Italia: FLAI-CGIL chiede la regolarizzazione dei lavoratori migranti e misure urgenti per proteggere la loro salute

Fonte IUF.ORG

Il sindacato agroalimentare affiliato alla IUF FLAI-CGIL, insieme a numerose organizzazioni della società civile, ha invitato il governo ad adottare misure immediate per salvaguardare la salute e la sicurezza delle migliaia di lavoratori migranti irregolari e richiedenti asilo che vivono nel paese. In una lettera aperta del 24 aprile, il sindacato chiede solidarietà con i lavoratori irregolari che vivono in campi di fortuna e ghetti, molti dei quali impiegati nell’agricoltura, senza accesso a risorse idriche e igieniche adeguate. Le misure del governo per far fronte all’emergenza sanitaria non raggiungono queste popolazioni, mettendo a rischio la vita e minacciando di trasformarle in punti di crisi pandemici.

La lettera invita il governo a consentire misure di monitoraggio e prevenzione mediante la richiesta di alloggi per migranti e il miglioramento delle infrastrutture di base. L’interruzione nella fornitura di lavoratori migranti dall’Europa dell’Est minaccia la produzione agricola, mentre i lavoratori irregolari non sono in grado di colmare la carenza a causa della loro paura delle autorità. Ai migranti e ai richiedenti asilo, afferma la lettera, deve essere permesso di emergere con fiducia dalla loro situazione irregolare ricevendo lo status di residenza.

L’emergenza sanitaria e la minaccia alla produzione alimentare, avverte la lettera, possono essere affrontate solo garantendo i diritti fondamentali dei lavoratori e la rigorosa applicazione dei contratti collettivi settoriali.

 

Francia -Inrs :Pronto soccorso al lavoro e COVID-19 Raccomandazioni da seguire di fronte all’arresto cardiopolmonare

Riteniamo utile e opportuno segnalare questo articolo apparso sul sito INRS  ( trad.ne google translator ) 

Fonte INRS 

In termini di salvataggio e pronto soccorso sul lavoro, la pandemia COVID-19 implica alcuni adattamenti del comportamento da adottare di fronte all’arresto cardiopolmonare.

Durante la fase pandemica collegata a COVID-19, Ilcor (Comitato internazionale di collegamento sulla rianimazione) raccomanda di modificare la procedura da seguire quando si prende cura di una vittima in arresto cardiorespiratorio.

In tal modo :

  • Di fronte a una vittima incosciente, il soccorritore al lavoro cerca segni di respirazione osservando se lo stomaco e / o il torace della persona sono sollevati. Non posiziona la guancia e l’orecchio vicino alla bocca e al naso della vittima.
  • Di fronte a un adulto in arresto cardiopolmonare, il lavoratore del pronto soccorso esegue solo compressioni toraciche. Non fa il bocca a bocca. L’avviso e l’uso del defibrillatore automatico esterno sono invariati.
  • Di fronte a un bambino o un bambino in arresto cardiopolmonare, il lavoratore del pronto soccorso esegue compressioni toraciche e bocca a bocca. L’avviso e l’uso del defibrillatore automatico esterno sono invariati.
Saperne di più

Un nuovo contratto sociale può ricostruire i nostri posti di lavoro e le nostre economie dopo COVID-19

FONTE MEDIUM 

SCRITTO DA

Sharan Burrow

Segretario Generale della Confederazione Internazionale dei Sindacati. Rappresentare i lavoratori del mondo.

 

Il nostro mondo è in crisi con molte facce di devastazione: la devastazione della disuguaglianza, la devastazione climatica con eventi meteorologici estremi e stagioni che cambiano, e ora la devastazione di una pandemia senza una data di fine nota.

La protezione immediata per i lavoratori, le famiglie, le comunità e le imprese dell’economia reale con garanzie di congedo per malattia retribuito, protezione dei salari e salute pubblica e altre aree di assistenza vitale per tutti sono essenziali come primo passo per stabilizzare le ricadute dalla pandemia.

