
Una silenziosa ed enorme trasformazione delle coscienze è avvenuta in Europa. Questa trasformazione che produce risultati elettorali che travolgono le tradizionali democrazie parlamentari deriva in parte dalla amplificazione di paure profonde come quelle evocate tramite campagne dei social media rispetto alle culture “woke” che ben poco incidono e non rappresentano un rischio per la società. Altre paure profonde che vengono amplificate con campagne di falsità sui social riguardano i fenomeni migratori . La paura dell’ altro , del diverso viene alimentata con l’idea di complotti tesi alla sostituzione etnica dei nativi europei cristiani con gli immigrati di fede islamica. Vi sono piccoli villaggi del Brandeburgo ove i locali votano compatti Afd per paura dei migranti, in quelle realtà rurali isolate non si è mai visto un migrante …
Tra gli articoli che descrivono il fenomeno della “destra pazza” che alimentano paure che travolgono la razionalità segnaliamo “ The Shadow of Unfreedom: A New Authoritarianism Grips the Globe by Robert Misik 5th May 2025 da Social Europe
Perche affrontiamo questo tema su di un portale come Diario Prevenzione che si occupa per l’appunto salute e sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro ?
La ragione è purtroppo semplice: la rapidità dei cambiamenti dovuti anche alla vittoria di Trump e all’avvio di processi di deglobalizzazione tramite l’imposizione di dazi cambia radicalmente l’assetto dei poteri su scala globale.Vengono messi in discussione le autorità sovranazionali che hanno il compito di produrre normative tecniche, protocolli e report di ricerca indispensabili per la governance della salute e della sicurezza su scala globale. Organizzazione mondiale della sanità, progetti importanti come OneHealth sono destinati ad essere buttati nel cestino. Authority sulla salubrità dei cibi,Agenzie ambientali, Agenzie preposte alla sicurezza dei trasporti saranno inertizzate se non disciolte. E’ sufficiente prendere atto delle considerazioni preoccupate e preoccupanti di economisti e studiosi moderati come Nicolas Schmit, Hans Eichel, Jesus Caldera, Stewart Wood, Stefan Collignon, Damon Silvers and Hugo Zsolt de Sousa 2nd May 2025 per rendersi conto della drammaticità della situazione europea e dell’incerto destino delle istituzioni europee . Vedi “ The End of Certainty: A New Geopolitical Era Begins in 2025”
E’ più che condivisibile l’orientamento e l’appello che questi studiosi rivolgono ai decisori politici europei: “ Ma la sicurezza è più che armi e prosperità. È più che politica commerciale. È chiaro per noi che il declino della stabilità politica in Europa è, in gran parte, il risultato dell’austerità e degli attacchi allo stato sociale e ai diritti dei lavoratori che l’hanno accompagnata. E su tutti questi eventi incombe la minaccia esistenziale alla sicurezza rappresentata dal cambiamento climatico. Rafforzare lo stato sociale e ricostruire il ruolo dei lavoratori nell’economia politica europea è un prerequisito per la coesione politica che deve essere alla base sia di qualsiasi efficace politica di sicurezza europea sia di una risposta europea aggressiva alla minaccia del cambiamento climatico…..”
Le preoccupazioni rispetto alla virata verso la militarizzazione delle società su scala planetaria non sono un capriccio proprio di ingenui pacifisti. I dati di SIPRI sono a dir poco allarmanti in particolare per quanto attiene Europa e Medio Oriente : “ Unprecedented rise in global military expenditure as European and Middle East spending surges “
Il destino di queste risorse per il riarmo livello di ciascun stato membro ai fini “della sicurezza” stanno già producendo uno “spostamento” dei poteri all’interno delle realtà nazionali tra i diversi settori produttivi favorendo gruppi industriali rispetto ad altri. Questo comporterà anche effetti e influenze sulle scelte politiche, sui partiti e sui corpi intermedi della rappresentanza politica e sociale. In altri termini la democrazia è in grado di reggere una militarizzazione dell’economia e della società?
Abbiamo già visto e preso atto del declino del Green Deal che aveva acceso le speranze che vi fosse un tentativo di affrontare il cambio climatico come grande occasione per superare l’uso delle fonti fossili con una conversione dei processi produttivi e di organizzazione della società con una innovazione profonda. Tutto questo è stato catalogato come “ideologia” dalla nostrana “scienziata del clima” , la signora Meloni. I governi dei paesi membri della UE non hanno per ora alcuna strategia alternativa al Green Deal per affrontare il cambio climatico. Le uniche idee “brillanti” paiono essere quelle del Ministro dell’Ambiente che propone di installare ovunque “piccole” centrali nucleari . Centrali di Quartiere o di Condominio ? Questo non è stato chiarito dal Ministro.
Per chiudere questa Rassegna o puntata di Connessioni segnaliamo un articolo “ Guerra o salute in Europa” di Pirous Fateh-Moghadam apparso su Saluteinternazionale che offre una riflessione molto pertinente su ciò che sta accadendo sotto ai nostri occhi . Alla prossima. [ a cura di Gino Rubini]