Nel primo semestre del 2017 gli infortuni sul lavoro in Emilia Romagna sono aumentati dello 0,7%, in controtendenza rispetto a un trend oramai consolidato nell’ultimo decennio. L’inquietudine espressa dai rappresentanti di lavoro e sicurezza (Rls) e dal sindacato confederale “riguarda il rischio che la ripresa economica possa comportare anche un rilancio del fenomeno infortunistico”. Per scongiurare tale rischio, Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia-Romagna pongono in evidenza l’impellente necessità di una stretta collaborazione tra parti sociali e istituzioni”.
Infortuni sul lavoro
Gammastamp Vercelli. Muore operaio per falle nella sicurezza degli impianti, domani sciopero!
È morto oggi un operaio della ditta Gammastamp, Naim Macak, mentre stava effettuando un intervento di manutenzione su un impianto sito all’interno dello stabilimento di Bianzé nella provincia di Vercelli.
Le cause dell’incidente non sono ancora state ricostruite, sembrerebbe che mentre il lavoratore stesse svolgendo la sua attività di ripristino l’impianto sia ripartito causandone lo schiacciamento.
Chiediamo pertanto che la Procura si attivi immediatamente per la verifica dell’accaduto.
Come Fiom-Cgil Vercelli Valsesia porgiamo sentite condoglianze ai familiari e mettiamo fin da subito a disposizione tutta la nostra struttura e i nostri legali al fine di fare chiarezza sulla questione.
La Fiom-Cgil dichiara fin da subito che a fronte di responsabilità accertate si costituirà parte civile.
Domani sciopero.
Fiom-Cgil Vercelli Valsesia
fonte FIOM CGIL nazionale
Vercelli, 4 dicembre 2017
Raffaele Guariniello: «La specializzazione dei Pm ha salvato il processo Thyssen»
fonte Famiglia Cristiana
04/12/2017 L’ex pubblico ministero: «Ho vissuto la giustizia dalla parte dei deboli, nel caso Thyssen la specializzazione è stata determinante, le indagini veloci hanno evitato la prescrizione»
Un grande tavolo bianco. Intorno, ordinatissime sugli scaffali, copie di sentenze della Cassazione. Più che una stanza, la sintesi di una vita. Alle pareti una foto famosa del 1932, operai che mangiano sospesi nel vuoto sulla trave di un grattacielo a New York: l’idea platonica dell’insicurezza sul lavoro. Di fronte, Gioachino Rossini dice della passione per la lirica e, forse, degli anni spesi a dar la caccia agli odierni Dulcamara, venditori d’elisir. Due toghe appese in un angolo, inoperose, dicono che è la stanza della seconda vita di Raffaele Guariniello, iniziata il giorno d’addio alla magistratura, per raggiunti limiti di età, ma non ancora per raggiunti limiti. Chi non ne può più non scriverebbe un libro intitolato: La giustizia non è un sogno.
Disponibili online i dati INAIL su infortuni e malattie professionali dei primi dieci mesi del 2017
FONTE INAIL.IT
Tra gennaio e ottobre presentate all’INAIL circa 534mila denunce di infortuni sul lavoro (+0,7%), 864 dei quali con esito mortale (+1,6%). Prosegue il trend in diminuzione delle malattie professionali (-3,0%).
ROMA – Nella sezione “Open data” del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio e malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di ottobre. Si tratta di dati provvisori, perché per quantificare i casi accertati positivi sarà necessario attendere il consolidamento dei dati del 2017, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del “modello di lettura” con i confronti “di mese” (ottobre 2016 vs ottobre 2017) e “di periodo” (gennaio-ottobre 2016 vs gennaio-ottobre 2017). Il confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetto all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche e di consolidamento degli archivi.
Muore pescatore di 52 anni, Flai: non è una fatalità
“È morto sul lavoro Msaddelk Abdallah, pescatore esperto di 52 anni, salpato dal porto di Ancona per la giornaliera battuta di pesca. Ai familiari esprimiamo il più sentito cordoglio e lanciamo il grido di allarme per un’altra tragedia sul lavoro che poteva essere evitata”. Lo dichiara Antonio Pucillo della Flai Cgil nazionale.
“Dalle prime ricostruzioni sembra che il pescatore sia scivolato in acqua mentre era a poppa dell’imbarcazione. È evidente, almeno dovrebbe esserlo, come in alcune condizioni lavorative particolari un incidente che altrove potrebbe avere conseguenze non gravi in questo caso risulti fatale”.
