Nel periodo estivo 7 lavoratori su 10 cominciano il lavoro già disidratati …. Un’indagine europea nell’ambito del Progetto “Heat-Shield”..

 

Ringraziamo la Dott.ssa Miriam Levi per questa presentazione dell’articolo che riporta i dati della ricerca sul fenomeno della disidratazione tra i lavoratori nella stagione estiva addirittura ancor prima d’iniziare il lavoro…  editor

La rivista scientifica PLOS ONE ha recentemente pubblicato un articolo condotto nell’ambito di “Heat-Shield”, un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Quadro Europeo per la Ricerca e l’Innovazione Horizon 2020, coordinato dall’Università di Copenaghen, al quale partecipano 20 gruppi di ricerca appartenenti a 11 Paesi Europei, Italia inclusa, e dedicato alla salvaguardia della salute dei lavoratori e alla garanzia della produttività nelle mutate condizioni meteo-climatiche in conseguenza al fenomeno del riscaldamento globale. Il titolo dell’articolo è “High prevalence of hypohydration in occupations with heat stress—Perspectives for performance in combined cognitive and motor tasks”, ed è stato condotto in quattro Paesi dell’UE (Danimarca, Cipro, Grecia e Spagna) con l’obiettivo di valutare la prevalenza dello stato di disidratazione nei luoghi di lavoro e il possibile impatto dello stato di disidratazione sulle capacità motorie e sulle funzioni cognitive in situazioni di stress termico moderato o elevato, mediante il monitoraggio dei parametri fisiologici e l’utilizzo di test standardizzati. Allo studio hanno partecipato 139 lavoratori impiegati in cinque settori occupazionali – manifatturiero, agricolo, edile, turistico e polizia. Ben 7 lavoratori su 10 erano già disidratati al mattino, ancora prima dell’inizio dell’attività lavorativa. I ricercatori hanno osservato che quando i lavoratori erano in condizioni di disidratazione le prestazioni motorie si riducevano e anche le funzioni cognitive risultavano compromesse. In situazioni di stress termico, si possono verificare danni alla salute, malattie da calore o infortuni sul lavoro, e anche avere effetti sulla produttività. Le previsioni dicono che condizioni di disagio da caldo intenso e persistente saranno sempre più frequenti. È pertanto cruciale adottare fin da adesso strategie di adattamento e soluzioni tecnologiche innovative per migliorare la resilienza dei lavoratori agli effetti del caldo.

Maggiori informazioni sul Progetto HEAT-SHIELD sono disponibili al link: https://www.heat-shield.eu/

Maggiori informazioni sull’articolo pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE sono disponibili al link: https://nexs.ku.dk/english/news/2018/european-workers-fail-to-maintain-water-balance/

Inquinamento da mercurio: livelli troppo alti in fiumi e laghi d’Europa

FONTE ARPAT CHE RINGRAZIAMO

Il mercurio è ancora una fonte importante di inquinamento in Europa, nonostante l’Unione europea ne abbia vietato o limitato l’uso in molti prodotti e processi industriali

Inquinamento da mercurio: livelli troppo alti in fiumi e laghi d'Europa

Infografica EEA

Le emissioni di mercurio continuano a rappresentare un rischio significativo per l’ambiente e per la salute umana, secondo un rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente (EEA), che descrive il problema dell’inquinamento proveniente da questo metallo pesante e le sfide necessarie per affrontare la questione a livello globale. Il rapporto, con l’ausilio di immagini, infografiche e grafici, rappresenta anche uno strumento divulgativo per il largo pubblico che vi può trovare utili informazioni e suggerimenti per ridurre la propria esposizione.

Storicamente, l’uso e le emissioni di mercurio in Europa sono stati elevati, tuttavia, negli ultimi decenni, sono state adottate misure per minimizzare entrambi, ad esempio limitando o vietando l’uso e imponendo limiti alle emissioni. Sfortunatamente, a livello mondiale, a causa di attività come la combustione del carbone e l’estrazione dell’oro, le emissioni sono aumentate ed hanno avuto un impatto anche sull’ambiente europeo, data la natura globale dell’inquinamento da mercurio: circa il 50% di questo metallo depositato ogni anno in Europa proviene infatti da paesi extraeuropei, con il 30% proveniente solo dall’Asia.

Le attività antropogeniche che emettono mercurio possono essere suddivise in due categorie (vedi immagine a seguire):

  • processi produttivi che utilizzano intenzionalmente mercurio (ad esempio produzione di cloruro di vinile),
  • altri processi che non utilizzano intenzionalmente il mercurio, ma determinano comunque il suo rilascio in ambiente, generalmente in quanto impurità in una materia prima (ad esempio la combustione di combustibili solidi come carbone, lignite e legno, che rilascia involontariamente il mercurio).

Fonti antropogeniche del mercurio

Uno dei principali problemi con il mercurio è poi la sua persistenza: una volta che viene rilasciato nell’ambiente, ad esempio attraverso la combustione del carbone, può circolare attraverso l’aria, la terra, l’acqua e gli animali per migliaia di anni. Nell’immagine a seguire è rappresentato il suo ciclo globale (cliccando sull’immagine si può ingrandire).

Ciclo globale mercurio

In atmosfera, gli attuali livelli di mercurio sono fino al 500% sopra quelli naturali. Negli oceani, le concentrazioni sono circa 200% sopra i livelli naturali.

Proprio gli oceani, i fiumi e i laghi sono messi maggiormente a rischio da questo metallo pesante, che qui vi assume una forma altamente tossica (metilmercurio) che viene facilmente assorbita dagli animali, compresi i pesci, e si sposta sulla catena alimentare fino a raggiungere gli umani. Questo infatti è il modo principale in cui gli esseri umani sono esposti al mercurio, che rappresenta un rischio particolare e significativo per lo sviluppo neurologico di feti, neonati e bambini.

