FONTE: WHO
Coronavirus disease (COVID-19) Situation Report – 162
Data as received by WHO from national authorities by 10:00 CEST, 30 June 2020
Selezione di notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
FONTE: WHO
Coronavirus disease (COVID-19) Situation Report – 162
Data as received by WHO from national authorities by 10:00 CEST, 30 June 2020
FONTE DORS.IT
Introduzione
L’epidemia di COVID-19 ha dato il via, in modo rapidissimo, ad una delle più grandi campagne sul cambiamento dei comportamenti nella storia della comunicazione della salute. I governi di tutto il mondo hanno reagito alla situazione lanciando messaggi alla popolazione contenenti le norme comportamentali per difendersi dal virus inerenti l’”igiene delle mani”, “le mascherine”, “il lockdown” e il “distanziamento sociale”. Le persone si sono trovate a doversi adeguare in tempi brevissimi, a cambiamenti importanti nella loro vita di tutti i giorni. Tuttavia, così come evidenziato da studi e ricerche, per ottenere un’adesione generale a questo tipo di cambiamenti, risulta necessario andare oltre la diffusione di semplici informazioni e raccomandazioni, la diffusione di dati e statistiche e l’istituzione di regole.
Vi sono evidenze consolidate secondo cui la maggioranza delle campagne sulla salute pubblica sono strutturate secondo due approcci integrati: l’educazione (insegnami) e la legge (obbligami) trascurando una delle più efficaci strategie per ottenere un cambiamento: il marketing (aiutami). A molte persone non piace sentirsi dire cosa devono fare e spesso si verifica una reazione di non aderenza ai comportamenti quando questi sono imposti con misure di regolamentazione rigorose con cui le persone non sono d’accordo. E’ per questo motivo che durante l’epidemia di Covid-19 diverse persone hanno ignorato e continuano a ignorare comunicati e i messaggi delle Istituzioni e si comportano come se nulla fosse cambiato. Politici, operatori della salute e epidemiologici – usando approcci educativi e di tipo normativo, hanno comunicato negli scorsi mesi tutta una serie di messaggi sula necessità di cambiare i comportamenti , assumendone di nuovi per prevenire il Covid-19. Ma, nonostante le evidenze di efficacia di tali comportamenti per la prevenzione del Covid- 19 e la tutela della propria salute e di quella altrui, molte persone non hanno rispettato e non stanno rispettando le indicazioni date. Gruppi di adolescenti si incontrano nei parchi cittadini senza mantenere la distanza di sicurezza, le famiglie vanno in gita al mare e si continuano a organizzare feste in casa con molte persone. Sebbene sia facile interpretare i comportamenti di non aderenza a una mancanza di comprensione delle informazioni, è evidente che, in linea generale, qualcosa non funziona in senso più generale. Contrariamente all’idea comune, le informazioni e l’imposizione di norme non sono sufficienti per convincere tutti i gruppi di popolazione ad aderire ai comportamenti proposti. Le persone, infatti, rispondono positivamente alle richieste di cambiare i propri comportamenti quotidiani quando queste sono accompagnate da prospettive e benefici che soddisfano i loro bisogni e desideri.
L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU DORS.IT
Fonte Collettiva che ringraziamo
I dipendenti e i collaboratori risultati positivi sono oltre 40. L’azienda resta aperta, ma è stata costretta a chiudere i magazzini a scopo precauzionale. In Italia, finora, quasi 50 mila contagi sul lavoro
Nuovo focolaio sul lavoro: alla Bartolini di Bologna. Secondo varie fonti di stampa, i dipendenti e i collaboratori risultati positivi al Covid sono oltre 40. L’azienda resta aperta, ma è stata costretta a chiudere i magazzini a scopo precauzionale. I primi due casi di positività si sono registrati qualche giorno fa: colpiti due magazzinieri. Il caso viene tenuto sotto controllo dalla Ausl, dal Comune di Bologna e dall’assessorato alla Sanità. I controlli sono stati estesi a tutti i dipendenti e alle loro famiglie.