Dopo il tumulto degli inizi del XX secolo delle due guerre mondiali e della Grande Depressione, i leader mondiali hanno capito che era importante costruire un piano sociale di diritti democratici, libertà e sistemi di protezione sociale. Questo era un contratto sociale con le persone del mondo.

L’ILO è stata fondata nel 1919 con una struttura di governo tripartita in cui i lavoratori, i datori di lavoro e la governance hanno negoziato diritti fondamentali come la libertà di associazione e i diritti di contrattazione collettiva e il diritto di essere liberi dalla discriminazione e liberi da lavoro forzato e lavoro minorile. A questi sono seguiti altri standard tra cui salute e sicurezza sul lavoro, salari minimi e nel corso degli anni un corpus di standard per garantire un lavoro dignitoso. E ‘stato sviluppato un sistema di supervisione per tenere conto dei governi.

Ogni lotta per una migliore vita lavorativa o protezione sociale o istruzione, sanità, assistenza all’infanzia o altri servizi pubblici a livello nazionale ha aggiunto al contratto sociale.

E queste garanzie insieme agli impegni salariali negoziati o statutari che derivavano da un’offerta di lavoro – in altre parole, un contratto di lavoro – sono diventati la base delle economie e delle società che proteggono i lavoratori dagli shock economici, politici e ambientali.

Il contratto sociale è stato compreso da tutte le parti come il fondamento di una società stabile, ma quando il mondo è diventato più ricco e l’ascesa delle società globali ha iniziato a dominare le nostre economie, gli attacchi al contratto sociale sono aumentati.

L’arbitrato del lavoro è diventato la base della crescita del profitto con la produzione offshore per massimizzare i bassi salari e ridurre le responsabilità occupazionali alla base sia del commercio globale che della concorrenza. La globalizzazione ha aumentato enormemente la ricchezza globale, ma non è stata equamente condivisa. La quota del reddito da lavoro è costantemente diminuita dagli anni ’80.

Fonte: OIL basato sulla Commissione europea (dati AMECO)

E la negazione dei diritti fondamentali del lavoro è stata permessa dai governi mettendo gli interessi corporativi al di sopra della dignità del lavoro dignitoso e dei mezzi di sussistenza della propria gente.

Questi stessi governi non sono riusciti a costruire sistemi di protezione sociale universale, senza lasciare alcuna rete di sicurezza in tempi di crisi per oltre il 70% della popolazione mondiale.

La promessa di sviluppo è stata ulteriormente limitata dai flussi illeciti di reddito e dall’evasione fiscale subiti dai paesi più poveri che hanno osservato le loro risorse naturali e i talenti del loro popolo appropriati dalle società occidentali benestanti.

Ma purtroppo, la crisi finanziaria del 2008-2009 ci ha insegnato poco come la spesa per stimoli progettata inizialmente per proteggere posti di lavoro, persone e economia reale si è trasformata in salvataggi per banche e istituzioni finanziarie mentre misure di austerità hanno attaccato salari minimi, contrattazione collettiva e protezione sociale.

Questi attacchi hanno strappato gli ultimi fili del contratto sociale, che è stato oggetto di un crescente attacco dagli anni ’80.

Oggi l’impatto sulla salute e sull’economia della pandemia COVID-19 ha messo in luce i rapporti di lavoro che sono carenti di ferie retribuite, ore di lavoro garantite o persino un contratto di lavoro.

Liberi professionisti, lavoratori dell’economia dei concerti ( gig economy)  e lavoratori nascosti nelle catene di approvvigionamento globali – tutti strangolati dai blocchi necessari per contenere la diffusione del coronavirus – sono le persone che sentono le prime onde d’urto di questa crisi.

Mentre molti governi si affrettano a pagare per un congedo per malattia, a fornire sostegno al reddito o ad altre misure, si sono trovati a mettere in piedi i mattoni di un contratto sociale. Teniamoli al loro posto.

Un nuovo contratto sociale è fondamentale per riportare il mondo su un percorso sostenibile e giusto. I termini del presente contratto devono includere un piano di protezione del lavoro per tutti i lavoratori con:

– diritti fondamentali;

– salario minimo adeguato;

– ore massime di lavoro; e

– salute e sicurezza.