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AFeVA:Audizione alla Commissione Lavoro della Camera di AFeVA su Pensioni ex-esposti amianto-Fondo vittime amianto.

Verso la manifestazione dell’8 Novembre – Audizione alla Commissione Lavoro della Camera di AFeVA su Pensioni ex-esposti amianto-Fondo vittime amianto.

Nicola Pondrano per AFeVA Casale Monferrato, Andrea Caselli – Milena Pareschi – Antonio Matteo per AFeVA Emilia Romagna, Salvatore Garau per AFeVA Sardegna hanno partecipato il 29 ottobre 2018 alla audizione della Commissione Lavoro della Camera.

Sono state rappresentate ai Deputati le rivendicazioni degli ex-esposti amianto e dei malati per patologie asbesto correlate per un intervento rapido e risolutivo per garantire i loro diritti previdenziali e assistenziali.

Si è trattato di un importante appuntamento che si collega alla mobilitazione prevista per Giovedì 8 Novembre col presidio previsto a ROMA davanti al Ministero del Lavoro    (vedi tutta la notizia e scopri come prenotare e partecipare).

Leggi tutta la notizia e guarda il video dell’audizione (40 min):

https://afevaemiliaromagna.org/2018/10/30/pensioni-ex-esposti-amianto-fondo-vittime-amianto-verso-la-manifestazione-dell8-novembre-audizione-alla-commissione-lavoro-della-camera-di-afeva/

La Commissione Europea ha presentato il nuovo geoportale INSPIRE che offre un accesso più agevole ai dati territoriali nell’Unione Europea

Fonte Arpat 

Il nuovo geoportale INSPIRE

Il portale ridisegnato è uno sportello unico per le autorità pubbliche, le imprese e i cittadini per scoprire, accedere e utilizzare i set di dati relativi all’ambiente in Europa.

Tutti i paesi dell’UE producono e utilizzano dati geospaziali, ad esempio relativi ad acqua sotterranea, reti di trasporto, popolazione, uso del suolo e temperatura dell’aria. Le minacce per l’ambiente, le questioni relative alla sua protezione o le situazioni di crisi non si fermano ai confini nazionali o regionali.

Per questo, le autorità pubbliche devono essere in grado di accedere e confrontare facilmente i dati geospaziali al di là dei confini. L’infrastruttura dati INSPIRE consente la condivisione di tali dati tra le autorità pubbliche e facilita l’accesso pubblico alle informazioni spaziali in tutta Europa.

Il nuovo geoportale fornisce una panoramica della disponibilità dei set di dati INSPIRE per paese e area tematica e rende i dati disponibili e pronti all’uso in una vasta gamma di applicazioni.

Il geoportale si basa sui metadati regolarmente raccolti dai (attualmente 36) cataloghi di dati nazionali ufficialmente registrati degli Stati membri dell’UE e dei paesi EFTA.

Il Geoportale è sviluppato dal JRC con il supporto della Direzione generale per l’Ambiente della Commissione europea, Eurostat e l’Agenzia europea per l’ambiente. Il JRC Geoportal Team lavora costantemente per migliorare il Geoportale e aggiungerà ulteriori “viste tematiche” e funzionalità basate sulla domanda degli utenti emergenti. Gli utenti sono invitati a fornire qualsiasi feedback relativo alla funzionalità e alla disponibilità dei dati.

La federazione sindacale israeliana ha deciso di proclamare uno sciopero nazionale contro gli incidenti mortali sul lavoro in edilizia.

FONTE HAARETZ

Circa 36 lavoratori edili sono morti in incidenti sul lavoro quest’anno, mentre due visitatori sono morti nei cantieri

l più grande sindacato di Israele sta pianificando un incontro di emergenza per giovedì per discutere la questione. Il presidente di Histadrut Avi Nissenkorn dovrebbe annunciare uno sciopero a livello nazionale, dopo che il governo non ha risposto alla sua chiamata all’azione nelle ultime settimane.

Quest’anno  36 lavoratori edili sono morti
L’Histadrut ha elencato diverse richieste, tra cui l’adozione di standard europei per la costruzione e il rafforzamento dell’applicazione delle misure di sicurezza, comprese le imbracature obbligatorie.

L’ARTICOLO  SU HAARETZ 

REACH: una ONG denuncia la scarsa qualità dei fascicoli di registrazione

Fonte Etui.org

Il 32% delle sostanze chimiche prodotte o importate dal 2010 nell’Unione europea in quantità superiori a 1.000 tonnellate all’anno non sono conformi al regolamento REACH, afferma l’Ufficio europeo dell’ambiente (EEB), sulla base di uno studio dell’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (Bundesinstitut für Risikobewertung, BfR) e l’Agenzia tedesca per l’ambiente (UBA).

Questi due organismi hanno analizzato la qualità dei fascicoli presentati dai produttori o dagli importatori di 1.814 sostanze chimiche immesse sul mercato europeo in quantità superiori a 1.000 tonnellate / anno. In conformità con il regolamento REACH, questi documenti dovrebbero contenere dati sulla tossicità ambientale e umana di queste sostanze, al fine di garantirne un uso sicuro. Sono consegnati all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA).

In media, il 32% di queste sostanze ampiamente commercializzate non ha superato un test di valutazione del caso. Il 40% dei file inviati non soddisfaceva i requisiti legali per la valutazione degli effetti mutageni (capacità di indurre mutazioni genetiche) e il 34% era carente negli effetti sulla fertilità. Solo il 31% ha soddisfatto i requisiti REACH per le informazioni tossicologiche ed ecotossicologiche. La restante percentuale riguardava i file per i quali erano necessarie ulteriori ricerche.

Il rapporto è stato presentato in un seminario organizzato dal BfR il 23 e 24 agosto 2018.