Il picco di casi era stato già comunicato scorsi dalla Regione, e riguarda un reparto di stoccaggio dove lavorano i magazzinieri della ditta. L’area è stata poi sanificata e l’attività lavorativa ridotta ai minimi termini, perché ci sono molti dipendenti in isolamento precauzionale in attesa dei test. I controlli sono stati anche allargati ai numerosi dipendenti che appartengono a più cooperative, e alle famiglie,
L’ultimo report Inail sulle denunce per infortunio causate dal Covid-19 evidenzia un costante aumento dei casi di infezione sul lavoro, con quasi 50mila contagi registrati in tutta Italia. I decessi sono 236, corrispondenti al 40% dei casi mortali da inizio anno. Il settore più colpito è quello della sanità. Ma il settore della logistica riceve attenzioni particolari in questo periodo. A livello geografico, otto casi su dieci arrivano dal Nord Italia. Il 56,1% dei casi si registra nel Nord-Ovest, con ben il 36% in Lombardia; il 24,2% nel Nord-Est (con il 10% in Emilia-Romagna). Gli altri casi sono distribuiti tra Centro Italia (11,8%), Sud (5,7%) e in misura ancora minore le Isole (2,2%).
L’età media dei lavoratori che hanno contratto il virus è di 47 anni sia per gli uomini che per le donne. Per i casi mortali, invece, sale a 57 per le donne e a 29 per gli uomini. Nello specifico, il 70,3% dei casi di decesso si registra nella fascia che va dai 50 ai 64 anni, seguita dagli over 64 con il 18,6% dei casi.
INAIL SCHEDA NAZIONALE INFORTUNI COVID-19
I dati sulle denunce da COVID-19
(monitoraggio al 15 giugno 2020)
WHO
Coronavirus disease
(COVID-19)
Situation Report – 155
Data as received by WHO from national authorities by 10:00 CEST, 23 June 2020
Situation Report 155 – 23 June 2020
SITUAZIONE ITALIANA
23/6/2020 – Aggiornamento dati: l’infografica dall’ISS
È online l’infografica con i principali dati relativi al sistema di Sorveglianza integrata COVID-19 realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e aggiornata al 22 giugno 2020.
In questa puntata parliamo di
– Fase 2 : Una spensierata negazione del problema Covid 19, migliaia di persone en plein air con assembramenti sotto gli ombrelloni e lungo la battigia……
– Coronavirus, il disaccordo pubblico tra esperti disorienta la popolazione e genera fake news… un articolo da leggere
– Lo stop al virus non risolverà l’emergenza, articolo di Vittorio Agnoletto
– Canada.Livelli di ansia tra gli operatori sanitari durante COVID-19 legati a DPI inadeguati
– GB. Il sindacato Unite: Il declassamento della regola del distanziamento sociale di due metri rischia “più focolai” per l’industria della carne
– La parola dei lavoratori. Il potere aziendale.
Fonte Institute for Work & Health
Lo studio di OHCOW, con il supporto di IWH, si basa sull’indagine di 4.000 lavoratori nell’aprile 2020
Pubblicato: 23 maggio 2020
Quasi sei su 10 operatori sanitari intervistati in Canada hanno riferito ansia a livelli che superano una soglia accettata per lo screening clinico per la condizione, secondo un sondaggio condotto su 4.000 lavoratori condotto ad aprile.
L’analisi delle risposte al sondaggio ha rilevato che i livelli di ansia erano associati alla disponibilità di dispositivi di protezione individuale (DPI): i lavoratori che hanno segnalato esigenze di DPI più insoddisfatte hanno anche riferito livelli di ansia più elevati.
Il sondaggio sull’esperienza pandemica dei lavoratori sanitari è stato condotto dalla Clinica per la salute occupazionale per i lavoratori dell’Ontario (OHCOW) con il supporto analitico del Dr. Peter Smith, co-direttore scientifico dell’Institute for Work & Health (IWH). I risultati preliminari sono stati condivisi dal ricercatore capo John Oudyk durante la prima serie di webinar del Primo Maggio, del Primo Maggio dell’OHCOW.
