Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione

Documento tecnico sulla possibile rimodulazione
delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione.

A cura del
Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, INAIL
Autori: Sergio Iavicoli, Fabio Boccuni, Giuliana Buresti, Diana Gagliardi, Benedetta Persechino, Bruna Maria Rondinone, Antonio Valenti
Aprile 2020

IL DOCUMENTO

 

ILOSTAT – COVID-19: Ci sono abbastanza operatori sanitari?

 

FONTE ILO.ORGG

Mentre la crisi COVID-19 mette sotto pressione i servizi sanitari in tutto il mondo, i dati ILOSTAT evidenziano le carenze già esistenti degli operatori sanitari.

La pandemia di COVID-19 ha messo a fuoco i servizi sanitari dei paesi. Mentre i governi si muovono per rallentare la diffusione del virus, gli operatori sanitari, in particolare le donne, sono in prima linea nell’epidemia.

Di fronte a questa crisi, è rassicurante sapere che questi lavoratori sono lì per amministrare il trattamento e dare consigli. Tuttavia, con oltre la  metà della popolazione mondiale  priva dell’accesso alle cure sanitarie essenziali, cosa succede quando non ci sono abbastanza medici, infermieri e personale di supporto?

Come parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, tutti gli Stati membri hanno concordato di raggiungere  una copertura sanitaria universale  entro il 2030. Con la densità dell’occupazione sanitaria un indicatore per questo obiettivo, è probabile che un ostacolo al suo raggiungimento sia la carenza di operatori sanitari. 

I dati di ILOSTAT  evidenziano i paesi in maggiore bisogno. Presenta gli ultimi dati sulle occupazioni sanitario qualificato – come medici e infermieri – e sull’occupazione in generale nel campo della salute umana e sociale di lavoro del settore, che include tutti quelli impiegati in stabilimenti di salute, tra cui le occupazioni non di salute, come amministratori e addetti alle pulizie e attività di assistenza sociale.

Mostra che la salute è un settore occupazionale importante, ma che le capacità dei paesi di reclutare e trattenere gli operatori sanitari variano significativamente da una regione all’altra. Questa diseguale distribuzione aggrava le iniquità nell’accesso ai servizi sanitari.

Ricchezza e salute

I dati sull’occupazione sanitaria (basati sulla categoria ISIC rev.4 Q. Attività di salute umana e di assistenza sociale)  suggeriscono che i paesi ad alto reddito hanno sia gli operatori sanitari più qualificati sia i maggiori settori sanitari in relazione alla loro popolazione . La Norvegia ha il più grande settore sanitario, impiegando 1.049 persone per 10.000 abitanti. Seguono Danimarca, Giappone, Paesi Bassi e Svizzera, tutte con oltre 800.

USA (682) e UK (664) abbiamo il 10 °  e 13 th  rispettivamente quozienti più elevati.

In effetti, i paesi ad alto reddito hanno collettivamente quasi 12 volte più persone impiegate nel settore sanitario rispetto alle nazioni a basso reddito – 580 per 10.000 persone rispetto a solo 49.

Disparità di accesso ai servizi sanitari

È una storia simile quando si osservano professioni sanitarie qualificate (come medici, infermieri e ostetriche) per 10.000 persone. Su 97 paesi con dati disponibili, i primi 10 sono quasi esclusivamente paesi ad alto reddito. Germania, Norvegia, Svizzera, Paesi Bassi e Stati Uniti sono i primi cinque, mentre la Federazione Russa è l’unico paese non ad alto reddito tra i primi 10.

In molti paesi a basso reddito, tuttavia, gran parte della popolazione non ha accesso ai servizi sanitari essenziali a causa della mancanza di operatori sanitari, in particolare nelle zone rurali e remote.

Quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò l’epidemia di COVID-19 un’emergenza sanitaria globale, la sua  maggiore preoccupazione  fu la possibilità che il virus si diffondesse in paesi con sistemi sanitari più deboli. In Africa, il numero medio di lavoratori impiegati nel settore sanitario per 10.000 persone è 57. E molte delle nazioni più povere della regione ne hanno molte meno.

