E’ disponibile il numero di novembre 2021 di Lavoro e Salute .

La sentenza della Cassazione sulla strage di Viareggio.

 

Un documento importante da studiare da parte di chi si occupa di prevenzione e sicurezza  per comprendere le tendenze nell’ambito della magistratura rispetto alla valutazione delle responsabilità in materia di sicurezza ferroviaria e di sicurezza sul lavoro.La sentenza ha suscitato molto sconcerto e dissenso anche rispetto al non riconoscimento del ruolo dei RLS e delle Organizzazioni di rappresentanza degli interessi legittimi dei lavoratori e dei cittadini in materia di sicurezza sul lavoro e nel territorio. Come tutte le sentenze va rispettata ma ciò non vuol dire che non debba essere criticata per l’immagine che offre,  come afferma lo storico giornale dei macchinisti “in marcia” : ” salva i potenti e smantella la sicurezza dei lavoratori dai rischi ferroviari e il principio consolidato della responsabilità delle imprese nella tutela della popolazione”

IL TESTO DELLA SENTENZA

Setter Gordon e Dna

foto licenza  CC BY-SA 3.0

Autore: Francesco Domenico Capizzi

Trascorso oltre un secolo da quando il fumo di tabacco era riservato alle classi ambienti, come i magnifici setter gordon agli aristocratici, segni distintivi di un potere visibile, e constatato, come sostenuto da qualche intellettuale, che il fil di fumo non giova alla capacità di concentrazione, all’intelligenza e alla creatività, ma induce a degenerazioni tissutali, malattie, invalidità e ad una minore attesa di vita (Science, II, 1938), sarebbe doveroso per cittadini, società e Istituzioni politiche e sanitarie chiedersi se finalmente non sia, davvero, giunto il momento di adottare quelle misure, non coercitive ma informative ed organizzative, che possano indurre alla rinuncia alla cerimonia del fumo, già segno inconfondibile di spigliatezza, virilità, fascino, modernità e successo in ogni campo.

Ignorare i dati clinico-statistici della sottostante tabella riassuntiva, molto circoncisa, non commentata e minimale per i dati elencati,  e non portarli a conoscenza di tutti i cittadini, induce a deformazioni del significato del bene comune, al tradimento dell’articolo 32 della nostra Costituzione, a considerazioni erronee circa l’addebitare l’incremento esponenziale dei tumori ai soli devastanti inquinamenti ambientali e indulgere, anche inopinatamente da parte di medici, su modiche quantità di tabacco consumato. Infatti: “la rottura del DNA e l’innesto del processo tumorale, per doppie sfilacciature che si fondono con cromosomi nella cellula, possono succedersi anche con un numero di sigarette fumate ritenuto erroneamente esiguo” (W. Sanders: Journal of cancer, 1979, 25, 443).

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USA. Another Soda Tax Bill Dies. Another Win for Big Soda.

Samantha Young

SACRAMENTO — A rogue industry. A gun to our head. Extortion.

 

This story also ran on San Francisco Chronicle. It can be republished for free.

That’s how infuriated lawmakers described soft drink companies — and what they pulled off in 2018 when they scored a legislative deal that bars California’s cities and counties from imposing taxes on sugary drinks.

Yet, despite its tarnished reputation, the deep-pocketed industry continues to exert its political influence in the nation’s most populous state, spending millions of dollars on politically connected lobbyists and doling out campaign contributions to nearly every state lawmaker.

The result? Bills long opposed by Coca-Cola Co., PepsiCo and other beverage companies continue to flounder. Just two weeks ago, a measure that would have undone the 2018 deal that lawmakers so vehemently protested was shelved without a hearing.

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Sponsorizzazione di società medico-scientifiche da parte dell’industria del tabacco

FONTE C.I.I.P.

Il Comitato promotore Tobacco Engame in Italia ha trasmesso al Ministro della Salute, al Commissario Straordinario Istituto Superiore di Sanità, ….

