Agenti biologici
Focolaio di infezione da un nuovo coronavirus (2019-nCoV) – Cosa sono i coronavirus ?
Il 31 dicembre 2019, le autorità sanitarie cinesi hanno notificato un focolaio di casi di polmonite ad eziologia non nota nella città di Wuhan (Cina). Molti dei casi iniziali hanno riferito un’esposizione al Wuhan’s South China Seafood City market (mercato del pesce cittadino dove erano comunque esposti altri animali vivi). Il 9 gennaio 2020, il China CDC ha identificato un nuovo coronavirus (2019-nCoV) come causa eziologica di queste patologie. Le autorità sanitarie cinesi hanno inoltre confermato la trasmissione inter-umana del virus.
Per sapere cosa sono i Coronavirus, le malattie che possono causare vai a vedere l’articolo sul sito Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità.
Esposizione ad agenti biologici e relativi effetti sulla salute nei settori della gestione dei rifiuti e del trattamento delle acque reflue
Pubblicato il 18/12/2019 su OSHA.EU
Il Sito della Settimana. Il Portale sul Rischio Alimentare del Ministero della Salute
Il Portale sul Rischio Alimentare del Ministero della Salute
Questa settimana segnaliamo il Portale sul Rischio Alimentare : Valutazione e comunicazione del rischio alimentare del Ministero della Salute.
Il Portale è lo strumento di comunicazione ufficiale del Governo sui temi della sicurezza alimentare.
Il Portale, oltre alle notizie su atti del Governo e del Parlamento riporta i Pareri del Consiglio Nazionale sulla Sicurezza Alimentare.
Uno strumento di lavoro utile per quanti operano nel campo della produzione e distribuzione alimentare.
Tintolavanderia: linee guida per la formazione del responsabile tecnico
Documento della Conferenza delle Regioni del 28 novembre
Standard formativo e professionale
Standard professionale
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Legge 22 febbraio 2006, n. 84, articolo 2, comma 2, lettera b) e s.m.i., in particolare il decreto legge 14 dicembre 2018, n. 135, articolo 1 – octies.
DESCRIZIONE DELLA FIGURA
Il Responsabile tecnico di tintolavanderia sovrintende all’attività professionale di tintolavanderia, intesa come l’attività di impresa che, ai sensi della legge 22 febbraio 2006, n. 84 e s.m.i., esegue i trattamenti di lavanderia, di pulitura chimica a secco e a umido, di tintoria, di smacchiatura, di stireria, di follatura e affini, di indumenti, capi e accessori per l’abbigliamento, di capi in pelle e pelliccia, naturale e sintetica, di biancheria e tessuti per la casa, a uso industriale e commerciale, nonché a uso sanitario, di tappeti, tappezzeria e rivestimenti per l’arredamento, nonché di oggetti d’uso, articoli e prodotti tessili di ogni tipo di fibra.
RIFERIMENTI ATLANTE DEL LAVORO E DELLE QUALIFICAZIONI
Settore Economico Professionale: Servizi alla persona
Processo: Realizzazione di servizi indifferenziati per uso personale e famigliare
Sequenza di processo: Gestione di tintolavanderie e pulizia di capi d’abbigliamento
ADA 24.141.416 – Gestione e organizzazione delle attività di tintolavanderia
ADA 24.141.417 – Realizzazione di operazioni di tintolavanderia
Codice CP 2011 associato alle ADA: 6.5.3.7.0 – Artigiani e addetti alle tintolavanderie
EQF
Livello 4 (1)
DESCRIZIONE DELLO STANDARD PROFESSIONALE
Nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 2 della legge 22 febbraio 2006, n. 84 e s.m.i., si individuano i seguenti ambiti di competenza del Responsabile tecnico di tintolavanderia, articolati in abilità e conoscenze essenziali:
1. Gestione d’impresa di tintolavanderia
2. Gestione del rapporto con i clienti della tintolavanderia
3. Processi di lavaggio e smacchiatura
4. Utilizzo delle macchine e dei programmi di gestione
Sintesi – Agenti biologici e malattie professionali: risultati della rassegna della letteratura, indagine di esperti e analisi dei sistemi di monitoraggio
La relazione presenta i risultati di una rassegna della letteratura scientifica, un’indagine di esperti e l’analisi dei sistemi selezionati impiegati dagli Stati membri dell’Unione europea per il monitoraggio delle malattie e dell’esposizione. Valuta le conoscenze esistenti in materia, anche in merito ai nuovi rischi emergenti, identifica le lacune nei dati e formula raccomandazioni per migliorare il monitoraggio e la prevenzione di questi rischi diffusi ma poco conosciuti.