“Da anni – prosegue Pucillo – denunciamo quanto sia importante il tema della sicurezza anche per i lavoratori della pesca, che operano esposti alle intemperie, su una superficie instabile, movimentando attrezzature, in condizioni estreme. È necessario investire di più su prevenzione e sicurezza, cominciando ad applicare anche ai lavoratori della pesca il Testo Unico 81 su salute e sicurezza; è necessario che siano conosciuti tutti i DPI (dispositivi di protezione individuale); è necessario che le autorità preposte ai controlli non abbassino la guardia. Gli incidenti sul lavoro – conclude Pucillo – non sono tragiche fatalità, ma la conseguenza di mancata prevenzione, mancati controlli e una scarsa, anzi assente, cultura della sicurezza”.
Sul rischio di folgorazione e sulla genericità dei piani di sicurezza
Autore: Redazione
Categoria: Sentenze commentate
Roma, 29 Nov – Sono tante le sentenze, nell’ambito della giurisdizione penale, che in questi anni hanno mostrato come un’attenzione maggiore nel valutare i rischi nei luoghi di lavoro, da parte dei vari attori della sicurezza aziendale e di chi è titolare di una posizione di garanzia, sarebbe stata sufficiente a evitare infortuni gravi o mortali dei lavoratori.
Ci soffermiamo oggi in particolare su una recente sentenza della Cassazione Penale, la Sentenza n. 38529 del 02 agosto 2017, che non solo mostra la dinamica di un infortunio mortale per folgorazione avvenuto in un cantiere TAV (Treno ad Alta Velocità), ma presenta anche utili indicazioni sul tema degli appalti e dei piani di sicurezza.
La sentenza della Corte di Cassazione del 2 agosto segnala che “la Corte d’Appello di Bologna, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Modena in data 13 dicembre 2010” rideterminava “la pena inflitta al LM. in sei mesi di reclusione. Questi era stato tratto a giudizio per rispondere del reato previsto e punito dagli artt. 110, 590 comma 2 c.p. perché in concorso” con altri e nella qualità di amministratore e legale rappresentante della ditta XXX s.n.c., per imprudenza ed imperizia “consistite nel non esaminare attentamente il luogo ove operava M.L., con la mansione di ferraiolo, che avrebbe consentito di accertare l’esistenza di una fessura di 15 mm. posta alla base della trave immediatamente vicina a quella dove stava lavorando, nonché in violazione delle norme sugli infortuni sul lavoro concernenti le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei mobili, non facevano apporre idoneo riparo su detta fessura”. E con tale condotta veniva cagionata “la morte di M.L., il quale, mentre effettuava lavori di posa in opera di tondini di ferro su galleria artificiale in cemento armato, alta metri 12, lunga metri 100 e larga metri 20, che sovrasta la ferrovia Bologna- Milano, rimaneva fulminato da corrente elettrica, causa la caduta dalle mani di due-tre tondini di ferro di diametro di mm 12 che, penetrando nella fessura sopra descritta, venivano in contatto con la linea elettrica ad alta tensione di 3660 volt sottostante la predetta galleria che alimenta i treni sulla citata tratta ferroviaria”.
l’articolo prosegue alla fonte PUNTOSICURO.IT
Incidente durante attività addestrativa di avio lancio, muore sottufficiale
fonte Aeronauticamilitare
Nel tardo pomeriggio di ieri, il sergente maggiore Mirko Rossi, 41 anni, in forza al 17° Stormo dell’Aeronautica Militare, ha perso la vita in seguito all’impatto al suolo durante un’attività addestrativa di lancio con paracadute pre-pianificata che si stava svolgendo presso l’Aeroporto Militare di Guidonia (RM).
Il sottufficiale è deceduto presso il Policlinico Gemelli di Roma, dove era stato trasportato da un elicottero del 118.
Dopo l’incidente il sergente maggiore era stato immediatamente soccorso dal personale medico militare presente in base.
L’Aeronautica Militare ha attivato le procedure per accertare le cause dell’incidente.
Esecuzione in sicurezza dei lavori in copertura. Misure di prevenzione e protezione
FONTE INAIL.IT
di Luca Rossi
La mancanza di una legislazione nazionale specifica, che prescriva la dotazione sulle coperture di sistemi necessari a garantire la sicurezza dei lavoratori che svolgono attività su di esse, ha determinato, in molte regioni italiane, l’emanazione di regolamenti ad hoc. Essi, ove presenti, non sono per ovvie ragioni “armonizzati” a livello nazionale e non facilitano il lavoro dei vari soggetti coinvolti.