Con sede a Helsinki, l’ECHA sta annegando nei fascicoli di registrazione. Ad oggi, sono più di 40.000 (su quasi 150.000 molecole in circolazione). Ma è stata in grado di “verificare la conformità” solo di 1.780 di questi, ha dichiarato il quotidiano ECHA Le Monde .  

Fonti: EEB, The World

Ulteriori informazioni: la dichiarazione dell’Ufficio europeo dell’ambiente

Ridurre e contrastare le disuguaglianze di salute in Italia: le tappe di un percorso iniziato più di dieci anni fa

FONTE : DISEGUAGLIANZEDISALUTE

Durante le ultime decadi in Italia si è visto un progressivo miglioramento delle condizioni di salute e livelli di disuguaglianze sociali che risultano meno pronunciati rispetto ad altri paesi Europei.

Eppure, le medie mascherano l’esistenza di differenze sistematiche: le persone più abbienti stanno meglio, si ammalano di meno e vivono più a lungo.Guardando al periodo 2012-2014, ultimi dati disponibili a livello nazionale, i maschi italiani di 30 anni laureati potevano sperare di vivere 3 anni in più rispetto a coloro che avevano conseguito al massimo il titolo della scuola dell’obbligo, mentre tra le donne laureate il vantaggio sulle meno istruite era di un anno e mezzo.

Allo stesso modo, le regioni italiane più povere mostrano indicatori di salute meno favorevoli. Il Sud e le Isole presentano un’aspettativa di vita più sfavorevole in tutte le fasce di istruzione. Analoghe differenze nella speranza di vita erano già state rilevate in molte realtà locali da precedenti studi longitudinali: a Torino, ad esempio, un uomo che attraversa la città, dalla collina alto borghese (a elevato reddito) alla barriera operaia nel nordovest (a basso reddito), vede ridursi l’aspettativa di vita di 6 mesi per ogni chilometro percorso. Tali differenze sono socialmente determinate e pertanto, evitabili.

Nel tentativo di ridurre l’intensità e l’impatto delle disuguaglianze, sono stati predisposti nel corso degli anni alcuni importanti atti di programmazione sanitaria, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea:

1) il Quadro strategico nazionale 2007-2013 che ha definito gli indirizzi programmatici per l’utilizzo dei Fondi strutturali europei, sottolineando la necessità di orientare gli investimenti anche sugli aspetti di salute soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno;

2) il programma nazionale Guadagnare salute – Rendere facili le scelte salutari, coordinato dal Ministero della Salute, che ha riconosciuto l’importanza delle politiche non sanitarie nel contrasto alle disuguaglianze di salute;

3) la strategia Salute in tutte le politiche, sancita nella Conferenza inter-ministeriale di Roma del 2006, ha riconosciuto l’importanza di adottare in tutte le politiche non sanitarie procedure di valutazione d’impatto sanitario attente ai soggetti più vulnerabili. Inoltre, l’Italia ha partecipato, con propri casi studio, tramite l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, alla Joint Action “Equity Action”, promossa dalla Commissione europea per accompagnare gli Stati membri nella valutazione dell’impatto delle politiche sulle disuguaglianze di salute.

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Lavorare in sicurezza con le sostanze chimiche in un’azienda farmaceutica

Segnaliamo dal sito dell’Agenzia europea per la salute e la  sicurezza sul lavoro questo studio di caso

Lavorare in sicurezza con le sostanze chimiche in un’azienda farmaceutica

Questo studio di caso descrive l’approccio partecipativo adottato da un’azienda farmaceutica in Croazia al fine di gestire i rischi associati allo svolgimento di un’attività lavorativa che implica l’uso di sostanze pericolose.

La strategia per la salute e la sicurezza dell’azienda, che va ben oltre la legislazione nazionale e dell’Unione europea, prevede una valutazione dei rischi più approfondita, l’eliminazione, ove possibile, dell’uso di sostanze chimiche pericolose e l’adozione di misure tecniche per ridurre l’esposizione. Viene posta un’enfasi particolare sulle lavoratrici gestanti o in periodo di allattamento, dato che la maggior parte dei dipendenti sono donne.

La formazione e la sensibilizzazione nonché il coinvolgimento di tutto il personale in ogni fase dello sviluppo e dell’attuazione delle nuove misure per la sicurezza chimica costituiscono i fattori chiave che contribuiscono al successo di questa strategia di riduzione del pericolo.

Downloadin:EN

Acqua potabile nell’Unione europea: migliori qualità e accesso

La maggior parte delle persone in Europa ha un accesso adeguato all’acqua potabile di alta qualità. Secondo la relazione redatta dall’Agenzia europea dell’ambiente (2016), più del 98,5% dei test effettuati sui campioni di acqua potabile, eseguiti tra il 2011 e il 2013, rispetta gli standard dell’Unione europea.

La direttiva sull’acqua potabile dell’Unione europea ha imposto degli standard qualitativi minimi per l’acqua destinata al consumo umano (da bere, per cucinare o per altri usi domestici), così da proteggerci dalla contaminazione.

>>> L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SUL SITO DEL PARLAMENTO EUROPEO 

Newsletter medico-legale INCA numero 11/2018: Radiazioni ionizzanti e cristallino

Radiazioni ionizzanti e cristallino

Sulla rivista “Reference en santè au travail” è stato pubblicato un interessante articolo che fa il punto in tema di effetti delle radiazioni ionizzati sul cristallino.

Come è noto il cristallino  non è vascolarizzato e prosegue la sua crescita per tutta la vita del soggetto, chiaramente il cristallino non può espellere né le cellule né le sostanze di rifiuto.

Le sue cellule si differenziano perdendo il nucleo garantendo così la sua trasparenza e rifrangenza.

Si distinguono tre tipi di cataratta: nucleare, corticale e sotto capsulare posteriore. Questa ultima localizzazione permette di evocare un legame con l’esposizione a radiazioni ionizzanti, senza che questa forma abbia dei caratteri patognomonici.

