La Commissione Europea  interviene per proteggere meglio i lavoratori dalle sostanze chimiche cancerogene

05/04/2018

Fonte Commissione Europea

Commission takes action to better protect workers against cancer-causing chemicals

( Testo pubblicato dalla Direzione Occupazione, Affari Sociali e Inclusione Sociale della Copmmissione Europea – segue la traduzione in italiano del testo assistita da Google )

The Commission proposes to limit workers’ exposure to five cancer-causing chemicals, in addition to the 21 substances that have already been limited or proposed to be limited since the beginning of this mandate. Estimates show that today’s proposal would improve working conditions for over 1,000,000 EU workers and prevent over 22,000 cases of work-related illness.

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La messa al bando dell’amianto non danneggia l’economia

Fonte:
Lucy P Allen, Jorge Baez, Mary Elizabeth C Stern, Ken Takahashi and Frank George. Trends and the Economic Effect of Asbestos Bans and Decline in Asbestos Consumption and Production Worldwide, International Journal of Environmental Research and Public Health, volume 15, number 3, page 531, 2018.

Sintesi dell’articolo apparso sul Bollettino del TUC britannico TUC RISK 7 APRILE 2018

La messa al bando dell’amianto non ha danneggiato le economie dei paesi che hanno messo al bando l’amianto. I ricercatori dell’Ufficio Europa della Organizzazione mondiale della Sanità, dell’Università di Sidney ed un gruppo di consulenti economici statutinensi hanno rilevato che le economie che hanno messo al bando l’amianto si sono rapidamente riprese, mentre i paesi che persistono nell’uso dell’amianto potranno attendere costi rilevanti come risultato.

I risultati pubblicati sulla rivista International Journal of Environmental Research e Public Health affermano : ” Nei paesi in cui è stato messo al bando l’amianto non abbiamo riscontrato un impatto economico negativo osservabile a seguito dell’istituzione di divieti. Nella misura in cui l’amianto rappresenta una quota altrettanto piccola nelle economie degli attuali consumatori, non ci si aspetta che un divieto simile abbia un grande impatto economico a livello nazionale. Da una parte nei paesi ove l’amianto è stato messo al bando la mancata produzione e/o consumo non ha ha avuto un impatto economico negativo. Al contrario l’uso continuato dell’amianto produce costi molto elevati per le bonifiche, rimozioni, interventi sanitari e assicurativi.

MORTI SUL LAVORO – Damiano e Montagnino: 10 anni fa veniva scritto e mai attuato il Testo unico sulla sicurezza

FONTE DIARIODElAVORO.IT

MORTI SUL LAVORO

10 anni fa, il 9 aprile 2008, veniva emanato il Testo Unico per il contrasto agli incidenti e alle morti sul lavoro, il cosiddetto Decreto 81. Oggi ritorna di drammatica attualità dopo i dati registrati nei primi mesi del 2018. Dall’inizio dell’anno si contano 159 morti sul lavoro: un record. Quasi una vittima al giorno.

Cesare Damiano e Antonio Montagnino ricordano il Testo Unico in un articolo di “Lavoro & Welfare”: “ I capisaldi di questo complesso normativo sono la Prevenzione, i Controlli, la Formazione, l’Informazione, il Sostegno alle piccole e medie imprese, gli Incentivi alle imprese virtuose.”

Il Testo è stato scritto durante il Governo Prodi e mai attuato. Ha subito delle modifiche, “peggiorative” – secondo l’ ex Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale e l’ex Sottosegretario al Lavoro e alla Previdenza Sociale – durante il Governo Berlusconi ed è sostanzialmente rimasto indifferente durante i governi successivi.

“È indispensabile ritornare a porre al centro dell’agenda politica il tema della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, partendo dalla convinzione che non rappresenta un costo ma un investimento. È indispensabile che il prossimo Governo, a prescindere dal colore politico, si impegni a porre questo tema tra le priorità concrete” hanno concluso.

09 Aprile 2018

“Morti e produttività, rovesciare il ragionamento”. Il domenicale di Controlacrisi, a cura di Federico Giusti

Fonte Controlacrisi.org

La mattanza continua, le statistiche degli infortuni e delle morti, delle malattie professionali contratte nei luoghi di lavoro andrebbero aggiornate di giorno in giorno. 1,67 morti al giorno, è questa la percentuale stando alle statistiche ufficiali che poi in fatto di salute e sicurezza sono sottostimate. Non si tratta di applicare normative di legge perchè queste normative sono facilmente aggirabili e chi dovrebbe vigilare (gli ispettori asl) sono in numero insufficiente da anni, anzi hanno organici cosi’ risibili da effettuare ormai solo controlli a campione.

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« Ignorance scientifique et inaction publique. Les politiques de santé au travail par Henry Emmanuel »,

Ignorance scientifique et inaction publique

1La manière dont la science est mobilisée dans la gestion de technologies dangereuses s’est retrouvée au centre de l’attention à l’automne 2017 en Europe. De nombreux pays membres se sont opposés à la réautorisation du glyphosate, une substance active contenue dans de nombreux herbicides, malgré l’avis favorable des agences sanitaires communautaires. C’est la capacité de ces agences à produire une expertise indépendante qui était remise en question. En décrivant les dispositifs équipant la reconnaissance des maladies professionnelles en France, Emmanuel Henry apporte un éclairage original sur ces questions. Il dépasse les réflexions sur l’indépendance de l’expertise pour interroger les effets inhérents à cette manière particulière de mobiliser la science. Deux dispositifs sont décrits : les tableaux de maladies professionnelles et les valeurs limites d’exposition (VLEP). L’ouvrage est organisé en deux parties et quatre chapitres.

2Le point de départ de la première partie est le fonctionnement problématique du système français de reconnaissance des maladies professionnelles dans le cadre de l’AT/MP, branche de la sécurité sociale chargée de repérer et réparer ces maladies. En dehors des cancers liés à l’amiante et des troubles musculo-squelettiques, il ne reconnaît que 850 maladies liées à l’activité professionnelle chaque année, ce que l’auteur dénonce comme une sous-reconnaissance criante.

Alexis Aulagnier, « Ignorance scientifique et inaction publique. Les politiques de santé au travail par Henry Emmanuel », Perspectives interdisciplinaires sur le travail et la santé [En ligne], 20-1 | 2018, mis en ligne le 01 février 2018, consulté le 08 avril 2018. URL : http://journals.openedition.org/pistes/5612

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU PISTES 

In Giappone i lavoratori e le lavoratrici del commercio sempre più maltrattate/i dai clienti con insulti del tipo : “Imbecille ! Abbandona questo lavoro!”

 

8 aprile 2018 (Mainichi, Giappone)
fonte MAINICHI

( SINTESI DEI CONTENUTI DELL’ARTICOLO )

Secondo l’articolo apparso in questo quotidiano giapponese l’abuso verbale da parte dei clienti sarebbe aumentato nei settori della vendita al dettaglio e della distribuzione.
Molti addetti alle vendite verrebero insultati ed esortati a “lasciare il lavoro o a morire”. Di solito sono i clienti ad essere responsabili dei problemi per cui danno la colpa ed aggrediscono gli addetti alle vendite.
Nell’articolo vengono riportati diversi esempio di molestie da parte dei clienti contro gli addetti alle vendite.
Si riporta il caso di un commesso quarantenne di un grande magazzino di Tokio vessato da una cliente che voleva comprare un certi prodotto che nel negozio era esaurito. Il commesso aveva suggerito altri negozi della catena ove trovare l’articolo , la donna aveva chiamato poi una decina di volte con insulti e minacce ” fammi parlare con il tuo capo”.
L’uomo ha dichiarato di essere in ansia per il timore di ricevere nuove telefonate …
Secondo un addetto all’ufficio reclami di un’azienda della grande distribuzione di Tokio questi episodi sarebbero in forte crescita. Vi sono giovani commessi che non reggono lo stress e si licenziano.
Il sondaggio che ha coinvolto 50.000 intervistati rileva che il 70% avrebbe subito molestie, insulti e minacce da parte dei clienti. Per il 28 % affermano di avere sopportato insulti molto pesanti e offensivi per la loro dignità personale. Oltre 300 hanno dichiarato di avere sofferto di danni psicologici.
Il sindacato ha promosso iniziative di ricerca e ha predisposto la elaborazione di linee guida per aiutare il personale a fare fronte a questi atti di violenza da parte della clientela.
Il sindacato richiede altresì che il governo adotti misure per arginare questo fenomeno in crescita

LINK ALL’ARTICOLO
You fool! Quit your job!’: More retail, distribution industry staff abused by customers

SEMINARIO C.I.I.P >> LAVORO CHE CAMBIA: CAMBIA LA PREVENZIONE ? SONO DISPONIBILI LE PRESENTAZIONI

CIIP: Seminario interassociativo a inviti
SONO DISPONIBILI LE PRESENTAZIONI
LAVORO CHE CAMBIA: CAMBIA LA PREVENZIONE ? 
Milano, Museo del Risorgimento – Sala conferenze Palazzo Moriggia, Via Borgonuovo 23
Venerdì 6 aprile 2018 ore 9.00-16.30

LINK AL SITO DELLA C.I.I.P 

RAS – RAPPORTO SETTIMANALE- SETTIMANA 13 – 2018 – PRODOTTI PERICOLOSI

RAPPORTO SETTIMANALE- SETTIMANA 13 – 2018

Rapid Alert System è il sistema UE per tutti i prodotti di consumo pericolosi, ad eccezione di alimenti, prodotti farmaceutici e dispositivi medici. La relazione include informazioni dettagliate sui prodotti interessati, i rischi, lo Stato membro notificante e le misure adottate in risposta. Il sistema di allarme rapido consente uno scambio rapido di informazioni tra 31 paesi europei e la Commissione europea in merito a prodotti non alimentari pericolosi che presentano un rischio per la salute e la sicurezza dei consumatori. Ogni settimana, un aggiornamento delle ultime segnalazioni inviate dagli Stati membri è pubblicato sul sito web. Questo servizio di messaggi consente agli abbonati di essere informati su questi avvisi ogni settimana.