Condotto tra il 6 e il 30 aprile, l’indagine ha chiesto agli operatori sanitari la necessità e l’accesso a una vasta gamma di DPI come guanti, abiti, protezioni per gli occhi, visiere, maschere chirurgiche, maschere e respiratori N95. Ha riscontrato che il 18% dei lavoratori ha dichiarato di aver soddisfatto tutti i propri bisogni di DPI, mentre il 35% ha dichiarato di aver soddisfatto più della metà dei propri bisogni e che il 38% ha dichiarato di soddisfare meno della metà dei propri bisogni. Il restante 8% ha dichiarato che nessuno dei loro bisogni di DPI era soddisfatto.
Autore : Vittorio Agnoletto, 21.06.2020
Fonte IlManifesto
Modello Lombardo. È il fallimento di una sanità sottomessa agli interessi privati, concentrata solo sullo sviluppo di terapie sempre più tecnologicamente sofisticate ma destinate ad un pubblico limitato e facoltoso. Un modello non in grado di affrontare un’emergenza di sanità pubblica, che richiede un efficace sistema di sorveglianza sanitaria, un coinvolgimento attivo della popolazione,
uno ruolo centrale della medicina preventiva e dei servizi territoriali.
La pandemia Covid ha mostrato il totale fallimento del sistema sanitario lombardo centrato sulla sussidiarietà, inventata da Formigoni, tra pubblico e privato accreditato. Un privato che raccoglie il 40% della spesa sanitaria pubblica ma che può scegliere in quali settori investire: alta chirurgia, cardiologia, malattie croniche; e quali settori ignorare: pronto soccorsi, dipartimento d’emergenza,
per non parlare della prevenzione, vista come una pericolosa concorrente che sottrae loro malati produttori di profitti. Una sanità privata accreditata che, in gran parte, ha aspettato quasi due settimane prima di intervenire. Da oltre vent’anni la sanità pubblica lombarda è gestita con la medesima logica della sanità privata eppure gli interessi materiali dei due settori sarebbero esattamente opposti.
L’articolo prosegue >>> QUI
Dalla Rivista Risk delle TUC questo comunicato relativo alle maschere KN95 |
L’Health and Safety Executive (HSE) mette in guardia contro l’uso delle maschere KN95 come dispositivi di protezione individuale (DPI). Un avviso di sicurezza da parte del regolatore ha detto a tutti i datori di lavoro e fornitori di non acquistare o utilizzare maschere KN95. KN95 è un indice di prestazione ampiamente equivalente allo standard UE per maschere FFP2, quando funziona correttamente non è così protettivo come le migliori maschere FFP3. Tuttavia, i prodotti fabbricati secondo i requisiti KN95 si basano su un’autodichiarazione di conformità da parte del produttore. Non esiste una certificazione o garanzia indipendente della loro qualità. HSE ha affermato che circa il 90% delle preoccupazioni e delle domande sui DPI attualmente ricevute dall’HSE riguardano maschere KN95, che a suo avviso sono spesso accompagnate da documenti falsi o fraudolenti. Ha aggiunto che ha “messo in quarantena” circa 1,5 milioni di maschere KN95, ha impedito a 25 milioni di articoli che dichiarano di essere respiratori FFP3 di entrare nella catena di approvvigionamento e ha impedito ulteriori quattro linee costituite da milioni di articoli che entrano nella catena di approvvigionamento. Rick Brunt, direttore della strategia operativa di HSE, ha dichiarato: “La maschera facciale KN95 non deve essere acquistata o utilizzata.” Ha aggiunto: “Abbiamo scoperto che la mancanza di test indipendenti ha contribuito alla presenza sul mercato di una quantità sostanziale di maschere inadeguate e di scarsa qualità, sostenendo di essere conformi allo standard KN95. Comprendiamo che molte persone, principalmente in settori al di fuori dell’assistenza sanitaria, hanno acquistato queste maschere senza rendersi conto che non sono conformi. Siamo preoccupati che le persone che li indossano non siano protette dalla respirazione di sostanze nocive come si aspettano. I dispositivi di protezione devono proteggere.
Comunicato stampa HSE e avviso .