La cataratta sotto-capsulare posteriore risponde ad  una fisiopatologia particolare, le radiazioni ionizzanti determinano degli effetti diretti e mediati dallo stress ossidativo a livello  delle cellule epiteliali  della zona  germinativa del cristallino. Ne deriverebbero delle lesioni del DNA, delle alterazioni della conformazione delle proteine e dei lipidi, una proliferazione delle anomalie della migrazione e della differenziazione delle cellule.

Gli autori dell’articolo affermano che: “alla luce dei dati epidemiologici e anatomopatologici e del loro confronto con le ricostruzioni dei livelli espositivi, la cataratta si deve considerare come un effetto deterministico delle radiazioni ionizzanti, cioè dipendente dalla dose cumulata.

E’ stato proposto un valore di dose cumulata sull’intera via di 0,5 Gray”.

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Manuale per la valutazione del rischio chimico correlato alle merci sbarcate in ambito portuale

Fonte Inail

Il manuale ha le sue premesse nel progetto cofinaziato dall’Inail e l’Autorità Portuale di Ravenna e realizzato con la collaborazione dell’Università di Bologna, dello SPSAL di Ravenna, di tutte le aziende portuali, del Coordinamento RSPP e degli RLS di sito e dei Chimici del Porto di Ravenna.

Immagine

L’intendimento è stato quello di fornire un significativo contributo alla conoscenza del rischio chimico, attraverso una migliore valutazione dei rischi associati alle operazioni di sbarco delle merci, in modo da prevenire gli incidenti che in questi casi possono essere molto pericolosi. Con la pubblicazione si intende mettere il modello a disposizione delle realtà portuali che svolgono attività analoghe, nella convinzione che la diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro anche in queste ambito possa contribuire all’incremento dei livelli di salute e sicurezza a garanzia dei lavoratori.

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail –  2018
Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

I medici e il razzismo in medicina

Fonte Saluteinternazionale

Inserito da on 24 ottobre 2018 – 10:31Lascia un commento

Autore: Mattia Quargnolo

Molti professionisti, sinceramente devoti all’equità e alla giustizia, troveranno spiacevole e incredibile l’idea che loro stessi possano contribuire a sistematiche disparità di trattamento su base razziale. Ma la difficoltà ad accettare questi argomenti riflette una mancanza di conoscenza su come funzionino questi ubiqui processi cognitivi e a maggior ragione la questione dovrebbe essere affrontata con decisione.  La letteratura suggerisce che i bias razziali siano molto diffusi e che possano coesistere con dichiarazioni esplicite antirazziste e comportamenti di tolleranza e quindi influenzare il comportamento in una varietà di modi molto sottile e problematica.

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU SALUTEINTERNAZIONALE

Opuscolo Inail ” Agenti chimici pericolosi”

L’opuscolo “Agenti chimici pericolosi”, edito dall’Inail, di carattere divulgativo e generale, è indirizzato ai lavoratori e ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) e si propone di illustrare i rischi derivanti dall’utilizzo di agenti chimici pericolosi, anche alla luce delle recenti emanazioni normative nazionali ed europee.
Esso contiene una semplice sintesi dei regolamenti REACH, CLP, UE n. 830/215 e fa riferimento al Titolo IX, Capo I del d.lgs. 81/2008 e s.m.i.

Questa pubblicazione si prefigge di costituire materiale informativo da utilizzare per l’informazione e la formazione dei lavoratori e dei RLS sul tema del rischio chimico, delle schede dati di sicurezza e della classificazione ed etichettatura delle sostanze e delle miscele pericolose in base al regolamento CLP

L’OPUSCOLO INAIL  “Agenti chimici pericolosi”

Le vittime dell’amianto sulla scena del crimine

FONTE AREAONLINE.CH 

Autore : Claudio Carrer che ringraziamo 
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Siamo a Cerdanyola del Vallès, cittadina di quasi 60.000 abitanti alla periferia della capitale catalana, nota per ospitare la sede principale della Uab (l’Università autonoma di Barcellona) con i suoi oltre 30.000 studenti, ma anche e soprattutto per la presenza del più grande stabilimento di tutta la Spagna della multinazionale del cemento-amianto Uralita, che qui ha operato tra il 1910 e il 1997 seminando dolore e morti e provocando un disastro ambientale di dimensioni incalcolabili. Non è un caso che inizi proprio in questa località, con un ricevimento istituzionale, il primo Incontro internazionale delle vittime dell’amianto che si è celebrato in Catalogna dal 4 al 6 ottobre e che ha visto la partecipazione di un centinaio di delegati di numerosi paesi.

Un incontro promosso dall’Associazione catalana delle vittime (Avaac) e dal Colectivo Ronda, una cooperativa di avvocate e avvocati fondata nel 1972 che da allora, con oltre 100 professionisti, porta avanti le cause giudiziarie per conto delle vittime dell’amianto in tutta la Spagna (ottenendo anche importanti risultati di cui diciamo a parte) e più in generale si batte “per convertire il diritto in uno strumento di trasformazione sociale e di risoluzione dei problemi che colpiscono le persone e la società”, per costruire “un mondo più solidale”. Di qui il «forte legame che dura da più di 40 anni» con Cerdanyola e con la vicina Ripollet, due comunità che «hanno sofferto e che soffrono come pochi a causa dell’amianto», afferma l’avvocata Raquel Lafuente denunciando come
siano state «le ambizioni economiche delle imprese che utilizzavano l’amianto a provocare tanti morti e tanto dolore». «Una tragedia – infatti – che si poteva evitare perché si sapeva già dagli anni 40 degli effetti negativi dell’amianto ma ciononostante si è continuato a utilizzarlo per decenni. E oggi a queste imprese che non domanderanno mai nemmeno perdono, bisogna chiedere conto del danno che hanno consapevolmente causato». «Con la nostra lotta – conclude l’avvocata del Colectivo – vogliamo fare in modo che non vi sia impunità, che non ci si dimentichi di quanto è capitato».