…. al Presidente Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, al Direttore Generale Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, al Direttore Generale dell’Agenzia Dogane e Monopoli,al Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica una richiesta di chiarimenti rispetto alla liceità della sponsorizzazione di società medico-scientifiche da parte dell’industria del tabacco

In allegato la richiesta del Comitato Promotore

Fumo negli occhi. La fondazione Smoke-free world non è credibile

Autore : Lorenzo De Min

Fonte : SaluteInternazionale

 

Philip Morris International (PMI), multinazionale leader mondiale nel settore del tabacco, ha di recente dato vita ad una fondazione il cui obiettivo dichiarato è quello di “costruire un mondo senza fumo”. Tale fondazione si dichiara indipendente e non influenzabile dall’industria del tabacco, sebbene sia direttamente finanziata proprio da PMI. La nuova strategia della multinazionale per “ripulire” la propria immagine ed influenzare l’Organizzazione Mondiale della Sanità.


L’impegno globale per la lotta al tabagismo

Il fumo uccide oltre 7 milioni di persone al mondo, ogni anno. Più di AIDS, malaria e tubercolosi messe insieme[1]. Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa 890 000 di questi decessi avvengono in non-fumatori, per effetto dell’esposizione cronica al fumo passivo[2]. Questi i numeri di un’epidemia che vede contrapporsi agli sforzi dell’OMS quelli delle multinazionali del tabacco, impegnate a mantenere elevati i propri profitti.
Nonostante il fumo sia una delle principali cause prevenibili di mortalità, il numero di fumatori nel mondo continua a superare il miliardo. L’80% di essi vive in paesi a basso e medio reddito.

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Rapid Alert System è il sistema UE per tutti i prodotti di consumo pericolosi, ad eccezione di alimenti, prodotti farmaceutici e dispositivi medici.

Rapid Alert System è il sistema UE per tutti i prodotti di consumo pericolosi, ad eccezione di alimenti, prodotti farmaceutici e dispositivi medici. La relazione include informazioni dettagliate sui prodotti interessati, i rischi, lo Stato membro notificante e le misure adottate in risposta. Il sistema di allarme rapido consente uno scambio rapido di informazioni tra 31 paesi europei e la Commissione europea in merito a prodotti non alimentari pericolosi che presentano un rischio per la salute e la sicurezza dei consumatori. Ogni settimana, un aggiornamento delle ultime segnalazioni inviate dagli Stati membri è pubblicato sul sito web. Questo servizio di messaggi consente agli abbonati di essere informati su questi avvisi ogni settimana. Per leggere la scheda delle segnalazioni clicca

Assassinio di delfini, sacchi e sacchetti e addetti alle casse… una polemica bizzarra poiché il problema è di organizzazione del lavoro.

 

In Italia infuria la polemica sul pagamento dei sacchettini bio in cui ogni giorno migliaia di consumatori infilano arance, mele , patate e cavoletti di Bruxelles . I sacchettini bio venivano già pagati anche prima, ma non è questo il problema. Il problema riguarda la motivazione per cui vengono fatti pagare questi sacchettini: l’obiettivo è la riduzione del consumo di massa di codesti involucri, il pagamento dovrebbe essere pedagogico e indurre i consumatori a smetterla di consumare tonnellate di plastica sia pure bio . Almeno questo parrebbe essere l’intento del legislatore italiano che ha recepito una direttiva europea verosimilmente senza comprenderne il senso.

Qui, da Berlino, ove vivo diversi mesi all’anno la questione dei sacchetti “biodegradabili” per frutta e verdura appare una storia bizzarra e priva di senso. La vera differenza sta nel fatto che ora verrebbero fatti pagare per unità di prodotto in modo scorporato dal costo della frutta o della verdura. Prima li pagavamo pure: il loro costo veniva “caricato” nel prezzo del prodotto, mele o cavoletti di Bruxelles … Ora si dice che si fanno pagare per ridurne il consumo, per evitare l’inquinamento dalla plastica…

Argomentazione risibile: i consumatori li pagheranno perché ne hanno bisogno. Il bisogno deriva dalle casse automatiche ove è stato eliminato il personale umano . Nei negozi di Edeka o Rewe il problema in gran parte non esiste: se io compro sei clementine le metto sfuse nel cestino o nel carrello, alla cassa è la cassiera o il cassiere che le pesa mentre fa scorrere i prodotti sul lettore di barre,   poiché le casse sono dotate di una pesatrice elettronica e così vale per altre frutte o verdure . Se compro un cavolfiore non ho bisogno di imbustarlo nel sacchetto, è l’addetto alla cassa che lo pesa e io lo infilo “nature” nella busta della spesa. Senza fare drammi, si può dire che avere spinto l’eliminazione delle persone addette alle casse , in Italia,ha indotto un maggiore consumo da parte dei clienti di sacchetti che devono pesare ed etichettare con il prezzo le sei o sette clementine o pomodori dopo averle messe in una busta. Laddove poi alcune casse sono ancora gestite da umani  che non siano i clienti, in Italia, queste non sono dotate di bilancia istantanea come le casse dei magazzini della grande distribuzione nordica.