Un atteso declassamento alla regola del distanziamento sociale di due metri rischia di causare “più focolai” di coronavirus nel settore della lavorazione della carne, Uniti, Regno Unito e il più grande sindacato dell’Irlanda, ha dichiarato oggi (lunedì 22 giugno).
Unite ha chiesto un “intervento significativo” da parte sia del governo che dei datori di lavoro per impedire la diffusione di Covid-19 negli stabilimenti di trasformazione delle carni per accompagnare qualsiasi declassamento delle misure di allontanamento sociale, compresi regimi migliori in materia di salute e sicurezza e miglioramenti nei test e nella tracciabilità.
La prevalenza di focolai di coronavirus negli stabilimenti di trasformazione delle carni rende inoltre indispensabile ai ministri e ai datori di lavoro garantire che i lavoratori, che hanno bisogno di autoisolarsi, possano essere pagati nell’ambito del regime di retribuzione del lavoro (JRS) o che i loro tassi di indennità di malattia siano aumentati , Ha detto Unite.
Il sindacato ha affermato che era “inevitabile” che alcuni operai delle fabbriche di carne a basso reddito con “contratti di sfruttamento” , che avrebbero dovuto essere autoisolanti, continuassero a lavorare perché hanno diritto a una indennità di malattia obbligatoria (SSP) di £ 95,85 a settimana.
Il responsabile nazionale Unite Bev Clarkson ha dichiarato: “Molti datori di lavoro notano a malapena la regola del distanziamento sociale di due metri così com’è. Qualsiasi declassamento per l’industria della carne nell’attuale ambiente fornirà semplicemente ai capi irresponsabili la scusa di cui hanno bisogno per eliminare completamente le distanze sociali. In parole povere, rischierà più focolai nelle fabbriche in tutto il paese.
“Prima che vengano adottate nuove misure, i ministri e i datori di lavoro devono fare i conti con l’ondata di focolai verificatisi ai sensi della presente regola dei due metri. Oltre a regimi più rigorosi in materia di salute e sicurezza nelle fabbriche, è necessario migliorare i sistemi di prova e tracciabilità dei contatti all’interno del settore.
“Altrettanto importante è il fatto che troppi addetti alla lavorazione della carne semplicemente non possono permettersi di ammalarsi e sono costretti a ignorare le regole per mettere il cibo in tavola. Siamo ora in una situazione in cui la retribuzione della povertà e i contratti di sfruttamento endemici del settore stanno avendo un impatto diretto sulla salute pubblica.
“I ministri e i datori di lavoro devono fare un passo avanti e fornire una retribuzione per malattia che le persone possano sopravvivere o consentire a questi lavoratori di essere licenziati”.
ENDS
Note per i redattori:
Unite è il più grande sindacato della Gran Bretagna e dell’Irlanda con membri che lavorano in tutti i settori dell’economia. Il segretario generale è Len McCluskey.
Riprendiamo l’appello alla massima diffusione dell’articolo del Presidente della Fondazione GIMBE che fa chiarezza sugli impatti negativi derivanti dalle continue esternazioni di medici e scienziati di diverse specialità che spesso si contraddicono e generano confusione nella opinione pubblica. Concordiamo con quanto afferma il Presidente Gimbe Dott. Nino Cartabellotta: ” «In questa fase dell’epidemia ricercatori, medici e scienziati che comunicano al grande pubblico hanno enormi responsabilità: ora che il pericolo non è più tangibile e la grande paura via via svanisce, il rischio di disorientare i cittadini è molto elevato. In particolare, affermazioni sostenute da studi preliminari o esperienze individuali alimentano un senso di falsa sicurezza che facilità comportamenti irresponsabili». Editor |
Street foto Berlin (foto gierre )
Una BERLINO UGGIOSA ci sveglia stamattina, con nuvole e caldo eccessivo.
Oggi passeggiata nei due Flohmarket (Mercati delle pulci) uno all’Est (Holzmarket) e uno all’Ovest (ErnstReuterHaus), il primo per borse popolari, il secondo per agiata borghesia, poi Caffè Einstein in Alexanderplatz e rientro tranquillo con uno specchio per il bagno, Gente? Medio affollamento.