Attraverso la garanzia legislativa o la contrattazione collettiva, dovrebbero essere garantiti il ​​congedo per malattia retribuito, il congedo familiare e altri diritti.

E la protezione sociale universale, compresa la protezione del reddito per periodi di sottoccupazione, è una garanzia sociale per le famiglie che lavorano e le basi di una società più equa e di un’economia sicura.

Solo misure di transizione per l’azione per il clima e i cambiamenti tecnologici e un’agenda trasformativa per la partecipazione economica delle donne possono garantire che nessuno ci lasci indietro.

La tassazione deve essere equa e ridistribuita alle misure di giustizia sociale, compresi i servizi pubblici fondamentali in materia di sanità, istruzione e altri settori di assistenza e opportunità.

Il mondo post-pandemia potrebbe darci un nuovo modello per l’economia globale, un nuovo impegno per la condivisione della ricchezza del mondo e un rinnovato investimento nel rispetto e nello stato di diritto.

Dalla devastazione sanitaria ed economica di COVID-19, ricostruiamo con un contratto sociale nuovo o rinnovato.

Riferimenti :

PROTOCOLLO CONDIVISO DI REGOLAMENTAZIONE PER IL CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE DEL COVID – 19 NEI CANTIERI

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti condivide con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ANCI, UPI, Anas S.p.A., RFI, ANCE, Alleanza delle Cooperative, Feneal Uil, Filca – CISL e Fillea CGIL il seguente:
PROTOCOLLO CONDIVISO DI REGOLAMENTAZIONE PER IL CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE DEL COVID – 19 NEI CANTIERI

IL PROTOCOLLO 

 

Il Segretario generale di Unite McCluskey: i licenziamenti di massa di British Airways “illegali e immorali” e mettono in pericolo l’intera aviazione britannica

Fonte Unitetheunion.org

foto da wikimedia 

L’annuncio scioccante di British Airways di licenziare 12.000 lavoratori del Regno Unito presso la compagnia aerea senza alcuna consultazione è stato denunciato come “illegale e immorale ” dal principale sindacato del Regno Unito per l’aviazione, Unite, e dovrebbe essere ritirato.

Decisione  shock
Il sindacato avverte anche oggi (mercoledì) che lo shock di BA, la decisione unilaterale di abbandonare i principi e le intenzioni del regime di retribuzione del lavoro e invece di licenziare i lavoratori mina il lavoro che Unite e l’industria hanno svolto con il governo per assicurarsi un pacchetto finanziario e strategia per l’intero settore che abbraccia le compagnie aeree, gli aeroporti e il controllo del traffico aereo, nonché per affrontare le preoccupazioni ambientali legate all’industria.

La vastità delle perdite di posti di lavoro, che vedrà licenziato un quarto della forza lavoro della compagnia aerea, renderà anche il settore dell’aviazione del Regno Unito, già molto fragile a causa della crisi di Covid-19, estremamente instabile mettendo molte migliaia di posti di lavoro in più nel paese , non solo a BA, a rischio.

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Cronache da Berlino 26 aprile 2020 di Franco Di Giangirolamo

… per le vie di Berlin ( foto 2017 gierre )
DOMENICA A BERLINO
Siamo al 26 di aprile e nell’aria si avvertono i segnali del Lockdown.
Venerdì ho percorso per 3 ore (non è vietato e poi ho indossato per la prima volta la mascherina) il centro di Berlino con tutti i mezzi pubblici possibili e gran parte a piedi. Traffico leggermente aumentato, distanziamento difficile ma almeno tentato, mezzi pubblici un poco più pieni ma sostanzialmente con presenza gestibile, poche mascherine di protezione, strade vuote di pedoni, Isola dei Musei deserta, grandi stazioni vuote, pochi chioschi aperti per il take away, presenze umane notevoli, con distanziamento, nelle aree dedicate ai cani, poche bici in circolazione, mamme con bambini negli spazi verdi ma senza raggruppamenti, cantieri edili tutti aperti (credo che non abbiano mai chiuso), East Side Galery deserta, luoghi classicamente turistici ovviamente iperdeserti, qualche raggruppamento di senza fissa dimora, a Kreuzberg, quartiere multietnico molte donne turche e musulmane (vedendo quelle con il burka non posso fare a meno di pensare ad una „vendetta di Maometto“).