Quindi il problema del consumo abnorme di sacchetti è stato indotto dalla eliminazione fisica delle cassiere/i e dal fatto che una parte del loro lavoro è stata scaricata sui clienti che dovranno pure sentirsi in colpa come crudeli inquinatori e assassini di delfini

Volevo aggiungere inoltre che il mantenimento del personale alle casse in Germania  non pare abbia influito in modo particolare sui prezzi dei prodotti ….

editor

Le segnalazioni di RAS dei prodotti pericolosi o nocivi per la salute dei consumatori settimana 51 del 2017

Rapid Alert System is the EU system for all dangerous consumer products, with the exception of food, pharmaceuticals and medical devices. The report includes detailed information on the products concerned, the risks, the notifying Member State, and the measures adopted in response. The Rapid Alert System enables quick exchange of information between 31 European countries and the European Commission about dangerous non-food products posing a risk to health and safety of consumers. Each week, an update of the latest alerts sent by Member States is published on the website. This message service allows subscribers to be informed on these Alerts on a weekly basis.
 
The Commission does not take any responsibility for the accuracy of the information provided. In the event that further information received from a national competent authority regarding an already published notification leads to the modification or withdrawal of the information, the Commission will include a corrigendum or notice of withdrawal in the next weekly overview. Learn more…
 

Ieri l’amianto, oggi il glifosato

FONTE AREA7.CH
Autrice : Aline Andrey
Pochi giorni fa l’Unione europea ha deciso di rinnovare per altri cinque anni l’autorizzazione all’impiego del controverso glifosato, potente erbicida alla base di uno dei prodotti di punta della multinazionale Monsanto in agricoltura, il Roundup. «Un regalo alle multinazionali agrochimiche, a scapito di salute e ambiente», protestano in coro le associazioni ambientaliste, che durante il voto di lunedì hanno fatto sentire la loro voce davanti al quartier generale della Commissione europea a Bruxelles.

La giornalista e documentarista francese (e figlia di agricoltori) Monique Robin (foto sopra) porta avanti già da molto tempo una battaglia contro i pesticidi di Monsanto, considerati una delle più grandi fonti di avvelenamento del nostro secolo. Già dieci anni fa, con il suo film choc “Il mondo secondo Monsanto”, rivelava al grande pubblico i comportamenti della multinazionale statunitense e da allora non ha mai smesso di indagare sull’agroindustria, sugli organismi geneticamente modificati (ogm), sui pesticidi e, in particolare, sul glifosato, principio attivo del Roundup. Mentre i suoi effetti drammatici sulla salute dell’uomo e degli animali, sulle piante e sul suolo sono stati confermati da numerosi studi scientifici e da testimonianze, i paesi membri dell’Ue, riuniti nel Comitato d’appello, hanno deciso a maggioranza, seguendo la raccomandazione della Commissione, di concedere una nuova licenzia quinquennale all’uso della sostanza. In Svizzera invece si è sempre in attesa che il Consiglio federale pubblichi un rapporto (chiesto dal Consiglio nazionale nel 2016) sui rischi del glifosato, il cui utilizzo è autorizzato ma sottoposto a condizioni più restrittive rispetto a quelle in vigore nell’Ue.