Individuare tutte le possibili misure di prevenzione e protezione da utilizzare in copertura non è semplice. In questo contesto ne vengono analizzate alcune per l’accesso ed altre relative al transito e all’esecuzione.
Lo studio cerca, inoltre, di identificare e fornire informazioni e dati agli operatori di settore che possono essere utilizzati anche dalle istituzioni pubbliche per la loro attività di verifica, controllo e indirizzo per condividere le misure di sicurezza da adottare per l’esecuzione delle attività sulle coperture.
Il documento non vuole essere esaustivo, ma si propone di affrontare una parte delle problematiche relative alla realizzazione delle citate misure, con particolare riguardo ai requisiti che i prodotti debbono soddisfare.
L’esplicitazione di tali requisiti è la sintesi di specifica attività effettuata dal Dipartimento, anche a livello sperimentale, negli ambiti di ricerca e normativa nazionale e internazionale.
Prodotto: Volume – Collana Quaderni di ricerca
Edizioni: Inail – ottobre 2017
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Informazioni e richieste: dcpianificazione-comunicazione@inail.it
È il tempo del caporalato digitale!
È il tempo del caporalato digitale! Nella cornice della gig economy il food delivery sembra farla da padrone nella scalata allo sfruttamento. L’obbiettivo delle multinazionali delle consegne di cibo a domicilio è semplice, cristallino: imporre un modello di business che massimizzi i profitti a scapito delle tutele dei propri lavoratori. Forti di un bacino di giovani – e meno giovani – inoccupati e disoccupati a cui attingere e di sempre meglio rodate tecniche di gestione del personale (contratti truffa e gamification in prima fila), hanno condotto in pochissimo tempo ad un’efficace offensiva su scala sovranazionale contro i diritti dei lavoratori.
fonte LAVOROESALUTE.ORG
Lotte nella gig economy
Nelle ultime settimane sta tornando sotto i riflettori il conflitto tra i lavoratori precari della cosiddetta ‘gig economy’ e le ditte di consegna a domicilio del settore – come Deliveroo, Foodora, Glovo, UberEats e così via. Proprio la settimana scorsa i fattorini di Deliveroo di Bologna e Milano hanno avanzato in una lettera rivendicazioni comuni verso l’azienda, gettando le basi per una nuova disputa; mentre i ‘rider’ di varie ditte di consegna in bici si preparano a scendere in piazza il 24 Novembre a Bologna, uniti sotto la sigla comune di ‘Riders Union Bologna’, per chiedere diritti e salari degni. Come contributo al dibattito e alle lotte dei rider italiani in corso, ci sembra utile fare un po’ di chiarezza sugli ultimi sviluppi della lunga mobilitazione e battaglia legale che coinvolge i lavoratori della gig economy nel Regno Unito.
Buone notizie dal fronte Uber
Cominciamo dalle buone notizie. La settimana scorsa Uber, la multinazionale americana che offre un servizio taxi tramite app, ha perso il ricorso presso il Tribunale di Appello del Lavoro a Londra contro la sentenza che ormai un anno fa aveva dato ragione a due autisti James Farrar e Yaseen Aslam, che sostenevano che lo status di lavoratori autonomi adottato da Uber nei confronti dei suoi autisti non corrispondesse alla natura del rapporto di lavoro effettivamente vigente. Il tribunale ha cosi’ confermato lo status di worker che la sentenza di primo grado aveva assegnato ai due autisti, condizione giuridica che garantisce ad un lavoratore il diritto ad un salario orario minimo e alle ferie pagate (ma che ha comunque meno garanzie rispetto al contratto di lavoro subordinato).
llva, omicidio Mingolla: giustizia è fatta
FONTE FIOM-CGIL.IT
Il 18 aprile 2006 all’Ilva di Taranto moriva l’operaio Antonio Mingolla dipendente della ditta Cmt. Ci sono voluti cinque anni per chiudere il processo d’appello e confermare la condanna per sei preposti e responsabili aziendali tra diretti Ilva e ditta di appalto. Giuseppe Romano, segretario genrale della Fiom di Taranto, sottolineando l’importanza di “una sentenza che fa giustizia”, specifica che “alla Fiom Cgil di Taranto, costituitasi parte civile sin dall’udienza preliminare, è stato riconosciuto, a carico di tutti gli imputati, il risarcimento del danno, perché la nostra organizzazione è stata.ritenuta portatrice degli interessi collettivi dei lavoratori alla tutela della salute e sicurezza del lavoro.