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Covid-19 – I lavoratori hanno il diritto di rifiutare la prestazione lavorativa a fronte di una cattiva gestione del rischio contagio ?

 

Sul quotidiano belga Le Soir è apparso un articolo di Elise Dermine, professore di diritto del lavoro presso l’ULB; Sophie Remouchamps, docente presso ULB e avvocato specializzato in diritto del lavoro; Laurent Vogel, docente presso ULB e ricercatore senior in medicina del lavoro presso l’European Trade Union Institute.

“I lavoratori hanno il diritto di recesso in Belgio”

In questo articolo si sottolinea il fatto che anche in Belgio, come in Francia, nella legislazione del lavoro esiste il riconoscimento del “diritto di recesso” che consente ai lavoratori di rifiutare di lavorare se affrontano una situazione di grave e imminente pericolo per la loro salute sul lavoro. Se esercitano legittimamente questo diritto, i lavoratori non possono essere soggetti a penalità o detrazioni dai salari.
Secondo gli AA questo strumento normativo ha consentito in Francia ai lavoratori di un Centro Amazon di ottenere la chiusura delle attività in ragione della carenze nella gestione del rischio Covid-19. Sempre in Francia il contenzioso sollevato dai lavoratori anche di servizi essenziali ha permesso loro di ottenere il risanamento degli ambienti e la disponibilità dei DPI appropriati.

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Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione

Documento tecnico sulla possibile rimodulazione
delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione.

A cura del
Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, INAIL
Autori: Sergio Iavicoli, Fabio Boccuni, Giuliana Buresti, Diana Gagliardi, Benedetta Persechino, Bruna Maria Rondinone, Antonio Valenti
Aprile 2020

IL DOCUMENTO

 

ILOSTAT – COVID-19: Ci sono abbastanza operatori sanitari?

 

FONTE ILO.ORGG

Mentre la crisi COVID-19 mette sotto pressione i servizi sanitari in tutto il mondo, i dati ILOSTAT evidenziano le carenze già esistenti degli operatori sanitari.

La pandemia di COVID-19 ha messo a fuoco i servizi sanitari dei paesi. Mentre i governi si muovono per rallentare la diffusione del virus, gli operatori sanitari, in particolare le donne, sono in prima linea nell’epidemia.

Di fronte a questa crisi, è rassicurante sapere che questi lavoratori sono lì per amministrare il trattamento e dare consigli. Tuttavia, con oltre la  metà della popolazione mondiale  priva dell’accesso alle cure sanitarie essenziali, cosa succede quando non ci sono abbastanza medici, infermieri e personale di supporto?

Come parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, tutti gli Stati membri hanno concordato di raggiungere  una copertura sanitaria universale  entro il 2030. Con la densità dell’occupazione sanitaria un indicatore per questo obiettivo, è probabile che un ostacolo al suo raggiungimento sia la carenza di operatori sanitari. 

I dati di ILOSTAT  evidenziano i paesi in maggiore bisogno. Presenta gli ultimi dati sulle occupazioni sanitario qualificato – come medici e infermieri – e sull’occupazione in generale nel campo della salute umana e sociale di lavoro del settore, che include tutti quelli impiegati in stabilimenti di salute, tra cui le occupazioni non di salute, come amministratori e addetti alle pulizie e attività di assistenza sociale.

Mostra che la salute è un settore occupazionale importante, ma che le capacità dei paesi di reclutare e trattenere gli operatori sanitari variano significativamente da una regione all’altra. Questa diseguale distribuzione aggrava le iniquità nell’accesso ai servizi sanitari.

Ricchezza e salute

I dati sull’occupazione sanitaria (basati sulla categoria ISIC rev.4 Q. Attività di salute umana e di assistenza sociale)  suggeriscono che i paesi ad alto reddito hanno sia gli operatori sanitari più qualificati sia i maggiori settori sanitari in relazione alla loro popolazione . La Norvegia ha il più grande settore sanitario, impiegando 1.049 persone per 10.000 abitanti. Seguono Danimarca, Giappone, Paesi Bassi e Svizzera, tutte con oltre 800.