FONTE OSHA.EU
LA RELAZIONE ( 360 pagine.pdf)
Il cancro nei luoghi di lavoro: come ridurre i rischi di esposizione?
Di Oleksandra Vakulina & Fanny Gaudet • ultimo aggiornamento: 29/05/2019 – 16:01
Tutti i lavoratori dell’Unione Europea hanno diritto ad avere un alto livello di sicurezza sul luogo di lavoro e all’attenzione massima verso la loro salute. Sasha Vakulina ci conduce nel mondo della sicurezza e della salute occupazionali esplorando i diversi aspetti anche insidiosi del tema.
VAI AL REPORT PUBBLICATO SU EURONEWS
Newsletter Medico Legale Inca n° 7/2019
Numero 7/2019
I rischi lavorativi nell’industria farmaceutica
Nell’ultimo numero della rivista ISL è stato pubblicato un approfondimento dedicato ai rischi lavorativi nell’industria farmaceutica. Di questo interessante lavoro riprendiamo i temi che possono essere utili alla nostra attività di tutela.
L’industria farmaceutica italiana si caratterizza per un tessuto di imprese di dimensioni prevalentemente medio-piccole, altamente specializzate .La presenza farmaceutica è fortemente concentrata in cinque Regioni: Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Veneto che da sole determinano quasi il 90% dell’occupazione totale.
Secondo gli ultimi dati in Italia operano oltre 2100 aziende specializzate nella produzione di medicinali e vaccini, il 40% è a capitale italiano.
Le principali lavorazioni svolte dalle aziende del comparto possono essere elencate come segue:
1) Procedure comuni per la produzione di ogni tipo di forma farmaceutica, ad esempio pesate dei principi attivi ed eccipienti, pulizia-sterilizzazione degli impianti di lavoro;
2) Produzione di forme farmaceutiche solide;
3) Produzione di forme farmaceutiche liquide;
4) Produzione di forme farmaceutiche semi-solide;
5) Linee di confezionamento delle differenti forme farmaceutiche.
I principali rischi professionali potenzialmente presenti sono dovuti a:
– Esposizione a polveri;
– Manipolazione di materiale frangibile;
– Esposizione a radiazioni ultraviolette (UV);
– Impegno visivo e posturale;
– Esposizione a rumore.
Esposizione a polveri
Le sostanze chimiche solide manipolate sono di due tipi: eccipienti e principi attivi.
Gli eccipienti in polvere più comuni impiegati nell’industria farmaceutica sono: glucosio, mannitolo, saccarosio, lattosio, spray-dried, amido, cellulosa microcristallina, calcio fosfato bibasico, talco, polivinil pirrolidone (PVP), coloranti naturali e sintetici.
Queste sostanze vengono anche definite inerti, in campo farmaceutico, in quanto generalmente prive di effetti farmacologici ed hanno un diametro particellare compreso fra 0,1 e i 1000 mm e oltre.
L’asma allergico e le dermatiti da contatto sono gli inconvenienti per gli addetti riconducibili farmacologici propri di ogni singola sostanza. Dati rilevati nel comparto riportano valori di polverosità generale e da principi attivi, della sala pesata, come i più alti riscontrati nei reparti interni.