La Commissione non si assume alcuna responsabilità per l’accuratezza delle informazioni fornite. Nel caso in cui ulteriori informazioni ricevute da un’autorità nazionale competente in merito a una notifica già pubblicata conduca alla modifica o alla revoca delle informazioni, la Commissione includerà una rettifica o un avviso di ritiro nella prossima panoramica settimanale.

RAPPORTO SETTIMANALE- SETTIMANA 13 – 2018

Pleins feux sur les cancers de la peau liés au travail. Les dermatologues demandent à l’UE d’agir

 FONTE  ETUI

Quand il est question des cancers professionnels, les rayonnements ultraviolets sont rarement présentés comme un risque majeur par rapport à d’autres cancérogènes tels que les solvants ou les poussières toxiques. Le 27 mars, une association de dermatologues a rappelé aux décideurs que les cancers de la peau sont la forme la plus répandue de cancers liés au travail dans l’Union européenne. Ils ont appelé l’Union européenne à améliorer la législation européenne sur la protection de la santé des travailleurs afin de renforcer la prévention sur le lieu de travail et d’assurer une reconnaissance plus large des cancers de la peau en tant que maladies professionnelles.

Les cancers de la peau – mélanomes et autres cancers de la peau – sont des cancers qui peuvent être évités aisément en adoptant des mesures peu coûteuses et simples à mettre en œuvre. Néanmoins, les personnes qui travaillent à l’extérieur sont très peu informées et sensibilisées aux risques qu’elles encourent en étant exposées à des rayonnements ultraviolets naturels et artificiels au travail. C’est le message principal délivré par le Dr Swen Malte John, professeur de dermatologie à l’université d’Osnabrück (Allemagne), lors d’une réunion au Parlement européen à Bruxelles qui a réuni des professionnels, des décideurs politiques et d’autres parties prenantes.

Pour remédier à ce manque de sensibilisation et attirer l’attention sur les coûts économiques et humains du cancer de la peau au travail, l’Académie européenne de dermatologie et de vénéréologie mène depuis plusieurs années une campagne de sensibilisation. Devant trois eurodéputés, Marita Ulvskog (groupe S&D), Jens Gieseke et Alojz Peterle (groupe PPE), le professeur Malte a appelé à une révision de la directive sur la protection des travailleurs contre les agents physiques, législation qui a déjà été révisée en 2006 mais sans  intégrer les rayonnements UV naturels de son champ d’application.

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Aerotoxic Syndrome, un problema negato che esiste e va affrontato

 

 

Segnaliamo la problematica sollevata da tempo dal personale di volo di molte compagnie aeree. Il tema della “Aerotoxic Syndrome”  “Sindrome aerotossica” è il nome collettivo di una vasta gamma di disturbi di salute apparentemente vaghi e non correlati. È un termine controverso, per una malattia la cui esistenza è stata costantemente negata per decenni da una lobby molto forte del settore aereo. Nel 1999, il Dr. Harry Hoffman (USA), il Prof. Chris Winder (Australie) e Jean Christophe Balouet PhD (Frankrijk) hanno pubblicato un rapporto scientifico in cui il termine “Sindrome Aerotossica” è stato usato per la prima volta: “Sindrome aerotossica: effetti negativi per la salute a seguito dell’esposizione alla nebbia di un getto d’olio durante i voli commerciali “. Il rapporto descrive i risultati dell’esposizione ai vapori degli oli lubrificanti utilizzati nei motori a reazione. Anche se l’industria aerea cerca di farvi credere altro, questo accade abbastanza spesso. Come risultato di  perdite di olio dai motori, l’aria utilizzata per la pressurizzazione della cabina e la ventilazione viene contaminata da particelle di olio contenenti organo fosfati.Naturalmente il rischio è tanto più elevato quanto più gli scambiatori di calore sono obsoleti con eventuali microfessurazioni.

Sono molti i siti che denunciano questa tematica, tra questi segnaliamo  il sito olandese  Aerotoxic Syndrome 

Su Facebook segnaliamo la pagina italiana  AEROTOXIC CREW HELPLINE

Altri  articoli interessanti  sono apparsi sul sito tedesco http://www.anstageslicht.de

Poison in the Airplane? Fume Events, Contaminated Cabin Air and Aerotoxic Syndrome

Contaminated Cabin Air: A Health Problem becomes certainty. The Chronology of the socalled Aerotoxic Syndrome

Come in altre occasioni ( vedi le vicende Amianto, CVM , ecc) per molto tempo le lobbie industriali interessate hanno promosso campagne per sminuire o negare la pericolosità  di certi prodotti o di certe situazioni di esposizione a rischio . E’ invece opportuno e necessario che i Centri di Ricerca in OH&S sviluppino rapidamente  ricerche non di parte aziendale, sul campo, per misurare la pericolosità e le cause del fenomeno denunciato da tempo  dal personale di volo, piloti e assistenti di cabina. Editor

Pubblicato il Rapporto Prevenzione 2017 – Nuovi strumenti per una prevenzione efficace

FONTE OSSERVATORIOPREVENZIONE

L’importanza strategica della prevenzione e la necessità di adeguati investimenti in questo settore continuano a essere, in Italia forse più che in altri Paesi, ancora sottostimate.

Sebbene gli interventi realizzati dal Governo negli ultimi anni, inclusi i Piani Nazionali della Prevenzione, sembrino indicare un’importante inversione di tendenza, la convinzione, tra gli studiosi di sanità pubblica e gli operatori del settore, è che il cammino da fare per il raggiungimento di una prevenzione realmente al passo dei tempi sia ancora lungo.

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VI Convention Nazionale dei Direttori del Dipartimenti di Prevenzione Ospedale San Gallicano Sala Benedetto XIII Roma – Via San Gallicano, 25/a venerdì 20 aprile 2018

VI Convention Nazionale dei Direttori del Dipartimenti di Prevenzione
Ospedale San Gallicano Sala Benedetto XIII
Roma – Via San Gallicano, 25/a

venerdì 20 aprile 2018 – ore 08:45–14:30

Organizzata da SItI, SNOP, SIMeVeP. e FSK

Programma

08.45 Welcome coffee – Registrazione Partecipanti

09.00 Saluto introduttivo del presidente SitI
Fausto Francia
Saluti dei Direttori di Dipartimento di Prevenzione delle ASL di Roma

PRIMA SESSIONE:
La salute di tutti gli esseri viventi

MODERATORI :
Giorgio Di Leone – Antonio Ferro

09.30 Dalle precedenti Convention all’oggi e verso il futuro – relazione introduttiva a cura delle Società scientifiche
Antonio Sorice

09.45 La 833 nel nuovo secolo: attualità, criticità e adattamenti necessari
Claudio Calabresi

10.00 Igiene pubblica, Medicina del lavoro, Veterinaria, insieme per la prevenzione: Esperienze, criticità, punti di forza e possibili sviluppi:

  • Emergenza Chikungunya nel Comune di Anzio
    Roberto Gianmattei, Donatella Varrenti
  • La fragilità come elemento di pianificazione degli interventi in prevenzione
    Paolo Pandolfi
  • Il caso ILVA a Taranto: un approccio intersettoriale
    Michele Conversano
  • Il Modello One-Health nel dipartimento di prevenzione
    Luca Sala
  • L’azione dei Dipartimenti di Prevenzione nella maxi emergenza: l’esperienza del terremoto del centro Italia 2016-2017 nelle Marche
    Giuliano Tagliavento
  • Il nuovo Codice della Protezione Civile e i nuovi LEA: un rinnovato approccio dei Dipartimento di Prevenzione alle emergenze non epidemiche
    Antonio Tocchio

11.45 INTERVALLO

12.00 Una riflessione comune e una discussione sulle modifiche culturali ed organizzative da mettere in campo nei Dipartimenti di Prevenzione per favorire un approccio maggiormente integrato alle problematiche di salute
Discutono:
Enrico Di Rosa, Aldo Grasselli, Fulvio Longo, Angelo Tanese

SECONDA SESSIONE:
Contributi programmati

MODERATORI:
Sandro Cinquetti – Massimiliano Di Domenico

12.45 I Tecnici della prevenzione
Vincenzo Marcotrigiano

13.00 Gli Assistenti Sanitari
Anna Fabbro

13.15 Osservatorio Italiano della Prevenzione Fondazione Smith Kline
Francesco Calamo Specchia

13.30 Discussione generale

14.00 Conclusioni del presidente SNOP
Anna Maria Di Giammarco

14.30 LIGHT LUNCH

Segreteria Organizzativa:
Fondazione Smith Kline Via Fleming, 2 – 37135 VERONA
Tel. 045 505199 – 335 477194 – 335 1436769
info@fsk.it  – www.osservaprevenzione.it

La partecipazione alla manifestazione è gratuita.

scarica il programma

R A Z I O N A L E

La intersettorialità e la multiprofessionalità si affermano sempre più come elementi cardine delle strategie di prevenzione sanitaria. L’approccio “One Health” che parte dal presupposto che la salute delle persone, degli animali e gli ecosistemi siano interconnessi, prevede una stretta collaborazione da parte di tutti gli attori che hanno un impatto diretto o indiretto sulla salute, sia interni che esterni al perimetro del mondo sanitario tradizionale, lavorando in maniera trasversale e ottimizzando le risorse e gli sforzi nel rispetto dell’autonomia dei vari settori.