USA (682) e UK (664) abbiamo il 10 °  e 13 th  rispettivamente quozienti più elevati.

In effetti, i paesi ad alto reddito hanno collettivamente quasi 12 volte più persone impiegate nel settore sanitario rispetto alle nazioni a basso reddito – 580 per 10.000 persone rispetto a solo 49.

Disparità di accesso ai servizi sanitari

È una storia simile quando si osservano professioni sanitarie qualificate (come medici, infermieri e ostetriche) per 10.000 persone. Su 97 paesi con dati disponibili, i primi 10 sono quasi esclusivamente paesi ad alto reddito. Germania, Norvegia, Svizzera, Paesi Bassi e Stati Uniti sono i primi cinque, mentre la Federazione Russa è l’unico paese non ad alto reddito tra i primi 10.

In molti paesi a basso reddito, tuttavia, gran parte della popolazione non ha accesso ai servizi sanitari essenziali a causa della mancanza di operatori sanitari, in particolare nelle zone rurali e remote.

Quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò l’epidemia di COVID-19 un’emergenza sanitaria globale, la sua  maggiore preoccupazione  fu la possibilità che il virus si diffondesse in paesi con sistemi sanitari più deboli. In Africa, il numero medio di lavoratori impiegati nel settore sanitario per 10.000 persone è 57. E molte delle nazioni più povere della regione ne hanno molte meno.

L’ARTICOLO PROSEGUE CON TAVOLE DATI ALLA FONTE SU  ILOSTAT

Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. ( Con le integrazioni del 24 aprile 2020 )

 

24 aprile 2020

Venerdi 24 aprile 2020, è stato integrato il “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto il 14 marzo 2020 su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, che avevano promosso l’incontro tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020, che,  in relazione alle attività professionali e alle attività produttive, raccomanda intese tra organizzazioni datoriali e sindacali.
Il Governo favorisce, per quanto di sua competenza, la piena attuazione del
Protocollo.

IL PROTOCOLLO CONDIVISO INTEGRATO 24/04/2020

Rischi per la salute da utilizzo di lampade germicida a raggi UV

LAMPADE GERMICIDA

Tra gli effetti collaterali della così detta “guerra” contro il corona virus gira da qualche giorno sui social la pubblicità di lampade germicida da utilizzare ovunque in casa ed al lavoro.

Vengono pubblicizzate come alternativa “ecologica” ai normali disinfettanti, in quanto i raggi UV sarebbero “naturali “ e sicuri. Vengono poi mostrati tutorial su come acquistare ed installare in maniera facile una lampada germicida in qualsiasi ambiente.

Quello che non viene colpevolmente detto in queste pubblicità ingannevoli è che le lampade germicida sono dispositivi estremamente pericolosi, in grado di produrre gravi danni alle persone inconsapevolmente esposte alla radiazione UVC da queste emessa. La radiazione UVC di per sé non può essere percepita dall’essere umano in quanto non dà alcuna sensazione termica e non è visibile Quindi se siamo esposti non abbiamo alcun modo di rendercene conto. Bastano pochi secondi di esposizione per provocare danni eritemali ad occhi e cute. Tanto maggiore è la durata dell’esposizione tanto maggiore è il danno arrecato.

Purtroppo gli effetti acuti non sono immediati ma emergono soltanto alcune ore dopo l’esposizione. Noi addetti alla prevenzione abbiamo visto lavoratrici ricoverate in ospedale con ustioni di terzo grado e che hanno abortito a seguito di ore di esposizione inconsapevole in laboratorio. Esposizioni accidentali provocate da lampade accese per sbaglio, per distrazione…abbiamo visto sportivi ustionati da lampade germicida installate negli spogliatoi di palestre, abbiamo visto infermiere ricoverate con danni eritemali gravi per lampade germicida incautamente accese in sale operatorie.