Il rischio a carico delle vie respiratorie rappresenta l’eventualità più comune, infatti il contatto prolungato e cronico con esalazioni , polveri sottili, vapori, agenti chimici e preparati sintetici potrebbe causare danni molto seri alle vie respiratori di chi lavora in tali ambienti. Può accedere che gli addetti all’industria farmaceutica soffrano di bronchiti di origine professionale anche in maniera grave dopo esposizione a vapori nocivi , i tessuti delle vie respiratorie possono presentare irritazioni ed infiammazioni o addirittura ustioni.
Esposizione a radiazioni ultraviolette (UV)
L’impiego di radiazioni ultraviolette, raggi beta e raggi Ganna è previsto dalla Farmacopea ma limitato al materiale che non può essere sottoposto ad altro tipo di sterilizzazione.
Durante la permanenza nelle camere sterili, ove sono accese lampade ultraviolette, i lavoratori sono esposti a radiazioni UV: Le radiazioni UV a bassa lunghezza d’onda portano alla formazione di ozono per reazione fotochimica con l’ossigeno dell’aria. Questo tipo di procedura è di norma attuato su materiali da medicazione o su contenitori già chiusi. Dal momento che i raggi UV sono nel complesso poco penetranti sono usati soprattutto per la sterilizzazione degli ambienti. Infatti nei reparti in cui è necessario mantenere un grado di sterilità elevato (es. camere sterili) sono installate lampade ultraviolette alternate alle lampade per la normale illuminazione.
L’esposizione prolungata a radiazioni UV può causare danni alla pelle (eritema, invecchiamento cutaneo, tumori della pelle) e agli occhi (congiuntivi, cataratta).Concentrazioni di ozono nell’aria dell’ambiente di lavoro maggiori di 0,1 ppm possono causare bruciore agli occhi e irritazione delle vie respiratorie.
Esposizione al rumore
Le sorgenti sonore in questa fase lavorativa sono: molini, compattatori, mescolatori e granulatori. I livelli di rumore derivanti da questo tipo di macchine, anche se insonorizzate, possono essere rilevanti.
L’esposizione continua a livelli di rumore medio-alti può essere causa di danni uditivi e di danni extrauditivi che si possono manifestare anche per esposizione a livelli inferiori a quelli per i quali la normativa prescrive particolari misure preventive.
Tutta la documentazione citata può essere richiesta alla Consulenza Medico-Legale Nazionale via e-mail all’indirizzo m.bottazzi@inca.it
Area degli allegati
Sintesi – Un metodo basato sui dati per valutare l’esposizione a sostanze pericolose nei luoghi di lavoro dell’UE
fonte osha.eu
La relazione di sintesi presenta i fondamenti di una metodologia basata sui dati, istituita per valutare l’esposizione a sostanze pericolose nei luoghi di lavoro dell’UE e per fare da base al monitoraggio delle tendenze e degli sviluppi di tale esposizione e dell’uso delle suddette sostanze.
Riassume la logica dell’approccio utilizzato – che abbina le fonti di dati pubblicamente disponibili con la valutazione e i contributi di esperti – per individuare e classificare in ordine di priorità le sostanze pericolose che destano preoccupazione.
La relazione illustra inoltre gli inconvenienti di questo metodo e suggerisce possibili miglioramenti e prossime fasi.
Legionella: il batterio, i lavoratori a rischio e la prevenzione
Indicazioni su una emergenza nel campo delle malattie infettive: la legionella. Il batterio e la sintomatologia, la contaminazione e la trasmissione, la prevenzione e la disinfezione. A cura di Pasquale Bernardo, Tecnico della Prevenzione.
Leggi l’articolo alla fonte: PUNTOSICURO.IT
Come arrivare ad un uso sicuro dei prodotti chimici in agricoltura?