Ciò è vero in maniera precipua all’interno dei Dipartimenti di Prevenzione, che hanno il compito di portare questa lettura dei problemi di salute e questa modalità di azione nei tavoli programmatori e nelle strategie operative dei vari settori della vita civile, contrastando le disuguaglianze e affrontando le fragilità. Non si può essere credibili però se noi per primi creiamo barriere verticali a processi trasversali, che invece rappresentano la maniera migliore per un approccio globale.

Partendo da una riflessione sul tragitto fatto, sulle criticità e sui risultati ottenuti, vogliamo ragionare insieme sui percorsi di miglioramento possibili, presentando alcune esperienze affrontate con ottica interdisciplinare. Inoltre vogliamo riflettere su come recuperare potenzialità operative attraverso un migliore

Convegno “FERRARA SENZA AMIANTO”: IL PIANO AMIANTO REGIONALE EMILIA ROMAGNA -13 APRILE 2018


La Camera del Lavoro CGIL di Ferrara con l’Associazione Familiari e Vittime Amianto Emilia Romagna, nell’ambito della “II ASSEMBLEA PUBBLICA DEI RLS-RLST E DELLE CATEGORIE TERRITORIALI DELLA CGIL DI FERRARA SUI TEMI DELLA SALUTE E SICUREZZA” organizzano il Convegno pubblico dal titolo:

FERRARA SENZA AMIANTO
RILANCIARE LA PREVENZIONE PUBBLICA IN ATTUAZIONE DEL PIANO REGIONALE AMIANTO
NEI POSTI DI LAVORO E NEL TERRITORIO PROVINCIALE
Venerdì 13 Aprile 2018 – Ore 9.00 – 12.30
Ferrara
Sala della Musica  – Via Boccaleone, 19


Per leggere tutta la notizia e scaricare la locandina ed il pieghevole invito col programma clicca qui

 

Difficile da digerire, il lavoro duro dei riders bolognesi

Fonte FiomNotizieBologna

 

 

E’ una serata qualsiasi al circolo Arci RitmoLento.  Sono le dieci e mezza e le attività del circolo sono finite. La maggior parte dei frequentatori inizia ad andare verso il letto. Non è raro che vi siano serate in cui il RitmoLento si riempa di riders. Ma chi sono i riders? I riders sono i tradizionali fattorini inquadrati nel nuovo settore del “food-delivery” (consegna del cibo). Quando termina il turno capita che si riuniscano per conoscersi e confrontarsi.

Dall’autunno scorso i riders della città hanno cominciato a incontrarsi periodicamente e organizzarsi sotto il nome di Riders Union Bologna. L’obiettivo? Rivendicare condizioni contrattuali migliori, ottenere diritti e tutele oggi assenti, divenire un punto di riferimento e di mutuo aiuto per i fattorini della gig economy. L’ultima iniziativa è stata lo sciopero inter-piattaforma di venerdì 23 febbraio, mentre era in corso una pesante nevicata. Nemmeno il freddo e il gelo sono riusciti a impedire il corteo in bicicletta per le vie del centro.

Per comprendere bene in quale contesto si inserisca questo sciopero, quali siano le condizioni dei lavoratori del food delivery e la situazione bolognese, è però necessario fare qualche passo indietro. Fin dall’ inizio del 2016 il settore del food delivery a Bologna era interamente occupato da un’unica piattaforma online che copriva la stragrande maggioranza dei ristoratori bolognesi, PizzaBo, e la cui unica funzione era quella di offrire uno spazio virtuale di incontro tra domanda e offerta. Ogni pizzeria gestiva la consegna degli ordini autonomamente, tramite i propri fattorini. Nel 2016 PizzaBo è stata venduta a Justeat, un colosso mondiale del food delivery. Da quel momento abbiamo assistito a una progressiva invasione di altre compagnie internazionali del settore; una invasione che si è accompagnata a una proliferazione di ristoranti e pizzerie, tanto che Bologna è ormai definita “city of food”(città del cibo).

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Intervista ad Andrea Cerase, autore della monografia “Rischio e comunicazione. Teorie, modelli e problemi”

 

FONTE  ARPATNEWS

Riproduciamo dalla fonte Arpatnews l’intervista ad Andrea Cerase che ringraziamo . editor

Intervista ad Andrea Cerase, autore della monografia “Rischio e comunicazione. Teorie, modelli e problemi”

Su Arpatnews abbiamo pubblicato una serie di interviste ad esponenti di associazioni ambientaliste, giornalisti, professionisti della comunicazione, esperti delle tematiche della trasparenza, per approfondire temi quali la comunicazione, l’informazione ambientale e processi partecipativi.

Rivolgiamo qui qualche domanda ad Andrea Cerase, dottore di ricerca in Scienze delle Comunicazioni, ricercatore all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e cultore della materia all’Università la Sapienza di Roma. Oltre agli studi sulla comunicazione e gli impatti sociali del rischio, si è occupato di giornalismo e del rapporto tra media tradizionali e digitali e fenomeni di discriminazione ed esclusione sociale. Tra le sue numerose pubblicazioni sui temi del rischio si segnalano la recente monografia “Rischio e comunicazione. Teorie, modelli e problemi” (Egea, Milano, 2017).


Il rischio ed il conseguente senso di paura ed incertezza condiziona ormai fortemente la vita e le scelte dei cittadini. Secondo i suoi studi, quali sono i motivi che hanno portato alla centralità del concetto di rischio nella società contemporanea?

La rilevanza e la centralità del concetto di rischio si devono all’emergere di una tipica contraddizione della modernità: da un lato, il sapere tecnico-scientifico ha enormemente ampliato il dominio dell’uomo sulla natura, che appare sempre meno inconoscibile e imprevedibile che in passato. Dall’altro, lo stesso sapere tecnico-scientifico si è rivelato – per usare una metafora di Otwin Renn – una sorta di Vaso di Pandora, in grado di generare pericoli completamente nuovi, imprevedibili e spesso persino inconoscibili.

In una simile situazione, il concetto di rischio sta emergendo come cornice interpretativa unificante, in grado di dare forma a qualsiasi manifestazione dell’incertezza del nostro tempo. Questa inedita centralità culturale del rischio può essere letta in diversi modi: una delle interpretazioni sociologicamente più plausibili attiene alla paura di perdere il controllo sulla continuità della propria esistenza e della propria biografia, in linea con l’idea di “sicurezza ontologica” proposta da Giddens.

Di fronte ad un mondo che produce inesauribili promesse di sicurezza, la possibilità di deragliare – non per propria volontà – rispetto alla prescritta linearità del corso della propria esistenza a causa di una malattia, o per un deterioramento dell’ambiente fisico e sociale, tende a produrre sconcerto, paura e indignazione. Non a caso le preoccupazioni che maggiormente agitano il dibattito pubblico sono quelle che riguardano rischi imposti piuttosto che quelli liberamente scelti, e quelli che gravano sull’individuo e sul suo immediato contesto di riferimento.

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E’ disponibile in rete il magazine Lavoro e Salute, marzo 2018

E’ disponibile in rete il magazine Lavoro e Salute, marzo 2018
Anche in questo numero del periodico diretto da Franco Cilenti molti articoli e documenti importanti per comprendere e contrastare l’attacco mortale cui è sottoposto il Servizio Sanitario Nazionale.

LAVORO & SALUTE MARZO 2018 ( PDF . 56 PAGINE)

 

 

 

Nella democratica Inghilterra ‘La polizia infiltrò i sindacati per ottenere informazioni per la costruzione della lista nera dei muratori’ da fornire alle imprese edili. I lavoratori della black list erano discriminati: non venivano assunti dalle imprese e/o venivano licenziati.

Fonte  :  ‘Police infiltrated unions to get information for construction worker blacklist’

 

Traduzione sintetica col supporto di Google Translator dell’articolo apparso sul Belfasttelegraph del 23 marzo 2017 .

Nella democratica Inghilterra ‘La polizia infiltrò i sindacati per ottenere informazioni per la costruzione della lista nera dei muratori’ da fornire alle imprese edili. I lavoratori della black list erano discriminati: non venivano assunti dalle imprese e/o venivano licenziati.

