenti (inclusa la società industriale) la società del rischio è caratterizzata essenzialmente da una mancanza: l’impossibilità dell’imputabilità esterna delle situazioni di pericolo» (Beck 1986).
Anche secondo il sociologo Niklas Luhmann l’evento dannoso viene percepito sempre più come esito delle decisioni umane e sempre meno come fatalità. Per Luhmann il tema del rischio è dunque rilevante perché pone «la questione di quale idea di razionalità, di decisione, di tecnica, di futuro o semplicemente di tempo è presupposta quando si parla di rischio, oppure, in modo ancora più fondamentale, di come concepiamo la nostra società se rendiamo il rischio, che una volta riguardava soltanto i marinai, i raccoglitori di funghi e in genere persone che si esponevano ai pericoli, un problema che non si può né evitare né aggirare» (Luhmann 1991).
Un ulteriore ambito con cui è possibile indagare il concetto di “rischio” è costituito dalla difficoltà rappresentata dai diversi sistemi, scientifici e non, di pervenirne a una univoca definizione. La riflessione sul tema del rischio, soprattutto quando si muove sul piano ambientale o in quello della medicina, sembra destinata a rimanere vittima di due opposte tendenze: quella “scientistica”, secondo la quale è possibile una valutazione oggettiva e di validità universale dei rischi, e quella “antropologica”, secondo la quale non solo non è possibile un calcolo oggettivo, ma dove il concetto di rischio è intriso delle credenze profonde e dei modelli culturali che caratterizzano specifici sottogruppi della popolazione (Vineis 1999).
Sul fronte, ad esempio, dell’immaginario, il rischio e la catastrofe sono sempre stati parte delle grandi narrazioni epiche: dalle antiche storie dell’umanità fino al moderno consumo dei prodotti dell’industria culturale, eroi classici e supereroi moderni popolano mondi minacciati da diluvi, invasioni, epidemie e altre catastrofi con le quali devono cimentarsi con prove eccezionali per affermare il proprio statuto.
Ne emerge un concetto di rischio polisemico, che non può mai approdare a un’unica definizione perché afferente a molteplici e diversi aspetti, di volta in volta applicati e adattati a specifici argomenti o contesti, generando due distinti piani del simbolico: il primo è quello scientifico, denotativo, legato all’osservazione empirica dei fenomeni ed al calcolo probabilistico, mentre il secondo rimanda al connotativo, cioè alle diverse dimensioni in cui/con cui l’immaginario produce le forme della sua rappresentazione (informative, narrative, mitiche, artistiche, performative ecc.) destinate a permeare l’identità dei singoli, le culture e la società stessa (Luhmann 1996).
Possono (e, se possono, come possono) allora sincronizzarsi le rappresentazioni polisemiche con cui i sistemi della società trattano il rischio e le sue conseguenze? Oggi la tecnica e la consapevolezza delle possibilità ad essa collegate hanno occupato il terreno che prima era della natura: è cresciuto il timore per le conseguenze distruttive della tecnologia e per il rischio che viene attribuito alle decisioni, è aumentata la dipendenza del futuro dalle decisioni, facendone non più una continuazione rassicurante del passato, ma una frattura rispetto a questo (Luhmann 1991).
La Roadmap sugli agenti cancerogeni ora in un video: condividi e aiutaci a prevenire i lavoratori dagli agenti cancerogeni al lavoro!
Pubblichiamo questo appello dell’Agenzia OSHA.EU
“Responsabile di oltre 100.000 morti ogni anno, il cancro è la principale causa di mortalità correlata al lavoro nell’UE. Il 25 maggio 2016, sei organizzazioni europee hanno firmato un patto che le ha impegnate in un programma di azione volontario per sensibilizzare sui rischi derivanti dall’esposizione ad agenti cancerogeni sul luogo di lavoro e scambiare buone pratiche: la tabella di marcia.
Gli Stati membri, le parti sociali, le società, le organizzazioni di ricerca e altre parti in tutta Europa sono incoraggiati a partecipare. Finora, oltre 16 paesi dell’UE e 1000 persone e organizzazioni hanno aderito.