Prevenzione: ovunque abbondanza di cartelli Abstand 1,5 mt ma pensare che possano essere rispettati è da grulli (dicono i toscani). Eppoi all’aria aperta la probabilità di contagio è minima.
Sul fronte sanitario poche novità locali: il trend delle nuove infezioni „nehmen zu“, ovvero tende all’aumento, come era facilmente prevedibile con la ripresa delle attività, la riapertura parziale delle scuole e degli asili nido e delle manifestazioni di massa. I decessi sono al livello dei 211 e di 8.871 a livello nazionale. Il Sindaco Michael Mueller, con una garbata lettera ha ringraziato tutti i berlinesi per la
coesione e l’accortezza dimostrata in questa crisi invitando a tenere bene a mente gli obiettivi fissati e ad evitare leggerezza e spensieratezza nella vita quotidiana. Conferma che la strategia di controllo dello sviluppo pandemico funziona bene e che la nuova clinica per l’emergenza ha una capacità che può farci stare tranquilli e che la solidarietà, la perseveranza, la creatività e l’affidabilità, che sono nel DNA dei berlinesi, potranno consentire di dominare gli eventi frutto della Pandemia. Niente di più che un “memo“ preferiale, più rassicurante che preoccupante e moderatamente responsabilizzante di un normale primo cittadino.
Che il sistema di controllo funzioni l’ho verificato proprio questa settimana.
Un Decreto del Ministero della Sanità estende a tutti la possibilità di sottoporsi al tampone, al fine di rafforzare le misure di prevenzione della diffusone del virus e di contenere i costi del sistema sanitario che sono più elevati se si fanno pochi test.
Così in 24 ore si è accertato che la mia famiglia è tutta „negativa“. Buon per tutti ma soprattutto per mio figlio e mia moglie che sono inseriti in una catena di
relazioni obbligate dal lavoro, Il test costa circa 60 euro al sistema pubblico e per tutti gli assicurati con una mutua pubblica tedesca e per gli stranieri con tessera sanitaria europea è, ovviamente, gratuito.
Riportiamo dal Portale svizzero di critica sociale e del lavoro AREAONLINE.CH l’editoriale del direttore Claudio Carrer. Condividiamo l’approccio e i contenuti di questo articolo che descrive la “2° fase” in Svizzera di fuoriuscita dalla crisi Covid-19. Molte delle criticità denunciate in Svizzera si presentano amplificate in Italia…. |
FONTE AREAONLINE.CH
di Claudio Carrer
Negli ultimi mesi abbiamo imparato a leggere la situazione epidemiologica e sanitaria legata al coronavirus attraverso dei grafici a curve. Curve che oggi, fortunatamente, vediamo quasi piatte, perché i numeri dei nuovi contagi, dei ricoverati e dei morti si avvicinano ormai allo zero. Ma vi sono altre curve che si stanno invece impennando. Sono quelle che si riferiscono ai senza lavoro, ai sotto-occupati, ai poveri. Curve che mitigano drasticamente la gioia dataci da questa fase di ritorno alla vita, perché preannunciano, anche per la ricca Svizzera, un futuro a tinte fosche, se non saranno adottate incisive misure in difesa dell’occupazione e dei salari.
20/6/2020 – Aggiornamento dei dati: i bollettini della sorveglianza integrata COVID-19 in Italia
Sono online i nuovi dati realizzati dall’ISS: il documento “Epidemia COVID-19. Aggiornamento nazionale 16 giugno 2020” (pdf 13 Mb) – con l’appendice al bollettino con il dettaglio regionale (pdf 1,1 Mb).
20/6/2020 – Aggiornamento dati: l’infografica dall’ISS
È online l’infografica con i principali dati relativi al sistema di Sorveglianza integrata COVID-19 realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e aggiornata al 19 giugno 2020.
19/6/2020 – Aggiornamento dei dati: on line la nuova analisi sui pazienti deceduti
È disponibile online la nuova infografica sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia.