Reparti speciali della polizia si sono infiltrati nei sindacati dei lavoratori per ricavare informazioni sugli attivisti sindacali, sui lavoratori in particolare su quelli più esigenti rispetto all’adozione di misure da parte delle aziende per la sicurezza e la salute nel lavoro.
Una lista nera di lavoratori edili è stata esposta nel 2009 con la scoperta che un’organizzazione chiamata la Consulting Association teneva files segreti su migliaia di membri del sindacato, spesso per aver sollevato dubbi sulla sicurezza dei cantieri. Ai lavoratori del database illegale è stata negata l’assunzione per progetti di costruzione. Tutto ciò è avvenuto in violazione della norma Data Protection Act.Indagini sono in corso presso l’Alta Corte per verificare l’operato di agenti sotto copertura infiltrati nelle Organizzazioni sindacali.

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“Intensificazione e salute nell’industria modenese del suino: un’inchiesta multistrumento sulle condizioni di lavoro”

Il giorno 23 marzo 2018 si è celebrato a Modena un importante Seminario promosso dalla Cgil di Modena sul tema: “Il lavoro e l’innovazione: quali ricadute sulla salute dei lavoratori”

Riportiamo dalla brochure d’invito del Seminario le ragioni e gli obiettivi per cui è stato promosso:
” Il seminario di approfondimento è stato promosso dalla Cgil di Modena, a seguito della pubblicazione dei risultati della ricerca “Intensificazione e salute nell’industria modenese del suino: un’inchiesta multistrumento sulle condizioni di lavoro” curata dal ricercatore Dario Fontana.
I risultati della ricerca descrivono uno stato di salute già compromesso in larghe porzioni della forza lavoro e un elevato livello di rischi per i principali gruppi di patologie come i disturbi muscolo-scheletrici e lo stress lavoro-correlato.

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Il cartello di Basilea che ci costa milioni 

 

In questo articolo si fa luce  sulle manovre nefande con le quali le BIGFARMA, le multinazionali del farmaco dettano legge sui prezzi dei farmaci .Editor

Fonte Area7.ch

 

Il cartello di Basilea che ci costa milioni 

di

Federico Franchini

Si tratta forse del caso più eclatante che dimostra come le case farmaceutiche dettino legge sui prezzi dei medicamenti. E di come per farlo utilizzino metodi molto discutibili. Per ostacolare un farmaco dal prezzo accessibile a vantaggio di un medicamento più costoso i due principali gruppi farmaceutici svizzeri hanno diffuso informazioni ingannevoli. I prodotti, perfettamente sovrapponibili, sono inoltre stati artificiosamente differenziati. Ciò che ha generato costi sanitari enormi. In Italia della vicenda se ne è occupata l’Antitrust e le autorità di perseguimento penale. In Svizzera le autorità affermano di avere le mani legate. Nell’articolo correlato a lato, l’opinione del dottor Franco Cavalli sul tema.

Aggiotaggio: è questo il capo d’accusa con cui i due rappresentanti legali in Italia di Roche e Novartis sono finiti sul registro degli indagati. Aggiotaggio, stando al codice penale italiano, significa turbare il mercato, pubblicando o divulgando notizie false, esagerate o tendenziose atte a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo di un prodotto. Nel caso specifico Maurizio De Cicco (Roche) e Georg Schroeckenfuchs (Novartis) avrebbero messo in atto «manovre fraudolente» finalizzate a turbare il mercato italiano dei prodotti oftalmici e realizzare così «ingiusti profitti patrimoniali». Così si legge, nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal pm di Roma Stefano Pesci.

La vicenda è nota da tempo e ha già fatto scorrere fiumi d’inchiostro. È la storia di due farmaci. Il primo si chiama Avastin, nato come medicamento antitumorale la cui licenza è detenuta da Roche. Da tempo, la comunità scientifica ha stabilito che il prodotto ha un’ottima e sicura resa anche per il trattamento della maculopatia, una malattia dell’occhio. Nonostante l’uso diffuso in ambito oftalmico, Roche non ha fatto nulla per richiedere un’estensione delle indicazioni di Avastin per questo utilizzo. Anzi, tramite la filiale Genentech ha creato un farmaco clone – il Lucentis – confezionato appositamente per l’uso in campo oftalmologico. La licenza del Lucentis è stata poi ceduta alla Novartis che, detto en passant, detiene circa il 30% delle azioni di Roche. La differenza tra i due prodotti è sostanzialmente il prezzo: se l’Avastin costa in Italia 80 euro, il Lucentis di euro ne costa 900. Una differenza abissale.

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RAS – RAPPORTO SETTIMANALE SETTIMANA N° 12 – 2018

Rapid Alert System – Weekly Report

RAPPORTO SETTIMANALE- SETTIMANA 12 - 2018
 
Rapid Alert System è il sistema UE per tutti i prodotti di consumo pericolosi, ad eccezione di alimenti, prodotti farmaceutici e dispositivi medici. La relazione include informazioni dettagliate sui prodotti interessati, i rischi, lo Stato membro notificante e le misure adottate in risposta. Il sistema di allarme rapido consente uno scambio rapido di informazioni tra 31 paesi europei e la Commissione europea in merito a prodotti non alimentari pericolosi che presentano un rischio per la salute e la sicurezza dei consumatori. Ogni settimana, un aggiornamento delle ultime segnalazioni inviate dagli Stati membri è pubblicato sul sito web. Questo servizio di messaggi consente agli abbonati di essere informati su questi avvisi ogni settimana.
 
La Commissione non si assume alcuna responsabilità per l'accuratezza delle informazioni fornite. Nel caso in cui ulteriori informazioni ricevute da un'autorità nazionale competente in merito a una notifica già pubblicata conduca alla modifica o alla revoca delle informazioni, la Commissione includerà una rettifica o un avviso di ritiro nella prossima panoramica settimanale.

Rapporto settimanale-2018 / Settimana 12  

Il tuo nuovo ed elegante smartphone Samsung portato a te da rumore, dolore e aborti

Your cool new Samsung smartphone brought to you by noise, pain and miscarriages

Pham Thi Minh Hang and Joseph DiGangi, Opinion contributors Published 6:00 a.m. ET March 14, 2018

The women blowing the whistle on Samsung factory conditions deserve to be heard. And for a sustainable electronics industry, they should be heeded.

(News media across the globe have been heaping praise on Samsung’s cool new Galaxy S9 and S9+ smartphones. But amid all the raves about the tech innovations and fancy features of these devices, the lives of the mostly female workers who make them have been virtually ignored.

Few consumers or reporters are aware, for example, that half of all Samsung phones are manufactured in Vietnam by a female-majority workforce in their twenties.
L’ARTICOLO (che contiene molti link ai rapporti di ricerca) PROSEGUE ALLA FONTE SU USA TODAY 


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Il tuo nuovo ed elegante smartphone Samsung portato da rumore, dolore e aborti

Le donne che protestano sulle condizioni della fabbrica Samsung meritano di essere ascoltate. E per un’industria elettronica sostenibile, dovrebbero essere ascoltate.

I media di notizie in tutto il mondo hanno elogiato i nuovi smartphone Samsung Galaxy S9 e S9 +. Ma tra tutti i meeting sulle innovazioni tecnologiche e le caratteristiche fantasiose di questi dispositivi, le vite delle operaie per lo più femminili che le hanno fatte sono state praticamente ignorate.

Pochi consumatori o giornalisti sono consapevoli, ad esempio, che la metà di tutti i telefoni Samsung sono fabbricati in Vietnam da una forza lavoro femminile a maggioranza ventenne.

Le nostre organizzazioni hanno esplorato questa storia nascosta conducendo interviste approfondite, aperte e riservate a 45 donne che lavorano sulle linee di montaggio in due stabilimenti Samsung in Vietnam. Quello che abbiamo trovato è stato scioccante.

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Descrizione del Rischio Atmosfere iperbariche

 

 

INDICE: 

 

COSA SONO LE ATMOSFERE IPERBARICHE

 

Per LAVORATORI ESPOSTI AD ATMOSFERE IPERBARICHE si intendono tutti i lavoratori che effettuano la loro attività in condizioni iperbariche, cioè in ambienti in cui la pressione è del 10% superiore alla pressione a livello del mare.

Il fattore specifico di rischio da esposizione ad atmosfere iperbariche è introdotto dal Decreto Legislativo 81/08. Tale aspetto viene inserito tra i fattori di rischio fisici nel Titolo VIII: 

 

Articolo 180 – Definizioni e campo di applicazione

1. Ai fini del presente Decreto Legislativo per agenti fisici si intendono il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioni ottiche, di origine artificiale, il microclima e le atmosfere iperbariche che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
 
L’esposizione ad ambiente iperbarico può causare sia effetti di tipo acuto che di tipo cronico (barotrauma, intossicazione da gas inalati, patologie decompressive), con conseguenze più o meno gravi, che vanno dall’irritazione cutanea alla morte. I sintomi compaiono o durante o a seguito dell’esposizione, nel passaggio dall’ambiente in sovrapressione alla pressione atmosferica di partenza.
 