Una nuova ondata di morti

Dalle informazioni e dalle testimonianze che abbiamo potuto raccogliere, la situazione di Cerdanyola e Ripollet appare addirittura più drammatica di quella prodotta a Casale Monferrato (Alessandria) dalla svizzera Eternit. Considerata “Zona zero” dell’amianto di tutta la Spagna, qui i segni dell’attività industriale della Uralita (dove negli anni di massimo regime hanno lavorato più di 3.000 operai) sono tuttora ben presenti. La fabbrica di cemento-amianto più grande d’Europa, ormai in stato di abbandono, è ubicata lungo la ferrovia, a poche decine di metri dal centro di Cerdanyola. Ma con la dispersione diretta delle polveri ha prodotto danni ambientali in un raggio di almeno due chilometri, cioè nella maggior parte del territorio abitativo delle due città. Ma non solo: la prossimità ha favorito anche un uso indiscriminato dell’amianto per la costruzione di strade e edifici privati e pubblici (scuole e impianti sportivi in particolare). «Sotto i nostri piedi c’è amianto, perché gli scarti della lavorazione venivano utilizzati per realizzare il manto stradale, sentieri e vialetti, che successivamente sono stati semplicemente ricoperti con l’asfalto», racconta una funzionaria del Comune.

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Infortuni e malattie professionali: conoscere per prevenire.  Perché il sistema informativo stenta a nascere?

Infortuni e malattie professionali: conoscere per prevenire. 
Perché il sistema informativo stenta a nascere?
Casa della Cultura di Milano, Via Borgogna 3 Milano
lunedì 22 ottobre 2018, ore 10 –13

Movimento per la Difesa e il Miglioramento del Servizio Sanitario Nazionale
sono disponibili le presentazioni

PROGRAMMA

Moderatore: Vittorio Carreri

Presentazione della tematica a cura di Eugenio Ariano, Susanna Cantoni

TUTTE LE PRESENTAZIONI 

“I primi 40 anni del Servizio Sanitario Nazionale: il contributo dell’ igiene alla salute e all’equità”

FONTE C.I.I.P

SItI – Società Italiana di Igiene – 51° Congresso Nazionale

“I primi 40 anni del Servizio Sanitario Nazionale: il contributo dell’ igiene alla salute e all’equità”
Riva del Garda – 17-10 ottobre 2018

Si è tenuto a Riva del Garda il 51° Congresso Nazionale della SItI.

Fra i numerosi contributi segnaliamo quello presentato il 19/10 (Workshop 11) dal presidente CIIP Susanna Cantoni

GB: Addetti al pulimento in prima linea nelle ferite da aghi

 

FONTE UNISON

( traduzione controllata con Google )
Le cifre mostrano l’importanza del controllo dei rischi, mentre inizia la Settimana europea della salute e della sicurezza

Quasi due terzi di coloro che chiedono il risarcimento per ferite da aghi sono gli addetti alle pulizie – principalmente a causa degli aghi che non sono stati correttamente smaltiti.

“Queste cifre sono un monito dei rischi per la salute e la sicurezza posto da punture di aghi usati, e come essi possono influenzare il personale in tutti i settori, e non solo il personale clinico”, ha dichiarato Robert Baughan assistente nazionale ufficiale di salute e sicurezza del Sindacato della Funzione Pubblica inglese UNISON in occasione della Settimana europea della salute e della sicurezza.

Il 62% di questi casi proveniva da addetti alle pulizie di tutti i settori, compresi sanità, assistenza sociale, istruzione e governo locale.

Tre quarti delle lesioni provenivano da aghi ordinati in modo errato o da quelli che non erano stati smaltiti correttamente. Il resto proveniva da aghi scartati. Nessuno degli aghi interessati riguardava dispositivi di sicurezza.

Lesioni dovute all’uso di aghi e altre arpe possono causare infezioni da virus trasmissibili per via ematica come l’HIV e l’epatite B e C.

I trattamenti post-esposizione sono migliorati nel corso degli anni, riducendo il rischio di esposizione a queste condizioni. Ma loro non l’hanno fatto.

E i trattamenti, di solito della durata di 28 giorni, sono stressante e hanno spesso effetti collaterali spiacevoli: come stanchezza, diarrea, nausea e vomito.

Il consiglio di UNISON su qualsiasi membro ferito da un forte, compresi i puntali, è urgente chiedere consiglio medico.

Il sig. Baughan ha detto che le cifre mostrano anche l’importanza dell’adozione di pratiche di lavoro sicure, in particolare la necessità e lo smaltimento di dispositivi di sicurezza.

Associazioni in piazza “con i migranti, per fermare la barbarie”

FONTE : REPORTER SOCIALE

L’invito a manifestare sabato prossimo, 27 ottobre, arriva da un nutrito gruppo di associazioni. Che affermano: “In Italia e in Europa risuonano forti campanelli di allarme. I princìpi di civiltà e di convivenza democratica sono tornati a essere bersagli di chi vuole dividere, reprimere, escludere, cacciare”

20 ottobre 2018

ROMA – “Con i migranti per fermare la barbarie”. Con questo slogan un nutrito gruppo di associazioni organizza una manifestazione in numerose piazze italiane. L’appuntamento è per sabato prossimo, 27 ottobre, “non in una ma dieci, cento città”, affermano. Già tante, come detto, le adesioni. Tra le organizzazioni aderenti troviamo Arci, Aidos, Actionaid, Antigone, Avvocato di Strada, Centro Astalli, Baobab, Cipsi, Cnca, Cocis, Cospe, Focsiv, Gruppo Abele, Legambiente, Libera, Lunaria, Oxfam, Terre des Hommes, Un Ponte per, ecc…

L’ARTICOLO SEGUE ALLA FONTE REPORTER SOCIALE

Snpa e Club di Roma, scenari globali e prospettive nazionali

FONTE AMBIENTEINFORMA

Nella Sala del Cenacolo presso il Senato a Roma il secondo evento preparatorio verso la Conferenza nazionale Snpa 2019. Un confronto con il think tank nel suo 50 anniversario su dati, conoscenza ambientale, prospettive future.