Vedi inoltre
e consulta
Sharan Burrow è stata eletta segretaria generale dell’ITUC al suo secondo congresso mondiale a Vancouver, giugno 2010. In precedenza, ha ricoperto la carica di presidente dell’ITUC dal suo congresso di fondazione a Vienna (novembre 2006) e la carica di presidente dell’ICFTU dal suo 18 ° Congresso mondiale a Miyazaki (novembre 2004). È la prima donna ad aver ricoperto una di queste posizioni. Info su Sharan Burrows |
Alcuni paesi useranno la crisi COVID-19 per accelerare i loro attacchi ai lavoratori, ma possiamo usare l’ indice ITUC Global Rights 2020 per fermare questo, e poi invertirlo.
Dobbiamo farlo perché il 2020 Rights Index espone la rottura del contratto sociale tra governi, datori di lavoro e lavoratori, con violazioni dei diritti dei lavoratori al massimo di sette anni. Democrazia e libertà sono sottoposte a continui attacchi.
Governi e datori di lavoro hanno limitato i diritti dei lavoratori limitando la contrattazione collettiva, interrompendo il diritto di sciopero ed escludendo i lavoratori dai sindacati. Ciò è stato aggravato da un aumento del numero di paesi che impediscono la registrazione dei sindacati.
L’incredibile 85 per cento dei paesi ha violato il diritto di sciopero. Scioperi e manifestazioni furono banditi in Bielorussia, Guinea, Senegal e Togo e incontrarono estrema brutalità in Bolivia, Cile ed Ecuador. In Iran e Iraq, sono stati fatti arresti di massa durante le proteste.
L’impatto del Coronavirus sui disabili: un’emergenza che non dobbiamo ignorare
di Amelia Massetti
In questo tempo di distanziamento sociale, a causa del coronavirus, le persone disabili hanno subito maggiormente il senso di isolamento e paura di poter contrarre il virus. La vita è cambiata improvvisamente e drasticamente per tutti, ma per coloro che necessitano di cure e di sostegno è un dramma, con ripercussioni e risvolti talvolta drammatici. I ritmi e le consuetudini quotidiane, che garantivano a queste persone una continuità ed un adattamento sociale in continua evoluzione, non sono infatti ancora stati completamente ripristinati.
L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU ILMITTE.COM
Dal sito Epicentro riportiamo gli aggiornamenti sulla Pandemia Covid-19 |
19/6/2020 – Aggiornamento dei dati: on line la nuova analisi sui pazienti deceduti
È disponibile online la nuova infografica sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia.
18/6/2020 – Pandemia COVID-19 in Africa: le insidie del lockdown
Al 10 giugno 2020 i casi confermati di infezione da SARS-CoV-2 in Africa sono circa il 3% dei casi nel mondo e le morti imputabili a COVID-19 sono circa l’1,5% dei decessi globali. In tutto il mondo il lockdown e le misure di contenimento hanno posto grosse sfide, in quanto le disposizioni restrittive coinvolgono uno spettro molto ampio di attività e incidono sulle dinamiche sociali ed economiche dei Paesi. Ma qual è l’impatto di queste misure sulle nazioni economicamente svantaggiate, come per esempio i Paesi africani? La riflessione a cura dei ricercatori ISS.
18/6/2020 – Studi interventistici per COVID-19: l’aggiornamento al 15 giugno 2020
Al 15 giugno 2020, sono 54 gli studi interventistici condotti in Italia (35 autorizzati dall’AIFA), di cui il 93% con uno scopo terapeutico e il 7% con uno scopo preventivo. Nel mondo, alla stessa data, sono 1190 gli studi clinici registrati su ClinicalTrials.gov e 21 gli studi in corso sui vaccini anti COVID-19. Sono alcuni dei dati presentati nella seconda infografica prodotta dal Gruppo di lavoro “Trial Clinici” dell’ISS. Consulta la pagina dedicata.