Il termine “immersione” deve essere interpretato come esposizione ad un aumento della pressione della miscela respiratoria. 
Il rischio da esposizione ad atmosfera iperbarica è sempre da valutare tenendo in considerazione gli altri fattori di rischio lavorativi a cui il soggetto è esposto nelle differenti condizioni lavorative.
 

ATTIVITÀ LAVORATIVE IN ATMOSFERE IPERBARICHE

 

Le attività lavorative interessate dalle atmosfere iperbariche sono:
  1. Attività iperbariche a secco
  2. Attività subacquee
 

ATTIVITA’ IPERBARICHE A SECCO:

CASSONISTI: i cassonisti sono coloro che eseguono lavori in un cassone ad aria compressa. Il cassone è storicamente, un contenitore stagno che appoggia sul fondo del mare. Poiché tenderebbe spontaneamente ad allagarsi, si tiene fuori l’acqua pompando all’interno aria compressa alla pressione corrispondente alla quota di lavoro. Attualmente questa categoria di lavoratori è quasi scomparsa.

LAVORI DI ESCAVAZIONE NEI TUNNEL: nei lavori di escavazione meccanizzate mediante  sistemi TBM (Tunnel Bore Machine),  EPB (Earth Pressure Balanced) l’effettuazione dello scavo avviene in sovrapressione, controbilanciando la pressione litostatica ed idrostatica relativa al materiale scavato: nel caso in cui il personale addetto abbia  necessità di entrare nella camera di scavo, deve far necessario ricorso a camere iperbarich.  La lavorazione può avvenire in roccia,  suolo, sottosuolo o anche sotto il livello del mare con pressioni che comunque superano almeno di 100 Pa la pressione atmosferica.

ATTIVITA’ IPERBARICA IN AMBITO SANITARIO: Ossigeno Terapia Iperbarica

L’Ossigenoterapia Iperbarica (OTI) è la somministrazione incruenta di Ossigeno puro (o di miscele gassose iperossigenate), che avviene all’interno di speciali ambienti, le Camere Iperbariche, che vengono portati ad una pressione superiore a quella atmosferica mediante pressurizzazione con aria compressa, mentre il paziente, all’interno, respira Ossigeno puro (o miscele gassose iperossigenate) in circuito chiuso, attraverso maschere, caschi o tubi endotracheali. 

TECNICI E MEDICI IPERBARICI: Il personale  che presta servizio all’interno della Camera Iperbarica  per l’assistenza ai pazienti o per interventi tecnici dentro la camera iperbarica è esposto a rischio da atmosfere iperbariche

 

ATTIVITA’ SUBACQUEE:

SOMMOZZATORI IN SERVIZIO LOCALE: il sommozzatore in servizio locale, altrimenti detto subacqueo di porto, è la figura di riferimento per i piccoli e medi lavori portuali e di raddobbo delle navi in porto. Effettua immersioni umide respirando aria in ambienti confinati. I suoi compiti solitamente consistono nel lavorare sott’acqua per posare e riparare ponti, moli e fondamenta di arginamento portuali, ispezionare gli scafi delle navi e le installazioni subacquee per rilevare eventuali danni ed effettuare delle riparazioni minori, accertare la condizione delle navi naufragate, liberare gli ostacoli sott’acqua, praticare i fori per l’esplosivo sott’acqua, realizzare immersioni legate ad operazioni di salvataggio, di recupero o di ricerca di annegati, coordinare altri lavoratori.

SUBACQUEI DI BASSO E ALTO FONDALE: il subacqueo di basso fondale opera a profondità che vanno da pochi metri fino a 50 metri in acque libere. Impiega aria ma anche miscele diverse che vanno dall’ossigeno puro al nitrox. I suoi compiti sono di supporto alle attività estrattive per la parte sommersa dell’impianto: montaggi di parti della trivella, saldature, verifica saldature, etc. Il subacqueo di alto fondale esegue le stesse operazioni, ma a profondità che vanno da 50 a 300 metri con l’impiego di ombelicale e miscele studiate ad hoc.

SUBACQUEI ADDETTI AD ATTIVITA’ RICREATIVE: sono i subacquei che formano e accompagnano i turisti subacquei. I lavoratori che operano in questo settore si dividono in professionisti e dilettanti. I primi sono coloro che hanno un’altra attività subacquea professionale che si accompagna a quella di istruttore o di guida. I dilettanti sono coloro che hanno un mestiere principale che si sviluppa fuori dall’acqua. Il compito dell’istruttore è di formare l’allievo a tutte le procedure che ne renderanno sicura la permanenza sott’acqua. Opera prevalentemente in piscina ed usa esclusivamente aria.

La guida subacquea ha il compito di portare sott’acqua un subacqueo autonomo o meno e di curarne la sicurezza ma soprattutto il divertimento, conducendolo dove l’immersione è più interessante e agevole. Respira prevalentemente aria e saltuariamente nitrox, sempre in ambiente umido.

SUBACQUEI DEI CORPI DELLO STATO: i subacquei dei Corpi dello Stato svolgono servizi di natura varia ma, in generale, deputati a risolvere situazioni che si sono create per effetto di cause naturali o umane. Respira prevalentemente aria e saltuariamente nitrox, sempre in ambiente umido.

RICERCATORI SUBACQUEI: il ricercatore subacqueo esegue rilievi di carattere scientifico che non possono essere compiuti, senza la necessaria professionalità scientifica specifica, da parte di un operatore subacqueo professionale. Il personale impiegato ha un’estrazione varia: studenti, dottorandi, ricercatori e professori. Respira prevalentemente aria e saltuariamente nitrox, sempre in ambiente umido.

PESCATORI SUBACQUEI PROFESSIONALI: sono altrimenti detti corallari. La loro attività si esplica essenzialmente nella raccolta ad alta profondità di corallo ed altre specie. Operano in ambiente umido e inspirano miscele a bassa pressione parziale di ossigeno con sostituzione del gas inerte.

ALTRE ATTIVITA’ SUBACQUEE: in questa categoria rientrano tutti coloro che non rientrano nelle precedenti categorie. Ad esempio ultimamente sono sempre di più gli operatori che si occupano della pulizia e manutenzione di piscine e grandi acquari

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SUL SITO  PORTALEAGENTIFISICI

Piano Amianto Regione Emilia-Romagna: COSTITUZIONE DELLA CABINA DI REGIA E DEL GRUPPO TECNICO REGIONALE DI COORDINAMENTO

Bologna, 22 marzo 2018

La GIUNTA REGIONALE, ha pubblicato in data 19 marzo 2018 la DETERMINAZIONE Num. 3819 del 21/03/2018 BOLOGNA che istituisce la Cabina di regia e il Gruppo tecnico Regionale di Coordinamento del Piano Amianto della Regione Emilia-Romagna. Scarica la delibera .pdf 

Si tratta di un atto importante, al fine di rendere operativo e realizzare concretamente il Piano Ami
anto Regione Emilia-Romagna. Scarica il Piano .pdf (2,5 Mb)

La Cabina di Regia, vede la presenza dei rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali, ed avrà il compito di monitorare il percorso, garantendo la coerenza fra scelte operative e finalità del Piano, di sollecitare la maggiore aderenza alle necessità di tutela degli ex-esposti e degli esposti attuali all’amianto, dei malati e garantire un salto di qualità nelle attività di prevenzione primaria (mappatura, bonifiche e smaltimento)

Assieme alla Cabina di regia, è stato istituito il Gruppo Tecnico Regionale di Coordinamento del Piano, che si avvarrà di sottogruppi coi tecnici che dovranno progettare e realizzare le azioni del Piano stesso.

Scarica le slide sulla Governance del Piano Amianto presentate dalla Dr.ssa  Adriana Giannini (Regione Emilia Romagna) nel corso della IV assemblea degli iscritti AFeVA del 17 marzo 2018

La convocazione della Cabina di Regia del Piano Amianto è prevista per il giorno 20 aprile 2018

 

Il concorso AiFOS per le tesi di laurea su salute, sicurezza e formazione

Comunicato Stampa AiFOS

Il concorso per le tesi di laurea su salute, sicurezza e formazione

 

Fino al 31 ottobre 2018 è possibile inviare gli elaborati per partecipare al concorso indetto dall’associazione AiFOS in collaborazione con la Fondazione AiFOS per le migliori tesi di laurea su salute e sicurezza sul lavoro. 

Le tesi di laurea, momento culminante dell’iter accademico di uno studente, possono essere un’importante occasione di riflessione, approfondimento e analisi delle strategie in essere nella prevenzione dei problemi di sicurezza e salute sul lavoro. Ed è proprio all’interno di queste dissertazioni ragionate, mirate al raggiungimento di una tesi conclusiva, che è anche possibile ideare nuovi strumenti per ridurre sensibilmente il numero di infortuni e malattie professionali negli ambienti di lavoro.

Il bando tesi di laurea 2018

Per favorire queste riflessioni, migliorare la cultura della sicurezza tra i giovani e creare un ponte tra elaborazione teorica e applicazione pratica nel mondo del lavoro, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS), in collaborazione con Fondazione AiFOS, ha indetto il Bando Tesi di Laurea 2018 riservato agli studenti per tesi discusse in una delle sessioni afferenti all’Anno Accademico 2017/2018.