FONTE: PUNTOSICURO.IT CHE RINGRAZIAMO
Autore: Tiziano Menduto
Categoria: Interviste e inchieste
Bologna, 14 Dic – Molti articoli di PuntoSicuro hanno ricordato che il Regolamento REACH ( regolamento (CE) n. 1907/2006) prevede che tutte le informazioni sui prodotti chimici riguardanti le loro proprietà pericolose, insieme a condizioni d’uso e misure di gestione dei rischi, siano rese note mediante la scheda di dati di sicurezza (SDS). Ma questo avviene adeguatamente nel comparto agricolo?
E con riferimento ai temi della campagna europea « Salute e sicurezza negli ambienti di lavoro in presenza di sostanze pericolose» 2018-2019, quale è oggi la sicurezza di coloro che hanno a che fare con le sostanze/miscele pericolose in agricoltura, lavoratori e non? C’è un’adeguata interazione tra utilizzatori finali delle sostanze/miscele e produttori?
L’uso sicuro dei prodotti chimici in agricoltura
Per affrontare questo tema, abbiamo intervistato Celsino Govoni (Dirigente Chimico Ausl Modena, Dipartimento Sanità Pubblica dell’AUSL di Modena), uno degli organizzatori e responsabili degli incontri che si tengono annualmente ad Ambiente Lavoro in materia di applicazione dei Regolamenti REACH e CLP.
Gli abbiamo fatto alcune domande con riferimento ad una sua relazione al convegno “REACH_AGRICOLTURA – L’applicazione dei Regolamenti REACH e CLP in ambito agricolo. Prodotti Fitosanitari, Biocidi, Fertilizzanti, Detergenti e tutti gli altri prodotti chimici: immissione sul mercato, informazione sul pericolo e la gestione del rischio” ad Ambiente Lavoro 2018 di Bologna. La relazione si soffermava sull’uso sicuro nell’impiego professionale dei prodotti chimici in agricoltura.
Partendo anche dalla constatazione che “circa il 70% delle schede di sicurezza presenti sul mercato”, a livello europeo, non sono conformi, come migliorare la sicurezza in un comparto, quello agricolo, dove sono frequenti malattie e infortuni professionali correlati al rischio chimico?
Quali sono le criticità dei controlli sui prodotti chimici per la tutela di tutti coloro, anche non lavoratori o animali domestici, possono venire a contatto con tali prodotti?
Come favorire un uso sicuro dei prodotti?
Gli agricoltori leggono le schede di sicurezza? Forniscono informazioni sugli eventuali errori o non conformità contenute?
E quanto è importante la formazione per migliorare la sicurezza?
Come sempre diamo ai nostri lettori la possibilità di seguire integralmente la video intervista e/o di leggerne una parziale trascrizione.
L’intervista di PuntoSicuro a Celsino Govoni
E’ disponibile online il periodico Lavoro e Salute novembre 2018
E’ disponibile online il periodico Lavoro e Salute diretto da Franco Cilenti
In questo numero
- Ma Giulia ( il Ministro della Salute ) ha capito come fare sanità pubblica?
- Dallo Stato di diritto allo Stato di polizia di Alba Vastano
- Legge 194: 40 anni del sistema di sorveglianza
- Il decreto del governo contro la libertà delle donne
- Tante bufale sul TAV.
- Questa la realtà Pubblico impiego, campo lavoro per nuovi schiavi?
- 2018: aumentano i morti sul lavoro. Più 8,5%
- Aumentano i morti sul lavoro. Più 8,5%
- Lavoratori “spediti” all’estero a rischio
- La violenza nei confronti dei lavoratori sanitari
- Il preposto. Le sentente della Cassazione
- Vittime sui luoghi di lavoro
Inquinamento da mercurio: livelli troppo alti in fiumi e laghi d’Europa
Il mercurio è ancora una fonte importante di inquinamento in Europa, nonostante l’Unione europea ne abbia vietato o limitato l’uso in molti prodotti e processi industriali
Le emissioni di mercurio continuano a rappresentare un rischio significativo per l’ambiente e per la salute umana, secondo un rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente (EEA), che descrive il problema dell’inquinamento proveniente da questo metallo pesante e le sfide necessarie per affrontare la questione a livello globale. Il rapporto, con l’ausilio di immagini, infografiche e grafici, rappresenta anche uno strumento divulgativo per il largo pubblico che vi può trovare utili informazioni e suggerimenti per ridurre la propria esposizione.