Segnaliamo questo interessante articolo già pubblicato dal Centro Documentazione per la Promozione della salute della Regione Piemonte. Nella gestione Pandemia la mancanza di preparadness è stata esperienza negativa condivisa dal SSN italiano ma non solo. Nell’articolo si affronta il tema della preparadness , ovvero della prontezza dell’azione, capacità dei sistemi sanitari pubblici, delle comunità e degli individui, di prevenire, proteggere, rispondere rapidamente e riprendersi da emergenze sanitarie, in particolare quelle la cui scala, tempistica o imprevedibilità minacciano di sopraffare le capacità di routine…. |
La preparedness, o prontezza all’azione, è definita come la capacità dei sistemi sanitari pubblici, delle comunità e degli individui, di prevenire, proteggere, rispondere rapidamente e riprendersi da emergenze sanitarie, in particolare quelle la cui scala, tempistica o imprevedibilità minacciano di sopraffare le capacità di routine” (1).
La prontezza è costosa: occorre finanziare, in continuo, programmi e azioni per prevenire eventi che potrebbero non verificarsi mai, o che potrebbero accadere in modo diverso da quanto si era previsto. Eppure l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2019, ha pubblicato le linee guida “A world at risk” elaborate dal Global Preparedness Monitoring Board (2), che approfondiscono, in 7 capitoli, le più importanti strategie che si dovrebbero mettere in atto. Sono così importanti che sono state tradotte in molte lingue – escluso l’italiano -.
La notizia che la pandemia abbia portato gli Stati Uniti alla testa della triste classifica mondiale dei contagi e dei decessi e, nel contempo, causato finora oltre 20 milioni di disoccupati, difficilmente riassorbibili nel mercato del lavoro, conduce ad inevitabili considerazioni che sconfessano uno dei fondamenti su cui è costruita la Costituzione americana: “ tutti gli uomini sono stati creati uguali… dotati di Diritti inalienabili, fra questi la Vita, la Libertà, la ricerca della Felicità”. Infatti, la situazione di precarietà socio-sanitaria degli USA poggia su uno storico, e ancor solido modello liberista, gravato dal più elevato tasso di privato conosciuto in ogni ambito delle organizzazioni sanitarie dell’Occidente con l’effetto inevitabile di divaricare le diseguaglianze sociali fino alla rottura con conseguenze incalcolabili, estensibili in ogni piega della società.
Difficile mantenere intenti ideali tanto alti, addirittura di stampo teleologico, se perfino la American Medical Association nel 2007 ha dichiarato pubblicamente la sua “contrarietà alla Riforma sanitaria per un possibile deragliamento del sistema sociale verso un modello d’impianto socialista” di fronte alla volontà e alle iniziali misure dell’Amministrazione Obama di estendere, a fasce bisognose di popolazione, la gratuità dei diritti assistenziali.
FONTE PUNTOSICURO
Dopo qualche mese dall’avvio dell’Emergenza Coronavirus”, tematica ormai all’ordine del giorno sia in ambito lavorativo sia non, ci si pone inevitabilmente domande su stati d’animo, reazioni da parte di aziende e comunità a valle di questo cambiamento radicale imposto per tutta la nazione. Quali sono le emozioni derivanti da questo “cambio di rotta”? Inizialmente si percepivano confusioni, paura, panico derivato da un sistema sanitario sull’orlo del collasso nelle Regioni in cui l’emergenza ha raggiunto il picco più critico.
Quando il virus era ancora lontano, tutti sono stati molto, forse troppo ottimisti ed eccessivamente fiduciosi sul fatto di poter essere o meno contagiati. Studi scientifici hanno constatato che la stragrande maggioranza della popolazione avesse la certezza di non essere neanche lontanamente a rischio contagio; in pratica vi era la convinzione che qualora il virus fosse arrivato in Italia, avrebbe colpito sì, ma senza contagiarci in prima persona.
Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19. (20A03194)
Il testo della lettera al Ministero Salute inviata dalla Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione a cui fanno riferimento 15 Associazioni tecnico scientifiche mette in evidenza alcune criticità che dovrebbero essere risolte rapidamente con interventi normativi, per consentire ai professionisti della prevenzione di operare pienamente a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
FONTE MINISTERO SALUTE
L’incremento di nuovi casi di Covid-19 è pari a 338. In calo il trend generale dei decessi. È quanto si rileva dai dati del monitoraggio sanitario sulla diffusione del nuovo coronavirus diffusi alle 18 del 14 giugno.