Il concorso riguarda tesi di laurea che trattano il tema della salute e della sicurezza sul lavoro, con particolare riferimento agli elaborati che presentano esperienze di formazione alla salute e sicurezza sul lavoro.

I premi e la commissione valutatrice

Al premio “Tesi di laurea nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro” possono dunque partecipare gli autori di tesi di laurea triennale, specialistica, magistrale o di dottorati di ricerca, senza vincoli di appartenenza ad una specifica facoltà o corso di laurea. Agli studenti meritevoli di ognuno dei sette elaborati premiati, verrà assegnato un riconoscimento economico del valore di 500,00 €.

La valutazione delle tesi sarà svolta da una apposita Commissione valutatrice, nominata dal Presidente della Fondazione AiFOS e coadiuvata dalla segreteria tecnica della Fondazione.

In particolare, la Commissione seleziona:

  • tutte le tesi meritevoli di menzione o segnalazione;
  • all’interno delle tesi selezionate verranno classificate le sette tesi ritenute migliori a cui assegnare il premio.

Oltre al riconoscimento economico le prime 7 tesi selezionate avranno diritto a:

  • pubblicazione della tesi sul sito della Fondazione AiFOS e di AiFOS;
  • attestato di partecipazione al concorso;
  • abbonamento annuale ai “Quaderni della Sicurezza”, la rivista scientifica AiFOS.

Come partecipare al concorso

Segnalando che la partecipazione è completamente gratuita, ricordiamo che coloro che intendono partecipare al premio devono inviare le tesi in formato digitale (pdf) alla mail info@fondazioneaifos.org entro la data del 31 ottobre 2018.

In particolare, ogni partecipante deve inviare:

  • copia digitale in pdf della tesi;
  • breve descrizione (abstract);
  • domanda di partecipazione debitamente compilata.

Inoltre ai fini della valutazione da parte della Commissione, gli elaborati devono esser corredati da:

  • indicazione del nominativo, indirizzo, numero di telefono e indirizzo mail dell’autore della tesi
  • indicazione dell’Ateneo, Facoltà o Dipartimento, relatore, correlatore.

Il termine ultimo per l’invio degli elaborati è dunque fissato al 31 ottobre 2018 ed entro il mese di novembre 2018 verrà comunicato l’elenco delle tesi vincitrici.

Invitiamo dunque i laureandi di tutte le università italiane ad elaborare e presentare le proprie tesi alla segreteria del Premio e i docenti a valorizzare i lavori di studenti meritevoli tramite la diffusione del bando di concorso.

Il link per poter scaricare il bando di concorso e la domanda di partecipazione:

https://www.fondazioneaifos.org/index.php/premio-tesi-di-laurea

Segreteria del Premio: Fondazione AiFOS c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia, via Branze, 45 – 25123 Brescia Tel. 030.6595037 Fax 030.6595040 info@fondazioneaifos.org

 

22 marzo 2018

 

Ufficio Stampa di AiFOS

ufficiostampa@aifos.it

http://www.aifos.it/

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La salute nelle carceri

I risultati del progetto CCM di monitoraggio di alcune patologie croniche, per individuare i fattori di rischio e il possibile effetto negativo di fattori microclimatici e ambientali.

Il nuovo volume della Collana Dossier presenta i risultati del progetto “La presa in carico del paziente affetto da patologie complesse negli istituti penitenziari: profili epidemiologici e contesto ambientale”; il progetto è stato finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della salute e ha coinvolto nel periodo 2013-2015 le Regioni Emilia-Romagna (capofila), Toscana, Lombardia e Calabria per un totale di 19 Istituti penitenziari, in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria.

Il lavoro ha monitorato per un anno l’andamento di alcune patologie croniche nella popolazione degli istituti penitenziari, con l’obiettivo di individuare la presenza di eventuali fattori di rischio e il possibile effetto negativo di fattori microclimatici e ambientali (calore, freddo, microclima, inquinamento indoor).

In sintesi le evidenze principali che sono emerse dallo studio sono:

  • il carcere è anche un problema di sanità pubblica: fumo, sedentarietà, mancanza di lavoro, disagio sono le costanti ambientali di una situazione che non può produrre salute;
  • la sanità può avere un ruolo attivo nel sostenere la persona detenuta affinché il periodo trascorso nell’istituto possa diventare una occasione di riflessione sulle proprie condizioni di salute e sulla possibilità di modificare abitudini e stili di vita;
  • è necessario lavorare per migliorare l’offerta sanitaria e una più favorevole organizzazione penitenziaria.

vai al Dossier n. 263

 

Tragedia alla Lamina Spa: “no alle illazioni su presunte responsabilità ad inchiesta ancora in corso. I lavoratori e i familiari delle vittime meritano rispetto”

Fonte Fiom-Cgil.it

“Oggi sono usciti articoli di stampa sulla tragedia dei primi giorni dell’anno alla Lamina Spa. Pur ritenendo importante mantenere alta l’attenzione su vicende come quella, pensiamo sia molto grave che prima della conclusione delle indagini e dell’eventuale accertamento di responsabilità siano stati pubblicati resoconti parziali e non documentati delle indagini stesse, da cui emergerebbe che le responsabilità della strage avvenuta il 16 gennaio 2018 sarebbero ascrivibili ai lavoratori.

Chiediamo un intervento immediato e deciso della Procura della Repubblica di Milano per accertare chi ha diffuso queste notizie e perché.

Rispetto al merito di quanto pubblicato, vogliamo ricordare che la responsabilità del rispetto delle norme che garantiscono la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro è sempre e comunque del datore di lavoro. E’ troppo semplice scaricare la colpa sui lavoratori, i cui comportamenti sono quasi sempre conseguenti alla formazione e alle informazioni fornite dall’azienda.

Alla Lamina c’era stata una corretta valutazione dei rischi connessi alle lavorazioni, come previsto dalla legge? I lavoratori erano stati formati correttamente rispetto alle procedure da seguire? L’elettricista della ditta esterna era stato a sua volta formato?

Per rispondere anche a queste domande e prima di addossare qualsiasi responsabilità, è necessario attendere la conclusione del lavoro degli inquirenti. La Fiom è da sempre in prima linea nell’azione di contrasto degli infortuni sul lavoro e nell’individuazione delle cause, ma riteniamo che non sia consentito a nessuno speculare su una vicenda così tragica, facendo circolare ricostruzioni parziali: il nostro pensiero va in particolare ai familiari delle vittime, che hanno il diritto di conoscere la verità su quanto accaduto senza spettacolarizzazioni e sensazionalismi prima della conclusione delle indagini.”

Dichiarazione di Roberta Turi, segretaria generale Fiom Milano

Ufficio stampa Fiom Milano

Milano, 20 marzo 2018

 
 

 

Requisiti di idoneità psicofisica per il possesso della patente di guida, in G.U. il Decreto di modifica che recepisce la direttiva (UE) 2016/1106

 

Il Decreto 26 gennaio 2018 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 63 del 16/03/2018. Recepimento della direttiva (UE) 2016/1106 con cui sono state apportate modifiche in materia di requisiti di idoneità psicofisica per il conseguimento e la conferma di validità della patente di guida.

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
DECRETO 26 gennaio 2018
Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 63 del 16/03/2018

Recepimento della direttiva (UE) 2016/1106 con cui sono state apportate modifiche in materia di requisiti di idoneità psicofisica per il conseguimento e la conferma di validità della patente di guida. (18A01825)

Art. 1 – Modifiche all’allegato III del decreto legislativo 18 aprile 2011, n. 59
Allegato I
Allegato II

Assessment of Personal Exposure to Airborne Nanomaterials A Guidance Document

 

 

Assessment of Personal Exposure to Airborne
Nanomaterials
A Guidance Document

Partners involved in the nanoIndEx project are:
• Federal Institute of Occupational Safety
and Health (BAuA, Berlin, Germany),
• French Alternative Energies and Atomic
Energy Commission (CEA, Grenoble,
France),
• University of Applied Sciences and Arts
Northwestern Switzerland (FHNW,
Windisch,
Switzerland),
• Institute of Occupational Medicine
(IOM, Edinburgh, UK),
• Institute of Energy and Environmental
Technology e. V. (IUTA, Duisburg, Germany),
• Institute for Hazardous Substance
Research (IGF, Bochum, Germany),
• Catholic University of the Sacred Heart
(UCSC, Rome, Italy).

IL DOCUMENTO – GUIDA 

La Cina propone l’abolizione dell’organismo di sicurezza sul lavoro


FONTE  CHINA LABOUR BULLETTIN

Nell’ambito di un’ampia riforma del governo e della struttura amministrativa della Cina, presentata oggi al Congresso nazionale del popolo a Pechino, il governo ha proposto di eliminare l’Amministrazione statale per la sicurezza sul lavoro (SAWS) e di unire le sue funzioni in una nuova gestione nazionale delle emergenze.

Dipartimento

Il nuovo dipartimento, sotto il Consiglio di Stato, assorbirà anche le responsabilità di gestione delle calamità attualmente ai sensi dei ministeri degli affari civili, dell’agricoltura, delle risorse idriche, del territorio e delle risorse, nonché i dipartimenti responsabili del terremoto, della siccità e dell’alluvione.