Gli eventi sono spesso organizzati in tutta Europa, dove i partner possono condividere le conoscenze e discutere nuovi approcci su come gestire i rischi di lavorare con sostanze cancerogene. Si spera inoltre che una maggiore consapevolezza porti a innovazioni nei processi produttivi, con la conseguente sostituzione delle sostanze cancerogene con alternative più sicure.”
Guarda e condividi il video e scopri di più sulla Roadmap sugli agenti cancerogeni
Smog in pianura padana: 4 regioni chiedono armonizzazione norme
Fonte Regioni.it
Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte su qualità dell’aria
(Regioni.it 3463 – 01/10/2018) Le regioni Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte chiedono l’armonizzazione delle norme sulla qualità aria nella pianura padana entro il 2020. La richiesta è stata formulata dagli assessori regionali all’Ambiente delle quattro Regioni interessate dalla procedura di infrazione comunitaria sugli sforamenti dei limiti delle polveri sottili: Gianpaolo Bottacin (Veneto), Raffaele Cattaneo (Lombardia), Paola Gazzolo (Emilia-Romagna) e Alberto Valmaggia (Piemonte).
“La qualità dell’aria – spiegano gli assessori – va oltre i confini amministrativi e travalica ogni differenza di colore politico. La salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente sono obiettivi prioritari nella sfida delle Regioni del Bacino Padano per un’aria più pulita. Entro il 2020 l’obiettivo è armonizzare e rendere omogenee le norme e le misure applicate in un territorio che da solo produce il 50% del Pil nazionale e dove vivono 23 milioni di persone. Quelle al via il primo ottobre rappresentano già risultati avanzati di questo lavoro di area vasta che vogliamo portare a completo compimento”.
“Già a luglio – aggiungono – abbiamo incontrato il Ministro all’Ambiente Costa per ribadire la volontà di continuare l’impegno condiviso negli ultimi anni anche con il Governo nazionale, suggellato dalla firma a Bologna dell’Accordo di Bacino Padano nel giugno del 2017: un’intesa al rialzo, con norme condivise, sfidanti e ambiziose, abbinata ad un pacchetto di 16 milioni di euro per ridurre le emissioni delle attività agricole, zootecniche e favorire la rottamazione dei mezzi più inquinanti. Ora – proseguono – serve continuare con grande serietà e senso di responsabilità l’impegno verso un modello di sviluppo sempre più sostenibile a cui tutto il mondo sta guardando, come indica l’Agenda 2030 dell’Onu. Per riuscirci, è fondamentale la collaborazione dei cittadini: ciascuno, con i propri comportamenti quotidiani, può fornire un grande contributo per il futuro delle nostre comunità. Nessuno deve sentirsi escluso: la salute, la qualità della vita e dell’ambiente dipendono dalle scelte di ciascuno di noi”.
Difendiamo la libertà del dibattito scientifico dall’influenza dell’industria del tabacco
FONTE C.I.I.P
1 ottobre 2018
Pubblichiamo un documento sottoscritto dai promotori del Manifesto per l’Endgame del tabacco in Italia con il quale si richiamano le istituzioni e le società scientifiche a non accettare che l’industria del tabacco finanzi o partecipi ad iniziative scientifiche, così come indicato dall’art. 5.3 del trattato FCTC-WHO sul controllo del tabacco.
MESOTELIOMA: Pubblicato il VI rapporto RENAM e l’aggiornamento al Giugno 2018 dei dati COR Emilia Romagna
FONTE AFEVAEMILIAROMAGNA
E’ disponibile il VI Rapporto RENAM 2018 sull’andamento dei Mesoteliomi in Italia alla data del Dicembre 2015.
Scarica il VI Rapporto RENAM 2018 (Fonte INAIL)
E’ stato inoltre pubblicato l’aggiornamento al 30 giugno 2018 dei dati rilevati dal Cor-Renam in Emilia Romagna di Mesotelioma.