Complessivamente i casi dall’inizio dell’emergenza sono 236.989, così divisi:
Tra gli attualmente positivi:
Data di pubblicazione: 14 giugno 2020 , ultimo aggiornamento 14 giugno 2020
In questa puntata parliamo di
– Il lungo passaggio dentro la pandemia Covid-19. Come cambieranno istituzioni, politiche sociali e sanitarie.
– I modelli manageriali toyotisti applicati in sanità pubblica sono stati il tallone di Achille nella fase della emergenza.
– Francia.INRS. La Rivista Lavoro e sicurezza: numero di maggio-giugno 2020
– Inail.Esposizione a silice cristallina: pubblicato il Rapporto scientifico 2000-2019
– Frittura mista
Un articolo dal Centro di studi di politica economica del Maryland,MDCEP,che spiega le ragioni per cui è necessario e opportuno innalzare i salari minimi dei lavoratori, dagli operai , di chi lavora nell’assistenza e nella cura delle persone anziane, dei commessi e delle cassiere. L’articolo si schiera contro le pressioni delle lobbie dei datori di lavoro che vorrebbero congelare i salari minimi. “La pandemia di coronavirus ha fatto luce sulla profonda dipendenza delle comunità del Maryland dagli operai che alimentano le famiglie, si prendono cura degli adulti anziani e mantengono spazi pubblici sanitari. Eppure questi stessi lavoratori troppo spesso portano a casa stipendi che non possono sostenere una famiglia, figuriamoci per compensare i rischi quotidiani richiesti dal loro lavoro. Mentre i politici rispondono alla crescente crisi economica, devono riconoscere la necessità di supportare i lavoratori essenziali che supportano il resto di noi. Ciò significa rafforzare le protezioni di base come il salario minimo e il diritto a guadagnare giorni di malattia retribuiti, non tornare indietro alle promesse che hanno già fatto. Il congelamento del salario minimo del Maryland al suo livello attuale e inadeguato danneggerebbe proprio le persone che ora sostengono le nostre comunità, indebolire l’economia del Maryland e, alla fine, ci renderebbero tutti peggio: Congelare il salario minimo costerebbe a un tipico lavoratore a basso salario più di $ 7.000 in salari persi entro il 2025, anche se le basi come l’alloggio e l’assistenza sanitaria continuano a diventare più inaccessibili. Un congelamento di due anni proposto – sebbene legalmente dubbio – costerebbe a un lavoratore tipico ben oltre $ 14.000 entro il 2026. L’ARTICOLO ALLA FONTE MDCEP |
FONTE WASGHINGTON POST
Non mi sono mai sentito così indifeso’: i lavoratori in prima linea affrontano la perdita
Medici, infermieri e soccorritori alle prese con l’enormità di ciò a cui hanno assistito durante la prima ondata della pandemia
FONTE SERVIZI PUBBLICI INTERNAZIONALE La federazione sindacale globale dei lavoratori nei servizi pubblici
Antonio Capodieci, un infermiere di pronto soccorso italiano che lavora all’ospedale Maggiore di Bologna, ha appena pubblicato un video in cui mostra la cruda realtà dei suoi colleghi infermieri che hanno combattuto il coronavirus nelle navate dell’ospedale negli ultimi mesi
Il video “Non sono un eroe”, ideato e diretto da Capodieci, un infermiere con la passione per il video e la fotografia, non risparmia critiche al buon senso controproducente promosso dai media che insiste nel chiamare eroi infermieri – mentre la lotta per migliori salari e dignità sul lavoro è appena menzionata.
“Non sono un eroe, sono lo stesso che hai urlato qualche mese fa, quello che hai insultato per 30 anni a causa delle tue lunghe attese, quello che lavora a Natale e a metà agosto, quello che ha aiutato quando guidavi ubriaco o quello che volevi picchiare “, dice il video di 3 minuti.
DIRETTIVA (UE) 2020/739 DELLA COMMISSIONE
del 3 giugno 2020 che modifica l’allegato III della direttiva 2000/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l’inserimento del SARS-CoV-2 nell’elenco degli agenti biologici di cui è noto che possono causare malattie infettive nell’uomo e che modifica la direttiva (UE) 2019/1833 della Commissione.