E’ possibile intraprendere la strada della sostenibilità con una popolazione, un impatto ambientale e un degrado sociale in crescita? Grazie alla disponibilità di dati e statistiche ambientali, il Club di Roma ha elaborato scenari al 2030 e 2050 rispetto ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Le proiezioni mostrano come, proseguendo nell’attuale situazione, Usa ed Europa non raggiungeranno gli obiettivi, mentre la Cina, partita dal basso, tenderà a centrarne molti più di quelli odierni.

La produzione di dati e statistiche ambientali è una delle principali attività del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente e consente di monitorare la situazione ambientale in Italia. In preparazione alla Conferenza nazionale SNPA del febbraio 2019, il Sistema ha organizzato a Roma il 19 ottobre, presso il Senato, un momento di confronto con chi questa conoscenza ambientale la mette a frutto per delineare scenari globali. L’occasione è stata il 50° anniversario del Club di Roma, il think tank fondato da Aurelio Peccei, che a distanza di mezzo secolo lancia un nuovo allarme sulla sostenibilità del nostro pianeta.

Gli scenari descritti nel volume “Come on!” mostrano una crisi ambientale strettamente connessa a quella sociale, politica, economica e morale. Sistemi economici stretti dai dettami della finanza, guerre e lotte intestine, povertà, disoccupazione e migrazioni di massa: tutto concorre ad aggravare le disuguaglianze e gli squilibri ecologici, lasciando milioni di persone in uno stato di paura e di disperazione.

Come descritto da Ernst Ulrich von Weizsäcker, co-presidente del Club di Roma, siamo passati in poco tempo da un mondo “vuoto” ricco di natura e con scarsa presenza umana, ad uno “pieno” povero di biodiversità e straripante di esseri umani, prodotti tecnologici e rifiuti. A partire dalla metà del secolo scorso, è iniziata la cosiddetta “grande accelerazione” (the great acceleration), che ha portato il mondo ad un incremento continuo e straordinario  del numero di esseri umani, allo sfruttamento energetico, alla crescita delle aree urbane, dei veicoli, dell’uso dell’acqua, alla deforestazione e alla  perdita di suolo. Nonostante i grandi progressi scientifici dell’umanità, non sappiamo come potrebbe reagire il pianeta se supereremo quella soglia critica oltre la quale si possono innestare effetti devastanti.

Cinque sono le azioni urgenti da mettere in campo, secondo Jorgen Randers, accademico norvegese tra gli autori di “The limits to Grow” nel 1972. Smettere di usare combustibili fossili entro il 2050, trasformare in modo sostenibile l’agricoltura, combattere la povertà utilizzando il metodo cinese – ad oggi il più efficace in base ai dati empirici, operare una ridistribuzione del reddito (basterebbe utilizzare l’1-2% del Pil globale), così che l’aumento del benessere produca una riduzione della fertilità anche nei paesi in via di sviluppo.

Molte delle sfide ambientali si giocano nei paesi in via di sviluppo e, come ha sottolineato Anders Wijkman, politico svedese co-presidente del Club di Roma, è interessante quanto sta facendo l’Italia con accordi di partnership  per aiutare alcuni paesi del sud del mondo a tagliare le emissioni. Necessaria una rivoluzione in molti settori, dai combustibili fossili all’agricoltura.

Il Sistema nazionale per la Protezione dell’Ambiente è convinto sia urgente operare una riflessione sullo sviluppo sostenibile del nostro Paese, inserito nel contesto europeo e mondiale, a partire dagli scenari globali descritti in “Come on!”.

Prossimo appuntamento preparatorio verso la Conferenza nazionale Snpa è a Palermo il 5 e 6 dicembre 2018 per parlare di servizi ai cittadini, livelli essenziali di tutela e sfide ambientali del Mezzogiorno.

Canada: messa al bando dell’amianto, finalmente !

18 ottobre 2018

FONTE :IBAS Blog – Laurie Kazan-Allen

 

Nel settembre 2003, quando i delegati alla prima conferenza internazionale per la messa al bando dell’amianto in Canada si sono riuniti nel Parlamento di Ottawa per due giorni di presentazioni e discussioni, 1 deputati sostenitori di questo evento furono sottoposti a un bombardamento di fax pro-amianto, un altro “rapporto scientifico” che “assolveva”  l’amianto crisotilo (bianco) è stato rilasciato dalla lobby del settore e Parliament Hill era inondata di picchetti provenienti dalla regione mineraria dell’amianto del Québec.

Dopo quindici anni e molte discussioni e iniziative  sulla messa al bando dell’amianto ,  il governo canadese ha finalmente adottato divieti per chiudere l’importazione, la vendita e l’uso dell’amianto nel paese che per la maggior parte del XX secolo è stata la più grande nazione produttrice di amianto del mondo.

