Sobriété : « faciliter » les changements de comportements, une méthode aux effets pervers

L’incitation aux écogestes peut être contre-productive.
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Naoufel Mzoughi, Inrae; Deborah Peterson, Australian National University et Gilles Grolleau, ESSCA

Le changement des comportements humains constitue l’une des clés pour résoudre les nombreux challenges auxquels l’humanité doit faire face, comme la montée en puissance des troubles psychiques chez les jeunes, la pollution effrénée de la planète ou la dépendance aux énergies fossiles.

Une préconisation récurrente vise à rendre le changement plus facile, en diminuant les efforts, les sacrifices et l’investissement nécessaires. Les citoyens sont, ainsi, souvent invités à adopter de nombreux « trucs et astuces » écologiques. Par exemple, le plan de sobriété énergétique prévoit une « campagne de communication autour des gestes simples au quotidien : je baisse, j’éteins, je décale » – ce qui pourrait laisser entendre que résoudre les problèmes environnementaux n’exigerait pas d’efforts et consisterait en une succession de gestes simples.

Néanmoins, des résultats en sciences comportementales suggèrent que la facilitation systématique des comportements moins énergivores et écoresponsables n’est pas sans risques et peut cacher des revers.

Plusieurs raisons expliquent, en effet, comment une plus grande facilité peut parfois s’avérer contre-productive et pourquoi un certain degré de difficulté peut même être souhaitable.

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Il capitale biologico. Le conseguenze sulla salute delle disuguaglianze sociali

 

Fonte SNOP.IT

Alla notevole attività scientifica, Paolo Vineis – professore ordinario di Epidemiologia Ambientale all’Imperial College di Londra – associa da diversi anni pubblicazioni sia destinate ad un pubblico più ampio, ancorché esperto, sia a carattere più speculativo-filosofico, pubblicazioni che sono sempre di grande stimolo ed interesse per chi si occupa di salute pubblica.

Dopo i recenti “Prevenire. Manifesto per una tecnopolitica” (Einaudi 2020, con Carra e Cingolani), “Salute senza confini. Le epidemie della globalizzazione” (Codice, 2020) e “La salute del mondo. Ambiente, società, pandemie” (con Luca Savarino, Feltrinelli, 2021), l’estate scorsa, Vineis con Luca Carra – direttore di “Scienza in rete” – ha pubblicato “Il capitale biologico. Le conseguenze sulla salute delle diseguaglianze sociali” (Codice, agosto 2022).

Non c’è ovviamente libro di Vineis che non torni alla materia della prevenzione e ciascuno di quelli pubblicati ha offerto ed offre tuttora motivi di riflessione e discussione a chi opera nel campo della salute, ma anche in quello sociale e politico.

Alcuni dei temi trattati in quest’ultimo sembrano incrociare perfettamente una serie di riflessioni sulle quali anche SNOP è recentemente impegnata e offrono letture e prospettive di azione con le quali è necessario interloquire.

Il tema centrale del libro è dichiaratamente quello delle disuguaglianze sociali, di come esse agiscano sulla salute delle persone e di come si possa intervenire efficacemente ai fini di ridurne gli effetti sulla salute. Se l’argomento non è nuovo, nuove e innovative appaiono invece alcune recenti acquisizioni in termini di interferenza tra fattori individuali e fattori ambientali (epigenetici) ed, in particolare, ci paiono stimolanti alcuni approcci discussi.

Il libro aiuta a farsi le domande giuste per individuare i meccanismi di generazione delle disuguaglianze di salute e le azioni che servono a contrastarli o a mitigarne l’effetto” come bene dice Giuseppe Costa nella bella e illuminante prefazione.

—– L’articolo prosegue alla fonte SNOP.IT

Réveil en pleine anesthésie générale… Quelles nouvelles pistes pour l’empêcher ?

Sébastien Rimbert, Inria

Se réveiller pendant une intervention chirurgicale est une expérience terrifiante – et redoutée – pour les patients… Mais également pour le personnel médical, qui craint toujours d’être responsable d’un tel événement avec toutes ses conséquences. On nomme ce type de phénomène un « réveil peropératoire durant l’anesthésie générale » (en anglais accidental awareness during a general anesthesia), défini comme un réveil inattendu du patient au cours d’une intervention chirurgicale.