Storicamente, l’uso e le emissioni di mercurio in Europa sono stati elevati, tuttavia, negli ultimi decenni, sono state adottate misure per minimizzare entrambi, ad esempio limitando o vietando l’uso e imponendo limiti alle emissioni. Sfortunatamente, a livello mondiale, a causa di attività come la combustione del carbone e l’estrazione dell’oro, le emissioni sono aumentate ed hanno avuto un impatto anche sull’ambiente europeo, data la natura globale dell’inquinamento da mercurio: circa il 50% di questo metallo depositato ogni anno in Europa proviene infatti da paesi extraeuropei, con il 30% proveniente solo dall’Asia.
Le attività antropogeniche che emettono mercurio possono essere suddivise in due categorie (vedi immagine a seguire):
- processi produttivi che utilizzano intenzionalmente mercurio (ad esempio produzione di cloruro di vinile),
- altri processi che non utilizzano intenzionalmente il mercurio, ma determinano comunque il suo rilascio in ambiente, generalmente in quanto impurità in una materia prima (ad esempio la combustione di combustibili solidi come carbone, lignite e legno, che rilascia involontariamente il mercurio).
Uno dei principali problemi con il mercurio è poi la sua persistenza: una volta che viene rilasciato nell’ambiente, ad esempio attraverso la combustione del carbone, può circolare attraverso l’aria, la terra, l’acqua e gli animali per migliaia di anni. Nell’immagine a seguire è rappresentato il suo ciclo globale (cliccando sull’immagine si può ingrandire).
In atmosfera, gli attuali livelli di mercurio sono fino al 500% sopra quelli naturali. Negli oceani, le concentrazioni sono circa 200% sopra i livelli naturali.
Proprio gli oceani, i fiumi e i laghi sono messi maggiormente a rischio da questo metallo pesante, che qui vi assume una forma altamente tossica (metilmercurio) che viene facilmente assorbita dagli animali, compresi i pesci, e si sposta sulla catena alimentare fino a raggiungere gli umani. Questo infatti è il modo principale in cui gli esseri umani sono esposti al mercurio, che rappresenta un rischio particolare e significativo per lo sviluppo neurologico di feti, neonati e bambini.
I mestieri della bellezza
La newsletter (lettre d’information) del INRS (Istituto nazionale francese dedicato alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) di luglio agosto 2018 e’ dedicata ai profili di rischio per tutte le professioni che hanno a che fare con la cura del corpo a fini estetici, dalle parrucchiere(i) massaggiatori, pedicure e manicure, tatuaggi , etc. Le sostanze impiegate nei trattamenti dei capelli e/o dei corpi non sono innocue…
Uno strunento di lavoro utile con le info sui profili di rischi per tipologia di mansione.
Zoonosi trasmesse da zecche
FONTE INAIL.IT
Il manuale ha lo scopo di fare chiarezza sui rischi reali a cui l’uomo, e in particolare il lavoratore che opera in ambienti outdoor, può andare incontro qualora venga punto da una zecca.
Inoltre, l’analisi accurata che viene fatta dei microrganismi patogeni che possono essere veicolati dalle zecche contribuisce alla comprensione del perché è necessario adottare comportamenti e procedure specifici, atti ad evitare l’interazione con tali patogeni. Pertanto, il manuale intende tradurre l’attività di studio e di ricerca espletata nel settore dal dipartimento in strumenti operativi per la gestione del rischio biologico, fruibili da tutti coloro che prestano il proprio lavoro all’aperto.
Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2018
Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it
- Zoonosi trasmesse da zecche(.pdf – 911 kb)