Inoltre va ricordato che la radiazione UV è un CANCEROGENO CERTO PER L’UOMO – per tumori oculari e cutanei, così come classificata dalla IARC (agenzia internazionale di ricerca sul cancro). Il cancro può insorgere decine di anni dopo l’aver subito un danno acuto o a seguito di esposizioni croniche protratte negli anni.

Negli ospedali e nei laboratori di analisi dove vengono sistematicamente utilizzate questo tipo di sorgenti, per prevenire danni da esposizioni inconsapevoli delle persone, il personale dovrebbe essere stato addestrato al corretto utilizzo delle lampade e gli ambienti dove sono attive lampade germicida dovrebbero essere segnalati con cartelli di pericolo; inoltre tutte le entrate dovrebbero essere collegate a sistemi automatici che in caso di apertura involontaria, spengono le sorgenti; tutto questo per evitare qualsiasi esposizione accidentale, anche momentanea, alla radiazione UVC.

Per piacere evitiamo che questa pubblicità ingannevole nella guerra al virus mieta vittime incrementando per giunta ulteriormente il carico di lavoro dei nostri ospedali.

Un documento per l’uso sicuro delle lampade germicide è scaricabile dal sito del Portale Agenti Fisici www.portaleagentifisici.it alla sezione Radiazione Ottiche Artificiali – documentazione

Procedure operative per la prevenzione del rischio da esposizione a Radiazioni Ottiche Artificiali: Cappe sterili e Lampade Germicide

www.portaleagentifisici.it/fo_ro_artificiali_documentazione

Iole Pinto
Fisico
USL Toscana Sud Est
Responsabile Scientifico
Portale Agenti Fisici
info@portaleagentifisici.it

Coronavirus, stop ai contagi domestici. Dalla Regione un’ulteriore stretta sui provvedimenti da adottare

FONTE REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Tempestività diagnosi, isolamento sicuro anche in strutture alternative e conferma veloce della guarigione. Donini: “Ancor più incisivi in vista della ripartenza”

Coronavirus

Stop ai contagi tra le mura domestiche, che continuano a rimanere il luogo dove maggiormente si sviluppano i nuovi casi di infezione da Coronavirus.

La Regione Emilia-Romagna interviene nuovamente sulle disposizioni e le procedure da seguire per limitare il più possibile le occasioni di contagio negli appartamenti, e di conseguenza anche nei condomini.
E lo fa ribadendo e rafforzando le Linee guida già indicate, attraverso un nuovo documento – che avrà un passaggio anche in Giunta regionale – che l’assessorato alle Politiche per la salute ha condiviso con Aziende sanitarie e parti sociali.

Tempestività della diagnosi, isolamento stretto in strutture di accoglienza alternative al domicilio se esso non può garantire le condizioni di isolamento sicuro, e tempestiva conferma diagnostica della guarigione.

Questi i punti cardine da seguire, che prevedono anche interventi specifici, tra cui la verifica in loco dell’adeguatezza dell’appartamento in cui le persone devono effettuare la quarantena; la proposta di strutture alternative e adeguate in cui svolgere il periodo di isolamento fino alla completa guarigione con doppio tampone negativo; il continuo monitoraggio delle persone in quarantena, ovunque siano collocate; la collocazione negli alberghi anche per i pazienti dimessi dall’ospedale che, clinicamente guariti, non possono rientrare al domicilio per svolgere la quarantena in attesa dei due tamponi previsti per la definitiva guarigione; e ancora, la necessità di effettuare tempestivamente i tamponi, sia per verificare la positività, sia la guarigione, a maggior ragione nel momento in cui si apprestano a ripartire le attività.

Regole chiare messe nero su bianco, che vanno così a rafforzare il percorso definito dalla Regione dall’inizio dell’epidemia: segnalazione dei casi sospetti, isolamento precauzionale degli stessi, individuazione dei contatti stretti, conferma diagnosticatrattamento domiciliare per le persone asintomatiche o con sintomatologia lieve, monitoraggio delle condizioni di salute dei pazienti e dei contatti stretti. Fino alla guarigione clinica e alla dichiarazione di guarigione con conferma diagnostica dopo il doppio tampone negativo.