Scarica il Rapporto COR-RENAM Emilia Romagna aggiornato al 30 giugno 2018
Ovviamente il rapporto contiene dati ancora non stabilizzati per gli ultimi anni, purtuttavia è un documento fondamentale per comprendere l’andamento di queste patologie nella nostra regione.
In primo luogo, va osservato che il dato dei cittadini/e Emiliano Romagnoli colpiti da mesotelioma continua ad essere elevato e stabilmente sui 150 casi/anno. Con tassi di incidenza ( N° casi/100.000 abitanti) ancora superiore a 4/100.000 e con province, prima fra tutte Reggio Emilia (6,4 casi/100.000) più alti della media, seguono le province di Parma,Piacenza, Ferrara e Ravenna.
Andamento questo, che nella sua drammaticità, conferma la scelta di dotare la nostra regione di un nuovo sistema di cure per i malati di Mesotelioma e di una efficace rete di Ambulatori per la sorveglianza sanitaria.
AIE – 42° Convegno Nazionale
AIE – 42° Convegno Nazionale
Epidemiologia e diritto alla salute: riaffermare i principi del SSN nello scenario attuale e futuro
Grand Hotel Tiziano – Viale Porta d’Europa – Lecce
mercoledì 24/10 – venerdì 26/10
La via da seguire per la sicurezza e la salute nelle micro e piccole imprese europee: sintesi della conferenza ora disponibile
Fonte OSHA.EU
I partecipanti hanno incluso il Commissario Thyssen, i membri del team di progetto e molti altri stakeholder chiave. Hanno discusso i principali risultati e il potenziale impatto futuro del progetto SESAME dell’UE-OSHA (per “Piccole e micro imprese sicure”).
L’obiettivo generale del progetto è fornire supporto per raccomandazioni politiche basate su dati concreti e facilitare lo sviluppo di strumenti pratici attraverso l’identificazione di fattori chiave di successo per migliorare la sicurezza e la salute sul lavoro nelle micro e piccole imprese in Europa.
L’individuazione del garante della sicurezza nelle aziende complesse
SEGNALAZIONE
FONTE PUNTOSICURO.IT
Autore: Gerardo Porreca
Categoria: Sentenze commentate
01/10/2018: Nelle strutture aziendali complesse, ai fini dell’individuazione del garante della sicurezza e delle relative responsabilità, occorre fare riferimento al soggetto, datore di lavoro dirigente o preposto, espressamente deputato alla gestione del rischio.
Due sono i principi ormai consolidati in giurisprudenza che vengono richiamati dalla Corte di Cassazione in questa sentenza che ha riguardato una contravvenzione contestata al datore di lavoro e al direttore di cantiere di un’impresa di costruzione per avere messo a disposizione dei lavoratori un’attrezzatura non rispondente alle disposizioni di legge in materia di salute e sicurezza sul lavoro ad essa applicabili. In tema di infortuni sul lavoro, ha ribadito la suprema Corte con riferimento al primo principio, la posizione di garanzia grava, ai sensi dell’art. 299 del D. Lgs. 9/4/2008 n. 81, anche su colui che, pur non essendo stato formalmente investito, eserciti in concreto i poteri giuridici riferiti al datore di lavoro e ad altri garanti ivi indicati, sicché l’individuazione dei destinatari degli obblighi posti dalle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro deve fondarsi non già sulla qualifica rivestita, bensì sulle funzioni in concreto esercitate che prevalgono, quindi, rispetto alla carica formale attribuita al soggetto. >>>>
L’ARTICOLO SEGUE ALLA FONTE PUNTOSICURO.IT
Relazione sullo stato di avanzamento sul divieto dell’amianto in Canada
FONTE: SEGRETERIATO INTERNAZIONALE PER L’ABOLIZIONE DELL’AMIANTO
28 settembre 2018