I divieti non sono perfetti in quanto esentano il trattamento commerciale dei rifiuti di estrazione dell’amianto – contenenti fino al 40% di amianto – e l’uso di amianto nella produzione di cloro-alcali, ma l’importanza di questi divieti non deve essere sottovalutata. 2 Per decenni le parti interessate dell’amianto canadese hanno esercitato una stretta sul programma nazionale sull’amianto in misura tale che:

  • nel 1998 il governo canadese istituì una contestazione legale presso l’Organizzazione mondiale del commercio contro il divieto di amianto del 1996 da parte del governo francese 3 ;
  • Funzionari civili e diplomatici canadesi hanno agito come lobbisti non pagati per interessi acquisiti dall’amianto interferendo nei dialoghi sull’amianto in mercati chiave come il Messico, il Brasile e l’India e rendendo le ambasciate disponibili per eventi pro-amianto;
  • l’associazione commerciale canadese sull’amianto – denominata Istituto Asbestos e più recentemente l’Istituto Chrysotile – parzialmente finanziata da contribuenti federali e provinciali, 4 per decenni ha orchestrato una campagna di marketing globale multilingue utilizzando una varietà di tecniche tra cui: la produzione  di “Rapporti scientifici pro- amianto” ,   campagne di disinformazione per creare dubbi nelle menti del personale governativo, dei consumatori e dei sindacalisti riguardo ai pericoli delle esposizioni all’amianto; e forti misure di pressione e intimidazione  per mettere a tacere i critici e condizionare  i dipendenti presso le agenzie internazionali incaricate di proteggere la salute professionale e occupazionale. Il  Canada, un paese così strettamente identificato con l’amianto,  ora può finalmente affrontare la verità, così anche le altre nazioni. Le notizie di Ottawa offrono la speranza che il futuro sia privo di amianto.

1 Kazan-Allen L . Amianto canadese: una preoccupazione globale . Settembre 2003
http://ibasecretariat.org/lka_ottawa_conf_rep_03_plus.php

2 Divieto canadese di amianto e prodotti contenenti norme sull’amianto. 1 ottobre 2018.
http://www.gazette.gc.ca/rp-pr/p2/2018/2018-10-17/html/sor-dors196-eng.html

3 Castleman B. Il caso dell’amianto dell’OMC e le sue implicazioni sanitarie e commerciali. 1 dicembre 2000.
http://www.ibasecretariat.org/bc_wto_seattle.php

4 Kazan-Allen L. The Rise and Fall of the Chrysotile Institute . 1 maggio 2012.
http://ibasecretariat.org/lka-rise-and-fall-of-chrysotile-institute.php

Turchia. Torna lo sciopero nel cantiere del nuovo aeroporto di Istanbul

FONTE ALENCONTRE.ORG

Postato da Alencontre il 19 ottobre 2018

Di Uraz Aydin

Atatürk o Abdülhamit? Come si chiamerà il nuovo e gigantesco aeroporto di Istanbul, quello del fondatore della Repubblica o del Sultano ottomano? Ecco come i termini dell’unico dibattito pubblico riguardante il terzo aeroporto in cui ciascuno scelse il proprio campo in base alla propria posizione nel contesto della polarizzazione politica e culturale che regnava nella società turca. Fino al giorno in cui decine di migliaia di lavoratori hanno espresso la loro rabbia nei confronti di condizioni insopportabili nel grande cantiere, fermando il lavoro, imponendo così la propria agenda che sconvolge la confortevole situazione dell’attuale dibattito.

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE ALENCONTRE.ORG

Travail & Sécurité : numéro d’octobre 2018

Segnalazione

Numéro 798 de la revue Travail & Sécurité

Dans ce numéro, découvrez un dossier sur la formation initiale. Développer des compétences en prévention des risques dès l’enseignement professionnel et supérieur permet de diviser par deux les accidents du travail chez les jeunes, une population particulièrement vulnérable.

La Rivista Travail & Sécurité n°ro 798

PdE Rivista di psicologia applicata all’emergenza, alla sicurezza e all’ambiente. Anno 14, numero 50 Ottobre 2018

E’ disponibile online

PdE
Rivista di psicologia applicata all’emergenza, alla sicurezza e all’ambiente. Anno 14, numero 50 Ottobre 2018

In questo numero

– Comportamenti prosociali: come attivarli in emergenza
di Antonio Zuliani

– Il rischio, la sua percezione e la sua accettabilità
di Wilma Dalsaso e Elisabeth Gesualdi

– Odori e Culture
di Martina Zuliani e Antonio Zuliani

LA RIVISTA

Classificazione, etichettatura e imballaggio di prodotti chimici in assenza di un accordo Brexit

FONTE  GOVERNO UK 

Guida

Classificazione, etichettatura e imballaggio di prodotti chimici  ( Reach) in assenza di un accordo Brexit

In che modo la classificazione, l’etichettatura e il confezionamento di sostanze chimiche pericolose sarebbero regolamentati se il Regno Unito lasciasse l’UE nel marzo 2019 senza alcun accordo.

LA GUIDA 

VEDI INOLTRE LE GUIDE DI ADATTAMENTO  PER LE ALTRE TEMATICHE

Endocrine disruptors: an occupational risk in need of recognition Marie-Anne Mengeot (journalist)

FONTE : ETUI.ORG

Publication date : 2016
Number of pages : 72
Author(s) :
Marie-Anne Mengeot (journalist)

With the collaboration of :
Tony Musu and Laurent Vogel (ETUI)

Edited by :
ETUI, Brussels

This guide is intended for representatives (in particular those on health and safety committees) of workers potentially exposed to endocrine disruptors at work. It takes stock of research findings on the health consequences of workers being exposed to chemical substances with potentially harmful effects on the endocrine system.
Its aim is to raise the awareness of union officials and political decision-makers to this largely unrecognised public and workplace health risk. A further aim is to draw attention to the gaps in European legislation on the prevention of this type of workplace risk. As such, it contributes to the 2016-2017 “Cancer and Work” campaign organized by European trade unions.
On 4 October 2018 the guide received the 2018 Prescrire Prize in Paris. Read more here

Collection: Guide
ETUI, ISBN 978-2-87452-432-5 , ISBN 978-2-87452-433-2 (pdf)
For more information, please contact
Géraldine Hofmann, Publications Officer
Buy printed version :
€10.00

Per scaricare la brochure in formato digitale nelle lingue inglese e francese vai a ETUI.ORG
Endocrine disruptors: an occupational risk in need of recognition (EN)
Perturbateurs endocriniens: un risque professionnel à (re)connaître (FR)
Hungarian version (HU)