Nel pieno del dibattito, il documentario di Monique Robin “Roundup face à ses juges” (Roundup davanti ai suoi giudici) e l’omonimo libro che l’accompagna giungono al momento opportuno. Diffuso a metà ottobre dal canale televisivo franco-tedesco Arte, il film torna sull’iniziativa del Tribunale Monsanto di cui Robin è stata promotrice ed illustra gli effetti devastanti del glifosato. Come l’autrice ricorda nel documentario, tanto istruttivo quanto inquietante, il glifosato è un cancerogeno, un perturbatore endocrino, un antibiotico e un chelante di metalli (ritiene i metalli presenti nel suolo) generando malattie renali, congenite, croniche… Subdolamente delle tracce del prodotto vanno a finire ovunque, fino dentro al nostro corpo.
A Monique Robin, ormai riconosciuta come figura di punta della lotta contro Monsanto e per un’agricoltura rispettosa degli esseri viventi, abbiamo posto alcune domande.

Negli ultimi dieci anni che cosa è cambiato?
C’è stata una presa di coscienza di una minoranza crescente che, di fronte all’avvelenamento collettivo cui siamo sottoposti, pretende di sapere cosa finisce nel suo piatto. Ciò richiede del tempo. I Monsanto papers hanno rivelato quello che io raccontavo già nel 2008 in “Il mondo secondo Monsanto”. Si sa da molto tempo che questa multinazionale pubblica dei falsi studi e paga degli scienziati per sottoscriverli. I Policlorobifenili, l’Agente arancio, il Lasso, l’Aspartame… Sono tanti gli scandali. Persino nei suoi stessi studi per l’omologazione del glifosato viene segnalato l’effetto cancerogeno e teratogeno [che altera lo sviluppo dell’embrione, ndr] della molecola. Che cosa si aspetta ancora per dire “basta”?

Come si spiega che il Roundup è ancora in vendita nonostante le conclusioni del Centro internazionale di ricerca sul cancro, che classifica il glifosato come probabile cancerogeno?
Dei residui di glifosato si trovano in ciascuno di noi. Ma risulta tuttora difficile uscire dall’ambito agricolo per farne un dibattito di salute pubblica. Certi agricoltori sostengono che esso è biodegradabile, ma per spanderlo nei campi usano tuta e mascherina… Che tristezza! In Francia la Federazione nazionale dei sindacati dei lavoratori agricoli (Fnsea) ritiene che gli agricoltori non possono farne a meno e che non vi è alcun legame tra i pesticidi e i tumori. Ma il linfoma, una delle malattie causate dal glifosato, in Francia è considerato una malattia professionale… Anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) dice che non ci sono problemi. Ma centinaia di studi indipendenti e migliaia di testimonianze provano il contrario. Come fanno i cittadini ad avere ancora fiducia nelle istituzioni europee?

Nel suo film sul Tribunale Monsanto si dà la parola a numerose vittime del glifosato…
Sì, questo incredibile evento ci ha permesso di riunire davanti a dei giudici internazionali sia vittime sia specialisti provenienti da ogni parte del mondo. Ascoltare le loro parole è stato estremamente toccante. È quello che fa la forza di questo processo popolare. Perché troppo spesso vi è una disumanizzazione del problema.
Intanto l’Unione europea ha deciso di rinnovare l’autorizzazione di cinque anni…
È scandaloso. Temo che si stia concedendo il tempo all’industria per trovare una molecola sostitutiva prima di bandire il glifosato. Come è successo in passato con l’amianto. Bisognerebbe uscire in fretta da questa logica agro-industriale legata agli ogm! Perché tutta la soia transgenica americana imbevuta di glifosato che viene importata è una fonte di contaminazione degli animali che gli europei mangiano. Il glifosato è l’emblema di un sistema dal quale dobbiamo uscire… E per farlo è necessaria una volontà politica.

* Pubblicato da l’Evénement syndical del 15 novembre 2017, traduzione e adattamento: Claudio Carrer

FONTE AREA7.CH

Una lista per la segnalazione di prodotti pericolosi per i consumatori.

 

 

Ogni settimana una lista di prodotti  pericolosi, esclusi cibi, farmaci e strumenti sanitari. Questa lista è prodotta dal Dipartimento Tutela Consumatori della Commissione Europea.

WEEKLY REPORT 2017 – REPORT WEEK 48

Rapid Alert System is the EU system for all dangerous consumer products, with the exception of food, pharmaceuticals and medical devices. The report includes detailed information on the products concerned, the risks, the notifying Member State, and the measures adopted in response. The Rapid Alert System enables quick exchange of information between 31 European countries and the European Commission about dangerous non-food products posing a risk to health and safety of consumers.

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