Tempestività della diagnosiCoronavirus, infermiera

Tre, dunque, le fasi su cui la Regione compie un’ulteriore stretta per evitare la comparsa di focolai di infezione intra-domestici e nella cerchia delle persone che condividono con il caso sospetto l’ambiente di vita, dai conviventi ai condòmini. Innanzitutto, tempestività della diagnosi, per identificare in modo precoce i casi e metterli in stretto isolamento: tra la segnalazione dei sintomi e l’esecuzione del tampone naso-faringeo al caso sospetto e ai contatti stretti sintomatici deve intercorrere il minor tempo possibile, per avviare, in caso di positività, il protocollo terapeutico e di monitoraggio definito a livello regionale.

A questo scopo sono le stesse Aziende a decidere, assieme ai Dipartimenti di sanità pubblica, i soggetti che effettuano materialmente il tampone – medici, infermieri, assistenti sanitari – e chi provvede al monitoraggio delle condizioni di salute, anche nell’ambito di team operativi specifici (come le Usca, le Centrali di coordinamento, i Punti unici distrettuali), mettendo a punto le strategie ritenute più efficaci e sostenibili per il territorio di riferimento.

Isolamento in sicurezza

Sia per i casi sospetti o confermati di positività in quarantena al domicilio sia per le persone conviventi, è necessario che l’isolamento sia applicato in modo corretto, per tutelare familiari e conviventi, verificando fin dal momento della prima valutazione del caso se esistano le condizioni perché sia rispettato.

Nel documento messo a punto dalla Regione si suggerisce di valutare direttamente al domicilio tali condizioni sulla base di check-list predisposte di concerto con i Dipartimenti di sanità pubblica, anche per accompagnare il provvedimento di quarantena con una completa informazione e responsabilizzazione delle persone interessate. A questo fine, è utile accompagnare alla proposta di collocazione in struttura alberghiera un modulo di “consenso informato” da far sottoscrivere anche in caso di diniego.

Nei casi in cui, fin dall’inizio o durante le fasi di monitoraggio delle condizioni di salute e del rispetto dell’isolamento stretto, si constatasse l’inefficacia delle misure previste, alla persona positiva e autosufficiente deve essereproposto lo svolgimento o il proseguimento della quarantena presso una struttura idonea diversa dal domicilio (alberghi, alberghi termali, strutture di accoglienza).

Strutture che dovranno garantire ospitalità fino alla guarigione con la doppia negativizzazione del tampone, rispettando tutte le disposizioni quarantenali.
Non solo. La collocazione nelle strutture alternative alla quarantena domiciliare può essere proposta anche per le persone dimesse dall’ospedale che, clinicamente guarite, non possono rientrare al domicilio in attesa di effettuazione dei due tamponi previsti o in attesa di negativizzazione.
E proprio per dare risposta a questa esigenza, la Protezione civile sta predisponendo una convenzione con Federalberghi.

Rimane fermo il fatto che le persone che non possono trascorrere la quarantena al proprio domicilio non devono essere ospedalizzate e devono essere monitorate ovunque siano collocate.

Conferma diagnostica della guarigione

Infine, viene richiamata la massima attenzione sulla tempestività dell’esecuzione dei due tamponi diagnostici che, se negativi, consentono di dichiarare la persona guarita ponendo fine alla quarantena e quindi anche all’allontanamento dal domicilio, laddove intervenuto. La dichiarazione di guarigione diventa a maggior ragione indispensabile in questa fase dell’epidemia in cui ci si appresta a far ripartire le attività. Una tempestività che può essere assicurata da un lato grazie alle nuove potenzialità dei Laboratori regionali coinvolti, dall’altro con l’utilizzo dei team operativi specifici, come le Usca, che possono costituire una risorsa anche da questo punto di vista.Un percorso attivato da tutte le Aziende sanitarie che ha coinvolto i medici curanti, i Dipartimenti di sanità pubblica e di cure primarie, le Unità speciali di continuità assistenziale, gli specialisti. In questo modo siamo riusciti a ridurre i nuovi contagi e ad aumentare il numero di persone che guariscono ricevendo cure e assistenza nel proprio domicilio. Ma adesso, che ci si appresta ad entrare nella fase di ripartenza, a maggior ragione c’è bisogno di fare un ulteriore passo avanti, intervenendo sui contagi domestici, uno dei fronti caldi dell’emergenza. Lo facciamo dando un’ulteriore stretta su esecuzioni tempestive dei tamponi, anche per confermare la diagnosi di guarigione e quarantena sicura in strutture di accoglienza adeguate.