L’ARTICOLO PROSEGUE CON TAVOLE DATI ALLA FONTE SU  ILOSTAT

Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. ( Con le integrazioni del 24 aprile 2020 )

 

24 aprile 2020

Venerdi 24 aprile 2020, è stato integrato il “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto il 14 marzo 2020 su invito del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute, che avevano promosso l’incontro tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta all’articolo 1, comma primo, numero 9), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020, che,  in relazione alle attività professionali e alle attività produttive, raccomanda intese tra organizzazioni datoriali e sindacali.
Il Governo favorisce, per quanto di sua competenza, la piena attuazione del
Protocollo.

IL PROTOCOLLO CONDIVISO INTEGRATO 24/04/2020

Rischi per la salute da utilizzo di lampade germicida a raggi UV

LAMPADE GERMICIDA

Tra gli effetti collaterali della così detta “guerra” contro il corona virus gira da qualche giorno sui social la pubblicità di lampade germicida da utilizzare ovunque in casa ed al lavoro.

Vengono pubblicizzate come alternativa “ecologica” ai normali disinfettanti, in quanto i raggi UV sarebbero “naturali “ e sicuri. Vengono poi mostrati tutorial su come acquistare ed installare in maniera facile una lampada germicida in qualsiasi ambiente.

Quello che non viene colpevolmente detto in queste pubblicità ingannevoli è che le lampade germicida sono dispositivi estremamente pericolosi, in grado di produrre gravi danni alle persone inconsapevolmente esposte alla radiazione UVC da queste emessa. La radiazione UVC di per sé non può essere percepita dall’essere umano in quanto non dà alcuna sensazione termica e non è visibile Quindi se siamo esposti non abbiamo alcun modo di rendercene conto. Bastano pochi secondi di esposizione per provocare danni eritemali ad occhi e cute. Tanto maggiore è la durata dell’esposizione tanto maggiore è il danno arrecato.

Purtroppo gli effetti acuti non sono immediati ma emergono soltanto alcune ore dopo l’esposizione. Noi addetti alla prevenzione abbiamo visto lavoratrici ricoverate in ospedale con ustioni di terzo grado e che hanno abortito a seguito di ore di esposizione inconsapevole in laboratorio. Esposizioni accidentali provocate da lampade accese per sbaglio, per distrazione…abbiamo visto sportivi ustionati da lampade germicida installate negli spogliatoi di palestre, abbiamo visto infermiere ricoverate con danni eritemali gravi per lampade germicida incautamente accese in sale operatorie.

Inoltre va ricordato che la radiazione UV è un CANCEROGENO CERTO PER L’UOMO – per tumori oculari e cutanei, così come classificata dalla IARC (agenzia internazionale di ricerca sul cancro). Il cancro può insorgere decine di anni dopo l’aver subito un danno acuto o a seguito di esposizioni croniche protratte negli anni.

Negli ospedali e nei laboratori di analisi dove vengono sistematicamente utilizzate questo tipo di sorgenti, per prevenire danni da esposizioni inconsapevoli delle persone, il personale dovrebbe essere stato addestrato al corretto utilizzo delle lampade e gli ambienti dove sono attive lampade germicida dovrebbero essere segnalati con cartelli di pericolo; inoltre tutte le entrate dovrebbero essere collegate a sistemi automatici che in caso di apertura involontaria, spengono le sorgenti; tutto questo per evitare qualsiasi esposizione accidentale, anche momentanea, alla radiazione UVC.

Per piacere evitiamo che questa pubblicità ingannevole nella guerra al virus mieta vittime incrementando per giunta ulteriormente il carico di lavoro dei nostri ospedali.

Un documento per l’uso sicuro delle lampade germicide è scaricabile dal sito del Portale Agenti Fisici www.portaleagentifisici.it alla sezione Radiazione Ottiche Artificiali – documentazione

Procedure operative per la prevenzione del rischio da esposizione a Radiazioni Ottiche Artificiali: Cappe sterili e Lampade Germicide

www.portaleagentifisici.it/fo_ro_artificiali_documentazione

Iole Pinto
Fisico
USL Toscana Sud Est
Responsabile Scientifico
Portale Agenti Fisici
info@portaleagentifisici.it