Bien que l’origine du phénomène soit encore débattue, les chercheurs commencent à proposer des hypothèses sur ses causes. Par exemple, on sait que lorsque la profondeur de l’anesthésie générale, induite par la concentration d’anesthésique utilisée, n’est pas suffisante pour compenser les stimulations chirurgicales liées à l’opération en cours, il y a un risque de réveil. C’est pourquoi, tout au long de l’opération, l’anesthésiste surveille la concentration des produits injectés et travaille à maintenir la sédation à un niveau optimal.

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Colpire i bambini per punire i genitori.

 

Fonte Saluteinternazionale.info  che ringraziamo 

Chiara Saraceno

I due esempi più espliciti di sacrificio dei diritti dei figli per colpire i genitori riguardano i figli delle coppie dello stesso sesso e delle madri condannate penalmente. Le scelte del governo sulla famiglia.

Colpire bambini e adolescenti per punire i genitori. Non è una storia nuova e non solo italiana. Ma l’Italia, tra i paesi occidentali democratici, mostra una particolare pervicacia nel farlo, anche quando in contemporanea ci si lamenta della bassa fecondità e del crescente squilibrio tra le fasce di età a sfavore dei più giovani. Tra gli episodi più recenti, che vedono il governo in carica attivamente impegnato nel sacrificare i diritti dei bambini, in quanto figli, per colpire i genitori vi è il rifiuto della normativa europea circa il riconoscimento transfrontaliero della bigenitorialità nel caso di figli di coppie dello stesso sesso e la mancata approvazione della proposta di legge che mirava ad evitare che i figli piccoli di madri condannate al carcere siano di fatto sottoposti al regime carcerario. Aggiungerei la resistenza a concedere la cittadinanza italiana a bambini nati e cresciuti in Italia e in Italia scolarizzati, ma con genitori stranieri. Anche se in questo caso non si tratta direttamente di sacrificare i figli per punire i genitori, si tratta pur sempre di considerare questi bambini come pure appendici dei genitori, a prescindere dal fatto che la nazionalità di questi ultimi costituisca un mondo culturale e talvolta anche linguistico largamente sconosciuto ai figli. Aggiungo il paradosso di un paese, l’Italia, che riconosce la cittadinanza (incluso il diritto di voto) ai discendenti dei propri emigrati che spesso non conoscono l’Italiano e mai sono venuti neppure fuggevolmente in Italia, mentre lo ostacola a chi in Italia nasce e in Italia si forma.

 

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Giornalismo investigativo e correttezza algoritmica

 

Riprendiamo da Algorithmwatch questo articolo (tradotto con google translator per facilitarne la lettura ) Per un uso professionale e/o di studio raccomandiamo di fare riferimento al testo alla fonte Algorithmwatch

AUTORE : Michele Loi

L’indagine sui sistemi che prendono decisioni sugli esseri umani, spesso definita segnalazione di responsabilità algoritmica, sta diventando sempre più importante. Per farlo bene, i giornalisti devono comprendere i concetti di equità e parzialità e lavorare in team. Un primer.

Il significato di ingiustizia algoritmica o bias algoritmico è spesso poco chiaro. Il termine bias ha un significato specifico in statistica ma “bias algoritmico” è usato, al giorno d’oggi, con un significato molto più ampio di quello. [1] In genere, gli algoritmi di apprendimento automatico includono una verità fondamentale o un’etichetta vera utilizzato per eseguire test statistici. Il bias algoritmico include anche il bias che influenza la cosiddetta “vera etichetta”. Supponiamo di addestrare un algoritmo per indovinare il voto che uno studente avrebbe ottenuto, in un esame che lo studente non sarà in grado di sostenere. L’algoritmo tenterà di fare questa ipotesi sulla base dei modelli che riconosce nei voti che gli insegnanti hanno dato agli studenti in passato. Se questi voti sono già distorti, anche un predittore che è “imparziale” secondo un certo standard statistico (utilizzando i voti effettivi come riferimento) può comunque essere considerato distorto.

Per evitare confusione, nel seguito verrà utilizzata l’espressione “ingiustizia” invece di “pregiudizio”. Quindi, il tema di questo breve articolo è l’ingiustizia algoritmica e perché è (o forse dovrebbe essere) un argomento così difficile da trattare e scrivere per i giornalisti.

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