Attacco al SSN. Svegliamoci! Podcast di Diario Prevenzione – 14 dicembre 2022 – Puntata n° 103

 

a cura di Gino Rubini

In questa puntata parliamo di :

– Il nostro sistema sanitario è arrivato stremato all’appuntamento con la pandemia. Debilitato da anni di continui tagli, di blocco degli organici e di attacchi al servizio pubblico ….
– Tetto pagamento in contanti: un provvedimento che aumenta i rischi di aggressioni, rapine ad esercenti, taxisti, benzinai…
– INAIL . Analisi dei rischi lavorativi nelle lavanderie industriali
– Come gli stati stanno usando la guerra in Ucraina per guidare una nuova corsa agli armamenti? Rapporto TNI
– Il Consiglio Nazionale Geologi analizza la tragedia di Ischia e propone azioni per il futuro
– Scandalo Qatargate, dal 2018 si sapeva della strage di lavoratori impegnati nella costruzione degli impianti per il Mondiale….

 

Attacco al SSN. Svegliamoci!

 

Fonte : Salute Internazionale che ringraziamo 

Autore : Marco Geddes da Filicaia

Se i Governi Conte/Draghi avevano di fatto eliminato la sanità pubblica dal tetto delle priorità, con il Governo Meloni la musica non cambia, la tendenza si conferma e, per alcuni aspetti, si accentua. Stanno scippando al popolo italiano una delle più importanti conquiste sociali – l’istituzione di un servizio sanitario pubblico, universale e gratuito – e nessuno protesta.

Il nostro sistema sanitario è arrivato stremato all’appuntamento con la pandemia. Debilitato da anni di continui tagli, di blocco degli organici e di attacchi al servizio pubblico (vedi A mani nude). E di riflesso si era levata una prepotente, unanime, richiesta «Mai più tagli al nostro Servizio sanitario nazionale!». Si era ipotizzato un investimento di 30 miliardi di euro per rimettere in piedi il settore che con la pandemia aveva dimostrato essere il punto di maggiore fragilità del sistema, quello dei servizi territoriali. Ma a questi, alla fine, arriveranno solo briciole dalla torta del PNRR e quasi niente per il personale. A proposito di personale, non è stato rimosso neppure il vincolo che, dal 2011, impediva alle Regioni di spendere più di quanto esse avevano speso nel 2004 (meno 1,4%). I Governi Conte/Draghi hanno di fatto eliminato la sanità pubblica dal tetto delle priorità.

Con il Governo Meloni la musica non cambia, la tendenza si conferma e, per alcuni aspetti, si accentua. Il disegno di legge sul bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 non comporta, come evidenziato da molteplici fonti fra cui l’Ufficio parlamentare di Bilancio, alcun potenziamento del servizio sanitario. Anzi, diciamolo chiaramente, questo provvedimento si colloca in uno scenario complessivo di smantellamento del nostro SSN; la metafora della rana bollita, cioè di un indebolimento lento affinché non emerga consapevolezza e contestazioni, sta oltrepassando velocemente (o lo ha già superato?) il punto di non ritorno[1]. Questo non solo perché il finanziamento nel 2023 in termini assoluti cresce solo di 526 milioni rispetto al 2022 (a fronte di un aumento di spesa, stimato dalla FIASO, di 500 milioni solo per il caro energia) [2], ma, per quanto si delinea per il successivo biennio, prevedendone una riduzione in termini assoluti, che porta il finanziamento al 6.1% rispetto al Pil (Tabella 1).

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Il rischio di depressione è alto mentre l’Europa e i suoi vicini lottano con la crisi del costo della vita

Riportiamo dal sito della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro questa scheda informativa. La traduzione in italiano è stata effettuata con google translator, pertanto per un uso professionale di questo articolo si raccomanda di fare riferimento al testo originale in lingua inglese. Fonte Eurofound 

Due terzi degli intervistati dell’UE e dei 10 paesi limitrofi hanno segnalato difficoltà a sbarcare il lunario nella quinta tornata dell’indagine Vita, lavoro e COVID-19. Questo era notevolmente più alto nei paesi limitrofi dell’UE che nell’UE, con l’81% nei paesi vicini che segnalava difficoltà ad arrivare a fine mese, rispetto al 48% nell’UE27. Anche gli intervistati dei paesi limitrofi dell’UE hanno segnalato un alto rischio di depressione; i risultati sono particolarmente allarmanti per le persone di età compresa tra i 18 ei 44 anni, con il 75% considerato a rischio depressione.

La nuova scheda informativa su  Vita, lavoro e COVID-19 nell’Unione europea e nei 10 paesi limitrofi dell’UE  presenta una selezione dei risultati della quinta tornata dell’indagine elettronica di Eurofound, estesa per la prima volta a 10 paesi limitrofi. L’indagine della primavera 2022, che ha riguardato gli Stati membri dell’UE, nonché Albania, Kosovo [1] , Macedonia del Nord, Georgia, Moldavia, Palestina [2] , Giordania, Libano, Marocco e Tunisia rivela serie preoccupazioni per l’aumento del costo della vita in tutti i paesi.

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