La logica del nuovo dipartimento è di fornire una risposta efficiente e coordinata a un’ampia gamma di disastri dagli incendi boschivi alle esplosioni di miniere di carbone, ma sembra eliminare il ruolo di SEGHE nell’assicurare un ambiente di lavoro sicuro.

I vigili del fuoco nello Shanxi durante un salvataggio di terremoto di pratica.

La mossa sembra confermare il sospetto che, sulla questione della sicurezza del lavoro, il governo cinese sia più interessato alla gestione e al controllo delle calamità piuttosto che a prevenire gli incidenti sul lavoro in primo luogo.

Come abbiamo sottolineato nel nostro articolo di riferimento sulla sicurezza del lavoro, SAWS e le sue affiliate locali non sono mai stati molto propositivi nel loro approccio alle ispezioni sul posto di lavoro e avevano un potere limitato per far rispettare l’ampia legislazione cinese in materia di sicurezza sul lavoro. Tuttavia, semplicemente sbarazzarsi di SAWS non risolverà nulla.

I dettagli del nuovo dipartimento di gestione delle emergenze sono ancora vaghi ed è possibile che includa l’ispezione sulla sicurezza del lavoro nel suo mandato. Se questo è il caso, è essenziale che il nuovo organismo non emuli semplicemente l’approccio reattivo e coercitivo di SAW alla sicurezza sul lavoro, ma adotta una strategia molto più proattiva e costruttiva che vede il governo collaborare con imprenditori e dipendenti per assicurarsi che le pratiche di lavoro e di lavoro sono il più sicure possibile.

La mappa degli infortuni sul lavoro del CLB ha chiaramente dimostrato che i principali disastri rappresentano solo una piccola parte degli incidenti sul lavoro in Cina. La stragrande maggioranza degli incidenti coinvolge solo una manciata di lavoratori e di solito è correlata al fallimento del datore di lavoro nel fornire attrezzature di base per la sicurezza e formazione per i dipendenti.

Se la sicurezza del lavoro deve davvero migliorare in Cina, deve esserci un cambiamento fondamentale nei rapporti di lavoro sul posto di lavoro, al fine di impedire ai datori di lavoro di costringere i dipendenti a lavorare in un ambiente pericoloso e di garantire che i lavoratori siano adeguatamente curati e compensati in caso di incidenti si verificano

In particolare, se SAWS è davvero in via di uscita, è più importante che mai che il sindacato colmi il vuoto e svolga un ruolo molto più costruttivo nella sicurezza del lavoro. I funzionari dell’Unione dovrebbero garantire che i dipendenti siano adeguatamente formati e che dispongano delle attrezzature di sicurezza di cui hanno bisogno per svolgere i compiti loro assegnati. Dovrebbero incoraggiare i lavoratori a sollevare problemi di sicurezza e proteggere gli informatori dalle rappresaglie del management. Una volta rilevati i pericoli, il sindacato dovrebbe agire immediatamente per rettificare la situazione e chiedere la chiusura della produzione, se necessario, in conformità con la legge.

 
 
 

REPORT ON WORK MURDERS RAPPORTO SUI RISCHI PER LA SALUTE E LA SICUREZZA NEL LAVORO IN TURCHIA

 

 

RITENIAMO OPPORTUNO PUBBLICARE QUESTO RAPPORTO DELL’OSSERVATORIO HEALTH AND SAFETY LABOR WATCH SULLO STATO DELL’ARTE DELLE CONDIZIONI DI LAVORO IN TURCHIA. LA MANCANZA DI DEMOCRAZIA IN RAGIONE ANCHE DELLO STATO D’EMERGENZA VOLUTO DAL GOVERNO ERDOGAN STA NEI FATTI IMPEDENDO ANCHE LE PIU’ NORMALI INIZIATIVE SINDACALI PER LA TUTELA DELL’INCOLUMITA’ FISICA DEI LAVORATORI. EDITOR

FONTE : DISK – CONFEDERAZIONE DEI SINDACATI PROGRESSISTI TURCHI
http://disk.org.tr/2018/03/report-on-work-murders-2/

REPORT ON WORK MURDERS
RAPPORTO SUI RISCHI PER LA SALUTE E LA SICUREZZA NEL LAVORO IN TURCHIA
in News / on 7 Mart 2018 alle 12:17 /

( Traduzione svolta con il supporto di Google Translator .)

Health and Safety Labor Watch * ha pubblicato il suo rapporto del 2017: almeno 2.000 lavoratori sono stati uccisi nel 2017!

Fevzi aveva 46 anni e fu sepolto sotto la polpa di carbone nel livello -460 di una fossa di carbone del TTK Karadon … Non vogliamo morire al lavoro …

Şahin aveva 10 anni e cadde nelle acque del Goldenhorn mentre vendeva corone di fiori ai turisti nel mercato di Perşembe …

Nadide aveva 43 anni e fu retrocessa per inadeguata esibizione dalla banca per cui lavorava. Non poteva obiettare per paura di perdere il lavoro e aveva un’emorragia cerebrale …

Mustafa aveva 65 anni e cadde in un pozzo dell’ascensore mentre lavorava al quarto piano di un cantiere di Atakum …

Kadir aveva 18 anni e morì di shock elettrico mentre lavorava per una linea di trasmissione di energia a Beykoz …

Nildanur era una ragazza di 13 anni che venne a Hendek da Kızıltepe al lavoro e morì quando il trattore che trasportava i lavoratori nei giardini di nocciole rotolò su un fossato lungo la strada …

Abdullah era un lavoratore siriano caduto in un deposito di rifiuti di plastica …

Selahattin era un insegnante di studi sociali di 23 anni che non era stato nominato. Si è suicidato, lasciando una nota che diceva: “Ho perso la speranza e la luce” …

Ricordiamo tutti i lavoratori che abbiamo perso per gli omicidi legati al lavoro nella persona dei nostri amici di cui sopra, e promettiamo di lottare per un paese in cui gli omicidi sul lavoro non ci sono più.

Omicidi legati al lavoro nel 2017

Durante l’amministrazione dell’AKP, in cui la precarietà divenne l’ordine corrente del lavoro e della vita proletaria, circa 20-50 mila lavoratori persero la vita per omicidi legati al lavoro. Condizioni di lavoro precarie, flessibili e irregolari sono state aggravate e rese popolari dallo stato di emergenza e dai decreti legislativi. Il risultato è ovvio! Solo nel 2017, i oltre 2000 lavoratori hanno perso la vita per omicidi legati al lavoro. I dati sull’omicidio professionale a cui potremmo accedere per lo più consistono in eventi improvvisi etichettati come “incidenti sul lavoro” nella legislazione. Secondo il database dell’ILO, il rapporto tra “morti per infortuni sul lavoro” e “decessi correlati a malattie professionali” è compreso tra 1 e 6. (A quel tasso, in base ai dati dell’OIL) in Turchia, almeno 12.000 lavoratori potrebbero essere morti dalle malattie legate al lavoro nel 2017, anche se le malattie legate al lavoro sono solo la punta dell’iceberg.

I dati relativi al 2006 lavoratori per settore, causa di morte, sesso, fascia d’età e città sono i seguenti:

116 donne e 1890 lavoratori maschi.
60 bambini lavoratori, di cui 18 hanno meno di 15 anni.
88 lavoratori immigrati / rifugiati, per lo più siriani.
230 lavoratori a Istanbul, 93 lavoratori a Smirne, 88 a Bursa, 79 lavoratori ad Antalya, 72 lavoratori a Konya, 71 lavoratori a Kocaeli, 67 lavoratori ad Ankara, 65 a Manisa, 62 lavoratori ad Adana e 52 lavoratori a Denizli hanno perso la loro vite.
453 lavoratori erano nel settore delle costruzioni, 385 nell’agricoltura, 272 nel settore dei trasporti, 154 nel commercio / uffici, 116 nei lavori in metallo, 93 nel settore minerario, 89 erano lavoratori municipali e 65 nel settore energetico.
446 morirono di incidenti stradali / di servizio, 347 furono schiacciati / sepolti nei relitti, 317 caddero dalle alte sfere, 183 avevano infarto / emorragia cerebrale, 164 furono vittime di violenze e 135 morirono di shock elettrico.
Sono aumentati i decessi nei settori dei metalli, delle miniere e dell’energia. Riteniamo che il motivo dell’aumento sia lo stato di emergenza e i decreti statutari, che hanno reso impossibile per i lavoratori, anche i lavoratori organizzati, difendere i loro diritti. Le seguenti parole del presidente Erdoğan del suo discorso ai datori di lavoro non sono state vane: “Usiamo lo stato di emergenza per l’intervento in luoghi dove c’è una minaccia di sciopero.” Per le autorità, la vita dei lavoratori è un dettaglio banale rispetto al capitale accumulazione. Il differimento della legge sulla salute e sicurezza sul lavoro è un indicatore di questa prospettiva.
Una guerra contro i lavoratori nei luoghi di lavoro …

Quale altra guerra provoca la perdita di tanti amici? Chi lavora in lavori pericolosi, in particolare i lavoratori delle miniere, non può uscire di casa senza dire addio alle proprie famiglie. E cosa sentiamo dal potere politico, in particolare dal Presidente, dalla burocrazia e dai padroni? Incidente, destino, destino, natura, comportamenti non sicuri, mancanza di istruzione e così via … Diciamo no a questa mentalità: la causa di questi omicidi è l’economia neoliberale, le politiche occupazionali precarie e la strategia di accumulazione del capitale. Finché la classe operaia è soggetta a queste condizioni di lavoro, la morte è inevitabile!