 

 pubblicato 24 aprile 2020 16:11 — ultima modifica 24 aprile 2020 16:11

L’etica al tempo della pandemia

 

FONTE  SALUTEINTERNAZIONALE.IT

Autore : Sandro Spinsanti

Nel contesto della pandemia non si è quasi mai sentito nominare il consenso del paziente e la raccolta delle sue preferenze riguardo alle misure terapeutiche estreme, come se fossero un lusso che l’emergenza non ci permetteva di concederci.

Nel coro di voci che dicono la loro sul coronavirus poteva mancare quella degli avvocati? In Italia sono stati tacitati dagli organismi professionali quelli tra di loro che si erano fatti avanti per chiedere ai cittadini di affidare loro le cause risarcitorie da intentare contro medici e istituzioni, imputati di colpevole trascuratezza nei confronti della lotta alla pandemia. In Inghilterra gli avvocati che lavorano alla difesa giudiziaria dei medici hanno avanzato la richiesta urgente di indicazioni autorevoli per guidare i comportamenti dei professionisti nel contesto di decisioni cliniche caratterizzate da scarsità di risorse. Se un medico avvia alla ventilazione un paziente piuttosto che un altro e quello escluso soccombe al virus, i familiari potranno fare causa e rivalersi? E si potranno portare in tribunale governanti e amministratori per aver mancato di fornire direttive sui criteri per allocare le risorse salvavita, quando non bastano per tutti i pazienti? continua

PUOI SCARICARE  L’ARTICOLO IN FORMATO PDF CLICCA QUI

 

Cronache berlinesi di Franco Di Giangirolamo – 23 aprile 2020

Graffiti in Berlin 2012 ( foto gierre )
Giornata importante, quella di oggi.
Comincia il RAMADAN, mese importante per i musulmani di tutto il mondo, ai quali credo giusto augurare un buon esito per il loro impegno spirituale.
Inoltre, si terrà una videoCONFERENZA EUROPEA dei Capi di Governo per provare di fare un passo avanti verso la soluzione del problema della Crisi economica e sanitaria causata dal corona-virus.
L’ennesima, meravigliosa giornata di sole a Berlin avrebbe potuto favorire un clima più sereno e costruttivo in un eventuale incontro diretto, ma, comunicando ognuno dal proprio “scranno”, non si potrà contare neppure su questo modesto effetto climatico. Siccome la politica non è il mio forte, non entro nel merito e mi limito ad esprimere una previsione-speranza-quasi convinzione puramente istintiva: alla fine della fiera saranno tre donne che, pur vituperate quante mai, troveranno una mediazione valida per tutti e si chiamano: Merkel, von den Layen, Lagarde. Sarebbe anche un segnale di cambiamento politico niente affatto secondario. Vedremo.

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Ministero Interni : I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) Covid-19

Diario Prevenzione in consonanza con la mission di socializzare documenti e strumenti di lavoro per la gestione dei rischi nei diversi ambiti lavorativi segnala questo elaborato a cura del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero degli Interni a cura della Direzione Centrale di Sanità su

I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) Covid-19

Manuale ad uso delle attività istituzionali della Polizia di Stato.

A cura di:
Cristiano Belfiore
© Ministero dell’Interno
Dipartimento della Pubblica Sicurezza
Direzione Centrale di Sanità

Riteniamo che questo strumento di lavoro possa essere utile anche alle polizie municipali e ai settori della sorveglianza privata, del volontariato. (gr)

IL MANUALE SU DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ( DPI) COVID-19

( 56 pagine.pdf )