Quando si parla di amianto, il progresso non è mai lineare; sembra per ogni passo in avanti, ci siano due passi indietro. La situazione in Canada è un esempio calzante. Il periodo di consultazione sui piani canadesi per la messa al bando dell’amianto è stato completato e l’introduzione della legislazione per vietare l’uso di amianto è in programma. Tuttavia, la spina perenne del Canada rimane Quebec, l’antico cuore dell’amianto del paese dove interessi consolidati commerciali, politici ed economici si oppongono all’attuazione di restrizioni più severe 1 e alla legislazione per prevenire lo sfruttamento commerciale dei residui minerari. 2
Attualmente, lo standard del Quebec consente ai lavoratori di essere esposti a 1 fibra di amianto crisotilo per centimetro cubo (1f / cm 3 ); 10 volte superiore a quello consentito da Ottawa (0,1 f / cm 3 ) e 100 volte superiore a quello di Svizzera e Paesi Bassi (0,01 f / cm 3 ). 3 Una consultazione pubblica intrapresa più di 18 mesi fa dal Comitato del Quebec sugli Standard, Equity, Health and Safety (CNESST) per valutare l’inasprimento dei regolamenti del Quebec rimane impantanata con il premier Philippe Couillard del Quebec che esercita il doppio senso del servizio civile per spiegare i continui ritardi:
“La letteratura [scientifica] deve fare il collegamento tra questo livello e questo problema di salute. Dobbiamo seguire queste regole e soprattutto eliminarle in modo organizzato, sulla base di prove scientifiche. Ed è per questo che c’è un gruppo di lavoro su questo tema. ” 4
Anche all’interno della provincia del Québec alcuni lavoratori hanno ottenuto livelli più elevati di protezione dalle esposizioni di amianto rispetto ad altri. I “requisiti normativi rilassati” – o “adattamenti” come li chiama il CNESST – sono di routine per le ispezioni sul posto di lavoro nella ex regione mineraria dell’amianto di Chaudière-Appalaches, dove sono state esercitate pressioni sostenute per ridurre i costi operativi.
Lavaggio a secco o pulizia dell’acqua – Scheda INRS
SEGNALAZIONE
Una nuova checklist tecnica
L’INRS pubblica un promemoria tecnico dedicato alla stampa, un settore di attività in rapida evoluzione. Tre domande a Cosmin Patrascu, esperto in rischi chimici all’INRS.
Che cosa presenta questa nuova pubblicazione?
L’aiuto tecnico mémoire La pressatura. Il lavaggio a secco o la pulizia dell’acqua (ED 6308) presenta i rischi professionali presenti nelle lavanderie a secco, un settore che si è evoluto molto negli ultimi anni. Mentre la maggior parte di queste società utilizzava il percloroetilene per il trattamento dei tessili, i regolamenti hanno limitato o vietato l’uso di questa sostanza dal 2013. Nel 2022, tutte le macchine a base di percloroetilene situate in locali contigui ai locali occupati da parte di terzi, siano essi alloggi, negozi o uffici, saranno sostituiti da macchine che non utilizzano il percloroetilene. Attualmente esistono due percorsi alternativi per le macchine che utilizzano il percloroetilene: pulizia dell’acqua o solventi combustibili.
LA SCHEDA PROSEGUE ALLA FONTE INRS.FR
DoRS ha pubblicato “Vittime”
FONTE C.I.I.P
Gruppo di lavoro Storie di infortunio – Settembre 2018
Questa raccolta di racconti, scritti dagli operatori dei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro del Piemonte e della Lombardia, nasce dallo sforzo di restituire umanità e sentimento ai protagonisti delle inchieste e alle vittime degli infortuni, vittime entrambi di un sistema di sicurezza che deve essere migliorato.
Ogni racconto narra una storia individuale ma, riletto nell’ambito di una comunità, diventa parte di un sapere collettivo come patrimonio da condividere per evitare il ripetersi di tanti eventi infausti.
Vittime può essere scaricato dal sito di DoRS
Rapid Alert System – Rapporto settimanale Rapporto 39 (Pubblicato il: 28/09/2018)
Rapporto settimanale a cura della Commissione Europea sui prodotti di consumo, non alimentari non farmaceutici pericolosi che sono stati segnalati dalle autorità competenti degli stati membri.
Rapporto settimanale Rapporto 39 (Pubblicato il: 28/09/2018)