Un’epidemia nascosta: malattie professionali

Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), ogni anno 160 milioni di persone in tutto il mondo sviluppano malattie legate al lavoro. Ogni anno, 1 milione 950 mila persone perdono la vita a causa di malattie professionali. Queste cifre sono stime piuttosto che malattie diagnosticate dal lavoro o decessi dovuti a malattie professionali.

Ogni anno sono previste da 4 a 12 nuove malattie professionali per ogni mille lavoratori. Ciò significa che circa 120 mila a 360 mila nuovi lavoratori soffrono ogni anno di malattie professionali in Turchia. Sarebbe sicuro dire che il numero annuo di malattie professionali è superiore a 300 mila in Turchia a causa della lunga durata delle ore lavorative medie, dell’occupazione diffusa precaria e flessibile e della pressione aggiuntiva dello stato di emergenza. Tuttavia, i dati più recenti (2016) del Social Security Institution (SSI), un’organizzazione governativa in Turchia, mostrano solo 597 malattie professionali diagnosticate ogni anno.

Secondo i dati dell’OIL, i decessi legati alle malattie professionali sono 5-6 volte più dei decessi legati agli omicidi di lavoro. Dato che almeno  2006 lavoratori sono morti in omicidi legati al lavoro nel 2017, almeno 12 mila lavoratori devono aver perso la vita a causa di malattie professionali in Turchia. Relativamente, i dati ufficiali SSI relativi alle morti annuali dovute a malattie professionali in Turchia possono essere contati con le dita di due mani. Un confronto tra le stime dell’OIL e i dati SSI dimostra che non esiste un sistema diagnostico per le malattie professionali in Turchia. A parte il fatto che ci sono solo tre ospedali che trattano malattie professionali in Turchia, cioè a Istanbul, Ankara e Zonguldak, i lavoratori sono costretti a rimanere riluttanti a essere diagnosticati con malattie professionali a causa della minaccia di disoccupazione, problemi di disabilità e le lunghe procedure legali e burocratiche che seguono la diagnosi di una malattia professionale.

Le malattie del lavoro, proprio come gli omicidi di lavoro, possono essere completamente prevenute solo se i lavoratori hanno il controllo su tutte le fasi dell’organizzazione del lavoro e hanno voce in capitolo nel lavoro che svolgono. Il potere dei lavoratori derivante dalla produzione è l’unico modo per garantire l’adozione di regolamenti per combattere le malattie professionali a favore di lavoratori come il miglioramento dell’attuale sistema diagnostico, fornendo sicurezza legale per prevenire sofferenze ingiuste dei lavoratori fino e dopo la diagnosi, risultati giudiziari e riabilitazione professionale dopo la diagnosi. La lotta organizzata è l’unico modo per ottenere misure preventive e lavorare senza ammalarsi.
La lotta continua e duratura di 7 anni di Labor Health and Safety Watch a Istanbul …

Ogni anno, migliaia di lavoratori si ammalano, diventano disabili o perdono la vita a causa di cause correlate all’ambiente di lavoro o alle condizioni di lavoro. Questi eventi che causano la perdita della salute e della vita dei lavoratori sono in parte registrati come “incidenti sul lavoro” e quasi mai registrati come “malattie professionali”. Anche nei casi di incidenti sul lavoro registrati, il processo di follow-up spesso comporta tentativi di coprire le ragioni e le persone responsabili. Questi incidenti che infliggono gravi danni ai lavoratori dovrebbero essere imprevedibili / non prevenibili per essere qualificati come “incidenti”. Tuttavia, tutti gli incidenti che si verificano nelle miniere, nei cantieri navali, nelle aree di costruzione, negli impianti, negli uffici e nelle classi sono prevedibili e possono essere prevenuti.

La vera ragione per cui i lavoratori diventano disabili, perdono la loro salute psicologica e fisiologica, o perdono la vita sul posto di lavoro è il sistema di produzione capitalista che vede i lavoratori come un mezzo di produzione di plusvalore piuttosto che di esseri umani. Nel sistema capitalista, insieme all’escalation della competizione tra i gruppi di capitale, i datori di lavoro che competono per ridurre i costi tendono a rifuggire dai regolamenti più semplici per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori al costo della vita dei lavoratori in assenza di opposizione sociale. La maggior parte delle industrie tratta i lavoratori come cavie per testare materiali e tecniche di produzione usando questi materiali e tecniche senza identificare completamente il loro impatto sulle persone. Lo stato trascura anche la sua responsabilità di controllo e controllo che è di vitale importanza per i lavoratori, ricorrendo alla scusa delle condizioni di mercato, che sono determinati in linea con gli interessi del capitale, e spesso viola le regole di salute e sicurezza dei lavoratori pubblici ambienti di lavoro. Questo stato di cose ha conseguenze nefaste per la salute pubblica e ambientale. Quindi è una questione di vita o di morte che il potere politico viene tenuto sotto controllo dall’opposizione sociale attraverso l’informazione, l’organizzazione e l’attivazione dal punto di vista dei lavoratori riguardo allo stato delle cose che porta a perdite di vite e salute a cui si può porre rimedio solo una prospettiva umanistica protettiva che lotta.

Come Osservatorio sulla sicurezza e la salute di Istanbul, consideriamo le morti crescenti dei lavoratori non come “incidenti” o “malattie”, ma come deliberati “omicidi”. Questi omicidi non si concluderanno invocando la misericordia del capitale o la responsabilità dello stato; quindi crediamo che i lavoratori nelle diverse fasi della produzione dovrebbero organizzare e proteggere le loro vite all’interno della lotta organizzata. Il nostro Osservatorio, quindi, mira a lottare mano nella mano con tutti i segmenti pro-lavoro, comprese le reti di famiglie di coloro che hanno perso la vita e lavoratori feriti, sindacati e associazioni professionali, verso l’obiettivo di “lavoro umano, vita umana ”.

Il nostro orologio non tollera discriminazioni e discorsi di incitamento all’odio basati sul genere, l’etnia, la razza, le convinzioni o l’orientamento sessuale. Adottando la prospettiva dei lavoratori in tutti gli ambiti della vita, il nostro Osservatorio mira a creare l’istituzione di una politica per la salute e la sicurezza dei lavoratori indipendente da tutti i tipi di gruppi di potere e pressione politici, economici e culturali.

I passi che intendiamo assumere come Istanbul Health and Safety Labor Watch e le nostre urgenti richieste …
Le nostre richieste urgenti sono le seguenti:

1- Non vi è alcun motivo concreto per mantenere lo stato di emergenza. Al contrario, lo stato di emergenza e i decreti legislativi hanno effetti negativi sui diritti dei lavoratori. L’effetto di questo danno sulle condizioni di salute dei lavoratori può essere dimostrato dall’aumento del 10% dei decessi dovuti al lavoro negli ultimi 18 mesi. La richiesta di abolizione dello stato di emergenza in solidarietà con le organizzazioni sindacali è una parte essenziale della lotta per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

2- La principale preoccupazione della lotta per la salute e la sicurezza dei lavoratori (HESA) è quella di organizzarsi. Il nostro obiettivo è quello di combinare il nostro lavoro nel campo della produzione di dati con la nostra lotta contro le pratiche di lavoro non sindacali e precarie. Attraverso questi decessi legati al lavoro, miriamo a creare una politica sanitaria che includa tutte le aree della vita di un lavoratore.

3- Sapendo che il 98% dei lavoratori che hanno perso la vita per omicidi legati al lavoro sono stati non sindacalizzati, lotteremo contro le pressioni sul posto di lavoro da parte dei consigli del lavoro, delle legazioni dei lavoratori e dell’unione sindacale, e ci adopereremo per la libertà di organizzazione .

4- Miriamo a richiamare l’attenzione sulle malattie professionali e ad adottare misure su base nazionale e regionale, nonché sulla base delle industrie e dei luoghi di lavoro.

5- Oltre a Istanbul e Kocaeli, puntiamo a istituire HESA Labor Watch in città come Smirne, Ankara e Bursa, dove ci impegneremo a sviluppare politiche specifiche per queste città.

Il 6 e 22-28 aprile sarà proclamato Hesa ​​Labor Week, in alternativa al 4-6 maggio Hesa ​​Labor Week, durante il quale verranno istituite piattaforme per vocalizzare le attuali richieste della classe lavoratrice, invece delle richieste del governo e del capitale.

FERMIAMO GLI OMICIDI ASSOCIATI AL LAVORO!
* Health and Safety Labour Watch (İşçi Sağlığı ve İş Güvenliği Meclisi) is an intra-professional and independent monitoring platform on HESA.

http://www.guvenlicalisma.org – guvenlicalisma@gmail.com

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