GB: Il sindacato dei piloti mette in guardia i politici sul pericolo che hanno i piloti di “dormire sul lavoro” a causa della fatica

Pubblichiamo questa notizia tratta dal sito dei piloti inglesi Balpa perchè è molto significativa rispetto alla sicurezza dei voli. Il rischio per i piloti di “dormire ad occhi aperti” non è un caso remoto. Le denunce dei piloti rispetto ai turni, al carico di lavoro sono assai preoccupanti, non riguardano solo i piloti britannici, coinvolgono, verosimilmente, tutto il settore dell’aviazione civile. L’iniziativa dei piloti inglesi di riferire ai decisori politici sulle condizioni di lavoro è senz’altro un primo passo per una maggiore gestione del rischio in tutto il settore a cominciare dalle compagnie low cost. Editor

traduzione assistita da google translator

 


FONTE BALPA

Data di rilascio: 15/10/2018

L’Associazione dei piloti di linea aerea britannica (BALPA) dirà ai parlamentari che occorre fare di più per garantire che una cultura comprenda, stabilisca le priorità e gestisca l’affaticamento, in particolare nei settori critici per la sicurezza come l’aviazione.

Il capo della sicurezza del volo BALPA, il dott. Rob Hunter, terrà il briefing al seminario sul sonno e la salute a Portcullis House martedì 16 ottobre. Esperti di medicina, ricerca e settori professionali saranno presenti per mettere in evidenza le ultime ricerche e discutere le implicazioni per la politica.

Il dott. Hunter metterà in evidenza i problemi che i piloti devono affrontare nei turni di lavoro in cui gli orari di inizio variano drammaticamente di giorno in giorno, attraversando i fusi orari e rimanendo lontani da casa. Discuterà anche il problema del sonno involontario a chi è al comando del volo ed esaminerà le cose che impediscono gli incidenti legati alla fatica.

Il dott. Hunter sottolineerà che una cultura della fatica simpatica nell’aviazione, dove i piloti non temono di essere penalizzati per aver segnalato livelli inaccettabili di stanchezza, è vitale.

Dr Hunter dirà:

“Nell’aviazione, e in realtà in qualsiasi settore critico per la sicurezza, dobbiamo capire la fatica e creare una cultura che la metta in evidenza e la mitighi.

“Il team di Out Flight Safety ha monitorato i registri e gli orari dei piloti e ha evidenziato numerosi accordi di lavoro che stanno mettendo a dura prova gli equipaggi.

“C’è una discrepanza nel numero di rapporti ufficiali di stanchezza ricevuti dall’Autorità per l’aviazione civile (CAA) e ciò che i piloti ci dicono che stanno vivendo. Riteniamo che ciò dipenda dalla mancanza di una cultura aziendale che non biasimi i piloti che denunciano condizioni di lavoro troppo gravose e non sanzioni coloro che segnalano i pericoli di addormentarsi durante il volo.
“Anche BALPA sente sempre più casi di malattie a lungo termine legate all’affaticamento e al” burnout “, nonché una maggiore domanda di lavoro part-time. Questi sono indicatori che i livelli di lavoro attuali non possono essere sostenuti.

“Come industria non possiamo cadere nella trappola di” dormire sul lavoro “quando si tratta di fatica. È fondamentale che in tutto il settore ci si occupi di questo problema e si introducano sistemi di gestione della fatica sensibili.

“Questo briefing dà a BALPA la possibilità di aiutare chi è al potere a comprendere la complessità del problema e concentrarsi su come possiamo iniziare a mitigare la fatica”.

Dr Rob Hunter Biografia:

Il dott. Rob Hunter è a capo della sicurezza del volo per la British Airline Pilots ‘Association ed è un commissario per la sicurezza dei trasporti. È un medico qualificato, un consulente specialista in medicina aeronautica e pilota di Boeing e Airbus. Gestisce un dipartimento che sta studiando “quanto è stanco è troppo stanco” per i piloti di linea aerea intraprendere il proprio lavoro.

‘Un lavoro dovrebbe essere sufficiente!’: Lavoratori Marriott in sciopero nelle città degli Stati Uniti

FONTE IUF.ORG

4 ottobre 2018  Notizie


Più di 1.500 membri di UNITE HERE hanno lasciato il lavoro in sciopero a tempo indeterminato presso 7 hotel a marchio Marriott a Boston, USA, il 3 ottobre a sostegno della loro richiesta di posti di lavoro sicuri e sufficienti per vivere. Il giorno seguente, sono stati raggiunti dai lavoratori negli hotel Marriott di San Francisco e San Jose, in California, portando il numero totale di aderenti allo sciopero a 4.000. Lunghi negoziati non sono riusciti a soddisfare le richieste del sindacato per un accordo che avrebbe portato salari dignitosi, sicurezza sul posto di lavoro e una migliore protezione contro le molestie sessuali che affliggono i lavoratori dell’ospitalità.

I membri dell’Unione si stanno anche preparando per possibili azioni di sciopero al Marriott in altre città in tutto il paese dopo che i membri hanno votato a stragrande maggioranza per autorizzare gli scioperi se la contrattazione fallisce.

Il Marriott, con oltre 6.500 proprietà in tutto il mondo e nuovi alberghi aperti ogni giorno, è il più grande gruppo alberghiero del mondo e uno standard per l’industria. L’IUF ha lanciato un nuovo sito web – workersofmarriott.org – per monitorare la conformità di Marriott agli standard internazionali sui diritti umani durante le loro operazioni, compreso il diritto fondamentale di tutti i lavoratori negli hotel Marriott di unirsi o formare un’unione e negoziare collettivamente i termini e le condizioni dei loro l’occupazione. I lavoratori Marriott dicono “Un lavoro dovrebbe essere sufficiente!” a Boston … San Francisco … e San Jose, California.

http://www.iuf.org/w/sites/default/files/MarriottBoston2.jpg